Fanculo, io vado a Dubai

Blake&Phillip

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    Blake Barnes | 18 | Black Opal
    F U R I O S O. Era così che si definiva in quel momento Blake Barnes. Non ci poteva fare niente, tutti quanti i suoi progressi stavano andando praticamente in fumo per una semplice e sola questione: Aaron. Aaron che non lo aveva voluto con lui alla sua festa di laurea, aveva deciso che non era abastanza, che non era all'altezza e che forse si vergognava anche di lui. Blake era nervoso, irrequieto ed avrebbe spaccato la faccia a tutti quelli che si sarebbero messi tra lui e l'ingresso della scuola. Non aveva nessuna intenzione di non esserci a quell'evento. Non gli serviva neanche la bacchetta per minacciare qualcuno, il primo che si metteva tra lui e le sue intenzioni ci avrebbe preso un cazzotto in faccia. Aveva provato con le passaporte? Certo che lo aveva fatto ma niente, Victoria era stata furba e la cosa assurda era che sembrava quasi che lui, in quel giorno di venerdì era quello più sorvegliato da quella banda di pagliacci che facevano finta di sapere cosa stessero facendo. Blake non aveva un buon rapporto co i densiriani ed in quel momento con nessuno. Non voleva avere intonro Jesse, non voleva avere intorno Lilith. Non voleva avere intorno nessuno, solamente andare a Dubai d suo fratello e che qualcuno lo avesse fermato! Blake era determinato, Blake aveva carattere e sapeva come fare per ottenere le cose che voleva. Sapeva che se avesse fatto irruzione in quella dannatissima suite, i suoi professori e comunque Victoria lo avrebbero espulso! Infondo era li ed aveva delle regole quindi doveva rispettarle, lui era l'unico che era stato messo in guardia e soprattutto che veniva seguito a vista, veniva scrutato ed analizzato. Non poteva fare mezzo passo falso che lo avrebbero espulso. Lui che alla fine si cercava sempre di comportare in maniera coerente con se stesso. Aveva delle regole e dei doveri da rispettare ma quei doveri erano solamente nei suoi confronti. Blake non aveva nessuno se non suo fratello e quello, per lui era un affronto. Voleva andare a Dubai, anche a nuoto ci sarebbe andato, ma allo stesso tempo voleva che Aaron pensasse che lui era maturato e che aveva sbagliato maledizione a non dargli fiducia. Come aveva potuto manterlo lontano? Se solo Blake avesse saputo che cosa stava capitando al fratello, si sarebbe infuriato ancora di più! Blake era una persona assolutamente docile quando voleva, ma imprevedibile nella sua prevedibilità. Che la preside si aspettava che lui facesse qualcosa e, una parte miima di Blake, avrebbe voluto non darle soddisfazione e non fare assolutamente niente, ma non ce la faceva più a stare in camera, quindi indossò lantaloncini corti, scarpette da ginnastica, una canotta bianca e i tirapugni alle mani. Aveva bisogno di sfogarsi, seriamente ed avrebbe preso a pugni qualsiasi persona gli si fosse parato davanti per fermarlo. Ok, era notte, ok c'era un cazzo di coprifuco, ma lui stava seriamente impazzendo! Non voleva fare niente, si voleva solamente sfogare, andare a correre magari? Oppure devastare la scuola. Ancora non aveva deciso. Corse fino al cortile, in maniera silenziosa, cercando di sgombrare la mente, cercando di avere qualcosa di bello a cui pensare, ma alla fine aveva deciso di mettersi le cuffie e la musica a palla, in maniera tale che non avrebbe sentito nessuno, ne quegli stupidi densieriani che facevano finta di capire quello che stavano facendo ne tanto meno i fntasmi. Si morse il labbro nei pressi della panchina dell'amore e si mise seduto li giusto per riprendere fiato. Si alzò ancora e posò un piede sulla panchina di pietra facendo degli affondi. Dio quanto sperava di incontrare Cameron Choen per prenderlo a pugni in faccia fino a farlo morire dissanguato!
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    Philipp Garlic
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    Stai attento a Blake Barnes.
    Non sapeva se considerare quell'ordine e quell'intero weekend un premio o una punizione, ma restava il fatto che un giorno Sigurd aveva convocato lui e alcuni della loro combricola per il salvataggio di Lidwig e dopo averli lodati per quanto fatto, aveva finito per rifilare loro un cetriolo: Victoria si sarebbe recata ad una festa dall'altra parte del mondo per un medimago inglese e avrebbe portato con sé l'intero staff, affidando al Capovillaggio onere e onore di badare a quel branco di pazzi che erano i suoi studenti debosciati.
    Sigurd per qualche ragione non l'aveva mandata a spigolare e siccome una accademia era troppa persino per lui, che gestiva un Villaggio di pirati, aveva deciso di affidarsi a loro per gestire i ruoli nevralgici, ovvero le tre casate e l'infermeria.
    A lui, nello specifico, erano toccati i secchioni, i Dioptase. Non aveva capito bene cosa c'entrassero esattamente con lui, ma quando vide la prefetta di quella casata la riconobbe immediatamente. Lo seccò un po' non finire tra gli Ametrin, per poter indagare su Theresa, ma ricordava altrettanto bene come suo fratello, Nick, fosse stato un dioptasio, aspetto che gli avrebbe potuto comunque concedere qualche indagine.
    L'aveva presa con filosofia, alla fine, curioso di vedere cos'avesse fatto Victoria, forse un po' nostalgico della sua Durmstrang 'Sicuramente non saranno degli sfigati come Hogwarts...' si disse lui, incontrando soggetti timidi, ma in effetti con del potenziale, che trovarono comunque interesse nel fatto che lui fosse un fabbro, anche se più teorico che pratico.
    La sua missione in teoria era badare che loro non si ammazzassero (o venissero uccisi da loro), ma Sigurd dopo il loro arrivo lo aveva avvicinato e gli aveva chiesto esplicitamente una cosa: perlustrare gli esterni di notte, e assicurarsi che Blake Barnes non facesse Blake Barnes.
    Al solo sentirlo nominare, Phil aveva dovuto assottigliare lo sguardo, odiandolo un po' per il suo modo egoistico in cui aveva gestito tutta la vicenda di Naga: aveva detestato quasi ogni sua azione e sopra ogni cosa aveva odiato come tutti dovessero ruotare intorno alla sua follia 'Fosse per me gli pianterei un paio di paletti finché non si sveglia' lo aveva pensato e lo aveva anche detto al Capovillaggio, il quale aveva deciso che il Cacciatore fosse in effetti perfetto per quel compito.
    Quindi eccolo lì, di notte, a vagare per gli Esterni di quel venerdì sera, appena oltre il coprifuoco, come anni prima avevano fatto i suoi docenti anche per lui 'Anche se non è mai servito ad un cazzo con me: io scopavo in camera' era il vantaggio di stare col proprio migliore amico fin dall'infanzia, in fondo.
    Rise a quel ricordo, e non in maniera amara, per una volta, disperdendosi nelle ombre e aggirandosi silenziosamente. Aveva indossato come suo solito un completo nero, dalle scarpe alla maglia a maniche lunghe, lasciando scoperte solo le mani, il collo e il viso, avendo dunque come unico punto di colore i capelli biondi e gli occhi eterocromatici.
    Girava in assetto da guerra, in pratica, con al fianco la bacchetta e dal lato destro tre paletti, mentre sulla schiena teneva la sua fedele alabarda.
    Si era tenuto nei pressi dei giardini, perplustrando gli esterni e lanciando al bisogno paletti di avvertimento "Cinque punti ad entrambe le vostre casate. In meno. Filate dentro o i cinque punti ve li dovrà dare quel bastardo di Jason in infermeria, e siccome ha la passione per la negromanzia, io eviterei!" aveva detto ad una coppia, per quanto, ad un certo punto, la sua attenzione fosse stata attirata da tutt'altra preda 'Blake Barnes.'
    Eccolo, vestito leggero, sgattaiolare non troppo discretamente fuori dal castello per andare chissà dove 'Maledetto ragazzino' con un moto di sdegno per la maniera in cui stava sfidando Victoria e Sigurd, si tenne nell'ombra seguendolo, cercando di capire cosa volesse fare.
