A deafening shot

Nick&Alyce

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  1. Nick Ross
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    IL FALSO BUONISMO È IL LATO VISCIDO DELLA CATTIVERIA

    Nick Ross

    Dolore. Un dolore feroce e bruciante aveva colpito l'uomo d'affari quando la pistola era andata a segno. Ma non fu un dolore alla testa, come si aspettava, bensì allo stomaco. Credeva che gli si fosse perforato, che stesse per morire... faceva male, molto male. Quindi era così che Nicholas Ross, brillante uomo in carriera nel fiore degli anni, sarebbe morto? Ucciso da un proiettile durante un gioco? Il dolore era così intenso che avrebbe voluto morire sul colpo per smetterla di soffrire. Automaticamente, portò una mano alla zona dolorante e, subito, la sentì completamente bagnata di una sostanza vischiosa. Sangue. No, non doveva morire, doveva sopravvivere per Eve, per Thomas, Michael... loro... loro avevano bisogno di lui. Un urlo squarciò l'aria. Non seppe se fosse stato lui o qualcun altro, ma non aveva tempo per pensarci. Si accasciò, cercando di non crollare completamente. Tutto ciò che fece, fu rigettare ogni singola cosa che aveva nello stomaco, succhi gastrici compresi, quindi seguì un feroce bruciore alla gola. Poi il buio. Probabilmente svenne. Non seppe se colpì il pavimento o se lo sorresse qualcuno, ma tutto cadde nell'oblio e da lì, il vuoto.

    Si risvegliò su un divanetto, il dolore ancora lancinante. Da quel momento, fu travolto da due ore di ripresa di conoscenza con successivo svenimento dopo. I suoi vestiti erano imbrattati di sangue, il dolore così insopportabile da impedire che stesse sveglio per più di trenta secondi. Non sapeva nemmeno dove fosse, a stento si ricordava di trovarsi all'inaugurazione del Rouge, ma attorno a lui c'era il silenzio e nessuna presenza umana. Il suo corpo sembrava spaccato a metà, tanto che in quei pochi secondi di lucidità che riusciva ad ottenere, non fece altro che raggomitolarsi e provare a sfuggire al dolore. Incredibile che un uomo forte e prestante come lui, fosse ridotto ad uno straccio a causa di un singolo colpo di pistola... riuscì a girarsi su un fianco e poi... più niente.

    È colpa tua, sei tu che lo hai ucciso la voce melodiosa di Evelyn gli penetrò nelle orecchie, avvolgendogli il cervello e iniziando a consumarlo come delle tarme voraci. La sua migliore amica non aveva più un'espressione dolce, ma aveva i canini bene in evidenza, un sorriso malvagio sulle labbra e al suo fianco Thomas, lo sguardo deluso di un fratello tradito. È colpa tua ripeté anche lui.

