La resa dei conti!

Blake&Morrigan

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    Blake Barnes
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    Eh si, alla fine aveva veramente riflettuto. Gli avevano chiesto talente tante volte cosa voleva fare da grande che alla fine aveva ceduto, si era messo l'anima in pace ed aveva veramente riflettuto. Ma esattamente che cosa stava facendo?Lui sapeva benissimo che con un carattere come il suo non sarebbe mai riuscito a fare l'auror. Davvero doveva stare ai comandi di qualcuno? E se quello che gli comandavano non gli piaceva e non gli stava bene? No, Blake non avrebbe eseguito comunque gli ordini e si sarebbe trovato fuori da tutto quello anche solo dopo tre ore al ministero. Il ministero era escluso a priori, non sarebe rimasto dietro ad una scrivania a fare rapporti o compilare verbali, certo se fosse divenuto subito primo ministro poteva comandare, ma comunque c'era troppa burocrazia e sopratutto troppi obblighi e diplomazia da rispettare, ed ancora il predone. Fino a quel momento era l'unica cosa che lo stimolava ma poi, il solo pensiero di rimanere su quell'isola con quei cazzo di dendisriani, beh, lo facevano rabbrividire dal dolore e sopratutto dall'orrore. Insomma aveva scelto quello che più pensava fosse attinente a se senza dare minimamente ascolto alla persona, che ancora una volta, si era dimostrato colui che lo conosceva meglio. Aaron Barnes. Gli aveva detto più di una volta di scegliere un altro percorso, ossia quello di Magisprudenza e Commercio, sia perchè avevano un'azienda di famiglia da portare avanti, e con il suo carattere era molto più portato del magiore a farlo, sia perchè avrebbe potuto coltivare la sua più grande passione, ossia la musica. Lui voleva essere famoso e un leader? Una persona che influenzava le altre e che era sempre visto con un grandissimo privileggio da tutti? Benissimo allora doveva diventare o un influenzer ( giustamente nel 2020 era la cosa che effettivamente si avvicinava più alle inclinazioni del ragazzo) oppure un cantante. Scriveva musica, delle bella musica, da quando era piccolo perchè non poterlo fare davanti a tante persone e non fare il padrone di se stesso? Lui sarebbe stato il suo stesso leader, il suo ego non era stretto dietro ad una scrivani e... e niente non aveva passato l'esame di magitecnica e quindi doveva rimediare. Aveva chiesto ad Aaron di parlare lui con il professore ma Aaron si era rifiutato in maniera categorica dicendogli che se voleva veramente impegnarsi in qualcosa doveva fare la persona adulta e andare a parlare lui con il suo professore e magari dimostrargli quanto valeva. Ecco. Allora, Blake in un minuto di calpa, a metà novembre decise di aspettare il professore di magitecnica nella aula dopo una lezione che - se Morrigan lo avesse permesso - avrebbe seguito dall'ultimo banco rimanendo completamente in silenzio. Una volta che tutti quanti furono fuori, Blake si alzò ed andò verso l'uomo. Non sono un alunno modello e credo che non lo sarò mai. Mi ha bocciato ai Mago perchè ho fatto schifo. Ma le posso assicurare che se mi mette di nuovo alla prova la sorprenderò. Non era mai stato un alunno che aspettava e non era neanche uno di quelli che arrivavano in punta di piedi. Barnes si era sempre fatto notare per il suo carattere e la sua personalità. Non era il ragazzo più bello della scuola, non era uno che si faceva notare per i voti, non sapeva volare. Ma Blake aveva una personalità forte, era coraggioso e sapeva ottenere quello che voleva. Era quello che lo rendevano così popolare, affascinante e sopratutto una persona pericolosa. Era uno che appariva sempre come chi non ha niente da perdere e si sa che chi non ha niente da perdere è una persona pericolosa. Attese la risposta del prof.
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    Gli studenti si erano raccolti attorno a Morrigan proprio come le pecore fanno con il loro pastore. L'uomo ricambiò sorrisi, sparse suggerimenti e regalò diverse pacche sulla spalla. Poi, ad uno ad uno, tutti loro uscirono dall'enorme aula di Magitecnica. Tutti, tranne uno.
    Il magitecnico usò i pollici come perno per togliersi i guanti in lattice per poi riporli nel grembiule in cuoio battuto ormai massacrato da macchie di inchiostro e altri liquidi densi e scuri. Blake, avvicinandosi a Morrigan, avrebbe potuto persino percepirne l'odore: petrolio, peperoncino e lime. Una combinazione particolare che l'opale avrebbe avuto modo di conoscere se avesse preso parte ad altre lezioni.