    Lo seguì lungo tutta la strada, anche oltre il giardino di pietra e lo vide, alla fine, fermarsi ad una panchina.
    'Cazzo fa?' si disse lui, incrociando le braccia, vedendolo poi salire sulla seduta ed iniziare a dare qualche pugno all'aria, gesto che mise molto in evidenza il tirapugni che aveva già notato 'Cazzo ha in mente?'
    Lo osservò un poco, perplesso, poi fece qualche passo indietro, cercando di sbucare alle sue spalle "Ti è stato detto di non uscire, Barnes" disse lui, mostrando al mondo come ne avesse anche imparato il cognome.
    Camminò un poco, deciso, sciogliendo le braccia, anche se progressivamente era probabile che notasse come l'altro non lo stesse percependo 'Cazzo fa?' sente musica, Phil: cose che succedono!
    Potevano essere cose che capitavano, ma ovviamente Philipp non era tipo da accettare in silenzio certi gesti, fu per questo che afferrò un suo paletto e lo incantò, lanciandolo in maniera tale che atterrasse, rumorosamente e violentemente, proprio davanti alla panchina, piantandosi nel suolo per una buona metà.
    "Stai violando il coprifuoco: vedi di rientrare ai tuo alloggi, come ti è stato ordinato."
    Poche, decise parole, per quanto c'era da chiedersi come Blake l'avrebbe presa. O meglio, quanto male l'avrebbe presa.
    Phil avanzò e si mise davanti al ragazzo, inclinando lievemente il capo e scrutando da vicino, forse per la prima volta, il biondino. Cosa stava pensando, cos'avrebbe fatto? Ma soprattutto, ora, Blake, stava sentendo nella sua testa una musichetta del genere dopo quel lancio di paletto?
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    Blake Barnes | 18 | Black Opal
    Il fastidio che stava provando in quel preciso momento della sua vita non era paragonabile assolutamente a niente. Aveva sempre avuto le manie di protagonismo, avevas empre pensato che lui e solamente lui dovesseessere il centro del mondo di suo fratello e non gli era mai stata negata quella possibilità, almeno fino a quel momento. Per quanto Aaron era sempre stata una persona responsabile ed attenta ai bisogno del piccoletto di casa, ed aveva anche utilizzato il pungo di ferro, alla fine si era sempre ammorbidito, come se la questione non fosse mai abbastanza grave da punirlo davvero. Non aveva mai alzato le mani o la voce con lui, anzi, a volte si era anche fatto picchiare dal minore, ma Blake aveva sempre chiesto scusa, anche se a modo suo. Ma in quel momento era tutto dannatamente diverso, lui era bloccato in una scuola e non poteva comunque fare quello che voleva e la cosa più irritante era che, in quel momento, essere il più popolare era semplicemente un deficit. Non sentì minimamente Philip seguirlo o comunque osservarlo, non sentì la sua frase, ma vide indistintamente un paletto piantarsi di fronte a lui per terra. Ecco, il punto era quello. Se un qualsiasi studente di Hidenstone si fosse messo paura o comunque avrebbe reagito in maniera normale, come ad esempio levarsi le cuffiette ed almeno prestare attenzione alla persona che ti aveva lanciato il paletto, Blake Barnes, guardò il biondo, alzò un sopraciglio. Fece un respiro profondo quasi come volesse "calmarsi" ma in realtà era semplicemente qualcosa che lo faceva incazzare ancora di più. Si levò una cuffietta dalle orecchie e semplicemente spense la musica. Infilò il suo ipod in tasca. Le so le regole della scuola. disse semplicemente sostenendo il suo sguardo.Mi è stato ordinato? In quel momento una piccola vocina nella sua testa si materializzò e pensò al fatto che i suoi professori gli avevano detto che lui non sapeva riconoscere i pericoli che gli stavano intonro. Si, forse quella era la pura verità, ma l'altra verità era che nonostante i tre mesi di punizione, Blake continuava ad essere Blake e la sua indole, non sarebbe mai cambiata in così poco tempo. Tornò a guardare il paletto e poi a guardare il biondo. Non prendo ordini da nessuno, figurati da te che sei?Chiese poi scuotendo il capo. Ma in realtà, Blake, in quel preciso momento, cercava solamente rogne. Solo che la rogna che aveva trovato avrebbe potuto davvero ucciderlo. Ma da quando Blake Barnes si spaventava di qualcuno o qualcosa? Non rompere il cazzo! La gentilezza e la finezza con la quale si rimise le cuffie alle orecchie fu epica. Ma infondo era uscito per sfogarsi no? Philip era semplicemente un effetto collaterale!
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    Philipp Garlic
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    Blake Barnes era imprevedibile, superbo e tendenzialmente suicida, più pensava a lui più il Cacciatore non poteva non associarlo ad un vampiro 'Solo che lui al posto di succhiare sangue ti asciuga i coglioni' si trovò a riflettere, non alludendo a nulla di sessuale, non trattandosi di Jesse (?).
    Si annunciò con la voce, ma venne ignorato. Tentò dunque con un paletto, e ciò fu difficile da ignorare 'Vediamo ora che cazzo fai' ci teneva ad essere visto, in divisa, minaccioso, con la sua alabarda sulla schiena, avanzando verso l'altro per studiarne (e prevenirne, se necessario) le mosse.
    Lo stuzzicò anche un poco, in vero, soleva farlo anche coi vampiri: la rabbia rendeva i nemici prevedibili, o almeno così gli avevano insegnato. In effetti far arrabbiare Blake era praticamente rubare caramelle ad un bambino, ma Phil non guardava certi dettagli ed infatti accolse la rabbia dell'altro quasi soddisfatto, anche se il suo viso rimase impassibile, usando anche l'indifferenza come catalizzatore per l'ira altrui, così come la lingua "Uno più forte di te." rispose secco quando l'altro gli chiese chi fosse: erano stati presentati poco prima e certo non intendeva ripetere il proprio nome, anche perché, in fondo, proprio non gli interessava che l'altro lo conoscesse 'Sono uno chiamato a tenerti nella scuola e farti rigare dritto. Posso chiamarmi come cazzo voglio, tu devi ubbidire e basta'
    Aveva parlato di ordini in effetti, prima, in una concezione decisamente più militaristica di quella propugnata classicamente da Hidenstone, ma sicuramente più coerente con Durmstrang e Denrise.
    Osservò il suo tirapugni, curioso di sapere come se lo fosse procurato, forse anche solo per deformazione professionale, e poi lo vide rimettersi ad ascoltare la musica, mandandolo a stendere 'Ah, ecco perché non sentiva' realizzò lui, vedendo per l'appunto l'ipod del Barnes.
    Non era un esperto di tecnologia babbana, ma era pur sempre un artigiano e non poteva certo cadere dal pero su oggetti così babbani, così come non poteva farsi mandare a quel paese da un diciasettenne viziato.
    "Perfetto: non romperò il cazzo" chiarì lui, fermandosi sul posto ed estraendo il proprio catalizzatore dal fodero, generando dalla punta di essa un paletto di luce, che indirizzò verso la tasca ove ora riposava l'ipod.
    Non vi mise troppa forza ovviamente in quell'Orbis, non aveva ancora davvero intenzione di ferire il ragazzo: voleva solo rompere l'oggetto, anche accogliendo le richieste del biondino.
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    Luce del Cacciatore
    Philipp ha fatto della caccia all’oscuro una vocazione, tanto che ha la facoltà di manifestare Orbis come due paletti scagliati.
    I due paletti non sono tangibili ma possono provocare danni da perforazione tra cui sanguinamento.