    Poi tutto si fece scuro. Un urlo. Nick riaprì gli occhi. Era imbrattato di sangue ma il dolore sembrava scomparso così com'era venuto. Si rialzò a sedere, tutti i muscoli rigidi per la tensione. Era parecchio confuso, non sapeva che fare. Si portò le mani tra i capelli, nervoso. Ah sì, sono al Rouge e questa... deve essere una delle stanze... stavamo giocando alla roulette russa e... non ricordo altro. Fece mente locale a voce alta sempre più confuso.
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    «Voi occupatevi di ripulire tutto, io vado a sistemare i caduti in guerra. Voglio che tutto sia perfetto al mio ritorno, deve luccicare tutto.» - parlava di spalle, camminando verso il corridoio che l'avrebbe portata al piano di sopra, in una delle stanze dove sapeva che uno dei clienti era stato riposto dopo aver giocato a quella strana roulette russa.
    Prima di accedere alla stanza, decise di cambiare il suo abito con un vestis piuttosto rapido, che trasfigurò il suo abbigliamento per la serata di apertura, in uno molto più comodo che prevedeva un vestitino di raso che scendeva solo fino ad un terzo della coscia, scollato dietro, che lasciava la schiena nuda e un paio di decolté anch'essi neri.
    Il tacco risuonava nel corridoio fino a fermarsi davanti alla porta dov'era stato adagiato uno dei perdenti. I capelli rossi di Alyce le incorniciavano il volto di porcellana, mentre la maniglia veniva piegata sotto il suo volere e lei avanzava nella stanza.
    Sulla porta sentì la voce del ragazzo che si era risvegliato, sorrise emblematica a se stessa, per lo più, quindi schiuse le labbra e nel gioco di penombre che le candele rilassanti avevano creato in quella camera, proferì parola «E hai perso...» - come la voce fuoricampo di una dea invisibile, Alyce fece il suo ingresso in quella stanza.
    Avanzò sul parquette, andando verso il letto dov'era adagiato il ragazzo. Ne rimase ai piedi, ritta ad osservarlo, piegando le braccia sotto i seni che si sollevarono appena cercando di affacciarsi dalla scollatura morbida che ricadeva sul suo corpo «Vedo che ti sei risvegliato prima di tutti gli altri, duro a morire...» - ghignò quel sibilo leggero, mentre si avviò verso il comodino e da lì prese un bicchiere con un liquido ambrato e lo offrì al ragazzo «Questo darà una svegliata a tutto il resto.» - propose, allungando il rhum.
    Prese un respiro profondo e si sedette sul letto, accavallando la gamba nuda e giocando un po' con il piede facendolo dondolare «Allora? Vuoi che avvisi qualcuno per farti riportare a casa?» - azzardò, con un certo ghigno sul volto.
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    IL FALSO BUONISMO È IL LATO VISCIDO DELLA CATTIVERIA

