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    Danielle Macmillan
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    Io davvero non capisco come faccio a farmi coinvolgere sempre in queste cose. Danielle borbottava avanzando sotto una pioggia battente cercando riparo sotto le balconate di alcuni edifici della piazza. Ma la colpa è solo mia, scelgono sempre posti trash, totalmente mancanti di eleganza e dignità perché amano ubriacarsi. Da lontano potevano sentirsi chiaramente le voci di un allegro gruppo che aveva alzato troppo il gomito, decisamente troppo per una strega come Danielle che dell'eleganza e dello stile ci aveva fatto una filosofia. Non che vestisse sempre come una principessa, anzi, ma quello che lei riteneva indispensabile era mantenere un certo contegno. Ma da bambini sono cresciuti in una giungla babbana?Si era ripromessa mille volte che non avrebbe più accettato di uscire coi colleghi del ministero, ma anche una solitaria come lei sapeva che per raggiungere certi obiettivi a volte era necessario scendere a compromessi.
    L'intensità della pioggia continuava a crescere velocemente, le voci erano diventate un lontano brusio, Danielle era totalmente zuppa. Avrebbe potuto usare la magia e rientrare a casa, ma poi avrebbe bagnato il nuovo tappeto regalatole dai genitori, quindi no, decisamente doveva un attimo riprendere fiato e pensare ad una soluzione. Totalmente distratta dai suoi pensieri sbatté contro una massiccia porta in legno. Sospirò toccandosi la fronte, senza dare nell'occhio si guardò intorno per vedere se qualcuno aveva assistito alla scena, dopo aver confermato che era sola, alzò lo sguardo verso l'ostacolo in cui si era imbattuta. Decisamente non mi aspettavo una simile lavorazione in un posto così, questi simboli sono magnifici e elaborati da qualcuno che ha una profonda conoscenza della scrittura magica. Avrebbe tranquillamente detto che erano opera di qualcuno che lavorava nel suo dipartimento per la visione d'insieme dei caratteri. Con l'infreddolita mano andò a toccarne delicatamente i contorni, dimenticando la pioggia, i vestiti zuppi e i capelli bagnati che le scendevano sullo sguardo color ghiaccio. Starnutì. Forse è meglio entrare... Spinse la porta aprendola e fece alcuni passi all'interno di quella libreria. Respirò a pieni polmoni quell'odore di libri, di antico e di cultura, il caldo cominciò ad avvolgerla facendola tremare. Buon pomeriggio! Salutò cercando con lo sguardo la proprietaria di quella meraviglia, un rumore attutito di passi venne da una sala privata, Danielle girò il viso nella loro direzione e per un attimo le mancò il respiro.
    Kenna Ivonne MacEwen, non la vedeva da secoli. Frequentavano Hogwarts negli stessi anni, erano entrambe serpeverde e per questo si erano incrociate diverse volte nella sala comune chiacchierando più volte; la compagna era di un paio di anni più grande e, visto il percorso che aveva seguito fino a diventare caposcuola, Dani aveva sempre provato una profonda ammirazione per lei.
    La strega respirò profondamente cercando di riprendere il controllo della situazione, non poteva comportarsi come se fosse tornata tra i corridoi di Hogwarts e si girava a guardare Kenna ogni volta che passava. Questo stesso pensiero la lasciò basita, visto da questo punto di vista poteva sembrare aver avuto una cotta per lei, ma non l'aveva mai considerata tra le possibili persone da sposare che il suo volubile cuore le faceva trovare. Si passò la mano sulla fronte per spostare una ciocca nera che faceva scorrere delle gocce d'acqua sul suo pallido viso. Ciao, Kenna. Disse sorridendole.

