Il dolce mucchietto d'ossa confermò di esser di avevo detto: era il figlio di Marthock, guardiano e padrone di tutta la conoscenza e la Magia Nera che era contenuta all'interno del corpo ormai ingiallito del suo caro paparino; mentre il cubo si avvicinò con velocità vertiginosa, quasi io e lui vi ci fossimo teletrasportati dinnanzi, il burattino scheletrico mi spiegò di come il padre era il guardiano esterno di quell'oscura sapienza, che, viva e libera di agire come più le aggradava nei confini del libro, era invece sorvegliata da Ilith, così come lo ero io in quel momento. Il compito dello scheletro era testare i contraenti del patto faustiano del tomo, ed al tempo stesso controllava che questi non combinassero disastri, scombussolando tutte le Arti Oscure che lui con tanta fatica aveva ordinato in quella dimensione mefistofelica,
Un bel lavoretto ti ha trovato il tuo vecchio, devo dire, commentai io, avvicinandomi alla porta del cubo, poggiando la mano sinistra sulla lignea superficie di quell'ingresso, prima di rivolgermi nuovamente ad Ilith:
Nessuna domanda o dubbio, Mon Cher, sei un ottimo cicerone, sentenziai,
Detto ciò, ci si vede poi, tesoro, e così, con un occhiolino ed un bacio che gli lanciai con un cenno della mano destra, spalancai la porta, e mi feci avanti pronta a sostenere qualsiasi cosa mi sarei trovata dinnanzi,
Guidami anche in questa sfida, o Barone, pensai quindi, entrando a capofitto nella prova che mi si pose dinnanzi.
Ciò che mi trovai dinnanzi, beh, ammetto non lo avrei potuto prevedere neppure con i miei poteri da veggente: quattro mura d'un bianco spento delimitavano la stanza in cui mi trovavo, i cui unici ingressi praticabile eran due porte in legno dipinte d'un rosso estremamente scuro, opposte ad un piccolo oblò proprio alle mie spalle, ognuna in cui svettava una targhetta dorata, avente il numero 28 inciso d'un nero profondo come il bayou che circondava la zona; una culla d'ebano era posta immediatamente a destra dell'entrata, ove un piccolo peluche dalle fattezze del buon Baron Samedì, con tanto di tatuaggi, sigaro e tuba, faceva capolino, assieme ad una vecchia coperta ed un cuscino abbastanza logoro, composto e riempito, invece che di stoffa e piume, di pelle d'alligatore, strano ma vero decisamente comodo a quanto potevo rimembrare. Numerosi giocattoli alquanto inusuali, tra bamboline voodoo vestite da streghe e principesse, teste rimpicciolite e carte di vario genere, dalle normali da gioco, ad un set di vecchi e stropicciati tarocchi, erano sparpagliati nei pressi della culla e di un piccolo altarino, questo circondato di numerose candele disposte a cerchio ed ormai spente, al centro delle quali capeggiava la foto di un cucciolo di alligatore, il mio piccolo e dolce Louis, purtroppo prematuramente defunto nel tentativo di tener lontani dei cacciatori NoMag da casa nostra. Sul lato opposto della sala, ecco che invece capeggiava un enorme armadio, ove avevo tenuto numerosi dei miei abiti, anche se la maggior parte, allora come in quel momento, si trovava sparpagliata al suolo, nell'angolo diagonalmente dirimpettaio a quello della culla... eh sì, riconoscevo bene quel luogo carico di ricordi: era la camera di quando ero bambina, la camera numero 28 del traghetto abbandonato nel bayou di New Orleans dove la famiglia di mia madre si era insediata per due generazioni, prima che, nell'anno in cui venni iscritta ad Ilvermorny, ci trasferimmo in città, nella New Orleans magica.
Perché portarmi qui? Cosa dovrei affrontare nella mia vecchia casa? Mi ritrovai a pensare, facendo un passo avanti, solo per notare di non essere sola lì... e, diavolo, mi si strinse il cuore a vedere chi altro era in quella stanza con me. Lentamente la figura che sino a quel momento mi aveva dato le spalle si girò, e nel riconoscerla non mi trattenni dallo stringere con forza il medaglione che portavo al collo, anche quello materializzato da Ilith probabilmente: i lunghi e grigi capelli della donna incorniciavano un viso dalla carnagione olivastra e spenta, mentre le rughe del suo viso, a dimostrarne l'anzianità, disegnavano un volto dai tratti tutto sommato dolci, in cui i protagonisti erano sicuramente un paio di occhi rosso sangue, puntati su di me.
