Provino Tatuatore runico

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    Il laboratorio di Morrigan non era mai stato così in ordine. L'intera stanza era stata spogliata delle attrezzature necessarie per lavorare materiali e forgiare artefatti. Sebbene ciò potesse rappresentare l'interesse del mago nel mettere da parte il crafting magico alla luce di altro, l'obiettivo era un altro: evitare distrazioni.
    Al centro del laboratorio si trovavano una sedia, un tavolo e un tomo. I primi due elementi di mobilio erano in umile legno ma il libro era stato disposto su della comoda stoffa e le sue pagine erano così gialle da sembrare dorate. "Se lo rovino, mia zia mi uccide. Poi mio padre mi riporta in vita e mi uccide di nuovo" Sebbene sulle minacce di quel druido di suo padre avesse sempre riso, Morrigan temeva sua zia quasi quanto temeva sua madre.
    "La mia famiglia si tramanda questo libro da generazione" Le rune non erano soltanto dei sigilli magici utilizzati per incantare oggetti o persone, bensì erano uno degli elementi cardine della cultura denrisiana. Attraverso questi simboli la terra che aveva dato i natali al docente era riuscita a prosperare divinando minacce e creando le barche più efficienti della storia.
    Morrigan prese posto sulla sedia. La temperatura della stanza era abbastanza alta da poter rimanere in maniche corte e per l'occasione il mago aveva deciso di indossare dei jeans e una maglietta nera. Al fianco portava il catalizzatore che, dopo qualche secondo, venne estratto per muovere le pagine del tomo.
    "Albero runico..." Il mago aveva avuto modo di studiare questa complessa espressione del runismo eppure non era ancora riuscito ad approfondirla. "Un albero runico parte da una runa di legame che dona stabilità all'intero incantesimo" Quelle parole risuonarono nella mente del magitecnico come un monito, risultando in un certo senso famigliari. Cresciuto da un padre druido, l'uomo aveva sempre riconosciuto l'importanza dell'equilibrio. Ora, Morrigan era abbastanza caotico e a lui l'equilibrio non piaceva un granché in vari ambiti del vivere quotidiano: dieta, politica e altre cose così. Al contrario, approfondendo i suoi studi nella magitecnica e nell'arte del crafting, il docente aveva appreso come l'equilibrio fosse alla base delle creazioni più efficienti "Lo stesso principio deve valere anche per le rune". La prima parola che andò ad estrarre dal suo studio fu proprio quella: equilibrio.
    "Dalle rune di legame, si diramano fili collegate alle rune di attivazione" Le rune di attivazione rappresentavano il fenomeno che dava vita alla incanto. Utilizzare Uruz, la runa della forza primitiva, come elemento d'attivazione prevedeva che l'incanto si sarebbe manifestato, ad esempio, solo in seguito a forti urti o cose simili. "Nel processo che trasforma il pensiero in atto, è necessario avere la consapevolezza di ciò che si andrà a creare. Bisogna sviscerare la runa e comprenderne la natura, altrimenti l'oggetto non potrà mai essere attivato" La seconda parola che avrebbe preso in considerazione era comprensione.
    "Ad ogni runa di attivazione, corrispondono delle rune di effetto. Queste descrivono la magia che il sigillo andrà ad evocare una volta attivato" Gran parte della letteratura al riguardo sosteneva che non esistessero classi magiche ma che tutto fosse collegato. I recenti studi di Morrigan lo avevano orientato a credere lo stesso. Nel momento in cui si va a lanciare un incanto è necessario mediare concentrazione, focalizzazione e lancio dando ad ognuna delle fasi il suo equilibrio. Nella trasfigurazione alchemica, la concentrazione è alla base del processo perché solo avendo una piena e pura comprensione dell'oggetto è possibile mutarlo. In poche parole, la consapevolezza e l'equilibrio erano alla base della fase finale: l'evocazione.
    Morrigan passò qualche ora a rigirarsi i pollici pensando a ciò che aveva appena compreso. Da qualche parte aveva letto una teoria interessante. "Si... quel libro sugli spezzaincantesimi..." Da quello che aveva compreso, la magia era presente in ogni frammento dell'universo. In alcuni luoghi, l'intensità della magia era più alta. "È quello che succede con i luoghi maledetti, aye" Le immagini delle tombe dei faraoni del film "La mummia" gli attraversarono la mente. "Un luogo diventa maledetto se all'evocazione non corrisponde l'equilibrio e la comprensione" Eppure, quando il mago incantava un oggetto non si concentrava mai sull'equilibrio o sulla intensità di magia presente nei sigilli magici.
    Il capo scivolò in basso e gli occhi puntarono la mano sinistra. Le dita si aprirono rivelando un palmo coperto da cicatrici, bruciature e calli (Non fate battute). Morrigan amava i tatuaggi e gran parte del suo corpo ne era piena. Ora come ora, i palmi erano uno dei pochi spazi liberi. "Potrei incantarmi con un Chorium runae ma ciò richiederebbe un continuo rilanciare l'incanto".
    No, Morrigan voleva andare avanti e l'unico modo che hanno gli scienziati per scoprire qualcosa di nuovo è tramite gli esperimenti. "Fehu, la prima runa del nostro alfabeto. Sarà un ottimo inizio..." Il catalizzatore danzò a mezz'aria e le pagine scivolarono in avanti. "Comprensione di Fehu, bestiame. È la runa dell'abbondanza, del successo e della ricchezza" Morrigan continuò a leggere. Per usare a pieno una runa, doveva comprenderla. " Guarda diritto davanti a te, audace nocchiero... Calmo e vasto è il mare, i venti propizi... la meta è nel cuore... la rotta è tracciata dal destino... La nave avanza sulla cresta delle onde... Successo ti attende al fine dell’impresa." Morrigan strizzò le palpebre concentrandosi sul significato di quelle parole. "Fehu potenzia gli incanti di trasfigurazione. Samuel saprebbe trovare molti più similitudini tra il processo che guida la trasfigurazione e questo poema..." Il capo ruotò "Però si parla di un viaggio" Morrigan socchiuse gli occhi immaginandosi una drakkar "Di una nave sorretta da venti favorevoli..." Da un punto - oggetto iniziale - si arrivava ad un altro - oggetto finale. "E la rotta è già tracciata da qualcuno di superiore. Potrebbero essere gli dei" O nel caso dell'alchimia le leggi della chimica e della fisica. Compresa la natura della runa e il suo collegamento alla trasfigurazione, sarebbe potuto passare ad altro.
    La bacchetta venne puntata verso il palmo della mano sinistra. "Equilibrio" Morrigan lesse qualche altra pagina per ricercare il significato dell'equilibrio all'interno di quel processo. "Solo i più resistenti possono creare le rune d'incanto migliori? Pfh" Il docente scoppiò a ridere. "È necessario trasferire parte della propria magia all'interno del marchio..." Le palpebre si assottigliarono ancora una volta.
    "Forse devono evocare i miei ricordi sulla trasfigurazione mentre uso la bacchetta per trasferire il mio potenziale magico nel simbolo... aumentando l'intensità di magia presente al suo interno. Niente di più facile..." O forse no?
    «Chorium runae» Morrigan svuotò la mente concentrandosi sulla figura della runa. Quando la bacchetta toccò la mano sentì i polmoni bruciare. Le ossa divennero roventi. La mano iniziò a fumare. Il docente non riuscì a mantenere il contatto per più di qualche secondo.
    «Equilibrio... si...» Il docente spalancò la bocca per prendere fiato. Un rivolo di sudore gli scivolò lungo la fronte. «Se voglio aumentare l'intensità magica del marchio, devo dargli la MIA magia... almeno momentaneamente» Questa volta il mago finì per ripetere le parole a voce alta.
    Il dolore che aveva provato era incredibile. Se lo avesse dovuto descrivere a parole, lo avrebbe paragonato ad un centinaio di chiodi roventi conficcati tra occhi, muscoli e culo. Niente di piacevole (Almeno per i suoi gusti). «Su, devo farlo» Le palpebre si chiusero ancora una volta e il mago finì per rivivere gli eventi più traumatici della sua vita: l'ardemonio che aveva sterminato i suoi compagni, la non morte di Salvatore... se solo fosse stato più forte avrebbe potuto evitare tutto ciò.
    Da grifo, Morrigan aveva una bassa consapevolezza di ciò che lo circondava. Non era mai stato il migliore della classe ma spesso era tra i più determinati.
    «Andiamo... Chorium Runae» Un segmento venne tracciato sul palmo della mano, in superficie. La mente di Morrigan lo catapultò in America, il paese in cui aveva conosciuto le nuove frontiere della magitecnica: il posto in cui aveva forgiato il suo anello di ferro. Ma il dolore non esitava a diminuire «Su...» Un secondo segmento, questa volta diagonale, andò a congiungersi con il precedente. Questa volta il mago percepì l'umidità nell'aria e il canto dei Gaunt. La drakkar su cui si trovava era stata colpita dall'ardemonio di Ludwig e lui era riuscito a salvarsi trasfigurando l'ossigeno intorno a sé in anidride carbonica. «Ci sei quasi...» Infine, i ricordi della laurea di Aaron presero ad infestare la sua mente. Depressione per il muro che non era riuscito a proteggere Daniele, felicità per il Deleo che aveva distrutto il nucleo del golem. Un ultimo segmento venne tracciato e la runa venne tatuata. Non restava altro che cogliere i frutti del suo esperimento.

