Un Sogno, una Bacchetta

acquisto prima bacchetta

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    Samuel Black
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    Una lettera, un viaggio, Londra ed infine Diagon Alley.
    Samuel non riusciva a tenere la bocca chiusa, si muoveva senza sosta; mitragliatrice di domande. Ogni piccolo centimetro di quella strada affollata era qualcosa di diverso, sconosciuto, magico; e lui voleva capire e conoscere ogni cosa.
    Era sempre stato curioso. Quando era molto più piccola voleva che gli venisse raccontata una fiaba sempre diversa ed, in generale, ogni volta che s'imbatteva nello sconosciuto, chiedeva o d'informava da se. Tuttavia per elaborare l'enorme mutamento in cui era stato immerso tutto d'un colpo non aveva un enciclopedia adeguata con sé ed anche se l'avesse avuto sarebbe stata troppo pesante per un bambino di undici anni.
    Tutti portavano vestiti strani, gufi e strani animali dappertutto, insegne che si muovevano, una caterva di suoni e profumi sconosciuti. Anche Londra, grande città, aveva provocato una forte accelerazione dei battiti, d'altronde Samuel veniva da un paesino di 1000 abitanti sulle coste del'Irlanda del Nord, ma Diagon Alley era stata una vera e propria bomba.
    Il padre con pazienza sorrideva e rispondeva, un flusso calmo e costante in risposta ad uno tsunami impetuoso ed infinito.
    Samuel Gregory Black, un londinese mezzosangue che aveva lasciato la sua vita magica per trasferirsi a casa della moglie, nel piccolino paesino di Bushmills, e crescere lì il loro bambino. Faceva l'insegnante alla piccola scuola elementare del villaggio ed amava profondamente quel ragazzino curioso che aveva tirato su come un semplice Babbano.
    Fra i tempi biblici necessari a soddisfare la prolissa curiosità del ragazzino, i due avevano preso tutto l'occorrente per affrontare il primo anno di hogwarts: Calderone da Misurino, tutti i libri, e forse qualcuno in più, dal Ghirigoro, la divisa da Madame McClan ed ora mancava solo una cosa - Il famiglio papà? - La mano adulta volò ad arruffare la testa del ragazzino. - Purtropoo, Sam, abbiamo speso troppo in libri e per il momento dovrai farne a meno, ma.- il viso del ragazzino ra cupo quanto una lacrima - ora tocca alla bacchetta! - l'undicenne si rianimò con forza; era la cosa che voleva di più, al diavolo gatto, topo e gufo.
    - Eccoci arrivati, Sam, io ti aspetto fuori. È il tuo momento. - il futuro alchimista deglutì rumorosamente e con la mano tremula aprì piano la porta. - È permesso? -
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    Garrik Olivander
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    'Qui... qui... lei qui... oh...' dopo la caduta di Lord Voldemort (la prima almeno), c'erano stati grandi fasti e poi le cose erano progressivamente tornate alla normalità, eppure, nonostante tutto, ogni qualvolta il bacchettaio posava per errore la mano su quella specifica bacchetta, aveva un brivido: era gemella di quella di Tom Riddle, almeno nel nucleo, e lui lo ricordava benissimo, così come ricordava benissimo di chi fosse la fenice, madre di quelle due curiose bacchette 'Perché Albus Silente ne avrà voluto una gemella...' ogni volta quel dubbio lo attanagliava e ogni risposta cui giungeva lo gettava solo in un crescente panico 'Oh... Merlino!'
    Per evitare quei pensieri l'aveva rispettosamente gettata in un angolo del negozio, un punto ove la potesse trovare solo volendolo, ma d'estate ciò era quantomai difficile, col flusso costante di maghi che giungevano da lui per il primo catalizzatore della sua vita: spesso erano necessari più e più tentativi, il che portava l'uomo a dover risistemare - rigorosamente a mano - molti stecchi, finendo inevitabilmente per incappare anche in quell'odioso tarlo.
    Non l'aveva mai proposta a nessuno, e mai lo avrebbe fatto, di quello era certo, ma proprio come non riusciva a non pensare ad essa o metterla via, allo stesso modo sapeva perfettamente chi sarebbe un giorno giusto rivendicando magari proprio quella bacchetta 'Povero ragazzo...' non ne formulò il nome, per quanto tutti in Inghilterra lo conoscessero, nonostante fosse il suo acerrimo avversario colui che non poteva essere nominato: lo fece per rispetto, ma soprattutto per timore, quasi che poter pensare a lui potesse mettere in testa alle sue creazioni strane idee.
