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.₪ Lucas Jughead Jones« IN UN MONDO QUALUNQUE »In realtà lui non era un tipo a cui piaceva invitare le ragazze fuori, ma da quella volta in cui aveva aiutato Emma col compito di Alchimia, non gli sembrava una cattiva idea rompere un po' gli schemi. Alla fin dei conti, non parlava con altri che con Blake ultimamente e per quanto gli mancasse la presenza di Jessica, non aveva intenzione di scriverle, nemmeno per sbaglio.
Non sapeva nemmeno perché aveva mandato quel messaggio a Emma, quella sera, tra l'altro poteva andare a bussare alla sua porta, se proprio voleva parlare con lei. Ed invece aveva optato per fare il moderno e scriverle sulla chat.
Maledetto Blake che aveva regalato quell'apparecchio.
Era ormai arrivato sulla distesa d'erba del lago e al suo fianco c'era Zeus, il suo gatto bengalese.
«Non guardarmi così, Zeus. Non so nemmeno io perché sto facendo tutto questo. E' una primina, avrà bisogno di ambientarsi, no? Volevo solo rendermi utile.» il gatto sollevò lo sguardo, per miagolare contrariato, quindi svanì correndo nell'erba.
Lucas non si preoccupò, sapeva dov'era diretto: l'albero in riva al lago.
E fu lì che si diresse anche l'Ametrin, poggiandosi con la schiena al tronco dell'albero e ridendo fra sé, mentre lasciava scivolare la borsa nera, incantata dove aveva messo la refurtiva.
«Cerca di essere socievole e non fare l'antipatico, Zeus. Se ti comporti bene, ti lascio un po' di torta alla fragola che ti piace tanto. Ti tengo d'occhio.»
Quindi prese il telefono e mandò un messaggio alla ragazzinaLucasLa refurtiva è arrivata al lago.
Albero vicino alla riva, quello più decentrato.
Ovvio, a lui non piaceva stare al centro dell'attenzione, e quello era il suo albero. Non ci andava dal giorno in cui Liz fu rapita, rompere queste catene era diventato ormai un gioco divertente e questa era una delle ultime che non aveva ancora toccato per niente.
Ci sarebbe riuscito?code © psiche. -
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.₪ Lucas Jughead Jones« IN UN MONDO QUALUNQUE »Quando Emma arrivò, Lucas si voltò a guardarla. Le sorrise appena e inclinò il capo sulla destra «Come siamo carine, stellina... ti sei proprio meritata tutti i dolci che ho preso!» sì, quello era il suo modo di dirle ciao, poi si spostò verso il basso ad osservare la palla di pelo che aveva portato con sé.
Si calò sulle ginocchia e allungò una mano in sua direzione, senza invadere il suo territorio, lasciando che fosse il cane a decidere quando e come avvicinarsi «Sei proprio carino, come la tua padrona...» disse verso l'animale, con un sorriso ironico sul volto e sbirciando appena verso l'alto il viso della compagna.
In quel momento tra le gambe di Lucas, apparve una testolina leopardata, un piccolo leopardo in miniatura, che con i suoi occhi chiari, come quelli del padrone ma con tonalità sul verde, guardava il cane e la ragazza, alternandosi.
«Eccoti qua, piccolo sacchetto di pulci.» il tono era amorevole, quello di Lucas verso il micio. Lo prese per la colletta e lo sollevò, per spingerlo sulla sua spalla. Il gatto si strusciò appena miagolando «Vai a presentarti, piccolo. Fai il bravo signorino...» erano faccia a faccia, o meglio naso a naso e Zeus, prima di saltare giù, gli diete un buffetto col musetto.
Poi, con passo felpato, tenendosi a distanza da Mirtillo, un po' titubante, andò verso Emma e si sedette davanti a lei, guardandola.