    Nick Ross

    Si guardò attorno, passandosi una mano tra i capelli castani, mentre gli occhi si posarono quasi immediatamente sul pacco a pochi metri da lui. Ah già, il regalo che aveva preso per la proprietaria e che ancora non era riuscito a darle. Non si aspettava una serata così movimentata, sebbene si fosse divertito. Sì, ricordava ancora il brivido e l'adrenalina di essere in bilico tra la vita e la morte. Quasi si faceva paura per questo, visto che l'ultima volta aveva praticamente ucciso un suo amico. Scosse con violenza la testa perché era andato là per dimenticare quel particolare, non per ricordarlo con maggiore intensità.
    Improvvisamente, una voce si fece strada nelle sue orecchie, costringendolo ad esaminare con lo sguardo ogni angolo della stanza, chiedendosi se ci fosse qualcuno che non aveva visto prima, ma poi... una dea oscura fece la sua comparsa. Capelli rosso fuoco, occhi verde smeraldo e vestiti che ben poco lasciavano all'immaginazione sia del lettore che di Nick: un abitino giusto giusto che arrivava alle cosce, più o meno. Per quanto stanco ed infastidito da quella sensazione, ce li aveva gli occhi ed era anche un uomo, quindi non poté far altro che far scorrere i suoi occhi nocciola sul corpo della donna. Però lo fece in modo discreto e non invadente, facendolo quasi passare per un movimento casuale; aveva imparato bene come si flirtava e usava quelle tecniche anche senza volerlo.
    Che tette... pensò però, grattandosi appena la barba in un finto gesto di disagio, mentre si rialzava completamente a sedere, ora costretto a guardarla dal basso. Oh sì, ho la pelle dura commentò, guardandosi ancora attorno. Così oggi, così qualche settimana fa a Dubai sbuffò, senza nemmeno ricordarsi che anche la donna vi era stata e senza, quindi, porsi il problema. Prese il bicchiere di liquido ambrato che la donna gli porgeva e ricambiò con un ghigno identico, osservandola sedersi. Esitò, guardando quel vetro trasparente che conteneva senz'altro un qualcosa di potente che non vedeva l'ora di bere. Ti ringrazio. Sembrava avere grosso modo la sua età ed in fondo era un'imprenditrice come lui, quindi perché usare le formalità? Bevve un sorso di Rum, lasciando che quel famigliare bruciore gli scendesse lungo la gola, infiammandolo e accendendolo. Sorrise. Nah, non ci sarebbe nessuno che potrebbe venirmi a prendere ammise, scrollando le spalle. Era verissimo. Dopo Dubai, aveva litigato con Thomas e non sapeva se Eve avesse la macchina, oltre ad avere un disperato bisogno di stare da solo a razionalizzare. Ah, ho qualcosa per te annunciò, allungandosi verso il comodino ed afferrando il pacchetto verde acqua che conteneva quella splendida rosa. Non è niente di che, ma spero ti piaccia. Aggiunse, sbuffando, sentendosi la maglia tutta appicicaticcia dal sudore. Non avete qualcosa da vestire qui, vero? Ridacchiò, togliendosi la maglia che ormai gli dava solo fastidio e mettendo in mostra il suo fisico estremamente scolpito, plasmato da anni di allenamenti vari.
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    La serata era andata talmente bene, che Alyce si sentiva quasi piena di adrenalina per il successone, da provare quella sensazione di superiorità che le disegnava in volto un'espressione di perversione e seduzione. Gli occhi erano diventati quelli di un felino in piena battuta di caccia, i passi erano lenti e le labbra si muovevano fluide ma con estrema precisione, tanto da sembrare un ondeggiare incantevole.
    Un leggero ghigno sul volto, quando Nick ribattè a quelle frasi, annuì appena quindi e inclinò il capo sulla questione Dubai «Non ti avevo notato a Dubai.» - vero, perché si sentiva talmente a disagio con quel vestito tutto tirato, che probabilmente pensava solo a bere per non soffrirne e scodinzolare intorno a Brian.
    Non rispose verbalmente al suo ringraziare, ma fece un cenno col mento di porcellana. Lasciò che lui bevesse l'ambra liquida, in silenzio, mentre ne osservava ogni singolo muscolo del volto, in quell'atto così semplice che era il bere.
    Inclinò il capo a quella negazione «Se vuoi posso farti accompagnare da uno dei miei buttafuori. A breve finiranno il turno.» - peccato che i due fratelli-orso non sapevano di dover fare anche il servizio taxi, per quel locale. Tuttavia, Alyce era certa che non avrebbero rifiutato.
    Sgranò appena gli occhi sorpresa, quindi, quando parlò di avere un qualcosa per lei. Ne osservò il braccio allungarsi e arrivarle tra le mani quel pacchetto verde acqua, che quasi si abbinava al colore dei suoi occhi. Lo aprì, dando uno sguardo a Nick per poi sfilare dalla busta quella rosa incarcerata in quella teca.
    «Wow.» - disse semplicemente, visibile come fosse sopresa da quel dono che l'aveva colpita a dir poco. Il rosso del fiore, era perfetto per il locale e sembrava quasi avere la stessa tonalità dei suoi capelli. Il verde dello stelo, invece, risalvata i suoi occhi e quelle poche spine su esso, erano tutte quelle che Alyce aveva sulla pelle.
    Lo smeraldo tornò sul ragazzo «Credo che dovrò trovare un posto per mostrare a tutti la sua bellezza...» - mormorò appena, sollevando poi un sopracciglio quando il ragazzo si tolse la maglietta.
    Un fisico asciutto e perfettamente disegnato, in tutta la sua muscolatura.
    L'angolo sinistro delle labbra si sollevò e Alyce schiuse le labbra, mentre poggiava lontano da loro la rosa, per paura che si potesse rompere.
    Si sporse verso Nick, allungando le dita per arrivare a sfiorare la sua pelle nuda, al petto e percorrere lentamente verso il basso il tragitto «Hai sbagliato posto, per cercare vestiti... qui ... tendiamo più a perderli...» - mentre parlava si era sporta verso di lui, avvicinando il volto a pochi centimetri dal suo, mentre lo smeraldo rimaneva fermo negli occhi del ragazzo. Il suo era un sibilo ammaliante, come se l'acromantula stesse cercando di attirare nella tela del ragno, la propria mosca.
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    IL FALSO BUONISMO È IL LATO VISCIDO DELLA CATTIVERIA