    «Ciao» Le labbra dell'ex auror si sollevarono verso l'alto. Quando Blake gli aveva proposto di seguire quella lezione in fondo all'aula Morrigan non si era fatto troppe domande. Da regolamento soltanto coloro che erano iscritti al suo corso avrebbero potuto presenziare in classe, ma il mago non aveva mai creduto nelle regole: catene che impediscono il volo, ecco cosa sono. Questo era il suo pensiero e, a quanto pare, era anche il pensiero dell'opale.
    Il docente si era appoggiato alla cattedra in legno di betulla da cui aveva tenuto lezione. Le braccia gli erano scivolate lungo i fianchi e le spalle erano rimaste morbide e rilassate. Gli occhi erano puntati su quelli del ragazzo. Negli anni passati come ex auror, Morrigan aveva sviluppato un settimo senso per comprendere le persone. "Determinato, sicuro di sé e più astuto di quello che da a sembrare" Blake si presentava come il classico quaterback carismatico che, però, aveva anche un cervello.
    «Molto bene. Vuoi qualcosa da bere?» Il magitecnico si era limitato ad alzare il pollice in segno di approvazione alle parole del ragazzo. Poi, prima ancora della risposta, le mani salirono verso l'alto compiendo una serie di applausi. A quei suoni robusti e gonfi delle serie di sfere bianche, poco più grandi di palle da basket e levigate come statue di vetro, si avvicinarono ai due cominciando ad orbitargli attorno.
    «Comunque dammi del tu» Il magitecnico si grattò la nuca: le formalità non le aveva mai amate. «Ho due domande per te. Primo, perché hai scelto di cambiare?» Parole vaghe che però avevano un obiettivo ben preciso nella mente del magitecnico. «Secondo, cosa rende un artigiano migliore di un altro?»

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    Blake Barnes
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    Non aveva mai pensato al professor Morrigan come un grande professore e non aveva neanche mai assistito alle sue lezioni. In realtà non ci aveva mai fatto davvero troppo caso e la cosa assurda era che gli era successa la stessa cosa con Andrè e con lui era successa la cosa inversa, si era ricreduto ed era arrivato ad essere un professore molto importante per lui e la sua crescita. Aveva assistito alla sua lezione sentendo più il modo di parlare, di pensare e di muoversi del docente che la lezione in se. Gli avevano insegnato che doveva essere più riflessivo e ci stava provando seriamente. Una volta finita le lezione arrivò subito al sodo perchè era così il suo modo di fare e quando il suo professore gli disse se voleva qualcosa da bere, lui sorrise e poi annuì. Lei che beve in genere dopo una lezione di marmocchie che non avranno capito la metà delle cose che ha detto? Il punto era esattamente quello. Blake non si riteneva come gli altri ed era una di quelle persone che, seppur sapendo benissimo quali fossero i loro limiti, si sentiva sempre diverso dagli altri. Ecco si! Lui si sentiva diverso dagli altri ma non superiore anche se delle volte poteva sembrarlo. Sorrise ancora sedendosi sul banco appena di fronte al docente e poi ascoltò le sue domande. Ho scelto di cambiare perchè mi sono reso conto che non mi serve qualcuno che mi insegni a combattere. Poi pensò anche a Phil quindi decise di sospirare e riprendere il discorso. O meglio. Mi serve che qualcuno mi insegni ma non nel modo che fanno gli auror o i predoni. Non mi piacciono le regole degli altri ed è una vita che sono in punizione proprio perchè non le seguo. Non voglio cambiare il mio modo di essere, ma voglio solamente migliorarlo. Magisprudenza potrebbe essere la cosa giusta per me. Non voglio che qualcuno mi dica cosa fare, voglio qualcuno che mi insegni a seguire le mie ambizioni.Non era mai stato uno che ci andava poco pesante con le parole, anzi, era uno che non faceva altro che spronarsi da solo ed era anche uno che cadeva spesso e spesso faceva delle boiate assurde, ma Blake era unico per quello. Fece una pausa di riflessione e poi ascoltò la domanda, la seconda domanda del docente. La sua tecnica immagino. Ma credo che la tecnica senza un filo di logica e furbizia non servi a niente. Lei crede che esistano artigiani migliori di altri perchè c'è qualcosa che li accomuna, oppure sono migliori degli altri perchè sono unici? Chiese curioso. Era li anche per Morrigan e per conoscerlo. Non aveva avuto modo di fare conoscenza con il docente ed era seriamente curioso.
