Confessioni nei cessi

Jess&Lilith

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    Era un tranquillo pomeriggio di fine marzo e Jess, dopo l'ennesima lezione, aveva deciso di fare un salto in bagno, sia perché doveva effettivamente fare pipì, sia perché voleva farsi una passeggiata e staccare un attimo la mente dalle lezioni. Da tutto, in realtà. Quel marzo era stato un totale fiasco. In primis, erano finiti nell'antico Egitto e, per quanto fosse una cosa figa, è stata anche abbastanza spaventosa, per certi versi. Poi, come se non bastasse, Mark l'aveva quasi violentata in un corridoio solo perché aveva difeso Mia, mesi prima... e ultimo ma non per importanza, un ragazzo l'aveva quasi accoltellata perché Charlie, un suo amico, non aveva i soldi da dargli. Però, di contro, Daniele le aveva detto che era innamorato di lei... ed avevano passato un piacevole weekend insieme. Poi, però, era arrivato il messaggio di Lilith dove le diceva del ritardo. Solo che non aveva ancora avuto occasione di parlarle in privato, tra le mille lezioni e i compiti che erano sempre troppi.
    Sospirò mentre raggiungeva il bagno. Entrò e, per fortuna, esso era vuoto. Le porte erano tutte aperte e non c'era nessuno nemmeno ai lavandini, quindi aveva l'imbarazzo della scelta. Entrò sul primo libero che trovò e, prima di fare qualsiasi cosa, chiuse la porta appoggiandosi ad essa. Per la maggior parte della sua giornata, era circondata da persone che le parlavano o che comunque non le davano la possibilità di dare libero sfogo ai suoi pensieri. Prese il cellulare e andò nella galleria dove aveva nascosto -in una cartella protetta da password- una foto di lei e Daniele. Si morse il labbro. Ma quant'era bello? Le mancava davvero davvero tanto e avrebbe voluto tornare a Londra nuovamente per stare tra le sue braccia. Ad ogni modo, mise via il cellulare e fece ciò per cui era andata fin là, ovvero pipì. Una volta finito, uscì posizionandosi davanti ad un lavandino e guardandosi allo specchio. Aveva un aspetto a dir poco pietoso. Dormiva sempre malissimo ed aveva delle occhiaie da record, oltre che i capelli tutti arruffati, dopo ore ed ore di lezione spese a giocarci. Aprì l'acqua lasciando che scorresse sul polso sul quale ancora si poteva intravvedere il livido causatole dalla stretta di Mark. Sbuffò. Che cazzo di problemi avevano tutti, in quella dannata scuola?
    Prese il cellulare, di nuovo, intenzionata a scrivere qualche messaggio. In primis a Daniele, voleva dirgli che gli mancava e se quella sera potevano vedersi, ma poi aveva intenzione di scrivere proprio a Lilith e chiedere anche a lei di vedersi, anche se con uno scopo ben diverso da quello per il quale voleva vedere Daniele.
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
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    Ma che diavolo le stava prendendo da un paio di giorni a questa parte? Era diventata troppo lunatica, fastidiosa e era bianca in volto per tutte le volte che aveva rimesso nei bagni. Sicuramente non c'entrava niente con il suo ritardo, ma con Blake avevano deciso di fare il test per essere sicuri che insomma, non si trattasse di quello che ...
    Scosse il capo e se ne pentì quasi subito, perché la nausea fece su e giù insieme alla sua testa.
    «Forse sono stati i funghi, a pranzo... sì...» cercava di trovare spiegazioni sempre più logiche al fatto che quelle nausee arrivassero anche durante la notte, senza che avesse mangiato niente.
    «La gastroninterite, ecco... sì, potrebbe essere quello»
    Parlava tra sé e sé, facendo su e giù nella sua stanza, dove si era rinchiusa per ripulire la sua divisa.
    Fu proprio in quel momento che arrivò un messaggio di Jessica.
    Prese il magifonino e lo guardò. I bagni, un'ottima scelta visto come andava il suo stomaco, così non avrebbe dovuto fare nemmeno troppa strada per un altro attacco di vomito.
    Si avviò, cercando di affrettare il passo, così da non dover scontrarsi con nessuno, dopo la sua ultima scappata dalla lezione a causa di un attacco di nausea e, non appena arrivata in bagno, chiuse la porta dietro di sé, sospirando di sollievo per essere arrivata sana e salva.
    Riaprì gli occhi e trovò Jessica.