    Nick Ross

    Nonostante quello sparo -che avrebbe preferito colpisse quel coglione lagnoso di Hakon- l'inaugurazione gli era piaciuta e, in fin dei conti, forse trovarsi in quella stanza non era poi così male, dal momento che aveva davanti la bella proprietaria in carne ed ossa ed avrebbe potuto darle il regalo che aveva custodito tutta la sera, in attesa di poterglielo dare.
    Beh diciamo che non c'è stato molto tempo per fare... conoscenza. Annuì lui, scrollando appena le spalle e portandosi una mano sulla nuca. Quel discorso gli stava portando alla mente brutti ricordi che non aveva voglia di rivangare, anche se non avrebbe potuto evitarlo per sempre. Come stai dopo... quella sera? Si premurò di chiedere, mentre il liquido ambrato gli bruciava piacevolmente la gola, quasi rigenerando le sue energie meglio di qualsiasi incantesimo curativo. Strinse tra i polpastrelli il vetro, specchiandosi in modo distorto nel liquore. Era ancora leggermente intontito, ma il dolore pareva scomparso, a parte un persistente mal di testa, sebbene anche questo si stesse man mano attenuando, mentre la sua lucidità tornava. Senza ombra di dubbio, l'alcolico stava facendo miracoli per la sua sanità mentale. Finì l'ultimo sorso, gustandoselo come se fosse il più pregiato dei liquori, non lasciando poi la presa sul bicchiere, sovrappensiero. Avrebbe voluto bere di più, ma non era il caso, visto che avrebbe dovuto guidare, nonostante le parole della rossa.
    Oh no, ho la mia macchina qua fuori... posso tornare a casa da solo, non preoccuparti. Sospirò. Non aveva avuto un'ottima impressione con quei due giganti, all'inizio della serata. A proposito, dovrebbero imparare a trattare un po' meglio con i clienti. Non mi volevano far entrare -un po' a caso, invero- pensando avessi falsificato l'invito. Sbuffò, senza peli sulla lingua. Evitò frasi del tipo "Non sanno chi sono io, evidentemente" anche se le pensava.
    Alla fine, venne il momento di darle quel pacchetto verde acqua che tanto accuratamente aveva scelto, conscia che avrebbe potuto fare colpo sulla donna.
    Un sorriso compiaciuto gli attraversò le labbra allo notare la sua sorpresa, felice di essere riuscito nel suo intento di stupirla.
    Sì, merita proprio di essere messa in un punto di rilievo, in questo magnifico locale. Come ciliegina sulla torta di un luogo tanto bello. Affermò, con parlantina fluente. Se c'era una cosa che sapeva fare, questa era certamente lusingare le persone; era da sempre stata una persona estremamente carismatica.
    Infine, si tolse la maglietta, quasi fradicia di sudore.
    Quando la mano di Alyce si mosse verso il suo petto, sfiorandolo con tocchi leggeri, per poi scendere verso il basso, venne scosso da un brivido profondo di piacere. Il tocco di una donna era sempre gradito da Nick, tanto che socchiuse leggermente gli occhi per godersi l'attimo. Lo avevo immaginato. Sussurrò in ricambio, mentre gli occhi verde smeraldo della giovane, si incatenavano ad i propri più scuri ed altrettanto magnetici. I loro visi erano a pochi centimetri l'uno dall'altro ed il profumo della rossa, stava inebriando le narici dell'uomo d'affari, ma con gli anni aveva imparato un discreto autocontrollo, anche se non lo possedeva pienamente rispetto a certe parti del corpo che tendevano a far fin troppo come volevano. Potrei restare ancora un po', se non è di troppo disturbo, giusto per riprendermi del tutto... le sussurrò a fior di labbra, mentre il suo fiato alcolico, le accarezzava la pelle.
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    Annuì col capo, mantenendo quel sorriso enigmatico sul volto, mentre confermava che effettivamente Dubai non era stato poi tanto un luogo di conoscenza e divertimento, visto quello che era accaduto. Che poi, a lei era andato anche bene come fine-settimana: c'era Brian, era riuscita a racimolare un po' di denaro confondendosi con i ladri ed era uscita pulita come sempre. Insomma, meglio di così, che si vuole?
    Alla sua domanda, tuttavia, dovette fingere appena, cosa che per lei non era poi così difficile, visto che lo faceva spesso e non solo per coprire la verità che la circondava «Beh, è stata un'esperienza da non riprovare...» - disse chinando appena appena lo smeraldo sulle proprie mani, per poi risollevarlo su Nick.
    Lo vide sorseggiare il liquido ambrato e sorrise perversa, mentre le sue parole gli arrivarono come un'informazione superflua a cui non aveva idea di cosa farne.
    Scrollò le spalle, sui commenti per Rick e Rock «Li ho scelti per questo. Loro sono la mia selezione all'ingresso. Non potrei mai permettermi di avere delle persone sbagliate nel mio locale o peggio, addosso a me.» - sospirò, quindi ridendo appena alle parole «Non spiccano di intelligenza, lo ammetto. E mi spiace che ti abbiano creato disturbo. Dirò loro qualche parolina, appena andrai via.» - commentò infine.
    Il regalo che Nick le aveva portato era mozzafiato, non c'era che dire e questo aveva fatto in maniera tale che Alyce allentasse un po' la presa sul guardare ma non toccare, tagliando quelle distanze che aveva messo nella sua posizione di superiorità rispetto al ragazzo.
    «Troverò il posto migliore per lei, puoi starne certo.» - mormorò appena, muovendo le labbra lentamente e puntando lo smeraldo negli occhi di Nick.
    Rise, guardando il ragazzo chiudere gli occhi. Perfida prese a giocare con il bordo del suo pantalone, senza sbottonarlo, ne entrarvi dentro con la mano, così indifferentemente, ascoltnado le sue parole.
    Quel sapore di whisky le inebriò le narici, mnetre il ghigno perverso si alzava ancora una volta. Alyce strisciò, vipera, verso di lui, mentre le gambe lo superavano da un lato e dall'altro mettendosi a cavalcioni sul ragazzo «Se questo posto è di tuo gradimento, non vedo perché dovresti andar via...» - disse, sfiornado con le labbra carnose, quelle del giovane, mentre il petto di lei, sfiorava con le forme, quello nudo di lui.
    Aveva voglia di giocare, era chiaro...
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    Nick Ross