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    Kenna Ivonne MacEwen



    Il primo settembre era stato un giorno duro per la strega dato che, dopo anni, non aveva affrontato il viaggio sulla Galeone degli Abissi come da tradizione. Quello fu forse il primo giorno in cui razionalizzò come non avrebbe più messo piede nell’accademia di Hidenstone, che non avrebbe più varcato la soglia della sua aula rispondendo ad un indovinello e che non avrebbe più avuto sotto la sua responsabilità i vari studenti che si sarebbero avvicendati negli anni. Fu un duro colpo per la magistorica, tanto che preferí chiudere per un’intera giornata il negozio ed abbracciare la bottiglia dell’Ogden Stravecchio lasciando che lo sguardo vagasse sul mare che circondava Denrise. Un solo giorno di debolezza prima di tornare a quella nuova routine che aveva impostato e che racchiudeva principalmente la gestione della libreria che aveva riportato a nuovo oltre che delle consulenze per il ministero. Quel giorno, complice la pioggia battente che avrebbe tenuto lontano -ulteriormente- i denrisiani dal Leabharlann la MacEwen ne approfittò di tradurre un antico frammento runico che le era stato inviato dal governo danese. In particolare si narrava la figura di una delle tante sconosciute skjaldmær, donne guerriere vestite da uomini, impegnata nella riconquista di un villaggio danese. Tramite quelle informazioni Ivonne avrebbe dovuto cercare di carpire l’esatta ubicazione del villaggio per permettere il proseguimento della ricerca di un gruppo di magiarcheologi nella regione dello Djursland.
    Per prevenire eventuali allagamenti, ma soprattutto in ottica avvisa avventurieri che decidevano di arrischiare pur di comprare un libro, la strega aveva accostato i pesanti battenti dando comunque la possibilità alla clientela di aprirli autonomamente. Mentre con grafia elegante appuntava al margine un riferimento al rivedere l'intera frase appena tradotta la porta gracchiò rivelando la presenza di un intruso. «Una intrusa.» Si corresse, affrettandosi verso la parte principale del negozio salvo poi rimanere sorpresa nello scorgere una donna del suo passato. «Per tutti i basilischi!» L'incredulità affiorò sul suo volto mentre dalla sua memoria elefantesca pescò un unico nome: Danielle Macmillan. Di un paio di anni più giovane, la donna che aveva vestito i suoi stessi colori ora si trovava nel suo negozio. «Danielle... avrei pensato di rivederti ovunque ma non qui.» Ricambiò il sorriso, portandosi vicina a lei per stringerle una mano. Dopotutto non era una tipa da caldi e grandi abbracci e per la serpe non sarebbe stato difficile riconoscere quel lato di lei. «Cosa ne è stato della Macmillan una volta finito Hogwarts?» Poi fissandola meglio si accorse come i suoi indumenti -e non solo quelli- fossero bagnati per via della pioggia. «Faresti meglio ad asciugarti, non vorrei che ti ammalassi per colpa di un temporale denrisiano.»



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    Danielle Macmillan
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    In effetti incontrarsi in quel modo non era prevedibile da nessuno, figurarsi dalle due streghe. Con l'eleganza che la contraddistingueva da sempre, Kenna le andò incontro porgendole la mano. E' veramente un sollievo verderti, Kenna! Una persona normale e civile che rispetta lo spazio vitale. Rise capendo quanto simili fossero le due, in fondo erano serpeverdi e difficilmente si era di quella casata se si era espansivi e calorosi, ovviamente non era la regola e vi erano le eccezioni, ma quasi sempre erano individuabili in mezzosangue o studenti che venivano da famiglie non eccessivamente ricche. Sollevò la mano per ricambiare la stretta ma la fermò a mezz'aria, ritraendola lentamente, leggermente imbarazzata dalla situazione. Meglio evitare, non solo è gelida, ma è anche bagnata... Sorrise con educazione, spontaneamente, tanto che lo sguardo di ghiaccio si illuminò come poche volte si poteva ammirare. Dipendeva dalla sua interlocutrice? Danielle mosse leggermente la testa come a scacciare quel pensiero da studentessa del primo anno.
    Sai, non credo di aver mai visto una libreria più bella e curata di questa, quelle inscrizioni sulla porta sono magnifiche, solo guardarle ti immerge nell'atmosfera che ti aspetta varcato l'uscio. Gli occhi tornarono a spostarsi sui dettagli di quella sala, scorrevano sui libri e sugli scaffali che li accoglievano. Hai progettato tutto tu? E quelle rune dove le hai trovate? Interruppe le parole arrossendo, le stava facendo mille domande e aveva ignorato quelle che le aveva posto lei, sollevò un sopracciglio contrariata. Danielle MacMillan non ha iniziato a lavorare dopo aver portato a termine gli studi, ha bensì preferito viaggiare per il mondo e dipingere, un anno preciso. Dopo di che ho deciso di rientrare e ho iniziato a lavorare nel dipartimento Misteri. Non le spiegò di più, non avrebbe avuto senso raccontarle dell'acromantula e della sua passione per le arti oscure, non avrebbe capito molto probabilmente.
    In effetti sto gelando. Sorrise dolcemente alle parole di Kenna. Anzi, ti chiedo scusa per essere entrata in queste condizioni. Se non fosse per l'incontro inaspettato, giurerei di non rimettere più piede in questo villagio nel quale, per un motivo o nell'altro, mi capita sempre qualche disavventura. Il ricordo corse alla notte in cui si era persa e incontrò Daniele, un altro ex compagno di Hogwarts. Ma tu... Come ci sei finita qui? Chiese sinceramente stupita e piena di interesse per quella strega che aveva fatto parte del suo passato più leggero e spensierato.

