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.LILITH CLARKEDioptase - PrefettoCode ©#fishbone
Era tutto finito.
Tutto.
Non era rimasto niente. Solo il ricordo, solo il dolore di quegli sguardi che si evitavano, solo il lontano pensiero di quei baci che non ci sarebbero stati più. Aveva rotto tutto, ma la colpa realmente di chi era? Di lei? Di lui?
Ma soprattutto cos'era quel dolore che sentiva al petto, e perché non riusciva a respirare?
Il portone si era chiuso dietro di lei pochi attimi prima, ora vi stava poggiata non riuscendo più a sentire le gambe.
Era finita.
Non era possibile. Non aveva più Blake, era sola, non aveva più nessuno. Solo Blake era colui che voleva accanto ed ora non c'era più.
Probabilmente sarebbe subito corso da qualche ragazzina, a lui non mancavano mica, probabilmente proprio da Mia, adesso potevano stare insieme senza nascondersi.
Il respiro non usciva. Era in iperventilazione, la testa aveva iniziato a girare all'impazzata. Doveva fermarla.
«Calmati, Lilith... » continuava a ripetere alla sua mente, mentre le lacrime scendevano copiose sul volto della metamorfomaga.
I ricci che erano vicini al volto, erano bagnati da quelle lacrime, colorati di bianco, come se si stesse svuotando. Proprio come quella volta che era tornata da quel mese di prigionia.
Non poteva ripensare a lui e a quando gli aveva girato le spalle.
Non riusciva a farlo, senza che il cuore le facesse male.
Piano, non si accorse, che le sue gambe si piegarono su loro stesse. Stava scivolando verso il basso, la vista scarseggiava ed era adornata da pallini neri che non le permettevano davvero di vederci bene.
Voleva chiedere aiuto, ma la voce non usciva, perché il fiato era poco e non aveva la possibilità di riempire i polmoni. Si sentiva debole, il petto pungeva. L'iperventilazione aumentava.
Le forze, a poco a poco, la stavano lasciando: svenne, dopo pochi attimi.
Lì, davanti al portone, con il volto bagnato dalle lacrime e ciocché ricce tinte di bianco.
Edited by Annie-Macrae Welsh - 11/4/2020, 13:01. -
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.LILITH CLARKEDioptase - PrefettoCode ©#fishbone
Era svenuta, non sapeva se per il dolore o per la stanchezza, ma quando lo aveva fatto si era sentita decisamente meglio.
Sentiva un calore strano attorno a sè, molto piacevole, rigenerante.
Poi una voce.
Non era Blake? «B-Blake...» aveva ancora gli occhi chiusi, mentre cercava di arrancare con quelle parole, la bocca era asciutta. Sentì un buffetto sulla guancia, quindi cercò di sforzarsi ad aprire gli occhi e ci riuscì.
Non era Blake, ci mise un po' a mettere a fuoco l'immagine del professore. Sentì le guance ancora bagnate e gli occhi le bruciavano e non poco «Prof-professor Salvatore...» la voce era debole e un po' roca, ma cercò di sollevarsi come meglio poteva, a stento riusciva a sollevare il proprio peso con le braccia, ma doveva tentare di mettersi seduta.
Si voltò a guardare il docente, quindi, socchiuse appena gli occhi e un'altra lacrima cadde.
Quando sentì il tocco del professore, quasi sussultò, come se non si aspettasse un contatto del genere.
E fu proprio quello che la fece scoppiare.
Pianse. E questa volta non si trattenne, si strinse tra le braccia, coprendo il volto con le mani e pianse copiosamente «E' finita. E' finita. E lui se n'è andato. Non posso superare anche questa, non ora. Non adesso.» disse tra un singhiozzo e l'altro, quindi quando il ragazzo parlò di nuovo, annuì appena, asciugandosi le lacrime con la manica della divisa. Non era da lei piangere così, davanti a qualcuno, davanti ad un professore.
Cercò di tirarsi su, mettendosi prima in ginocchio e poi spingendosi con le gambe, barcollò appena e seguì il professore.
Si strinse le braccia tra loro, come se sentisse freddo «Professore... io... » calò lo sguardo, fermandosi appena «... crede che io abbia qualcosa di sbagliato... ?» che domanda strana era? Voleva sapere da un docente se fosse sbagliata? Insomma per quel che poteva dirle un professore, non avrebbe mai saputo com'era veramente quella ragazza.
Jessica era innamorata di lui, probabilmente aveva visto in questo professore una persona di cui fidarsi. Forse poteva aiutarla, forse poteva fare qualcosa.... -
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.Era davvero assurda tutta quella situazione, non poteva essere vero. E che figura stava facendo con quel docente che si era trovato a doverla raccogliere da terra? E a lui stava porgendo domande che doveva porgere sicuramente a se stessa, un estraneo non poteva mica conoscerla meglio di lei stessa.
Le lacrime vennero asciugate dalle mani del docente e Lilith sentiva un po' di calore, in quel gesto, che la fece appena appena tranquillizzare.
Scoppiò in un pianto liberatorio, portando le mani agli occhi, quasi a volersi coprire dalla vergogna di quello che il docente stava vedendo.
Si sollevò, bramando forse quell'acqua come se fosse appena stata nel deserto, ma doveva assolutamente fare quella domanda al professore.
Ovviamente, il docente non poteva dirle il contrario, sapeva che a volte le circostanze ci portano a dover dire cose che magari non sentiamo veramente. Eppure Daniele sembrava avere uno sguardo sincero, mentre le parlava.
La sua domanda la spiazzò leggermente. Sussultò e sgranò gli occhi, prima di mordersi il labbro inferiore aggrottando la fronte. Davvero era finita, per lei?
Non poteva saperlo, ora come ora rivedeva solo le immagini delle sue dita vicino la pelle di Mia e ogni volta sentiva il cuore perdere pezzi, far male.
«Non lo so, professor Salvatore. Io... vorrei solo che lui capisse...», parlava come se il docente sapesse quello che fosse successo, non si preoccupò di spiegar lui che per l'ennesima volta Blake era girato attorno a Mia.
Tirò un respiro profondo, che però si spezzò a metà, morendo nel petto della Dioptase «Professore, la verità è che io non sopporto che Blake difenda un'altra ragazza, che non sia io... mi fa sentire... tradita...» calò lo sguardo a quell'ammissione, quindi, giocando nervosa con le dita delle sue mani.
Adesso che lo aveva ammesso, sentiva quasi come se fosse facile spiegarlo, eppure Blake sembrava non capire.©Scheme Role by Amphetamines' - Don't steal!. -
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