Un ragno? Perché no?!

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    Da quando aveva aperto il Rouge, Alyce non aveva più avuto un attimo per sé, per dedicarsi al nulla da fare e per girovagare come una barbona in giro per le vie di Diagon Alley.
    E non era solo per il puro gusto di rubare qualche po' di alcol in giro, tanto ormai poteva avere tutto il bere che voleva, a costo zero senza elemosinarlo; il suo era un bisogno estremo di necessità di prendere aria.
    Per tale motivo, quel pomeriggio aveva deciso di prendere una giornata libera, lasciando il Rouge nelle mani di Luke, minacciandolo che se non fosse andato tutto per il meglio si sarebbe ritrovato con Mazee nella sala torture, per circa una settimana.
    Ovviamente queste minacce, a Luke, facevano solo il solletico vista la sua propensione a pratiche sessuali a dir poco bonaccione, però ad Alyce piaceva vedere la sua faccia contrariata quando esponeva le sue intenzioni, soprattutto perché sapeva quanto la cosa lo eccitasse e lasciarlo lì, con un duro problema da risolvere, era davvero una giostra.
    Aveva mandato, qualche tempo prima, i suoi informatori a cercare qualcosa di interessante per la rete contatti che tanto aveva voglia di ampliare, sia per il suo commercio, sia per avere un favoritismo in più qualora le dovesse servire.
    In mezzo a tante notizie interessanti, una colpì di molto la sua attenzione: il Paiolo. Aveva incontrato lo strambo proprietario e il suo succube figlio all'inaugurazione di Magie Sinister qualche mese prima, tuttavia non aveva avuto il tempo di fare un salto da quell'uomo così strano.
    Soprattutto, come ricordava, c'era una parte di quel Paiolo che aveva attirato l'attenzione della ragazza dopo che Brian aveva avuto quella strana visione. Per questo aveva mandato uno dei suoi migliori informatori a cercare di capire cosa davvero nascondesse quell'Hedwin in quella baracca che puzzava di vecchio.
    Per tale motivo, quella giornata l'aveva dedicata ad andare a spasso, fino a decidere di entrare in quel locale. Sbuffò appena, un po' stanca dalla lunga camminata che aveva fatto, quando entrò nella bottega e si guardò attorno.Chi era riuscito ad infiltrarsi fino alla fine di quel posto, le aveva svelato un po' di segreti, ora doveva verificare l'attendibilità di quella situazione, anche per testare la veridicità delle notizie che quell'informatore le forniva. Entrata dentro, cercò come prima cosa il ragazzo succube che sembrava essere molto attento alla presenza della rossa, poi si sarebbe avvicinata al bancone.
    «Secondo me, dovremmo tornare a lavoro.
    Ma dai, senti l'adrenalina che sale? Proviamo, proviamo, proviamo.
    E se ci facciamo male?
    Non c'è niente che possa farci male.»
    - era chiaro come il timore delle Alyce interne erano molteplici. C'era una parte di lei che sentiva il brivido di scoprire qualcosa di nuovo, l'altra che un po' temeva per quello che poteva accadere. Le voci che l'erano arrivate parlavano di una specie di stordimento e se l'avesse drogata e approfittato di lei? Avrebbe dovuto spargere del sangue innocente, era chiaro, ma che palle poi spiegarlo al capo.
    Sbuffò, quindi, ancora una volta mentre una volta al bancone, tamburellò le dita.
    Un'altra cosa che si era concessa oggi, era libertà di abbigliamento: aveva indossato una minigonna a portafoglio scozzese, con nero, grigio, bianco e rosso a creare diversi quadrati. Sopra una t-shirt corta che lasciava scoperta la pancia e dei mezzi stivaletti dal tacco e para alta.
