"Rivela i tuoi segreti" (da leggere rigorosamente con la voce di Piton XD)

Quest personale per Sélène Du Marais

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    Sélène Du Marais
    Link scheda · 35 anni · Proprietaria di Magie Sinister ·
    Ed ecco che, al calar della notte ormai inoltrata, si chiudeva il sipario su un ennesimo giorno di lavoro: le serrande si sbarravano, impedendo alla tenue e perlacea luce della luna di far capolino nel locale, la porta di ingresso si chiudeva, con più e più giri di serratura della pesante chiave d'ottone che sin dall'apertura mi era stata consegnata, ed infine il lampadario centrale della stanza si spegneva, ammantando nell'ombra la sala espositiva. Come il sole, l'oscurità era calata nella stanza principale di Magie Sinister, ma più in profondità, nel retro ove si era tenuta l'asta per l'Horcrux di Herpo il folle, oh, lì la serata era solo agli inizi: chiusa finalmente bottega dopo quella giornata rivelatasi a dir poco stressante, tra folli, curiosi, ed un gruppo di Vampiri e cacciatori di tali che si eran dati battaglia seppur solo verbalmente, eccomi lì, nel salone, finalmente pronta mentalmente a far ciò che andava fatto. La stanza, ormai priva delle sedie utilizzate per l'asta, era completamente vuota, se non per le librerie che coprivano i lignei muri di quel loco, illuminate, così come il piccolo palco, da numerosi candelabri, che con il fuoco blu delle loro candele rischiaravano la stanza, dandole un'illuminazione tanto spettrale quanto sacrale, decisamente affine a ciò che di li a poco sarebbe andato ad accadere.
    Erano giorni che mi preparavo mentalmente a quel frangente, che svolgevo tecniche di rilassamento per non cader tanto nell'eccitazione, quanto nella paura, dovevo esser stoica, calma, od avrei rischiato che il mio ospite di quella serata si ritrovasse a negarmi ciò che bramavo: i segreti contenuti tra le sue pagine, la conoscenza sulla Magia Oscura che ormai era inchiostrata nel sangue innocente del figlio, mentre la faccia del padre costituiva la copertina, senziente, di quel tomo dall'inestimabile valore; in quella serata il Libro di Marthock mi avrebbe svelato ciò che nascondeva, e non mi sarei lasciata di certo sfuggire un'opportunità del genere, dopo tutta la preparazione mentale che avevo praticato. Quelle nozioni dovevano assolutamente divenire mie, non avrei accettato un rifiuto!
    Giunsi al leggio che, posto sul palco, mi aveva accompagnato anche nell'inaugurazione, e così, finalmente, giunse il momento: la mano destra, estrasse il libro dal sacchetto espanso donatomi da Hedwin, ormai inutilizzabile, e poggiò il tomo sul leggio, con il viso rivolto verso l'alto, così che egli potesse parlarmi; la mia mano, dolcemente, sarebbe andata a carezzare la rilegatura, dandomi quindi un brivido, una stilettata d'eccitazione, nell'essere così vicina, eppure così lontana, da cotanta conoscenza in campo di Magia Nera... fremevo dalla voglia di sapere, dalla sete di sapienza, ma sapevo bene che la fretta mi avrebbe solo portato alla disfatta. Dovevo saper attendere, o avrei fallito in quel mio personale obbiettivo.
    Due passi indietro vennero fatti da me, sguardo puntato sul tomo in attesa che questi si risvegliasse dal proprio torpore, e, solo quando questi si fosse risvegliato, ecco che avrei agito: avrei chinato il capo, piegando le gambe ed allargando lievemente la gonna ai lati, in quell'inchino simile a quello d'una donna del 1800, Buonasera, Grande Marthock, lieta di reincontrarvi, avrei esordito, Mi duole non aver potuto degnarvi sinora dell'attenzione che meritate, spero possiate perdonarmi, continuai quindi, con quel tono sempre di riverenza, Mi ripresento: il mio nome, Grande Marthock, è Sélène, Sélène Du Marais, vostra attuale proprietaria e, se me lo concederete, vostra allieva nel campo della Magia Nera, conclusi quindi, senza mai guardarlo negli occhi, perennemente col capo chinato ed occupata nell'eseguir l'inchino, in segno di rispetto e sottomissione nei confronti di un tale conoscitore delle Arti Oscure; dovevo solo sperare che quel comportamento riverente fosse sufficiente quantomeno ad entrar un minimo nelle sue grazie, così che, con il giusto tempo sarei riuscita a far mia la magia che quel libro conteneva. Doveva essere mia, e di nessun altro!

    Statistiche
    PV: 42/42
    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Psicologico: //
    Casata: Ex-Serpecorno
    Abilità: //
    Skill:Divinazione I; Magia Nera I


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    DdT4o8u
    Libro di Marthock
    Come coristi di una setta di oscuri natali, le fiamme intonavano la propria luce blu con passi tremuli.
    Le ombre che creavano si confondevano fra l'odore di libri e l'eco dei passi della strega.
    Tutto sembrava attendere qualcosa o qualcuno.
    Quando le palpebre del volto teso dalla legatura si aprirono di scatto un tuono rimbombò in lontananza.
    Marthock si era svegliato dal suo sonno.
    Le iridi color sangue succhiarono ogni sillaba della donna che si era presentata come sua proprietaria, nonché possibile allieva.
    -Sélène...-
    La voce, cavernosa e stridula in un tempo, era insondabile come un pozzo senza fine in una visione onirica.
    -L'unica che deciderà cosa sarai, sarà la tua stessa persona-
    Il volto tirato scricchiolò quando Marthock sbattè le palpebre con la lentezza di una morte attesa.
    -Una prova ti aspetta e se la supererai regnerai sulle mie conoscenze ed io ti assisterò in ogni tuo passo verso la grandezza o lungo qualsiasi scalinata desidererai inerpicarti-
    Un altro scricchiolio e Sélène avrebbe potuto notare un ghigno incuriosito
    -Sento in te la potenzialità di un grande e glorioso futuro e forse non perderai nemmeno così tanto-
    La risata di quell'abominio sembrò spezzare l'aria stessa della stanza.
    -Se sei pronta a cominciare un cammino insieme, tagliati il palmo e poni la mano in questo segno. Basta una singola goccia di sangue.-
    In attimo il volto-copertina di quel volume oscuro si aprì per poi fermarsi alla prima pagina ingiallita.
    Sèlène si sarebbe trovata davanti un disegno di una mano che avrebbe contenuto alla perfezione la sua. Come tutto il resto, le linee di quella figura erano di un acceso rosso sangue e tutto attorno rune e simboli astronomici fiorivano senza un apparente fine.
    -Poni qui la tua mano, donna, e dì il tuo nome. Solo allora potrò aprirmi ala prova e vedere se sei degna-
    Sull'apice della pagina la strega avrebbe potuto notare un nome: Ilith.

    I5e39vp
    RevelioGDR


    Ciao Norman! Benvenuto alla tua prima quest personalizzata!
    Qui il libro si è svegliato ed è andato subito al dunque proponendoti una specie di contratto. Sèlène è libera di adeguarsi immediatamente o fare qualunque cosa ti venga in mente: sfogliare e studiare meglio il libro, discutere con Marthock, rifiutarti, e qualunque altra cosa Sèlène desideri.
    Ti chiedo inoltre di fare uno spoiler riassuntivo alla fine di ogni post con il riassunto delle azioni da te fatte, gli oggetti che Sèlene porta con se e gli eventuali quirk utilizzati.
    Per qualsiasi domanda non esitare a contattarmi ♥️
    La Scadenza sarà lunedì 16 alle 22:00
     
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    Sélène Du Marais
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    Un brivido di pura eccitazione mi risalì lungo la schiena, spandendosi poi in tutte le mie membra nel momento in cui la voce del libro spezzò prepotente il silenzio di quella stanza: sacrale, ed al contempo mefistofelica, la voce di Marthock ripeté il mio nome, portandomi a rialzarmi dall'inchino ed ad incrociar lo sguardo nelle iridi sanguigne del tomo, due pozzi oscuri puntati su di me, come a scrutarmi sin dentro l'anima. Era una sensazione tanto inquietante e possente, quanto attraente, in quel suo essere una personificazione delle Arti Oscure, pura Magia Nera che mi si parava dinnanzi, che mi parlava direttamente... era indubbio uno dei momenti più interessanti della mia vita!
    Una prova, il libro mi avrebbe sottoposto ad un test per ritenermi degna di se, sugellata da un patto stretto col sangue. Sorrisi. Non sarei qui a parlarvi, Grande Marthock, se non fossi pronta a ciò che mi porrete dinnanzi, spiegai, prendendo da un cassetto del leggio il medesimo coltellaccio con cui, all'inaugurazione del negozio, avevo sventrato la Statua del Lupo Famelico, ed ecco che, senza esitazione, feci ciò che era stato richiesto per dare il via a quello che mi aspettava: veloce, la lama passò sul mio palmo, ed ecco che questo, lentamente, si tinse di rosso, con il sangue, caldo e fremente come il mio animo, che fuoriusciva dalla ferita. Un ghigno sadico, quasi masochista mi si stampò sulle labbra, tanto ero vogliosa di sapere, tanto assetata di quella conoscenza proibita, che ignorai il dolore causatomi dalla ferita, concentrandomi sul libro: rune a me incomprensibili si stagliavano e scomparivano sulla prima pagina, di quel grimorio sacrilego, in composizioni frequenti e ritmiche quasi come il pulsare d'un cuore, il mio, che sempre più veloce mi batteva nel petto, tanta era l'emozione. Posai la mano, imbrattando di cremisi la carta, sulla locazione ove la mia mano doveva esser poggiata, e, seppur lo lessi, al momento non diedi il minimo peso al nome che riuscii a comprendere, troppo presa da ciò che sarebbe di lì a poco accaduto.
    Sélène, sentenziai quindi, dando inizio alla prova di Marthock. Ero pronta ad immergermi completamente nelle tenebre, e nulla mi avrebbe impedito di portar avanti quel mio folle ideale: l'oscurità ed io saremmo divenuti un tutt'uno.

