Si può?

Joanne&Jason

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    tereza
    Joanne Nilsson | 24 anni | Densiriana
    Quella missione le aveva fatto capire che era debole. Lei non sopportava di essere debole. Non sopportava più la sua vita ed aveva deciso che doveva cominciare a fare qualcosa di sensato. Doveva seriamente essere diversa e per esserlo doveva impegnarsi. Aveva deciso di andare a trovare Jason. Basta essere la ragazzina solitaria di quel posto, basta essere sempre vista come la campagnola della situazione, o ancora peggio di non essere vista per niente. Il problema principale era che si era stufata di essere invisibile agli occhi di tutti. Insomma come si poteva non ricordarsi neanche il suo nome? I nilsson erano una famiglia che era stanziata su quell'isola da secoli! Erano stati sempre li, erano sepre rimasti tra di loro e, per sfortuna e grande vergogna di Joanne, avevano avuto anche la bellizzima idea di sposarsi tra di loro in più di un'occasione. Per fortuna che lei non era frutto di un incesto diretto, ma comunque non era della sua famiglia che voleva parlare. Infondo, gli era sempre stata scomoda quella vita, lei aveva fame di conoscenza, voleva essere una ragazza normale dell'età che aveva ed invece si era ritrovata ad essere amica di un'adolescente, per carità adorabile, ma che conosceva più cose di lei. Emma la stava sicuramente aiutando moltissimo, ma lei voleva di iù. La conoscenza non era l'unica cosa che gli mancava in quel momento. In quel momento voleva solamente e soltando indipendenza. Vleva poterzi alzare dal letto, lavarsi la faccia e magari mettere un filo di trucco. Non voleva essere la solita sfigata che puzzavca sempre di letame di mucca perchè era costretta, infinitamente costretta a lavorare nei campi. Quindi, quel suo stato di malessere la rendeva asociale ed irascibile, ma non come Hulk, ma si rinchiudeva ancora di più a riccio, restando sempre in disparte e perdendo, poco a poco la voglia di regiare, la voglia di vivere. Non voleva essere depressa e non voleva essere ancora un'adolescente. Era piccolina, ma aveva un corpo forte. Voleva diventare utile oltre che forte e non aveva nessuna intenzione di rinunciare a quel sogno. lei era sempre stata una combattente e voleva diventarlo davvero. Insomma chiedere di esser euna predona? No, rifiutava comunque la violenza ed amava invece la natura, le piante, gli animali. Infondo Joanne aveva semplicemente una corazza addosso, ma sapeva di essere gentile e dolce in cuor suo. A parte quando pensava a quel coso di James. Li allora si che diventava una spaccatutto. Comunque, quella mattina, decise di fare una tappa al serraglio così da chiedere a Jason se, nel caso, gli servisse una mano. Infondo lei ci capiva di quelle cose, era una vita che stava in mezzo all'erba a fare pozioni e cose del genere, un pò senza regole e conoscenze, ma quelle si imparava no?
    Con un pantalone nero ed una maglietta bianca bucata leggermente sulla spalla, la sua feretra e il suo arco dietro le spalle, entrò timidamente nel negozio guardandosi intorno. C'è nessuno? Chiese poi per farsi sentire e comunque sempre un pò sulla difensiva e pronta a scoccare frecce nel caso ci fosse stato bisogno. Era veramente sola ed aveva sempre portato il peso di qualcuno che l'additasse come diversa,non poteva essere altrimenti!
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    JASON KRATOS BYRNE
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    Tutti si staranno chiedendo cosa stesse facendo Jason in quel momento. Insomma, non tutti, ma almeno quelli che stanno seguendo questa piccola scenetta divertente.
    Chissà chi potrebbe immaginare quanto esso fosse impegnato ad annaffiare le sue pianticelle: no, assolutamente, non stava facendo quello.
    Forse era impegnato a giocare con Seth? No, il cagnolone oggi era rimasto in casa, un po' pigro e assonnato.
    Probabilmente aveva iniziato a preparare qualche nuovo intruglio. No, nemmeno quello.
