Jonathan Baker | Predone
L'oste più avaro di tutta Denrise era letteralmente impazzito quando aveva letto la ricompensa che offrivano per liberare un villaggio sulla costa dei Caraibi dai problemi che un mostro marina stava causando. Mo gl'apro er culo, divento ricco, chiudo la locanda e me ne vado in vacanza. Era un piano bellissimo nella sua testa, così come uno strozzino reclutò i predoni che gli dovevano un favore e nel giro di mezza giornata riuscì a organizzarsi per salpare sulla sua drakkar.
Era pieno pomeriggio, il cielo privo di nuvole e un forte vento che rendeva ideale la navigazione. Grazie al particolare legno con cui era costruita l'imbarcazione impiegarono solo poche ore per giungere nel Mar dei Caraibi e almeno in un primo momento la situazione non parve disperata. Probabilmente qualunque creatura stesse attanagliando la zona stava riposando, così l'equipaggio approfittò della situazione per entrar nel suo territorio, affacciandosi al villaggio che aveva inviato la richiesta di aiuto.
Che famo? Aspettamo fino a sera? Jonathan tirò fuori la sua bacchetta dalla tasca. Cor cazzo. Si avvicinò all'estremità della drakkar e puntò il catalizzatore magico in mare. Bombarda Maxima! In acqua si generò la stessa esplosione che poteva scaturire una bomba. CAZZO FATE, ME GUARDATE? Cacciate anche la vostra cazzo di bacchetta e fate lo stesso! Fu così che cinque uomini in cinque punti distinti dalla drakkar emularono Jonathan e bastarono pochi minuti per risvegliare la creatura marina. Dai tentacoli che fuoriuscirono dalle acque riconobbe un Kraken. Doveva essere un cucciolo, poiché i tentacoli erano estremamente più fini e gracili rispetto all'esemplare che aveva addestrato Sigurd, ma anche se di piccola taglia aveva imparato a non sottovalutare quelle creature. PREPARATE I CANNONI, IO PROVO A DISTRARLO. CERCHERA' DI AVVINGHIARSI COME 'NA COZZA CO'LO SCOGLIO. SE LO FA SGUAINATE LE ARMI! Intanto Jonathan avrebbe tentato di conquistare danni gratis. Depulso! Niente, aveva schivato. Intanto alcuni uomini avevano caricato i cannoni ed erano pronti a far fuoco. Tre. Due. Uno. BOOM.
Su sette cannoni solo uno riuscì a colpire la bestia marina, stordendola appena ma non abbastanza da farlo allontanare dalla nave. Intanto, come da programma i tentacoli si aggrapparono alla nave e con tutta la sua forza tentò di spezzarla. FAMO PRESTOOOOO! Sguainò la sua ascia barbuta e scattò verso un tentacolo che avvolgeva l'albero di poppa. CON TE CE FACCIO ER SASHIMI! Bastò un colpo ben assestato per spingere il mostro a mollare la presa, ma al moro non bastò: colpì una seconda, una terza, una quarta volta finché il tentacolo non venne reciso.
Intanto un altro tentacolo era riuscito ad avvolgere un membro del suo equipaggio, ragion per cui il predone fu costretto ad abbandonare la propria postazione per raggiungere i cannoni. Resisti, mo te sparo! L'uomo era visibilmente preoccupato. Non te protegge che poi te curo. Ecco, sul suo volto c'era il terrore. Continuava ad agitarsi e Jon sapeva di non aver tempo a sufficienza per le buone maniere, così sparò prendendo in pieno tentacolo e timoniere. L'uomo cadde a terra svenuto, ma alle sue condizione avrebbe puntato dopo.
Conscio di non poter mandare avanti i suoi tentacoli, il cucciolo di kraken fece emergere la testa. Quella fu la sua rovina. L'equipaggio aspettava solo quel momento: i sette cannoni puntavano tutti su di lui e chi era libero sfoderò la bacchetta.
DEPULSO!
BOMBARDA!
EVERTE STATIM!
Elettro!
I numerosi fasci colorati si unirono con le esplosioni delle palle dei cannoni e dopo pochi istanti l'acqua circostante si tinse di rosso. Il kraken era stato abbattuto e una nuova vittoria ornava la gloria dell'isola di Denrise e dei suoi predoni.
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