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    Libro di Marthock
    Gli sguardi di maestro e novizia s'incrociarono e il ruggito del tuono tornò. Ora era più vicino.
    Sélène si tagliò il palmo e un altro tuono fece tremare le finestre.
    La strega appoggiò la mano macchiata di sangue su quella prima pagina maledetta e dopo aver detto il propro nome il rombare delle saette stavolta gli risuonò nella testa.
    Il dolore era forse peggio di una decina di pugnali che dilaniano il cervello, e non sarebbe stato strano che la voce della strega si perdesse nelle proprie urla, ma qualunque cosa avesse fatto o detto, la sua mano sarebbe rimasta incollata alla pagina.
    Un vento rosso le scompigliò i capelli e devastò la sala mentre gli infiniti sigilli di sangue di quel foglio maledetto cominciarono a muoversi. Risalirono piano il braccio. Bruciavano la pelle e mentre conquistavano ogni centimetro di Sélène, lei avrebbe potuto sentire la voce di Marthock.
    Non più con le orecchie, ma con quella sua mente afflitta da una delle tante punizioni che spettavano a chi abbracciava il nero percorso.
    -La conoscenza esige un prezzo e con la tua firma lo hai accettato- La voce era ancora più profonda di qualche attimo prima, ma non nascondeva godimento o sadismo, solo un imperturbabile ineluttabilità.

    Tutto nero.
    Tutto buio.
    Tutto vuoto.
    Non c'era niente. Il negozio, Marthock, tutto era sparito nel battito di un lampo.
    La tenebra era assoluta e Sélène non sentiva più il suo corpo. Faceva fatica anche a percepire i propri pensieri.
    Forse la paura l'avrebbe colta, ma se avesse cercato di capire, dopo un po', una consapevolezza strana si sarebbe fatta avanti.
    Non faceva fatica a pensare, ma era come se ogni frammento della sua mente avesse un punto di vista diverso e quindi ci mettesse di più a dialogare e farsi capire dagli altri.
    Sembrava non avere più un unica mente, ma che questa si fosse divisa in tanti tasselli sparsi in quel nero senza orizzonti.
    Non riusciva ad identificare dove fossero, ne come facessero a comunicare tra loro. Sapeva solo che con questa nuova disposizione riusciva a comprendere meglio la natura di ciò che la circondava.
    Non era immersa nell'oscurità, nel vuoto o nel nulla. Quel mondo era composto di particelle e ogni particella era una frase, una parola, un concetto. Stava navigando in un mare di sapere e ognuna delle parti della nuova lei ne aveva potuto leggere un pezzetto, ma erano conoscenze sconnesse, seppur potenti.
    Dov'era finita la strega? Marthock dove l'aveva portata?
    I tuoi pensieri vengono interrotti dal fischiettare di una canzone.
    Se le parole di Sélène avessero provato a uscire, a formulare una domanda o un avvertimento, non avrebbero trovato labbra attraverso cui farlo. Non aveva un corpo. Non poteva parlare.
    Una macchia rossa si avvicinava e con essa la musica; aveva la voce di un uomo -Listen to the wiiind of chaaaaaange!-
    Ognuno dei frammenti di Sélène stava formicolando davanti a quella presenza che non riusciva a mettere a fuoco.
    -Che te ne pare della mia interpretazione? Gli Scorpion vanno ancora forte nel mondo di fuori? Li conosci vero? Fenomenali! Mai visti, ma le loro canzoni- un crepitio di ossa contro ossa -sono l'apice dell'armonia! Ai miei tempi c'erano solo Bianca di Castiglia, Philippe de Vitry, Bernardo di Cluny! Due palle cubiche sti religiosi!-
    Il formicolio delle varie coscienze della strega tremarono ancora più forte quando la macchia rossa parve avvolgerle tutte. -A proposito in che anno siamo?- qualche secondo e poi una voce spazientita -Allora?!- un altro crepitio di ossa. -Te lo richiederò molto genti...- ancora quelle ossa. -a che sciocco! Non puoi parlare! Rimediamo subito.-
    Uno schiocco di dita e Sélène torno ad essere una, nonché nuda. -Allora?-
    A porle quelle domanda era uno scheletro coperto da una tuta rossa sgualcita e dal lungo colletto a corona.
    Aveva riguadagnato il proprio corpo e ora vedeva chiaramente lo scheletro, ma tutto attorno a loro era tornata l'oscurità. Persa la frammentazione della propria mente aveva perduto anche la capacità di isolare, vedere e capire le varie conoscenze che componevano quello spazio.
    -Ah a proposito perché sei qui?- l'indice ossuto la puntò -e non rispondermi "per conoscere"- l'ultima frase era stata scimmiottata e poi il misterioso sconosciuto fece spallucce -sarebbe banale- le si avvicinò galleggiando-Perché sei qui a rischiare la vita?- le andò così vicino tanto che la mascella scoperta le sfiorò l'orecchio. -Qual'è il motivo vero e genuino della tua volontà di conoscere?-
    Si distacco all'improvviso nuotando a dorso nel nero. -Sappi che dalla tua risposta ne varrà l'esito della tua prova.-
    grOlxL6


    RevelioGDR


    Ciao Norman! Mi piace come sta procedendo! ♥️

    Ti chiedo inoltre di fare uno spoiler riassuntivo alla fine di ogni post con il riassunto delle azioni da te fatte e gli eventuali quirk utilizzati.

    Note generali:
    -Marthock non ti aveva preparato a cosa sarebbe successo e il dolore è insopportabile, libera di gestirlo come preferisci.
    -Cambia scena ad una velocità tale da disorientare Sélène, che si trova in un mondo buio, senza corpo e con la mente frammentata.
    -Hai libera scelta dei frammenti di conoscenze sulla magia nera che Sélène riesce a vedere: frasi e parole, anche formule se preferisci. Potrebbero essere utili per darti e darci punti per la quest oltre che per il futuro.
    -Ha fatto la sua comparsa uno scheletro molto particolare, quali saranno le reazioni della strega?

    Per qualsiasi domanda non esitare a contattarmi ♥️
    La Scadenza sarà venerdì 20 alle 22:00
    ma se rispondi prima ti risponderò prima ♥️
    Divertiti ♥️


    Edited by Lo Snaso Depravato - 18/11/2020, 16:48
     
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    Sélène Du Marais
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    Dolore. Una magnifica, cruenta e devastante stilettata di sofferenza mi pervase tutto il corpo nel momento in cui firmai, nel frangente in cui sugellai quel patto a dir poco faustiano: gridai, forte, a causa di quel dolore, un urlo disumano che lentamente mutò in una risata maniacale, per quanto tutta quella sofferenza mi fosse gradita; sentivo la mia pelle bruciare al salir dei sigilli lungo il mio braccio, il mio cranio quasi aprirsi, come trafitto da mille coltelli, il tutto mentre un arido vento proveniente dal libro mi scompigliava prepotentemente la chioma, facendo scivolar via numerose tra le cineree perle d'ossidiana che adornavano e facevan da fermaglio ai miei capelli. Fantastico, semplicemente fantastico! Mi ritrovai a pensare, cullata ormai in quella splendida tortura che mi stava ormai affliggendo in ogni membra del mio corpo, sinché però, mio malgrado, quella magnifica e passionale sensazione di tormento dovette giungere ad un termine con le parole di Marthock, Non chiedo di meglio! Sentenziai quindi... e poi il buio.
    L'oscurità, la tenebra più fitta ed opprimente era ciò che vedevo e sentivo attorno a me... no, non era così. Ciò che... sentivo, percepivo, era come quel buio fosse parte di me, o meglio, come io stessi diventando parte di quell'oscurità: ero... ero come diventata più d'una me stessa, mi sentivo multipla, come se la mia mente fosse stata divisa, e come ogni frammento di inconscio, in quel cinereo etere di pura tenebra, potesse percepire frasi e nozioni differenti, frammentate e sconnesse tra loro.
    Per quanto priva di corpo come lo ero, ridotta unicamente ad esser un tutt'uno con quell'oscurità, riuscii a sentir mefistofelici sussurri, suadenti voci che parlavano di anime offerte in pegno per frammentar la propria, nel più crudele e insensibile omicidio pur di giungere alla sconfitta della mortalità; riuscii a leggere di pire di fiamme, d'un blu zaffiro mortifero quanto le anime in pena, incendi dalla volontà propria plasmata da chi li creava, capaci di bruciar chi si opponeva al loro maestro, e di salvar da tale sorte chi gli era fedele; infine, percepii il legame con il mondo dell'aldilà, la possibilità di portar sul piano terreno e materiale coloro che attendeva sulla soglia del Velo ed unirsi ad essi, divenire un tutt'uno con le entità che da sempre vegliavano sull'umanità e ne sentenziavano il passaggio dal mondo terreno a quello spirituale. La possibilità, per me, di incontrare chi da sempre aveva vegliato su di me, il Loa della Vita e della Morte.
    A fermar però tutto ciò, vi pensò un fischiettare, una canzone che, se ben ricordavo, era "The Wind of Change" degli Scorpions, una band che mai mi aveva colpito più di tanto; tale musica si fece sempre più forte a mano a mano che si avvicinava la macchia rossa proprietaria della voce, la quale una volta fattasi più presente iniziò a parlarmi. Non appena questa iniziò a rivolgersi direttamente a me, ecco che sentii formicolare ogni parte della mia coscienza, sempre più forte, sempre più violentemente a mano a mano che quella voce mi porgeva domande, inframezzate da un prepotente crepitio d'ossa; fu solo quando, spazientito nel non vedermi replicare, il mio interlocutore schioccò le dita, che mi ritrovai a ricompormi di botto: tutte le mie coscienze, tutti i frammenti del mio animo si schiantarono l'un l'altro, ed ecco che ritornai ad essere una ed una soltanto... nonché nuda! La prima cosa che feci, non appena tornata in me, fu coprirmi quantomeno il seno e le vergogne, posando solo successivamente lo sguardo su colui che mi era dinnanzi... Uno scheletro parlante vestito di cremisi e fan degli Scorpions... singolare, lo devo ammettere, non mi trattenei dal commentare, con il mio personalissimo sorriso beffardo in viso, per nulla sconvolta o spaventata dalla situazione, era Magia Nera dopotutto, il mio pane quotidiano. Siamo nel 2020, carino, e, almeno personalmente, non li ho mai trovati interessanti come band, come non li trovo interessanti tutt'ora, continuai, replicando così alle sue domande più inutili.
    Quando passò però al vero clou, al motivo della mia presenza lì, al perché stessi rischiando la vita trovandomi in quel luogo, un ennesimo sorriso, stavolta più sadico, mi si stampò in viso: Cosa mi spinge a fare ciò? Semplice: voglio divenire un tutt'uno con l'Oscurità stessa, sentenziai, La Magia Nera, le tenebre, sono state sempre presenti nella mia vita, mi hanno spinto ad andare avanti, mi hanno portato ove sono ora, ed ormai sono sempre più vogliosa di immergermi in quel mondo: la Magia Oscura è ciò che mi ha spinto lungo la mia strada, che mi ha portato ad essere chi sono, e personalmente voglio raggiungere il passo successivo; non più usarla come mero strumento o conoscenza, ma divenirne parte integrante. E' questo ciò che mi ha fatto giungere qui, conclusi sicura.
    Sempre continuando a coprirmi il seno, portai la mano sinistra, quella del braccio che mi copriva, al volto, Non mi sovviene che tu ti sia presentato però, chi è che saresti, carino? Domandai infine allo scheletro, curiosa di saper chi mi stessi effettivamente trovando dinnanzi. Era un guardiano di quel luogo? Un prigioniero costretto a indirizzare chi seguiva la sua strada? Beh, non aveva senso fare ipotesi, dopotutto c'era lui che poteva dirmelo, no?