    "Sì?" il suo flusso di coscienza terminò quando la porta, ancora una volta, si aprì, nel mentre dentro caracollava un ragazzino, un maghetto, che si guardava in giro alquanto incuriosito.
    "Sei solo, ti sei perso?" con aria rassicurante, l'artigiano magico abbandonò i suoi scaffali avvicinando il bambino, cui poi tentò di carezzare una spalla "Ti trovi da Olivander, il più grande negozio di bacchette di tutta Europa e forse del mondo" propose lui con un piccolo sorriso, cercando di essere rassicurante, estraendo poi da una tasca un metro da sarta, chiedendo poi al giovane Samuel un attimo di pazienza nel mentre prendeva alcune misure.
    "Bene... direi che potrei avere un'idea: i tuoi genitori sono fuori? Vuoi farli entrare? La prima bacchetta è un momento che molti vogliono condividere con la famiglia..." affermò l'anziano, lasciandosi poi alle spalle il giovane futuro docente di alchimia, nel mentre cercava per lui una bacchetta.
    Indipendente che avesse fatto entrare chi lo attendeva fuori, l'anziano sarebbe tornato, aprendo una scatola blu dalla quale avrebbe estratto una bacchetta dal legno chiaro "Legno di salice, lunga dieci pollici, rigida e con dentro di sé il nucleo di un crine di unicorno" spiegò lui, offrendola poi al giovane "Provala: agitala e vediamo cosa succede, e non temere se succederanno cose strane o non succederà niente. Le bacchette sono molto complicate e se non sarà quella giusta per te continueremo a cercare"
    RevelioGDR



    Eccoci in questo acquisto ambientato prima che io nascessi (lo)
    Fai entrare i genitori, come vuoi: agita la bacchetta e descrivi un piccolo effetto magico.
    Ovviamente non è quella giusta, quindi fai capire da quello che accade che non lo è (causa qualcosa di non positivo).
    See ya!
     
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    Samuel Black
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    L'ambiente in cui era entrato era tutto in legno ed emanava sicurezza oltre a regalare un po' di pace dall'umidità della strada.
    I passi del ragazzino avanzarono insicuri dentro il negozio e prima che un anziano signore comparisse davanti a lui il suo sguardo affamato fece solo in tempo ad analizzare un bel vaso in vetro blu con un paio di fiori freschi. Gli piaceva il blu. Gli ricordava tanto l'oceano.
    - N...No. Non mi sono perso! Sono venuto qui... - il tono prima confuso, poi sicuro e poi titubante, talmente titubante che la sua fine fu un sussurro a denti stretti ed occhi a terra; le mani perse a stropicciare l'orlo della maglietta arancione.
    - Si... un bacchetta - malgrado la timidezza si era lasciato sfiorare da quell'uomo tanto strano che lo aveva raggiunto - sarà sicuramente un mago potente, chissà che magia sa lanciare - era rimasto estasiato dalla presentazione del vecchio e malgrado la maglietta continuasse ad essere stropicciata i suoi occhi studiavano l'uomo con grande curiosità - il più grande fabbricatore di bacchette del mondo. - Suo papà lo aveva portato nel posto giusto. Samuel Black voleva solo la migliore bacchetta del mondo, un'amica con cui avrebbe fatto tanto e scoperto anche di più. Una vera amica, si. Il suo papà gli aveva accennato che le bacchette avevano un cuore nel vero senso della parola e lui voleva farselo amico quel cuore. Era già pronto a dare il massimo alla sua bacchetta e ricevere in cambio una vita di scoperte fatte insieme.
    Ora più risoluto, scosse piano la testa, gli occhi lucidi di desiderio e curiosità ben piantati in quelli dell'uomo. - No, il mio papà ha detto che questo è un momento importante e personale. Voglio stare solo. - lo sguardo si spostò sui grandi corridoi pieni di libri - Quale sarà la mia bacchetta - Le dita avevano lasciato la maglietta ed ora fremevano in un aprirsi e chiudersi costante. Voleva scoprire la sua compagna.
