Two World_Two Life

Privata - Blake

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    Blake-1-incontro
    Tenui raggi di sole illuminavano una scrivania in ciliegio rosso.
    Furtivi s'insinuavano nella stanza con l'intento d'illuminarla, ma troppo deboli, riuscivano ad arrivare solo a metà stanza.
    Eppure loro ci provavano, eppure temerari provavano a raggiungere quella l'agoniata parete opposta, troppo distante.
    Forse ce l'avrebbero fatta, se solo non fossero stati creati da un incantesimo, se solo non fossero raggi magici provenienti da finestre incantate affinchè rispecchiassero il tempo atmosferico in superficie...
    Perchè sì, il suo ufficio era proprio sottoterra, nei sotterranei di quell'enorme edificio, l'accademia di Hidenstone.
    Dietro quella scrivania, illuminata da un finto sole pomeridiano, vi era seduta una giovane ragazza dai capelli rossi, professoressa assunta da poco, i cui occhi di un blu scuro guardavano bassi dei fogli e la mano dalla pelle chiara e morbida scriveva ormai da mezz'ora.
    La penna correva veloce sulle bianche pergamene sottili, l'inchiostro nero le segnava con linee chiare e rapide, una calligrafia delicata, tondeggiante, femminile.
    Airwën stava finendo di prendere nota delle osservazioni e risultati ottenuti dai propri alunni quella giornata di lezione.
    Aveva iniziato da poco ad insegnare e, ancora incerta sul metodo da lei proposto, si segnava le domande degli studenti, gli errori, le sue mancanze nella spiegazione, e tutto ciò su cui poteva intervenire e migliorare.
    Anche se era ancora titubante nelle valutazioni, forse troppo magnanima, le piaceva quel lavoro, non si era pentita della decisione neanche una volta, anche quando uno studente aveva letteralmente rischiato di far esplodere un'ala dell'aula facendo esattamente ciò che più volte aveva ripetuto di non fare.
    Come poteva rendere più responsabili delle proprie azioni, classi di adolescenti con gli ormoni a palla?
    Come poteva attirare l'interesse degli svogliati?
    Come responsabilizzare quelli che prendevano sotto gamba la realizzazione di pozioni?
    Non credeva nella stupidità delle persone, solo nella disattenzione e nel prendere troppo alla leggera certi avvertimenti che nella sua materia rischiavano di creare danno e feriti non da poco.
    Non si trattava di una materia "innocua" come Storia della Magia, il cui maggior pericolo era tagliarsi con le pagine del libro, una Pozione mal riuscita poteva diventare un veleno o un acido o chissà cos'altro.
    Un principio di mal di testa si faceva largo minacciando di farle passare una pessima serata.
    La mano fermò la propria corsa sui fogli e lentamente rimise l'elegante piuma sul proprio sostegno, facendo attenzione a non macchiare le pergamene appena scritte, ma una goccia subdola riuscì a sporcare il pollice della giovane donna la quale, non accorgendosene, riordinò i propri appunti personali lasciando un'impronta parziale un angolo del primo foglio.
    Appena se ne accorse, uno sbuffo infastidito scappò dalle sue rosee labbra.
    Si alzò e si diresse nell'ala Nord dell'aula dove vi erano i lavandini.
    Aprì l'acqua e la guardò un attimo scorrere, mentre il familiare rumore le giungeva all'orecchio rilassandola quasi in automatico, il dolore alla testa che si attenuava gradualmente.
    Tra tutti gli elementi era quello che più adorava, certo anche il fuoco l'affascinava, ma ne era anche intimidita, invece per l'acqua sentiva un legame tutto speciale, un'affinità particolare...
    Come in risposta al suo pensiero, la fiamma ancora accesa per scaldare la stanza, posta al lato opposto della stanza dov'era lei, scoppiettò attirando per un breve momento la sua attenzione, per poi tornare con lo sguardo al liquido cristallino.
    Utile in mille aspetti. Poteva essere calma e placida, o in tempesta con spaventose e distruttrici onde alte grattacieli babbani. Ma poteva essere anche imprevedibile, magari sembrava tranquilla in superficie, e al contempo, nascondere nelle proprie profondità correnti tanto forti da affogare chi vi finiva.
    Il lento scorrere dell'acqua, il suo cadere sulla mano sporcata, bagnarla per poi cadere nel lavandino e continuare il suo percorso fino allo scolo l'aveva quasi ipnotizzata, tanto da dimenticarsi che stava aspettando un ospite...
    Un ospite "particolare".
    Gli aveva mandato la sua gufetta Gìl col messaggio scritto a mano su un foglietto di carta legato alla zampetta, più di un'ora prima. Quella piccola bestiolina alata era sorprendentemente intelligente e iperattiva, aveva con l'ordine di consegnare il messaggino e tenerlo d'occhio fino all'arrivo dell'ora indicata, allo scadere, si sarebbe attaccato sulla sua spalla e, nel caso il ragazzo non si fosse diretto verso i sotterranei, lo avrebbe beccato in modo non doloroso, ma abbastanza fastidioso fino a convincerlo a presentarsi pur di liberarsene.
    Naturalmente, se fosse successo qualcosa all'animale, Blake ne avrebbe pagato a caro prezzo.

