Se tutte le punizioni fossero così...!

Jess&Daniele

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    Stava osservando il cibo nel suo piatto, smuovendolo delicatamente con la forchetta. Non aveva molta fame quella sera, aspettava impaziente che la cena finisse. Incredibile a dirsi, ma non vedeva l'ora di iniziare la punizione che aveva ricevuto quel pomeriggio. Perché? Per il semplice fatto che sarebbe stata con l'uomo di cui era innamorata e che non era sicuro di cosa intendesse lui per "punizione" visto il ghigno che aveva dipinto sul volto. Di rimando, al pensiero di quel pomeriggio, sorrise anche lei. Adorava particolarmente la sera, poiché era quasi l'unico momento in cui potevano vedersi ma non come alunna e professore. Alla sera potevano finalmente liberarsi dei loro ruoli ed essere semplicemente due persone attratte l'una dall'altra. Jess, per l'uomo, non provava solo attrazione fisica, come sicuramente si era già capito... La affascinava davvero tutto di lui. Il suo modo di pensare, la sua dolcezza, il suo essere così geloso dei Barnes... e mille altre cose che avrebbe potuto descrivere per ore e che, nell'insieme, formavano il carattere di Daniele che, Jessica, adorava in ogni sua sfaccettatura. Non avevano ancora mai litigato... chissà quando sarebbe stata la prima volta! E cosa avrebbe provato... insomma, tutte le litigate precedenti con ragazzi, non le avevano mai fatto troppo male -esclusa quella con Blake che l'aveva rattristata e non poco- ma litigare con qualcuno che amava davvero... scrollò le spalle. Perché diavolo doveva pensarci adesso? Piuttosto, doveva pensare a finire la cena. Non voleva che il suo stomaco iniziasse a brontolare mentre era là con lui. Sorrise ancora una volta, anche se apparentemente non ve n'era nessun motivo e mangiò tutto ciò che si trovava nel piatto, sebbene il suo appetito non fosse dei migliori, quella sera. Una volta finito anche l'ultimo boccone di quella torta di zucche che era stata loro servita di dessert, si alzò da tavola forse troppo di scatto, poiché attirò su di sé un paio di sguardi Opali del primo anno. Gli concesse un sorriso, prima di defilarsi fuori dall'enorme portone che conduceva alla Sala Grande. Aveva davvero fretta di arrivare all'ufficio di Daniele il prima possibile. Non sapeva nemmeno lei esattamente il perché, magari voleva darle davvero qualche punizione. Al solo pensiero, roteò gli occhi. Ci avrebbe pensato lei a convincerlo a concentrarsi su altro. Ghignò tra sé e quasi si pentì di non avere dei vestiti migliori addosso, sebbene lui quel pomeriggio stesso avesse detto che stava bene con i Jeans.
    Passo dopo passo, gradino dopo gradino, il suo ufficio si avvicinava e, finalmente, ci arrivò. Osservò la porta, prima di alzare la mano stretta a pugno, come per dare qualche colpo con le nocche. A pochi millimetri dal legno, però, Jessica ci ripensò a e abbassò la mano. Ora che erano così intimi, non gli sarebbe dispiaciuto se non avesse bussato, no? Quindi afferrò la maniglia, spingendo la porta molto delicatamente per non farle fare rumore. Individuò subito l'uomo, seduto alla sua scrivania e chino, probabilmente a correggere qualche loro compito. Si morse il labbro. Era davvero bello. Così concentrato sul suo lavoro, i riccioli che gli ricadevano sul viso e i suoi occhi scuri così assorti da ciò che stava facendo. Quindi la ragazza, in punta di piedi, si avvicinò posizionandosi dietro di lui. Non aveva idea se lui l'avesse notata o meno, ma certo il suo intento non era spaventarlo ne altro del genere. Si chinò semplicemente su di lui, posando il seno contro la sua schiena e il mento sulla sua spalla. Buonasera, professore sussurrò, con tono leggermente malizioso. Posò le labbra sul collo del docente lasciandogli un piccolo bacio. Adorava il suo profumo, come adorava tutto di lui. Sono qui per la punizione continuò, abbassando ulteriormente la voce.
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    Cosa diavolo sava combinando non lo sapeva neanche lui, fatto si era che da quando aveva cominciato a vedersi con Jessica le cose andavano decisamente meglio. Sicuramente perchè la sua attività sessuale era aumentata notevolmente, ma sapeva che non era solo quello il motivo. Il motivo principale era che Jessica lo faceva stare bene, dannatamente bene. Era come se fosse la sua medicina ad ogni suo dubbio , ad ogni sua incertezza. Infondo non poteva sperare di meglio e la cosa che più gli piaceva di quella ragazza era la sua spontanetà, la sua freschezza, il suo essere sempre così eccessivamente energetica e delle volte troppo positiva nei confronti della vita. L'aveva conosciuta in un momento di debolezza, ma poi quella debolezza era svanita lasciando spazio a tutta la forza che aveva. Stava correggendo propri i compiti della sua classe e quando arrivò al suo sorrise appena. Era ovvio che quella ragazza si impegnasse veramente molto nella sua materia, era ovvio che volesse fare colpo su di lui e come aveva deto più volte, voleva dimostrare di essere alla sua altezza, ma Daniele, sul suo lavoro, era serio ed incorruttibile, quindi esaminò il suo compito con lo stesso criterio di tutti gli altri, correggendo di tanto in tanto qualcosa che aveva sbagliato. Non sentì Jessica arrivare, si rese conto di lei solamente quando sentì la porta chiudersi alle sue spalle, alchè cambiò compito mettendo il suo sotto la pila di fogli che aveva davanti e sorridendo per quello che disse. Era li per la punizione. Ah si... quella che lui le aveva dato per giustificare il fatto che lei stesse li, a quell'ora, nel suo ufficio. La lasciò fare finendo di correggere un altro compito e godendosi le sue attenzioni, poi, al tocco delle sue labbra contro il suo collo posò la penna e sorrise. Sigonorina Whitemoore penso che lei non mi prenda troppo sul serio! Ma stava seriamente scherzando ed il suo tono di voce lo aveva confermato su tutta la linea, inclinò il capo giusto per scoprire un altro pò di collo per far si che lei lo baciasse. Adorava i baci sul collo e lei sembrava leggergli quasi nella mente. Si allontanò un pò da lei solo per poi prenderla per mano e farla sedere a cavalcioni a lui, tra la scrivania ed il suo corpo. Con la bacchetta diede un colpo e chiuse la porta a chiave. Guarda che io dicevo sul serio per la punizione... Lui diceva veramente sul serio per la punizione, ma il fatto era che potevano anche concedersi due minuti di tempo, no? Posò le mani sulle sue cosce fasciate dai jeans fino ad arrivare ai suoi fianchi ed infilare le mani sotto la maglietta. Non solo hai offeso un tuo professore, ma lo hai fatto anche con un'offesa gravissima! Il fatto che la stesse toccando non voleva dire che quello che stava dicendo non fosse la verità, ne tanto meno che non fosse una cosa grave... arrivò fino al gancetto del suo reggiseno, si morse il labbro, ma non glielo slacciò. Quindi per punizione mi aiuterai a correggere i compiti degli alunni del primo anno! Così vediamo se sei veramente brava nella mia materia! Aggiunse avvicinandosi alle sue labbra. Oddio... quanto avrebbe voluto spogliarla in quel momento. Stava tornando ragazzino anche lui, maledizione!