    Guardò verso chi era dietro al bancone e domandò quello che aveva detto l'informatore «Vorrei passare una notte nella... » - com'era? Ah, sì. «... nella stanza numero 13.» - disse guardandosi attorno, un pochino perplessa per la richiesta strana. Subito, poi, si ricordò la necessità di pagare subito, quindi mise sul bancone la quantità necessaria per pagare e «La pago immediatamente, per favore, non voglio rischiare di scordarmi di pagare, quindi prenda la somma necessaria e ... aggiunga un...» - non poteva crederci che stava per ordinare davvero quel cocktail che a lei non piaceva per niente. «... un bloody mary, da portare immediatamente in stanza.» - ah, cosa non si faceva per affari, eh?
    Attese quindi la risposta dell'uomo con cui stava interloquendo, un pochino in ansia, guardando a destra e sinistra con fare preoccupato.
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    Hedwin Keratack
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    In un giorno qualunque Hedwin sarebbe stato lì, a pochi passi dal bancone. Avrebbe sorriso alla ragazzina e probabilmente le avrebbe concesso un occhiolino interrompendo la propria partita a carte.
    La signorina Alyce Coffey era difficile da dimenticare, e questo lo sapeva bene anche Harry, che ha differenza del padre era proprio lì, davanti a quella letale bomba sexy, mentre il vecchio si trovava già nel Paiolo Segreto a sistemare della nuova merce.
    -Buonasera signorina Coffey- tralasciando il fazzoletto che gli aveva offerto da Sinister il giorno dell'asta, come non conoscere il nome di quella star di Diagon Alley? L'inaugurazione del suo locale non era certo passata inosservata.
    Mentre la donna cercava di dire tutta la prassi per accedere al negozio di contrabbando in modo accettabile Harry, continuava a sorriderle con occhi vispi e allegri; senza il padre nei dintorni sembrava tutt'altra persona.
    Fece un sicuro cenno d'assenso e le mani inziarono a muoversi come saette.
    Il succo di pomodoro volò dentro lo shaker seguito dalla linfa di un limone spremuto come se fosse una pallina di gommapiuma. Gli avambracci del barista erano dei fasci di muscoli e salendo con lo sguardo si poteva vedere il bottone della camicia soffrire da quanto era schiacciato dai pettorali gonfi.
    Nello shaker furono fatti tuffare qualche goccia di tabasco e salsa Worchestershire, poi coriandoli di sale e pepe finemente macinati. Il tutto fu mescolato da un bar spoon con una tale delicatezza e controllo che pareva che le dita fossero esse stesse parte di quel tubicino di metallo arrotolato.
    Fu il turno della regina vodka fatta scivolare nella giusta quantità da un dosatore di metallo e infine si aggiunse alla composizione qualche cubetto di ghiaccio.
    Da lì, le poderose braccia del biondo iniziarono a dare sfogo a tutta la loro esperienza esibendosi in un perfetto Throwing, la tecnica di miscelamento che prevede più lancio del cocktail da uno shaker a un altro.
    Erano passati pochi secondi ed ecco davanti ad Alyce un alto bicchiero dal contenuto infuocato. Una mezza fetta di limone e un gambo di sedano.
    Le lanciò un mezzo sorriso e uno studio attento delle forme. I suoi occhi azzurri erano veloci e impertinenti.
    -20 Galeoni-
    Presa la somma e dato l'eventuale resto mise il bicchere in un vassoio e fece strada.
    -La prego di seguirmi- solo l'autore sa quanto Harry avrebbe voluto che la stanza n13 fosse la propria camera da letto.
    La guidò prima fin sopra il soppalco, quindi per una piccola scala di legno e poi attraverso l'uscio a cui portava.
    Un lungo corridoio in parquet, con tanto di tappetto rosso, si aprì davanti a loro.
    Superarono diverse porte di legno prima di arrivare a quella prestabilita. la numero 13.
    Con la mano libera Harry Keratack prese la chiave della stanza e l'aprì poi lasciò lo spazio per far entrare prima la donna. Accomodata all'interno lui la seguì appoggiò il drink sul comodino e poi con un impacciato gesto salutò Alyce. -A...a più tardi miss Coffey.-
    La porta sbatté un po' troppo forte alla sua dipartita. Un filo di polvere cadde dal soffitto.