N-nonna Kora, riuscii solamente a dire, presa completamente alla sprovvista da quell'apparizione; era un fantasma? Un costrutto? Una proiezione della mia memoria o delle storie che mi erano state raccontate? Non lo sapevo, ma nonostante ciò non potei non sentirmi chiudere lo stomaco a ripensare a tutto ciò che quella povera donna aveva vissuto: tanto il M.A.C.U.S.A. che gli sgherri di Grindelwald la avevano braccata, inseguita, portata alla follia per avere dalla loro il suo Dono; era crollata per tutte le pressioni che le erano state fatte, per tutta la lotta che aveva dovuto portare avanti da sola, senza neppure l'aiuto di mio nonno, ucciso prima di lei da parte dei sostenitori del "Bene Superiore", ed anche lei, alla fine, in un ultimo atto di ribellione si era trovata dinnanzi alla stessa sorte, dopo indicibili torture.
Non ero mai riuscita a conoscerla, tutto ciò che conoscevo e sapevo di lei derivava dai racconti di mia madre, da ciò che aveva potuto tramandarmi e spiegarmi, ma, nonostante tutto, il trovarmela dinnanzi mi lasciava senza parole, così come la sua voce, carica di terrore e paura nel momento in cui mi intimò di scappare, mi pietrificò dal terrore. Ed ecco che li vidi, quando sfondarono le porte con violenza: vestiti con lunghe tuniche nere, incappucciati, andando ad occultare i loro visi nel buio di quella camera, ecco che due dei seguaci di Grindelwald fecero il loro ingresso nella camera, riempiendo quella sala di grida disperate dal dolore, quando andarono a lanciare entrambi un Crucio su mia nonna; quelle urla, forti, continue, e che mi incitavano a scappare mi spezzarono il cuore, tanto che mi ritrovai, nel panico più totale per quella situazione, a spalancare gli occhi facendo un passo indietro. Quei... quei mostri erano lì, non pagandomi della minima attenzione, troppo intenti a torturare mia nonna, mentre io ero paralizzata dalla paura, vedendo ciò che mi sarebbe successo se mai si fosse saputo dei miei poteri, del mio Dono,
Non voglio finire così, non voglio, non voglio, non voglio, iniziai a ripetermi più e più volte nella mente, completamente perdendo il senso della realtà, traumatizzata da quella scena; ad un tratto, così fuori di testa nel vedere quell'accadimento, l'immagine di mia nonna per un attimo si sostituì con la mia, vidi me stessa, lì per terra, agonizzante ad implorare pietà, a gridare a me stessa di fuggire pur di aver salva la vita, e qualcosa si smosse in me, involontariamente: notato che anche la mia bacchetta era stata riformata da Ilith, la imbracciai velocemente, e, puntando la bacchetta contro uno dei due aggressori, eseguii una stoccata, nel tentativo di lanciargli una delle Maledizioni Senza Perdono,
IMPERIO! Gridai nel tentativo di lanciar quell'incanto e di stregare uno dei due, così che facesse il lavoro sporco per me. Fossi riuscita a colpirlo, presa dall'adrenalina del momento, sarei riuscita a dargli un solo e singolo ordine:
Uccidi il tuo compagno e poi ucciditi! Solo questo mi sarebbe uscito dalle labbra: il mio subconscio, a quanto pare, non avrebbe permesso che quei due continuassero a torturare il sangue del mio sangue, ed anzi, li avrebbe fatti lottare uno contro l'altro, portandoli alla morte. Nessuno si doveva permettere di toccare la mia famiglia!
Statistiche
PV: 42/42
Stato Fisico: Ottimale
Stato Psicologico: //
Casata: Ex-Serpecorno
Abilità: CITAZIONE
Resilienza spiritica: Essere posseduti da uno spettro e lottare per la propria esistenza è qualcosa che segna.. Le sue conoscenze su spettri e fantasmi aumentano come la capacità di resistergli e spedirli direttamente all’altro mondo se solo provano a soggiogarla: +1 per qualsiasi interazione con un essere etereo, +2 se tenta di cacciarlo dal proprio corpo.
Skill:Divinazione I; Magia Nera IIncantesimi Usati:CITAZIONE
Nome: Maledizione Imperius
Classe: Mentale Oscuro
Formula: Imperio
Movimento: stoccata verso il bersaglio.
Effetto: quando viene scagliato questo maleficio si vede un velocissimo bagliore blu e il bersaglio colpito viene assoggettato totalmente. Cadrà infatti in uno stato trasognante ed ubbidirà al meglio delle sue capacità a qualunque ordine impartito dal mago che ha utilizzato questa maledizione.
Note: Se il Carisma del mago è inferiore alla Resistenza nemica, l'incantesimo dura solo per il turno corrente, poi questi si libererà in automatico. In caso la Resistenza sia minore, ad ogni turno il master lancerà un dado su Resistenza per verificare se il personaggio si riprenderà.