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    Nonostante dovessero tenere nascosta la cosa per ovvi motivi, Jessica era felice. Era felice di poter stare con lui -anche se senza un'etichetta- perché la faceva stare bene. Certo, avrebbe voluto che i momenti insieme potessero essere più lunghi e non solo che lei andasse a trovarlo nel suo studio o nella sua stanza, ma anche magari che potessero uscire un po'. Purtroppo a scuola non era possibile per niente, ma magari a Londra sì. Avrebbe potuto organizzare qualcosa! Magari per San Valentino... ma lasciò da parte questi pensieri quando raggiunse la porta che portava allo studio dell'uomo. Chissà cosa stava facendo. Soprattutto, chissà se c'era. Sospirò e provò ad entrare, sperando non fosse chiuso a chiave. Il suo arrivo non sarebbe certo stata una sorpresa, lui se lo aspettava visto che l'aveva convocata lui. Forse fu per quello che la porta era effettivamente aperta. O forse la teneva aperta perché aspettava qualcuno? No, Jess doveva togliersi dalla testa questi pensieri perché non portavano a nulla di buono, quindi si limitò ad introdursi nella stanza e andare dietro di lui, abbracciandolo e lasciandogli qualche dolce bacio sul collo. Oh, io la prendo molto sul serio invece gli sussurrò all'orecchio, tornando momentaneamente al "lei", prima di riprendere a concentrarsi sul collo. Gli posò qualche altro bacio piccolo e casto -più o meno- prima che lui si allontanasse di qualche centimetro e la facesse sedere sulle sue gambe. Ridacchiò quando chiuse la porta a chiave con la bacchetta e spostò la mano tra i suoi capelli, accarezzandoli. I suoi capelli che adorava davvero, davvero tanto. Allora mi punisca concesse, con un'alzatina di spalle e un tono malizioso. Sussultò quando lui le posò le mani sulle cosce per poi risalire fino ai fianchi. Le sue mani calde le davano una piacevolissima sensazione. Alle sue parole, sbuffò ed inarcò un sopracciglio. Dici davvero? sospirò, continuando a guardarlo negli occhi. Beh, io non intendevo quello che forse tu hai capito. Non intendevo insultarti perché sei "nato babbano" o come pare a te, dicevo solo che, se con "sapersi difendere" intendi prendere pugni, allora forse maghi e babbani hanno due concezioni diverse di difesa. Come credo di averti già detto, i miei genitori -prima di andarsene- mi hanno insegnato valori positivi. A me non interessa se la tua famiglia è composta di purosangue, mezzosangue o babbani. Insomma, che differenza fa? spiegò, incrociando le braccia. Lasciò che le sue mani le accarezzassero alla schiena e, quando arrivò al gancetto del suo reggiseno, chiuse per un secondo gli occhi, prima di annuire. Ormai le loro labbra erano davvero vicine. Ma Jessica si scansò e si alzò. E va bene, prima iniziamo e prima finiamo commentò, andandosi a sedere ad una delle sedie davanti alla scrivania. Qual è il primo compito? chiese, guardando la pila sulla scrivania. Sì, aveva voglia di baciarlo, davvero tanta... ma lui voleva metterla in punizione? Ottimo, si sarebbe comportata di conseguenza.
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    Jessica era una di quelle ragazzine sempre con l'adrenalina a palla e che non sapevi mai come potessero reagire a qualsiasi tipo di provocazione, era imprevedibile e sopratutto era una che aveva una faccia tosta non indiffernte. Come aveva risposto a muso duro a Kenna, lo faceva anche con tutti gli altri, Jessica aveva carattere da vendere, seppur una ragazzina. Forse era di questo che Daniele si stava... innamorando? Era questo che lo teneva sempre li incollato a lei senza fare la cosa veramente giusta e lasciarla andare? Non riusciva seriamente a capire come ci si poteva comportante in quel modo tanto incosciente e non riusciva neanche a capire come poteva fare a tagliare i ponti con lei. Ogni volta che lui cercava di tenerla a distanza eccola che tornava peggio di prima, più prepotente che mai! Era la sua maledizione, era la sua più grande beneizione. Oramai non sapeva neanche più come definire tutto quello che gli stava succedendo, sapeva solamente che allla fine, quando lei gli girava intorno, lui stava bene, cavolo se stava bene. Le accarezzò appena quella pelle tanto delicata e che sapeva di buono, fino a sentire il suo monologo che spiegava le sue parole. Si, ma il tono in cui lo hai detto... beh, sembrava seriamente qualcosa molto simile ad un insulto, ed inoltre... ti ricordo sempre che io sono un tuo professore, non puoi rispondermi così quando siamo per i corridoi! Non era assolutamente arrabbiato ma lo diceva seriamente e sopratutto era interessato a tutelare lei, più che lui. Alla fine lui poteva ricominciare in qualsiasi altro punto del mondo, non gli interessava... ma lei? Lei sarebbe stata per sempre marchiata come la ragazza che va a letto con i suoi professori. Nessuno le avrebbe risparmiato battutine o, appunto, insulti. Lo aveva già vissuto sulla sua pelle e non aveva intenzione di farle rivivere quell'incubo! Lo aveva detto stesso lei che aveva sentito e subito un sacco di chiacchiere per il fatto che era rimasta incinta molto giovane... cosa avrebbero detto se avessero saputo che andava a letto con lui?Ma prima ancora che potesse dire altro, vide Jessica alzarsi dalle sue gambe e prendere la cosa seriamente, ed eccoche Daniele ne rimase sorpreso sicuramente in bene, ma era completamente disarmato. Aprì la bocca e poi ridacchiò nel vederla andarsi a sedere di fronte a lui. Il prof si ricompose e poi, senza dire assolutamente niente le diede un piccolo bacchetto di compiti a crocette, un foglio con le risposte giuste e una penna rossa. Ed io che pensavo che dovevo convincerti a fare una cosa del genere... invece è stato più facile di quanto pensassi!La stava sfottendo. Comunque... se facciamo tanto tardi... potresti anche rimanere a dormire qui! Perchè si, la voleva li, distesa affianco a lui. Su quel punto non avrebbe accettato un no!