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    Sélène, dopo aver goduto del dolore che il libro le ha causato alla sigla del contratto con esso, finisce nello spazio oscuro, riceve parte delle nozioni durante la frammentazione del suo subconscio e, quando arriva lo scheletro, spiega il suo motivo rispondendogli per le rime e chiedendogli di presentarsi.
     
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    Libro di Marthock
    L'alcolica ciliegia del masochismo esplose come un fuoco d'artificio fra le urla di dolore della strega.
    Pochi, in questo mondo, avevano subito una frammentazione della mente, ancora meno non ne erano stati piegati e distrutti; ma quasi nessuno ne aveva provato piacere.
    Sopravvissuta alla transizione, riuscì a capacitarsi delle sue nuove capacità percettive e riuscì a guadagnare qualche indizio su evocazione e invocazione di un Loa a lei molto caro, ma non si fece troppe domande sulla natura stessa dello spazio da cui aveva tratto tali conoscenze.
    Che fosse un'occasione sprecata?
    Chissà.
    Intanto però, una presenza fece la sua comparsa e con uno schiocco di dita reinvertì il processo di frammentazione, ridonando a Sèlène un corpo e una vista ben più mortali.
    -Singolare io?- La mano ossuta fu portata al petto con fare sorpreso. Poi il corpo fece una piroetta su sé stesso -Verò?- Poi si ricompose e fece spallucce -Mio padre diceva anche troppo, ma poi lui è diventato la copertina di un libro. Dimmi tu se questo non è singolare no?- Lo scheletro rise di gusto e lì la strega si accorse di un fatto(15+10+1=26).
    Per quanto quell'entità parlasse e si muovesse era come se i denti e la mascella venissero trascinati dall'energia cinetica del corpo, come se lo scheletro intero fosse un burattino nelle mani di qualcuno.
    La tua visione in quel momento fu così nitida che il tuo sesto senso poté percepire una lieve aura incolore attorniarlo.
    -2020! Il mondo continua a girare senza sosta eh?- il cranio saltellò in alto per poi vorticare a gran velocità ed infine ritornare in asse.
    -Ah, quindi non ti piacciono?- tornò a far spallucce -il mondo è bello perché vario! Dico bene Sélène?-
    Come faceva a conoscere il nome della donna?
    Ad ogni modo sembrava divertito dai suoi e quando lei esplicò il suo più vero desiderio l'applaudì.
    -Risposta niente male, sai non siamo poi così diversi. La conoscenza oscura è così dannatamente affascinante, ma se diventi con essa un tutt'uno- all'improvviso lo scheletro fu alle sue spalle, le dita fredde appoggiate sulla carne scura e liscia.
    -In un attimo ti puoi trovare chiuso in un libro per il resto dell'esistenza-
    In un attimo quell'essere fu di nuovo davanti a lei.
    -Io sono l'umile signore delle conoscenze custodite in questo libro. Mi puoi chiamare Ilith- Si esibì in un inchino. -Onorato di conoscerti e metterti alla prova.-
    Tornò ritto, per poi portare l'indice sul cranio, come se si stesse concentrando. Ad un certo punto scattò e batté le mani.
    Sélène si sarebbe trovata addosso i vestiti che aveva nel negozio pochi minuti prima.
    -Perdonerai quest'umile scheletro per l'attesa, ma mi ci è voluto un attimo per ordinare le nuove conoscenze che ci hai portato e mi sono permesso di estrapolare questo. Hai buon gusto.-
    Poi batté di nuovo le mani, il buio divenne un sentiero bianco in una valle nera illuminata da un sole all'apice del tramonto.
    -Chi vuol conoscere dietro di me dovrà trotterellar!-
    Così saltellando si mosse sopra le pietre candide della via.
    -Sai, tutti pensano alla Magia Nera e all'inferno come una cosa ben definita oppure non ci pensano affatto.- Ridacchiò -ad esempio il mio primo approccio con essa era spinto da una sola domanda "Che rumore fa una testa che si rompe dall'interno?" Non me ne fregava nulla della magia nera in sé. Ero solo curioso. Poi nel tempo ho cambiato idea ed eccoci qua.-
    Il corpo continuò a camminare dritto, ma la testa si girò ad osservare la strega -Tu hai detto che vuoi diventare un tutt'uno con essa, ma che cos'è per te la magia nera e quello da cui molti dicono che provenga, il così detto "inferno"?-
    Nel frattempo che parlavano si avvicinavano sempre di più ad un immenso cubo nero.
    grOlxL6


    RevelioGDR


    Ciao Norman! Mi piace come sta procedendo e questo sarà l'ultimo post "tranquillo"! ♥️

    Ti chiedo inoltre di fare uno spoiler riassuntivo alla fine di ogni post con il riassunto delle azioni da te fatte e gli eventuali quirk utilizzati.

    Note generali:
    -ho fatto un tiro dato il tuo alto livello di intuito, a cui ho aggiunto il +1 del tuo quirk, dato che Ilith è un entità paranormale. Qualcosina l'hai scoperta, puoi parlarne con Ilith come no.
    -Ilith ha cambiato il panorama. Il panorama è simile a quello che compare nell'immagine che ti ho messo, solo che state camminando su un sentiero bianco e all'orizzonte si staglia un gran cubo nero.

    Per qualsiasi domanda non esitare a contattarmi ♥️
    La Scadenza sarà mercoledì 25 alle 22:00
    ma se rispondi prima cercherò di risponderti prima ♥️
    Divertiti ♥️
     