    A grosse falcate arrivò da lei, cercando disperatamente di buttarle le braccia al collo «Jeje, dannazione, non sai che sollievo vederti... abbiamo un problema pazzesco... devi aiutarmi.» si distanziò - se fosse riuscita ad abbracciarla - per guarda un attimo «Ma, mi hai chiamato prima tu, quindi... dimmi, che succede?»

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    Se a luglio le avessero detto che Lilith Clarke l'avrebbe abbracciata, mesi dopo, sarebbe scoppiata a ridergli in faccia. E invece... "solamente" otto mesi dopo, si ritrovavano entrambe nei bagni, entrambe con qualcosa da dire... erano... amiche. La cosa a Jess non dispiaceva nemmeno un po'. Insomma, Blake era il suo migliore amico e Lilith la sua ragazza, avrebbe dovuto imparare ad andarci d'accordo. Cosa che, miracolosamente, era avvenuta. Forse perché l'aveva salvata da un suicidio certo, forse perché Lil aveva capito che Jess non era una minaccia al suo rapporto con il biondo esplosivo, fatto sta che ora era lì, in quei bagni, con le braccia di Lilith attorno al collo. Jessica non si scosto e, anzi, avvolse le braccia attorno al corpo della riccia, abbracciandola. Qualsiasi problema sia, lo affronteremo le comunicò, decisa. Lilith le aveva accennato del ritardo, ma non sapeva se volesse parlarle di quello. E se così fosse stato, beh, chi meglio di Jessica, in quella scuola, avrebbe saputo aiutarla? Senza rivolgersi agli adulti, ovviamente. Sì beh, ci sono parecchie cose che devo dirti disse, scostandosi leggermente da lei per guardarla bene in volto. Da dove posso iniziare? si chiese, anche se lo disse ad alta voce. Beh, avrebbe potuto iniziare dalla cosa più urgente, ovvero sia... Mark ti ha più contattata, per caso? No perché devi stargli alla larga, davvero. Dopo quello che ha tentato di farmi, soprattutto iniziò E prima che tu dica qualsiasi cosa, so bene che sai difenderti da sola, lo pensavo anche io... ma non quando quel bastardo ti coglie alle spalle e quindi non hai modo di contrastare la sua forza. Probabilmente glielo aveva già detto, ma ci teneva a ribadire quelle parole. Però non voleva dirle solo quello. Si scostò i capelli corvini dal viso. Comunque... prese un grosso respiro. Sicuramente Blake ti avrà detto cosa c'è tra me e il prof e, beh... il giorno dopo l'aggressione di Mark, mentre ero a casa sua, mi ha detto che è innamorato di me! Gli occhi della corvina brillavano dalla contentezza, anche se aveva davvero paura che potesse succedere qualcosa che minasse la sua felicità, adesso che così tante persone stavano entrando in modo profondo nella sua vita. E nel mondo in cui vivevano, beh, non era sempre un bene. Ma... Lil tutto bene? Sei pallida... le fece notare, corrucciando lo sguardo, preoccupata.
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    Incontrare Jessica nei bagni sapeva di qualcosa di losco, ma quello era l'unico modo per sfuggire ad un Blake sempre presente in quel periodo così strano per entrambi. Era strano sapere che si stavano abbracciando, ma si sa, le migliori amicizie nascono da una lite, giusto?
    Era strano, per lei, avere realmente un'amica, ma pian piano ci si stava abituando all'idea di avere Jessica nella sua vita. Insomma, faceva bene ad entrambe avere un confidente femminile, no?
    Annuì alle sue parole, come se si fossero appena fatte una promessa solenne, quindi la lasciò parlare.
    Quando parlò di Mark, Lilith storse un attimo il naso. Con il ragazzo in casata era difficile evitarlo realmente «Sì, mi ha chiesto diverse volte di vederci per studiare, ma ho trovato sempre mille scuse per declinare l'invito. E' difficile essendo nella stessa Sala Comune, Jeje...» il suo tono era grave e preoccupato, annui ancora poi, per prendere parola subito dopo «Tu come stai, riguardo questa storia? No, Jessica, non basta sapersi difendere, credimi...» Jessica non sapeva... ancora non era riuscita a dirle cosa fosse successo ad Ottobre, ma forse era arrivato il momento «Jessica, devo dirti una cosa che ancora non sai.» lasciò spazio tra lei e l'Opale, mentre si andava a sedere a terra, vicino al muro. Tirò un respiro profondo e sollevò gli occhi sulla mora «Ricordi quando mi hai trovato con quelle forbici in mano? Beh, sai bene cosa stavo provando a fare e ... ti devo la vita. Ma non ne sai i veri motivi.» grazie ad Aaron, forse ora, riusciva a parlarne un po' di più, ma la difficoltà era sempre presente «Quando... sono stata rapita... ho fatto un mese di prigionia... durante il quale... uno dei rapitori ha abusato di me, ripetutamente...» strinse i pugni poggiati sulle gambe incrociate, gli occhi erano lucidi ma stava cercando di trattenere le lacrime «So cosa puoi aver provato... e sono arrabbiatissima che tu l'abbia provato. Ogni volta che vedo Mark vorrei spaccargli la faccia... davvero.»
