Un picnic innocente

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    Lucas Jughead Jones
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    In realtà lui non era un tipo a cui piaceva invitare le ragazze fuori, ma da quella volta in cui aveva aiutato Emma col compito di Alchimia, non gli sembrava una cattiva idea rompere un po' gli schemi. Alla fin dei conti, non parlava con altri che con Blake ultimamente e per quanto gli mancasse la presenza di Jessica, non aveva intenzione di scriverle, nemmeno per sbaglio.
    Non sapeva nemmeno perché aveva mandato quel messaggio a Emma, quella sera, tra l'altro poteva andare a bussare alla sua porta, se proprio voleva parlare con lei. Ed invece aveva optato per fare il moderno e scriverle sulla chat.
    Maledetto Blake che aveva regalato quell'apparecchio.
    Era ormai arrivato sulla distesa d'erba del lago e al suo fianco c'era Zeus, il suo gatto bengalese.
    «Non guardarmi così, Zeus. Non so nemmeno io perché sto facendo tutto questo. E' una primina, avrà bisogno di ambientarsi, no? Volevo solo rendermi utile.» il gatto sollevò lo sguardo, per miagolare contrariato, quindi svanì correndo nell'erba.
    Lucas non si preoccupò, sapeva dov'era diretto: l'albero in riva al lago.
    E fu lì che si diresse anche l'Ametrin, poggiandosi con la schiena al tronco dell'albero e ridendo fra sé, mentre lasciava scivolare la borsa nera, incantata dove aveva messo la refurtiva.
    «Cerca di essere socievole e non fare l'antipatico, Zeus. Se ti comporti bene, ti lascio un po' di torta alla fragola che ti piace tanto. Ti tengo d'occhio.»
    Quindi prese il telefono e mandò un messaggio alla ragazzina

    LucasLa refurtiva è arrivata al lago.
    Albero vicino alla riva, quello più decentrato.



    Ovvio, a lui non piaceva stare al centro dell'attenzione, e quello era il suo albero. Non ci andava dal giorno in cui Liz fu rapita, rompere queste catene era diventato ormai un gioco divertente e questa era una delle ultime che non aveva ancora toccato per niente.
    Ci sarebbe riuscito?
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    Emma Lewis | Ametrin
    La sera prima si era davvero accordata con un ragazzo per uscire? Sì, lo aveva fatto. Emma ancora non ci potesse credere che qualcuno l'avesse invitata da qualche parte. Era abituata a passare la sua giornata chiusa in stanza, dopo le lezioni, a leggere un buon libro o a guardare qualche serie su netflix... di certo non aveva preso in considerazione l'idea di uscire!
    E adesso cosa cavolo mi metto? esclamò, in direzione di Mirtillo. Non guardarmi così, lo so che non è un appuntamento! Smettila di giudicarmi! Insomma, aiutami! gli disse, come se potesse realmente capirla e avere una conversazione con lei. Oh, va bene mi arrangio!
    La biondina aprì l'armadio, cercando qualcosa di decente che non la facesse sembrare una barbona. Alla fine optò per una salopette bianca, sotto la quale mise una maglietta a righe che le arrivava fino all'ombelico. Si mise un paio di scarpe sportive bianche, per abbinarle al resto, poi si sistemò i capelli, arricciandoli sulle punte. Finito tutto, si guardò allo specchio. Stava bene? Boh! Forse? Insomma, non era così male. Beh, magari ti abbiamo trovato un amico eh, Mirtillo? gli chiese ancora, sorridendo e abbassando ad accarezzargli il pelo marrone. Hai bisogno di una spazzolata, sai cosa ti dico? Scrivo a Lucas che non posso andare e resto qui con te, che ne dici? Si sedette a terra a gambe incrociate e il barboncino si accoccolò tra di esse. Ci mancava poco che si mettesse a miagolare e fare le fusa come un gattino!
    Emma sorrise e prese il telefono, aprì la chat di Lucas e lasciò per diversi secondi che le sue iridi chiare scorressero sui messaggi che si erano mandati precedentemente, la sera prima. No, non poteva bidonarlo, non quando mancava così poco all'incontro! E proprio in quel momento, gli arrivò un messaggio del ragazzo. No. Con che coraggio gli avrebbe dato buca? E poi la foto di tutto quel cibo era così invitante!