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    Ma tu guarda un po' il caso, che biricchino. Ad accoglierla, quella volta, non c'era il vecchio burbero divertente del proprietario, ma il figlio decisamente troppo invitante di questo. Lo aveva incontrato alla serata da Magie Sinister e il ragazzo sembrava abbastanza interessato alla sua mercanzia.
    Aly puntò i suoi occhi smeraldo sul giovane, inclinando un po' il capo per osservare meglio il giovanotto. «Oh, tu devi essere il figlio del vecchietto. Non ricordo se mi hai detto il tuo nome, sai?» - miagolò appena, con le braccia incrociate sul bancone. Mentre Harry preparava la sua bevanda, Alyce lo osservava, spesso annuendo soddisfatta di quel che vedeva e no, non stiamo parlando del cocktail ma del fisico del ragazzo «Secondo me sei sprecato, qui.» - mormorò prima che lui le dicesse il prezzo.
    Piazzò i suoi 20 Galeoni sul bancone e seguì il ragazzo, standogli dietro e inclinando il capo per guardare il suo sedere. «Hm. Direi un bel dieci pieno!» - commentò entrando in stanza e guardandosi intorno.
    Quando il ragazzo fece per andarsene, Alyce si girò di scatto e lo guardò «Ma come?! Non rimani con me?! Uff, da me queste cose non succedono quando entri in una stanza con un letto. Bon, ti aspetto al Rouge, bellezza.» - gli fece un occhiolino e vide la porta chiudersi.
    Girò un po' nella stanza, prima di sedersi sul letto e molleggiarvi sopra «Duretto, eh.» - sbuffò «Quindi che si ---» - manco il tempo di finire la frase, che i canonici cinque minuti terminarono e lei... svenne?
    Quando si risvegliò, la stanza era sparita e sotto di lei c'era una sedia rossa dov'era seduta «Addirittura? Beh, più comoda di quel letto, sicuramente è.» - commentò, per poi guardare la stanza dov'era finita.
    Si alzò dalla sedia e prese a guardare tutti i contenitori, chinandosi per osservare dentro che ci fosse. La cosa più divertente erano le urla e i lamenti che si sentivano dal condotto di ariazione «Uh, sembra quasi qualcosa di familiare.» - ghignò, visibilmente eccitata da quelle urla. Quando il vecchietto sarebbe apparso, Alyce avrebbe sfoggiato uno dei suoi sorrisi psicopatici «Non le hanno detto che è maleducazione non presentarsi alle inaugurazioni del vicinato?» - commentò sarcastica, riferendosi al fatto di non averlo visto da lei, il giorno dell'apertura.
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    Hedwin Keratack
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    Il sorriso di Harry era combattuto. Da una parte non vedeva l'ora di scoparsi Aly... non vedeva l'ora di lascare quel maledetto posto per sempre e vivere in proprio, lontano dal padre, dall'altra non voleva lasciare alla mercè di quell'uomo la piccola Marlene. La madre se la sarebbe potuta cavare anche senza di lui, ma non poteva dire lo stesso della sorellina.
    -H...Harry...signorina- Deglutì con la stessa grazia di un rospo Tibetano -Mi chiamo Harry- Quest'ultima volta il tono fu molto deciso.
    Era difficile gestire una propria natura che virava, come un pendolo, fra coraggio e timidezza. Sopratutto con una ragazza come Alyce.
    Il viso divenne così paonazzo, tra un commento di qua e una delusione della rossa di là che riuscì a rispondere solo con un cenno della testa e una parola bofonchiata -N...non mancherò miss Coffey- Si la voleva. Sarebbe andato. Avrebbe trovato un modo.
    La porta sbatté e lei fu lasciata da sola... ma ancora per poco.
