Fanculo, io vado a Dubai

Blake&Phillip

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    Denrise
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    Philipp Garlic
    Predone | 26 anni
    Blake rimaneva spesso sorpreso dalle domande e dagli atteggiamenti altrui, non perché non li capisse, ma proprio perché li capiva ma non li comprendeva: era parte del suo essere Opale, del resto, il vivere in un proprio mondo, sperimentando tutta la vita la forte impressione di essere un alieno.
    Era chiaro che Philipp lo considerasse scostante e maleducato, eppure il ragazzo proprio non ne capiva le ragioni: aveva costruito una solida architettura narrativa intorno al suo esplosivo ego e fu facile per lui sciorinare alcune realtà - valide solo per lui.
    Phil lo ascoltò inclinando di lato il capo soffermandosi poco su ciò che diceva e più su quello che faceva e non faceva: era a pezzi, dolorante, eppure non demordeva e cercava in ogni maniera di mascherare la sua condizione 'Sarà anche un coglione pallone gonfiato, ma ha le palle' del resto lui sapeva benissimo quanto ci fosse andato giù pesante e il fatto che lui non fosse a terra morente, ma addirittura avesse ancora le forze - e il fiato - per contraddirlo era più che notevole "Quindi vuoi non trattarmi" propose lui con un ghigno un po' sarcastico, cercando con poche parole di metterlo davanti alle sue incongruenze, per il poco che gli interessava parlare, del resto non era mai stato un chiacchierone, per quanto sapesse, al bisogno, essere un attendo ascoltatore; e quella sera si sarebbe forzato ad esserlo, del resto c'erano delle domande da rivolgere a quel punto al biondino, in risposta alla sua richiesta, e lui intendeva attentamente soppesarlo.
    Voleva capire cosa volesse davvero, e perché, e voleva anche capire che percezione avesse davvero di sé in azione 'Seh, vabbè...' accolse con un sopracciglio levato la sua risposta riguardo Naga, anche se il suo sguardo si fece più vigile man mano che la narrazione del giovane avanzava e questi smetteva di esser sdraiato e claudicava fino a lui, portando il suo vissuto di solitudine e il suo desiderio di essere forte, desiderio che voleva veder soddisfatto perché era un viziato, ma anche uno che era disposto a mettere tutto in gioco, anche la vita. Almeno a parole 'A fatti, vedremo' ma non dubitava poi molto: non gli sembrava che Blake tenesse davvero alla sua vita, anzi, sembrava davvero pronto a gettarla via alla prima occasione.
    "Hai la faccia come il culo" gli disse, serio "Sai menare le mani e sei anche testardo come un mulo" tutte belle cose, no? Però in Philipp non pareva esserci disprezzo, forse solo un po' di noia "La gente non ti ascolta perché non hai rispetto: se tu non rispetti loro, loro non rispettano te."
    Era un discorso semplicistico e manco così vero? Ovviamente, ma Phil non era proprio uno di mente aperta; scrutò l'opalino, poi gli diede le spalle recuperando i suoi vestiti, che tornò ad indossare.
    "Ti insegnerò a combattere" disse infine "Ti insegnerò ad usare le armi e il corpo a corpo, ti insegnerò a tenere il sangue freddo e valutare il nemico. E ti insegnerò anche il fottuto rispetto" o, diciamola tutta, ci avrebbe provato almeno.
    Si sistemò la maglia e tornò dal giovane, sfidandolo con uno sguardo, ora duro come l'acciaio "E ora non voglio sentire un fiato" e fu così che senza troppi complimenti gli tirò un primo (ennesimo in vero) pugno in faccia centrando lo zigomo che poco prima si era massaggiato "Questo è per aver insultato il mio Villaggio e il mio Capovillaggio" ringhiò lui, tentando di afferrarlo poi per i capeli "E la prossima volta che ti permetti di mancare di rispetto a me o alla mia terra ti ridurrò molto peggio di così"
    Chiaro, litico, preciso. Liberò il ragazzo e tornò ad incrociare le mani "Con te ci andrò giù durissimo, ma se starai al mio passo, io ti insegnerò tutto quello che so" e a quel punto inclinò un sorriso bastardo "In fondo, hai detto che tu sei disposto a tutto per quello che vuoi, no?" sibillò lui, ben sapendo che mettere a rischio la vita era una cosa e quello che chiedeva lui era ben diverso e, per assurdo, ben di più.