     
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    Blake Barnes | 18 | Black Opal
    Che Blake Barnes fosse lo studente più coglione e temuto dalla scuola era vero, il che lo rendeva anche il più popolare ed amato, ma Blake non aveva mai veramente mirato a tutto quello. Era più una persona che riusciva a brillare di luce propria in qualsiasi momento della giornata ed anche quando faceva cazzate. Quello era uno dei tipici momenti nei quali stava per fare una cazzata. Quando l'uomo di fronte a lui gli rispose in quel modo, Blake sogghignò e ridacchiò, sfacciatamente come se la cosa non gli interessasse e sopratutto non lo riguardasse. Wao... ma che paura!Si quella era la risposta definitiva per quella sua illazione. A Blake non interessava niente se lui fosse o meno più forte di lui e sinceramente non era una cosa che lo spaventava, tanto che fece anche un passo verso il tizio notando solamente in quel momento la balestra che aveva dietro le spalle. Il che, ad una persona normale, avrebbe semplicemente fatto pensare che forse non era il caso di continuare quella conversaizone, o comunque se proprio doveva farlo, avrebbe dovuto cambiare i toni, o comunque cercare di riuscire a mediare. Ma andiamo! A chi vogliamo prendere in giro, Blake non era un mediatore e non era neanche un moderato, se doveva farsi male lo faceva nel migliore dei modi e se doveva essere espulso... beh, in quel momento non gliene fregava proprio niente anche perchè. Non sei un mio professore quindi posso prenderti a calci nel culo quando e come voglio. Il fatto che tu lo dica con tanta sicurezza, che sei più forte di me, è come voler mettere le mani avanti per non cadere all'indietro. Beh, era uscito con delle cazzottiere alle mani, mica stava cercando di rilassarsi! E il suo scopo era prendere a pugni qualsiasi persona gli avrebbe rotto le palle. Phil, in quel momento, era appana diventata quella persona. Ma poi quando con una velocità assurda gli ruppe il suo ipod, Blake alzò gli occhi al cielo. Con la frase che il biondo aveva detto, Blake pensava davvero che si sarebbe rigirato e lo avrebbe lasciato in pace - piccolo cucciolo di foca che sei Blake! - ma niente! Si ritrovò a sentire una leggera scossa nella tasca, a levarsi di nuovo le cuffiette dalle orecchi e buttarle per terra come se fossero di intralcio a qualcosa che era meglio che non avrebbe mai fatto. Capisco che voi densieriani siete rimasti all'età della pietra, ma noi, qui, nel 2020 abbiamo una cosa che si chiama proprietà e tu hai appena rotto una cosa MIA. Il fatto era che nella testa di Blake si stava seriamente ribaltando qualcosa, ed il fatto che non si rendesse neanche conto, o meglio si rendeva conto ma non aveva nessuna intenzione di ragionare su quello che stava per accadere, era sintomo che era veramente talmente arrabbiato, deluso e forse anche confuso che mentre aveva fatto quel gesto aveva anche fatto qualche passo avanti verso il picchetto che l'uomo gli aveva piantato ai piedi, lo aveva preso e era andato verso il biondo, con aria minacciosa e sicuramente determinata a fargli male. Io non stavo scherzando. Non volglio che mi rompi il cazzo. Aggiunse arrivando a pochi centimetri dalla faccia del densieriano e posandogli il paletto sul petto. Lo stava sfidando? Si, lo stava facendo e non gli interessava neanche di essere criptico, anche perchè Blake, nella sua imprevedibilità era dannatamente prevedibile!
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Philipp Garlic
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    Gli era stato detto di tenere d'occhio Blake e nel trovarselo davanti gli era stato anche chiaro perché 'Lo ammazzo' vi era un mix di boria, furia e caos in quel ragazzino viziato da rizzargli i peli nella schiena dal fastidio.
    Era indisponente, incurante, incosciente, sembrava guardare il mondo da una distanza abissale, manco fosse oltre uno spesso vetro infrangibile e nulla potesse davvero tangerlo, eppure lui era lì davanti a lui, con i suoi paletti e la sua alabarda, minaccioso come solo un Cacciatore poteva fare, e sembrava che a Blake non ne fregasse un cazzo.
    "Decisamente non sono un tuo professore" disse lui, quasi minaccioso nel dirlo, quasi quanto lo era stato l'altro, nel mentre lo sentiva delirare sul poterlo picchiare liberamente e come lui non dovesse rompergli le scatole.
    'Ma io non sono un tuo docente' quasi ad eco di quella riflessione gli ruppe l'ipod: lui non aveva alcun timore nel ferirlo o lederlo, non temeva avvocati o di essere licenziato. A lui, oggettivamente, di Blake Barnes importava meno di zero: gli era stato detto di tenerlo a bada e lo avrebbe fatto, perché gli era stato detto, per l'onore di Denrise, per quello della sua famiglia e anche per il proprio stesso 'Non sei né il primo né l'ultimo che pensa di potermi togliere dalla sua strada. E finirai esattamente come tutti gli altri' scopato? Ups, pardon Philipp, forse ho rotto il tuo climax (?).
    Lo sentì definire il suo popolo primitivo, citare Marx e la proprietà privata, quindi lo vide afferrare il suo paletto a terra. La sua riposta fu immediata e fluida, afferrando la propria alabarda prima con la mano destra e poi con entrambe, puntandola avanti a sé, in modo da mettere una certa distanza con lo studente, e ricordare soprattutto chi ce l'avesse più lungo.
    "Sicuro di saperlo usare?" chiese lui, solo dopo aver messo tra di loro la propria arma, ben sapendo come un ragazzino inesperto sapesse a volte essere ben più pericoloso di qualcuno competente 'Se non sai, non capisci neanche quando sei davvero pericoloso' e l'imprevedibilità era forse la cosa più terrificante della pugna.
    Avrebbe fissato Blake negli occhi, un poco, poi avrebbe fatto uno scatto indietro, sollevato l'arma e compiuto un cerchio in aria avanzando ancora, tentando una spazzata e provando a centrare le caviglie del ragazzo col manico della sua arma per gettarlo gambe all'aria.
    "Parli di proprietà privata, di diritti" fece presente lui "Ma mi pare che la tua scuola abbia delle regole, delle regole che ti impongono di ubbidirmi e di stare nella fottuta accademia la notte"
    Stava dando dell'incoerente a Blake, seriamente? In vero lui pareva molto convinto, così come il suo sguardo gelido.