    ...Non lasciare che il tuo Aspetto ti condizioni, solo TE puoi decidere chi essere...
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    Descrizione Aula QUI (2° post)


    Edited by LadyShamy - 20/2/2020, 23:30
     
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    Dopo quel maledetto consiglio e quelle scuse pubbliche ai genitori di quel tizio, Blake aveva cominciato davvero il suo personalissimo inferno. Dvoeva assistere e stare conun professore pe tutto il mese per i prossimi restanti cinque mesi. A turno, ognuno di loro avrebbe insegnato la disciplina a Blake. La cosa che faceva sorridere veramente il ragazzo, era che tutti erano convinti di poterci riuscire. Quello era il mese di Lancelot Olwen. Uno che Blake reputava un suo amico, uno che reputava alla sua altezza ed in un certo qual modo anche una sorta di famiglia. Lancelot era il fidanzato di Annie. Annie era per lui quello che era Aaron, ossia la sua famiglia. Blake che non ne aveva mai avuta una di famiglia, si rendeva conto che in quei momenti, era essenziale per raggiungere il suo obiettivo, ossia quello di non deludere ancora la sua famiglia e Lilith. Lace gli faceva fare tante cose, cose assurde ed allucinanti, ma quando ricevette quel messaggio di quella civetta, con scritto che doveva presentarsi ad un determinato orario nell'ufficio dell'insegnante di pozioni fece uno sbuffò e sorrise appena a quell'animaletto. Non si sanno coordinare tra di loro e poi vogliono insegnare qualcosa a me! Lo disse con voce pacata, lo disse tranquillamente accarezzando appena il manto morbidissimo e super curato della civetta della sua professoressa. Diciamo che Blake andava molto di più d'accordo con gli animali che con le persone. Non avrebbe mai fatto del male ad un esserino così bello e che gli trasmetteva tanta tranquillità, anche il suo Ares, che era seduto vicino a lui mentre svolgeva le sue attività oramai diventate quotidiane, guardò la civetta e con un'indifferenza disarmante, degna del suo padrone, si rimise a dormire, sbattendo la coda contro la gamba del padrone quando questo fece una dolce carezza al petto della civetta. Blake sogghignò e gli toccò appena la testa. Ehi... non essere geloso! Disse rivolgendosi ovviamente al suo gatto prima di posare il bigliettino della sua professoressa di fronte a lui per poi mettersi la sveglia un quarto d'ora prima dell'appuntamento per avviarsi. Doveva finire assolutamente delle cose per Olwen e doveva fare anche dei compiti arretrati. Poteva mai essere tanto impegnato con lo studio da non riuscire neanche più a vedere Lilith e Jesse o Jessica? Fece un respiro profondo e si mise concentrato su quello che doveva fare. Quando la sveglià suonò si rese conto che la civetta era ancora li, lui si stiracchiò, si alzò dalla sua scrivania e vide che erano passate almeno tre ore da quando non si alzava da quella sedia. Incredibile ma vero. Olwen era riuscito ad incatenarlo ad una scrivania con una sola lavata di testa. Forse insieme alla professoressa Ivanova, era l'unico che lo conosceva veramente bene. Sospirò. La civetta era ancora li, gli sorrise. Pipì ed andiamo dalla prof. Disse poi andando in bagno a fare i suoi bisogni fisiologici, si lavò le mani appena fatto, si sistemò i capelli, carezzò il suo gatto e poi fece segno alla civetta che potevano andare. Era li per sorvegliarlo no? Infondo la professoressa non lo conosceva, era abbastanza norale che si aspettava che non si presentasse neanche, ma Blake aveva tanti difetti, ma non era uno stupido. Prese il suo magifonino in mano ed andando verso la porta dell'ufficio della prof di pozioni si spulciò un pò istagram poggiando qualche cuore di qua e di la, per poi mandare un vocale a Lilith che suonava più o meno così "Clarke io sto andando dalla professoressa di Pozioni, non so cosa voglia, ma non ho avuto tempo di combinare nessun casino, quindi immagino che mi voglia dire qualcosa su mio fratello, comunque... stasera ceniamo insieme?" Inviò e poi una volta di fronte l'ufficio della docente bussò. Non aveva confidenza con lei ed in quel momento era così stanco che, per fortuna di tutti, era già placato. Attese che la professoressa rispondesse per farlo entrare. Certo, un comportamento completamente differente da quello avuto con il professor Olwen qualche giorno prima... ma infondo, la confidenza era pur sempre diversa. Ed inoltre lei aveva un aggravante che gli pesava sul collo, il fatto di averci provato spudoratamente con quello che era SUO, e soltanto SUO fratello.
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    Con ancora le mani immerse nella fredda acqua corrente, Airwen quasi sobbalzò al suono del bussare alla porta della sua aula.
    Non si aspettava si presentasse, figuriamoci che fosse così puntuale.

