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Per capire lo stile usato da Aibileen per i disegni "caricaturali", e quello del ritratto di Mia dato in Sala Comune nella role precedente, guardare qui:SPOILER (click to view)Disegni "caricaturali":
https://imgur.com/gallery/GkHoK
Ritratto di Mia ed Athena:
https://illustramagazine.wordpress.com/201...arthur-rackham/
Eccoci qua! Ovviamente, ha pur sempre sedici anni, può essere tranquillamente immaginato qualche tratto incerto, troppo marcato, e possibili dettagli tecnici in cui può migliorare I suoi abbracci, invece, sono calorosi, sinceri, totalmente spontanei e puffolosi, nessun amante delle coccole ha mai avuto da ridire in proposito 😎
Edited by Aibileen Beatrix - 6/12/2020, 15:46. -
.Mia Freeman
Prefetto AmetrinEra cambiata molto in quel primo anno ad hidenstone e poteva ammettere di avere cominciato a coltivare diverse amicizie dall’anno precedente. Le piaceva la piega che la sua vita stava prendendo,si era scoperta molto più socievole e felice di avere compagnia di quanto non credesse, soprattutto quando era circondata da persone che la capivano e che avevano a cuore cose a cui lei teneva, che condividevano i suoi hobby o anche solo avevano un atteggiamento che la metteva a suo agio.
Certo, non è che tutto ora fosse rose e viole, Hidenstone aveva portato con sé tante cose piacevoli e profondi legami che si stavano ancora sviluppando, ma aveva portato con sé anche diversi traumi e sembrava intenzionato a metterla sempre di fronte ai suoi limiti, per spronarla a superarli. Quell’anno era in una relazione con un ragazzo per cui non smetteva mai di preoccuparsi, e se pensava che i suoi problemi più grandi sarebbero stati i fantasmi del passato di Cam, si sbagliava di grosso.
Il suo, di passato, non l’aveva mai affrontato davvero e ora cominciava a capire ancora di più che non avrebbe potuto evitarlo per sempre. E la notte di Halloween le aveva ricordato proprio quello, il peso di traumi che non aveva ancora del tutto digerito, che forse avrebbe dovuto condividere con qualcuno prima o poi ma che ancora non aveva avuto modo di affrontare. Quelle immagini di Charles, arrabbiato con lei e pronto a ucciderla, l’avevano perseguitata da quella notte in tutte quelle a seguire, portandola ancora una volta a dormire male e poco ogni notte. Forse avrebbe dovuto discuterne con qualche docente, si era anche chiesta se nonfosse il caso di parlarne con Olwen, lo stesso che le aveva offerto supporto dopo quel che era successo con Mark, ma per ora era ancora convinta che non valesse la pena scomodare qualcun altro per un problema suo, legato alla sua incapacità di reagire alle cose in modo più maturo.
Che cos’altro avrebbe potuto fare? Non voleva parlarne con Cam perché non voleva farlo preoccupare, si fidava di lui ma quello era parte del suo passato e non avevano ancora affrontato certe cose…lei avrebbe voluto più che altro parlare di quel che il ragazzo aveva vissuto, aiutarlo con i suoi traumi, non aggiungerne altri al mucchio.
E poi Abileen le aveva proposto di vedersi alla Terrazza. Non pensava che le avrebbe parlato del suo passato, non subito almeno, ma quella ragazza e la sua dolcezza la mettevano di buon umore e si scoprì contenta all’idea di avere una tregua, un po’ di tempo da passare con qualcuno che avrebbe potuto alleviare in qualche modo le sue paure.
Era bastato il bisogno della ragazza di vederla, l’idea che avesse bisogno di lei per distrarla dai suoi pensieri e portare la sua concentrazione altrove, dove sapeva che sarebbe stata più utile e più gestibile. Aveva bisogno di occuparsi di qualcuno per sentirsi meglio, e dal momento che comprendeva che gli ultimi eventi non fossero facili da digerire si era dimostrata fin da subito più che felice di raggiungerla e incontrarla in privato.
La Terrazza era un posto suggestivo, che la aiutava a distrarla nei giorni più difficili e che trovava confortante, tanto che non potè fare a meno di sentirsi già un po’ meglio mentre percorreva le scale che l’avrebbero portata in cima. Era felice di vedere Aibileen, voleva approfittare di quel momento per consegnarle il proprio regalo di Natale, per farle gli auguri di buone feste e anche per sincerarsi che stesse bene. Avrebbe anche dovuto ringraziarla per il nuovo disegno che le aveva regalato e che le aveva fatto spuntare un sorriso sincero già quella mattina, non appena lo aveva trovato. Era affascinante vedere in che modo l’altra ragazza riusciva ad immaginarla e doveva ammettere che in quella caricatura appariva davvero bene…la veste da fatina le piaceva non poco!