    "Se te ne fotti delle regole, non hai neanche diritti" fece presente lui, litico "Quindi o segui le regole o ti resta la legge del più forte... se sei tanto stupido da provarci"
    La lama centrale della sua alabarda, ovunque fosse stato l'opalino, sarebbe tornata a puntare il cuore del ragazzo "Benvenuto a Denrise, Blake Barnes, dove a nessuno fotte uno stracazzo di niente dei tuoi soldi"
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    Blake Barnes | 18 | Black Opal
    Gli avevano detto che i densiriani non erano persone ragionevoli e gli avevano anche detto che doveva comportarsi bene quando gli insegnanti non ci sarebbero stati. Inoltre, gli avevano detto che la preside aveva segnalato il suo nome non solo perchè era nel suo dna essere una testa di cazzo ma anche e sopratutto perchè, alla fine, era in punizione ed il suo comportamento doveva essere impeccabile anche quando nessuno era li a controllarlo. Ma Blake, per quanto si stesse realmente sforzando di divenire una persona migliore, era in uno stato emotivo di rabbia che non avrebbe guardato in faccia a nessuno. In quel momento di fronte a lui avrebbe voluto solamente suo fratello e dargli un cazzotto per non essersi fidato di lui. Quindi Phill era semplicemente un effetto collaterale a tutto quello che stava provando in quel momento. Al suo specificare che no, non era assolutamente il suo professore Blake fece allargare un ghignetto sul suo viso. Non ne saresti in grado. Era un modo per provocarlo, stizzarlo ancora di più e dimostrare tutta la sua incoscienza in quel momento. Ma Blake era fatto così, quella non era incoscienza ma era determinazione e convinzione. Certo che sapeva che Phill era molto più forte di lui, certo che sapeva che non aveva la minima speranza, ma lui non era un vigliacco e non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa neanche se la testa gli fosse stata schiacciata con un piede contro il cemento del vialetto. Blake era orgoglioso ed era ostinato e sopratutto era pieno di se. Poteva anche dirgli che sapeva benissimo come sarebbe finita e poteva anche dirgli che la cosa poteva finire li, che si era sbagliato e che non poteva mettere a repentaglio quello che fino a quel momento aveva fatto. Ma si chiamava Blake Barnes e non aveva nessuna intenzione di abbassare la testa, neanche davanti ad un densiriano senza scrupoli e che gli stava, al momento puntando un'alabarda in faccia. Era ovvio che non si fermò, arrivò fino a sentire la punta della lama tagliente vicino al suo petto. Ti stavo restituendo il tuo paletto di merda. Ti senti talmente tanto forte che metti un'arma tra me e te? Perchè hai paura che se mi avvicino un altro pò davvero te la spacco quella cazzo di faccia? Si forse oltre alla determinazione aveva veramente un pizzico di incoscienza che non lo faceva ragionare. Eppure Blake aveva la sicurezza che non gli avrebbe mai fatto del male, o comunque non troppo. Ma tutta quella storia, tutto quella rabbia aveva un nome ed un cognome: Aaron Barnes. Era incazzato come un picchio per il solo fatto di non saper in nessun modo fidarsi di lui, lui che gli aveva perdonato anche quella maledetta palla che lo spiava da per tutto. Non si mosse di un millimetro andando a puntare i suoi occhi azzurrissimi e con le venature sempre più rosse contro quelle del cacciatore. Gli lanciò il paletto ai piedi e nello stesso tempo in cui lui lo fece sentì la corda di phill contro le sue caviglie e Boom. Cadde a terra, come un dolcissimo e bono salamino beretta! - forse è pubblicità e non dovremmo scriverlo - Imprecò. Ma se fino a quel momento aveva solamente parlato adesso era non solo incazzato nero, ma anche decisamente umiliato da come erano andare le cose. Ossia il giusto mix di cose per farlo alzare a mezzo busto, cercare di liberarsi dalle corde e quando il biondo gli disse quelle cose Blake lo guardò in faccia, un sorriso tra il divertito, l'incazzato e l'inquietante era apparso sul suo volto ma quello che fece dopo fu un gesto avventato, stupido ed immaturo. Sei un vigliacco. Ovviamente Blake aveva un suo personalissimo vocabolario ed aveva anche un modo tutto suo di interpretare la vita e la sua intera esistenza. Non gliene fregava niente delle regole, di quello che gli stava dicendo.No, nessuno mi impone di ubbidirti e hai detto tu con tanto orgoglio che non sei un mio docente quindi... NON ROMPERMI IL CAZZO. Il fatto era che poteva anche massacrarlo li per terra legato come un salame, Blake non avrebbe mai ceduto terreno. Non sapeva se quello fosse un suo pregio o un suo difetto, ma il fatto che non sapesse quando fermarsi era sicuramente qualcosa che lo caratterizzava, sia nel bene che nel male. In quel momento, quando riuscì veramente a slegarsi i piedi, sentì di nuovo la lama dell'arma del densiriano contro il suo petto, questa volta all'altezza del cuore. Il fatto era che neanche a Blake fregasse un cazzo dei suoi soldi e lo dimostrò guardando negli occhi Phil e sputando letteralmente sulla lama. Soldi? Pensi che io sia uno di quelli che vadano in giro ad intimorire le persone con i miei cazzo di soldi? Era talmente tanto incazzato che si, in quel momento si sarebbe fatto anche uccidere, ed infatti si alzò, in maniera cauta ma facendogli capire che poteva procedere anche con la legge del più forte. Infondo aveva fatto per 9 anni pugilato, in qualche maniera si sarebbe riuscito a difendere. E tu sei davvero così stupido da voler fare a botte con me? Dai andiamo Philipp Garlic. Se vuoi proprio darmi una lezione abbassa quella cazzo di arma e dammela ad armi pari! Oppure in questo cazzo di paesino di merda non avete abbastanza le palle? Infondo avete fatto risorgere una come Naga e se non ci fossero stati i docenti di Hidenstone non sareste stati neanche in grado di farle niente. Era veramente, ma veramente arrabbiato e si anche stupido ed incoscente ma sentiva le nocche bruciargli ed il cuore battergli come non succedeva da tantissimo tempo. L'alabarda, presumibilmente era ancora puntata contro il suo petto e lui non si era mosso neanche di un millimetro. Non aveva paura di morire ne tanto meno di farsi male. Infondo Blake sapeva gestire meglio il dolore che le sensazioni belle e positive.
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    Philipp Garlic
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    Avevano detto un sacco di cose a Blake Barnes e la verità era solo una: che desse loro ragione o meno, lui avrebbe finito inevitabilmente coll'infischiarsene e, fondamentalmente, cacciarsi nei guai. Non era cattiveria la sua, era proprio idiozia: nel senso, non seguiva neanche i suoi di consigli!
    Blake non seguiva niente di diverso dal suo istinto suicida, ma non era un cretino ed ascoltava quando gli altri parlavano, per esempio sentì forte e chiaro come l'altro chiarì di non essere un suo docente e lo sbeffeggiò per questo, cosa che un po' infastidì Philipp, che però, rendendosi conto dell'infantilità di quel commento, cercò di contenersi "Vallo a dire ai Cacciatori che ho addestrato." chiarì lui, includendo di fatto i fratelli Morningstar, anche se la sua mente era volata a Theresa, per quanto non poteva dirsi che fosse un esperimento particolarmente riuscito (e infatti lo tenne per sé).
    Più aveva a che fare col ragazzo, più comprendeva comunque come mai tutto paresse girare intorno a lui 'E' completamente fuori controllo' si disse infatti, ben sapendo quanto fosse pericolosa l'imprevedibilità, soprattutto in quel ragazzo che pareva non aver riguardo neanche per la sua vita, per quanto, lui pensava di avere la soluzione a tutti quei problemi 'Lo devi solo prendere a botte finché non si sveglia'
    E così avrebbe fatto, anche se iniziò con l'alabarda, non appena questi lo avvicinò, puntandogliela al petto, per chiarire come non gradisse che la gente lo avvicinasse armato, nonché far presente come ce l'avesse più lungo lui. Accolse gli insulti ennesimi del ragazzo, ma questa volta se li fece scivolare addosso senza problemi, mostrandosi fin annoiato "La differenza tra arroganza e coraggio è il non sottovalutare chi si ha davanti" e lui non avrebbe sottovalutato un ragazzino solo perché pazzo ed inglese: non sapeva nulla di lui, non aveva idea dei suoi limiti e dei suoi punti di forza e non li avrebbe scoperti sulla sua pelle. Non vivendo la cogente umiliazione di essere impalettato dal suo stesso legno.
    Aveva usato un tono calmo, didattico quasi, tradendo come avesse ripetuto quelle parole - comunque auliche - diverse volte a diverse persone. Essendo comunque un guerriero, preferì chiarire la cosa al Barnes sulla sua pelle, anzi, sulle sue caviglie, facendo un passo indietro e gettandolo gambe all'aria con una spazzata, lasciando a terra urlante, insultante, inconsapevole del fatto che il biondone avrebbe potuto benissimo usare una delle tre lame della sua alabarda, avesse voluto, inlfiggendogli ben altra tipologia di danno.
    "E tu sei solo ridicolo." non gli fece presente cosa avrebbe potuto fargli al posto di gettarlo a terra, non gli importava neanche ribadire l'ovvio, ovvero la sua forza, semplicemente voleva colpire quel ragazzo duramente sia fisicamente sia nel suo orgoglio 'Questa è la tua prima lezione con me, Blake Barnes. Quella in cui impari che sei solo un ragazzino viziato' perché lui così lo vedeva, e non si sarebbe fermato fino a farglielo entrare in testa anche all'altro. O avere talmente male alle mani da doversi fermare (così più plausibile).