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    Sélène Du Marais
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    Oh, quindi sei il figliolo con il cui sangue Marthock ha scritto il libro, beh, tale padre, tale figlio in quanto ad esser particolari, sentenziai io quando il mucchietto d'ossa vestito di cremisi replicò alla mia osservazione su di lui, muovendosi leggiadro come una ballerina... forse anche fin troppo: i suoi movimenti, in particolare quelli della mascella, parevan spinti da qualcosa di esterno, non effettivamente suoi, come fosse stato un burattino nelle mani di un esperto marionettista; come se ciò non fosse bastato, ecco che potei notar come una sorta di aura incolore lo avvolgeva, Ti fai sempre più interessante, tesoro, mi ritrovai quindi a pensare. Quelle paritcolarità eran sì interessanti, ma non esattamente il topic principale della mia presenza lì, anche se nulla mi avrebbe impedito di riesumar quelle nozioni più tardi, come un becchino all'opera nel proprio cimitero d'ordinanza.
    Il mucchietto d'ossa esagitato si mostrò lievemente deluso dal fatto che non apprezzassi troppo la sua band preferita, e, chiamandomi per nome, asserì che il mondo era bello perché vario, C'est vrais, replicai io in francese, non ponendomi poi troppe domande sul modo in cui potesse conoscere il mio nome: dopotutto avevo firmato un patto faustiano per giungere lì, usando il mio nome come chiave di volta, era, beh, normale che conoscesse il mio nome, sarebbe stato strano il contrario a dirla tutta, come sarebbe stato altrettanto strano non trovarmi dinnanzi il proprietario del nome intravisto prima di finir in quel luogo, ed infatti ecco che il mucchietto d'ossa si rivelò essere Ilith, tutto tornava.
    Beh, Mon Cher, mi spiace che questa sia la tua sorte, anche se non mi pare tu stia poi così male: esagitato come sei, l'esser rinchiuso qui dentro non pare averti demoralizzato, sentenziai io quand'egli mi disse di esser intrappolato nel libro, confermando così che era lì che mi trovavo con lui, bloccata, almeno temporaneamente, dentro il tomo comprato da Hedwin... affascinante, semplicemente affascinante.
    Alla buon ora, finalmente, mentre una valle cinerea baciata dai freddi raggi d'eclissi solare si materializzava attorno a noi, ecco che Ilith mi fece ritornar indosso gli abiti, chiedendo anche perdono per averci messo così tanto tempo; feci un cenno con la mano, mentre avanzavamo lungo il candido sentieri formatosi ai nostri piedi, in direzione di un misterioso cubo nero, il tutto prima di prender parola: Non ti preoccupare, tesoro, l'importante è che almeno tu mi abbia rivestita; potrai non aver gli occhi, ma, ammetto, non ero esattamente a mio agio a star nuda dinnanzi a te. Grazie per il complimento comunque, sentenziai quindi rivolgendogli un occhiolino d'intesa, unito al mio solito sorriso, non potevo negare che mi stesse simpatico l'ossuto esaminatore.
    E proprio questi, infine, mi pose una domanda davvero interessante: cos'erano la Magia Nera e l'Inferno per me? Mi fermai a riflettere per qualche secondo, prima di replicare: La Magia Nera e l'Inferno dici? Beh, almeno sul secondo non ci ho mai ragionato sin troppo, lo ammetto. Personalmente non ci ho fatto troppo fantasie, per un motivo alquanto semplice tra l'altro: non mi interessa ciò che mi potrà accadere una volta finita dall'altro lato; al contrario di ciò che la maggior parte delle persone, io non temo la morte, sono una credente del Voodoo dopotutto, e nel caso morissi, il decesso non segnerebbe la fine del mio viaggio a mio avviso, bensì una semplice svolta atta a farmi incontrare chi possa mostrarmi la via di lì in poi... un mio, "Angelo Custode", se così lo si può definire, per quanto un becchino amante di bacco e tabacco come il Baron Samedì possa esser definito "Angelo", spiegai quindi, concludendo il discorso sull'Inferno con una lieve risata, passando poi subito alla Magia Nera: In merito alle Arti Oscure, beh, sono la mia vita: il Voodoo è stato ciò che ha centralizzato la mia esistenza, ogni parte del mio essere, dal modo di vestirmi al modo di approcciarmi agli altri, dalla mia vita sentimentale a quella lavorativa, la Magia Nera è stata sempre presente nel mio essere, e così la vedo ormai. E' una parte integrante di me, tanto ci ho convissuto e l'ho praticata, gli esplicai, Ed è proprio per questo che desidero inoltrarmi ancora di più: non voglio che rimanga unicamente una parte del mio essere, bensì che divenga la totalità; ho accettato ormai da molto le tenebre dentro di me, e ciò che desidero è poterle esprimere al loro massimo potenziale, facendo lo stesso con me stessa, conclusi quindi, lasciando spazio di replica al burattino scheletrico.
    Chissà come avrebbe reagito il mucchietto d'ossa?

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    Resilienza spiritica: Essere posseduti da uno spettro e lottare per la propria esistenza è qualcosa che segna.. Le sue conoscenze su spettri e fantasmi aumentano come la capacità di resistergli e spedirli direttamente all’altro mondo se solo provano a soggiogarla: +1 per qualsiasi interazione con un essere etereo, +2 se tenta di cacciarlo dal proprio corpo.

    Skill:Divinazione I; Magia Nera I


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    Sélène, discute punto per punto tutte le domande e le affermazioni di Ilith, e, mentre con questi si dirige lungo il sentiero che stanno percorrendo, spiega i propri concetti di Magia Nera e Inferno, rimanendo quindi curiosa di sapere cosa replicherà lo scheletro in merito.
     
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    Libro di Marthock
    Sélène comprese l'evidente legame di sangue fra Ilith e Marthock.
    -Si, quella copertina è il mio dolce paparino-
    Annuì e nello spazio nero si diffuse a catena una risatina lieve, poi le trame di quest'avventura scorsero in avanti e fra parole e gesti improvvisi si arrivò a parlare di nuovo di quello spazio dentro un libro oscuro.
    -Tu as raison chérie- L'accento era duro, quasi come se fosse d'altri tempi, tempi in cui il francese era ben diverso da quello attuale.
    -Non mi trovo assai male a regnare su tutto questo- La mano scheletrica scivolò ad indicare la totalità di quel buio ricco d'informazioni -Anche se non è sempre una cosa semplice, ma ne riparleremo più tardi-
    Poi vennero i ringraziamenti dell'americana, a cui Ilith rispose con un inchino e poi le parole si susseguirono ancora fino ad arrivare alla trasformazione della scenografia e ad altre parole; frasi e domande sulla magia nera.
    -Bene, devo dire, cara la mia streghetta, che non sei affatto male, il mio vecchio sa ancora scegliere bene i nostri contraenti e questo mi conforta.- Batté ancora le mani ed in un attimo la distanza che li allontanava dal loro obbiettivo si accorciò come se l'intero cubo nero all'orizzonte si fosse teletrasportato davanti a loro.
    Una porta di legno, semplice come lo può essere un banale ingresso di una banale casa, stava lì ad un passo dall'ossuto corpo, che prima di scostarsi si lasciò trasportare da altre parole.
    -Come hai già capito noi siamo dentro il libro di Marthock e questo non è un banale libro di storielle sconce.-
    Ilith fluttuò verso la strega e le sfiorò il mento con l'indice privo di carne. -qui sono contenute tutte le informazioni che io, mio padre e ciascuno dei nostri allegri contraenti, ha raccolto a riguardo della magia Nera, gli esseri da essa prodotti o che l'hanno utilizzata o che potrebbero farlo. Tutta questa conoscenza però è così potente da non limitarsi a starsene buona e prendere polvere, ma qui vive di vita propria. Si muove ed agisce di propria sponte e secondo propria volonta.-
    Le ossa delle mani sfregarono l'una sull'altra mentre quel essere rosso arretrava di qualche passo.
    -Se mio padre è il guardiano di fuori del didentro, colui che evita che gli inetti possano danneggiare o usare male questi saperi, io me medemesissimo sono il guardiano di dentro del di fuori. Colui che vigila su questa conoscenza tenendola in questa dimensione, ma sono anche l'individuo capace di manipolare questo mondo dentro un libro, sia per soddisfare i propri bisogni, sia che tutto ciò possa fare danni nel didentro e anche nel di fuori.-
    Le ossa vestite di seta rossa fermarono il loro canto di scricchiolii, che fino a poco prima aveva assordato quello spazio immenso andando dietro alla voce senza posa, e il braccio si piegò ad inchino facendosi anche freccia direzionale. Lo sbatter di notta ebbe un eco pesante.
    -Qui dietro ci sarà la tua prova, ma io mi limiterò solo ad osservare. Qui la magia nera si muoverà di propria sponte e sarà lei a misurare il tuo valore in base a tutto ciò che sai, che credi di sapere, che vuoi e ciò che qui hai portato-
    Ilith si fece ancora più indietro liberando il passaggio. -e ora, a meno che tu non abbia domande o cazzate da chiedere, entra e sottoponiti alla prova. Come già detto io non interverrò, ma prenderò un bel po' di pop corn e osserverò ogni istante da ben sicura distanza.- un'ultimo svolazzar di seta rossa e un'altro inchino.

    Oltrepassato l'uscio di legno Sélène si trovò in una casa.
    Il passaggio che aveva appena attraversato scomparso, il luogo in cui era piombata le sembrava noto, ma mentre i suoi occhi traducevano la penombra in forme, proprio da questa emerse una schiena; Sélène non era sola.
    Dall'altra parte della stanza quella schiena sembrava osservarla con la forza di una lapide, ma i rumori dei tacchi dell'americana scosserò piano quella rigidità. La schiena si girò e rivelò a Sélène un volto che lei aveva imparato a conoscere bene.
    La strega si era trovata davanti Kora; sua nonna materna.
    -Scappa.-
    Neanche il tempo di dire altro che due porte furono sfondate con tale forza che le schegge d'entrambe esplosero nella stanza; da ciascuna un uomo entrò.
    Al petto una spilla rappresentante un cerchio inscritto in un triangolo e con una linea retta nel mezzo: il simbolo dei 3 Doni della morte; il simbolo di Grindelwald.
    Le bacchetta dei terroristi si mossero all’unisono. -Crucio!- la donna crollò a terra riempiendo la stanza con urla disumane e una richiesta storpiata dal dolore -Scappa Sèlène!-
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    Ciao Norman! Scusa l’immenso ritardo, ma eccoci nel vivo dell’azione!♥️
    Note generali:
    -Allora Ilith continua ad interagire con te, rispondi come preferisci.
    -Prima di sottoporti alla prova hai la possibilità di fare delle domande a Ilith
    -Una volta superata la porta entri una stanza, che ti ricorda la tua infanzia, hai piena libertà di descrivere lo spazio, i suoni, gli odori, tutto ciò che vuoi.
    -Entrano i due estranei ed hai piena libertà nel descriverli
    -Succede il fattaccio e hai piena libertà su cosa fare.