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    Morrigan sapeva che sarebbe stato un modello per qualcuno (In un lontano futuro) ma lui non vi avrebbe saputo spiegare il perché. La conoscenza di Black, l'umanità di Olwen e la forza di Ensor: Maverick non aveva nulla di ciò. In poche parole, per il giovane Blake sarebbe tornato meglio avere come mentore Andrè e non lui.
    Mancanza di doti a parte, nel corso della sua vita l'ex auror aveva preso sotto la propria ala diverse persone. Qualcuno di loro era diventato un auror, altri spacciatori, ma tutti erano migliorati in almeno un qualcosa.
    «Dipende. Mi piace variare» Nelle lezioni che seguivano i pasti della cola o della pepsi erano tra le scelte più papabili. Se, al contrario, la lezione si era conclusa sul limitar della giornata era molto meglio optare per dei super alcolici come il rum o la sambuca.
    Le mani cozzarono l'una contro l'altra in un sonoro applauso e una delle sfere bianche che orbitava a mezz'aria perse quota. L'oggetto si frappose tra i due. Il docente alzò il braccio per poi schioccare le dita.
    La sfera si aprì rivelando uno spazio espanso in cui erano disposti bicchieri di vetro, succhi di frutta, alcolici e bevande varie. «Non fare complimenti» Il braccio sprofondò nello spazio espando tornando in superficie con una bottiglia di whiskey scozzese. Lo stesso gesto venne compiuto con la mano sinistra e ad essere estratto fu un bicchiere di vetro dalla superficie levigata. L'alcolico venne versato nel contenitore ma Morrigan attese la risposta di Blaker prima di berlo.
    «Ottima prospettiva, ma non la condivido» Le sopracciglia si inclinarono verso l'alto «Auror o predone. Nella mia vita ho fatto entrambi. Ma in entrambi i casi le uniche regole che ho seguito sono state quelle che mi sono imposto» Il suo tono era genuino. Chiunque avrebbe compreso che Morrigan stesse dicendo la verità: bastava conoscerlo, anche minimamente «Quando porti a casa il risultato, nessuno ha il coraggio di obiettare» Il docente si chiuse tra le spalle «Però penso che il cambio di facoltà sia un'ottima scelta. Ti ho visto nella foresta e sai combattere meglio di alcuni auror già formati. Al contrario, magisprudenza ti potrà insegnare cose che magari ora ti sfuggono» Anche quella era una verità. Morrigan non aveva alcun motivo per sostenerla. Uno studente in più era un compito in più da correggere ma, come aveva affibbiato documenti e burocrazia ad altri colleghi durante la sua vita da auror, la rivisitazione dei compiti sarebbe stata rifilata ad un automa o a qualche tirocinante sfortunato.
    L'ultima delle risposte di Blake fu la più interessante. «Sai, i miei colleghi sono soliti valutare i compiti analizzando quanto un elaborato abbia coperto diversi campi: emozioni espresse, qualità della descrizione o conoscenza della materia» Il bicchiere venne portato alle labbra «A me interessa la qualità delle argomentazioni. Il cervello umano è un computer e come i computer anche questo segue una certa logica. Alla domanda che ti ho fatto si poteva rispondere in un centinaio di modi diversi.» Il docente lasciò che l'alcolico gli raschiasse la gola per poi riprendere a parlare «La tua risposta mi ha dimostrato che sei un tipo analitico, ad esempio. Ma questo l'avevo capito dalla scelta degli incanti nella foresta» Il mago sollevò le spalle «Io, invece, avrei detto la gentilezza. Probabilmente avrai cento ragazze che ti fanno la corte. Forse, sei anche fidanzato stabilmente. Hai mai notato come il cibo che finisci per preparare per la persona che ami sia migliore di quello che prepari per te stesso? Lo stesso vale per la creazione degli oggetti».
    Espressa la sua strampalata teoria, Morrigan socchiuse le palpebre per analizzare la reazione del ragazzo. «Parlerò con chi di dovere per farti fare un test di recupero. Dovrai studiare molto perché da te pretendo tanto» Sorrise «Ma sono disposto a prenderti sotto la mia ala se tu sei disposto a spiccare il volo» Un sorriso si formò sul volto del docente, quasi come se la sua ultima frase fosse stata un consiglio per qualcosa.

