Howard H. Van Leeuwen
Studente | 17 anni
Quello che stava accadendo con Ciaran era oltremodo fuori da ogni sorta di galassia: Howard ascoltò con attenzione quelle parole, ovviamente rimanendo colpito molto da quanto aveva appena sentito, inspirando lentamente nel momento in cui il ragazzo gli si avvicinò e gli diede una carezza sul viso. Cosa avrebbe dovuto fare? Baciarlo? Howard non ne aveva idea, ma in quel momento si limitò ad accennare un sorriso e a riempirsi di un colorito totalmente paonazzo sulle proprie guance, girando appena lo sguardo. Ciaran era allettante, era bello, ed era muscoloso; in più, sembrava anche un ragazzo piuttosto intelligente, e quella era una ‘combo’ che difficilmente era capitata ad Howard: non aveva mai avuto a che fare con persone intelligenti e bellissime, c’era sempre qualcosa che non andava. Che anche Ciaran non fosse perfetto?
Si allontanò appena quando gli vennero dette quelle parole, sempre mantenendo quel sorriso imbarazzato, per poi avvicinarsi nervosamente al piedistallo. Le sue mani tremavano dall’ansia di dover passare ancora del tempo con quel ragazzo, e la sua voce sembrava del tutto instabile, visibilmente preoccupata e provata. “Sì, grazie .. Apprezzo che tu mi stia dando coraggio.” E disse solamente quello, senza minimamente fare riferimento alle parole precedenti del Black Opal. Gli era stato detto che aveva un bel sedere, e gli era anche stato detto che gli sarebbe stato toccato nuovamente in futuro. “Comunque non mi ha dato fastidio il fatto che tu me l’abbia toccato. Solo che non me l’aspettavo, ecco.” E quelle furono le ultime parole pronunciate come segno di coraggio, il tutto prima di poggiare la mano sul piedistallo che conteneva quell’anello, pronto a vivere una visione del passato che aveva riguardato quello stesso anello.
Ci fu un momento di silenzio nella propria testa, fino al momento in cui non si ritrovò catapultato in una realtà totalmente differente da quanto mai si potesse immaginare: era una sorta di ologramma, non poteva interagire con niente, ma sentiva chiaramente la sensazione di freddo che scalfiva la propria proiezione. Si ritrovò a camminare su una montagna innevata, ma sentiva chiaramente di dover procedere con il proprio cammino, quasi come se il suo passo fosse inerziale; il tutto si rivelò importante perché, dopo qualche istante, il ragazzo si ritrovò nei pressi di una baita di montagna malandata.
Si avvicinò alla porta, ma proprio nel momento in cui sembrò volerla aprire, questa si spalancò, lasciando uscire fuori un bambino che correva in lungo e in largo, il tutto solo per divertirsi un po’ e giocare con la neve che ricopriva quelle montagne. Fu seguito dal padre, un uomo dai capelli chiari e dallo sguardo color ghiaccio, che lo rincorreva lungo quelle pendici ghiacciate, lanciandogli qualche palla di neve e parlando con lui in una lingua antica visibilmente nordica della quale Howard sembrò capire solo qualche parola. “Non correre troppo, stai attento alla neve!” Ripeteva il padre di tanto in tanto, carezzandosi entrambe le mani coperte da un paio di guanti a causa del freddo. Quel bambino continuava a correre in cerchio, lanciando neve a destra e sinistra, sino al momento in cui il suo piede destro non colpì una parte ghiacciata che lo fece slittare, portandolo immediatamente a cadere da un dirupo. Howard scattò in quella direzione, osservando il bambino cadere sempre di più nel vuoto, e preso dal panicò sfoderò la propria bacchetta pronto a fare qualcosa, tuttavia proprio in quel momento sentì un rumore alla propria destra seguito da un bagliore piuttosto bluastro.
Lo sguardo di Howard si posò immediatamente verso la fonte di quello scoppio e di quella luce, ed immediatamente notò che il padre del ragazzo stava generando quell’insieme di particolari emissioni dall’anello che portava al dito, un anello che aveva tutta l’aria di essere quello di Loki. La conferma arrivò dopo qualche istante, nel momento esatto in cui quell’uomo si lanciò dalla montagna e, in volo, la peluria sulle sue braccia si trasformò immediatamente in un meraviglioso piumaggio d’aquila, mentre l’ossatura dei suoi arti superiori iniziò a trasfigurarsi in maniera tale da assumere perfettamente la struttura di un paio di ali dalla grandissima apertura; anche i piedi dell’uomo si trasformarono, andando quindi a mutare in un paio di zampe con artigli arcuati ed affilati, tipici delle aquile reali. L’uomo, mantenuti il busto ed il capo umani, si precipitò immediatamente verso il bambino in caduta libera, riafferrandolo al volo e atterrando, dopo una serie di virate, esattamente accanto ad Howard. Il dioptase trattenne il respiro per qualche secondo, rimanendo del tutto sconvolto da quella visione, ma piacevolmente sorpreso di aver visto un’azione d’amore e di salvataggio.
In quel preciso istante, ecco che gli occhi di Howard tornarono ad essere totalmente offuscati, le sue sensazioni si inibirono per qualche attimo, riportandolo subito dopo nella sua reale ‘dimensione’. Lo sguardo si posò su Ciaran, al quale adesso sembrò rivolgere un sorriso più sincero e meno imbarazzato del precedente, per poi invitarlo a provare anche lui quella visione. “E’ il tuo turno. Emozionante, è stato emozionante.”