    Sorrise ancora e ripose nuovamente il cellulare in tasca, prima di alzarsi seppur Mirtillo fosse parecchio contrariato. Su, dai pigrone! Andiamo!
    Si diresse verso l'uscita del dormitorio e poi della sala comune con a seguito il cane. Si fece coraggio e, passo dopo passo, uscì fino ad arrivare proprio al lago. Dunque... un albero decentrato vicino alla riva, okay... mosse le sue iridi di ghiaccio a destra e a sinistra prima di individuare un ragazzo moro seduto contro l'albero. Era senza dubbio Lucas. Lo si riconosceva anche dal cappellino che portava ogni minuto della sua vita. Chissà se ci dormiva anche? Ad ogni modo, accelerò il passo e quando lui fu a portata di voce, lo salutò.
    Ciao Lucas! Eccoci! esclamò, arrossendo come sempre, riferendosi ovviamente a lei e al suo cane.
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    Lucas Jughead Jones
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    Quando Emma arrivò, Lucas si voltò a guardarla. Le sorrise appena e inclinò il capo sulla destra «Come siamo carine, stellina... ti sei proprio meritata tutti i dolci che ho preso!» sì, quello era il suo modo di dirle ciao, poi si spostò verso il basso ad osservare la palla di pelo che aveva portato con sé.
    Si calò sulle ginocchia e allungò una mano in sua direzione, senza invadere il suo territorio, lasciando che fosse il cane a decidere quando e come avvicinarsi «Sei proprio carino, come la tua padrona...» disse verso l'animale, con un sorriso ironico sul volto e sbirciando appena verso l'alto il viso della compagna.
    In quel momento tra le gambe di Lucas, apparve una testolina leopardata, un piccolo leopardo in miniatura, che con i suoi occhi chiari, come quelli del padrone ma con tonalità sul verde, guardava il cane e la ragazza, alternandosi.
    «Eccoti qua, piccolo sacchetto di pulci.» il tono era amorevole, quello di Lucas verso il micio. Lo prese per la colletta e lo sollevò, per spingerlo sulla sua spalla. Il gatto si strusciò appena miagolando «Vai a presentarti, piccolo. Fai il bravo signorino...» erano faccia a faccia, o meglio naso a naso e Zeus, prima di saltare giù, gli diete un buffetto col musetto.
    Poi, con passo felpato, tenendosi a distanza da Mirtillo, un po' titubante, andò verso Emma e si sedette davanti a lei, guardandola.
    «Non si fida molto dei cani, ma dagli un po' di tempo per prendere confidenza e sono certo che faranno amicizia.» sorrise, tornando a dedicare le sue attenzioni a Emma. Lucas la osserva e più la guardava, più sentiva che c'era qualcosa di magnetico in quello sguardo, ma non capiva esattamente cosa fosse «Allora? Vuoi far merenda, stellina?» la punzecchiò appena, quindi aprì la borsa e caccio un paio di dolcetti, sedendosi a terra «Puoi sederti anche tu, prometto di non mordere.» non riusciva a non prenderla in giro. Sistemò un po' di refurtiva in giro per la tovaglia, quindi si mise comodo poggiato con la schiena al tronco «Da cosa vuoi iniziare?» domandò sollevando un sopracciglio.
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    Emma Lewis | Ametrin
    Si soffermò un secondo sulle sue iridi chiare, prima di sorridere lievemente imbarazzata. Ehi.. mormorò, non sapendo esattamente cosa aggiungere, ma non poteva di certo fare scena muta. Io mi merito sempre i dolci aggiunse quindi, ostentando una spavalderia che non possedeva nemmeno per sbaglio. E non sono carina aggiunse, avvicinandosi di qualche altro passo, fino a piazzarsi di fronte a lui.
    Osservò con un sorriso dolce Mirtillo che si avvicinava cauto alla mano del moro, annusandola e, probabilmente, chiedendosi se potesse fidarsi di lui. Ma, sotto sotto, il barboncino era un tenerone e non diceva mai di no a qualche coccola gratis.