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    Era sicuramente un uomo molto singolare e la cosa assurdaera che Blake adorava le persone fuori dagli schemi al di sopra delle righe, perchè lui si sentiva esattamente in quel modo. Il fatto era che Blake non amava essere considerato una persona come tutte le altre ed era anche vero che si impegnava seriamente per non esserlo. Era una persona fin troppo assurda e forse anche troppo prepotente, era una persona che si distingueva per il suo carattere e per l'estremo caos che aveva in testa e che manifestava quotidianamente senza mai vergognarsene e senza mai nascondersi dietro un "sono fatto così". I danni che aveva sempre fatto in giro li aveva sempre riconosciuti ed, in un certo senso, anche rivendicati. Era fatto in quella maniera e gli piaceva e più cercavano di cambiarlo e più lui si impegnava per essere esattamente com'era. Sorrise al professore, si mise seduto di fronte a lui e si servì. Sicuramente la sua prima scelta era la sambuca e con il fatto che non potevano bere alcolici, vederla li era qualcosa di troppo succulento per lasciarsi sfuggire quell'occasione. Veramente doveva rinunciare a quel liquido trasparente per un succo di frutta? No, affatto. Il professore aveva detto che non doveva fare complimenti e lui le persone le prendeva in parola. Quindi alla fine sorrise e se ne versò il fondo del bicchiere senza nessun tipo di esitazione.Ascoltò quello che disse e poi sorseggiando un goccio di Sambuca - ovviamente se Morrigan glielo avesse permesso - rispose con un ghigno. Ed infatti adesso sta facendo l'insegnante. Non è più un predone e non è neanche un auror. Si strinse nelle spalle come per fargli capire che era proprio di quello che stava parlando. Le regole, le strategie, il team... non era per lui. A lui piaceva fare le cose da solo, a lui piaceva essere libero di sbagliare e farsi male senza avere nessuno sulla coscienza. Blake ancora non era pronto per delle responsabilità vere e proprie, lui, in quel momento, voleva solamente essere libero di fare il cazzo che voleva. Ma questo lo tenne per se, almeno per il momento. Si guardò intorno, l'ultima volta che era stato in quella stanza, la precedente insegnante di magitecnica ci aveva provato con lui, sogghignò al pensiro. Quando la voce di Morrigan tornò a risuonare nella stanza Blake tornò a guardarlo e posare il bicchiere sul tavolino, si mise comodo sulla sedia, ma sempre composto e scosse appena il capo facendo un piccolo sorriso amaro. Beh, diciamo che ad Hidenstone i risultati non contanto se non raggiunti con dei modi... ortodossi. Sono stato due anni in punizione per non aver rispettato i modi giusti! Diciamo pure che gli obiettivi che si era prefissato erano suoi personali ed erano anche pericolosi per il 90% della popolazione della scuola, ma per Blake non era così, quindi il suo torno era determinato, deciso e ci credeva davvero, ma d'altronde come sempre, in quello che diceva. Grazie professore, lo apprezzo veramente tanto. Combattere è sempre stata la mia passione. Pratico la Boxe da quando avevo appena 8 anni e sono sempre stato uno dei migliori, conto di potermi allenare con un densiriano che ha dimistichezza con le armi oltre ad essere un grandissimo maleducato.Certo era che Blake non era molto un'anima affine con quella dei densiriani e diciamo che le antipatie erano reciproche, ma aveva trovato in Phil un degno avversario che lo trattava da adulto, esattamente come lui voleva essere trattato. E poi arrivò la risposta alla sua stessa risposta. Ascoltò in silenzio cercando di cogliere il punto di quella conversazione, riprese il bicchiere di vetro in mano e ne bevve il contentuo, assaporando quel sapore di anice che da prima era dolce e poi aveva un retrogusto.. si bagno le labbra con la lingua giusto per enfatizzare il gusto e si beatò di tutti quei complimenti che venivano fatti da un professore, che comunque, non conosceva per niente. Professore io sono nato per vincere. Era ovvio che voleva essere preso sotto la sua ala ed era altrettanto ovvio che non era un ragazzo che deludeva. Poteva avere dei modi arroganti, scontrosi ed anche molto, molto bellici, ma Blake era una persona che si dimostrava sempre all'altezza del compito che gli veniva dato. In merito alla gentilezza, io credo che non sia una dote che possa portare qualcuno ad essere il migliore, il leader. Certo, il bastone e la carota, un pò come la preside fa con me, ma non è mai gentile. Aveva commentato in quel modo perchè Blake era tutto tranne che una persona gentile. Forse, delle volte avrebbe dovuto esserlo davvero, ma non era stupido, avrebbe preso il consiglio del professore Maverick e ne avrebbe fatto oro. Poi sorrise soddisfatto. Non sono il tipo che fa rimanere le persone deluse, forse sorpreso sicuramente, ma mai deluso. Non sarò mai il migliore della classe e non sarò uno studente modello, ma le posso assicurare che sarò l'alunno che le darà più soddisfazione! Era sincero con se stesso e con il suo professore. Era risaputo che Blake non era una persona che amava studiare o stare sui libri, era più per la pratica, ma comunque il suo dovere lo faceva. Sempre.