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    In cosa si stava cacciando? Non era solo emozionata per tutta quella situazione, ma era anche spaventata e preoccupata. Quanto ci avrebbe messo lui a stancarsi di lei? Era proprio per questo che cercava di impressionarlo, di essere alla sua altezza. Non voleva assolutamente che lui la vedesse come una stupida ragazzina, semplicemente.
    Oh andiamo, non puoi credere davvero che io volessi insultarti, non... dopo tutto questo! Fece un ampio gesto con le braccia. Non sapeva nemmeno lei descrivere tutta quella situazione, ma comunque stava intendendo... dopo che erano andati a letto insieme, dopo tutti quei baci e... quelle ore passate a parlare. Riprese a guardarlo negli occhi, stizzita. E scusami tanto se mi sono preoccupata vedendoti con un occhio nero; la prossima volta ti posso tranquillamente ignorare e farmi i fatti miei. Replicò, scrollando le spalle.
    Okay, forse era stato piuttosto imprudente da parte sua, ma così avrebbe agito qualsiasi altra adolescente vedendo la persona che amava, ferita in qualche modo. E poi in quel momento erano tutti a lezione. Ma, in ogni caso, perché se la stava prendendo tanto? Forse... forse perché tutto ciò le ricordava che la loro era una storia assolutamente proibita, che non doveva esistere. Era davvero felice, tuttavia, di poterne parlare con Blake, di averne parlato anche con Aaron... si fidava e, in ogni caso, non poteva certo tenersi tutto dentro! Ma nemmeno spifferarlo ai quattro venti... per fortuna però sapeva che il suo migliore amico non avrebbe aperto bocca con nessuno in merito alla questione. Forse solo con la sua fidanzata, Lilith Clarke, ma oramai erano amiche -almeno, molto più in buoni rapporti del loro primo incontro- ed era parecchio sicura che non andasse nemmeno lei a dirlo in giro. Sospirò, prima di riprendere il discorso. Ma la verità era che non sapeva assolutamente che altro aggiungere, perciò si limitò ad andarsi a sedere di fronte a lui, col broncio, pronta a correggere quegli stupidi compiti dei ragazzini del primo anno.
    Prese i fogli che lui le stava porgendo, senza guardarlo, mentre nell'altra mano prese la penna, iniziando a confrontare il foglio delle risposte giuste con il primo compito della pila. Una punizione è una punizione, no? replicò, calando per la prima volta la penna sul foglio. Quel primo compito non sembrava andato male, aveva trovato sì e no un paio di errori.
    Alzò lo sguardo dai fogli solo diverso tempo dopo la sua ultima proposta e gli sorrise. Ma non era uno dei suoi sorrisi caldi e dolci che riservava a lui, più che altro un sorrisetto risentito. Scosse la testa. No, sarebbe sconveniente che io rimanessi a dormire da un mio professore, non crede anche lei? Lo provocò, usando il suo stesso tono di poco prima. E poi... dopo ho un appuntamento. Aggiunse, alzando le spalle. No, non era vero. Lo stava provocando ancora, offesa. In ogni caso, finto o no, non aveva mai avuto l'idea di fargli intendere "appuntamento romantico", intendeva più un "incontro con qualcuno" senza altri fini, ma stava a lui capire cosa intendesse. Riprese a concentrarsi sui fogli, ignorandolo completamente.
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    Tutto quello che sapeva era che tutto quello che provava per Jessica era fondamentalmente sbagliato. perchè gli piaceva una ragazzina così piccola? Doveva andare forse da uno psicologo? Forse doveva veramente analizzarsi nel profondo e cercare di capire il perchè di quell'attrazione così fatale. Si morse il labbro e poi sospirò. No, non penso che tu mi volessi offendere, ma comunque non sono cose che si dicono! Classificare una persona in base al fatto che a o meno la magia, è sbagliato. Come lui capiva i suoi momenti adolescenziali, lei doveva capire quelli suoi da persona matura e grande. Forse delle volte era un pò pesante quella differenza di età, ma si sciolse in un sorriso vedendola concnetrata a fare quello che lui le aveva chiesto. Infondo, come aveva detto stesso lei, una punizione era una punzione e doveva anche rispettarla. Si misero a lavoro e, dal canto suo, Daniele prese il capito proprio del suo migliore amico. La guardò. Ma quanto si vedeva che Jessica aveva aiutato Blake, o addirittura gli aveva fatto i compiti, pur di non farlo mandare via da quella scuola? Ancora non esplodeva il casino, ma era chiaro che lei ci tenesse molto a lui. Fai spesso i compiti con i ragazzi della tua casata? Chiese senza entrare nello specifico e mettere una "O" al compito di Barnes. Si, era geloso di quel ragazzino perchè passava troppo tempo con lei, perchè poteva vederla quando voleva, poteva ridere con lei e stare con lei senza che nessuno gli dicesse niente o senza sentirsi completamente sbagliato. Si morse il labbro prima di prendere un altro compito e ricominciare a correggere. Quando lei rispose in quel modo alla sua domanda, dopo che erano passati parecchi minuti, forse anche una buona mezz'ora lui ridacchiò, posò la penna sul compito e poi la guardò e quando disse che effettiamente aveva un appuntamento alzò un sopracciglio. Hai un coprifuoco da rispettare.... beh, poteva mica chiedergli con chi, dove e perchè doveva uscire?! La vide riprendere a correggere un compito. Si alzò e questa volta andò lui dietro di lei, spostandole i capelli da un lato e baciandole delicantamente il collo. Magari la punizione potrebbe prolungarsi ancora... Sussurrò lasciandole un mozzico sul collo. Prima di allontanarsi da lei. Che appuntamento avresti? Chiese mettendosi poggiato con il sedere sulla scrivania in sua direzione e sorridendole, si mise a braccia conserte. Era scontato che glielo avrebbe chiesto. Era geloso, dannatazione!