    Il vostro caro druido super-palestrato era semplicemente in bagno. Ebbene sì, mai nessuno ha pensato che questi poracci hanno bisogni fisiologici anche loro? Infatti, quando sentì la porta aprirsi, subito Jason risistemò il suo amicone nei boxer e richiuse il pantalone «Un attimo, arrivo subito.» - gridò dalla sala del trono, sempre con garbo e gentilezza. Quindi si lavò le mani e uscì asciugandole con uno straccio che usava proprio per tale funzione.
    Sorrise gentilmente prima ancora di capire chi fosse entrato, ma quando la nocciola di Jason si permise di esplorare l'interlocutore, quasi si stupì di vedere Joanne lì.
    «Oh, Joanne... che sorpresa.» - sì, la sincerità e la gentilezza di Jason si buttarono a braccia aperte verso di lei «Sei qui per comprare qualcosa o volevi parlarmi?» - domandò, incerto del motivo per cui una brava arciera potesse essere in un posto come la sua bottega.
    Aggirò il bancone e fece strada, aprendo uno dei suoi muscolosi, verso un piccolo tavolino lì vicino «Sediamoci pure, vuoi qualcosa da bere? Non ci vediamo dal giorno della missione. Come stai?» - la sua era una domanda davvero interessata, in quanto Jason aveva a cuore tutti i membri di quella strana avventura che li vedeva coinvolti.
    Il druido indossava un pantalone marrone, con delle ampie tasche, sopra una canotta nera, che si attaccava perfettamente a far vedere ben oltre i suoi pettorali. Il pantalone era infilato in degli anfibi neri, ben stretti. I suoi capelli lunghi, invece erano portati legati in una coda bassa.


     
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Joanne che di per se era già una ragazzina minuta, bassa e piccola di statura, di fronte a quell'omene sembrava seriamente una bambina. Non sapeva cosa stesse facendo ma quando sentì che doveva aspettare un minuto, non fece altro che fermarsi in imbarazzo vicino alla porta ed aspettare. Non era abituata a scendere nel villaggio e prendere contatti con qualcuno meno che mai con qualche uomo e peggio ancora quando si trattava di qualcuno che l'aveva vista combattere. Infondo era una ragazzina nell'anima e tutto quello, era per lei imbarazzante ed oltremodo assurdo. Cosa doveva dire a Jason? Se ne era completamente dimenticata e vedendolo li con quella maglietta super attilata e quei pantaloni che gli facevano esaltare quello che era un pacco importante, la lasciava completamente di stucco e la cosa assurda era che non si aspettava tanta gentilezza da una persona con quell'aspetto. Mai dimenticarsi che Joanne aveva 24 anni ed non aveva neanche mai dato il suo primo bacio senza contare che non era mai andata a scuola quindi la sua ignoranza era vidente e per quanto lei volesse nasconderlo e cercare di rimediare, sarebbe stato comunque difficile farlo tutto insieme. Si morse il labbro fece un respiro profondo e puntò i suoi occhi in quelli del ragazzo, alzando il collo per vederlo davvero. Io? beh... diciamo bene! Ecco si, sono stata meglio ma posso dire anche di essere stata peggio e no... in realtà sono venuta per chiderti... ecco qualcosa, ma non so se sia una buona idea. Insomma neanche mi conosci e... ecco tu sei un maschio! Quella frase suonava seriamente sessista come se lui fosse maschio e che quindi non poteva capire quello che gli stava per chidere, ma in realtà, nella testa della giovanissima contadina in cerca di riscatto sociale, voleva dire tutt'altro. Io...volevo chiederti semplicemente se avevi bisogno d'aiuto. Insomma a me piacciono le piante e vorrei saperne di più per le pozioni ma... ecco non so come sostenermi e quello che è successo con quelli in quell'isola e cose del genere mi hanno fatto capire che sono debole ed ho bisogno di imparare. Diciamo che in quella confusione era arrivata giusto al punto di dirgli cosa voleva veramente. Ma Jason doveva avere veramente pazienza con lei. Era necessario se no, sarebbero esplosi in pochissimo tempo!
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    JASON KRATOS BYRNE
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    La stazza di Jason era come se sovrastasse quella minuta di Joanne che invece sembrava un fragile fiorellino nel campo verde. Non la vedeva molto in giro per il villaggio e vederla entrare nella sua bottega, fu una novità a cui non era pronto. Jason rimase accogliente anche con lei, come se fosse lì per comprare qualcosa, alla fin dei conti molti nel villaggio lo cercavano per tisane e quant'altro, quindi perché non avrebbe dovuto farlo lei? La osservò con quel sorriso gentile dipinto in volto, chiedendosi effettivamente cosa le potesse servire.