«Non si fida molto dei cani, ma dagli un po' di tempo per prendere confidenza e sono certo che faranno amicizia.» sorrise, tornando a dedicare le sue attenzioni a Emma. Lucas la osserva e più la guardava, più sentiva che c'era qualcosa di magnetico in quello sguardo, ma non capiva esattamente cosa fosse «Allora? Vuoi far merenda, stellina?» la punzecchiò appena, quindi aprì la borsa e caccio un paio di dolcetti, sedendosi a terra «Puoi sederti anche tu, prometto di non mordere.» non riusciva a non prenderla in giro. Sistemò un po' di refurtiva in giro per la tovaglia, quindi si mise comodo poggiato con la schiena al tronco «Da cosa vuoi iniziare?» domandò sollevando un sopracciglio.code © psiche. -
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.₪ Lucas Jughead Jones« IN UN MONDO QUALUNQUE »Quella ragazzina era un misto di sensualità e infantilità che creava una combo pazzesca.
Rise alle sue parole, quindi e sollevò un sopracciglio «Questa è tutto da vedere, stellina...» voleva punzecchiarla un po' sul fatto di meritarsi o meno quei dolci che aveva rubato per lei, quindi poi si dedicò al suo cagnolino.
Appena il cane si avvicinò e gli diede l'ok, Lucas iniziò a carezzarlo, affondando la mano nei riccioli di Mirtillo. «E va bene, la smetto... » una cantilena canzonatoria, quindi, la sua, mentre si sollevava e guardava Zeus strusciarsi tra le gambe di Emma «Penso che tu gli piaccia.» lo guardò perplesso, come se fosse la prima volta che lo vedeva in quelle condizioni.
Poco dopo, Zeus perse interesse per la ragazza e iniziò ad avvicinarsi piano a Mirtillo, miagolando in sua direzione «Ecco, ora inizia a lamentarsi... vai, Zeus, puoi farcela a farti un amico.» lo prese in giro e il gatto si buttò a terra, a pancia all'aria, proprio davanti al cane «Oh. Ottimo inizio. Ma veniamo a noi... merenda!» rise alla sua indecisione, quindi per poi scrollare la testa e sospirare, mentre si allungava verso un pasticcino al cioccolato «Mentre tu decidi, io mangio tutto, sappilo...» la spronò, mangiando in un sol boccone quella delizia.
Quando si sentì chiamare Lulu, sgranò gli occhi, poi rise e ... di nuovo sgranò gli occhi «Beh, sai già tanto di me, no? Scrivo, leggo, odio studiare, ho sempre sonno e fame. C'è qualcosa che vuoi sapere, stellina? Sembri... curiosa di conoscermi, eh...» le fece un occhiolino, quindi, mentre tratteneva un'altra risata «Ed invece, Emma Lewis, chi è? A parte un cricetino che interrompe il sonno di uno studente più grande per fare un compito di alchimia?» la guardò con fare indispettito quindi proseguì «Cosa ti piace fare? Quali sono i tuoi hobby... dai, raccontami di te.» sì, era curioso di conoscere quella biondina.code © psiche. -
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.₪ Lucas Jughead Jones« IN UN MONDO QUALUNQUE »Mentre gli animaletti facevano amicizia, Lucas ed Emma si accingevano a prelevare quella refurtiva che il ragazzo si era procurato illegalmente saccheggiando gli elfi.
Rise quando la pancia di Emma iniziò a brontolare, rideva di ogni sua caratteristica che la posizionava tra il sexy e l'infantile, forse per questo continuava a studiarla in ogni sua espressione.
Addentò un secondo dolcetto, quindi mentre lei prendeva appena il primo «Anche io so cucinare una meraviglia, a dire il vero!» puntualizzò sul complimento fatto agli elfi, come se fosse appena entrato in competizione con quegli esserini.
Alzò un sopracciglio quando iniziò a parlare «Oh beh, sicuramente tu me l'hai data...» la punzecchiò, come se alludesse a qualcosa che la ragazza non poteva ben capire «... ma non come credi tu...» puntualizzò poco dopo, ridendo per averla stuzzicata ancora un pochetto.
Adorava vederla arrossire e si divertiva a scoprire fino a che gradazione di rosso poteva farla arrivare.
Ascoltò quella breve sintesi della sua vita, quindi sospirò appena «Quindi sai parlare il francese? Dai, fammi sentire!» incalzò curioso.