    Per qualsiasi domanda non esitare a contattarmi ♥️
    Per compensare il mio immenso ritardo e farmi perdonare la scadenza sarà lunedì 7 alle 22:00
    ma se rispondi prima ceti risponderò prima♥️
    Divertiti e divertimi ♥️
     
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    Sélène Du Marais
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    Il dolce mucchietto d'ossa confermò di esser di avevo detto: era il figlio di Marthock, guardiano e padrone di tutta la conoscenza e la Magia Nera che era contenuta all'interno del corpo ormai ingiallito del suo caro paparino; mentre il cubo si avvicinò con velocità vertiginosa, quasi io e lui vi ci fossimo teletrasportati dinnanzi, il burattino scheletrico mi spiegò di come il padre era il guardiano esterno di quell'oscura sapienza, che, viva e libera di agire come più le aggradava nei confini del libro, era invece sorvegliata da Ilith, così come lo ero io in quel momento. Il compito dello scheletro era testare i contraenti del patto faustiano del tomo, ed al tempo stesso controllava che questi non combinassero disastri, scombussolando tutte le Arti Oscure che lui con tanta fatica aveva ordinato in quella dimensione mefistofelica,Un bel lavoretto ti ha trovato il tuo vecchio, devo dire, commentai io, avvicinandomi alla porta del cubo, poggiando la mano sinistra sulla lignea superficie di quell'ingresso, prima di rivolgermi nuovamente ad Ilith: Nessuna domanda o dubbio, Mon Cher, sei un ottimo cicerone, sentenziai, Detto ciò, ci si vede poi, tesoro, e così, con un occhiolino ed un bacio che gli lanciai con un cenno della mano destra, spalancai la porta, e mi feci avanti pronta a sostenere qualsiasi cosa mi sarei trovata dinnanzi, Guidami anche in questa sfida, o Barone, pensai quindi, entrando a capofitto nella prova che mi si pose dinnanzi.
    Ciò che mi trovai dinnanzi, beh, ammetto non lo avrei potuto prevedere neppure con i miei poteri da veggente: quattro mura d'un bianco spento delimitavano la stanza in cui mi trovavo, i cui unici ingressi praticabile eran due porte in legno dipinte d'un rosso estremamente scuro, opposte ad un piccolo oblò proprio alle mie spalle, ognuna in cui svettava una targhetta dorata, avente il numero 28 inciso d'un nero profondo come il bayou che circondava la zona; una culla d'ebano era posta immediatamente a destra dell'entrata, ove un piccolo peluche dalle fattezze del buon Baron Samedì, con tanto di tatuaggi, sigaro e tuba, faceva capolino, assieme ad una vecchia coperta ed un cuscino abbastanza logoro, composto e riempito, invece che di stoffa e piume, di pelle d'alligatore, strano ma vero decisamente comodo a quanto potevo rimembrare. Numerosi giocattoli alquanto inusuali, tra bamboline voodoo vestite da streghe e principesse, teste rimpicciolite e carte di vario genere, dalle normali da gioco, ad un set di vecchi e stropicciati tarocchi, erano sparpagliati nei pressi della culla e di un piccolo altarino, questo circondato di numerose candele disposte a cerchio ed ormai spente, al centro delle quali capeggiava la foto di un cucciolo di alligatore, il mio piccolo e dolce Louis, purtroppo prematuramente defunto nel tentativo di tener lontani dei cacciatori NoMag da casa nostra. Sul lato opposto della sala, ecco che invece capeggiava un enorme armadio, ove avevo tenuto numerosi dei miei abiti, anche se la maggior parte, allora come in quel momento, si trovava sparpagliata al suolo, nell'angolo diagonalmente dirimpettaio a quello della culla... eh sì, riconoscevo bene quel luogo carico di ricordi: era la camera di quando ero bambina, la camera numero 28 del traghetto abbandonato nel bayou di New Orleans dove la famiglia di mia madre si era insediata per due generazioni, prima che, nell'anno in cui venni iscritta ad Ilvermorny, ci trasferimmo in città, nella New Orleans magica.
    Perché portarmi qui? Cosa dovrei affrontare nella mia vecchia casa? Mi ritrovai a pensare, facendo un passo avanti, solo per notare di non essere sola lì... e, diavolo, mi si strinse il cuore a vedere chi altro era in quella stanza con me. Lentamente la figura che sino a quel momento mi aveva dato le spalle si girò, e nel riconoscerla non mi trattenni dallo stringere con forza il medaglione che portavo al collo, anche quello materializzato da Ilith probabilmente: i lunghi e grigi capelli della donna incorniciavano un viso dalla carnagione olivastra e spenta, mentre le rughe del suo viso, a dimostrarne l'anzianità, disegnavano un volto dai tratti tutto sommato dolci, in cui i protagonisti erano sicuramente un paio di occhi rosso sangue, puntati su di me. N-nonna Kora, riuscii solamente a dire, presa completamente alla sprovvista da quell'apparizione; era un fantasma? Un costrutto? Una proiezione della mia memoria o delle storie che mi erano state raccontate? Non lo sapevo, ma nonostante ciò non potei non sentirmi chiudere lo stomaco a ripensare a tutto ciò che quella povera donna aveva vissuto: tanto il M.A.C.U.S.A. che gli sgherri di Grindelwald la avevano braccata, inseguita, portata alla follia per avere dalla loro il suo Dono; era crollata per tutte le pressioni che le erano state fatte, per tutta la lotta che aveva dovuto portare avanti da sola, senza neppure l'aiuto di mio nonno, ucciso prima di lei da parte dei sostenitori del "Bene Superiore", ed anche lei, alla fine, in un ultimo atto di ribellione si era trovata dinnanzi alla stessa sorte, dopo indicibili torture.
    Non ero mai riuscita a conoscerla, tutto ciò che conoscevo e sapevo di lei derivava dai racconti di mia madre, da ciò che aveva potuto tramandarmi e spiegarmi, ma, nonostante tutto, il trovarmela dinnanzi mi lasciava senza parole, così come la sua voce, carica di terrore e paura nel momento in cui mi intimò di scappare, mi pietrificò dal terrore. Ed ecco che li vidi, quando sfondarono le porte con violenza: vestiti con lunghe tuniche nere, incappucciati, andando ad occultare i loro visi nel buio di quella camera, ecco che due dei seguaci di Grindelwald fecero il loro ingresso nella camera, riempiendo quella sala di grida disperate dal dolore, quando andarono a lanciare entrambi un Crucio su mia nonna; quelle urla, forti, continue, e che mi incitavano a scappare mi spezzarono il cuore, tanto che mi ritrovai, nel panico più totale per quella situazione, a spalancare gli occhi facendo un passo indietro. Quei... quei mostri erano lì, non pagandomi della minima attenzione, troppo intenti a torturare mia nonna, mentre io ero paralizzata dalla paura, vedendo ciò che mi sarebbe successo se mai si fosse saputo dei miei poteri, del mio Dono, Non voglio finire così, non voglio, non voglio, non voglio, iniziai a ripetermi più e più volte nella mente, completamente perdendo il senso della realtà, traumatizzata da quella scena; ad un tratto, così fuori di testa nel vedere quell'accadimento, l'immagine di mia nonna per un attimo si sostituì con la mia, vidi me stessa, lì per terra, agonizzante ad implorare pietà, a gridare a me stessa di fuggire pur di aver salva la vita, e qualcosa si smosse in me, involontariamente: notato che anche la mia bacchetta era stata riformata da Ilith, la imbracciai velocemente, e, puntando la bacchetta contro uno dei due aggressori, eseguii una stoccata, nel tentativo di lanciargli una delle Maledizioni Senza Perdono, IMPERIO! Gridai nel tentativo di lanciar quell'incanto e di stregare uno dei due, così che facesse il lavoro sporco per me. Fossi riuscita a colpirlo, presa dall'adrenalina del momento, sarei riuscita a dargli un solo e singolo ordine: Uccidi il tuo compagno e poi ucciditi! Solo questo mi sarebbe uscito dalle labbra: il mio subconscio, a quanto pare, non avrebbe permesso che quei due continuassero a torturare il sangue del mio sangue, ed anzi, li avrebbe fatti lottare uno contro l'altro, portandoli alla morte. Nessuno si doveva permettere di toccare la mia famiglia!

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    Resilienza spiritica: Essere posseduti da uno spettro e lottare per la propria esistenza è qualcosa che segna.. Le sue conoscenze su spettri e fantasmi aumentano come la capacità di resistergli e spedirli direttamente all’altro mondo se solo provano a soggiogarla: +1 per qualsiasi interazione con un essere etereo, +2 se tenta di cacciarlo dal proprio corpo.

    Skill:Divinazione I; Magia Nera I

    Incantesimi Usati:
    CITAZIONE
    Nome: Maledizione Imperius
    Classe: Mentale Oscuro
    Formula: Imperio
    Movimento: stoccata verso il bersaglio.
    Effetto: quando viene scagliato questo maleficio si vede un velocissimo bagliore blu e il bersaglio colpito viene assoggettato totalmente. Cadrà infatti in uno stato trasognante ed ubbidirà al meglio delle sue capacità a qualunque ordine impartito dal mago che ha utilizzato questa maledizione.
    Note: Se il Carisma del mago è inferiore alla Resistenza nemica, l'incantesimo dura solo per il turno corrente, poi questi si libererà in automatico. In caso la Resistenza sia minore, ad ogni turno il master lancerà un dado su Resistenza per verificare se il personaggio si riprenderà.


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    Sélène, dopo essere entrata nella prova, ed aver riconosciuto l'ambiente come la sua vecchia camera di quando era bambina, assiste all'aggressione di sua nonna, e, istintivamente, lancia un Imperio ad uno degli aggressori, ordinandogli di uccidere il suo compagno per poi suicidarsi.
     