    Lasciò che lei si ambientasse cercando di non essere troppo invadente con gli sguardi e cercando di occuparsi di altro, come metter dritto un mazzolino di lavanda che sembrava volesse ricadere in terra, poi le dedicò attenzione quando iniziò a parlare, con quel sorriso dolce sul volto. Aggrottò la fronte, quasi ridendo e scosse il capo, per quel precisare che fosse maschio, questa sì che Jason non l'aveva mai sentita «Fai con calma, non preoccuparti. Qualsiasi cosa tu voglia chiedermi, rimarrà tra queste mura, promesso.» - e incrociò le dita, baciandole appena.
    Quando Joanne disse finalmente quello che voleva sapere, beh... Jason sussultà appena, quasi sorpreso da quella richiesta strana. Non aveva mai pensato di poter aver bisogno di qualcuno che lo aiutasse con la bottega, ma allo stesso tempo, in quella confusione che la ragazza aveva cercato di riordinare, aveva visto una luce di ingenuità e un desiderio di sentirsi utile in qualcosa.
    Rimase un attimo in silenzio, prima di sospirare profondamente e «Sì, effettivamente stavo giusto pensando di chiedere in villaggio se qualcuno volesse aiutarmi. Caschi proprio a fagiuolo. Inoltre, se vuoi imparare qualcosa sulla magia verde, qui sei nel posto giusto. Ricordati, non sei debole affatto se capisci di aver bisogno di conoscere e di imparare, anzi... ma, dimmi un po', cosa ti spinge ad avvicinarti alla natura e alle sue forme più disparate?» - non voleva sembrare un colloquio, ma in realtà voleva sapere davvero qualcosa di lei «So che avremo tanto tempo insieme, Joanne, ma mi piacerebbe conoscere qualcosa in più di te.» - sorrise quindi e la lasciò parlare.


     
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    Joanne Nilsson
    Densiriana | 24 anni
    Fondamentalmente era una ragazzina che non sapeva che pesci prendere. Jason era qualcuno di cui si fidava a pelle perchè le aveva salvato più volte la vita quando era andata in missione con i grandi e Joanne pensava seriamente che solamente granzie a quell'omone gentile fosse ancora li a respirare e su quella terra. Sapeva anche che alla fine di tutto era qualcosa che lei doveva cominciare a capire e a conoscere, ossia cercare di prendere una strada, qualsiasi strada essa fosse ma comunque qualcosa che gli serivsse davvero nella vita. Voleva andare via di casa da per tutto basta che non era li, voleva seriamente fare qualcosa di bello per la sua vita ed ultimamente era come se tutti quanti gli stessero dicendo di darsi una grande svegliata perchè lamentarsi e basta non era sufficiente per cambiare qualcosa che non andava. Aveva sempre amato le piante e gli animali, forse perchè aveva passato così tanto tempo nel bosco che oramai credeva davvero che quello fosse il suo posto. Riusciva più a comunicare con gli animali che con le persone e le piante gli interessavano davvero oltre al fatto che gli avevano salvato la vita in più di una occasione. Conosceva solamente la pratica e nella maggior parte dei casi non conosceva la teoria, quindi nomi di piante e loro reali potenziali, ma insomma! Non era mai andata a scuola e quello era un limite, un limite che doveva assolutamente superare. Lo sentì e vide ridere per quello che disse e sorrise appena. Si era stata abbastanza buffa e si rendeva conto che tutta quella confusione non faceva altro che renderla ridicola, ma non poteva farci niente. Lei era così e nessuno le aveva insegnato ad essere diversa. Nessuno aveva insegnato a Joanne ad esser euna signorina e nessuno le aveva neanche mai detto che oltre alla sua fattoria c'era un mondo che poteva conquistare. Fece un respiro profondo per incoraggiare se stessa. E quando sentì la risposta del bruno quasi lo guardò come se avesse una luce santa dietro di se. Joanne, molto probabilmente, la vide davvero e sentì anche il coro degli angeli suonare e cantare per lei.Davvero? Chiese sorpresa di quella risposta. Cadeva veramente come un