    << Entra pure.>>

    Chiuse il rubinetto, purtroppo la macchia sul dito non era andata via, pazienza avrebbe riprovato a casa.
    Si diresse di nuovo verso la propria cattedra, la sua camminata era involutamente sensuale, come sempre del resto, i lunghi capelli rossi si muovevano leggeri in delicate onde seguendo i suoi movimenti.
    Appena seduta, i suoi occhi di un blu profondo si concentrarono sul ragazzo facendogli un cenno di avvicinarsi per accomodarsi sulla sedia da lei già preparata al lato Sud del grande ripiano in legno rosso. Alle spalle del giovane, tre lunghi incesi accesi profumavano l'aria di Gelsomino, un fiore che favoriva il miglioramento dell'umore, calmando e rilassando chi lo respirava.
    Fu sollevata nel vedere la sua piccola gufetta sana e salva, addirittura a suo agio vicino il giovane.
    Un sorriso le sfuggì nel vedere quella scena alquanto buffa: Blake, il terrore dell'accademia, colui che aveva dato fuoco ad un ragazzo al ballo di Jule, si stava sedendo con quel piccolo animaletto piumato ben attaccato alla sua spalla.

    << Complimenti, stai simpatico alla mia Gìl.
    Avrebbe dovuto tenerti d'occhio per ricordarti dell'incontro e appena entrati mi aspettavo volasse sul suo bastone, magari per mangiare...
    - lo sguardo si mosse verso l'angolino vicino alle finestre incantate dov'era solito tenere il trespolo della guffetta con mangiatoia e abbeveratoio oltre ad un giochino per passare il tempo quando era all'accademia - ...invece è rimasta da te. >>

    Guardava la coppia visibilmente incuriosita e divertita.

    << Chissà come reagirebbe la mia Kary in tua presenza... Si struscerebbe facendo le fusa o si farebbe le unghiette su di te?>>

    Era un pensiero più rivolto a sè stessa che al ragazzo.
    Lo osservò con più attenzione, poichè a lezione si calava nei panni dell'insegnante e per lei diventava uno studente qualunque.
    Era indubbiamente un bel ragazzo, alla sua età aveva fatto colpo su ragazzi carini quanto lui, forse anche di più, ma era il carattere ciò che più di tutti aveva attratto il suo interesse.
    Il ribelle, focoso, scoppiettante di vita Barnes le ricordava lei stessa alla scuola di Hogwarts.
    Quante ne aveva combinate per attirare l'attenzione dei genitori, niente di grave naturalmente, non aveva mai dato fuoco ad una compagna, anche se, dovette ammettere a se stessa, che il pensiero le era balenato ogni tanto nella testa... soprattutto nei confronti di quelle stronze che le avevano giocato quel brutto "scherzo" nella foresta proibita di cui potava ancora i segni sulla propria pelle.
    Eppure col suo innaturale fascino era sempre riuscita a scamparla giusto con una raccomandazione e una sgridata, massimo una lieve punizione.
    Una ex-Grifondoro come lei non sarebbe potuta esser diversamente da una ribelle, coraggiosa, disposta ad andare contro il mondo per giustizia.
    E ora era lì a fare l'insegnante di Pozioni, e Druida a Denrise. Chi l'avrebbe mai detto?
    Poteva diventare un auror col caratterino e la sua abilità nei duelli... ma chissà se suo padre lo avrebbe accettato o si sarebbe opposto, infondo lui stesso avrebbe fatto l'auror se non fosse stato costretto dal nonno di Airwen a prendere in mano l'impero degli O'Neill.
    Blake era una bomba che se innescata portava distruzione al suo passaggio, invece il fratello faceva il medimago tirocinante. Che cosa ironica.
    Senza rendersene conto, cercò in Blake i tratti del viso di Aaron, i capelli erano del colore quasi opposto, ma quegli occhi... erano di un azzurro così chiaro... non tanto come quelli ghiaccio del maggiore, ma ugualmente affascinanti.
    Si morse il labbro inferiore come quando era nervosa.
    Chiuse gli occhi e con la mano si massaggiò le tempie, il gomito appoggiato alla liscia superficie.
    Non doveva pensare a lui. Per quello che ne sapeva non l'aveva ricontattata perchè occupato o perchè minimamente interessato a lei.
    Eppure la sua voglia di rivederlo non si era assopita in quel periodo, anzi era preoccupata... Si chiedeva della sua laurea, di come avesse reagito alla notizia che il suo fratellino a lui tanto legato da come ne parlava al loro primo incontro, aveva dato fuoco ad un coetaneo e rischiato addirittura l'espulsione. Stava soffrendo? Aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi?
    No. Aveva la sua migliore amica Annie da quello che ricordava, probabilmente non l'avrebbe cercata neanche se avessero mantenuto i rapporti.
    Aprì gli occhi e raddrizzò la schiena.
    Non era lì per farsi domande su Aaron, ma per concentrarsi su Blake.

    << Tornando a noi.
    Ti ho fatto venire qui per spiegarti cosa riguarderà la tua punizione quando sarà il mio turno di occuparmi del tuo "obbligo disciplinare".
    Non te l'ho detto a lezione o aspettato direttamente il giorno perchè si tratta di qualcosa un po'... diverso dal solito.
    Ora dimmi: secondo te, quali sono le cose più importanti per un pozionista o docente di pozioni?
    Cosa richiede questa materia, sia dal punto di vista comportamentale, sia proprio materiale.
    Prova a dirmi qualche risposta e vediamo se indovini. Saputa la risposta, capirai subito in cosa consisterà la tua punizione.>>


    Attese.
    Benchè quello che aveva letto sul ragazzo e in parte le era stato raccontato, non ne era spaventata, anzi avrebbe potuto quasi dire affascinata, incuriosita, voleva provare ad entrare un poco nella sua testa, capire come ragionava, e cosa innescava le sue reazioni.
    Forse stava facendo una cavolata, ma non si sarebbe certo tirata indietro.
    Per questo aveva pensato ad una punizione "tutta speciale".