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    Attese qualche secondo prima di replicare, qualche secondo atto a riprendere la calma perduta. Non capiva certo perché se la stesse prendendo così, non era sicura che reggesse la scusa che aveva precedentemente trovato per giustificare la cosa. Ad ogni modo, non ce la fece proprio. Jessica non era una di quelle persone sempre perfettamente calme, che contavano fino a dieci e davano perfettamente la risposta che l'altro voleva sentirsi dire, no. Lei agiva come più le pareva. Fu per quello che...
    Vaffanculo bofonchiò irritata. Io non ti ho classificato in nessun modo; che i tuoi genitori siano babbani o maghi, non mi importa. Concluse, scuotendo la testa.
    Cercò di pensare ai compiti che aveva davanti. Quelli del primo anno non sembravano malaccio, aveva già messo diverse O -anche qualche E, ma davvero molto molto raramente, forse un paio in tutta una classe- e qualche A. Trovò solo un compito a cui dovette dare una T. Che ignorante commentò, scuotendo la testa, prima di alzarla alla domanda di lui. Con quelli che conosco bene, a volte. Con gli altri no. L'ultima volta che ho fatto i compiti con qualcuno che non conoscevo, era con Blake l'anno scorso e non è andata esattamente nel migliore dei modi, anche se adesso è una delle persone più importanti per me replicò, scrollando le spalle. Era vero, avevano discusso e lei sicuramente aveva fatto la figura della stupida, ma per fortuna le cose erano cambiate e ora, nemmeno lei sapeva come, erano migliori amici. Non me lo sarei mai aspettato, sa? Ridacchiò lei, prima di ricordarsi che ce l'aveva con lui. Ad ogni modo, proseguì. Ancora adesso mi chiedo come diavolo sia possibile che continuiamo ad essere amici. Nove volte su dieci, finiamo per discutere o litigare! Ma adesso che ci penso... è da un po' che non parliamo, parliamo come si deve, mi sa che uno di questi giorni organizzo qualcosa mormorò più a se stessa che a lui, lasciando stare per un attimo i compiti. Già, magari gli avrebbe chiesto si vedersi alla torre -ancora non sapeva soffrisse di vertigini. Comunque, riprese a correggere i pochi compiti che gli mancavano, ignorando le sue parole per forse una mezz'oretta, ma poi decise di rispondere, dopo aver messo un'altra A.
    Certo, il coprifuoco lo devo rispettare se l'appuntamento fosse al di fuori della sala comune, ma siccome non è così, non lo violo... anche se, come sa, non ho nessun problema ad aggirarlo. Rispose, posando ancora una volta la penna per controllare quanti compiti le rimanevano. Bene, solo un paio. Fortuna che erano a crocette, quindi completamente oggettivi e veloci da correggere. La risposta o era giusta, o era sbagliata. Niente vie di mezzo. Prese quindi per l'ultima volta la penna rossa e iniziò a correggere il penultimo compito, osservandolo con la coda dell'occhio; dopo poco si alzò e le andò dietro, dandole dei piccoli baci sul collo -ed un morsetto delicato- che la fecero rabbrividire di piacere. Per orgoglio avrebbe voluto scansarlo, ma proprio non ce la fece. Ho quasi finito, mi manca solo un compito, quindi non credo che ci sia bisogno di prolungare replicò, decisa. Avrebbe dovuto faticare, se proprio la voleva.
    Perché ti interessa tanto? Gli chiese, alzando gli occhi verso di lui che nel frattempo si era leggermente allontanato per posarsi sulla scrivania. Nemmeno si accorgeva di passare dal lei al tu senza alcun criterio logico. Magari con Blake, magari con Jesse... chi lo sa? O ancora, con Ryu scrollò nuovamente le spalle, guardandolo con aria di sfida. Magari scrivo quel famoso messaggio a Barnes concluse, alzandosi e mettendosi di fronte a lui con un sorrisetto sfrontato.
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    Lo stava provocando, aveva veramente intenzionei di giocare con il fuoco? Si morse il labbro e la guardò ancora correggere quell'ultimo compito...Non disse niente per la parolaccia o per le sue parole successive. Jessica aveva 17 anni e, delle volte, come in quel caso, li dimostrava tutti! Aveva detto una cosa del tutto classista e non se ne era neanche resa conto, che per carità, quello voleva solamente dire che non lo aveva fatto con cattiveria, ma comunque lo aveva fatto. Sogghignò ancora sentendo la sua risposta. Quindi i compiti di Barnes, quelli attuali, sono molto simili ai tuoi perchè condividete lo stesso libro? Chiese scuotendo il capo. Era più forte di lui, voleva sapere quanto tempo passavano effettivamente insieme e sopratutto cosa facevano. Poi scosse il capo. Non è necessario che parliate tutti i giorni, ne tanto meno è necessario che vi vediate o che tu debba organizzare qualcosa... Si, era geloso... era geloso veramente. Infondo non sapeva che non doveva preoccupartsi di Barnes ma di Jones, tra le altre cose il suo alunno più promettente, ma cosa ci poteva fare? Jessica parlava spesso di Blake, ed adesso aveva anche fatto amicizia con il fratello... Cercò di levarsi quelle brutte sensazioni dalla mente prima di sorriderle e baciarle il collo ed osservarla mentre lo lasciava fare, ma cercando di rimanere del tutto indifferente alla cosa. Non poteva, non avrebbe neanche dovuto... infondo entrambi sapevano - o comunque Daniele ci sperava- come sarebbe finita la serata. Perchè gli interessava tanto? Era ovvio il perchè, ma la ragazzina voleva davvero sentirselo dire? La guardò e sorrise. é una domanda retorica, oppure davvero devo risponderti? chiese facendole una piccola linguaccia. Sentì quello che disse ancora e storse il naso e quando lei si avvicinò a lui, standogli di fronte, lui tese le mani verso i suoi fianchi e l'attirò a se. Sorrise ancora. Perchè vorrei che tu restassi qui! Le sussurrò tra le labbra, ma questa volta senza baciarla. Infondo non era una cosa che doveva partire sempre da lui, e se lei voleva giocare a braccio di ferro... beh, doveva essere anche pronta aperdere. Quale messaggio famoso? Chiese poi capendo, forse erroneamente, che Jessica si riferisse ad Aaron e non a Blake. In genere l'ultimo lo chiamava sempre per nome, e mai per cognome. Gli morse il labbro. E comunque, decido io quando è finita la punizione, considerando che prima mi hai mandato a quel paese, potresti anche rimanere qui a correggere altri e non so quanti pacchi di compiti! Aggiunse tra il geloso e lo stizzato.
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    Doveva ammetterlo, provocarlo e farlo ingelosire era dannatamente divertente. Oltre al fatto che la faceva sentire desiderata e a Jessica, onestamente, la cosa piaceva molto. Non che avesse problemi a sentirsi desiderata, insomma, quando era a Londra non le mancavano i ragazzi -ma questo non lo avrebbe detto, non in quel momento- così come non le erano mancati i fidanzati (anche se non ci aveva mai fatto sesso, tranne con il padre di Alex)... ma sentirsi desiderata da lui era completamente diverso. Sia perché era un uomo ed era innegabile che desiderarsi volute da un uomo, fosse decisamente meglio rispetto ad un ragazzino... sia perché Jessica era effettivamente innamorata di lui e si stava convincendo sempre di più a dichiararsi, probabilmente lo avrebbe fatto a San Valentino; doveva ancora rifletterci a fondo.
    I compiti di Barnes rispose, alzando leggermente gli occhi nella sua direzione sono simili perché, in primis, se le risposte sono giuste, difficilmente dovrebbero essere diversi? Inoltre sì, forse dopo la lezione di aritmanzia nella quale Blake è andato abbastanza male -dice che è colpa della professoressa, ma non voglio dare l'impressione di schierarmi sempre a spada tratta in sua difesa, perciò non mi pronuncerò in merito- mi sono offerta di aiutarlo a recuperare. Non è un male, no? È il mio migliore amico e non ho intenzione di vedere che viene bocciato. Rispose, muovendo la penna rossa tra una domanda e l'altra. Ma alzò di nuovo lo sguardo, osservandolo con il sopracciglio inarcato. No, non è necessario che ci parliamo ogni giorno, hai ragione, ma è da tanto che non parliamo come si deve ed ho tutte le intenzioni di vedermi con lui da qualche parte. Non vorrai mica che trascuri il nostro rapporto. Concluse, sospirando. Era vero, Jessica e Blake avevano un rapporto strano e al contempo speciale, erano migliori amici -anche se non in modo convenzionale- e il loro rapporto andava via via rafforzandosi, ma come Jessica (e la narratrice qui presente) aveva ribadito più volte, non sarebbe mai successo nulla tra loro, da parte dei nessuno dei due. Lui era innamorato di Lilith, anche se non lo ammetteva, lei era innamorata di Daniele. E il loro rapporto era reso ancora più bello dal fatto che non ci fosse il rischio che uno si innamorasse dell'altro! E a Jessica andava benissimo così, anche se capiva la gelosia dell'uomo.
    Non poté più tenere eccessivamente il broncio quando lui la prese per i fianchi e la attirò a sé, anche se voleva ancora giocare e stuzzicarlo. No, non era una domanda retorica... sussurrò, mentre le loro labbra erano così vicine da sfiorarsi. E se io non volessi restare? Aggiunse, distaccandosi quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi. Quel messaggio che devo mandare a Blakuccio per incontrarci! esclamò, sogghignando e avvicinandosi di nuovo. Chiuse ancora gli occhi quando lui le morse il labbro e sospirò. Potrei averlo fatto apposta ridacchiò lei, riferendosi al fatto che lo aveva mandato a fanculo. Ma, se davvero voleva che tutto quello continuasse -qualsiasi cosa fosse- doveva abituarsi al suo carattere non esattamente calmo, tranquillo e ligio alle regole! Però se vuoi darmi altri compiti, posso restare e correggere tutta la notte... sussurrò, alzandosi in punta di piedi per avvicinarsi al suo orecchio ...è a discrezione tua aggiunse, prendendogli tra i denti il lobo e lasciandogli qualche delicato e sensuale morso.
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    Ascoltò la sua risposta per i compiti di Barnes. poi alzò un sopracciglio. Si aveva detto un sacco di cose giuste ma alla fine il risultato non cambiava. Daniele non era mai stata una persona stupida, ordinaria si, ma stupida mai. Sospirò e scosse il capo. No, certo, non è un male ed io sono contento che tu aiuti un tuo compagno di casata ad andare bene in qualche materia, anche se la verità è che Barnes... il tuo migliore amico, è svogliato, non è incapace di fare le cose da solo, ma comunque non è di questo che dovremmo parlare, non essendo tu la sua mamma! aggiunse scuotendo ancora il capo, ma questa volta un pò innervosito. Andiamo Jessica, ci sono delle risposte completamente copiate, quindi o tu copi a lui o lui copia a te... non voglio indigare sul fatto e ti dico solo che non ho abbassato il voto a nessuno dei due... ma non prendermi in giro! Su quello era ovvio che ci poteva rimanere male. Insomma era il suo professore...ma stavano anche insieme, no? Infondo era così che lui si sentiva nei suoi confronti, si sentiva legato, si sentiva completamente suo e voleva che lei fosse completamente suo a sua volta. Sorrise ancora prima di cambiare argomento. Lo stava palesemente provocando e la cosa assurda era che ci stava anche riuscendo perfettamente. Ci stava riuscendo perchè alla fine lui, per quanto volesse essere veramente distaccato dalla situazione e coscenzioso, era coivolto, coinvolto da far schifo. Era quella e solamente quella la verità. Daniele era preso da quella ragazzina dai colori scuri e dagli occhi profondi, dai modi di fare libertini e molte delle volte ambigui, almeno nei suoi confronti!!Veramente... non vorrei proprio che vi vedeste da soli, ma comunque... me ne farò una ragione! Infondo Barnes si è scelto una bellissima ragazza come fidanzata, quindi potrebbe anche fare il bravo! Ma questa volta fu lui a voler provocare lei. Era ovvio che pensava che Lilith fosse bella, ma era anche altrettanto ovvio che non provasse niente per la Clarke e sopratutto per le altre studentesse. Di Jessica non gli era piaciuto il fisico, gli era piaciuto da subito lo spirito estremamente combattivo che aveva. Quando la ragazza si alzò e chiamò blake con quel vezzeggiativo alzò un sopracciglio infastidito, chissà Blake come l'avrebbe presa!!! Comunque averla così vicino, ad un passo da lui gli faceva dimenticare qualsiasi cosa ed allora, la prese per i fianchi e se la spalmò addosso. Hai ragione... quindi... sarai costretta a rimanere qui... Aggiunse prima di darle un piccolo schiaffetto sul sedere prima di sorridere e darle un altro piccolo mozzichetto sul collo, prima di prenderla con due dita al mento e baciarla. Lo stava completamente mandando fuori di testa! Era quella e solamente quella la verità!
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    Quel giorno, a dire la verità, non aveva molta voglia di discutere, sebbene lui l'avesse messa in punizione e Jess, le punizioni le sopportava ben poco. Ma era lui... era... l'uomo di cui si era innamorata. Non riusciva davvero a pensare di litigarci, non in quel momento. Eh sì, poteva godersi gli ultimi momenti di pace. Sarebbe scoppiata una bella bomba circa un paio di settimane dopo, ma per il momento Jessica si poteva beare di ogni momento in sua compagnia.
    Blake non è... svogliato replicò, ma nemmeno lei ci credeva fino in fondo. Non sarò sua madre, ma sono una sua amica e ci tengo ad aiutarlo. In quel momento pensò a quando Aaron le aveva detto che loro madre era morta e si intristì al pensiero. Almeno la propria era ancora viva, anche se dispersa chissà dove. Dalla tristezza, passò alla rabbia ma non voleva sfogarsi su di lui. Magari avrebbe potuto esporre i suoi pensieri e sentimenti a lui, ma riversando la rabbia solo su chi lo meritava, ovvero i suoi genitori. Era pieno di genitori che contro la loro volontà, venivano privati dei figli, genitori che avrebbero dato tutto per passare del tempo con loro o, al contrario, figli privati dei genitori. E invece i suoi se ne erano andati perché erano dei codardi del cazzo e della loro, di figlia, non gli importava assolutamente un accidenti. Strinse i pugni, premendo le unghie contro i palmi, prima di tornare a concentrare la sua attenzione su di lui.
    Io iniziò, prendendo un respiro profondo per non infrangere il suo proposito precedente, ovvero quello di non sfogarsi su di lui. Non ti sto prendendo in giro. E sai benissimo che io i compiti me li so fare da sola, voglio bene a Blake, però... dai, ti pare che mi metta a copiare da lui? Scosse la testa, sospirando nuovamente. In realtà non era nel suo stile copiare in nessun caso, non lo avrebbe fatto nemmeno da Mia, una delle studentesse più brillanti. Perché se non ce la faceva con le sue forze durante le semplici verifiche a lezione, come avrebbe fatto agli esami o finita l'Accademia? Ma non lo biasimava per aver pensato a quello e, dal canto suo, non era così infame da negare un aiuto, se un suo compagno ne aveva bisogno, nemmeno durante la verifica. Lasciamo perdere sbuffò alla fine, grata che comunque fosse anche lui a cambiare argomento; sentiva che sennò sarebbe finita peggio. Non chissà cosa, ma avrebbero potuto litigare, chissà.
    Alle sue parole successive, si avvicinò ancora un po'. Lei e Lilith erano ormai... amiche? Sì, poteva considerarsi così, magari non la sua migliore amica, ma era un grandissimo passo il fatto che anche solo si parlassero senza azzannarsi. Vuoi dire che io non lo sono, bellissima? sussurrò, prima di colpirlo sul petto con la mano. Blake non sarebbe felice di sentire da te queste cose sulla sua fidanzata continuò, con un sorrisetto. E nemmeno io. Aggiunse, a pochi millimetri dalle sue labbra, con un lieve accenno infastidito, ma non troppo. Sei mio. Concluse. (Ma quanto cazzo mi posso sentire merda a scriverlo?) E comunque... sei ancora più affascinante quando sei geloso mormorò, posandogli entrambe le mani ai lati del viso. Jessica non poteva nemmeno spiegare quanto adorasse stargli vicina, quanto la facesse impazzire il suo profumo, quanto fosse bello baciarlo... sì, stava davvero perdendo la testa per un uomo con sedici anni di differenza rispetto a lei. Ridacchiò quando sentì la mano di Daniele sul sedere e un piccolo ghigno le spuntò sulle labbra. Non sai quanto mi dispiaccia dover rimanere qui... replicò ed era ovvio che fosse ironica, era davvero felice di essere lì. Quando sentì il contatto della sua bocca sul collo, lasciò che un piccolo gemito uscisse dalle sue labbra. Labbra che poco dopo vennero catturare da quelle di lui. Finalmente le distanze furono completamente azzerate e poté baciarlo. Quanto le era mancato baciarlo... invidiava davvero chi poteva farlo in ogni momento! Sospirò tra le sue labbra e si allontanò quanto bastava per invertire le posizioni e sedersi sulla scrivania. Lo tirò quindi tra le sue gambe, guardandolo negli occhi. Mi sono avvicinata per poter prendere i prossimi compiti da correggere... gli sussurrò all'orecchio, con un sorrisetto. Voleva davvero che la facesse sua in quel momento, ma non c'era nessuna fretta. La sera -o notte- era ancora lunga e lei aveva sempre dietro il babymonitor in caso di necessità, sebbene Alex ultimamente non creasse problemi. Ehi lo chiamò, puntando nuovamente i suoi occhi in quelli di lui. Non mi hai più detto se ti fa male... iniziò, riferendosi all'occhio. Non voglio riaprire il discorso, ma non mi piace vederti così annunciò, posando le labbra vicino all'occhio, dove aveva la botta, e lasciandogli un lieve bacio.
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    Fece un sospiro comeper dirle: andiamo lo sai che stai dicendo una cazzata! Il fatto che Barnes era svogliato lo riconosceva anche lui. Era un ragazzo intelligenente e sveglio, ma che non si applicava per le cose giuste e quello, Jessica, non poteva neagarlo, almeno non a se stessa. Ma comunque non era quello il punto, non era neanche giusto che un docente parlasse di un altro ragazzo con una sua compagna di casata, ovviamente non era neanche pensabile che quella compagna di casata si faceva il docente in questione, ma erano semplicemente dettagli. il punto era che cominciava seriamente ad avere sempre voglia di stare con lei ed ogni scusa era buona per attirarla in quel danatissimo ufficietto. Prima o poi li avrebbero scoperti ed allora sarebbero stati seriamente, ma seriamente guai. Jessica. Non ho detto che tu hai copiato i compiti di Blake, bensì il contrario! Ci tenne a precisare vedendola piccata. Era talmente tanto annebbiata quando si parlava del suo compagno di classe che neanche ragionava che quella storia del "contrario" era un modo come un altro per dirle: guarda che non sono nato ieri! Daniele conosceva il modo di scrivere di Jessica, quello di Blake, quello di Mia e degli altri suoi compagni, quindi quando determinate frasi erano messe li e scritte in maniera totalmente differente... be, allora non potevano essere di un'altra persona, ma in quel momento, la ragazzina stava dimostrando tutta la sua età in quel broncetto che, però, a Daniele piaceva terribilmente. Sogghignò poi quando disse che era meglio lasciare perdere e decise ancora di andare su di un altro argomento e la reazione di Jessica lo fece sorridere. Beh... sai gli occhi chiari hanno comunque un loro fascino! La stava prendendo palesemente in giro. Forse Daniele era uno dei pochi uomini a preferire donne con tratti più duri e scuri. Si, decisamente era quello il suo gusto. Non aveva mai avuto ragazze bionde con gli occhi azzurri! Blake sente complimenti sulla sua ragazza continuamente! Era tutto un modo per farla arrabbiare e farla spazientire, non c'era niente da fare, quando la corvina diveniva gelosa, Daniele si divertiva come non mai, e poi fino a quel momento, lei, aveva fatto lo stesso gioco no? A no? Non ti fa piacere? chiese di rimando accarezzandole il fianco. Oramai erano fin troppo vicini e tutto quello sarebbe finito solamente in un modo, ossia con loro nel letto. O almeno Daniele era quello che sperava. Jessica era una ventata di aria fresca nella sua vita, non voleva che finisse tutto quello, nonostante sapesse che era profondamente sbagliato. La baciò intensamente a quelle sue parole prima di darle un piccolo mozzichetto sulle labbra. Lo sai che sono geloso di te... sussurrò prima di baciarla di nuovo. Era vero. Era geloso, fottutamente geloso. Era geloso perchè la voleva tutta per se e solo il pensiero che ci fosse qualcun'altro che la potesse spogliare... lo mandava in bestia! Ma Jessica che gliaveva detto che lei era sua, e Daniele aveva il brutto vizio di fidarsi ciecamente delle persone senza fare troppe domande! Oh, si,... lo vedo che stai soffrendo a rimanere qui! Era ovviamene ironico, si cominciò a dedicare dolcemente al suo collo avvicinandola ancora un pò a lui. Sorrise prima di darle un mozzichetto e lasciarle un piccolo segno. Sto bene Jess... è stata veramente una cosa da niente! Aggiunse poi alla sua domanda e sentendo le sue dita sulla parte dell'occhio un pò dolorante. Non pensavo che ti preoccupassi così tanto di me! Aggiunse prima di darle un piccolo pizzicotto sul sedere prima di posarle le mani sui fianchi ed allontnarla leggermente. Allora, hai intenzione di rimanere stasera oppure devi andare da Blakeccuccio tuo? Chiese poi tornando a sedersi sulla sedia della sua scrivania. Doveva assolutamente finire la correzione di quei compiti. Era troppo, ma troppo indietro!
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    La corvina alzò gli occhi al cielo, prima di posarli nuovamente su di lui. Stavano davvero discutendo su Blake e su chi copiasse da chi? Si portò due dita alle tempie e massaggiò lievemente. Tutto ciò le stava facendo davvero venire mal di testa! E non voleva discutere con lui, non in quel momento... sarebbe stato tempo sprecato, visto il poco che avevano a disposizione per stare insieme. Quindi avrebbe voluto tagliare corto al più presto. Va bene, ho capito sbuffò, ancora lievemente irritata. Ma l'irritazione non poteva durare a lungo, non con lui, non quella sera. Infatti, quando puntò le sue iridi scure su quelle altrettanto scure di lui, ci si perse per svariati secondi. Le piacevano davvero molto, li trovava magnetici... così come lui le sembrava una calamita, visto che non riusciva a starci distante per più di cinque minuti e quando lo vedeva, la voglia di baciarlo saliva in maniera smisurata; avrebbe voluto riempirlo di baci quello stesso pomeriggio nei corridoi, avrebbe voluto riempirlo di baci in quello stesso momento. Non si sarebbe mai immaginata che avere l'attenzione di un uomo fosse così bello... e speciale. Jessica, a dire il vero, non si riconosceva più quando stava con lui; faceva uscire quel lato di sé che la corvina non mostrava praticamente mai. Quel lato che riservava alle persone davvero speciali per lei, così come lo era lui. Ma questo la faceva sentire anche dannatamente vulnerabile, le faceva abbassare le difese... in quelle condizioni, sarebbe stato un attimo ferirla.
    Puoi sempre provarci con lei sbuffò, guardandolo con aria di sfida. Non so se Blake sarebbe molto contento, ma posso sempre consolarlo io ghignò, in risposta. Adorava vedere come fosse geloso di Blake. Del fatto che lei e Blake potessero vedersi quando volevano, stare insieme quando volevano, ridere, scherzare, senza problemi. Mentre con lui... beh, in pubblico doveva mantenere un certo contegno, doveva mantenere quel rapporto prettamente scolastico tra professore e alunna. Questa cosa la faceva stare davvero male, se ci pensava.
    Sì, ed è proprio per questo che le persone si ritrovano con il naso rotto, se sono fortunate, quindi meglio evitare, che dici? Non vorrei mai che ti rovinassi questo bel faccino sussurrò, avvicinandosi di poco. Non era un segreto e tutti lo sapevano -tranne Blake stesso- che l'Opale non fosse esattamente votato alla pace, non quando si trattava di Lilith o comunque di chi voleva bene, che avesse spesso problemi nel gestire le sue emozioni, quindi non era certa che non avrebbe potuto picchiare un professore.
    Forse solo un po'... sussurrò, posando la mano su quella di lui, sul suo fianco. Le piaceva stringergli la mano, erano sempre calde e morbide. Lei le adorava. E poi iniziarono a baciarsi. Baci di cui Jessica non avrebbe fatto a meno mai e poi mai. Gli infilò le dita tra i ricci e lo guardò, dopo essersi staccata leggermente per riprendere fiato. Sorrise alla sua frase ma non rispose, preferendo lasciarsi catturare dall'ennesimo e attesissimo bacio.
    Una sofferenza inimmaginabile ridacchiò lei di rimando, mentre le sue labbra passarono al suo collo, facendola rilassare incredibilmente. I loro corpi erano vicinissimi e Jess aveva davvero voglia di andarci a letto. Non riuscì a trattenere qualche gemito; il collo era un punto delicato e quelle attenzioni la mandavano in estasi davvero.