Arrivò quindi alla Terrazza e si guardò brevemente intorno, sorprendendosi nel vedere la ragazza già lì ad aspettarla: odiava essere in ritardo e di solito finiva sempre per arrivare in anticipo ed essere lei ad aspettare gli altri. Si impegnò per accennare un sorriso gentile, stanco forse ma sicuramente sincero, e si avvicino ad Aibileen per poi attirarne l’attenzione. “Ehi ciao! Scusami, ti ho fatta aspettare tanto…?” avrebbe domandato, già dispiaciuta nel caso avesse fatto troppo tardi.code made by gin. -
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.Mia Freeman
Prefetto AmetrinSe doveva essere onesta, Mia finiva sempre per sorprendersi ad ogni nuova amicizia che riusciva a tessere. Puntualmente non riusciva a immaginare che cosa potesse spingere le persone a legarsi proprio a lei, e non finiva di sorprendersi nel vedere quante persone meravigliose ci fossero ad Hidenstone. Aveva conosciuto Aibileen per puro caso, una coincidenza fortuita, ed era davvero grata di essersi fermata a parlarle la prima volta.
Eppure, per quanto la ragazza le stesse simpatica, si rendeva conto di non averlo dimostrato nel migliore dei modi negli ultimi tempi, e di averla trascurata ben iù di quanto avrebbe dovuto, soprattutto dopo gli eventi della notte di Halloween. Lei e Aibileen erano state separate per la maggior parte del tempo, a dire il vero, e anche se una volta tornati all’Accademia si era sincerata che tutti gli Ametrini stessero bene e fossero sani e salvi, ammetteva di non aver avuto modo di parlarle in privato e chiederle come stesse o cosa le fosse successo.
Avrebbe voluto davvero essere ancora più brava in quel senso, riuscire a occuparsi di tutti e tutto ogni volta, ma c’erano momenti in cui purtroppo si sentiva sopraffatta e non riusciva a fare tutto quello che voleva. Le dispiaceva, certo, ma ammetteva anche che occuparsi degli altri senza essere in pace con sé stessa le era impossibile, malgrado i suoi desideri. Non che ora si sentisse completamente bene, c’era una parte di lei non era ancora convinta che quella notte fosse stata superata, ma non poteva perdere tempo e rinviare tutta la sua vita per chissà quanto.
Aveva altre cose a cui pensare oltre alla sua salute mentale, voleva aiutare Cameron, essere una fidanzata presente ma anche un’amica attenta, per tutte le persone a cui teneva e che potevano avere bisogno di lei. Come Aibileen, per quello che ne sapeva.
Quando la ragazza le aveva scritto per prima, organizzando quell’incontro, il suo senso di colpa era tornato alla riscossa, pungolandole la bocca dello stomaco e impedendole di mangiare qualcosa di decente prima di raggiungere la terrazza. Aveva provato a tenersi impegnata impacchettando il regalo che aveva fatto all’altra ametrina, ma non aveva funzionato granchè.
Mia non avrebbe mai pensato di potersi sentire in quel modo, ma quando le braccia dell’altra ragazza la avvolsero si sentì bene, meno a disagio del solito. Certo, tra Aibileen e Emma stava diventando impossibile non abituarsi al contatto fisico, ma era raro che si sentisse così riscaldata e coinvolta da un abbraccio, tanto da ricambiarlo quasi senza esitazione, solo con qualche secondo di ritardo. Quel contatto riuscì a sollevare almeno un po’ il suo senso di colpa, ricordandole se non altro che l’altra non era arrabbiata con lei per non esserci stata e che, presumibilmente, era anche felice di vederla.
