PROVINO RUNE I

Morrigan trascinò il carrello dentro il laboratorio prima di esalare un grido di soddisfazione. Diversi libri provenienti da diverse fonti erano stati raccolti dal denrisiano al solo intento di approfondire un argomento estremamente interessante: Le rune.
"Manuale di rune antiche" Una lettura leggera per cominciare la giornata. "Questo già lo so" Sia il ramo materno che quello paterno della sua famiglia erano antichi almeno quanto Denrise. Il denrisiano era stato cresciuto a pane e rune e gli elementi più basilari di quei simboli magici tanto interessanti gli erano già noti "L'alfabeto Futhark prende il nome dalle prime rune della sua composizione". Morrigan sapeva anche questo e, a dirla tutta, non lo trovò banale. Il magitecnico adorava la logica che sorreggeva l'intero sistema magico adottato dai maghi. Dietro ad una formula vi era almeno un significato, proprio come dietro ad ogni runa.
"Ma passiamo alla parte interessante" Il mago aveva divorato gran parte del manuale in poco tempo, trovando l'esposizione dell'argomento estremamente scorrevole. "Il Lusio Loki sembra estremamente divertente" Morrigan era un avatar del chaos, come anche il dio norreno, e se era arrivato fin lì era perché di fortuna ne aveva da vendere. "Ma l'idea di mettere a repentaglio i miei alleati non mi piace" Il mago arricciò il naso passando all'argomento successivo.
Il capitolo parlava dell'incantesimo di marchiatura. "Questo ci è tornato utile in Papua Nuova Guinea" Avrebbe riflettuto lui, senza sapere quante di quelle rune fossero risultate inutili. Fino a quel momento il mago aveva dato la colpa alla Caria e ai suoi sortilegi, tuttavia, andando ad analizzare alcune foto presenti nel libro riuscì ad accorgersi che erano le stesse rune ad essere state incise malamente. "Ah" Le sopracciglia si curvarono verso l'alto "Si, devo proprio rimettermi in paro". Particolare attenzione venne rivolta verso Dagaz, il suo utilizzo nel campo dell'occlumanzia e della lucidità era interessante.
Quando il discorso si spostò sui sigilli runici, Morrigan finì per concentrarsi così tanto su quello che stava leggendo da ignorare il magifonino che stava squillando nella sua tasca. "I sigilli monorunici permettono di incantare gli oggetti in maniera duratura. In base all'abilità del caster, alcuni incanti possono diventare persino permanenti" Il docente di magitecnologia era un uomo troppo caotico per pensare al futuro. Tuttavia, sapere che i suoi incantesimi potessero essere studiati tra - non so - mille anni lo motivò. "Generalmente, è necessario applicare un sigillo per poi attivarlo con un canete runae o altri incanti affini". Quelle pagine erano alla base del crafting magico, e non solo.
Il mago si avvicinò ad uno dei tanti armadietti presenti nel laboratorio. Le sue mani solleticarono ogni scompartimento fino a riemergere con una piccola sfera di quarzo poco più grande di un occhio. La superficie era stata levigata precedentemente "Al quarzo piacciono i simboli, forse mi aiuterà in questa impresa".
Le rune avevano diversi significati e ognuno di questi avrebbe potuto portare ad un risultato diverso in base all'obiettivo. "Mi servono delle rune che riescano a stabilizzare l'energia e ad aumentare il controllo" Tra le diverse opzioni disponibili, si trovava sicuramente Dagaz per i motivi sopraelencati. "Anche Gebo non è da meno" Leggere di come questa runa potesse risultare utile per amplificare l'efficacia degli incanti scudo fece illuminare il mago. "Algiz, già, anche algiz non scherza" Nel suo ricordare le corna di un'Alce, questa runa prendeva anche il significato di autoconservazione.
Morrigan storse il naso comprendendo come ciò non fosse abbastanza. "Queste sono ottime rune di supporto ma non possono costruire la base di ciò che voglio creare" Una risposta venne trovata nel capitolo successivo. "No, non sono pronto per le trisceli runiche" Beh, a cosa serviva effettuare un provino in cui si ripetevano cose già conosciute?
"Forse dovrei usare il verbavoleo per mantenermi a distanza di sicurezza" Morrigan non temeva tanto il farsi male, bensì il finire bulleggiato da Victoria per i danni apportati al laboratorio. "No, ok, no" Con falcate sicure, il docente di magitecnologia si avvicinò ad un tavolo su cui ripose la sfera di quarzo. "Voglio creare una bomba la cui esplosione non finisca per disperdersi ma sia contenuta in una singola area. Qualcosa di piccolo ma letale, come l'angolo di comodino contro cui ho sbattuto il mignolo oggi". La prima runa che gli venne in mente fu Tiwaz. La runa rappresentava non solo il coraggio, alla base degli incanti offensivi, ma addirittura la figura del guerriero che, con la sua disciplina e la sua ferocia, si sarebbe adattato perfettamente alla creazione di una bomba di quella tipologia. La seconda runa che parve rendersi necessaria fu Algiz. Questa, simboleggiando l'autoconservazione, avrebbe potuto aiutare a comprimere l'energia della stessa bomba, impedendo che quest'ultima potesse finire per disperdersi. L'ultima runa di effetto sarebbe stata Thurisaz. Quest'ultima assumeva il significato di protezione e, dunque, avrebbe potuto supportare la principale funzione di Algiz, seppur in modo più offensivo. Il secondo significato preso da Thurisaz, per l'appunto era "spina", il principale organo di attacco, e di difesa, delle rose. Considerando una bomba come uno strumento offensivo, la runa di attivazione migliore che Morrigan riuscì ad immaginarsi fu quella di Uruz. Rappresentando la forza primitiva, quest'ultima runa si sarebbe ben adattata a tutti gli scenari in cui il mago avrebbe potuto utilizzarla "Questa spero proprio di tirarla in faccia a quello sciacallo dietro al conflitto Denrise-Papua".
Sebbene Morrigan avesse una certa manualità, decise di ripetere le rune più volte su dei pezzi di carta. Il minimo errore poteva essere fatale. "Questo è solo un esperimento ma, se riesco a canalizzare le forze primitive di un soggetto, forse riuscirò anche a controllarle" Il mago comprese di essere pronto "Se questo esperimento funziona, dovrò ricordarmi dell'utilità di queste tre rune di effetto, aye".
Come prima cosa, Morrigan disegnò un triangolo con ai vertici Algiz, Tiwaz & Thurisaz, racchiuse in un cerchio. Al centro si trovava la quarta runa, Uruz. Assicuratosi della qualità del lavoro, la bacchetta venne estratta dal fodero e dunque venne curvata verso l'alto «Scripta maneo». Sfruttando questo incanto, il mago impresse la figura nella sfera permanentemente. «Canete Runae» Il catalizzatore punzecchiò il sigillo e, nel mentre, ripeté l'obiettivo di quell'incanto nella sua mente "Una bomba piccola ma letale". Pronto ad evocare un protego maxima in caso di necessità, Morrigan attese nella speranza di comprendere se le sue conoscenze teoriche avessero abbracciato anche un corrispettivo pratico.


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