    Come se l'anziano gli avesse letto nel pensiero, quello si tuffò nel mare di bacchette e se ne uscì con un astuccetto blu - Blu! Mi piace il blu! -
    SI trattenne con fatica da strappare dalle mani rugose la bacchetta che gli veniva offerta, ma la accettò con garbo "Legno di salice, lunga dieci pollici, rigida e con dentro di sé il nucleo di un crine di unicorno" quando le mani toccarono il legno ci fu subito qualcosa: un lieve senso di scomodità. Ma Samuel non ci fece caso, la bacchetta era bellissima e col sorriso ben presente sullo sguardo la agitò con forza; ci fu un botto e, sfiorando la guancia del vecchio venditore, la bacchetta schizzò come un proiettile dalle mani del giovane mago fino alla "biblioteca" di bacchette, dietro il bancone, cadendo a terra poco dopo averla raggiunta.
    - Scusi! Non volevo! Sta bene?! - Il pugno era chiuso stretto stretto, insoddisfatto ed un po' dolorante.
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    Garrik Olivander
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    Essere uno dei più grandi artigiani al mondo era un grande onore e un gran piacere per Garrik, ma la vita di un bacchettaio non era costellata solo dalla sua arte e dal suo talento, purtroppo, ma soprattutto da branchi infiniti di mocciosi: alcuni erano gentili e dolci, scaldando il cuor edi chiunque, altri erano timidi e a tratti irritanti, altri ancora erano irrequieti, ingestibili, talmente tanto da costringere persino una persona calma come lui a placarli o limitarne i danni con la magia.
    Se i ragazzi poi erano un problema, spesso gli adulti erano anche peggio: i genitori si fiondavano nel negozio carichi di aspettative, conoscevano il legno, la lunghezza, il nucleo perfetti per la bacchetta del loro talentuosissimo figlio, dimenticando come, purtroppo per loro, fosse la bacchetta a scegliere il mago e non viceversa, e che purtroppo esse non fossero corruttibili.
    Ci voleva pazienza, una pazienza gentile ed educata, per gestire quel negozio e Garrik ne aveva da vendere. Quando si trovò davanti uno stralunato Samuel lo osservò e cercò di metterlo a suo agio, cercando anche di chiamarne i genitori, anche se ciò non fu permesso per volere comune. L'uomo ascoltò le parole del bimbo e solennemente annuì "Come desideri" decretò infatti, andando a prelevare il primo tentativo.
    'Bene...' Samuel approcciò quel primo stecco come se fosse una reliquia e ciò compiacque il mago, al punto che quando, dopo un suo gesto, questa schizzò via, lui si limitò a piegare di un poco lateralmente il capo, voltandosi poi per recuperare il catalizzatore "Non preoccuparsi, sono cose che possono succedere" affermò lui, afferrando lo stecco da terra per andare poi a riporlo nella sua custodia, che rimise poi immediatamente a posto, incapace di tenere qualcosa in disordine, anche per poco.
    "Trovare la bacchetta giusta per un mago è sempre difficile, ma almeno ora sappiamo con certezza che tu sia destinato a diventare un mago e che quindi in questo posto ci sia sicuramente una bacchetta disposta ad accompagnarti nel viaggio della tua vita" propose lui con un piccolo occhiolino, iniziando a spostarsi per gli scaffali nel mentre rifletteva e finiva coll'osservare il ragazzino e quindi il suo entusiasmo, la sua peculiarità.
    Senza riflettervi troppo, raggiunse uno scaffale laterale ove teneva bacchette con nuclei atipici. Era un mobile basso, un po' nascosto, quasi l'uomo lo volesse tenere più sottochiave di quella bacchetta in legno di agrifoglio, del resto quel tipo di nuclei erano contrari alla sua visione di artigianato, ma era anche vero che esistessero e anche loro meritassero di trovare il loro mago. E forse quello era il suo caso "Quercia rossa, lunga 12 pollici, rigida, con al suo interno il capello di una sirena" affermò lui, ancora solenne, porgendo lo stecco al giovane, dopo aver posato una scatola color porpora sul bancone "Atipica, ma del resto lo è anche un bambino che non vuole i genitori al suo primo acquisto, non trovi?" propose lui con un fugace occhiolino, indicando poi la sua destra "Agitala e, per favore, questa volta non puntare me..." affermò, al limite del divertito.