    -Buonasera Miss Coffey!-
    Il rumore da maniaco delle mani che si sfregavano l'uno con l'altra si mescolava col fruscio della veste di seta multicolore -Contento che la mia umile attività e le sue attrazioni- un sorriso malefico sottolineo l'ultima parola -siano di suo gradimento-
    A riguardo dell'inaugurazione fu indossata una maschera palesemente e volutamente finta. le mani furono portate alle guance -Oh che sbadato! Ma sa in questo periodo sono molto impegnato- le dita scivolarono giù per poi mostrare l'intera stanza e infine soffermarsi su un tavolo in particolare -Spero che con un piccolo sconto riuscirai a perdonarmi. C'è qualcosa di tuo gradimento?-
    Alyce poteva vedere un po' di tutto, ma su quel famoso tavolo, poco lontano da lei, una scatola quadrata risaltava fra gli altri oggetti. Dal vetro opaco che la difendeva dall'esterno si poteva intravedere qualcosa che assomigliava ad un bianco e liscio pallone da spiaggia, un uovo?
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    Harry.
    Sì, il nome di quel ragazzo era Harry! Avrebbe dovuto ricordarselo per le prossime volte e, soprattutto, per arrivare a quella mercanzia che tanto sembrava invitante e sprecata.
    «Harry, giusto. È un nome semplice e carino. Prometto che è l'ultima volta che te lo chiedo.»
    Gli sorrise, un misto tra l'elegante e l'invitante. Rimase a guardarlo come se fosse la sua preda prossima, quindi si ricompose nel seguirlo. Anche se lo sguardo smeraldo fotografò più volte quel lato b che meritava di essere toccato.
    Lo avrebbe fatto, se quel giorno non fosse andata lì per vedere cosa diamine fosse quel paiolo segreto di cui aveva raccolto informazioni.
    Sicuramente Brian sarebbe stato felice se avesse saputo che Alyce aveva preso informazioni a riguardo e si era anche introdotta al suo interno, vero?
    Quando arrivò alla meta, trovò finalmente il vecchio viscidone di Hedwin ad accoglierla.
    Sentí il rumore delle sue mani sfregare tra loro e lo smeraldo gli concesse sguardo.
    «Signor Keratack, finalmente ci incontriamo... Da soli.»
    Le ultime due parole furono un sibilo accompagnato da un ghigno perverso.
    Dire il suo nome era stato un allenamento di giorni, sembrava quasi un medicinale.
    «Devo dire che ho un debole per questo tipo di merce e... Non mi aspettavo che lei potesse attirare la mia attenzione così tanto.»
    La lingua vipera si insinuo tra le proprie labbra a bagnare appena la superficie. Inclinò il capo e il felino sguardo si piantò sul suo volto.
    «Attendo che lei si faccia perdonare in grande stile. Può chiamarmi Alyce, comunque.»
    Gli concesse quel permesso perché l'intento della donna non era solo di acquistare ma anche, viste le merci, di contrattare un qualcosa con lui, se tutto fosse andato per il meglio.
    L'attenzione della rossa fu attirata da quello che pareva essere un uovo, sul suo tavolo,
    «E quello? Cosa mi dice di quell'uovo?»
    Domandò sibilante, mentre appena si chinava in avanti, ad angolo retto, per vedere l'interno della teca.
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    Hedwin Keratack
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    La superficie esterna e rugosa sorrideva, mentre le acque interne a Hedwin Keratack si scuotevano di gioia. Prima o poi si aspsettava di vedere molta della gente che incontrava a Nocturne Alley passare per la sua "umile" ed illegale attività, ma quella era una presenza che aspettava da tempo.
    -Sono estremamente contento che la mia umile attività la soddisfi, mia cara e sono sicuro che questa sua visita possa essere l'inizio di un suo interesse ancora più profondo- sfregava le mani con il suo solito sorriso maligno innestato sul viso, ma sotto sotto la voleva strozzare; Hedwin Keratack odiava ripetersi. -Le avevo già detto che apprezzavo il suo interessamento no?-
    -Non si preoccupi Miss Coffey, troverò il modo- si portò la mano al petto mentre il volto entrava in modalità pentimento di Rose DeWitt Bukater mentre vedeva affondare il suo amato Jack -anche perché mi sento veramente un maleducato a non essermi presentato.-
    In parte era pure vero.