    Si passò le dita da pianista lungo il suo ciuffo castano, chiedendosi se stare in quel posto fosse più una benedizione o una maledizione. Non c'era finito per un motivo troppo bello, però la serata stava sicuramente migliorando, visto la compagnia che aveva. Sospirò, ripensando a Dubai e a come il suo senso di colpa strisciasse ancora dentro di lui, pronto a scovare un momento di vulnerabilità per poterlo colpire ancora più forte di ciò che aveva già fatto. Puoi dirlo forte replicò solo, decidendo di dare un taglio netto a quello spiacevole argomento, sebbene fosse stato lui a tirarlo fuori. Un suo amico era morto a causa sua e di certo ripensarci era stato decisamente stupido, ma non si poteva tornare indietro: sperava solo di non parlarne più.
    Alla fine, decise di godersi quell'ambra lungo la gola, cosa che rinfrancò, facendogli riacquistare le forze smarrite e scaldandolo al tempo stesso. Finalmente si sentiva decisamente meglio, quasi poco prima non fosse successo proprio nulla.
    Alla sua replica, annuì. È evidente che poco spesso abbiano a che fare con persone come me, saranno stati invidiosi di tutti i soldi di cui non so cosa farmene. Si elogiò, lievemente ironico -ma non troppo, era pur sempre egocentrico. Portò le braccia al cielo, sciogliendo i muscoli contratti dal precedente dolore e dal troppo dormire, per quanto fosse parecchio comodo quel letto.
    Alla fine decise di darle il regalo, sperando apprezzasse.
    E fu così. Un piccolo ghigno si dipinse sulle sue labbra. Annuì. Appena l'ho vista, non ho potuto fare a meno di comprarla... bella ma intoccabile, un po' come te, eh? la provocò con un sorrisetto sardonico, carezzandosi quasi distrattamente il fianco.
    Quando poi lei iniziò a giocare con il bordo dei suoi pantaloni, trattenne un sospiro e si morse il labbro, desiderando ardentemente che quella mano scendesse più giù. Tutto, pur di dimenticare i foschi pensieri che gli giravano per la testa, mandandolo in confusione. Voleva solo non pensare, godersi certi momenti in pace.
    Quando poi lei si sedette a cavalcioni su di lui, le loro labbra ad un soffio l'une dalle altre... per il ragazzo fu automatico portarle le mani ai fianchi, posandocele leggermente -se lei glielo avesse concesso- ma non distruggendo ancora quelle distanze. Forse hai ragione... potrei restare ancora un po', gli affari possono aspettare... sussurrò di nuovo, a pochi millimetri da lei. Quelle forme a contatto col suo corpo, lo stavano letteralmente facendo impazzire. Poi il sedere della ragazza posato su di lui... non seppe con che forza di volontà, riuscì ad impedire che l'erezione avesse il sopravvento. Visto che possiamo passare un po' di tempo insieme... cosa ti va di fare? Disse, piano anche stavolta, mentre le mani proseguivano dietro la schiena, sfiorandone la pelle nuda con i polpastrelli.
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    Ad Alyce, l'adrenalina della serata non era scemata nemmeno un pochetto. Forse era per questo motivo che si stava divertendo a giocare con la sua preda in quella stanza che ospitava il povero Nick, dopo la sua dipartita alla roulette russa che aveva messo in azione poco prima.