Scontato, visto che l’aveva chiamata, direste voi, ma per Mia non lo era così tanto. Avrebbe sospirato appena, stringendola in modo più impacciato ma comunque sentito. “Sto bene, sto bene…” avrebbe provato a replicare, sforzandosi almeno di apparire convincente, più preoccupata per lei che per sé stessa, come sempre. “E tu piuttosto? Non abbiamo avuto modo di parlare dopo la notte di Halloween, mi dispiace… ma spero tu stia bene.” ammise piano, sentendo il cuore stringersi un po’ di più al pensiero di averla lasciata sola in un momento così delicato.code made by gin. -
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.Mia Freeman
Prefetto AmetrinMia credeva nelle coincidenze così come credeva anche nei legami che nascevano per caso e che spesso si mostravano i più duraturi. Aveva cominciato il suo rapporto con Cameron detestandolo e desiderando cambiarne il temperamento, e aveva conosciuto Aibileeen per puro caso una serata passata nella sala comune.
Era felice di averla incontrata, si riteneva fortunata ad avere così tante persone meravigliose al suo fianco e di certo era felice di avere a che fare con una artista così talentuosa e gentile.
Rivordava bene gli sforzi della ragazza per aiutarla, come durante l'ultima notte di ottobre avesse fatto di tutto per proteggerla a suo modo e per tenerla al sicuro. Infondo se non si era fatta troppo male lo doveva indubbiamente a lei, che si era impegnata tanto per difenderla, e poco le importava se aveva guadagnato qualche piccola ferita, sapeva che sarebbe potuto succedere ben di peggio.
Era convinta però, sbagliandosi, di essere capace di nascondere quel che provava quantomeno ad Aibileeen, che non la conosceva poi così tanto, ed era sicura non avrebbe esitato a credere alla sua risposta.
A dire il vero non si era chiesta molto come stesse, si era preoccupata per gli altri compagni di casata, aveva cercato di capire come stessero e se fossero tutti interi e si era preoccupata delle condizioni di coloro che erano svenuti e portati in infermeria.
Non si era occupata troppo di sé stessa, questo era vero, ma si era convinta di non aver bisogno di niente di più di un po' di tempo per elaborare.
Non si aspettava che Aibileeen sapesse così tanto o che si interessasse a tal punto da chiederle di più, si era convinta che tutti avrebbero accettato un banale "tutto bene" come risposta. Non che chiunque lo facesse non fosse gentile o attento, ma erano tutti impegnati con le proprie vite e i propri pensieri, era normale non approfondire, lasciare stare, passare oltre.
Rimase un attimo paralizzata alla sua domanda, ritrovandosi a non sapere cosa dire. Da un lato non voleva negarle niente, le dispiaceva dirle che non voleva parlarne, ma dall'altro non era sicura di sapere cosa dire.
" Io... Non saprei come spiegarti..." sussurrò piano, provando a mettere in ordine i pensieri e dargli un senso. " Mi hanno mostrato una scena che mi ha fatto male... E anche se so che non è accaduta davvero comunque alle volte è difficile ricordarmene..." avrebbe ammesso alla fine, anche perché probabilmente l'aveva vista sveglia nel cuore della notte, in preda ai suoi incubi.
Non sapeva se era pronta a rendere a parole quel che aveva visto, ma cercò di accarezzare la schiena e le spalle della ragazza con dolcezza, provando a rincuorarla. " Quei fantasmi avevano bisogno del nostro aiuto e noi li abbiamo aiutati... Starò meglio, presto, ho solo visto qualcosa che non volevo vedere ma certe volte non si può evitarlo." le ricordò con dolcezza per poi cercare di cambiare discorso.
" Piuttosto tu come ti senti? Mi rendo conto che per te è stata la prima volta, vuoi parlarne...?" le chiese con delicatezza, sperando di poter se non altro aiutare lei.code made by gin. -
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AIBI
Edited by Aibileen Beatrix - 23/12/2020, 09:23. -
.Mia Freeman
Prefetto AmetrinAprirsi circa quello che le succedeva non faceva parte del suo carattere, faticava a parlare di quel che provava con chiunque, il fatto che conoscesse Aibileen da poco non creava alcuna differenza. Sapeva che l’altra ragazza stava cercando di farla sentire meglio e aiutarla e per questo aveva cercato di sforzarsi almeno un po’, ma rimaneva comunque difficile riuscire a parlarle di tutto quello che le passava per la testa.
Quello spirito le aveva mostrato una situazione che aveva temuto per anni, qualcosa su cui aveva già avuto parecchi incubi e che non riguardava comunque solo lei. Non era un segreto che Charles fosse un licantropo, lei stessa non si era fatta grossi problemi a parlarne in passato ma non era mai entrata nei dettagli e non intendeva farlo ora. In parte, d’altronde, aveva vissuto quella scena e anche se era finita nel modo migliore faceva parte di uno dei ricordi più dolorosi che portava con sé.