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    Black Opal

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    Blake Barnes
    Black Opal | 18 anni
    Blake Barnes aveva veramente molti difetti, primo tra tutti era sicuramente quello che non sapeva stare zitto, in silenzio, non sapeva quando smettere di parlare e doveva dire sempre costantamente la sua opinione. Non era un difetto, alcune volte, ma in quel momento lo era eccome! Phil non era come gli altri che aveva conosciuto fino a quel momento, il problema principale della questione era proprio quello. Blake non si era mai trovato davanti ad un adulto che solamente perchè lui lo aveva chiesto, lo stava trattando come un suo "pari" senza aver paura, effettivamente di fargli male oppure ferirlo in qualche modo. Era qualcosa che non si aspettava e quasi cominciava a piacergli quell'isola! Finito il suo monologo ed arrivato vicino a lui, zoppicante, malandato e con il sangue che scorreva da tutte le parti, Blake si ritrovò a parlare con una persona in maniera nuda e cruda. Gli era stato sbattuto in faccia che era una testa di cazzo, arrogante e che sopratutto aveva la faccia come il culo, Phil gli aveva detto chiaramente che no, non gli piaceva per niente. Ma Blake non demorse neanche per un momento. Aveva rispetto per il biondino di fronte a lui in quel preciso istante e non aveva intenzione di mollare, per niente al mondo. Sogghignò appena sentendo le sue parole successive. Alla fine anche lui aveva ceduto. Si, gli avrebbe insegnato a combattere. Era quella la cosa che voleva Blake e l'aveva appena ottenuta. non desiderava di meglio e tutto quello lo faceva sentire quasi meglio, lo faceva sentire più uomo del solito. Stava per dire qualcoa ma venne ammonito dicendo che non voleva sentire un fiato e Blake non era uno stupido stette in silenzio, ma quello che successe dopo lo fece veramente innervosire. Davvero gli era arrivato un cazzotto in pieno viso? Aveva detto che il combattimento era finito e stavano parlando e si permetteva anche di parlare di rispetto? Per quella diavolo di isola e non sapeva bene che altro? Non lo aveva capito bene, perchè il cazzotto che gli arrivò in pieno viso e dopo la stretta dei capelli lo fecero vacillare e dopo poco quando Phil lo lasciò, Blake cadde semplicemente atterra, in ginocchio. Insomma si, aveva fatto il duro fino a quel momento ma per quanto non volesse mollare per quanto aveva intenzione di rialzarsi in piedi sembrava uno scolapasta che pisciava sangue da tutte le parti, specialmente in faccia. Era ovvio e normale che si sentisse debole. Non sono abituato a perdere. Rispose alla sua domanda retorica. Se non poteva più contare sulle sue forze fisiche doveva per forza appellarsi a quelle mentali, anche se non vedeva l'ora di andarsene in camera e buttarsi nel bagno, in maniera tale da riuscire almeno a rilassare i muscoli completamente doloranti da tutte le botte prese. Forse c'era veramente una prima volta per tutto,ed in quel momento la prima volta di Blake, fu prendercele tante fino a farlo piegare. Cercò di rialzarsi per andare almeno nel dormitorio. Quando cominciamo? Chiese poi cercando la sua bacchetta e non per puntarla verso Phill ma per cercare di farsi almeno un reinnerva per andare davvero al dormitorio, oppure il suo telefono per chiamare Jesse per farsi venire a prendere! Anche perchè Lilith era fuori discussione!