    Gli avrebbe potuto ricordare come Victoria avesse incaricato loro, avrebbe potuto fargli notare come rischiasse l'espulsione, ma ormai Phil era oltre quelle vie formali, del resto dal momento in cui aveva gettato l'altro gambe all'aria aveva perfettamente capito come si sarebbe conclusa quella serata e a lui, oggettivamente, andava benissimo così, non a caso anche lui iniziò a provocare l'altro, dandogli il benvenuto sull'isola e chiarendogli come fosse solo un ragazzino ricco e viziato, cosa che ovviamente fece inferocire il Black Opal, che schizzò in piedi inveendo "Penso solo che sei un ragazzino viziato" disse lui chiarendo come il congiuntivo non fosse il suo forte (?) "Con abbastanza soldi e culo da non pagare mai i suoi errori"
    Che, in fondo, era anche un ottimo riassunto di Blake, non trovate? Phil sembrava aver capito parecchio del biondino, quanto bastava, per esempio, per notare come si era posizionato mettendosi in piedi 'Sa combattere' pensò lui, inclinando un sorriso fecoce all'ennesima provocazione di lui 'Ti insegno a stare al mondo, ragazzino' pensò lui, gettando dietro di sé senza troppe cerimonie la sua arma che cadde più in là con un metallico tintinnio "Allora lo sai il mio nome!" disse lui, ricordandosi perfettamente di non averlo mai detto all'altro, chiarendo anche come ci tenesse a provocare in ogni modo possibile Blake 'Ne prenderai tante da diventare furbo. E saprai che te la sei cercata da sola!' si disse, concentrando il suo sguardo sull'altro e mettendosi anche lui in posizione di guardia, con entrambi i pugni sollevati, nel mentre ci chiariva come comunque si illudesse di poter insegnar davvero qualcosa a Blake che non fosse una nuova posizione del kamasutra.
    Rise apertamente per giunta quando l'altro rievocò Naga, anche se non parlò immediatamente, scattando in avanti e tentando un pugno al viso del biondino "Curioso. Io ricordo un tuo professore mezzo morto per un colpo della strega, mentre io ne ho incassati a decine" affermò lui, tentando poi col mancino un colpo allo stomaco "E ricordo anche chiaramente che mentre il mio capovillaggio abbatteva una nebbia per voi impenetrabile tu ti cacciavi nei guai e facevi perdere tempo a tutti."
    Scartò di lato e alzò la guardia, pronto a reagire ad un suo contrattacco "Del resto sei solo una palla al piede." disse lui, obbligato questo narratore a dissociarsi dal suo PG: Blake Barnes non era una palla al piede: era una mina antiuomo! (?)
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    Blake Barnes | 18 | Black Opal
    Aveva una personalità complessa, complessa ma facilissima da capire. Come ogni cosa che lo riguardava, si cadeva nella contraddizione più atroce. Come ogni cosa che lo circondava diventava un pericolo mortale, Blake non era in grado di saper vivere in maniera lineare, semplice e precisa. Era una di quelle persone che davvero generavano caos e drammi anche solo uscendo e facendo una corsa nei giardini della scuola. Quell'incontro poteva andare in tantissimi altri modi, altri modi che avrebbero fruttato a Blake molto di più di quello che stava succedendo. Blake non era uno stupido ne tanto meno uno sprovveduto e forse era esattamente quello che gli recriminava il maggiore dicendogli che se solo avesse utilizzato tutte le sue energie in altri modi, allora sarebbe stato davvero invincibile, ma no. Non ce l'ha faceva! Lui era fatto in quel dannatissimo modo, in quel modo caotico tra il distruttivo ed esplosivo che lo portava a mettersi contro sempre le persone sbagliate. Ma anche su quello c'era una spiegazione. Blake amava lottare ed il confronto. Non gli piaceva vincere facile, se vinceva, ed anche se lui diceva che non era così erano rari le situazioni in cui succedeva, Blake lo voleva fare davvero con cognizione di causa. Non amava vincere su persone che non sapevano difendersi non amava vincere con persone che avevano paura di lui a prescindere. Pretendeva di meritarselo il rispetto ed in quel momento, tutto quello non era altro che una situazione ideale per far capire a quel tipo che lui non era come gli altri. Sapeva benissimo che non aveva nessuna speranza di vincere, ma la sconsideratezza e la sete di fama che gli scorreva addosso era tutto. Peccato non conoscerne neanche uno!Era sempre una persona che comunque cercava di non darla vinta al proprio interlocutore, non amava per niente avere torto e non avere l'ultima parola. Blake era fatto così e per quanto lui si sforzasse di migliorare, beh, non ci riusciva sempre. Eppure aveva fatto davvero dei grandi passi in avanti, aveva veramente imparato molto in quei mesi, anche se non abbastanza. Aveva imparato a riflettere, e lo stava anche facendo, infondo il Blake di qualche mese prima si sarebbe lanciato contro il biondo senza neanche pensarci facendosi il triplo del male, invece erano ancora li, uno di fronte ad un altro. Ascoltò quelle parole e ne fece tesoro, ma non era certamente quello che fece apparire. Bene! Sai cosa non devi fare allora! Perchè lui di certo non era così stupido da sottovalutare Phil. Pensava che non gli avrebbe fatto mai del male ma per il semplice motivo che in quel momento aveva una carica e fargli del male voleva dire pagarne le conseguenze, sicuramente per entrambi e sicuramente lui avrebbe "sofferto" di più rispetto al biondo. Su quello non c'era nessun tipo di dubbio! Ed ecco qua la parolina magica che fece infiammare, letteralmente, gli occhi dell'opalino. Se c'era qualcosa che i suoi compagni di scuola avevano imparato di Blake era che non bisognava ridere di lui davanti a lui, ne tanto meno prendersi, in qualche modo, libertà che non gli erano concesse come ad esempio dire ad alta voce che era ridicolo, che non sapeva fare qualcosa o semplicemente guardarlo con compassione. Ma tutto questo Phil non poteva saperlo e molto probabilmente il saperlo non avrebbe certamente cambiato le cose. Si era rialzato perchè non era stato abbastanza pronto da saltare in quanto lo aveva preso seriamente alla sprovvista, ma in quel momento davvero l'unica cosa che avrebbe voluto era colpirlo in faccia. In faccia, sul naso ed anche forte, forte assai. Alzò un sopracciglio, posizione d'attacco. Tu non sai assolutamente niente di me, coglione! Il che era vero, ma questo non voleva dire che non era un viziato, perchè lo era eccome, e che pagasse sempre le sue marachelle, perchè purtroppo per i Barnes, non era veramente così. Infondo i soldi compravano la maggior parte delle cose ed il perdono di molte persone, quindi alla fine veramente non aveva pagato un sacco di cose che aveva fatto, ma la verità brucia a tutti no? E quando si trattava di bruciare Blake era il numero uno! Per chi cazzo mi hai preso? Certo che so il tuo nome! Sei nella mia scuola.. so come ti chiami tu e quegli zotici amichetti tuoi! Rispose altrettanto sinceramente. Infondo dovevano picchiarsi? Bene! Parlò di Naga con il solo intento di innervosirlo, ma alla fine la sua risata in quel modo così sguaiato ed aperto lo fece semplicemente sentire ancora più sciocco e di conseguenza arrabbiato. Blake odiava sentirsi inferiore a qualcuno o qualcosa ed in quel momento era proprio così che si sentiva. Si sentiva quasi succube di tutta quella situazione e non gli piaceva. Occhi puntati in quelli del biondone, quando arrivò quel pugno cercò di schivarlo. Era concentrato, quella comunque era la sua disciplina no? Ed inoltre l'aveva sempre utilizzata per sfogarsi, il fratello lo aveva mandato a fare quella disciplina per cercare di fargli incanalare la rabbia e sfogarla non sulle persone ma su dei sacchi. é stata solamente fortuna. Neanche vi siete resi conto che una stronza aveva rapito quattro ragazzine. Sai almeno i nomi? Theresa, Lilith, Elisabeth e Ayla. Quest'ultima ha una ferita indelebile sulla pelle che l'ha sfigurata. Sferrò un colpo verso il viso del biondo. Io e Nikolai abbiam scoperto della barriera almeno una settimana prima di voi e siamo solo due ragazzini. Tu hai incassato 10 colpi e non ti sei fatto niente perchè mentre nella tua schifossissima isola una strega faceva qualcosa tu eri alla locanda a bere! Per quella storia, storia che comunque a Blake gli era costato più di tutti i suoi compagni messi insieme, ancora non gli andava giù e forse non avrebbe mai trovato il modo di perdonare nessuno per quella situazione. Nel caso fosse arrivato, avrebbe cercato di schivare un ulteriore colpo per poi contraccambiare immediatamente. I pungi che tornavano in posizione, lui che continuava a tenere dritto gli occhi contro quelli del biondino. Studiava le sue mosse. Non si batteva in quel modo dal semestre scorso. Sentiva l'adrenalina nelle vene scorrere come elettrciità. fece un passo avanti verso di lui. Era sempre stato per l'attacco e non per la difesa. IO almeno ho cercato di fare qualcosa! Aggiunse poi tentando un doppio pugno verso di lui. Ma si stavano riscaldando. Blake aveva ancora troppo controllo addosso, controllo che più Phil parlava più lo abbadonava miseramente. Tu non hai idea della merda che ho dovuto ingoiare per colpa della vostra fottuta incompetenza! Eh si riferiva ovviamente allo stupro di Lilith.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Philipp Garlic
    Predone | 26 anni
    No, non sapeva un cavolo di Blake e in vero ciò che sapeva gli bastava "Fai il cazzo che vuoi, piangi quando gli altri non fanno quello che vuoi tu e cerchi di menare chi non ti asseconda. Direi che so quello che serve" propose lui, incrociando le braccia, ormai perso qualsiasi freno inibitorio 'Io te le ho date le possibilità ragazzino. Ora ti insegno a stare al mondo' per quanto forse in vero prima avrebbero dovuto insegnarlo a lui, a stare al mondo, ma dettagli!