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    Il leone è il re della giungla perché ha il carisma e le capacità per esserlo. Non si tratta di un animale in grado di difendersi da solo, ma di una creatura che inserita in un branco risulta imbattibile. Ecco, se Morrigan avesse dovuto affibbiare un animagus a Blake, avrebbe scelto indubbiamente il leone.
    Ma gli orsi sono un discorso a parte. «Non c'è un nesso di causa tra la mia sete di libertà e l'aver scelto la carriera da insegnante» Il mento curvò verso l'alto e nel soffitto parve cogliere immagini di un passato ormai lontano - dimenticandosi accidentalmente di cosa Blake stesse bevendo -.
    «Per quanto concerne i metodi, boh, mentirei se ti dicessi che tu o chiunque gli abbia ignorati abbia ragione a prescindere» Il braccio si distese portando il bicchiere sul tavolo. Poi, gli occhi di Morrigan tornarono su Blake «Hidenstone ne ha passate tante ma tu sei qui. Vivo e vegeto. Non hai bisogno di qualcuno che ti dica che non hai raggiunto un determinato risultato perché se siamo qui a parlarne vuol dire che quel risultato l'hai raggiunto». Quelle parole vennero pronunciate con leggerezza. Era la sua filosofia, ed era ciò che cercava di insegnare ai suoi studenti. «I vecchi si scordano spesso di come seguendo la stessa strada, o lo stesso metodo, non si possa scoprire nulla di nuovo» L'indice si staccò dal pugno per poi andare a indicare l'intera stanza «Se avessimo seguito sempre gli stessi metodi, a quest'ora ci staremmo ancora pulendo il culo con le foglie, tsk» Riferimenti a denrisiani e personaggi con un allineamento legale puramente casuali.
    E, a proposito di denrisiani, Blake tirò fuori un argomento estremamente interessante. La madre patria di Morrigan aveva partorito i migliori combattenti della storia (O almeno questo era quello che si raccontavano da generazioni). Lui stesso, in gioventù, aveva amato l'arte dei duelli. Tutt'ora era solito prendere in mano una spada o una sciabola, se possibilmente di sua produzione, per esercitarsi nella scherma. «Si, ce ne è di gente in gamba a Denrise. Conosci Jonathan Baker? Non vedo qualcuno forte come lui da secoli» Sospirò «Ma ce ne sono anche altri in gamba» L'unica cosa che gli impedì di fare un elenco fu il ricordo di Brusie. Morrigan non aveva digerito minimamente la sua morte.
    Fortunatamente, le parole di Blake lo riportarono con i piedi per terra. Le braccia di Morrigan finirono per intrecciarsi in attesa che il ragazzo prodigio potesse finire di esprimersi e, quando lo fece, tornò a parlare a sua volta. «La verità è un'altra. Non si tratta di diventare un leader perfetto ma di avere un motivo per cui farlo» La testa dondolò qualche secondo «Lascia ogni posto meglio di come l'hai trovato. Ricordati queste parole. Se riuscirai a farlo, beh, avrai un motivo per diventare un leader. In caso contrario, non vale la pena sbattersi» Morrigan credeva alle parole di Blake e, proprio per questo, era intenzionato a farlo evolvere da ferro grezzo a spada «Qualche secondo fa mi hai fatto notare come io sia un insegnante e non più un auror. La verità è che non basta sconfiggere i criminali per raccontarci di aver lasciato il mondo meglio di come l'abbiamo trovato. Al contrario, dobbiamo prendere coloro che un giorno potranno diventare i futuri Voldemort o i futuri Grindelwald e fargli capire che possono fare molto di meglio. Trovare il fuoco, impedire che diventi un incendio e, se possibile, trasformarlo in un focolare attorno cui riunirsi.»