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    Kenna Ivonne MacEwen



    Sembrava che ultimamente il passato bussasse alla sua porta e, doveva ammetterlo, la visita involontaria della Macmillian era decisamente una piacevole sorpresa per la MacEwen. Sebbene di anni diversi le due streghe avevano sempre avuto del rispetto l'una per l'altra -o almeno era così nel caso di Ivonne- per cui era stato piuttosto semplice per la strega lasciarsi andare ad uno dei suoi più calorosi benvenuti: una stretta di mano. «Non capirò mai cosa ci trovino le persone in baci svolazzanti o in guanciate che rischiano di slogarti una mascella.» Commentò con l'ironia che la contraddistingueva a quella attestazione della corvina che si era dimostrata ben accetta per la sua mancanza di dimostrazioni di affetto futili e non sentite, non rimanendoci neanche male nel vederla ritrarre la mano perché bagnata. Che poi, la mascella, preferiva rompersela in altri modi. «Signori e signore, questa sì che è una gran donna.» Se solo fosse stato nella sua natura avrebbe lasciato un bellissimo bacio sulle pieghe della fronte per l'accortezza serpentesca e raffinata che l'altra aveva avuto nell'evitare un contatto diretto per evitarle di provare una momentanea situazione di disagio dovuta agli agenti atmosferici. Pertanto fu un sorriso accennato a parlare per lei. Un sorriso che divenne un'espressione di soddisfazione nel sentir decantare l'ex concasata quella porta che aveva fatto creare appositamente per la sua attività. Ed ancor più contenta era che l'altra avesse compreso perfettamente l'atmosfera che aveva voluto preannunciare con quelle che erano un vero e proprio biglietto da visita, prima di varcare la soglia di una libreria antica riportata a nuovo. «Sì, le ho progettate io.» Nello sguardo una luce fiera a brillare ed animare le pupille scure. «Sono simboli, alfabeti, rune provenienti da ogni parte del mondo. Trovavo interessante vederle tutte insieme in un unico posto quando per distanze geografiche ed antropologiche non avrebbero mai potuto farlo. Sono solo una piccola parte di quelli che ho studiato e soprattutto che hanno un senso logico anche per noi storici.» Non c'era bisogno per lei di voltarsi ad osservare le pesanti imposte dischiuse, le conosceva fin troppo bene dato che era stata proprio lei a disegnarle e a disporle in quel modo che poteva sembrare casuale. Ma l'attenzione dalle incisioni venne prontamente spostato sulla figura di Danielle, che le rivelò qualcosa cui mai aveva prestato attenzione: la passione per la pittura. Chissà, magari era più una persona da genio e sregolatezza che di fiori, paesaggi e nature morte dai toni pastello o cupi. «Interessante scelta quella del dipartimento Misteri... ma sì, credo che sia proprio la professione che più fa per te.» Annuì alle sue stesse parole prima di invitare l'altra ad asciugare i suoi stessi abiti, non tanto per il pavimento del suo negozio, quanto più per evitare stupidi problemi di salute. Ci avrebbe persino pensato lei con un colpo di bacchetta ma non voleva risultare ancor più supponente di quanto già non fosse abitualmente. «Come mai a Denrise? Affari del ministero o visita di piacere?» Ovviamente non si aspettava chissà quali informazioni data l'appartenenza ad uno dei dipartimenti rinomati per il loro silenzio e il vivere sottotraccia ma magari ciò che l'aveva spinta da Londra fino a lì aveva a che fare con ragioni di tutt'altra natura. «Oh, per farla breve ho chiuso con l'insegnamento e ho deciso di aprire una libreria nel posto meno interessato alla cultura. Una piccola scommessa in realtà, più con me stessa che con l'attività in sé e comunque continuo a fornire prestazioni di consulenza ai diversi dipartimenti sparsi per tutto il mondo. In effetti dovrei pensar di prendermi un aiutante, dato che da qui a breve sicuramente dovrò partire per qualche viaggetto dei miei.» La informò, evitando di menzionare un contratto non rinnovato ed il senso di fallimento che l'assaliva ogni volta che i pensieri si soffermavano sull'accademia di Hidenstone. E poi non credeva che quel genere di informazioni fossero proprio quello che l'altra volesse sentirsi dire. «Visto che ci sei... vuoi forse far un giro per vedere se c'è qualcosa che può interessare una dell'Ufficio Misteri?» Con perfetta nonchalance invitò la strega a girare tra gli scaffali perché dopotutto, sebbene verdiargento entrambe, era pur sempre una negoziante serpeverde ed il guadagno comunque importava anche a lei se voleva mandar avanti la baracca.



