Joanne Nilsson
Densiriana | 24 anni
Non poteva seriamente credere che tutto quello stesse succedendo a lei. Insomma quella ragazza rossa da dove era uscita? Perchè mai gli stava offrendo quella cioccolata calda e sopratutto perchè mai quella torta, il suo sorriso, la sua gentilezza, tutto quello per Joanne era assurdo. Assurdo perchè sembrava anche non voler niente indietro, niente in cambio. A Londra erano tutti quanti gentili come lei? Eppure l'unica volta che ci era andata si era scontrata con un Auror che tutto era meno che gentile. Joanne era confusa da tutta quella situazione, ma una cosa era certa Evelyn sembrava essere quasi un angelo, uno di quegli angeli che ti mandano quando le cose stanno precipitando notevolmente. Si morse il labbro, si leccò le labbra mangiando quella torta con una lentezza ed un gusto che forse, li dentro, non avevano neanche mai visto. Si stava veramente gustando ogni minimo mozzichetto di tutto quello, era qualcosa di effimero, un piacere che mai aveva provato nella sua vita. Era qualcosa di peccaminoso che per una volta nella sua vita la stava facendo stare veramente, ma veramente, ma veramente bene. Non sapeva esattamente di cosa si trattasse, ne come si facesse ma quella torta, quella ragazza, le sue parole, il suo sorriso e tutto quello che stava succedendo in quel momento la stavano facendo sentire come mai era stata nella sua vita, ossia felice. Non aveva mai capito che gusto avesse la felicità e la serenità di potersi permettere una fetta di torta seduta davanti un tavolino con una sua amica! Nonchè pensava che Evelyn volesse diventare davvero una sua amica, ma ci sperava. Avrebbe davvero voluto essere come lei, bella come lei, curata come lei, ricca come lei. Ovviamente Jaonne non sapeva che effettivamente Evelyn non fosse poi così tanto ricca e che, per tutto quello che aveva, si era veramente fatta il sedere, ma infondo non era neanche giusto levarle anche quel disincanto. Joanne era una ragazza di 24 anni alla quale nessuno, e dico nessuno, aveva insegnato a sognare o comunque a fantasticare in qualche modo. Nessuno le aveva mai detto che magari, ogni tanto, poteva anche rilassarsi e pensare che il mondo era molto meglio di quello che lei davvero credeva. I suoi genitori l'avevano sempre addestrata a combattere e lavorare e lei pensava davvero che fosse solamente quello, che il mondo, fosse tutto li! Insomma non poteva farci niente ed solo in quel momento con la rossa davanti, si stava rendendo conto di quanto, invece, il mondo non fosse o bianco o nero, ma c'erano infinità di colori e possibilità. Sorrise ancora alla ragazza prendendo anche un pezzetto della sua torta assaporandola per bene, cercando di indovinare, nella sua testa, tutti gli ingredienti e quando la rossa parlò al plurale Jaonne sgranò i suoi occhi. Davvero mi aiutaresti a trovare un lavoretto? Non ci credeva, era qualcosa di incredibilmente assurdo, qualcuno che si stava interessando davvero a lei? Qualcuno che non considerava le sue idee stupide? Si morse il labbro e le fece un sorriso imbarazzato prima di arrossire alla sua proposta. Ti potrei raccontare un sacco di cose, ma no... non vorrei essere pagata! Io... insomma sono una sconosciuta e tu mi stai aiutando, non posso chiedere altro! In quel momento si sentiva come cenerentola davanti alla sua fata madrina. Non ci poteva credere ed i suoi occhi erano ancora sgranati e le sue gote erano ancora rosastre. Finì di mangiare la torta e poi guardò l'orologio. Si morse il labbro. Devo tornare a casa, ma puoi trovarmi tutti i giorni a casa mia, questo è il mio indirizzo! Purtroppo non ho... come si chiama? Magifonino? Oppure possiamo scriverci tramite lettere, quelle si! Non ci sono problemi ed Evelyn. Grazie. Disse prima di alzarsi, prendere la sua busta piena di spesa, sorridendole ancora con uno sguardo colmo di gratitudine e poi uscire dalla caffetteria. Gliene era grata e tutto quello era seriamente qualcosa di fantastico. LE aveva dato la carica giusta, per trovarsi davvero un lavoro!