    Ovviamente non gliene fregava niente della parte morale della vicenda, ma perdersi un inaugurazione del genere voleva dire partire col piede sbagliato in una possibile e molto proficua relazione d'affari. Forse anche migliore di quanto fosse quella formata con Selene di Magie Sinister.
    La donna vide l'uovo.
    -Quello?- Sorrise ancora facendo qualche altro passo verso il tavolo -Vedo che ha buon occhio!- Prese la scatolina in mano e l'avvicinò alla donna porgendogliela. -Questa è una rarità. Un uovo di Acromantula Nana. Una mutazione rarissima che porta questo aracnide magico a non crescere per più di mezzo metro. Ma anche se più piccola, per modo di dire, l'aggressività è pressoché la stessa, come la capacità di comunicare col linguaggio verbale umano, mentre il prezzo pressoché sale, data la rarità e la maggior possibilità di addestramento.-
    Sbuffò come dispiaciuto.
    -Purtroppo questo dettaglio e il fatto che rimane un bene non commerciabile di classe A porterebbero il prezzo a 600 galeoni, ma solo per lei posso fare uno sconto sensibilissimo.- Sorrise di nuovo senza specificare altro a riguardo. -Per caso è interessata?-
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    Edited by Hedwin Keratack - 15/10/2020, 22:38
     
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    Hedwin non era Harry, né nell'aspetto, né nella gentilezza. In lui vedeva del viscido, che sembrava quasi disgustare Alyce, ma allo stesso tempo l'attraeva nella sua ragnatela, come una tarantola, pronta a pungerla.
    Le parole dell'uomo erano pungenti, anche quando non aveva molto da dire, Alyce lo studiava, inclinando il capo prima da un lato, poi dall'altro «Beh, direi che questa visita, potrebbe essere anche l'inizio di un qualcosa di più... conveniente per entrambi.» - azzardò, mentre faceva un passo verso la tarantola settantenne.
    Annuì ancora, alle sue parole «Questo tipo non mi piace.
    Ma dai, lo trovo così eccitante.
    E' viscido.
    Secondo me è bravo a letto.»
    - come ogni volta quando non c'era Brian nei dintorni, le personalità di Alyce facevano a botte per avere la meglio.
    «Sicuramente un modo ci sarà, ho già qualche idea in mente, che potrebbe deliziare i palati di entrambi.» - sibilò, passando la lingua sulle labbra carnose.
    Tuttavia, adesso, l'attenzione di Alyce era stata rapita da quello che pareva un uovo. Quando arrivarono le dovute spiegazioni, lo smeraldo brillò così come quel ghigno perverso divenne sempre più evidente sul volto della giovane rossa.
    Mentre Hedwin parlava, gli occhi della donna erano su quell'uovo. Più sentiva le sue caratteristiche, più doveva farlo suo.
    Sollevò le iridi, solo quando la domanda le venne fatta direttamente «Sì, lo sono. Sentiamo la sua proposta...» - disse, mentre sollevava i seni, incrociando le braccia su di esse «Prima concludiamo questo affare, prima possiamo passare ad altrettanti davvero interessanti... per i gusti di entrambi.» - si morse il labbro, mentre lo smeraldo si assottigliava appena appena.
    «Io non ci vado a letto con questo.
    Io sì.
    Fai schifo, è viscido, secondo me puzza anche.
    Proveremo.
    Oh, no. Non lo faremo.
    Proviamoci.
    Dimenticatelo.»
    - la confusione nella testa di Alyce, era all'ordine del giorno, ma cercava di ignorarla, ora che doveva chiudere un paio di affari.