    La rabbia salì nel Barnes, il quale esplose in una serie di insulti, iniziando anche a perdere il proprio contegno e tradendo il proprio atteggiarsi, per esempio ammettendo il suo nome, quando poco prima aveva dichiarato di non saperlo "Zotici sicuramente, ma comunque meno indisciplinati di voi. Che è tutto dire" rilevò lui, ricordando pian piano all'altro come si sarebbe zittito solo con la forza, cosa in cui l'altro si gettò senza troppe remore, cosa per la quale Phil sentì di poter provar simpatia per lui 'Almeno non è codardo. Magari è coglione, ma non codardo'
    Lo sentì insultarlo, ma ormai erano passati all'azione: i suoi pugni centrarono l'altro, facendogli capire come con lui non si scherzasse, anche se avrebbe riservato il meglio per dopo [d20=9+8+4-3], tanto che probabilmente il colpo allo stomaco lo avrebbe anche fatto sussultare, ma fu anche vero il contrario 'Sa combattere'
    Ne aveva già avuto sentore dato come si era messo in posizione, ma il veder l'altro tentare di schivare e quindi contrattaccare gliene diede conferma, così come la forza dei suoi colpi, notevole, tanto che lo colse quasi di sorpresa "Ohu!" affermò lui, balzando indietro [d20=20!+3-5] e posando anche una mano sullo stomaco.
    Lo aveva sorpreso, ma ciò non era esattamente un problema, infatti l'altro mostrò un feroce sorriso "Allora qualcosa lo sai fare" ammise lui togliendosi la maglia e rimanendo a petto nudo "Se sei un avversario minimamente capace, è giusto che combattiamo ad armi pari, senza abiti scudo" ammise lui.
    Si scrocchiò il collo, poi tornò all'azione puntando ancora al volto dell'altro, con un gancio diretto al suo zigomo destro "Siete voi che non vi siete accorti delle ragazzine: noi di Naga sapevamo da un po'" chiarì lui, quasi urlandolo, spostando il peso all'indietro e posandolo a quel punto sulla gamba destra.
    "E siamo stati noi a trovare la barriera, a dirvi come infrangerla, cosa volesse la strega e combatterla" sollevò la gamba sinistra e tentò un calcio a spunta sull'addome del ragazzo, avanzando poi verso di lui con un balzo.
    "E mentre tu e i tuoi amici facevate perdere tempo ai docenti per salvare il vostro inutile culo, noi tenevamo testa alla strega e rischiavamo la vita" insistette lui, tentando un secondo gancio al labbro del ragazzo, col preciso intendo di spaccarglielo [d20=8+8+4-3].
    "Sono contento tu abbia ingoiato merda per quello che è succeso!" ringhiò a quel punto "Non fossero dovuti stare dietro alla tua testa di cazzo, forse avrebbero salvato le ragazze prima" stoccò il suo colpo più letale, curiosamente non fisico.
    RevelioGDR


    Ho lanciato un po' di dadi per quantificare quanto male si fanno più che per quantificare la riuscita delle azioni, che rimetto a noi.

    PV Phil: 100-20=80
    PV Blake: 36-18=18
     
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    Blake Barnes | 18 | Black Opal
    Che Blake Barnes non avesse il senso della misura era noto a tutti e non aveva neanche senso ne specificarlo ne tanto meno farci particolarmente caso, era così palese che non lo avesse che bastava semplicemente osservarlo di sfuggita per rendersene conto. Philipp non aveva bisogno di conoscere un ragazzino nel profondo per rendersi conto di chi avesse davanti sia perchè aveva esperienza sia perchè Blake non era una persona difficile da comprendere, almeno all'apparenza. Blake era una di quelle persone che ti diceva quello che pensava sempre e che non aveva mai peli sulla lingua. In quel momento era arrabbiato e voleva spaccare la faccia a qualsiasi persona che avesse davanti. Non aveva scelto un bersaglio in particolare, uno valeva l'altro e il biondone figo ci era semplicemente capitato di mezzo. Forse, per Blake, comunque fu una vera fortuna perchè se avesse ammazzato qualche suo compagno di botte a quell'ora era in carcere direttamente, visto che era maggiorenne, oltre ad essere esplulso per sempre. Le parole di Phil comunque gli rimbombarono in testa. Non meno la prima persona che mi capita solamente perchè mi contraddice, sei tu che hai rotto le palle a me, io ero con la mia musica ad allenarmi, non mi sembra che ti abbia detto qualcosa che non andasse, oltre al fatto di non rompermi i coglioni. Quindi sei tu che giochi a chi ce la più lungo solamente perchè... perchè esattamente? La sua posizione era di guardia e di difesa, continuava a cercare di schivare quando ce ne era bisogno, ma per quanto Blake fosse una persona abituata al combattimento e per quanto fosse allenato, davanti non aveva un suo coetaneo e non aveva neanche un adulto qualsiasi. Aveva una di quelle persone che combattevano ed uccidevano per vivere e sicuramente lo facevano con qualcuno di molto più pericoloso di qualsiais BLake Barnes. Oh mio dio che grandissima disgrazia il non essere disciplinati! Il suo torno era sarcastico con una vena di ironicità per prenderlo in giro, ma il colpo che gli arrivò in piena faccia, centrandolo in piena guancia. Si morse il labbro a sentire quelle parole, se c'era una cosa che non sopportava, forse un sacco di cose non sopportava Blake, ma infondo, in questo momento ce ne era una che stava scalando la top ten sulle altre, era il fatto che qualcuno mettesse in dubbio le sue capacità, specialmente nella boxe. Faccio a boxe da quando ho 9 anni... Lo vide levarsi la maglietta, lo vide posare a terra tutto quello che aveva in dosso. Si rimise in posizione di attacco. Un colpo allo stomaco, un colpo in faccia... Phil era forse l'avversario più bravo e forte che aveva mai avuto e tutto quello lo stava seriamente rendendo vivo, era quello che voleva per quella sera ed era quello che stava ottenendo, infondo come sempre no? Era concentrato sui movimenti dell'altro, sul modo in cui lui aveva di schivare i suoi colpi, sul fatto che ci stesse riuscendo senza neanche sforzarsi più di tanto. Doveva ammettere che quasi quella conversazione era tutto quello di cui aveva bisogno in quel momento. Aveva sferrato anche lui qualche colpo buono e quando lo aveva colpito si era sentito seriamente soddisfatto, ma non era abbastanza. Phil era più veloce e la sua forza nel dare pugni era sicuramente maggiore. Fece un balzo indietro, in maniera tale che non stesse più alla sua portata, e posò entrambe le mani sulle sue ginocchia, sentiva chiaramente il sangue scendere dal suo sopraciglio, e poi dal suo labbro. Si pulì con il polso e poi sputò per terra. Infondo il sangue e la saliva si impastavano velocemente. Le ultime parole del densieriano, però, furono come riaprire una vecchia ferita ancora non del tutto cicatrizzata. Si alzò, aveva lo sguardo infuocato, si mise in posizione di attacco, si riavvicinò a lui e questa voltà miro anche lui dritto al naso. Se sapevate già di naga dovevate fermarla prima. Io mi sono accorto di Lilith immediatamente, come delle altre tre perchè è successo davanti ai miei cazzo di occhi e non ti permetto, davvero di dire una cosa del genere. Io volevo SOLO SALVARLE! Non smise di dare cazzotti ad ogni parola che aveva perchè in quel momento la sua rabbia, forse era arrivata al culmine e non vedeva una persona davanti a lui ma solamente un sacco nero a cui darle di santa ragione. Si stava concentrando e sapeva che se avesse abbassato anche solo la guardia, Phil gliene avrebbe fatto pagare le conseguenze, ma in quel momento il suo unico scopo era quello di colpire la persona di fronte a lui e fargli provare almenò la metà del male che aveva provato lui sentendo quelle parole. Non avrebbe certo pianto o non si sarebbe neanche scusato per tutto quello, ma Blake era una persona senza nessun tipo di mezza misura. O bianco o nero. E in quel momento vedeva solamente nero.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Philipp Garlic