Non voleva riviverla adesso, e non pensava che fosse necessario per Aibileen sapere che cosa aveva vissuto: non voleva apparire perfetta, in realtà Mia aveva sempre mostrato le sue debolezze volente o nolente e non era così difficile leggere le sue reazioni, ma era certa che l’altra ragazza non meritasse di sentirsi addosso il peso e il dolore di cose che nessuna delle due avrebbe potuto cambiare.
Era davvero preoccupata per lei, aveva paura che quell’esperienza potesse averla segnata troppo profondamente e provocare terribili conseguenze. Ricordava come si era sentita l’Halloween precedente, quanto l’aveva scossa lo scontro con il Malboro e quel che era successo alle sue compagne, non si sarebbe sorpresa nel sapere che anche Aibileen stava soffrendo.
Sentì il proprio cuore stringersi all’istante nel vederla piangere in quel modo e avrebbe cercato di consolarla accarezzandole timidamente le spalle. Non si sentiva molto brava in quel genere di cose e temeva di non riuscire a consolarla come avrebbe voluto, si sentì impotente e fragile in quel momento, incapace di sollevarla del tutto da quel peso.
Si ritrovò a scuotere piano la testa, con dolcezza. “Non è vero, sei stata molto utile invece. Tutti possiamo sbagliare, è successo anche a me e sicuramente il momento non aiutava, ma se non ci fossi stata tu probabilmente mi sarei fatta ancora più male. Hai fatto del tuo meglio e io sono certa che le cose sarebbero andate peggio se tu non ci fossi stata.” le ricordò con gentilezza, un tono convinto e sicuro provando a trasmetterle quanto fossero vere quelle parole. Voleva davvero che Aibileen capisse quanto, in una squadra, il ruolo di chiunque fosse fondamentale, anche se alle volte capitava di fare degli errori. Lei stessa sapeva bene di aver commesso degli sbagli, alcuni incantesimi non erano andati come sperato e continuava a darsi la colpa –segno che era brava a dare consigli ma raramente gli ascoltava- eppure era ancora lì, intenzionata a riprovarci.
“Sono sicura che andrà meglio, credimi…” provò a spronarla, accennando un sorriso gentile e tirando poi fuori un fazzoletto perché potesse asciugarsi le lacrime.code made by gin. -
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.Mia Freeman
Prefetto AmetrinSapeva che tra gli Ametrin si nascondevano persone decisamente buone e altruiste, e aveva capito fin da subito che Aibileen fosse una ragazza dolce e gentile, ma non si aspettava di certo che si sarebbe mostrata così tanto comprensiva e preoccupata per lei. Mia stessa non pensava di potersi affezionare tanto velocemente a qualcuno, non credeva di potersi davvero legare a una persona tanto rapidamente eppure teneva all’altra ragazza più di quanto fosse pronta ad ammettere.
Forse era il suo istinto di protezione che veniva a galla, il fatto che Aibileen fosse più giovane di lei e così tenera la spingeva a volerla proteggere, oltre che conoscerla meglio. Di certo il fatto che fosse un’artista la spronava a volerla capire meglio, la affascinava la sua capacità di rappresentare quel che la circondava con tanta precisione e passione, e la sua vicinanza la faceva sentire meglio.
Si ritrovò a non poter fare altro che sorriderle con dolcezza, felice che sembrasse leggermente più sollevata e tranquilla: non era sicura di avere la capacità di rincuorare le persone o migliorare il loro umore, ma si augurava di poterci riuscire almeno con lei. Sapeva che cosa volesse dire sentirsi profondamente inutili e in colpa, aveva condiviso quella sua sensazione e sperava che quello aiutasse il suo tentativo di migliorare le cose.
Si ritrovò comunque a guardarla sorpresa dalle sue parole, inclinando la testa con curiosità e guardandola attentamente. “Lilla?” avrebbe domandato, per poi ascoltare la spiegazione della ragazza sui colori del loro abbraccio. Non aveva mai pensato a qualcosa del genere, Mia aveva una fantasia vivace e le piaceva fare cose manuali, ma non si poteva dire avesse talento per l’arte o che avesse la stessa sensibilità di Aibileen, tanto che non avrebbe mai immaginato di poter collegare qualcosa come un abbraccio ad un colore.