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    Danielle ricevette da Kenna esattamente le risposte e le reazioni che si aspettava. Il gesto di ritrarre la mano avrebbe irritato chiunque, ma non lei, una serpeverde che al suo pari detestava i contatti fisici immotivati.
    Non apprezzano il valore dello spazio vitale, ma è prevedibile, la maggior parte delle persone che cercano contatto tramite abbracci e baci voltanti sono noiosamente insicure. L'espressione del viso indicante disprezzo accompagnò quelle parole. Cercare conforto negli altri è tipico di chi non sta bene con sé stesso, il che non significa che sia sbagliato essere mossi da paure e dubbi, ma vi è una dignità in ogni sentimento. Senza rendersene conto aveva dato voce ad un giudizio di troppo e si pentì quasi subito di averlo fatto, non sapeva cosa aveva vissuto la sua interlocutrice e quell'uscita fu poco consona all'educazione con cui si rivolgeva sempre agli altri. Decisamente quel pomeriggio l'aveva stancata oltre ogni immaginazione.
    I complimenti di Kenna per il suo atteggiamento erano piacevoli e la fecero sorridere, in fondo l'aveva sempre ammirata e, come accadeva sempre quando si ricevevano attenzioni da chi da giovane ti affascinava, in lei si creò un leggero imbarazzo e tentò immediatamente di dissimularlo. Santo cielo, Danielle! Cosa stai facendo? Accigliò lo sguardo guardandosi i pantaloni neri talmente zuppi da essere completamente aderenti. Sì, dovrei asciugarmi. Prese la bacchetta dalla tasca interna della giacca e con un elegante movimento, socchiudendo appena le labbra che tremavano leggermente per il freddo, si asciugò completamente e rivolse lo stesso incantesimo al pavimento sotto di lei ripulendo ciò che aveva inzuppato.
    Quei simboli sono davvero meravigliosi, se non ti dispiace, mi piacerebbe approfondirli, non deve essere stato facile trovarli. Io lavoro quotidianamente con queste cose e non mi è mai capitato di vederne di simili.Si passò la mano sulla fronte per spostare un ciuffo ribelle che si era liberato dalla pettinatura, sollevò un sopracciglio con un certo disappunto, espressione che lasciò il posto a stupore per l'affermazione della bella strega di fronte a lei. La professione più adatta per me? Sorrise. Eri una professoressa! Riesco a vedertici, sai? Poi avrai sicuramente fatto strage di cuori tra i tuoi alunni, maschi o femmine che fossero. Commentò con l'entusiasmo tipico di quando era con qualcuno che conosceva bene e si sentiva più tranquilla. Ma questo posto è talmente meraviglioso che credo tu abbia preso la strada giusta... C'è bisogno di più bellezza nel mondo della cultura, di più cura. Mille colori cominciarono a tracciarsi nella mente di Danielle, stava tratteggiando le rune sovrapposte alle libreria con l'evanescente figura della proprietaria che risaltava per le linee delicate della pennellata.
    Sono qui per un pranzo coi colleghi del dipartimento, ma sono talmente molesti e noiosi che ho deciso di allontanarmi, e pare che Denrise per me nasconda solo vicoli che non riesco a percorrere, a quanto pare. Si toccò la fronte ancora dolorante. Ma questa volta la meta è stata piacevole, decisamente. E come pensi possa rispondere alla tua domanda? Ma certo che voglio dare un'occhiata a tutta la libreria, sarebbe meraviglioso trovare qualche chicca per me. Il dipartimento misteri era l'ultimo dei suoi pensieri in quel momento, la sua sete di conoscenza era qualcosa di strettamente personale e anche la scelta di lavorare lì era tesa a soddisfarla.