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    Libro di Marthock
    Sélène salutò Ilith, immobilizzato nel proprio inchino, e se lo lasciò alle spalle.
    La strega lanciò un invocazione e per un solo momento le parve di vedere l'ombra di Baron Samedì(16+10+1=27). Alta, con tanto di tuba, sigaro e bottiglia di whisky. Poi, tutto svanì come un sogno, mescolandosi con le luci tenue di una stanza a lei ben nota.
    Domande, giocattoli, foto, ricordi e poi lei; la donna che portava sempre con sé, al proprio petto, chiusa in un immagine di quel medaglione che strinse con la forza di un affetto sconcertato.
    Tuttavia la confusione lasciò presto il posto al terrore.
    Due uomini erano entrati e avevano trascinato nel presente ciò che la madre le aveva raccontato mille e mille volte della fine di quella donna così dotata quanto braccata che era Kora Maudit.
    Un incubo del passato che rappresentava la paura del futuro.
    Il terrore di un epilogo simile scavò così a fondo nel cuore di Sèlène che, tra le urla di sua nonna, la strega riuscì a trovare il coraggio di reagire.
    La bacchetta scattò e un bagliore blu invase la camera numero 28. Poi degli ordini.
    L'uomo che era comparso dalla porta di destra cessò la tortura sull'anziana divinatrice e con un movimento meccanico alzò la bacchetta verso il proprio compagno.
    La camera, per un solo istante, si colorò di verde e un cadavere rimbalzò contro il muro di legno.
    Il silenzio invase di nuovo la penombra del traghetto, poi il manipolato cominciò a tremare.
    Il ticchettio della sua scarpa sulle vecchie assi sembrava quasi un requiem.
    Alzò la bacchetta, l'appoggiò sul proprio collo e poi delle terribili lame di vento vennero generate. Ma qualcosa era andato storto.
    All'ultimo il criminale aveva riacquisito lucidità e spostato il catalizzatore.
    Era a terra, vicino a Kora, ma, come lei, ancora vivo, seppur non in ottime condizioni.
    Al posto del collo era stato tagliato di netto il braccio e ora il terrorista si lamentava sopra il proprio sangue.
    Le lame di vento, però, oltre alla carne, erano riuscite a tagliare anche il cappuccio che nascondeva un volto ora rivelato. Quello di Aaron Barnes
    -S...Sélène, basta...aiutami-
    -Sélène...Finiamolo! N..non devi fidarti di nessuno. I...il nostro potere è un fardello pesante. N...non fare come ho fatto io. Non...fidarti-
    -Sélène... ti prego-
    Entrambe le voci erano stanche e spezzate dal dolore. Da entrambi i volti veniva vomitata paura.
    Erano vicini, ma il corpo di Kora Maudit si trascinava ancor di più verso di lui.
    Teneva in mano lo stesso coltello con cui era solita sacrificare gli animali ai Loa.
    -No, no! Mio fratello! A..aiutami-
    Lacrime avevano iniziato a sgorgare dagli occhi del signor Barnes.
    -Fidati solo di te stessa o farai la mia stessa fine.-
    Gli occhi di nonna e nipote s'incrociarono e poi il coltello iniziò la sua corsa verso la carne e il sangue.
    grOlxL6


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    Ciao Norman! Eccoci qui!♥️
    Note generali:
    - Quando fai la tua invocazione la tua coscienza extra-sensoriale si attiva(16+10+1=27) e ti pare di vedere l'ombra di Baron Samedì proprio davanti a te, ma poi scompare come se non ci fosse mai stata
    -l'imperio funziona alla grande!(18+6+1-7=18) e il tipo colpito uccide l'altro(17+8+10-7= 28), poi prova a tagliarsi la testa con un Diffindo Coeli (10+8+5=23), ma riesce ad abbassare la bacchetta e perde il braccio.
    - Una Kora molto provata sta cercando di finire Aaron, cosa farai Sélène?

    Per qualsiasi domanda non esitare a contattarmi ♥️
    la scadenza sarà sabato 12 alle 22:00

    Divertiti e divertimi ♥️
     
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    Non appena invocai il Loa che da anni vedevo come mio angelo custode, potei come per un attimo intravedere la sua figura dinnanzi a me, con Bacco e tabacco in mano; fu una flebile visione, che in un battito di ciglia scomparve così com'era venuta, ma beh, non potei che riflettere: E' qui a vegliare sulla mia prova? Non riuscii a non pensare, sentendomi più sollevata nel sapere che quella spettrale figura mi era accanto.
    Tale sollievo però non durò molto: il mio Imperio, lanciato d'istinto per proteggere mia nonna, colei da cui avevo ereditato il Dono, colpì in pieno il maledetto che la stava minacciando; una scintilla di luce verde, precisa e letale andò a colpire il suo compare, togliendogli la misera esistenza che gli era stata donata, mentre per la via del suicidio, l'assassino decise di andar per Diffindo, puntandosi al collo la bacchetta e preparandosi a colpire... qualcosa andò storta però. Vidi il braccio cadere al suolo, distaccato dal suo corpo, il cappuccio abbassarsi, ed ecco che il mio sguardo, mutato dalla paura al puro terrore, si sgranò nel vedere il viso di colui che ora supplicava il mio aiuto. MONSIEUR AARON! Gridai con la voce spezzata dalla paura. Perché lui era lì? Perché si trovava nei panni di un servo di Grindelwald intento ad attaccare mia nonna? Perché il libro mi stava mettendo dinnanzi ad una scelta tra le persone a cui più tenevo?
    Da una parte vi era mia nonna, la grande donna di cui mi era stato sempre raccontato, la forte divinatrice che si era opposta a Grindelwald e si era immolata per impedire che il suo Dono venisse messo al servizio di quel folle; dall'altra avevo invece Aaron, la prima persona che mi aveva saputa accettare dopo anni di solitudine e sofferenza, la prima persona che mi aveva fatto sentire importante, che mi aveva ridonato una scintilla di vitalità invitandomi a quell'evento che era stato la sua festa di laurea, così importante per lui, ed in cui mi aveva considerato. Ed ora, queste due personalità si trovavano l'una contro l'altra, a chiedermi aiuto contro la fazione opposta, a chiedermi di schierarmi quando io non avevo la minima intenzione di farlo. Li avrei fermati, li avrei fermati entrambi salvando le loro vite, non avrei permesso che si ammazzassero a vicenda!
    E proprio a causa di ciò non appena vidi mia nonna tentar di accoltellare Monsieur Aaron, non ebbi esitazione:Expelliarmus! Enunciai, lanciando l'incantesimo disarmante contro mia nonna, cercando così di farle lasciare il coltello che aveva in mano per il tempo necessario alla mia successiva azione. Fossi riuscita a togliere il coltello a mia nonna, sarei corsa verso Aaron, inginocchiandomi accanto a lui, e, fossi arrivata, lo avrei preso con il braccio dirimpettaio al suo mozzato, puntandogli poi contro la bacchetta, N-non tema Monsieur Aaron, sono qui, gli avrei detto, prima di tracciare una linea obliqua con il catalizzatore, e lanciando così un Vulnera Sanetur, cercando di curarlo. Ero conscia di star dando le spalle a mia nonna, che molto probabilmente si sarebbe mossa per prendere nuovamente il coltello così da piantarlo nelle carni di Aaron, ma non mi importava: solo una cantilena di parole mi rimbombava nella mente, mentre calde lacrime dovute alla disperazione mi scendavano lungo il viso a guardar Aaron ridotto in quello stato, Non morire, ti prego, non morire, solo questo si ripeteva continuamente nella mia psiche ormai.

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    Incantesimi Usati:
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    Nome: Incantesimo di Disarmo
    Classe: Scudo
    Formula: Expelliarmus
    Movimento: Scoccata in direzione della vittima
    Effetto: L’incantesimo di Disarmo è una tecnica magica che scala su Destrezza e consente al mago di far perdere al nemico la presa sulla bacchetta, od altri oggetti, in maniera più o meno accentuata, fino (in casi rari) a letteralmente scagliarla via.
    Note: permette di difendersi da un attacco di un solo nemico e richiede il consumo di un’azione, quindi il lancio di un dado in funzione di Destrezza con relativi modulatori, il cui risultato sarà da sottrarsi all’attacco che si vuole evitare, portando ad una riduzione o annullamento del danno. Nel caso la sottrazione diventi negativa a vantaggio della difesa, il mago attaccante subirà ripercussioni alla sua seguente azione con la magia pari alla differenza di valore (se la differenza era di 3, dunque, all’azione seguente il mago attaccante avrà un malus di 3).
    In caso l’azione di Disarmo non riesca pienamente, bisognerà calcolare la Schivata, sempre che il master non decida di ignorare la Schivata ed applicare un malus al nemico.


    Nome: Sortilegio Miracoloso
    Classe: Cura Avanzata
    Formula: Vulnera Sanetur
    Movimento: tracciare lentamente una linea obliqua
    Effetto: dalla bacchetta si libererà un velo bianco che si poserà sul soggetto da curare, ripristinando i suoi punti ferita e lenendo le sue ferite;
    Note: cura in funzione di empatia e può rimarginare qualsiasi genere di ferita non magica. Provoca Fatica


    © ryo's creation


    Sélène, provata dalla situazione, prima tenta di disarmare la nonna con un Expelliarmus, e, nel caso vi riesca, pur conscia che il tutto le costerà una grande fatica, lasciandola vulnerabile, tenta un Vulnera Sanetur su Aaron nel tentativo di salvarlo.
     
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    Libro di Marthock
    La luce d'argento sfrecciò nella stanza e colpì una mano tutta rughe. Il coltello volò alto nel cielo. Kora riuscì a prenderlo al volo, ma quando cercò di affondarlo di nuovo nelle carni dell'uomo d'affari, la nipote si era già frapposta fra lei e il suo obbiettivo!
    -Spostati sciocca!-
    Il terrore arrosava i suoi occhi!
    -Hai visto cosa mi ha fatto? Tutti possono tradirti! Anche lui! Perché lo proteggi?-
    -G...razie-
    Un velo bianco latte si era posato sul moncone, fermando l'emoraggia e portando un po' di colore sul volto di Aaron.
    La mano cercava la bacchetta imbrattata di sangue.
    -D...dobbiamo fare presto o ci farà fuori entrambi.-
    -Folle! Io non potrei mai!-
    L'anziana divinatrice cercava di spostare Sélène con le proprie energie straziate dai due Crucio; fragili spinte con la mano rugosa.
    Il plumiliadario continuava a cercare nel proprio sangue la sua bacchetta.
    Poi entrambi si bloccarono e un denso fumo avvolse l'area. La puzza del tabacco ricordava quella di un grosso sigaro cubano.
    -Entrambi eh? Scelta interessante-
    Quella voce rimbombava nella testa della strega. Chiunque ne fosse il proprietario sembrava che si stesse divertendo.
    -Asciugati le lacrime donna. E' tempo di un altra scelta. I tuoi affetti sono già feriti, non resisterebbero a un loro colpo. Sono curioso. Non deludermi.- Una risata profonda quanto il tempo e il fumo si concentrò a circa 3 metri dalla strega americana.
    Ne uscirono tre esseri e poi si diradò.
    Quei demoni pigolarono, risero e gorgogliarono poi attaccarono.
    Uno aveva puntato l'anziana, un altro Sélene e l'ultimo Aaron. Ognuno degli assalitori non era più alto di 40cm, ma sembravano tutto fuorché innocui.
    -Lo sapevo! Dovevamo finirlo prima!-
    Kora raccolse le sue energie per correre verso un angolo della stanza, dove si trovava la sua bacchetta, mentre Aaron, che riuscì, a prendere la propria rotolò poco distante. -Ti proteggerò!-
    Tuttavia una fitta di dolore lo colpì all'ultimo e il suo schiantesimo si abbatté solo contro un armadio. Da lì caddero a terra tre zucche di Jack o' Lantern.