    Smettila! protestò, dopo l'ennesima volta che lui disse che era carina. Ma non era arrabbiata o offesa, anzi, era lusingata ed era sicura di essere arrossita. Nessuno le aveva mai fatto così tanti complimenti in cinque minuti, nemmeno i suoi genitori. Improvvisamente, tra le gambe del moro spuntò un musetto tenerissimo di un gatto leopardato. Ma è bellissimo! Esclamò, concentrandosi sugli occhi verde chiaro simili a quelli di Lucas. Erano entrambi spettacolari.
    Lo osservò mentre gli zampettava su. Erano proprio adorabili! Quasi si spaventò quando Zeus saltò giù. Non per altro, ma non se lo aspettava. Quando si sedette davanti a lei, Emma si accucciò. Ehi, bel micino sussurrò, allungando anche lei la mano verso l'animale dell'altro, sperando di poterlo accarezzare senza beccarsi le sue unghie piantate sulla mano o sul braccio.
    Oh sì, diventeranno ottimi amici! Approvò Emma. Mirtillo è un gran coccolone, ma a chi non verrebbe voglia di coccolare questa palla di pelo? chiese la bionda retoricamente, allungando la mano libera verso il pelo marrone e accarezzandolo.
    Certo che voglio far merenda! esclamò. Non si scherza sulla merenda aggiunse, sedendosi con un sorrisetto alla sua battuta. Mmm... quei macarons rosa mi ispirano! Mi piace la fragola! Ma anche quei pasticcini laggiù... aaaaah è tutto così tremendamente invitante! quasi protestò, allungando una mano verso il macaron più vicino e portandolo alla bocca, assaporando quel piacevole gusto di fragola. Allora, Lulu? chiese. Quell'appellativo le venne così spontaneo da farla sia sorridere che arrossire. Hai intenzione di continuare a fare il misterioso o mi racconterai qualcosa di te?
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    Lucas Jughead Jones
    « IN UN MONDO QUALUNQUE »
    Quella ragazzina era un misto di sensualità e infantilità che creava una combo pazzesca.
    Rise alle sue parole, quindi e sollevò un sopracciglio «Questa è tutto da vedere, stellina...» voleva punzecchiarla un po' sul fatto di meritarsi o meno quei dolci che aveva rubato per lei, quindi poi si dedicò al suo cagnolino.
    Appena il cane si avvicinò e gli diede l'ok, Lucas iniziò a carezzarlo, affondando la mano nei riccioli di Mirtillo. «E va bene, la smetto... » una cantilena canzonatoria, quindi, la sua, mentre si sollevava e guardava Zeus strusciarsi tra le gambe di Emma «Penso che tu gli piaccia.» lo guardò perplesso, come se fosse la prima volta che lo vedeva in quelle condizioni.
    Poco dopo, Zeus perse interesse per la ragazza e iniziò ad avvicinarsi piano a Mirtillo, miagolando in sua direzione «Ecco, ora inizia a lamentarsi... vai, Zeus, puoi farcela a farti un amico.» lo prese in giro e il gatto si buttò a terra, a pancia all'aria, proprio davanti al cane «Oh. Ottimo inizio. Ma veniamo a noi... merenda!» rise alla sua indecisione, quindi per poi scrollare la testa e sospirare, mentre si allungava verso un pasticcino al cioccolato «Mentre tu decidi, io mangio tutto, sappilo...» la spronò, mangiando in un sol boccone quella delizia.
    Quando si sentì chiamare Lulu, sgranò gli occhi, poi rise e ... di nuovo sgranò gli occhi «Beh, sai già tanto di me, no? Scrivo, leggo, odio studiare, ho sempre sonno e fame. C'è qualcosa che vuoi sapere, stellina? Sembri... curiosa di conoscermi, eh...» le fece un occhiolino, quindi, mentre tratteneva un'altra risata «Ed invece, Emma Lewis, chi è? A parte un cricetino che interrompe il sonno di uno studente più grande per fare un compito di alchimia?» la guardò con fare indispettito quindi proseguì «Cosa ti piace fare? Quali sono i tuoi hobby... dai, raccontami di te.» sì, era curioso di conoscere quella biondina.