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    Kenna Ivonne MacEwen



    Il passato, in un modo o nell'altro, tornava sempre a bussare alla propria porta. Poteva essere un momento di riscossione di un vecchio debito contratto o un modo che il destino o il caso offrivano per poter rivedere alcune scelte, o ancora poteva essere un occasione per riscoprire persone con cui si aveva avuto qualche attrito o, meglio, per rafforzare una vecchia conoscenza che era stata messa in disparte per il trascorrere delle stagioni dettate da un ritmo che richiamava un diverso stile di vita. Era curioso invero come le due donne non si fossero mai incontrate nel territorio di 'caccia' di Danielle dato che diverse volte aveva intrecciato collaborazioni con i membri del suo dipartimento in passato anche se più erano i ministeriali facente capo all'Ufficio di Cooperazione Magica Internazionale. Un settore quello dove sapeva che le sarebbe bastato uno schiocco di dita per poter ottenere quel posto che l'avrebbe portata a viaggiare per il mondo. Un'idea allettante per la magistorica che però sembrava aver voglia di mettere delle radici in un posto e per farlo aveva scelto proprio Denrise, un'isola che era stata capace di darle così tanto ma che non sapeva se si sarebbe rivelato terreno fertile dove lasciare che le sue estensioni prendessero sede. Un passo avanti era stato fatto senza dubbio con la scelta azzardata di aprire una libreria -o meglio riportarla in vita- in uno dei luoghi con il più alto tasso di disinteresse verso i libri e, pensava, anche una certa dose di analfabetismo diffuso sebbene in numeri ben ristretti rispetto al passato. Uno spreco considerando il fior fior di maghi che solcavano quella terra, ancor più se si pensava che alcuni erano stati costretti a spiccare il volo verso nuove terre per realizzarsi davvero salvo poi tornare a casa, un po' come la Burke. In quel momento però erano ben due le straniere sull'isola magica, due streghe che sembrarono riprendere il loro colloquio, gentile e prudente, lì dove lo avevano lasciato qualche anno prima. «Non credo sia solo una questione di insicurezza, quanto più di indole. Conosco persone che sono dei veri e propri egomaniaci ma che al tempo stesso sono i più grandi dimostratori di affetto visti in circolazione.» E non poteva non pensare ai diversi Ametrini che negli anni si erano avvicendati nella sua aula di storia oltre a diversi maghi e streghe adulte che aveva incontrato lungo il suo cammino. «Oh, suvvia, se non ti conoscessi potrei pensare quasi ad una relazione finita male, Danielle.» Anche se poteva comprendere appieno le parole della corvina cosa che comunque aveva avvallato anche nello scambio precedente di battute. Superato il problema dei vestiti bagnati -non le importava affatto del pavimento quanto più della salute dell'ex concasata- l'altra riprese a disquisire sui simboli che aveva fatto intagliare sulle pesanti porte che costituivano l'entrata della sua piccola nuova attività. «Non mi dispiace affatto, alcuni sono simboli cui ancora non è stato dato un vero proprio senso e significato ma erano troppo belli per esser lasciati in qualche libro. Molti fanno parte delle civiltà precolombiane che presentano delle strane influenze dei simboli egizi e norreni. Alcuni studiosi credono che i vecchi popoli avessero trovato il modo di incontrarsi -o meglio scontrarsi- altre volte ancor prima della scoperta storica della fine del Rinascimento.» Quanto alla professione scelta dalla strega la MacEwen non poteva dar ulteriori spiegazioni se non frasi e pareri di circostanza per quel poco che aveva avuto modo di conoscere l'altra. Aveva visto degli sprazzi e quel dono di saper indirizzare gli studenti verso la strada che più faceva per loro l'aveva solamente affinata con gli anni più recenti nell'insegnamento. Una smorfia però comparve sul suo viso nel sentirla affermare con sincerità come lei, nell'immaginario comune, potesse vestire i panni della docente. Docente che però aveva ben marcato la divisione del suo ruolo dal corpo studentesco, sedando con la sua frigidità qualunque tipo di avvicinamento che qualche studente avrebbe potuto attuare data anche la piccola differenza di età che aveva con gli studenti all'alba della sua carriera. «Oh, credimi, Denrise ha davvero bisogno di una spintarella nella cultura che non rientri in saccheggi, navi e scorribande.» Quanto alla presenza dell'altra sull'isola Ivonne non poté non pensare che il pasto da condividere con i suoi colleghi si tenesse proprio in quel luogo tutt'altro che rinomato per la prelibatezza e raffinatezza cui erano abituati a Londra. Due erano le cose: o credevano che la cucina denrisiana fosse etnica alla pari di quella indiana o brasiliana o il vero motivo che aveva condotto la donna lì era tutt'altro e soprattutto ben lontano dall'essere realmente condiviso. Comunque era pur sempre un occasione per vendere qualche volume dei suoi. «Credo che potresti davvero apprezzare il libro di Fraser sui geroglifici e i logogrammi magici. Vieni...» E l'avrebbe indirizzata verso uno degli scaffali più interni di quel labirinto nella sezione dedicata ai sigilli artimantici e runici oltre che alle diverse storiografie di epoche più antiche e lontane. «Credo che tu già abbia il libro di Laurenzoo sulla lettura delle antiche rune ma se vuoi qui c'è una copia per te.» E picchiettò con il dito indice la costa scura di quel libro rilegato in pelle verde bosco e il cui titolo era decorato con l'oro. «Se lo hai già allora ti suggerisco lo step successivo, ovvero il testo di Blishen.» Tre volumi a sinistra Danielle avrebbe potuto leggere "Traduzione Runica Avanzata" in un'elegante grafia argentea su sfondo rosso sangue. «Ma ti lascio pur libera di curiosare, tanto sono sempre a tua disposizione, non dimenticarlo.»