    Lasciò che la ragazza assimilasse il colpo poi annui alle sue parole e sgranò gli occhi «Cooooosa?! Dici davvero? Ma quindi ora, cioè, voi state insieme? Con il prof di astronomia? Davvero?!» era contenta per quello che le aveva appena detto, almeno una gioia l'aveva trovata. «Ma come farete a scuola? E poi, conosce Alex? Che ne pensa?» sì, era felice per lei, però doveva dirle una piccola cosa «Jeje, però devi farmi un favore, non farti mai usare da lui, ok? Non permettergli di ferirti in nessun modo... promesso?» le sorrise, calorosamente, prima di avere un conato di vomito che cercò di rimandare indietro, tappandosi la bocca.
    Alla sua domanda, Lil cercò di avere un'espressione tranquilla, seppur schifata in parte «Si vede tanto? Dannazione, ho anche cercato di truccarmi un po'... non lo so Je, ho una nausea fortissima da un paio di giorni. E un ritardo di due settimane, non mi è mai successo...» ecco un'altra bomba, lanciata lì, in quel bagno che se non fosse esploso oggi, non l'avrebbe buttato giù nessuno.

     
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    No, non era pronta a niente di tutto quello. Non era pronta a quelle parole che la colpirono come un pugno. Ma chi sarebbe mai potuto essere pronto ad una cosa del genere?
    Ma andando con ordine... Sì, Jess immaginava quanto fosse difficile per una dioptase evitare un dioptase, ma doveva provarci... sospirò alle sue parole e annuì. Beh continua così, almeno finché non prenderanno provvedimenti. Ma li avrebbero mai presi? Non era proprio sicura, ma confidava ancora nei loro professori. E poi dai, la adoravano tutti, come potevano non aiutarla in un momento come quello? Ad ogni modo, almeno il suo modo di chiamarla, la faceva sorridere. Non ci avrebbe mai creduto, prima di quel giorno.
    Io sto bene, starei meglio se sapessi che quello non gira intorno a te né a nessun'altra ragazza, specialmente Mia, ma... sì, sto bene. Mi sono ripresa abbastanza. Le comunicò. E poi arrivò la mazzata vera e propria, quella che non si sarebbe mai aspettata. La seguì, scivolando lungo il muro che finire seduta accanto a lei. Sì, lo ricordo... e come dimenticarlo? Lilith le avrebbe usate, se Jess non fosse arrivata, e di questo non poteva che esserne felice. Difficilmente al quinto piano e nelle aule in disuso, qualcuno l'avrebbe trovata in tempo. Rabbrividì al solo pensiero. Un uomo aveva abusato di lei. Per un mese intero. E questa... era l'ultima cosa che mai si sarebbe aspettata uscire dalla bocca della giovane. Non disse niente, strinse solo i pugni. Cosa avrebbe potuto dire? Mi dispiace? Nemmeno per idea. Chiuse gli occhi e non parlò per diversi secondi, cercando le parole giuste. Non era una cosa semplice da affrontare... e sperava davvero che lei non l'avesse affrontata da sola. Istintivamente, presa una mano alla riccia, girando il busto verso di lei. Strinse la presa sulla sua mano, se lei glielo avesse permesso, e la guardò. Sono felice che tu abbia deciso di parlarmene disse alla fine. Davvero, era un atto di grandissima fiducia. Cosa ne avrebbe potuto sapere lei, che Jess non sarebbe andato a dirlo in giro? Ovviamente la corvina non lo avrebbe mai fatto, ma Lil di certo non aveva questa garanzia. Quindi sì, aveva avuto davvero coraggio e Jess ne era grata. Però oramai ogni parola era superflua, erano passati mesi e sembrava quasi un'idiozia dirle quelle cose adesso, ma... Per qualsiasi cosa, io ci sono le garantì, accennando un sorriso. Tipo per spaccare la faccia a Mark insieme ridacchiò la corvina, cercando di alleviare la tensione. Non faceva bene a nessuna delle due, non in quel periodo.