    Predone | 26 anni
    Era stato Philipp a rompere le palle a Blake, e ciò giustificava la sua maleducazione e tutto il resto. Il biondo, inclinò semplicemente il capo di lato "Ti è stato detto di restare nell'edificio: io ti ho solo rotto il lettore perché mi ascoltassi" e a quel punto ghignò "E direi che ha funzionato"
    Forse aveva funzionato fin troppo bene, ma con Blake era così, dall'indifferenza all'esplosione atomica passava giusto il battito di un cuore, ma in fondo quell'accelerazione di ritmo al Cacciatore non dispiacque, anzi, fu quasi ricercata, anche perché, da arrogante denrisiano qual era, credeva di poter vincere a mani basse, rimanendo conseguentemente colpito dalla forza dell'altro, al punto da definirlo (impropriamente) uno scontro alla pari e privarsi degli abiti per mettersi davvero in gioco con l'altro (gli abiti del resto, avevano addosso delle protezioni e non voleva un vantaggio sul ragazzino) 'Fammi un po' vedere questi nove anni'
    Si sarebbe potuto dire che Blake non mostrò moltissimo: aveva tecnica e una buona resistenza, ma per uno esigente come Philipp Blake era poco più di un bambino 'Nove anni a succhiare il latte sarai stato' pensava infatti lui, sollevando comunque un sopracciglio quando lo vide alzarsi ancora e sputar il sangue con una certa indifferenza 'Allora sotto al tuo grosso portafoglio ce l'hai davvero i coglioni' ammise lui, mostrando col corpo ciò che mai avrebbe osato enunciare vocalmente: rispetto.
    Piegò le ginocchia, portò indietro il piede destro e alzò la guardia, concentrando i suoi occhi sul giovane che aveva davanti, concentrandosi, deciso a chiudere lì quello scontro, verbale, ma soprattutto fisico 'Se sai cosa vuol dire battersi, sai anche cosa vuol dire venir sconfitto' e lui era deciso a prendersi quella ferita, quell'apertura, nell'orgoglio dell'altro per penetrarvi con le sue idee, la sua posizione.
    Mirò al naso, ma lui piegò il busto di lato, quanto bastava per essere colpito con grossa violenza sullo zigomo 'Porca puttana' affermò, quasi ammirato, continuando a piegarsi e spostare indietro la spalla, nel mentre l'altro, troppo furioso, inveiva su di lui e raccontava rabbiosamente la sua verità.
    Come una molla, scagliò in avanti il corpo, con un gancio diretto alla bocca dello stomaco 'Piegati, e taci!' si disse nella sua mente, riflettendo ciò che stava chiedendo al suo corpo: vi aveva messo tutta la sua forza in quel colpo, al solo scopo di finire l'altro, decisamente malridotto, e ridurlo a terra, magari in ginocchio, sofferente, magari con anche i conati di vomito: doveva sentire la differenza, doveva sentirlo quasi fisicamente il gusto della sconfitta.
    "E dimmi, Blake Barnes" esordì lui, carezzandosi le nocche della mano destra con la mancina "Senza di te, avremmo fatto prima o dopo?"
    Si aspettava veramente onestà da parte del biondino? Forse sì, forse no; forse era solo curioso di sentire come si sarebbe giustificato o cosa gli avrebbe detto e come, del resto, in un certo senso, stava iniziando a provare uno strano sentimento di rispetto per lui 'Non sei inutile. Sei solo grezzo' si stava dicendo lui, paragonandolo di fatto ad un metallo lavorato.
    L'unico problema era che lui era un fabbro, il che implicava l'uso violento di un martello...
    RevelioGDR


    Non lancio dati perché sei già in fin di vita e possiamo chiudere qui direi lo scontro ahhaha

    PV Phil: 30
    PV Blake: 36-18=18-17=1
     
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    Blake Barnes | 18 | Black Opal
    Blake Barnes era una rarità. Blake Barnes era una persona non comune e forse unica al mondo. Non era il migliore o comunque non ci si impegnava ad esserlo, Blake era semplicemente se stesso ed alle persone che lo volevano veramente bene, alle persone che davvero volevano dargli una possibilità, piaceva esattamente come era. Non gli importava di essere qualcuno che non era, Blake si amava per quello che era ed era sicuro anche della sua unicità e sopratutto delle sue capacità. Non era uno stupido e non era neanche uno sprovveduto, non era una di quelle persone che si piangeva addosso, e forse, era proprio per quello che quando gli veniva detta una cosa del genere, riusciva ad arrbbiarsi veramente, ma veramente tanto. Lui non parlava mai dei suoi problemi, a stento i suoi compagni sapevano che non aveva i gentiroi o che veniva picchiato da piccolo! Li aveva sempre ritenuti fatti propri e la cosa era seria, Blake adorava fare le cose da solo, non era un fan dei team, non era qualcuno che amava lavorare insieme ad altri ed infatti, il suo sport preferito era qualcosa che contava solamente sulle sue forze. Il pugilato lo aveva aiutato da piccolo a darsi una calmata, e da grande a non essere pestato a sangue ogni volta che si metteva in qualche guaio, ma in quel momento, in quel momento si rese conto che aveva avuto un maestro forse troppo ligio alle regole ed alla tecnica e poco alla forze ed alla strategia. Infodno Aaron lo aveva mandato li per la disciplina e non per farlo diventare ancora più pericoloso, ma in quel momento, con quel tizio stronzo davanti si era reso conto che tutto quello gli era mancato e che sopratutto non era poi bravo come pensava di essere. O meglio, si lo era, ma non quanto Phill e la cosa lo disturbava enormemente. Quindi, si incassò ogni colpo possibile, non si fece spaccare il naso perchè comunque era attento e concentrato a quello che stava succedendo, ma quando gli arrivò quel colpo in pieno stomaco, sentì, per un solo attimo, il respiro marcargli. Si morse il labbro e cadde semplicemente atterra, tenendosi lo stomaco. Ma Blake era orgoglioso fino alla morte e per quanto sapeva che non poteva fare assolutamente più niente, si cercò di rimettere in piedi. Non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione di vederlo a terra mezzo morto quando lui, invece, aveva semplicemente qualche graffio. Io non stavo facendo niente, mi stavo solamente allenando e sono maggiorenne, nessuno può dirmi dove devo stare, non una victoria qualsaisi o uno dei miei insegnanti. Puoi rompermi anche la testa, ma questo non cambierà le cose! Lo sussurrò appena cercando, in realtà di andarsi a sedere sulla panchina. Era seriamente ridotto male ed il solo fatto che ancora parlava, avrebbe dovuto far capire a Phill che non era una persona che amava mollare facilmente, ne tanto meno gli avrebbe dato la possibilità di farlo davvero piegare al suo volere, anche se, oggettivamente, era già successo. Ma l'ego di Blake era veramente grande e difficile da sconfiggere, quindi, avrebbe continuato a sostenere la sua tesi in maniera determinata ed attenta. Insegnami. Edinfondo, come detto tantissime volte, Blake non era uno stupido, sapeva benissimo riconoscere una persona quando era più brava di lui, e la cosa più intelligente che potesse fare era farsi insegnare. Si teneva ancora lo stomaco con un braccio e posò la mano sullo zigomo per sentire il sangue scorrere. Sputò di nuovo per terra, ma giusto perchè il sapore ferroro nella bocca impastata non era piacevole. Tornò a guardarlo negli occhi.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG Stat.