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    RevelioGDR


    Ciao Norman! Eccoci qui!♥️
    Note generali:
    - Dato che Kora non si aspettava un tuo attacco hai attacco furtivo, che in questo caso ti ha concesso vantaggio per l'expelliarmus(si tirano due dadi e scelgo il pi+ alto)
    L'expelliarmus fa volare in alto il coltello, che poi Kora riesce a riprendere al volo, ma ormai tu sei già fra lei e Aaron e tua nonna non ti accoltella alla schiena :D (12+8-8=12)
    - Il vulnera Sanetur riesce relativamente bene, cura Aaron e gli blocca l'emorragia
    - Una voce è comparsa nella tua testa e poi vengono evocati 3 demoni che vi attaccano. Per te sarà difficile proteggere tutti, ma sarà anche impossibile? Questo sarai tu a decretarlo ♥️

    Per qualsiasi domanda non esitare a contattarmi ♥️
    la scadenza sarà sabato 19 alle 22:00



    4V2AF9c
    Se ci sono domande non esitare a porle!
    Divertiti e divertimi ♥️


    Edited by Lo Snaso Depravato - 16/12/2020, 12:34
     
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    Sélène Du Marais
    Link scheda · 35 anni · Proprietaria di Magie Sinister ·
    Riuscii per il rotto della cuffia a frappormi tra Monsieur Aaron e mia nonna, impedendo proprio che questa, ripreso il coltello al volo dopo che l'ebbi disarmata, pugnalasse l'unica persona che in anni di vita aveva visto qualcosa in me, tanto da considerarmi, da farmi sentir speciale. Non potevo abbandonarlo, così come non lo avrei fatto con chi era sangue del mio sangue: Nessuno di voi due potrebbe! Gridai, nel tentativo di zittire entrambi, così che mi ascoltassero, Entrambi provate affetto per me, entrambi mi conoscete per ciò che sono e mi accettate, continuai, con le lacrime agli occhi, Non voglio vedere nessuno di voi due soffrire o perire, soprattutto per mano l'uno dell'altra, quindi fermatevi dal combattervi, o sarò io con la forza a farlo! Non voglio rischiare di perdervi! Sentenziai infine, lanciando uno sguardo serio che passò prima da mia nonna, per poi terminare su Monsieur Aaron; quello era un mio ultimatum, e se non lo avessero rispettato, li avrei separati con la forza, pur di non lasciarli ad uccidersi tra loro.
    Mentre mia nonna, con le sue poche forze cercava di allontanarmi da Monsieur Aaron, e questi cercava nel sangue la propria bacchetta, ecco che tutto si bloccò: un denso fumo, dall'acre odor di sigaro si spanse nell'aria, opprimente in quella piccola stanza, e, prima che potessi anche solo pronunciar parola, una voce parve come uscir da quella nube per penetrarmi nella testa. La voce commentò di come la mia scelta di salvare entrambi fosse stata particolare, interessante a suo dire, e, spronandomi a non piangere più, a mostrarmi forte, il tutto prima che quel fumo, con una profonda risata si concentrasse a tre metri da noi, generando tre esseri demoniaci, pronti ad attaccare ognuno un singolo presente in quella stanza. Prima mi siete apparso dinnanzi, ed ora il tanfo del vostro sigaro permea la stanza mentre mi minacciate con creature dell'Oltretomba... si vede che vi state divertendo o Barone, e non sarò certo io a troncar il vostro diletto, mi ritrovai a pensare, ipotizzando di chi fosse opera l'evocazione di quegli esseri: eran comparsi dal fumo del suo sigaro, e, all'inizio di quella prova, mi si era parato dinnanzi alla mia invocazione, come a voler dire che sarebbe stato lui stesso ad esaminarmi. Il Baron Samedì era colui che mi stava testando, in prima persona, o almeno così potei supporre, viste le prove che avevo dinnanzi agli occhi. Rinnovata di quella motivazione che mi serviva, donatami dalle parole di colui che supposi essere il Barone, ignorai lo schiantesimo di Aaron, e le parole di mia nonna Kora, che lo accusava di esser l'evocatore di quelle bestie; mi serviva concentrazione per il prossimo incantesimo, con cui avrei fermato tutti quei mostri in una singola volta.
    Puntando la bacchetta in direzione di quelle bestie, avrei tracciato velocemente due cerchi in aria, concludendo così con una stoccata e pronunciando quell'incanto oscuro che di li a poco si sarebbe abbattuto su di loro: Meduvlium. Dalla punta del mio catalizzatore, ecco che, a coppie di due, si sarebbero generate sei meduse d'acqua, dirette a coppie verso i tre mostri, nel tentativo di raggiungerli ed avvinghiarsi ai loro capi, così da affogarli, Non vi lascerò alzare un singolo artiglio su coloro a cui voglio bene, avrei quindi detto ai tre demoni, ed al contempo ai due che stavo proteggendo: volevo che capissero, ancor più dopo il mio discorso precedente, che avrei protetto entrambi, in quanto tenevo sia a lei che a lui allo stesso modo, e non avrei lasciato mai e poi mai che quelle creature si azzardassero anche solo a graffiarli, così come non avrebbero dovuto scontrarsi l'uno contro l'altra. C'erano fin troppe vite in gioco, e non ne avrei persa neppure una!

    Statistiche
    PV: 42/42
    Stato Fisico: Ottimale
    Stato Psicologico: //
    Casata: Ex-Serpecorno
    Abilità:
    CITAZIONE
    Resilienza spiritica: Essere posseduti da uno spettro e lottare per la propria esistenza è qualcosa che segna.. Le sue conoscenze su spettri e fantasmi aumentano come la capacità di resistergli e spedirli direttamente all’altro mondo se solo provano a soggiogarla: +1 per qualsiasi interazione con un essere etereo, +2 se tenta di cacciarlo dal proprio corpo.

    Skill:Divinazione I; Magia Nera I

    Incantesimi Usati:
    CITAZIONE
    Nome: Anatema Affogante
    Classe: Elementale Oscuro
    Formula: Meduvlium
    Movimento: Tracciare due cerchi l'uno vicino all'altro e poi compiere una stoccata
    Effetto: genera delle bolle d’acqua simili a meduse fluttuanti, estremante aggressive, che puntano qualsiasi bersaglio vivente. Le meduse confluiscono sui bersagli e si assemblano in bolle che portano ad affogamento. In caso le meduse siano molte, è possibile che inglobino l’intero bersaglio. L’acqua è ha una consistenza gelatinosa e tappa completamente le vie aeree, al punto che, anche se scoppiate, è necessario eseguire Anapneo per non far morire soffocato il bersaglio.
    Note: le bolle attaccano tutti gli esseri viventi presenti nel raggio di qualche metro tranne il creatore purché la sua Empatia di base (senza bonus e malus: da scheda) sia pari o superiore a 27.
    Il numero di bolle generate è pari a Intelligenza/5. Ogni bolla è dotata di 6pv e se si uniscono i punti vita si sommano e si deve aggiungere 2 punti per ogni medusa confluita (ergo 8 a medusa). Azzerati i punti vita, esse esplodono.
    Le meduse sono ingannabili, manipolabili con la magia, ma non è possibile placarle. Portano all’asfissia in tre turni: al secondo turno si perdono i sensi, al terzo si muore. Quando anche solo una medusa colpisce un soggetto al volto, questi non può parlare o seguire incanti verbali.
    Le meduse avvolgono ed impossibilitano il bersaglio a qualsiasi azione quando i PV della bolla assemblatasi sono superiori alla Resistenza del bersaglio.


    © ryo's creation


    Sélène, dopo un discorso veloce a sua nonna e ad Aaron, subisce la visione del fumo e vede i demoni approcciarsi a loro; tenta quindi un Meduvlium, indirizzando due meduse verso ogni demone nel tentativo di fermarli facendoli affogare, e rimarcando nel mentre il fatto che Kora ed Aaron non devono scontrarsi tra loro.
     