fagiuolo? Era una cosa bella no? Voleva dire che era arrivata nel momento giusto e nel posto giusto oppure che era come un fagiolo? Era contenta e sembrava che Jason volesse accettare il suo aiuto. Finalmente si sentiva a casa in un posto, finalmente guardandosi intorno poteva vedere cose che gli interessavano veramente e non per forza cacche di animali e cose da trasportare. Sorrise ragiante e poi a quella domanda si morse un pò il labbro, poi ancora cercò di riordinare le idee e non sembrare veramente una stupida bambina. Ho sempre voluto imparare tutto sulla magia verde, sia per quanto riguarda gli animali che per le piante. Sono sempre stata nei boschi, nella maggior parte delle volte da sola e sinceramente mi trovo più a mio agio in mezzo al verde ed a parlare con qualche animale che con le persone, nel villaggio o in città! Non era una vera e propria risposta alla sua domanda, ma era qualcosa che ci si avvicinava molto. Infondo gli aveva detto che era nel posto giusto se avesse voluto imparare qualcosa di magia verde e lei voleva imparare davvero tanto e tutto su tantissime cose. Io lavoro nella fattoria con i miei genitori. Non faccio altro e non sono più disposta a fare quella vita. Non mi hanno voluta mandare a scuola perchè... sai le vecchie tradizioni, una densiriana non lascia mai la sua terra! Con l'ultima frase imitò sua madre. Inoltre la mia famiglia è straordinariamente povera, non so esattamente perchè,ma comunque ho cercato di imparare qualcosa da autodidatta e le piante, mi hanno aiutata moltissime volte a non morire di febbre o cose del genere. Io... beh! Credo che sia evidente che non sono una brava nei rapporti sociali e di conseguenza... parlo spesso con gli animali. Sembro pazza, lo so. Infodno era quello che gli era sempre stato ripetuto da quando era piccola. Dicendolo abbassò lo sguardo guardandosi i piedi. Era imbarazzata da tutto quello e sapeva di star facendo una pessima figura. Se non mi vuoi più me ne vado... Disse semplicemente prima di fare qualche passo indietro. Infondo c'era veramente poco da aggiungere e lei, su quel punto, era seriamente fragile.
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    JASON KRATOS BYRNE
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    E quindi, adesso, Lo Speziale aveva un'altra persona ad occuparsi di lui. Jason ancora non ci credeva che aveva detto di sì a Joanne, ma si sentiva sicuramente più sollevato ad averla in giro per la bottega, che nei boschi. Insomma non era un posto adatto ad una ragazzina, soprattutto di questi tempi.
    Poi Joanne sembrava volesse davvero imparare qualcosa e quello era un posto perfetto per farlo, senza mettere da parte il contatto con la natura. Sarebbe stato perfetto anche per Jason avere un po' di compagnia in bottega, a dire il vero. Ma la vera domanda era: come l'avrebbe presa Seth? Insomma, loro erano stati sempre e solo in due, nessuno si era mai stazionato in bottega da loro, erano stati tutti sempre di passaggio e Seth non era abituato ad avere una seconda persona in giro per le zampe.
    La domanda di Joanne voleva una risposta e Jason non tardò a dargliela, con quel sorriso caldo e accogliente che era proprio dell'omone. «Certo, davvero!» - disse il druido, mentre si toccava la nuca «Però devo avvisarti che non saremo soli. Ci sarà anche Seth, non hai paura dei cani, vero?» - lo chiedeva sempre, per paura che qualcuno che mettesse piede lì, avesse paura della stazza dell'husky che si credeva un cucciolo di pinser.
    Le parole di Joanne lo rincuorarono sul fatto che non fosse una sprovveduta che volesse solo fargli esplodere il locale, quindi le sorrise nuovamente, come se non lo avesse fatto nemmeno una volta. Rise alle sue parole «Allora credimi, sei nel posto giusto. Io e Seth ci facciamo le migliori chiacchierate. Comunque dovresti conoscerlo.» - scosse la testa, divertito all'idea di una chiacchierata a tre.