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    Hedwin Keratack
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    O Alyce Coffey non se l'era presa poi così tanto per l'assenza di Hedwin all'inaugurazione del Rouge o lui era davvero bravo con le parole. I fatti sembrarono dar ragione a questa seconda ipotesi, d'altronde sembrava già aver concluso un affare in zero virgola 2 secondi: l'uovo di Acromantula.
    -La mia proposta...ecco, vediamo...- la mano volò pensosa al mento, anche se, ovviamente, aveva già deciso quasi all'istante il prezzo a cui fargli quella piccola rarità. -Io direi poco più della metà del costo originale, ben 350 galeoni cara la mia Coffey- Un mezzo inchino con le mani rivolte alla piccola cella di incubazione. Alzò la testa -Sconto offerto come scusa e promessa di un futuro florido.- era bene insistere sulle scuse, fa bene all'ego di molti. Poi, se quelli abbassano la guardia e ti credono un debole... bhé tanto meglio. Dopo li puoi accoltellare alla schiena con più facilità, se non fanno i bravi.
    -Guardi... anzi, posso darti del tu Alyce?- Se la proprietaria del Rouge avesse acconsentito Hedwin avrebbe continuato col tono informale, altrimenti no; per lui non c'erano problemi a riguardo. -Se vuoi ho questo aggeggino che può mostrarti come sarà. <b>- Dalla tasca espansa estrasse un cilindro delle dimensioni di una gomma da cancellare. Lo girò un paio di volte, schiacciò qualche tasto a poi lo appoggiò in verticale sullo stesso tavolo dove l'uovo di Acromantula riposava.
    Ne uscì un fascio di luce; una ripresa olografica. Il soggetto della registrazione era un'acromantula nana, stava sulla spalla di un uomo scuro. Scambiò con lui qualche parola in quello che sembrava arabo, poi saltò sulla faccia di una seconda persona e iniziò a sbranargliela, mentre quello urlava e cercava di scaraventare via l'animale, per un attimo c'era pure riuscito, ma poi il ragnone risaltò in un lampo su di lui e finì l'opera.
    La registrazione terminò e Hedwin si rimise il proiettore olografico in tasca.
    -L'unica pecca è che un Acromantula Nana non è velenosa- l'espressione del viso era dispiaciuta, comese fosse morto qualcuno, ma poi si riprese subito con un sorriso. -ma hai già visto che sa fare.-
    Il sorriso fu mantenuto. -Se ti ha conquistato- aprì un cassetto -prima di andare mettila dentro questo. Sembra un normale sacchetto di plastica, quello per la spesa, ma in realtà è espanso e protetto da un illusione che allontana occhio indiscreti o babbani, ma resisterà solo per un breve viaggio, poi puoi anche buttrlo. Questa invece è una piccola guida alla schiusa. Leggila bene prima di sospendere l'ibernazione. Nascerà quasi subito.-
    Poi si sfregò le mani -Bene, e ora sono curioso di sapere che idea avevi in mente per deliziare entrambi i nostri palati-
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    Alyce non era una a cui piaceva molto star li a pregare per avere qualcosa in cambio. Le interessava concludere affari piuttosto velocemente e se chi aveva davanti non aveva questa intenzione, allora non era roba per lei.
    Lo stesso valeva per quel che era accaduto con la sua inaugurazione e l'assenza di Hedwin. Aveva accettato le sue scuse e preferito spostare l'attenzione su quell'oggettino che meglio aveva attirato la sua attenzione. L'uovo di acromantula nana era qualcosa di unico che Alyce non poteva lasciar lì, con il prossimo cliente che lo avrebbe sicuramente acciuffato al posto suo. Doveva appartenere a lei e il suo sguardo smeraldo perverso che guardava quell'esemplare, mostrava quanto fosse determinata a prenderselo.
    Ascoltando le parole di Hedwin, dovette ammettere che era un affare acciuffare quella rarità a così poco prezzo, rispetto al prezzo di mercato.
    Mosse la punta del naso a destra e sinistra, quindi tentò di sfiorare la teca dell'Acromantula.