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    Emma Lewis | Ametrin
    Non avrebbe mai pensato di accettare e, di conseguenza, trovarsi al lago con un ragazzo che non conosceva quasi per nulla, se non per un pomeriggio passato insieme a studiare e qualche messaggio scambiato a tarda notte. Sorrise. Era diabetica e non poteva esagerare con i dolci, su quello non c'era dubbio, però in pomeriggi come quello, le veniva così facile non pensarci e credere di essere una ragazzina come tante senza alcun tipo di problema. Quindi decise che, almeno per quel giorno, avrebbe chiuso la patologia in un angolino remoto della sua mente e lo avrebbe tirato fuori solo più tardi e giusto per girarsi e rigirarsi nel letto, incolpandosi di aver mangiato troppi dolci. Tipico della bionda. Oh se non me li dai tu, me li prendo da sola annunciò, sorridendo mentre il ragazzo accarezzava il pelo marroncino di Mirtillo. Perché lo aveva chiamato così? Beh, semplice. Era un nome tenero e lei adorava i mirtilli! Erano tipo uno dei suoi frutti preferiti.
    Si abbassò ad accarezzare a sua volta quel gattino insolito con degli occhi bellissimi. Sei davvero bello, Zeus gli sussurrò. Forse lo aveva già detto, ma glielo avrebbe ripetuto.
    Oh sì, speriamo diventino amici, dai! commentò, guardando i due animali avvicinarsi e studiarsi. Mirtillo aveva la tipica espressione ebete che lo caratterizzava.
    Oh ma che carino! Esclamò la bionda, vedendo il gatto a pancia in su. Avrebbe passato tutto il pomeriggio a coccolarlo, ma effettivamente sentiva un certo languorino. Sì, merenda! Il mio pancino brontola comunicò, appoggiando la mano destra su di esso. Non osare! Non puoi lasciarmi senza merenda! sbuffò, afferrando appunto uno dei macarons rosa. Non la faceva impazzire quel colore, ma doveva dire che era... delizioso! Gli elfi non si smentiscono mai! Cucinano che è una meraviglia.
    Alle sue parole successive, lo ascoltò attentamente, sbuffando di tanto in tanto. Mettiamo le cose bene in chiaro iniziò, con un sorrisetto. Tu sei solo un pigrone e avevi bisogno di una bella svegliata commentò, prima di arrossire. ANCORA. Ebbene sì, un secondo prima si sentiva audace, il secondo dopo si imbarazzava per ciò che aveva detto.
    Comunque non c'è molto da dire su di me! faceva la modesta, ma in realtà le piaceva sì ascoltare, ma le piaceva anche molto parlare di sé stessa, anche se alcuni dettagli li avrebbe evitati visto che si conoscevano da poco.
    Ho frequentato Beauxbatons, in Francia, dove ho vissuto da poco dopo la nascita. Ho un fratello più grande e... un cane! Sorrise Suono il piano e la batteria, amo gli sport ma amo anche stare a casa a guardare netflix, amo mangiare ma questo già lo sai. Mi sono appassionata di storia fin da piccola, amo leggere sia romanzi che i manga, poi... amo i film disney, la mitologia e specialmente quella greca, cose così... aveva detto più o meno tutto quello che poteva svelare benissimo a chiunque. Aveva omesso dell'adozione, del diabete e così via
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    Lucas Jughead Jones
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    Mentre gli animaletti facevano amicizia, Lucas ed Emma si accingevano a prelevare quella refurtiva che il ragazzo si era procurato illegalmente saccheggiando gli elfi.
    Rise quando la pancia di Emma iniziò a brontolare, rideva di ogni sua caratteristica che la posizionava tra il sexy e l'infantile, forse per questo continuava a studiarla in ogni sua espressione.
    Addentò un secondo dolcetto, quindi mentre lei prendeva appena il primo «Anche io so cucinare una meraviglia, a dire il vero!» puntualizzò sul complimento fatto agli elfi, come se fosse appena entrato in competizione con quegli esserini.
    Alzò un sopracciglio quando iniziò a parlare «Oh beh, sicuramente tu me l'hai data...» la punzecchiò, come se alludesse a qualcosa che la ragazza non poteva ben capire «... ma non come credi tu...» puntualizzò poco dopo, ridendo per averla stuzzicata ancora un pochetto.
    Adorava vederla arrossire e si divertiva a scoprire fino a che gradazione di rosso poteva farla arrivare.