    Sì, davvero... e credo di sì, stiamo insieme rispose, allargando il suo sorriso. Sicuramente era la cosa più bella che le fosse mai capitata, insieme alla nascita di Alex, nonostante entrambi questi due eventi le avessero incasinato e non poco la vita. Sorrise ancora alla raffica di domande dell'amica. A dire il vero, capita che io sgattaioli nel suo ufficio la sera dopo che scatta il coprifuoco e che... resti a dormire da lui confessò, arrossendo leggermente. Arrossiva sempre, quando si trattava di lui. E sì, conosce Alex... uno dei prossimi weekend abbiamo deciso di andare in Scozia e verrà anche lui. Non gli ho chiesto esplicitamente cosa ne pensa, onestamente, però... beh, credo che gli piaccia. E ad Alex piace lui. Pensò a qualche settimana prima, quando erano andati a casa del migliore amico di lui e c'era anche Alex.
    Non glielo permetterò, te lo prometto giurò, decisa. Anche se non credo proprio che lo farà, è sempre stato così dolce... anche quando... era appena successo il fatto con Mark e non me la sentivo di far nulla. Non mi ha forzato nemmeno un secondo. Lei ci credeva in quelle parole e sperava che non fosse solo l'illusione di una ragazza innamorata.
    Nemmeno le parole successive se le aspettava, non del tutto. Sapeva solo quello che le aveva accennato su whatsapp. Le balenò alla mente il racconto di poco prima e si chiese se il bambino potesse essere di Blake o... beh, o dell'uomo che l'aveva stuprata. Ma non osò chiederlo, avrebbe solo peggiorato la situazione. Se avesse voluto, glielo avrebbe detto lei. Sì, si vede un po' sorrise quindi Jessica. Ma è il tuo giorno fortunato, non ne sono sicura ma credo di aver già avuto un figlio, posso aiutarti. Si sollevò leggermente in caso dovesse accompagnarla al bagno... o al wc, visto che in bagno già c'erano.
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    Parlare con Jessica ormai stava diventando una cosa così naturale, che Lilith non si limitava a chiederle come andava, o al buongiorno, ma confessava lei anche le sue cose più personali. Era proprio per questo che aveva deciso che Jessica potesse sapere cosa veramente era successo ad Ottobre e cosa le stava succedendo ora. «Guarda, non è facile. Mark è sempre intorno e trova mille scuse per parlarmi, con la mia carica è difficile sottrarmi. Sì, spero che i provvedimenti arrivino il prima possibile.» sorrise quando rispose alla sua domanda, ma adesso era arrivato il momento di confidarle cosa fosse successo.
    Erano sedute a terra, nel bagno, a raccontarsi cose molto difficili di cui parlare, ma loro riuscivano a superare anche quel velo che divide l'amicizia di circostanza, da quella reale e veritiera. Avevano rotto quel muro che le bloccava e le metteva su lati opposti, avevano varcato la soglia, facendo una un passo verso l'altra e si erano incontrate.
    Quando finalmente Lilith sputò il rospo, lasciò a Jessica il tempo di metabolizzare. Se solo era nei Black Opal, sapeva come metabolizzavano male quei tizi, visto che aveva una relazione con uno di loro. Sentì le dita di Jessica afferrarle la mano, quindi la guardò, voltandosi verso di lei, spingendo un po' il bacino a girarsi. «Jeje... lo sapete solo tu e Blake. Nessun altro. Ok? Oh, sì... Aaron, ma perché sono in terapia da lui. Io... è stato orribile, davvero. Era per questo che non parlavo più. Sentivo ancora addosso quello sporco che avevo preso da lui, mi sentivo sbagliata, come se fosse colpa mia. Non ero riuscita a dirgli no, ero completamente spezzata in due...» continuò quella confessione, come se aveva il bisogno di dirle come erano state davvero le cose, poi rise alla sua proposta di spaccare la faccia a Mark «Oh fidati che se mi tocca o tocca te, anche solo con lo sguardo, quell'uomo è morto.» e la sua era una promessa a tutti gli effetti.
    Finalmente si parlava di cose un po' più leggere e la notizia del fidanzamento di Jessica fu un toccasana per Lilith «Maddai, e tu non mi dici niente? Ti copro le spalle quando sono di ronda, promesso!» beh, se poteva aiutare Jessica e la sua storia d'amore, l'avrebbe fatto con molto piacere «Tu, ogni tanto, ricordagli che se ti ferisce, c'è una Clarke pronta a torturarlo nel peggiore dei modi!» rise appena, spingendo la spalla della compagna, con la sua.
    Stavano così bene, che tornare a lezione era veramente uno strazio.