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    Libro di Marthock
    Le ali annasparono e palline d'aria uscirono a frotte dalla mostruosa bocca del demone per poi disperdersi nell'acqua che gli circondava la testa.
    Con un tonfo, cadde a terra, a pochi metri dalla vecchia che aveva puntato, e iniziò contorcersi. Rotolava di qua e di là con gran chiasso, mentre la sua coda e i suoi artigli scattavano nel tentativo di far esplodere quella bolla di morte
    -Presto!-
    Kora aveva lanciato un altro sguardo tutto dubbi verso Aaron, ma poi gli occhi si assottigliarono verso il demone in difficoltà. Doveva approfittarne.
    -Flos Candida!-
    Il demone alato vomitò bolle d'aria nella sua tomba d'acqua. Si prese a pugni il petto, e la coda puntuta scattò di nuovo. La bolla esplose, liberando le sue grida che, come mille gessetti su una lavagna, graffiarono i timpani di tutti.
    Continuò a colpirsi, urlando, ma a nulla valsero i suoi sforzi e dal petto emerse un giglio bianco. Con il rumore delle urla si faceva sempre più grande e sempre più rosso.
    Tuttavia l'anziana non aveva il tempo per osservare la morte di uno spirito.
    -Sélène!-
    Le meduse oscure che avevano bersagliato il demone in fiamme erano evaporate nel tempo di uno schiocco di dita e l'iniziata del libro era scoperta. Troppo scoperta
    Il primo attacco fu solo uno un lieve sfrigolio sulla pelle del braccio, ma nel secondo gli artigli di fuoco le strapparono la carne del fianco destro. Non usci troppo sangue, ma si alzò un odore di carne bruciata.
    Quattro lunghi buchi di carne rosea che splendevano di dolore.
    Tuttavia, in tutto ciò Sélène era stata perfino fortunata. L'attacco era stato come indebolito dalle spore di quel fiore di sangue generato da nonna Kora. Gli occhi dell'assalitore danzavano un po' confusi.
    -Sélène!-
    Anche Aaron aveva urlato il suo nome, ma aveva altri demoni da pelare.
    Le meduse erano avvolte sul volto di quest'ultimo essere, ma i suoi occhi brillavano di una determinazione di sangue e fame. Il suo passo era lento ma costante, come l'ondeggiare di un pendolo.
    Un passo dopo l'altro. La lancia strisciata sul legno della cabina. Il suo rumore sottile quanto la morte.
    Si era avvicinato troppo e ora il medimago non lo poteva più ignorare.
    -Diffindo!-
    Una lama di magia attraversò il demone, ma anche se il sangue scorse, non era che un ferita leggera e il demone continuò a camminare.
    -No! Ti prego! No!-
    Aaron era ancora disteso sul proprio sangue, senza un braccio, e senza le forze di allontanarsi.
    La lancia calò e fra le bolle del proprio respiro negato, il demone sembrava felice, ma il suo sorriso durò uun attimo.
    Un fumo denso, del tutto simile a quello di pochi attimi prima si avvolse attorno alla lancia.
    -Basta-
    Il demone fu scaraventato via e scomparì alla vista, inghiottito da niente di visibile.
    Poi la nebbia del sigaro di qualche presenza avvolse il nemico di fuoco, immobilizzandolo.
    Il demone ringhiò, urlò, cercò di strappare via il fumo con le proprie fiamme, gli artigli e le zanne, ma qualunque cosa lo avesse intrappolato, era inellutabile.
    Risate profonde e lontane risuonarono di nuovo in quella cabina.
    -E ora? Di lui cosa ne vuoi fare bambina mia?- Il fumo accarezzò la guancia della strega. -Ucciderlo, cancellarlo da questo e tutti i mondi, controllarlo, capirlo... o qualsiasi altra cosa... in qualsiasi modo. Potresti anche non ascoltarmi.-
    Un altra risata.
    -Cosa farai?-

    grOlxL6


    RevelioGDR


    Ciao Norman! Eccoci qui!♥️ Perdonami per il ritardo, ma abbiamo quasi finito!
    Note generali:
    - Il tuo incantesimo oscuro ha avuto un buon risultato (18+7+1=26) così ti ho fatto andare a segno tutte e 6 le meduse e gli ho fatto applicare anche 1d10 di danno. (Demone nonna 7+7-10+1+4=9 5+7-10+1+4=7 Demone Sèléne 5+7-10+1+4=7 4+7-10+1+4=6 Demone Aaron 3+7-10+1+4=5 2+7-10+1+4=4).
    Il demone di fuoco ha subito i danni, ma l'acqua è evaporata quasi subito sulle fiamme demoniache e ti ha attaccato(2+10-5=13 17+10-5-3=19) il secondo attacco ha anche applicato Ustione(+3 danni extra per ogni attacco subito) quel -3 ai danni dell'ultimo attacco è stato applicato come effetto extra del critico positivo della tua nonnina, che ha maciullato il suo nemico con un fiore.
    -Aaron ha avuto sfortuna con il suo diffindo (13+7-10=10), ma la stessa entità spirituale che ha evocato i 3 demoni è intervenuta salvandolo e ti ha messo dinnanzi un'altra prova. Sta tenendo fermo il demone di fuoco lasciandolo alla tua mercé e attendendo di vedere cosa farai e come lo farai.
    -Ricordati che infondo alla stanza ci sono 3 bombe zucca.

    Per qualsiasi domanda non esitare a contattarmi ♥️
    Per farmi perdonare la scandeza non c'è, ma io mi impegno a rispondere appena lo farai tu



    FeFyqYy

    Divertiti e divertimi ♥️
     
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    Dark Side of Super Sayan

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    Sélène Du Marais
    Link scheda · 35 anni · Proprietaria di Magie Sinister ·
    Silenti e letali, nonché pregne della mia ira e del desiderio di proteggere chi mi era caro, le meduse d'acqua del Meduvlium si lanciaron contro i tre esseri infernali generati dalla nube di tabacco; un bianco fiore, che lentamente si tinse di cremisi, segnò la fine della bestia che aveva osato attaccare mia nonna, finito dall'anziana strega. Proprio la voce di questa, prepotente mi risuonò nelle orecchie, mentre sentivo il demone infuocato infilzar gli artigli nelle mie carni, bruciate dalle stesse fiamme dannate di quell'essere; un grido spezzò il mio silenzio in quel frangente, un urlo di puro dolore che mi fece portar al fianco destro la mano, solo per ritrovarmela tinta di rosso dal mio stesso sangue, che iniziava a sgorgar da quella ferita. Non ebbi però il tempo di pensare a me, che fu Monsieur Aaron, stavolta, ad invocare il mio nome: spalancai gli occhi in pieno terrore, nel momento in cui vidi la bestia che lo stava attaccando ad incedere verso di lui, ad alzar la lancia così da trafiggerlo. Cercai di correre, con la mano sinistra pressata sul mio fianco a contenere la ferita, in direzione di Aaron, pronta ad alzar la bacchetta contro la creatura che lo stava per eliminare, ma non ce la feci: una stilettata di dolore, proveniente dalla ferita, mi bloccò nel mio incedere, trovandomi quindi in ginocchio, ansimante e sofferente, mentre quell'arma veniva calata contro colui che nel tempo presente era la persona a cui tenevo di più.
    Provai a gridare, ad ordinar a quella bestia di fermarsi, ma le parole non mi uscirono di bocca, mozzate dallo stress e dalla sofferenza del momento, da quel turbine di negatività che mi stava attanagliando il cuore, e che, solo al ritorno della voce nel fumo, si affievolì.
    La bestia che aveva assalito Aaron, al giunger novizio del fumo, sparì nelle nubi, mentre colui che mi aveva ferito si ritrovò bloccato, impossibilitato a muoversi per mezzo di quello stesso fumo, quella nube d'odor del tabacco da cui ora la voce mi si rivolgeva direttamente, chiedendomi cosa avrei voluto fare di quell'anima corrotta. A fatica, stringendo i denti per il dolore, mi rialzai, risoluta nello sguardo che, al contempo, era carico d'ira, Questa bestia, questo... mostro, esordii, Ha tentato di portarmi via ciò per cui vivo: non mi interessa della mia sorte, non mi interessa della mia vita, ciò che desidero di più è proteggere coloro che sono importanti per me, continuai, Mia nonna, Monsieur Aaron, ognuno di loro mi capisce, prova affetto per me a modo proprio, ed è importante per me al punto che darei la vita pur di saper che la loro non si spenga, impugnai forte la bacchetta, nella mano sinistra, puntandola dritta al demonio stretto trai fumi, Nessuno... nessuno si deve anche solo permettere di alzare un dito contro di loro, nessuno deve anche solo osar sfiorarli con l'intento di ferirli, NESSUNO DEVE PENSARE DI POTER DANNEGGIARE COLORO A ME CARI SENZA CHE IO LO VENGA A PRENDERE PER FARGLIELA PAGARE NEL MODO PIU' ATROCE! Gridai quindi, in preda all'ira più totale per ciò che quella bestia ed i suoi simili avevano fatto.
    Una stoccata in direzione del capo di quella bestia, questo sarebbe bastato, seguita da un lampo di luce verde: non una parola sarebbe uscita dalle mie labbra, non un singolo suono, solo uno sguardo carico d'odio e risentimento per colui che aveva attentato alla vita dei miei cari, mentre, nel tentativo di togliergli la sua, di vita, avrei lanciato un Avada Kedavra non verbale, così da eliminarlo sul colpo, e mettere fine a quell'attacco.
    Nessuno toccava i miei cari, e ne rimaneva impunito.

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    PV: 42/42
    Stato Fisico: Ferita al fianco
    Stato Psicologico: //
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    Resilienza spiritica: Essere posseduti da uno spettro e lottare per la propria esistenza è qualcosa che segna.. Le sue conoscenze su spettri e fantasmi aumentano come la capacità di resistergli e spedirli direttamente all’altro mondo se solo provano a soggiogarla: +1 per qualsiasi interazione con un essere etereo, +2 se tenta di cacciarlo dal proprio corpo.

    Skill:Divinazione I; Magia Nera I

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    Nome: Anatema che Uccide
    Classe: Offensivo Oscuro
    Formula: Avada Kedavra
    Movimento: stoccata verso il bersaglio
    Effetto: quando viene scagliato questo maleficio si vede un lampo di luce verde, si ode un rumore sordo, come il sibilo del vento, e il bersaglio colpito cade a terra morto in modo fulmineo, senza neppure rendersene conto.
    Note: Per ragioni di fattibilità, il lampo verde difficilmente colpisce pienamente il bersaglio, determinando effetti minori. Causa +10 danni; se COR del mago superiore a RES del bersaglio e dado >15, manda in fin di vita il bersaglio.


    © ryo's creation


    Sélène, dopo esser stata ferita ed aver reagito alla situazione di Aaron, nel momento in cui il fumo blocca il demone, sputa tutto il proprio risentimento e le proprie ragioni innanzi alla voce nel fumo, e, arrabbiata come non mai verso chi ha attentato alla vita sua e soprattutto dei suoi cari, lancia un Avada Kedavra non verbale contro il demonio nel tentativo di eliminarlo sul posto.
     
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