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato

    Riassunto
    In questo provino per la skill Tatuatore Runico, Morrigan cerca di tatuarsi la runa Fehu per potenziare i suoi incanti trasfigurativi.

    Coraggio: 20
    Empatia: 34
    Intelligenza: 32
    Resistenza: 38
    Tecnica: 40
    Intuito: 31
    Destrezza: 21
    Carisma: 20

    Alchimia Fondamentale(Alc I)
    Mago Runico(Rune I)

    Be the chaos you want to see in the world.
    ©
    Scheme role by Amphetamines'
    Vietata la copia anche parziale.


    EDIT: Mi ero dimenticato i parametri

    Edited by Morrigan Maverick - 4/12/2020, 22:39
     
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    Provino superato!
    La skill verrà aggiunta quanto prima alla tua scheda statistiche.

    verrà anche aggiunto il primo tatuaggio:
    Fehu: +4 agli incanti trasfigurativi. Vale per un'azione, non consuma azioni, ma consuma 4pv.

    ovviamente puoi aprire un nuovo provino quando meglio credi: non ci sono tempi minimi data l'attesa ;)

    morrigan: skiill+tatuaggio+2exp
    snaso: +3sxp da assegnarsi a markab
     
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1 replies since 2/12/2020, 22:58   63 views
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