    RevelioGDR



    Ti ricorda qualcosa?
    Descrivi un effetto positivo, qualcosa che Garrik possa comprendere sia la prova di aver indovinato, così ti spillo i soldi e concludiamo ;)
     
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    Samuel Black
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    Il primo tentativo era andato male, ed il ragazzino pareva non perdonarselo. Il tono rivolto all'agile negoziante era si preoccupato ma più che per lui, per la scelta mancata. Gli piaceva quella bacchetta, era così elegante... ma era stato rifiutato. Per lui fu come ricevere un forte schiaffo al cuore - che io possa davvero trovare un amica qui dentro? Che io sia giusto per avere una bacchetta? - Per quanto la lettera d'iscrizione ad Hogwarts fosse essa stessa una prova delle sue capacità magiche, una mente curiosa e molto affamata può essere a volte distolta dai dettagli e perdersi nel fallimento. Tuttavia un qualcosa di così elastico può essere anche imprevedibile e cambiare rotta con estrema facilità. Bastò quella frase gentile del vecchio signore per ricolorare il visetto imbronciato con un po' di speranza. Quando Olivander scomparì fra gli scaffali il piedino del bambino iniziò a tamburellare il parquet scuro mentre gliu occhi non badarono più il vaso blu, nei i fiori ne nient'altro. Gli occhi bruni erano puntato su quel labirinto magico e l'uomo riapparve gli occhi si illuminarono nuovamente ed il battito del piede cessò d'un lampo.
    "Quercia rossa, lunga 12 pollici, rigida, con al suo interno il capello di una sirena"
    Una sirena.. - Allora esistono sul serio - Forse grazie alle miliardi di fiabe e storie di ambito marinaresco che lo avevano cresciuto insieme alle cure amorevoli dei genitori, aveva sviluppato una gran fascinazione per quelle creature mitologiche - una sirena a scelto me - In realtà non era ancora detto, per il momento erano state solo l'abilità e l'esperienza di Garrick Olivander a porgergli quel catalizzatore, ma forse il ragazzino ci aveva visto giusto.
    Quando le dita pallide e morbide accettarono con soggezione e gratitudine la bacchetta a Samuel parve di percepire una carezza sulla mano, ma non ci fece caso ed agitò, con molta più grazia rispetto a prima, lo strumento verso il vaso di fiori.
    Al vaso non accadde nulla, la bacchetta vibrò con gentilezza fra le mani del ragazzo, mentre le proprie venature si tingevano di un blu oceano ed una brezza calda e dal profumo di mare circondò il giovane arruffandogli la chioma un poco troppo lunga.
    Durò pochissimo, ma un gran sorrisone tinse i lineamenti dell'irlandese. Sentiva che era lei. Una bacchetta atipica lo aveva scelto e salutato con quel vento ricco di promesse. Una bacchetta diversa da molte altre, una bacchetta che lo avrebbe accompagnato verso una vita di scoperte ed emozioni. Lui voleva quella, non gli importava cosa ne avrebbe pensato il vecchio.
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    Garrik Olivander
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    Olivader era esperto di bacchette, ma come detto ciò rendeva inevitabilmente esperti in bambini. Non quanto avrebbe dovuto, più di quanto avrebbe voluto, ma quello era il suo stile di vita e oggettivamente sapeva che tutto il fastidio provocato da quei piccoli maghi - specialmente se privi di genitori - sarebbe stato ampiamente ripagato dalla soddisfazione di aver trovato per una sua creazione un'anima gemella.
    Perché sì, per quanto gentile, il focus dell'artigiano erano e restavano le sue creazioni, non certo i cuccioli d'uomo.
    Come molti altri, nonostante le gentili parole dell'uomo, Samuel si rattristò: Garrik aveva cercato di fargli vedere il bicchiere mezzo pieno, di rassicurarlo, ma purtroppo non era servito a molto. Non comprese quanto il piccolo trovò bella quella bacchetta, perfetta con lui, e di conseguenza non ne comprese neanche il lutto, pensando ad una più generica paura di essere nel posto sbagliato, ma ciò non di meno riuscì a placarlo e farlo sorridere.