    Ora la confessione di Lilith non era finita e così venne a galla anche quella presunta gravidanza «Non so se sia possibile, Jeje. Io e Blake, diciamo che... ultimamente non ce la passiamo benissimo. Dopo la riserva ci siamo lasciati per... un po' e quando ci siamo ritrovati beh, non è che siamo stati proprio attenti durante la riappacificazione. Insomma, abbiamo fatto sesso non protetto. Lo facciamo sempre, eh. Però ecco, questa volta non abbiamo prestato attenzione a ... beh... lo sai.» si fece tutta rossa, così come ciocche dei suoi capelli ricci. Ah, comunque era imbarazzante «Ah, sì? Hai già avuto un figlio, credi? Ahahah va bene, Jeje, speravo in un tuo aiuto.» alzò appena le spalle «Ti va di andare a comprare il test dopo lezione?» ebbene sì, non sapeva nemmeno com'era fatto un test «Io... non so dove trovarlo e ... come si fa.» sorrise imbarazzata, mordendosi il labbro.

     
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    Il bagno, probabilmente, era al contempo il luogo peggiore ed il luogo migliore dove parlare di certe cose. Sì, avrebbe preferito essere più preparata, magari seduta su un divano con una tazza di tè o qualcosa del genere, ma era andata così e... beh, tutto sommato il bagno non le era andato così tanto male; quasi nessuno ci passava a quell'ora, forse perché il poco tempo tra una lezione ed un'altra, per molti era un deterrente più che sufficiente e comunque ce n'erano altri più vicini alle loro aule.
    Inoltre, davvero, non avrebbe mai voluto ci fosse stato qualcun altro ad udire le loro parole, in particolar modo quelle che la riccia le rivolse.
    Non avrebbe mai voluto sentire quelle parole da una ragazza che, ormai, stava diventando così importante per lei. Non le avrebbe volute sentire da nessuna, eppure da qualcuno che le era vicino... sentiva ribollire il sangue nelle vene, ma non serviva a nessuno la rabbia; ormai erano passati diversi mesi e non c'era più niente che potesse fare. Oh, se lo avesse saputo solo cinque mesi prima, avrebbe ucciso Naga con le sue mani. Come si poteva fare una cosa del genere ad una persona?
    Okay, tranquilla non lo dirò a nessuno fu la sua risposta, anche se con la mente vagò all'uomo che ormai amava e al quale diceva sempre tutto. Ma non era il momento di pensarci, doveva concentrarsi solo sull'amica che aveva vissuto un'esperienza a dir poco agghiacciante. Non poteva immaginare nemmeno lontanamente cosa la prefetta avesse provato, quindi non poteva nemmeno dire di capire la sua paura o il suo dolore... per questo optò per non dire assolutamente nulla, ma solo di stringerle la mano più forte. Cosa avrebbe potuto dirle? "Mi dispiace"? "Non è colpa tua"? No, ormai era passato e tutto ciò che poteva fare, era semplicemente farle capire che lei c'era e che ci sarebbe sempre stata nel bene e nel male. E che modo migliore di farglielo capire se non standole effettivamente vicina? Non sempre servivano parole per esprimere a qualcuno il proprio affetto.
    Non ne dubito! Non sono solita augurare del male alle persone -circa- ma lui se lo merita. Però... dovrebbero espellerlo a breve, se già non è successo. Commentò, pensando al fatto che lo aveva detto a Daniele e lui di sicuro non se ne sarebbe stato buono buono ad aspettare che succedesse ancora. Sospirò.
    Grazie, mi faresti un favore enorme! replicò, prima di ridacchiare alla sua minaccia. Spero non serva mai; ma non credo che mi farà soffrire. Seh, le ultime parole famose. Se avesse saputo cosa sarebbe successo pochi giorni dopo, se avesse saputo che avrebbe trovato in casa di lui -mezza nuda- la sua ex... se ne sarebbe stata zitta.
    Stavano così bene, che tornare a lezione era veramente uno strazio.
    Anche la notizia che ci fosse la possibilità che aspettasse un figlio da Blake, la scioccò un po'. Blake padre? Per quanto lo adorasse... non ce lo vedeva per niente! Anche se era piuttosto certa che amasse davvero Lilith e che, tra tutti i suoi difetti, nell'eventualità che davvero fosse incinta, non l'avrebbe lasciata sola ad affrontare tutto.
    Allora.... beh si trova in farmacia ma... non so se esistono a Denrise! Sennò Skyler ce li ha sicuramente, ma se non vuoi andare da lui per non far sapere dei tuoi dubbi... questo Weekend vado a Londra e potrei comprartene uno, se vuoi fu la sua proposta prima di alzarsi per tornare a lezione, sebbene non ne fosse proprio entusiasta.
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