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    Egomaniaci che elargevano affetto e dimostrazioni di tali emozioni, ma ciò che la fece sorridere divertita fu la battuta di Kenna su una possibile delusione d'amore alla base delle affermazioni precedenti. Soffrire per amore significava aver perso la ragione, legandosi ad una persona a tal punto da non poterne fare a meno e rendersi la parte debole della coppia dando all'altro la possibilità di chiudere la relazione spezzandoti il cuore. Sorrise e gli occhi fecero lo stesso, luminosi e chiari. Oh no, nessuno è mai riuscito ad ottenere così tanto da me. Era uscita con diverse persone, le aveva frequentate per diverso tempo, mai lasciandosi andare ad una storia di una sola notte perché per quel tipo di uscita ci voleva stomaco e lei decisamente non ce lo aveva, eppure mai nessuno era riuscito a tenere viva la sua attenzione e le storie si concludevano sempre allo stesso modo. Mi dispiace, ma non abbiamo niente da condividere e io non so più cosa dirti. Danielle non conosceva quell'emozione che strazia l'anima, non accettava nemmeno le reazioni e i pianti che le si presentavano davanti dopo quelle scelte proprio perché incapace di capirle.
    Hai fatto davvero una bella ricerca, mi piacerebbe davvero condividere questo genere di cose con te. Anche quando passi al ministero posso farti vedere delle belle documentazioni e magari riusciresti a trovare il significato di qualche simbolo misterioso, chissà, potremmo avere fogli di libri che a te mancano. La sola idea di studiare cose misteriose la risvegliava dalla quotidianità, scegliere quel lavoro aveva quel compito per lei, doveva tenerla viva, sempre accesa ed era difficile trovare questi stimoli. E' sempre bello trovare queste cose, ti fanno capire che tutto scorre. Cominciò a dire mentre la seguiva per guardare il libro che voleva mostrarle. La bellezza di Kenna era davvero notevole, crescendo era diventata più affascinante e osservare la sua figura esile camminarle davanti non faceva che aumentare quell'ammirazione. E sono davvero poche le cose in grado di mantenere viva la mia attenzione. Le rune e i misteri, appunto, il libro di Laurenzoo lo lessi secoli fa ma non ne ho mai posseduto una copia, quindi prendimelo pure. Disse cercando con gli occhi qualcosa. Kenna. Allungò il passo fino a raggiungerla per poi prenderle delicatamente la mano fermando la sua camminata. Ho la sensazione che tu qui abbia qualcosa che potrebbe interessarmi molto di più, e mi servirà il tuo aiuto anche nella scelta, oltre che nel consiglio. Quindi, per favore, non allontanarti. Per qualche ragione, oltre alla richiesta che stava per farle, non voleva nemmeno privarsi della sua presenza, non dopo così tanto tempo. Dicevo, sono poche le cose che davvero mi tengono viva, alcune sono socialmente accettate come l'arte, altre sono viste molto male e mostrarle è piuttosto pericoloso anche se hanno fatto di me quello che sono oggi. Stava davvero per parlarle della magia oscura? Danielle voleva qualcosa che poteva essere in quella libreria e per farlo non voleva rivolgersi a Damien, voleva ottenerla usando una via convenzionale; ma era pronta a pagarne le conseguenze? Come avrebbe reagito l'ex compagna serpeverde? Un lampo freddo le attraversò lo sguardo. Che sciocchezze, cosa le interessava della reazione di Kenna? C'è un motivo per cui ho scelto di lavorare nel dipartimento misteri, ma non sono le rune e i misteri legati ad esse. Sono alla ricerca di amplificatori di magia oscura, quelli che nei corsi dei millenni si sono persi e rappresentano un grande pericolo. Ma, onestamente, non li sto cercando per fare beneficenza al mondo magico... Attingere la magia dagli incantesimi oscuri, cercando nelle profondità più oscure della mia anima, è l'emozione che fa battere il mio cuore più forte. Prese respiro, dando il tempo alla donna davanti a sé di elaborare il tutto.