    Ascoltò quella breve sintesi della sua vita, quindi sospirò appena «Quindi sai parlare il francese? Dai, fammi sentire!» incalzò curioso.
    Prese un terzo dolcetto e dopo averlo buttato giù, si lasciò cadere con la schiena a terra a guardare il cielo «Oh, ma quante cose sai fare! Sei davvero una tipetta interessante, sai?» la guardò con la coda dell'occhio e quel sorriso di sbiego, quindi incalzò ancora «Netflix è una santa cosa, io vivo tra i libri, quindi altro punto per te, signorina Lewis e... no, non ho mai visto un film disney, quindi non so di cosa si parla.» diciamo che la sua infanzia non era stata delle migliori, era vissuto con un nonno che voleva crescerlo come un futuro Padrino «Quindi i tuoi sono in Francia?» domandò curioso, volgendosi poi su un fianco per osservarla meglio.
    Era la prima volta che conosceva qualcuno in quel modo, che si interessasse davvero a conoscere la vita di una persona dalle sue parole. Così facevano le persone normali, no?
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    Emma Lewis | Ametrin
    Era piacevole stare lì con lui quel pomeriggio, l'arietta che le scompigliava dolcemente i capelli ma senza essere fastidiosa. Era felice di aver trovato un potenziale amico per Mirtillo e uno per sé; almeno -forse- non avrebbe passato tutti i suoi momenti liberi da sola, anche se di certo non poteva accollarsi a Lucas come se dipendesse esclusivamente da lui, cosa che non era vera... ma... avere un amico, qualcuno con cui poter parlare... era bellissimo, anche se Emma cercava di non abituarsi a quella volubile condizione: sarebbe potuto tutto cambiare da un momento all'altro, com'era successo fin troppe volte nel corso della sua non troppo lunga vita.
    Alzò lo sguardo verso di lui interrompendo il percorso del macaron a metà tra le sue labbra e la tovaglia. Beh, Lulu... quando mi cucinerai qualcosa, deciderò se crederti! Lo sfidò, portando finalmente il dolcetto alla bocca e gustandoselo con tutta la lentezza umanamente consentita. Era davvero buono e, per quanto amasse i dolci, con la scusa del diabete non poteva mangiarne quanti desiderava. Mise il broncio per qualche secondo, arrabbiata con se stessa e con la patologia, per qualche attimo, prima che il suo viso tornò a distendersi come al solito in un sorriso tenero.
    Le sue successive affermazioni la confusero, non sapeva che cosa stesse parlando. Cosa intendeva lei? Stavano ancora parlando della "bella svegliata"? Scosse il capo, così confusa da colpirsi da sola. Ok, non letteralmente.
    Arrossì e lo guardò storto, tipico di quando non capiva. Si sentiva proprio scema.
    Lucas iniziò, tornando a mettere il broncio. Sì, so parlare il francese. Ma non ti farò sentire assolutamente nulla! Già, troppo timida persino per quello. Non sapeva come dirlo in altri termini, ma si sarebbe sentita esposta ed era l'ultima cosa che la biondina voleva. Tu, Lu? Sai parlare qualche altra lingua oltre all'Inglese? Non dimentichiamoci che i nostri bandi giovani vivono e studiano in Inghilterra, adesso.
    E smettila di mangiare, che mi finisci tutti i dolci protestò, prendendo un muffin al cioccolato con della sospetta glassa rosa. Lo annusò come nemmeno Mirtillo faceva, poi gli diede un morsettino infimo alla parte cioccolatosa, storcendo in fine il naso. Forse sono strana. Ma le fragole mi piacciono, lo yogurt alla fragola -senza pezzi- abbastanza, ma il gelato alla fragola o le glasse, non troppo commentò, mordicchiando avidamente l'area circostante la glassa rosa. A gattoni si avvicinò a lui, che ora era stesso, e lo guardò dall'alto. Ma sei sempre così pigro? gli chiese, sedendosi a gambe incrociate vicino a lui.
    Io amo i libri! Praticamente di tutti i tipi. Fantasy, gialli, storici, thriller, classici... le librerie babbane sono colme di letture interessanti, anche se forse non può sembrare. Fece una pausa. Le piaceva parlare dei suoi interessi. E Lucas Jones, dobbiamo rimediare! Magari un giorno andiamo in sala multimediale e ci facciamo una maratona di film Disney! Sono davvero magnifici disse, ammirata. Se fosse stato possibile, le sue pupille si sarebbero trasformate in due piccole stelle, tipo l'emoji di whatsapp.