Prese un terzo dolcetto e dopo averlo buttato giù, si lasciò cadere con la schiena a terra a guardare il cielo «Oh, ma quante cose sai fare! Sei davvero una tipetta interessante, sai?» la guardò con la coda dell'occhio e quel sorriso di sbiego, quindi incalzò ancora «Netflix è una santa cosa, io vivo tra i libri, quindi altro punto per te, signorina Lewis e... no, non ho mai visto un film disney, quindi non so di cosa si parla.» diciamo che la sua infanzia non era stata delle migliori, era vissuto con un nonno che voleva crescerlo come un futuro Padrino «Quindi i tuoi sono in Francia?» domandò curioso, volgendosi poi su un fianco per osservarla meglio.
Era la prima volta che conosceva qualcuno in quel modo, che si interessasse davvero a conoscere la vita di una persona dalle sue parole. Così facevano le persone normali, no?code © psiche. -
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.UN RAGAZZO SOGNA SEMPRE DI ESSERE IN UN GRUPPO, ROCK: TUTTO È PIÙ GRANDE DELLA REALTÀ.Tra le tante cose che non aveva mai fatto in quell'Accademia, il picnic era tra queste. La compagnia glielo aveva permesso, ispirandolo in un incontro d'altri tempi che probabilmente non aveva mai pensato potesse essere così interessante. Le aveva confessato la sua bravura in cucina, seppur comprendeva solo cose elementari come appunto qualche dolce semplice. E poi, aveva imparato a cucinare quasi per sopravvivenza, visto che non aveva intenzione di vivere con i suoi nonni e dipendere da loro «Bene, allora un weekend ti porto da me a Londra, mentre tu sguazzi nella piscina, io ti preparo i miei piatti migliori.» una proposta alquanto strana, la sua, ma era pur sempre un invito ad andare da lui, che forse l'era uscito così spontaneo che non se n'era nemmeno accorto. Osservò quel broncio improvviso e scrollò le spalle «Tranquilla, ti lascio tutti i dolci che desideri.» la canzonò appena, sollevando gli occhi al cielo con un sorriso pacato.
La rivelazione francese fu un colpo troppo basso, per Lucas. Insomma, era carina, sapeva parlare francese. Il sogno di ogni uomo sulla faccia della terra e lei non voleva concederglielo «Ma come! Io ti ho portato questi dolci, ti ho promesso che cucino per te e non vuoi dirmi niente in francese? Sei davvero crudele...» fece la faccia affranta e disperata, da cane bastonato. Annuì a quelle parole, poi confessandole una cosa curiosa che nessuno aveva ancora saputo di Lucas «L'italiano. La nonna è italiana.» ma tu guarda, mafia e Italia che ancora una volta si incrociano, un cliché.
La guardò mordicchiare la crosta e quasi soffocò per non ridere «Avevo proprio ragione l'altra mattina... sei un criceto. Un bellissimo criceto biondo.»
La porzione di cielo che stava guardando, in breve si coprì con il volto della ragazza. Lucas sgranò gli occhi, quasi rimanendo senza fiato dalla bellezza che stava vedendo in lei «A volte lo sono anche di più, a dire il vero.» si spostò sul fianco, rimanendo sdraiato e piegò il braccio per reggere la sua stessa testa, ascoltando la ragazzina «Oddio, una maratona di film Disney? Dovrai essere davvero persuasiva per convincermi, ma ti lascio uno spiraglio di speranza che possa accadere.» rise, buttandosi indietro, tornando a guardare il cielo, con le braccia dietro la nuca. Era chiaro che il tasto famiglia era dolente per lei, quanto per lui. Alla sua domanda, infatti, Lucas si accigliò e rimase in silenzio per un po'. «La mia famiglia... » non poteva dirle la verità, sarebbe scappata subito... «Una catena di alberghi. Ecco sì, sono albergatori e quindi... girano per varie città, per affari.» inventò quello che più era credibile, senza entrare nello specifico. Quindi si tirò su e guardò la ragazzna «Signorina, mangia un altro dolcetto, che dobbiamo andare a lezione. Abbiamo Ensor tra...» guardò l'orologio «...quindici minuti esatti. Tu avviati, non fare tardi, io sistemo e tutto e vengo a lezione!» la salutò rubandole un bacio sulla testa e prese a raccattare tutto. Sarebbe arrivato a lezione in ritardo, ma n'era valsa la pena.©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale..