Se tutte le punizioni fossero così...!

Jess&Daniele

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    Maledizione a tutto quello. La fece alzare prima ancora che lei potesse baciarlo, solamente per sfilarle i jeans e farla risedere su di lui, a cavalcioni. Sorrise a quella visione e le toccò prima l'elastico delle sue mutandine e poi si ritrovò a ridacchiare per quello che disse. Certamente... mi aiuti come hai fatto questa sera... quindi dovresti venire più spesso... Infondo ogni professore può premiare un'alunna a proprio assistente! Aggiunse poi tra un bacio ed un altro e continuandole ad accarezzare quelle coscie che lo mandavano completamente fuori di testa. Sorrise ancora Sentendo le sue labbra sul suo collo e le sue mani sul suo petto. Si morse il labbro godendosi tutte le sue attenzioni e poi ascoltò con altrettanto attenzione le sue parole. Ma alla fine del raccontò la fermò e la guardò seriamente. C'era veramente qualcuno che le voleva fare del male? allora era vero quello che Blake aveva urlato al fratello? Allora era vero che non erano in grado di capire cosa succedesse ai loro studenti in quelle mura. Si morse il labbro e le mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le accarezzò la guancia. Sorrise ancora prima di darle un bacio sulle labbra, questa volta doce e quasi innocente. Hai paura che ti faccia qualcosa? Dimmi il suo nome... ed io prenderò provvedimenti in maniera tale che non possa fare niente ne a te, ne tanto meno alla signorina Freeman! La sua voce era seria e sopratutto preoccupata. Se quel ragazzo aveva fatto una cosa del genere a MIa, ossia violenza sessuale, poteva fare qualcosa anche a Jess o comunque rifarlo alla sua stessa vittima di tempo fa. Avvicinò ancora un pò la ragazza a lui. Non ti farà del male... te lo prometto! Aggiunse baciandola più intensamente, ma era comunque proeccupato e sopratutto non sapeva se Jessica avesse fatto il nome di quel ragazzo. Sperava di si. Infondo se nessuno gli diceva queste cose, come diavolo facevano loro a prendere provvedimenti? Era anche vero che in quel momento il sangue di Daniele stava confluendo in ben altre parti del corpo del cervello, ma comunque era preoccupato e premuroso per davvero nei cofronti delle sue alunne. Jessica in maniera particolare, ma non voleva dire che on si interessava degli altri. Avevano fallito, o comunque tsvano fallendo miseramente con Barnes, non avrebbe permesso a se stesso di fallire anche con altri ragazzi. Andiamo a letto? Sussurrò tra le labbra della ragazza. Avrebbe preso davvero dei provvedimenti. Nessuno poteva farle davvero male... non quando lei aveva comunque, anche se a modo suo, chiesto aiuto. O almeno così Daniele l'aveva letta.
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    Era piuttosto ovvio. Sarebbero finiti ancora a letto insieme. Certo, non poteva negarlo e nemmeno lo voleva fare. Le piaceva terribilmente tutta quella situazione, non sarebbe riuscita a farne a meno. E sperava di non doverlo fare mai.
    Stava per baciarlo quando lui la fece alzare per sfilarle i pantaloni. Ridacchiò e tornò a sedersi su di lui, con le gambe ormai nude posate sulle sue. Quando lui posò la mano sull'elastico delle mutandine, avrebbe voluto che le togliesse, ma non voleva fare le cose in fretta.