L’avrebbe comunque guardata con dolcezza, sorridendo, anche se ancora spiazzata da quella conclusione. “E…come fai a capirlo?” avrebbe domandato, curiosa e interessata, di certo pensando di tutto ma niente di negativo circa quello scambio.
Il suo cuore si sarebbe scaldato ancora di più alla vista del pacchetto, non per il valore materiale in sé ma all’idea che l’altra avesse anche voluto pensare a lei e sprecare tempo per prenderle qualcosa. “Grazie, ma non dovevi…” le avrebbe detto leggermente commossa, aprendo il pacchetto e scoprendo il kit per l’uncinetto, un regalo decisamente perfetto. “E’ meraviglioso!” avrebbe ammesso entusiasta, abbracciandola d’istinto, brevemente, per poi aprire la sua borsa sorridendo.
“Anche io ho qualcosa per te” annunciò, porgendole poi un pacchetto avvolto in carta naturale, decorato da un semplice fiocco in tessuto.
Ormai si sapeva, Mia era appassionata di cose vintage, mercatini dell’usato e posti simili, e quando aveva trovato quella scatola così particolare, intonsa e ancora funzionante, aveva subito pensato che fosse perfetta per Aibileen. Aprendo il pacchetto, la ragazza avrebbe trovato una box perfetta per disegnare in viaggio, spaziosa ma non troppo pesante o voluminosa.
“Non me ne intendo molto ma spero che possa piacerti! le avrebbe detto con dolcezza, augurandosi che la ragazza potesse apprezzarla.code made by gin. -
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.Mia Freeman
Prefetto AmetrinMia era cresciuta con l’idea che esprimere sempre i propri sentimenti fosse sbagliato. A casa dei Nott aveva imparato a nascondere le sue debolezze e le sue fragilità perché nessuno potesse colpirla troppo facilmente, e comunque Mr e Mrs Nott ci erano sempre riusciti più che bene. Certo, Charles riusciva a comprendere le sue emozioni e leggerla con fin troppa facilità le sue espressioni, ma non significava che per lei fosse più semplice aprirsi.
Abileen era comunque una ragazza dolce e disponibile e per un attimo desiderò davvero poter essere più espansiva, parlare di più di sé stessa e aprirsi circa quello che provava, renderla più partecipe e anche lasciarsi aiutare, in un certo senso: le sembrava che l’altra ragazza avesse la sensibilità necessaria per poterla aiutare. Mia non negava di avere dei problemi con le sue emozioni, molte volte aveva sofferto più del necessario pur di non parlare, avrebbe voluto imparare ad aprirsi di più.
Per il momento lasciò –come era solita fare ogni volta- che fosse l’altra ragazza ad aprirsi e parlare, ascoltandola affascinata mentre le spiegava quella teoria dei colori degli abbracci. Non si aspettava di certo un’analisi così precisa e lei non aveva mai pensato a nulla del genere, forse perché non si era mai allenato o non ci aveva mai ragionato sopra.
La guardò quindi sempre più sorpresa, sorridendo di fronte al suo entusiasmo e alla specificità della sua descrizione: era così tanto precisa che era impossibile pensare che stesse improvvisando, era palese che stesse parlando sul serio. Ci credeva davvero, e il suo entusiasmo era contagioso.
“Non ci ho mai provato ma sembra davvero affascinante! E sono d’accordo, il nostro abbraccio è diventato tenero… penso che tu sia una ragazza eccezionale e mi piacerebbe se…beh continuassimo ad essere amiche.” ammise con dolcezza, arrossendo leggermente per l’imbarazzo di aver detto qualcosa del genere. Non voleva fare supposizioni affrettate, supponeva che Aibileen tenesse a lei ma non voleva nemmeno obbligarla a fare niente.
La seconda volta l’aveva abbracciata senza nemmeno pensare, agendo spinta dal momento e dall’istinto, e aveva trovato quell’abbraccio rassicurante e spontaneo, piacevole. Inclinò la testa alle parole della ragazza, sorridendo appena.
“ E il verde menta cosa significa?” avrebbe quindi domandato, genuinamente curiosa di capirne sempre di più. La sorpresa nel viso dell’altra ragazza fu palese quando Mia le mostrò il regalo che le aveva fatto, e quella reazione le scaldò il cuore insieme a portarle una punta di dispiacere: semplicemente non se lo aspettava o credeva di non meritarlo? Si augurava la seconda.
L’avrebbe stretta più prontamente questa volta, con delicatezza ma più sicurezza perché ormai stava diventando una piacevole abitudine e il disagio sempre star scivolando pian piano via da lei. Le sorrise contenta e felice sentendo la sua risposta e inclinò leggermente la testa.