    La questione Dubai era ormai chiusa, anche perché a lei non era andata poi così male, visto che avevano approfittato del momento propizio per riempire le loro saccocce, proprio come Bonny e Clyde.
    L'alcol era un ottimo sigillante per quell'argomento che poteva rimanere chiuso per il bene di entrambi.
    Il parlare di Alyce era lento e suadente, con una tonalità calda e bassa, che sfiorava quasi il limite tra il sussurro e il normale parlare. Rise appena alle sue parole, ma non replicò ulteriormente. Alla fine non aveva poi così voglia di intrattenersi in chiacchiere, in verità. Aveva ben altri desideri che subito palesò al ragazzo quando lo ringraziò per quel regalo che le aveva concesso. E ora lei aveva intenzione di donare il suo prezioso ringraziamento a Nick, solo perché aveva voglia, senza preoccuparsi delle intenzioni di lui, né se ci fosse qualcuno lì fuori ad attenderlo.
    Si morse il labbro, mentre il naso si avvicinò alla sua pelle dura e ne assaporò l'odore legnoso di un classico profumo maschile, mentre Alyce chiudeva gli occhi per riempirsene le narici.
    Mettendosi a cavalcioni aveva in parte palesato il desiderio di voler concludere quella serata nei migliori dei modi e il suo tocco le fece capire che non aveva intenzione di rifiutare il contatto che la rossa aveva messo in opera.
    Calò il silenzio e con uno schiocco di dita, le luci si abbassarono come se reagissero al suono di quelle mani. La luce soffusa aveva creato quell'atmosfera di luci ed ombre che ad Alyce piaceva particolarmente, mentre sinuosa come il lento ondeggiare del mare, muoveva il bacino sul pantalone del ragazzo, all'altezza del suo pacco, facendo scivolare il coperto che c'era a dividere le due intimità.
    Ancora la sua voce ruppe quel silenzio, Alyce mosse lentamente l'indice tra le loro labbra «Sssshhh...» - sibilò lievemente, per poi sfilare il dito e afferrare tra i denti il labbro inferiore di lui, mentre il movimento sinuoso continuava per provocarlo. Un attimo e la lingua biforcuta scivolò nella sua bocca e si lasciò andare a quel bacio che non aveva niente se non passione e desiderio carnale. Non un sentimento, se non quella voglia da dissetare, come un vampiro in cerca di sangue.
    Avrebbe proseguito, approfittando di avere la sua preda tra le grinfie, se quel bacio non fosse stato interrotto da un bussare alla porta.
    Uno scatto di Alyce, nel voltare il capo verso l'entrata e un ringhio, come quello del lupo che le abitava dentro «Chi è.» - ringhiò infastidita. E dal lato opposto, Luke fu pronto a rispondere senza timore. C'erano problemi giù che richiedevano la sua attenzione «Arrivo.» - ringhiò di nuovo.
    Prese respiro e si voltò di nuovo verso Nick, premette il suo bacino verso il basso, poi le dita carezzarono le labbra di Nick «Con te non ho finito. Ti troverò e chiuderemo questo interessante discorso.» - disse prima di passare il contorno delle sue labbra con la punta della lingua di lei e lasciarlo lì.
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