    Gli sorrise in risposta, poi tornò alle proprie elucubrazioni, cercando di comprendere quale lunghezza e quale nucleo si potesse sposar meglio con il giovane, giungendo ad una conclusione alquanto atipica, ma che comunque volle perseguire, finendo coll'offrire al giovane una bacchetta con un nucleo che lui maneggiava poco, per scelta e per etica.
    L'uomo pose con solennità la bacchetta all'impaziente bambino, ridacchiando quando egli rimase stupito di quella particolare foggia "Oh beh, non so se una sirena ti sceglierà mai come amico" propose lui con sguardo gentile "Ma oggi possiamo cominciare da un suo capello: coraggio, sii delicato e vediamo cosa succede. Le sirene sono molto belle, ma vanno trattate con grazia e cavalleria, ricordalo!" chiarì lui un po' pomposo, gettando sul ragazzo una serie di luoghi comuni imbarazzanti, un po' perché ci credeva (essendo del duemila avanticristo) e un po' perché voleva fare il simpatico.
    Annuì brevemente col capo quando il giovane Samuel non attentò di nuovo alla sua testa, puntando su un bersaglio più sacrificabile come il vaso. L'artigiano si posò le mani in grembo ed osservò la bacchetta, il gesto del ragazzo e cosa avvenne subito dopo 'Oh beh, l'ha trattata come una vera signora' pensò lui, aggrottando poi lievemente la fronte quando notò uno strano agire intorno al ragazzo.
    Fece qualche passo avanti, estraendo con discrezione la propria compagna di vita, per sincerarsi che non vi fossero pericoli per il giovane, fermandosi non appena sentì l'odore di salsedine 'Oh beh, immagino che per una sirena voglia dire che va bene...' pensò lui, lasciando scivolare nuovamente il suo stecco nella guaina e applaudendo poi un poco.
    "Beh, che dire, signorino: abbiamo trovato la sua bacchetta!" confermò lui, prendendo il catalizzatore dalla mano del giovane e riponendolo poi con delicatezza nella scatola "Perdonami se vi separo ancora, ma come saprai fino ad Hogwarts non ti sarà permesso usare la magia" fece notare lui, posando poi la confezione sul bancone del negozio.
    "Sarebbero 50 Galeoni, sempre che tu non voglia acquistare anche un fodero, ovviamente..." propose l'anziano, lanciando poi uno sguardo oltre la porta, chiedendosi se forse non fosse il caso di chiamare chi avesse un portafogli.
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    Samuel Black
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    Era al settimo cielo. Una sirena l'aveva scelto!
    Si era quasi dimenticato della precisazione di poco prima, detta dal vecchio signore, che gli aveva fatto prendere tra le mani quello strumento con un sorriso.
    "Le sirene sono molto belle, ma vanno trattate con grazia e cavalleria, ricordalo!" Samuel lo aveva preso in parola ed aveva mosso con estrema grazia la bacchetta e quella parve aver gradito.
    Si era espressa, lo aveva abbracciato con quel odore di salsedine che lui amava tanto e che gli ricordava casa. - Sono stato scelto da una sirena! - I bambini a volte sanno essere testardi rispetto a quello che vogliono credere.
    Il volto però mutò in una forma tra il dispiaciuto ed il seccato quando la bacchetta gli fu sfilata dalle mani per poi esser riposta dentro una scatolina. Voleva usarla subito. Iniziare immediatamente a sperimentare la cosa più nuova e straordinaria che gli fosse mai capitato di conoscere: la magia.
    Tuttavia doveva aspettare.
    Questo momento di stasi rassegnata fu rotto da altre parole dell'uomo dalla chioma argentata. Doveva pagare.
    - Aspetti un attimo - Il tono gli scivolò un po' seccato, ma non ce l'aveva con l'uomo. Sotto sotto capiva.
    - Papà papà! - In un attimo corse fuori spalancò la porta senza riguardo e saltò verso il padre che lo attendeva con un sorriso.
    - Mi ha scelto una sirena! - Il padre lo sollevo in braccio - Ma è stupendo! -
    Gli fece fare un giro e poi lo riappoggiò a terra - Me la vuoi presentare? - Senza farselo ripetere due volte il ragazzino annuì prese la mano del padre e lo condusse all'interno.