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    Philipp Garlic
    Predone | 26 anni
    'Beh, per essere un damerino inglese, mica male' lo pensò scrocchiandosi il collo, ma anche senza quel gesto sapeva benissimo come stesse mentendo: era mica male in senso assoluto.
    Certo, era anni luce da lui, era acerbo, selvatico, scoordinato, senza una vera strategia che andasse oltre il picchia-picchia-picchia, al punto che Phil non credeva che Blake Barnes vedesse il mondo come bianco o nero, ma con unico colore: il rosso, come i tori. E lui, manco a dirlo, era il matador.
    La picchiò (era proprio il caso di dirlo) come un fabbro, del resto era così che Philipp aveva imparato ad esprimere sentimenti positivi come la stima, il che forse avrebbe anche potuto lusingare uno disturbato come Blake.
    Lo vide incassare, poi, lo vide anche piegarsi 'Era ora' fiero, sollevò il mento osservando il ricco biondino, sentendo poi le sue sprezzanti parole nel mentre si alzava e strisciava verso una panchina, chiaramente troppo orgoglioso per cedere, ma non così tanto idiota da farsi fare ancora del male gratuito 'Beh, si muove ancora... e non ha neanche vomitato' o fiatato. Nel senso, aveva parlato come a suo solito troppo - specialmente per i canoni di Phil - ma non aveva emesso un guaito nonostante il poderoso pugno allo stomaco: il Cacciatore non era tipo da farsi sfuggire certi dettagli, mentre era perfettamente capace di ignorare certi discorsi triti e ritriti (mi hai stuzzicato tu, no tu, no tu, no tu! ...); si limitò ad incrociare le braccia e sollevare un sopracciglio quando l'altro alla sua provocazione rispose in un modo assurdo, forse inatteso.
    Si era aspettato insulti, menzogne, pianti, si era persino chiesto se si sarebbe stagliato contro di lui per provare ancora a menarlo in modalità berserker, e invece aveva risposto con una richiesta, un imperativo persino "Che?" chiese lui, infatti, un poco confuso.
    Lo osservò gettarsi sulla panchina, distrutto, annaspante, con quello sguardo ancora vivo, selvaggio, fiero. Un po' lo odiò, un po' tanto, ma una parte di lui vide qualcosa, qualcosa che lo fece arrabbiare ancora di più 'Tess' e nulla, di recente, lo rendeva incazzato quando il ricordo di Theresa, soprattutto di quanto si fosse sentito stupido.
    "Per essere trattato come tratti Victoria?" sciolse le braccia e sollevò un dito medio ad uso e consumo del biondino.
    Lo tenne fieramente eretto alcuni secondi, poi abbassò la mano e si avvicinò, posando una mano sul fianco "Prima rispondi alla mia domanda" disse lui, litico "Poi dimmi cosa vorresti da me. E perché."
    Ripetere quella domanda, più ancora che chiedere all'altro di rispondere in merito a quanto accaduto con Naga, lo infastidì, ma alla fine fu comunque più forte di lui 'I vampiri non possono non succhiare sangue, e io non posso non raccattare ragazzetti pestiferi...' il primo l'aveva amato fino a consumarsi, la seconda l'aveva accolta fino ad umiliarsi; c'era solo da sperare che il trend di miglioramento fosse reale, e stesse incrementandosi!
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    Non avrbbe mai e poi mai ammesso che aveva dolore anche in muscoli ed ossa che non sapeva di avere. Non avrebbe mai neanche ammesso il fatto che stava veramente soffrendo e che non aveva amia perso così clamorosamente ne tanto meno in maniera così schiacciante. Sicuramente, dopo quell'incontro sarebbe tornato strisciando nella sua stanza ed avrebbe fatto il pazzo con Jesse. Ecco, si Jesse. Cosa avrebbe detto il suo migliore amico se lo avesse visto in quel modo? E la sua ragazza? Sbuffò e facendolo un ciuffo di capelli che si era posizionato davanti agli occhi tornò al suo posto. Si massaggiò ancora un pò lo stomaco e storse appena il naso. Era qualcosa di incredibile tutto quello, si sentiva dolorante per tutto il corpo, ma in quel preciso istante gli sembrava anche una bella sensazione. Infondo, in quel momento, il suo umore ed il suo corpo stavano provando, forse per la rpima volta, la stessa cosa. Si sentiva quasi in pace con se stesso. Blake era un Dorian Grey un pò anomalo, quando si vedeva riflesso allo specchio, nonostante il marcio che sapeva di avere dentro e che forse aveva contrinuito davvero a renderlo tutto quello che era in quel momento, non lo disgustava, anzi! Blake si vedeva sempre più bello, sempre migliore di quello che era precedentemente. Fece un respiro quasi come se stava riprendendo fiato e quando gli propose quella cosa alzò un sopracciglio. Perchè mai le persone non si aspettavano mai qualche cosa da lui? Se non urli e cose stupide? Fece un respiro rassegnato prima di rimettersi tranquillamente seduto un pò meglio e cercare di non dare a vedere quanto il sangue che usciva da vari punti del suo corpo in quel momento gli stavano dando fastidio. Diede una rapida occhiata al suo interlocutore. Solo in quel momento si rese conto che aveva messo giù tutte le armi e che per terra giaceva la sua alabarda e le sue varie protezioni. Tornò a guardare il biondo e poi scuotere il capo alla sua mezza specie di domanda. Come pensi che io tratti Victoria? Non la tratto. è la mia preside, quindi rispetto il suo ruolo, nè più ne meno... ma questo non vuol dire che se voglio farmi una corsa la sera non la faccio perchè lei dice che sia pericoloso! Ci teneva a specificare quella cosa. Blake non era stupido e sapeva che se voleva veramente ottenere qualcosa da Philipp allora doveva usare non solo la forza ma anche l'intelligenza, o almeno quella poca che gli permetteva di guardare la situazione in maniera lucida. Ma la sua contro risposta, o meglio, la sua non risposta immediata alla sua pretesa lo lasciò quasi interdetto. Infondo Blake Barnes non era certamente abituato a non essere risposto ne tanto meno ad aspettare per avere qualcosa. Tornò a stendersi sullo schienale della panchina per respirare meglio, chiuse gli occhi e fece scrocchiare il collo dolorante, si toccò di nuovo lo zigomo, poi tornò a guardare dritto negli occhi quello che, nella sua testa, era un degno avversario. Avreste fatto prima insieme con me se solo qualcuno mi desse retta quando io parlo. Magari ho dei toni e dei modi sbagiati, ma quando io sono andato a dire che avevo visto la barriera con Nikolai, nessuno mi ha dato retta dicendomi che ero un ragazzino e soffermandosi sul fatto che ero uscito di notte!Faccio cazzate, le faccio continuamente. Ma ottengo sempre quello che voglio, quindi... Fece una piccola pausa. Si guardò la mano con le nocche spaccate e subito dopo tornò a guardare il biondo. Non mi piace essere ignorato e quando mi si ignora succedono cose brutte. Infondo Naga anche lo aveva ignorato fino a quando lui non aveva attirato la sua attenzione. Voglio che mi insegni a combattere come fai tu. Stava rispondendo a troppe domande del tizio e lui non rispondeva alle sue. Si alzò di nuovo in piedi e zoppicante andò vicino a lui, fin troppo. Perchè. Perchè ottengo sempre quello che voglio. A costo di morire. Infondo era capitato in serpeverde, ad Hogwarts, non per la sua cattiveria o stronzagine, ma per la determinazione, arroganza ed ambizione, che lo aveva sempre e da sempre caratterizzato.
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