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    Kenna Ivonne MacEwen



    Che le due donne avessero qualcosa in comune oltre i colori verde-argento era indubbio., solo che la MacEwen non riusciva ancora a focalizzarsi su cosa fosse nello specifico. Sensazioni contrastanti albergavano nel cuore della scozzese: una parte di lei era affascinata dalle movenze e dall'intelletto che trasudava da ogni singola parola della corvina, ma c'era una piccola vocina, in un angolo remoto della sua coscienza, che le sussurrava come fosse una perfetta incantatrice nel nascondere informazioni che la privavano della possibilità di avere un quadro completo.
    Ad esempio, Ivonne aveva apprezzato il suo interesse a quei battenti a lei tanto cari perché racchiudevano parte dei suoi studi e delle conoscenze ma per cui molti non spendevano che un'occhiata superflua quando li varcavano. Invece, MacMillian sembrava apprezzarli quasi quanto lei e forse ciò era dovuto al suo lavoro da ministeriale. Le rune, i simboli e i sigilli erano qualcosa di potente, di oscuro se nelle mani sbagliate, ed ancora non del tutto scoperte nella loro interezza. Era convinta che molto si era perso nel corso dei secoli e che, nonostante il lavoro certosino di centinaia di studiosi, sapessero solo il dieci, venti percento delle loro potenzialità.
    «Vorrà dire che la prossima volta che sarò a Londra verrò a farti visita al Ministero. Ho trovato l'Ufficio Misteri da sempre interessante e quasi impossibile da scoprire ogni suo angolo in una manciata di giorni. Sai perfettamente quanto sia difficile, per un non addetto ai lavori, ottenere un permesso per accedervi e di certo io non sono proprio la persona che agirebbe nell'illegalità pur di entrarvi.» Piuttosto rare erano state le sue visite a quel luogo oscuro e misterioso ed ogni volta la MacEwen aveva finito con il chiudersi la porta alle spalle senza mai esserne pienamente soddisfatta.
    Una accanto all'altra le due serpi sfilavano tra i dedali di quel labirinto di carta, con la strega che snocciolava le diverse offerte sullo studio delle rune ma solo uno sembrò catturare l'attenzione di Danielle. «Quindi Fraser e Blishen li lasciamo al loro posto?» Avrebbe chiesto per una ulteriore conferma, tenendo tra le dita il tomo verde bosco che era certa sarebbe andato via insieme alla ministeriale.
    Quando fece per allontanarsi e lasciare la donna alla scoperta di altri testi l'altra arrestò la sua camminata afferrando gentilmente la sua mano da pianista. Mano che sembrò bruciare man mano che una pillola indigesta veniva indorata da parole serpentesche. L'attenzione fu tutta canalizzata sul movimento di quelle labbra sottili che lasciavano trasparire quanto quella vocina avesse ragione nel dubitare sulla strega. «Cosa vorresti dire?» Un lampo accese gli occhi chiari, un lampo che avrebbe inserito più nella casistica dell'oscurità -brillante, ma pur sempre oscura- che in una passione positiva. Non dovette aspettare a lungo prima di sentire il motivo per cui Danielle MacMillian da aspirante pittrice avesse scelto di lavorare nel luogo più pericoloso del Ministero. Oscurità e non ai fini del mero studio di una appassionata.
    «Hai già sperimentato qualcosa?» Avrebbe posato l'altra sua mano sulla sua -dopo aver messo il volume sotto all'ascella destra- stringendola per qualche istante prima di sottrarle entrambe alla sua presa. «Quando ti saresti avvicinata alla magia oscura?»
    Le soluzioni erano due: aprirle la stanza delle rarità e poi denunciarla alle autorità o fingere di non avere quello che cercava e mantenere pulita la sua fedina penale.
    Qualcuno non molto tempo prima l'aveva paragonata ad un Giudice, ligia a delle regole proprie oltre che a quelle della società, finendo con il perseguirle fino in fondo. Ma con Danielle cosa sarebbe stato più giusto fare?
    «Oppure... potrei prenderle quel libro sulle bacchette e cercare di seguire le sue tracce per comprendere cosa in realtà vuol fare.» Era un compromesso che non avrebbe intaccato i suoi interessi economici -in fondo quel genere di libri erano comunque in vendita, sebbene per una cerchia ristretta di persone- ma che avrebbe alterato la sua morale così rigida. Forse Maverick aveva ragione: stava cambiando lentamente, ma esattamente in che direzione stava andando?
    Irrigidì la schiena, le spalle divennero dritte e lo sguardo da gatta profondamente distaccato. «Va' al bancone e porta questo con te.» Le affidò il volume piuttosto comune, usando la rigidità che era solita adoperare con i suoi studenti. «Aspettami lì, torno subito.» Avrebbe atteso il suo allontanamento e solo dopo si sarebbe diretta verso quella porticina tonda che manteneva al sicuro i suoi cimeli. Con il catalizzatore avrebbe toccato le rune presenti sulla porta disattivando il sistema di sicurezza, aprendo quel tanto che bastava il battente per scivolare dentro e richiudersi la porta alle spalle. «Ho preso la decisione giusta?» Il quesito venne posto in direzione del leggio dove troneggiava il Grimorio di Merlino. L'eco della stanza riverberò le sue parole, fino a scomparire e lasciando solo in vita il rumore del suo cervellino che lavorava frenetico.
    Era una Serpe, era stata una sua compagna, il beneficio del dubbio era l'unica cosa che le avrebbe concesso. Una occasione e sperava che non la gettasse alle ortiche alla ricerca di un brivido che avrebbe dovuto provare in un orgasmo non nell'oscurità della sua anima. Rapida sfilò il volume di Smith, uscì dalla stanza sigillandola nuovamente, dirigendosi a passi rapidi e veloci fino all'ingresso, dove arrestò la sua corsa al di là del bancone. «Danielle, questo è un libro che deve essere profondamente studiato, non puoi essere superficiale nella sua lettura e nel suo studio.» Le mani carezzavano il cuoio scuro, leggermente graffiato, del tomo ma gli occhi da gatta erano due fanali di ammonimento diretti alla donna. «Se fosse stato un altro a farmi quel discorso non avrei mai preso in considerazione la possibilità di vendergli questo libro. Voglio fidarmi di te, Dani.» Ovviamente mai le avrebbe detto che le sarebbe stata col fiato sul collo e da nessun linguaggio non verbale avrebbe potuto dedurne qualcosa.
    Qualora la scelta dei due volumi fosse stata confermata la magistorica avrebbe proceduto nell'incartare ogni singolo testo prima di adagiarli in un unico sacchetto di carta. «Sono 109 Galeoni.» Poi avrebbe recuperato un taccuino, dalla copertina morbida e nera, alquanto particolare che lasciò scivolare all'interno del sacchetto. «Usalo per prendere appunti.» Un piccolo omaggio o un modo, per quando sarebbe andata a trovarla, per scoprire su cosa stesse cercando di metter mano? Chissà.



    role scheme © lisa,





    Recap:
    ❂ Metodo semplificato per la lettura delle Antiche Rune di Laurenzoo (15 Galeoni);
    ❂ L’arte occulta delle bacchette di Oliver Smith (94 Galeoni).

    Galeoni da segnalare nella CB: 109.

    Omaggio: ❂ Memoriae. Taccuino utile per scrivere e rivivere i propri ricordi di vita. Avvertenza: è consigliato non lasciarlo incustodito se si nascondono oscuri segreti. Il manufatto non è in grado di riconoscere il legittimo proprietario, pertanto chiunque leggerà potrà vivere in prima fila i momenti trascritti. Il contenuto di quanto potrà essere letto e visto è legato all’intervento dello Snaso. 20 Galeoni.
     