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    Denrise
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    Philipp Garlic
    Predone | 26 anni
    Che cos'avesse visto Philipp in Blake era un bel mistero e, a ben rifletterci, forse neanche così importante: il biondone aveva sempre avuto una visione del mondo - e quindi delle persone - estremamente distorta, il che, con a mezzo un altro soggettino con una visione assolutamente deviata della realtà non poteva che generarsi l'inferno.
    Un dettaglio, comunque, lo aveva colpito, ed era abbastanza oggettivo 'E' un ragazzo tenace.' certo, molti avrebbero declinato quell'aggettivo in maniere più creative, quali testa di cazzo, idiota irriducibile e cose similari, ma restava il fatto che il concetto fosse sempre quello: Blake non sapeva mollare l'osso, e questo, per Phil, era tanto, soprattutto perché nella sua testa l'altro era un ragazzo viziato, quindi abituato ad avere tutto senza sforzo, il che era probabilmente vero, ma la fatica non spaventava l'opale, così come il dolore.
    E sì, certo, anche il buonsenso, ma qui stavamo cercando di raccontare ciò che di buono vide Philipp, no? Quindi non divaghiamo!
    La voleva mettere alla prova quella tenacia, fino alla fine, anche perché pensava fosse un po' la chiave su Blake 'E' come il metallo: devi spezzarlo per plasmarlo' in vero andava fuso, ma il concetto era probabilmente chiaro, così come che di mezzo ci fossero molte, molte, mazzate.
    La prima, anzi, l'ennesima, fu allo stomaco del biondino, che incassò in sostanziale silenzio, cosa che il Cacciatore apprezzò particolarmente, per l'intera dinamica 'Allora qualcosa impari ogni tanto' pensò lui, levando soddisfatto un sopracciglio, mentre il ragazzo cadeva sulle ginocchia per il colpo subito, lasciando morire in gola quelle parole che aveva represso su sua richiesta, esattamente come lui sperava l'altro avrebbe fatto.
    'Se cercavi coccole e affetto, vai da una delle puttane di Jonathan' il guerriero ricambiò lo sguardo confuso di Blake con uno impassibile, sempre con un sopracciglio levato, a fissare dall'alto in basso quel rifiuto umano che ormai era il biondino, tra sangue, sudore e dolore 'Così dovevano ridurti, già anni fa' pensò lui, severo, sentendo quasi un piacere sessuale nel vedere quel ragazzino pestifero, descrittogli come una calamità naturale, finalmente piegato come doveva, e come mai era successo, probabilmente proprio per quella sua tenacia, che mal si sposava con quella che lui avrebbe definito lassità inglese poco incline, ormai, alla pura e brutale violenza.
    Non fu una sorpresa, infatti, sentir dire a Blake come non fosse abituato a perdere, per quanto lo stesso ammetterlo era un buon punto di partenza, secondo Phil, così come vederlo, nonostante tutto, cercare per l'ennesima volta raccogliere i pochi cocci rimanenti della sua dignità e provare a rimettersi in piedi.
    "Se non sai perdere, non sai vincere" rispose lui, probabilmente pronto a fare la propria edizione personalizzata dei Baci Perugina, tendendo inoltre la mano all'altro per aiutarlo a mettersi in piedi, levando il mento quando l'altro, nonostante tutto, chiese quando avrebbero iniziato.
    'Piegato ma non spezzato' realizzò lui, inclinando la testa di lato e incrociando le braccia "Martedì pomeriggio" disse lui, facendo mente locale sui propri impegni "Porta la bacchetta e, se ce l'hai, un'arma." chiarì lui "Ti aspetto alla bottega di Brugnir alle 17.00" chiarì lui, osservando poi l'altro rimettersi un minimo in sesto con la magia, dirigendosi verso l'Accademia.
    "Buonanotte" gli disse lui, un po' sarcastico, voltandosi e riprendendo la propria ronda: sicuramente aveva messo a cuccia la peggior gatta da pelare, ma molte altre restavano ancora in giro, magari a crear problemi.
    RevelioGDR
     
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