    Lo spero davvero, che non sia nulla replicò, seria, ma al contempo accarezzando il punto. Ma non farlo più... mormorò, abbassando lo sguardo e posando la testa sul suo petto. Non farti coinvolgere in nessuna rissa aggiunse, sospirando e lasciandosi inebriare dal suo profumo. E sì, mi preoccupo molto per te... non voglio ti succeda niente! rispose, alzando la testa e inarcando un sopracciglio. Soffrì il distacco, quando lui si allontanò per tornare alla sua sedia. Lo guardò in silenzio per qualche secondo, prima di avvicinarsi. Blakeuccio può aspettare ridacchiò, avvicinandosi ancora. E anche i compiti... aggiunse, infilandosi nell'esiguo spazio tra la sedia e la scrivania per andarsi a sedere a cavalcioni su di lui. Hai anche domani per correggere... disse, posando la testa sulla sua spalla e facendo scivolare le mani sotto la maglietta dell'uomo.
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    Quella ragazza lo avrebbe mandato in galera ne era certo. Il fatto era che Daniele era una di quelle persone deboli per quanto riguardava il contatto fisico. Lui era esattaente l'opposto di Blake, a lui piaceva sentire le sue mani su di lui, essere abbracciato, essere baciato e Jessica non faceva altro che aumentare il desiderio che aveva di lui. Lui che non faceva altro che cercarla con lo sguardo a lezione, oppure nei corridoi lasciandole dei silenziosi occhiolini. Voleva di più, voleva sempre di più in effetti. La voleva toccare, la voleva abbracciare, la voleva baciare... voleva averla su di lui, nel suo letto respirare il suo odore, voleva veramente, ma veramente averla costantemente nuda nel suo letto e si sentiva un danatissimo adolescente quando era insieme a lei. Non sapeva esattamente il perchè e come fossero effettivamente arrivati a quel punto, ma dopo quei baci non ebbe neanche la forza di rispondere a tutto quello che lei stava dicendo, perchè non la stava ascoltando. Di certo non per cattiveria, ma averla i, con quelle muovenze, il suo corpo contro il suo, la sua innata dolcezza quando era con lui, ma allo stesso tempo il fatto che si comportava come se il mondo fosse suo e sopratutto come se davvero stesse capendo qualcosa di quello che stava facendo, come se avesse una direzione e sapesse come arrivare al punto x, Daniele era distratto. Maledettamente distratto. Era una persona veramente intelligenente ma poi si distraeva facilmente per quanto riguardava quel tipo di situazioni, lui che era veramente il tipo da inciampare in una bella donna e riuscirla a portarsela a letto! Insomma era qualcosa di estremamente assurdo, ma il suo stare sempre con la testa tra le stelle, lo portavano a ritrovarsi du di una sedia con una diciassettenne sopra le ginocchia, con le sue mani sotto la sua maglietta. Le sue dita così lisce ed anche se, in contrasto con il suo corpo, leggermente fredde lo facevano rabbrividire. Sorrise ancora posando le sue mani sulle coscie della ragazza per poi salire verso il suo bacino e poi verso il suo sedere. Si, se non si era capito a Daniele piaceva, effettivamente ed in maniera incodizionata, il sedere della ragazzina. Si morse il labbro prima di avvicinarsi a lei e mettersi a sedere in maniera più comoda sulla sedia. Davvero... magari domani ve ne assegno deglialtri... e poi si accumulano... Sussurrò tra le labbra della ragazza prima slacciarle il bottone dei jeans. Però... rifletendoci... al momento sono stanco... Aggiunse poi infilando la mano per toccarla meglio. Si, sarebbe finito in galera prima o poi!
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    Daniele. Lui era l'unica persona in grado di farla sentire così dannatamente bene. Era vero, andava occasionalmente a letto con Lucas -e si sentiva una merda per questo- ma non riusciva a sentirsi così come si sentiva con il docente; anche semplicemente il suo sguardo, le sue parole... la mandavano in estasi. Era veramente bellissimo, per quanto tutta quella situazione fosse rischiosa, rischiosa in un modo inimmaginabile.
    Finalmente era seduta sulle sue gambe, l'unica cosa che voleva dall'inizio di quella serata. Voleva averlo così vicino, poterlo baciare, toccare, anche semplicemente guardarlo negli occhi. Ogni volta che le sue iridi si perdevano in quelle di lui, la corvina era sempre più convinta che ci dovesse dare un taglio con questa storia di Lucas, che potevano certamente essere amici -l'ametrino era un ragazzo dolce e simpatico- ma nulla di più. Se Daniele lo avesse scoperto... ci sarebbe morta. E lui, sicuramente, ci sarebbe stato davvero male. E tutto quello sarebbe accaduto molto presto, solo che ancora non lo sapevano.
    Mosse le sue dita sul suo petto, accarezzandone ogni centimetro. Si vede che ti alleni sussurrò con un sorrisetto, godendosi quel contatto, godendosi il calore del suo petto contro le sue mani più fredde.
    Chiuse gli occhi e fremette quando le sue mani le si posarono sulle cosce per poi posarsi sul suo sedere. Anche quella sensazione era fantastica. Lasciò che si sistemasse meglio sulla sedia e gli sorrise, dolce, guardandolo. Beh, in caso si accumulino... puoi sempre chiamarmi che ti aiuto sussurrò la corvina in risposta, posando le labbra sul collo di lui lasciandogli quindi diversi baci non troppo casti, ma nemmeno da lasciargli il segno... per ora.
    Sussultò quando lui le aprì il bottone dei Jeans, poi sorrise. Se sei stanco, non dovresti sforzare gli occhi per correggere i compiti! Aggiunse, gemendo piano allo sentire la sua mano dentro i pantaloni. Sai, qualche giorno fa... ho visto una cosa sospirò, cercando di concentrarsi su ciò che voleva dire; cosa veramente ardua vista la situazione. Nei corridoi... ho visto un ragazzo che importunava Mia e... beh l'ho pietrificato continuò, scrollando le spalle con semplicità. Questo ragazzo, ad Hogwarts, ha praticamente indotto Mia a fare sesso con lui sussurrò, prima di catturare le sue labbra in un bacio. Glielo stava dicendo perché sentiva che a lui poteva dire tutto... e anche perché... e una volta che ci siamo allontanate, mi ha chiesto cosa succederebbe se se la prendesse con me, allora le ho risposto che avrebbe solo da provarci, ma... si allontanò leggermente da lui, rimanendo però seduta sulle sue gambe. Però... se davvero se la prendesse con me? Ha un anno in più ed è parecchio forte mormorò, intrecciando la mano libera di lui, con la propria. Quando Jess era con lui, non riusciva a nascondere i suoi timore, era come se non riuscisse proprio a tenersi le cose per lei... ma di lui poteva fidarsi, poteva fidarsi davvero... purtroppo era lui che non poteva fidarsi di lei.
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