    Ascoltò quella parte della vita di Joanne e inclinò il capo, davvero interessato poi sgranò gli occhi e sussultò «Ma che dici! Diciamo che mi hai convinto ancora di più a volerti qui dentro! Meglio un frutto acerbo da crescere al meglio, che uno marcio difficile da smuovere dalle proprie convizioni.» - alla fine era vero, non era facile insegnare qualcosa a chi già peccava di superbia. Invece Joanne sembrava così genuina, che - a parer di Jason avrebbe potuto imparare davvero tantissimo «Comunque insisito, devi conoscere Seth. Ma prima... ti va di vedere i giardini qui dietro, il laboratorio e quant'altro?» - e se avesse accettato, l'avrebbe condotta nel cuore della bottega, fino ad uscire fuori nelle piccole zone di coltivazione «Qui, se vorrai ti insegnerò a prenderti cura di loro e - perché no - potresti scoprire da te tutte le funzionalità di ogni pianta.» - gli disse allargando un braccio verso i suoi gioiellini verdi.


     
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    Joanne Nilsson
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    Joanne era semplicemente una ragazza che voleva imparare un mestiere e sopratutto voleva essere indipendente dalla sua famiglia. Voleva essere una persona diversa da quello che era sotto tantissimi punti di vista e finalmente avevvatrovato il modo di avere delle conoscenze in più su quello che amava veramente ed avere anche una sortedi stipendio. Sorrise a quell'omone e si strinse nelle spalle. Assolutamente no! Non ho paura dei cani ne degli animali in genere, anzi! Sono veramente a mio agio con i cani! Non vedeva l'ora di cominciare quella nuovissima esperienza, non vedeva l'ora di collaborare con Jason e non vedeva l'ora di conoscere quel cagnetto. Non aveva mai avuto paura di nessun tipo di animale, era sempre stata in giro da sola per la foresta ed aveva sempre cercato di proteggere il più possibile ogni tipo di animale. Si era sempre prodigata per la natura come ogni brava densiriana e contadina e tutto quello gli sembrava quasi un sogno. Davvero stava disubitendo ai suoi genitori per fare qualcosa che la rendeva seriamente felice? Era così e la cosa non gli dispiaceva per niente. Anzi, tutto quello rendeva ancora più adrenalinico il tutto e la cosa non gli dispiaceva affatto. Si morse il labbro ed annuì alle parole del densiriano. Ascoltò quello che disse e si sentì quasi rincuorare da quelle parole. Non voleva essere presuntuosa ne tanto meno pensare che lei non fosse già qualcosa di marcio, ma alla fine non era quello il momento delle paranoie ne tanto meno il momento giusto per essere una contadina senza un minimo di coraggio. Voleva essere pronta ed attiva per tutto quello che avrebbe imparato. Sorrise ancora ed annuì con grande vigore. Era una ragazzina ed era piccola sia di statura che in quanto ad esperienze, ma non era una stupida e la cosa che le piaceva di più e le riusciva meglio era sicuramente imparare. Imparava sempre qualcosa di nuovo ogni giorno e da quando aveva incontrato Evelyn e Rebecca, chi in un modo chi in un altro, aveva capito che era quello che voleva diventare: intelligente e coraggiosa come Evelyn, Bella e spigliata come Rebecca. bene, non aveva la loro statura e forse neanche la loro bellezza... ma aveva altro ossia la capacità di essere una spugna ed assorbire qualsiasi cosa le veniva insegnato. Chissà in che casata di Hogwarts sarebbe stata smistata! E chissà se avrebbe potuto chiedere un permesso speciale a Victoria per partecipare a qualche lezione di Hidenstone. Bene, doveva chiedere e la cosa non gli dispiaceva affatto. Tornò a guardare in alto e quindi negli occhi di Jason. Ne sarei onorata! Sia di incontrare Seth che di vedere un pò il giardino! Aggiunse poi sorridendo ancora, non riusciva proprio a smettere, ed andando in giro con Jason nel suo giardino. Chissà che aspetto aveva quel Seth, e chissà se lei gli sarebbe piaciuta. Ecco si era quello il problema, lei sarebbe piaciuta a lui? e se non fosse successo? Il panico le stava sicuramente attanagliando lo stomaco. Non vedo l'ora di cominciare! Ammise poi guardandosi intorno e guardando quella moltitudine di piante e di fiori che la circondavano!
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