    Quando l'argomento toccò la sua famiglia, si rabbuiò appena. Mio padre sì, per lavoro si sposta tra Parigi ed altre cittadine più piccole... mentre io, mio fratello, mia mamma e... il mio padrino, viviamo qui a Londra sbuffò la piccola, mordendosi il labbro. Invece la famiglia dell'oscuro Jones? ridacchiò, sorridendo stavolta.
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    UN RAGAZZO SOGNA SEMPRE DI ESSERE IN UN GRUPPO, ROCK: TUTTO È PIÙ GRANDE DELLA REALTÀ.
    Tra le tante cose che non aveva mai fatto in quell'Accademia, il picnic era tra queste. La compagnia glielo aveva permesso, ispirandolo in un incontro d'altri tempi che probabilmente non aveva mai pensato potesse essere così interessante. Le aveva confessato la sua bravura in cucina, seppur comprendeva solo cose elementari come appunto qualche dolce semplice. E poi, aveva imparato a cucinare quasi per sopravvivenza, visto che non aveva intenzione di vivere con i suoi nonni e dipendere da loro «Bene, allora un weekend ti porto da me a Londra, mentre tu sguazzi nella piscina, io ti preparo i miei piatti migliori.» una proposta alquanto strana, la sua, ma era pur sempre un invito ad andare da lui, che forse l'era uscito così spontaneo che non se n'era nemmeno accorto. Osservò quel broncio improvviso e scrollò le spalle «Tranquilla, ti lascio tutti i dolci che desideri.» la canzonò appena, sollevando gli occhi al cielo con un sorriso pacato.
    La rivelazione francese fu un colpo troppo basso, per Lucas. Insomma, era carina, sapeva parlare francese. Il sogno di ogni uomo sulla faccia della terra e lei non voleva concederglielo «Ma come! Io ti ho portato questi dolci, ti ho promesso che cucino per te e non vuoi dirmi niente in francese? Sei davvero crudele...» fece la faccia affranta e disperata, da cane bastonato. Annuì a quelle parole, poi confessandole una cosa curiosa che nessuno aveva ancora saputo di Lucas «L'italiano. La nonna è italiana.» ma tu guarda, mafia e Italia che ancora una volta si incrociano, un cliché.
    La guardò mordicchiare la crosta e quasi soffocò per non ridere «Avevo proprio ragione l'altra mattina... sei un criceto. Un bellissimo criceto biondo.»
    La porzione di cielo che stava guardando, in breve si coprì con il volto della ragazza. Lucas sgranò gli occhi, quasi rimanendo senza fiato dalla bellezza che stava vedendo in lei «A volte lo sono anche di più, a dire il vero.» si spostò sul fianco, rimanendo sdraiato e piegò il braccio per reggere la sua stessa testa, ascoltando la ragazzina «Oddio, una maratona di film Disney? Dovrai essere davvero persuasiva per convincermi, ma ti lascio uno spiraglio di speranza che possa accadere.» rise, buttandosi indietro, tornando a guardare il cielo, con le braccia dietro la nuca. Era chiaro che il tasto famiglia era dolente per lei, quanto per lui. Alla sua domanda, infatti, Lucas si accigliò e rimase in silenzio per un po'. «La mia famiglia... » non poteva dirle la verità, sarebbe scappata subito... «Una catena di alberghi. Ecco sì, sono albergatori e quindi... girano per varie città, per affari.» inventò quello che più era credibile, senza entrare nello specifico. Quindi si tirò su e guardò la ragazzna «Signorina, mangia un altro dolcetto, che dobbiamo andare a lezione. Abbiamo Ensor tra...» guardò l'orologio «...quindici minuti esatti. Tu avviati, non fare tardi, io sistemo e tutto e vengo a lezione!» la salutò rubandole un bacio sulla testa e prese a raccattare tutto. Sarebbe arrivato a lezione in ritardo, ma n'era valsa la pena.
    ©Scheme Role by Amphetamines' - Vietata la copia anche parziale.
     
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