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    Non avrebbe neanche mai pensato al fatto che una materia del genere potesse servirgli nella vita. Non era neanche sicuro che in realtà fosse così, ma quell'uomo aveva fascino e Blake era affascinato dal potere e dalle parole di persone che sapevano esattamente cosa dicevano. Morrigan gli sembrava uno di queste. Era importante capire che Blake ascoltava solamente le persone per cui, secondo lui, valeva la pena di spendere del tempo ed in genere queste persone erano sempre coloro che potevano veramente insegnargli qualcosa. Era una persona sempre stata molto molto avida di sapere, voleva essere al centro di tutto e se non veniva davvero domato, Blake era il candidato perfetto per essere il nuovo Voldemort. Una persona non compresa e con delle idee pericolose poteva diventare tranquillamente una persona altrettanto pericolosa. Era solamente questione di tempo. Sorrise al professore cercando di afferrare il punto della questione. Ha delle idee molto bizzarre sui metodi e la cosa mi affascina molto. Il suo senso di libertà, sinceramente, è altrettanto particolare, ma penso di poterla capire: credo che chi mini la libertà di una persona sia davvero un essere ignobile. Credo anche che lei sia un insegnante, un auror ed anche un predone fuori dagli schemi!Non era affatto una sviolinata, il suo tono non era quello di chi stava facendo dei complimenti ma di una persona che stava dicendo solamente quello che pensava realmente. Adesso dire "fuori dagli schemi", poteva essere tanto una cosa bella quanto una cosa brutta, questo Blake non lo aveva detto in quanto non lo conosceva abbastanza. Sogghignò a quello che gli disse il docent e poi scosse il capo. No, non lo conosco, ma l'ho sentito nominare. é il proprietario del canto della sirena, giusto? Beh, chi ha un circolo di alcoo e prostitute in un isola dove tutti sono parenti di tutti, direi che si, è una persona forte! Ecco, appunto, era un ragazzo che sicuramente diceva quello che pensava e come lo pensava. Cosa importava del perchè sapesse delle protistute? Ovviamente ancora non aveva usufruito, ma Aaron conosceva Becca e Becca lavorava li quindi... alzò appena le spalle come pre scrollarsi qualcosa di dosso. Le ultime parole del docente lo fecero riflettere. E se l'incendio fossi io? Ecco, da conversazioni assolutamente innocue, Blake faceva uscire sempre qualcosa di molto profondo. Forse era quello che i professori non riuscivano a spiegare o semplicemente cercavano di tirare fuori. Fatto si era che Blake era così, sempre un bipolare con il dramma e quella cosa nessuno sarebbe riuscita a cambiarla!
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    «Sono un denrisiano e in quanto tale sono un uomo semplice, e così lo sono i miei ragionamenti. Le navi migliori sono quelle che costano di più. Ormeggiate in un porto sono al sicuro, ma non hanno motivo di esistere» La mano si sollevò a mezz'aria e le dita si spalancarono come i petali di un fiore «È vero, delle volte è sbagliato e rischiare e lo facciamo perché siamo ancora troppo giovani per capirlo» Si, nella sua testa Morrigan era ancora un diciottenne «Però senza nuove esperienze non si può crescere minimamente. È per questo che bisogna fare cose fuori dagli schemi» Parlare con Blake sembrò rilassarlo. Le sue spalle si fecero morbide e le mani si cullarono sul tavolo.
    «Probabilmente dovrei farvi combattere con dei costrutti» Rifletté lui, lasciando al ragazzo l'onere e l'onore di scindere tra menzogna e realtà.
    «Giusto» Il docente tornò a sorridere. Il ragionamento dell'opale lo aveva divertito. A dirla tutta, Morrigan non sapeva se questa fosse la realtà o meno. Lui il pesce se lo pescava, non andava a comprarlo già pescato. Aveva adottato la stessa filosofia in diversi ambiti e, proprio per questo, quando poteva finiva per prodursi lui stesso armi e protezioni. «Comunque è proprio forte fisicamente. Tipo ti da un pugno e non ti risvegli. Comunque non sottovalutare neanche la professoressa Airwen, anche lei sa il fatto suo». Il tono della sua voce era genuino. Morrigan aveva visto cosa la druida fosse capace di fare e sentiva che ciò non valesse anche per i suoi studenti. D'altronde, basta vedere qualcuno seduto al di là di una cattedra per farsi un'idea completamente sbagliata - sia nel bene che nel male -.
    Quando il discorso si spostò su temi più scottanti, il volto di Morrigan tornò serio. «Un incendio o un focolare sono esattamente la stessa identica cosa» Rispose «La differenza è il pericolo che li caratterizza».
    La mano scivolò sulla bacchetta. Morrigan sussurrò una formula sollevando la bacchetta. Una rapida serie di affondi e l'aria si increspò. Riccioli di fuoco avvolsero il catalizzatore scivolando verso l'alto. In una questione di secondi una palla di fuoco delle dimensioni di un pallone si formò a mezz'aria. «Gli altri possono gettare legna nel fuoco e alimentarlo» La sfera aumentò di dimensioni e Blake né avrebbe potuto percepire il calore. «Ma quella del fuoco è una metafora. Noi siamo esseri più complessi. Sei libero di essere un incendio, ma non puoi accusare qualcun'altro di averti reso tale» Serpi di fiamme cominciarono a vorticare a mezz'aria ora che la fiamma era diventata grossa come macigno immerso nella lava «...ma non potrai prendertela se qualcuno ti spengerà».
    Le sfere di vetro persero di quota iniziando a orbitare verso il fuoco. Dalla superficie levigata spuntò un tubo di ferro da cui vennero vomitate nuvole d'acqua.
    Le fiamme persero di volume, fino ad estinguersi. «Puoi essere l'incendio» Morrigan tornò a fissare Blake «Ma puoi anche scegliere di non esserlo.»

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    Blake Barnes
    Black Opal | 18 anni
    Sapeva il fatto suo. Sapeva cosa stava dicendo ed i suoi ragionamenti erano davvero lineari. Questa cosa piaceva a Blake. Blake che aveva sempre dei ragionamenti lineari in testa e forse era anche una persona troppo prevedibile per gli altri, ma la sua prevedibilità richiedeva pensare esattamente come lui, e questo lo rendeva la persona più pericolosa ed imprevedibile, forse, di tutta la scuola. Lui era un densiriano che aveva deciso di andare via da quell'isola e crescere. Gli piacevano le persone che non si fermavano ad osservare qualcosa solamente da una prospettiva, ma che invece la cambiavano periodicamente, come se fosse la cosa più giusta da fare per avere una visione completa di una situazione. Teoricamente anche Blake era portato a farlo, ma non sempre ci riusciva. In fondo era una persona giovane, era molto impulsivo e spesso e volentieri non ascoltava nessuno prendendosi le sue vittorie e le sue sconfitte da solo, senza mai tirarsi indietro. Era un pò come un terrorista che quando faceva qualcosa di sbagliato andava a rivendicare le sue cazzate e ne era anche un pò troppo fiero. Ecco si, Blake era un piccolo terrorista che stava crescendo. Sorrise al professore incamerando tutte quelle informazioi che in quel momento gli sembravano di vitale importanza. Renderebbe la metà di noi invalidi! Rispose poi alla sua affermazione di farli combattere contro qualcosa del genere. Ovviamente lui era nell'altra metà, gli unici che credeva essere davvero alla sua altezza erano Erik e Jesse e lo pensava per ovvi motivi: sia perchè erano i suoi migliori amici sia perchè erano maschi.Ecco si, Blake non credeva nelle pari opportunità seppur era una persona che cercava di rispettare tutti quanti allo stesso modo, ma credeva anche che le femmine avevano un ruolo nel mondo ben preciso e che non era necessario davvero cambiarlo! Poi il discorso virò verso Jonathan e verso la loro professoressa di pozioni. Sogghignò. Mi piacerebbe conoscerlo allora. Anche io so dare buoni pugni! Il fatto era proprio questo, a lui le sfide piacevano a prescindere sia se le avrebbe perse rovinosamente, come sarebbe stato sicuramente con Baker sia se poteva vincerle, anche se non amava vincere facile. Ma per la sua professoressa aveva qualcosa da dire. Non lo so! Sinceramente non prendo sul serio nessuna ragazza che si prende delle sbandate a prima vista per mio fratello! Sia perchè la maggior parte di loro è così superficiale da non capire quanto Aaron sia... feceuna pausa di riflessione. Era importante capire quanto Blake ammirasse e stimasse suo fratello.Brillante, sia perchè l'amore è una cosa così stupida o comunque complessa che innamorarsi a prima vista è impossibile! Si, ecco. Della sua professoressa di pozioni pensava esattamente quello, ma un pò come anche per Eilidh e tutte le donne che si erano accostate a Barnes Senior! Ma non era questo il punto. Quando il professore