“Oh wow, Roma?!” avrebbe domandato quindi, cercando di capirne di più. In effetti provava tutto quell’affetto per lei ma non la conosceva ancora così tanto bene, voleva saperne di più di lei, della sua famiglia, della sua vita anche prima di Hidenstone. Mia avrebbe anche condiviso volentieri parte del suo passato, aveva superato parte dei suoi traumi ormai ma era più curiosa di conoscere la vita di Aibileen piuttosto che parlare della sua, probabilmente più noiosa e meno interessante.code made by gin. -
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.Mia Freeman
Prefetto AmetrinNon si sarebbe mai aspettata di tenere così tanto a qualcuno che conosceva da così poco tempo, ma ormai le sembrava evidente quanto fosse puro e già forte il suo legame con l’altra ametrina. Si sentiva sulla sua stessa lunghezza d’onda e quando la ragazza sembrò ricambiare i suoi stessi sentimenti Mia finì per illuminarsi, allargandosi in un sorriso sincero e solare che non mostrava poi così facilmente, soprattutto agli sconosciuti.
“E’ deciso allora!” rispose d’istinto, salvo poi darsi dell’idiota perché sapeva fin troppo bene che i sentimenti non si potevano decidere e non intendeva che ora avrebbero seguito quella strada perché lo avevano scelto. Insomma, era ovvio che le persone si “scegliessero” d’istinto, non dopo un accordo anche se comune, ma cercò di ricordarsi che Aibileen era ancora più sensibile di lei e che avrebbe capito quello che intendeva.
Si meravigliò ancora una volta della sua precisione nel descrivere i colori e annuii con ancora più convinzione questa volta.
“Non so come tu faccia ma hai indovinato ancora!” replicò con allegria, affascinata da una capacità che forse non avrebbe mai capito fino infondo ma che era certa potesse tornare molto utile. Mia credeva nell’importanza del lavoro di squadra, nel fatto che ognuno aggiungesse qualcosa ad un gruppo e che un team non sarebbe stato lo stesso senza ogni suo singolo membro, anche il più problematico. Applicava quella filosofia ad ogni campo della sua vita, di solito, e in ogni situazione pensava che l’unione facesse la forza: Aibileen con quella sua dote particolare avrebbe potuto aggiungere qualcosa di più che positivo alla loro Casata e anche alla vita di Mia, perché no. Lei si era un po’ persa tutta quell’emotività, si era sentita spesso esposta quando si era dimostrava più fragile e “debole”, e forse aveva un po’ paura dei sentimenti anche se stava provando a superarla. Sentire l’altra ragazza parlarne con tanta positività e leggerezza l’avrebbe sicuramente aiutata ad aprirsi un po’ di più su quel fronte.
Non credeva di poter fare l’altra ragazza così felice, e per quanto fosse spiazzata dal proprio regalo ancora una volta fu ancora più toccata dalla reazione dell’altra, da quello che stava provando chi aveva ricevuto il suo pensiero e come reagiva. Era felice di averci azzeccato, così come era felice che entrambe con quei regali avessero espresso la stessa sensazione: era di certo l’inizio di qualcosa, ora ne era sicura!
L’avrebbe ascoltata con un sorriso mentre parlava della sua famiglia e si entusiasmava nel raccontare come passavamo il Natale di solito: la bionda non aveva mai vissuto niente del genere, non con una famiglia canonica se non altro, e anche se Charles le era sempre bastato alle volte si era un po’ sentita quella “strana”, quella che non aveva un papà e una mamma come gli altri, per quanto ormai avesse interiorizzato certe cose e le avesse in parte superate.
“Ma è meraviglioso…sembrate davvero una famiglia legata e numerosa! Come mai avete scelto Roma?” domandò quindi incuriosita, salvo poi trattenere un attimo il respiro e irrigidirsi appena alla sua domanda: okay, forse non aveva ancora superato proprio tutto.
“In realtà siamo io e Charles, mio fratello maggiore… di solito facciamo una cena semplice, ci scambiano i regali, qualche volta facciamo un giro ma mai troppo lontano. Lavora per il Ministero e non facciamo vacanze lunghe in questo periodo.” spiegò comunque con dolcezza, come ogni volta che parlava di suo fratello.code made by gin. -
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Edited by Aibileen Beatrix - 24/1/2021, 22:47.