    Sarò ben felice di aiutarti qualsiasi volta tu voglia... replicò, guardandolo per qualche secondo prima di concentrarsi sulle sue bellissime e morbide labbra. Hai diritto di rilassarti, dopo le lezioni, no? chiese,infilando le dita tra i suoi ricci e sorridendo. Aveva già detto quanto fosse dannatamente affascinante? Allora posso considerarmi la tua assistente? chiese con un ghigno, andando quindi a concentrarsi sul collo, per poi salire con le labbra sulla mandibola dell'uomo, coperta da quella barba che le faceva il solletico ma che, al contempo, la faceva impazzire. Forse non era il momento adatto, forse il più sbagliato, ma... in un momento di intimità come quello, sentiva di poter dirgli qualsiasi cosa. E poi, quando mai Jessica faceva le cose nei momenti opportuni? Insomma, non aveva baciato Jesse in infermeria dopo che quattro ragazze erano state rapite? Ma ad ogni modo Daniele non era solo il suo... l'uomo con cui andava a letto e di cui era innamorata persa, ma era anche un professore e quindi una persone che aveva l'autorità di cambiare le cose. Certo, io so difendermi benissimo, ma non si sa mai cosa potrebbe succedere... non si sa se possa chiedere anche a dei suoi amici... le persone sono imprevedibili. Esitò un po' prima di dirgli il suo nome. Jess non era la tipa che andava a piagnucolare dagli insegnanti, non lo aveva mai fatto. Non lo aveva mai fatto quando era costantemente presa di mira da frecciatine e battute quand'era incinta, non lo aveva mai fatto nemmeno dopo tutto ciò che era successo con Naga. Infatti l'unico, tra i professori, che sapeva dei suoi incubi era Daniele... e non ne era venuto a conoscenza per vie molto... professionali. Si rilassò tra le sue braccia. Mark, si chiama Mark. È un dioptase del primo anno, il migliore amico di Cameron disse alla fine, decidendosi a svelargli il nome. Ma... non fare nulla, non ora. Chiese lei. Era una richiesta a dir poco assurda, ma lei era sempre stata testarda e voleva risolvere da sola i problemi, anche se sapere che lui ci sarebbe stato, la faceva sentire meglio. Ci conto sussurrò, alla sua promessa. Non era una che credeva molto alle promesse, ma di lui voleva fidarsi. Se si riavvicina, lo aspetterà un brutto quarto d'ora commentò, ridacchiando, un po' per allentare la tensione che lei stessa sentiva dentro. Non era così forte come voleva dimostrare.
    Alla sua richiesta, comunque, non poté che annuire. Aveva troppa voglia di andare a letto. Si alzò dalle sue gambe, per quanto ci stesse bene, lasciando i jeans a terra dov'erano e dirigendosi -senza mollargli la mano- verso la camera. Su quel letto ci aveva dormito un paio di volte, ma la faccenda si era limitata a quello.
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    Ridacchiò per i suoi baci, per il suo muoversi anche incosapevolmente sulle sue ginocchia, per la sua pelle liscia, per il suo odore che lo mandava fuori di testa. Jessica aveva un potere enorme su di lui e la cosa lo affasciava e spaventava nello stesso momento. Il fatto era che tutto quello era a dir poco assurdo. Lui che aveva sempre fatto tutto seguendo le regole, dando il giusto peso alle cose e così via, adesso si sentiva in balia degli ormoni e di una cazzo di adolescente. Serrò le sue mani sul suo sedere. Si... sei la mia... assistente! Perchè dare un'etichetta a quel rapporto già sbagliato di suo era veramente eccessivo, anche se oramai erano mesi che andava avanti tutta quella follia, follia che non sarebe cessata presto, ed anzi, sarebbe solamente aumentata esponenzialmente. Scosse il capo per quello che sentì e poi alzò un sopracciglio. Cameron.. Choen? Chiese poi alzando gli occhi al cielo e scuotendo il capo. Era chiaro, le persone simili cercano il simile, se Camero aveva quel tipo di amici era perchè anche lui si ritrovava in quel genenre di violenze. Ovviamente non pensava che Camero fosse un violentatore di ragazze, ma era ovvio che avesse dei problemi nel gestire la rabbia. In questo caso era completamente diverso da Blake, Blake non sapeva controllarsi ed era una questione di carattere, anche il modo in cui era cresciuto, i soldi che aveva, il fatto che comunque avesse un carattere da Leader, il fatto che non era uno a cui piaceva stare da solo, anzi... era costantemente abituato a parlare con persone e stare tra le persone e brillare e spiccare tra le persone. Cameron, invece, voleva solamente essere lasciato in pace, e della gloria, delle persone in generale non gliene fregava un emerito niente. Cameron era arrabbiato per qualcosa che gli era successo, qualcosa che lo aveva segnato a vita, qualcosa che gli faceva male e che lo rendeva irragionevole, Blake, invece, conosceva la rabbia perchè non sapeva come altro provare sentimenti. Daniele era convinto che Cameron sapesse benissimo distinguere la trsitezza, dalla rabbia, dalla noia, dal piacere e dalla gioia. Tanto che Cameron non aveva mai preso nessuna nota, andava bene a scuola, aveva i suoi amici, i suoi nemici e le sue paturnie, ma era nella norma, Cameron si sapeva controllare, tanto che invece di spaccare la faccia all'ametrino lo aveva fatto con il suo telescopio. In quel momento sapeva benissimo che agire su un suo compagno di classe lo avrebbe reso un bersaglio. Era quella la differenza tra Cohen e Barnes, uno faceva le cose per scelta, l'altro si credeva Dio e quindi le faceva perchè gli erano dovute. Incredibile come un semplice nome lasciò che Daniele facesse tutta quella disquisizione nella sua mente. Non avrebbe detto tutto quello a una loro compagna di classe, ma rimase con le sue mani calde sulle chiappe della ragazza e fece un piccolo cenno di assenso. Non farò niente, ma devi promettermi che se dovesse succedere qualcosa, tu o la tua amica lo direte a me o a qualsiasi docente. Disse prima di darle un piccolo schiaffetto e scuotendo il capo quando sentì che lei poteva difendersi da sola e che il brutto quarto d'ora lo avrebbe sicuramente passato lui se solo si fosse permesso di farle qualcosa. Non ho dubbi al riguardo... ma devi stare attenta! Aggiunse poi alzandosi anche lui dalla sedia e con la sua mano ancora stretta nella sua. Sciolse quel legame e si levo anche lui i pantaloni e la maglia rimanendo solamente in boxer, erano quelli che lei le aveva regalati, dopotutto. Li aveva indossati prima che lei arrivasse. Si sentiva seriamente un ragazzino. Si abbassò verso di lei e la baciò.