    «Direi che per te, questi soldi sono ben spesi, mia piccola...» - un sibilo perverso, in direzione di quella teca.
    Annuì alla sua richiesta di darle del tu, e assottigliò gli occhi quando Hedwin le propose di mostrarle come sarebbe stata quella creatura di cui lei era già innamorata.
    Tuttavia, l'ologramma della scena che Hedwin le mostrò, le fece allargare lo sguardo e stendere le labbra in un ghigno di perversione nel vedere la tortura che quella creatura stava dolcemente donando a quel povero malcapitato.
    Scrollò le spalle alla sua affermazione «Suppongo che andremo abbastanza d'accordo io e questa creaturina.» - disse allungando i suoi 350 Galeoni verso Hedwin.
    Fece esattamente quello che l'uomo le disse, quindi passò a porre l'attenzione ad un'altra interessante interazione «Oh, sì. Veniamo alle proposte interessanti.» - raddrizzò la schiena e incrociò le braccia sotto i seni, sollevandoli di poco, mostrando involontariamente le forme all'uomo «E' chiaro che abbiamo clientele diverse, mio caro Hedwin, quindi stavo pensando che potremmo fare una specie di piccolo accordo tra di noi, sia per il quieto vivere, sia per un buon lavoro di convenienza.» - ghignò appena, spostando il peso del corpo sulla gamba destra «Come potrai immaginare, le mie sentinelle sono ovunque. In ogni rango dell'alta e della bassa società. Captano informazioni, soffiate, notizie interessanti in ogni dove. Esempio banale? Come credi che io sia arrivata fin qui?» - gli fece un occhiolino, poi lentamente si passò la lingua sulle labbra «Tu invece, hai un qualcosa di interessante per quel che concerne le droghe. Quindi ti proporrei uno scambio: io ti do le informazioni necessarie per sapere in anticipo molte cose, lì dove tu non arrivi e tu passi a me dell'ottima droga per poter accontentare i miei clienti. Che ne dici?» - cercò quindi, di fare un paio di passi in avanti verso l'uomo. Se questo le avesse permesso di avvicinarsi, le dita affusolate della ragazza, avrebbero cercato di sfiorare la sua spalla «Volendo, posso convincerti in...» - sempre se glielo avesse concesso, si sarebbe avvicinata al suo orecchio per sibilare le ultime parole «... altri modi interessanti.» - sussurrò all'orecchio dell'uomo, sfiorandone la carne con le labbra.
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    Hedwin Keratack
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    Se Hedwin Keratack avesse avuto una debolezza, quella si trovava, senza dubbio alcuno, fra le sue gambe.
    Si, gli funzionava bene. Il problema era un altro.
    La corteccia s'inalberava ogni volta che un po' di eccitazione scuoteva il suo corpo.
    Strano per un uomo di 71 anni? Concordo, ma alla nascita ciascuno è a suo modo fortunato. C'è chi viene baciato da madre-natura sugli occhi, chi sul naso, chi sulla folta criniera; al piccolo e brutto Hedwin, invece, la verde-signora aveva riservato del vero e proprio sesso orale.
    Quindi, non c' troppo da stupirsi se quando Alyce gli offrì un plus ultra all'accordo da lei appena proposto la vestaglia arcobaleno si gonfiò di circa 30 centimetri.
    -Oh- un sorriso da stregatto. -Si vede che non indosso le mutandine?-
    Batté le mani, -ma per quanto io voglia concentrarmi su altro- si leccò le labbra -perché voglio concentrarmi su altro- Il bacino ondeggiò, seguito da quel gonfiore semi libero nella vasta copertura di seta, per poi fermarsi di colpo indicando la proprietaria del Rouge -parliamo un altro secondo di affari-
    Il sacchetto di galeoni appena ricevuto, tintinnava ancora fra le sue mani e cominciò a giocarci, lanciandoselo da una mano all'altra.