    - Signor Olivander - Samuel Gregory Black si tolse il cappello e scucì all'anziano un sorriso rispettoso, era da un secolo che non lo vedeva. Da un secolo che non metteva piede nel mondo magico in generale.
    Il piccolo Sam lo tirò verso la bacchetta che Olivander teneva per le mani. - Eccola è lì. Il signore ha detto che sono 50 galeoni -
    Era praticamente tutto quello che era rimasto nelle tasche del mezzosangue. Da troppo non guadagnava soldi del mondo magico e non vi si era nemmeno soffermato abbastanza in quella vita così particolare. - Perfetto - la mano sgusciò nel taschino e ne estrasse 50 Galeoni. - Ecco a lei signor Olivander - L'uomo passò al negoziante quando dovuto e prese la scatolina contenente la futura compagna del figlio. - Papà. Il signore aveva parlato anche di un fodero... - Gli occhi da gatto con gli stivali ben puntati in quelli bruni del padre il quale rispose arruffandogli i capelli [color=red- Verrai tu stesso a prenderlo quando sarai più grande caro il mio maghetto. Ora vieni. - [/color]prese per mano il giovane - Arrivederci, ed ancora una volta grazie signor Olivander - il futuro insegnante di alchimia ringraziò anche lui il vecchio venditore e poi insieme al suo babbo si rituffò a Diagon Alley
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    Garrik Olivander
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    Non era mai piacevole strappare una bacchetta d'in mano ad un maghetto, né per il bambino, né per l'artigiano. Garrik soleva farlo col massimo rispetto e la massima delicatezza, conscio di come fosse quasi un trauma, ma altrettanto cosciente del fatto che ciò fosse indispensabile: i minori non potevano eseguire magie se non ad Hogwarts e chiedere ad un undicenne di tenere in mano una bacchetta (magari senza manco aver acquistato un fodero nel quale riporla) senza agitarla o tentare di emulare i genitori con qualche formula era semplicemente troppo.
    Nel senso, Blake Barnes, decine di anni dopo avrebbe tentato di Emulare, a 17 anni, Lancelot Olwen: si poteva pretendere davvero che gli undicenni potessero essere più maturi? E, anche volendo, chi diamine si sarebbe mai fidato di un Blake undicenne, sedicenne, ventenne o trentenne?
    Ecco, quindi, a dirla tutta, Olivander compieva un male necessario, per il benessere del mondo e del bambino stesso.
    Il giovane quindi reagì come lui si aspettava, dispiaciuto, ma non si oppose, caracollando invece fuori per chiamare i genitori perché espletassero la loro principale funzione da quel giorno in poi: cacciare i soldi.
    Lo sentì urlare di essere stato scelto da una sirena, cosa che lo fece lievemente sbuffare, anche se la risposta del padre, chiaramente ironica, lo fece sorridere, specialmente quando il piccolo, rientrando, di fatto presentò lui "Temo di non essere la sirena che ha scelto vostro figlio, ma sono sicuro che a casa avrete modo di conoscere meglio la bacchetta" propose lui annuendo poi quando il piccolo Samuel prese il suo posto nel contrattare il prezzo, cercando anche di vendere al padre un fodero 'Oh beh, se continua così lo prendo come assistente' pensò lui, declinando poi la sua stessa idea scherzosa quando fallì nell'intento di vedere anche il fodero.
    Annuì all'uomo, comprendendo nonostante tutto il perché di quella scelta, prediligendo che in effetti il bambino tenesse la bacchetta nella scatola, o comunque in luoghi più sicuri e distanti del fianco, ove potesse più agilmente farne abusi dettati dalla rabbia, o comunque dall'impulsività.
    "E' il mio lavoro, ed è sempre bello far incontrare ad un aspirante mago la sua compagna per la vita. Arrivederci ad entrambi" concluse lui, osservando la famiglia uscire, nel mentre lui, con gentilezza, tornava a quello strano mobile, che andò poi a chiudere a chiave "Scelto da un sirena" boffonchiò un po' lui, scotendo la testa "La bacchetta lo ha scelto, mica la sirena: per questo preferisco le fenici, gli unicorni e i draghi. Nessuno pensa di essere scelto da loro" si lamentò lui, un po' scherzosamente, tornando poi al bancone, curioso di scoprire se quel giorno altri sarebbero venuti per degli acquisti.
    RevelioGDR
     
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