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    Danielle Macmillan
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    Danielle era consapevole che la sua richiesta, la sua rivelazione, sarebbe stato un boccone amaro per l'ex compagna di scuola. Per un attimo si pentì di quelle parole, sentì rammarico ma quella mano poggiata sulla sua le fece comunque trattenere il fiato non per il timore di essere denunciata, quanto più per il gesto inaspettato. Che persona era diventata Kenna? Era stata un'insegnante e un docente aveva per forza un certo senso di giustizia... Il pensiero volò a Brian e scosse leggermente la testa, era sicura che l'ex serpeverde non era come lui, raramente si sbagliava sulle sensazioni. Scusa, non avrei dovuto. Con delicatezza si sottrasse al suo tocco. Se ti preoccupa la possibilità che diventi un novella mangiamorte, non preoccuparti, non è quella la strada che sto percorrendo, né ho intenzione di fare del male a qualcuno o trarne un vantaggio personale. Vi era amarezza nella sua voce, ma cercò di mantenere un certo contegno, Kenna non stava facendo nulla di sbagliato, purtroppo nel mondo magico i pregiudizi in merito erano difficili da estirpare. Voldemort aveva fatto danni indicibili a quel ramo della magia che poteva essere tanto utile quanto importante; in fondo i mangiamorte usavano anche altre magie eppure quelle non sono state demonizzate.
    Sorrise all'invito ad avvicinarsi al bancone, un sorriso di circostanza. Arrivata al luogo indicatole ricominciò ad osservare la particolarità di quel posto, le dita scorrevano su quel legno mentre la mente si perdeva in delicate volute di fumo dove ogni idea, ogni timore, ogni emozione volteggiava incrociandosi con l'altra. Avrebbe dovuto temere qualcosa? Era forse una colpa la sua? Ma la MacEwen non la conosceva, non la vedeva da anni, come avrebbe potuto sapere chi era davvero Danielle MacMillan? Un sospiro lasciò le rosse labbra che stava tamburellando distrattamente con l'indice sinistro. Ok, forse così tranquilla non lo sono dopo averle raccontato questo suo segreto. Che poi tanto segreto non è, ma un conto sono i colleghi che conoscono un interesse, un conto è un'estranea.
    Il ritorno della donna la fece tornare con la mente sulla Terra. Leggerò questo volume con il dovuto rispetto e la dovuta attenzione. Voleva tranquillizzarla, ma la verità era che appena aveva visto quel libro le si erano illuminati gli occhi. La fame di conoscenza, l'entusiasmo della scoperta ogni emozione si rifletteva in quelle iridi color ghiacco, ma aveva anche notato che lei sembrava aver metabolizzato tutta la confidenza piovutele addosso. Ti ringrazio per la fiducia. Perché ringraziarla? Perché ogni volta che stava davanti a lei tornava la ragazzina che l'ammirava? Merlino, uccidimi! Nemmeno davanti alle prove che l'Acromantula le sottoponeva si sentiva così in difficoltà. Prese i galeoni chiesti e glieli porse, mentre Kenna faceva scivolare un taccuino nero nella busta. Un omaggio? Devo venire a fare compere qui più spesso. C'era una parte di lei che ancora amava le sorprese e quel regalo la stupì positivamente.
    Fissò gli occhi in quelli della padrona di casa. Grazie, Kenna. Prese la busta dalle sue mani sfiorandole e le sorrise con gentilezza. Vieni a trovarmi, così puoi visitare il dipartimento e assicurarti che non sto giocando alla piccola oscura strega. La voce era divertita, un ironico invito a rivedersi. Cercò qualcosa in borsa, ne prese una penna e le scrisse il numero di telefono sulla mano, era giusto che se doveva sentirsi lei una ragazzina anche Kenna vivesse un attimo di pura adolescenza. Ha smesso di diluviare, meglio che torno dai colleghi fingendo di aver passato il tempo con loro e che quindi me ne torno a casa a Londra. E con un leggero movimento della mano si congedò uscendo da quella porta che aveva attirato la sua attenzione inizialmente.

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    ❂ Metodo semplificato per la lettura delle Antiche Rune di Laurenzoo (15 Galeoni);
    ❂ L’arte occulta delle bacchette di Oliver Smith (94 Galeoni).
    ❂ Memoriae. Taccuino utile per scrivere e rivivere i propri ricordi di vita. Avvertenza: è consigliato non lasciarlo incustodito se si nascondono oscuri segreti. Il manufatto non è in grado di riconoscere il legittimo proprietario, pertanto chiunque leggerà potrà vivere in prima fila i momenti trascritti. Il contenuto di quanto potrà essere letto e visto è legato all’intervento dello Snaso. 20 Galeoni.

    Galeoni da segnalare nella CB: 109.

    +1 Intelligenza per Danielle.
     
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