    -Adoro sia il quieto vivere che la convenienza- iniziò a passeggiare per la stanza circolare, l'asta nascosta sempre in bella vista. -e questo mi sembra in tutto e per tutto un ottimo affare.-
    Vero era che la sua rete d'informatori era ampia e ben organizzata, ma Alyce gli stava offrendo una capillarità che a lui mancava e che voleva raggiungere.
    -Droghe per informazioni...- la mano iniziò ad accarezzare la barba come se fosse il manto di qualche gatto da super cattivo. Poi gli occhi sottili quanto i denti di un barracuda si puntarono su quelli dell'acromantulina. -Lo sai vero che se proverai a fregarmi ti renderò la vita un inferno?-
    L'asta sembrò irrigidirsi ancora. Amava gli scontri dialettici. Lo infiammavano.
    -Detto ciò non vedo perché non accettare, ma vorrei discutere meglio alcuni dettagli, magari dopo aver fatto quattro salti per festeggiare la nostra nuova amicizia?-
    Si toccò il rigonfiamento fra le vesti, mettendola ancora più in mostra.
    Se Alyce avesse acconsentito a concludere, per il momento, le trattative, l'avrebbe fatta riaccomodare sulla sedia dove era comparsa. Lei avrebbe perso i sensi, per poi risvegliarsi nella stanza dove tutto era cominciato, ma non sarebbe stata sola. Affianco a lei avrebbe trovato un Hedwin, sempre in vestaglia, disteso come una sirenetta spiaggiata su quel morbido materasso matrimoniale. -A ribuongiorno- Un sorriso da stregatto.

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    Stringere i patti per Alyce era una di quelle cose più difficili che potesse esistere. Troppa diplomazia, troppo autocontrollo. Tutto questo la faceva sentire a disagio, lei che amava agire e si annoiava con le parole. Ma da quando gestiva il Rouge, aveva capito che a volte doveva anche mettersi in gioco e cercare di fare ciò che più odiava, per ottenere un tornaconto. Ed ora, con Hedwin davanti, stava mettendo a dura prova se stessa, tuttavia il faccia a faccia con il settantenne stava diventando davvero stimolante, da strappare ad Alyce un sincero ghigno divertito.
    «Già, si vede...» - concordò indicando con un cenno del capo il pacco dell'uomo «... quindi ho appena scoperto che professiamo la stessa religione: no slip.» - disse, cercando di lasciar intendere che anche lei non le portasse, ma senza spingersi a dirlo apertamente.
    Annuì, poi, mentre lui parlava e la lingua disegnò il profilo delle sue stesse labbra, quasi eccitata alla minaccia elegante che le stesse facendo. Lo lasciò terminare la sua riflessione e nella testa di Alyce nessuno poteva immaginare quanto quello non la spaventasse minimamente. Rendere la sua vita un inferno, più di quanto non lo fosse già stata, forse era davvero difficile e poi, quasi poteva essere divertente conoscere quale fosse l'inferno che Hedwin tanto professava. Ciò nonostante, Alyce si limitò ad annuire e sorridere appena «Non sarà diverso per te... non trovi sia divertente ed... eccitante?» - sibilò appena, come un serpente a sonagli che aveva trovato la preda succosa da poter inghiottire.
    «E sia. Sono una donna di parola. E mi piace festeggiare le nuove amicizie.» - in cuor suo sapeva quanto quello non era esattamente lo standard di uomo che avrebbe abbordato in altre situazioni, ma come si dice? Quando si parla di affari, non ci si tira mai indietro. E lei ne stava stringendo uno che probabilmente avrebbe portato ottimi risultati. Si sedette sulla sedia e di nuovo la perdita dei sensi la fece risvegliare in una stanza diversa, lì dove era stata portata da Keratack Jr. «Chissà se il figlio ha gli stessi pregi del padre...» - pensò la rossa, prima di sussultare appena accorgendosi di non essere sola.
    Ghignò appena, quindi «Un risveglio da principessa, direi.» - disse, alludendo probabilmente alla falsa storia della Bella Addormentata.
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