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    Jessica davvero non sarebbe riuscita a farne a meno. A fare a meno dei suoi baci, dei suoi sguardi... di tutto. Era sbagliato, forse, ma era quanto di più terribilmente bello potesse desiderare la ragazza. Era difficile tenere tutto quello nascosto, ma ne valeva la pena perché Jess amava Daniele e avrebbe fatto di tutto per passare più tempo possibile con lui e poi... beh, durante le vacanze non sarebbero stati a scuola, quindi non avrebbero dovuto preoccuparsi troppo di non essere visti. Avrebbero potuto andare da qualche parte. Ma in quel momento aveva voglia di pensare solo a cosa avrebbero fatto di lì a poco. Beh, se posso avere questi privilegi... iniziò, dandogli un bacio. Sarò più che felice di esserlo. Gli sorrise, un po' pensierosa. Le sarebbe piaciuto che tutto quello si fosse trasformato in qualcosa di più; era davvero stanca di non sapere come definirlo, per quanto potesse essere un pensiero stupido. E poi, in quel caso non avevano nessun obbligo l'una nei confronti dell'altro... e la cosa non le piaceva, sebbene fosse lei la prima che stava andando con un altro.
    Sì, Cameron Cohen. Asserì la ragazza, sospirando prima di riprendere. Ma non so se sia a conoscenza di quella storia. Voglio dire, potrebbe esserne all'oscuro disse quindi, facendo spallucce. Lei non lo sapeva, potesse solo ipotizzare che Cameron non fosse una persona di merda come Mark, ma non lo conosceva quindi non aveva nessuna certezza. Lo osservò. Stavolta era lui pensieroso e si chiese cosa gli passasse per la testa in quel momento. Tutto ok? gli chiese, giocando distrattamente con i suoi ricci. Ancora faceva fatica a credere che lui fosse interessato a lei, ancora si chiedeva che cosa ci avesse trovato in una ragazzina. Certo, Jess era consapevole di essere bella -e se ne vantava- ma lui era comunque un uomo...
    Certo, se succedesse, te lo dirò promise. Lo avrebbe detto a lui, poiché il loro rapporto era speciale e di lui si fidava davvero, davvero tanto. Era qualcosa che la corvina non poteva e non voleva spiegare, era semplice istinto. Sorrise. Starò attenta, mammina replicò, con un sorriso, prendendolo in giro. Sarebbe stata attenta, ma era meglio che Mark non si facesse vedere. Avrebbe davvero usato qualche incantesimo ben peggiore di un pietrificus. (Quello lo stava già facendo su una determinata parte del corpo di Daniele... ma senza usare la magia)
    Quando furono in camera, l'uomo si spogliò quasi completamente, rimanendo solo in boxer. La ragazza rise nel riconoscere quelli che gli aveva regalato lei. Vedo che ti piacciono sussurrò, schiudendo le labbra per rispondere al suo bacio. Si alzò in punta di piedi e gli avvolse le braccia attorno al collo. Jess non poteva definirsi bassa, ma era felice comunque di essere più bassa di lui. Si sentiva più protetta. La ragazza fece scivolare una mano lungo il suo corpo fino a farla insinuare dentro ai boxer.
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