cominciò a far flutturare quelle sfere, Blake cominciò a sentire il calore del fuoco. Sorrise appena sentendosi seriamente a suo agio in mezzo alle fiamme e si concentrò per sentire le parole del professore. Quando disse che poteva anche non essere lìincendio ed aveva scelta, sogghignò appena. No, non era d'accordo. Vide delle sfere abbassarsi sul fuoco e questo venire spento in due secondi. Riflettè a quello che doveva dire, ma poi neanche tanto. Nessuno può cambiare la propria natura. Non mi lamento se qualcuno mi spegne, ma imparo dai miei errori e divento più forte. Non posso decidere sempre tutto di me. Sono le esperienze che formano il nostro carattere e le mie hanno formato un piccolo focolare sempre acceso. Le fiamme vanno sempre via, il problema, di ogni incendio, è che se la brace nel sottobosco non si spegne, questo riprenderà sempre vita. Ma non sempre si possono spegnere quelle braci. Era pur sempre una metafora, ma il problema di Blake era alla radice, lo si poteva sicuramente domare, lo si poteva migliorare ma sarebbe stato sempre una persona tendente all'impulsivo ed alla violenza. Era la sua natura. Le dirò la stessa cosa che ho detto a tutti gli altri docenti. Io non voglio cambiare la mia natura. Mi amo e mi accetto per quello che sono specialmente per i miei limiti ed i miei difetti che mi rendono unico. Voglio migliorarmi e diventare quello che sono nato per essere. Era sicuro quando lo diceva e sopratutto era convinto di quello che diceva e sopratutto delle sue possibilità. Le iridi chiare di Blake erano puntate in quelle scure del docente.
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    Un ghigno danzò sul volto del denrisiano nell'udire le parole del ragazzo. Superati i trenta, Morrigan aveva compreso come nessun incanto o pozione avrebbe potuto mettere un freno al tempo e ciò lo aveva portato a convincersi che la sua filosofia di vita fosse quella giusta. Cogli la rosa finché è il momento, e con questa metafora aveva colto da un angolo all'altro del globo rose di tutti i colori, dagli occhi a mandorla a quelli di ghiaccio. L'esitazione era un peso che non poteva permettersi.
    «Mi piace il fatto che tu sia così diretto» Commentò. «Ma per quanto Aaron sia un bel tipo, dubito che abbia avuto modo di conoscere altre ragazze dello stampo di Airwen» Volente o nolente, Morrigan era certo che seguendo la pozionista nelle sue avventure, Blake avrebbe compreso appieno ciò di cui era capace. «Che poi l'amore annebbi la mente te lo concedo. È come una droga. Ma se non fosse possibile distrarci di tanto in tanto, che senso avrebbe spezzarci la schiena?»
    Facendo la resa dei conti, Morrigan non si sarebbe potuto spiegare come - scegliendo le missioni in base al numero potenziale di rose che avrebbe potuto cogliere - fosse arrivato dove era prima di abbandonare la carica da Auror. Quello si che sarebbe stato un discorso interessante da affrontare con un ragazzo di così ampie vedute, ma sarebbe stato meglio rimandare: la sera si stava avvicinando e, da buon orso polare, anche Morrigan aveva uno stomaco senza fondo.
    «E invece tutti possono» Rispose, ancora sudato per lo spettacolo inscenato con le fiamme. «Chi dice il contrario lo fa per pigrizia» Le mani cinsero il bordo del tavolo. «Ma sono d'accordo con te nel dire che spetta a noi scegliere di cambiare o meno e si, anche migliorarsi è cambiamento» E lui, che il migliorare oggetti lo faceva per lavoro, lo sapeva benissimo. «E sono certo che lo farai il giorno stesso in cui le tue fiamme feriranno le persone a cui tieni» Per un secondo, Blake avrebbe potuto percepire una certa serietà nel volto di Morrigan. Anni addietro l'ex auror si era ritrovato in quel preciso scenario e ne portava ancora le cicatrici, ma questo il giovane non poteva saperlo «Mi auguro solo che qualcuno non ti abbia spento prima di allora. Basta la brace per far rivivere un fuoco, è vero, però anche quella può essere spenta» La crocevia di sguardi venne interrotta subito dopo «Ma ora direi che è il caso di andare a mangiare. Ho sentito che stasera prepareranno il filetto alla Wellington, non ne mangio uno da una vita».

    «Parlato»
    "Pensato"
    Narrato
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    Scheme role by Amphetamines'
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