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    La professoressa aveva risposto con un "entra pure" e lui era semplicemente entrato. La guardò lavarsi le mani e poi andare verso la scrivania. Il suo atteggiamento era quello di una professoressa capace, bella e giovane. Aaron aveva ragione ad averla descritta in quel determinato modo. Lui dal canto suo non vedeva niente di quello che Aaron vedeva nella sua professoressa. Infondo Blake, quando si trattava del fratello, era critico fino allo stremo, non si lasciava intimidire ne tanto meno lasciava che le parole di qualcuno lo condizionassero per una sua personalissima opinione. La compagna di Aaron doveva essere perfetta come lui stesso vedeva perfetto suo fratello. Ovviamente nessuno era perfetto agli occhi di Blake, neanche Annie, ma lei era la sua migliore amica e non la sua possibile fidanzata. Guardò la docente osservandola attentamente in tutti i suoi movimenti e quando gli fece segno di andare a sedersi lo fece, esattamente dove lei aveva indicato. La sua civetta rimase li vicina a lui e lui senza pensarci le accarezzò di nuovo il petto. La sentì vibrare sulla sua spalla e poi sogghignò a quanto appena asserito dalla docente. Si voltò verso di lei per guardarla. é evidente che gli animali sanno giudicare le persone meglio degli umani... ma comunque, lei non mi conosce quindi gli concedo di aver avuto questo piccolo dubbio. I suoi occhi azzurri erano puntati in quelli di Airwen. Era sempre stato un tipo sfrontato, non aveva mai abbassato lo sguardo davanti a nessuno e non lo avrebbe fatto neanche in quel momento. Quello era lui e lui era fiero di essere in quel modo. L'unica cosa che aveva ereditato da suo padre e che davvero gli piaceva era proprio quella fierezza. Sono una persona che risulta essere sempre piacevole! Eh si, era una cosa di cui non solo era convinto, ma comunque anche il tempo glielo aveva confermato. Era una di quelle persone che sia nel bene che nel male, non passavano mai e poi mai inosservate. Blake veniva notato per la sua strafottenza, per il suo stile, per il suo modo di vestirsi, ed anche per quello di parlare o di comportarsi, non serviva per forza strafare, bastava che lui fosse presente e sarebbe stato notato. Non era dotato di una bellezza stratosferica,. c'erano molti ragazzi che in quanto ad aspetto erano molto più belli di lui, ma Blake brillava di luce propria, Blake aveva un carisma ed un portamento fuori dal comune che non gli permetteva di rimanere invisibile. Sorrise ancora in maniera furba quando la docente concluse che si aspettava che la civetta si allontanasse da lui ed invece era rimasta con lui. é il fascino dei Barnes...E quella era una chiara frecciatina alla docente per farle capire che lui sapeva di quanto lei fosse interessata a suo fratello. Lo spaeva perchè Aaron aveva ripreso araccontargli qualsiasi cosa della sua vita, veva ripreso a dirgli che dovevano assolutamente parlar ed invece di andare a dare fuoco alle persone, doveva sfogarsi con lui, come avevano sempre fatto. Fece un respiro profondo per la considerazione di Airwen ed ancora una volta si ritrovò a ghignare. Glielo dico io... farebbe le fusa! Ho un gatto anche io, che ha un carattere... particolare, e mi adora. Non penso che la sua Kary sia più complessa del mio Ares, quindi credo che farebbe le fusa o comunque, come al solito, mi lascerebbe una possibilità!Blake non era solamente presuntuoso, Blake credeva nelle sue capacità, nel suo essere sempre un passo avanti agli altri e lo dimostrava sempre, costantemente, lo dimostrava con i suoi atteggiamenti sui generis, con il suo prendersi comunque sempre le sue responsabilità, con il suo essere punito sempre e non tirarsi mai indietro neanche quando sapeva che quello che aveva fatto era veamente sbagliato o veramente giusto. Quelle frasi non erano state dette con spavalderia, erano state dette con convinzione. Volevano conoscere il vero Blake, ecco... allora sarebbero stati serviti! Attese che la docente gli spiegasse il motivo per il quale era li, anche se in realtà quasi lo immaginava, e poi rimase quasi interdetto da quello strano silenzio che si era creato. Si guardò un pò in torno per poi tornare a guardare la donna negli occhi, sentì la sua domanda e fece un minuto di silenzio. No, non stava riflettendo sul cosa dire, stava riflettendo sul perchè mai doveva subire tutto quello senza nessun senso. Ovviamente con la faccia di culo che si ritrovava, la docente non avrebbe mai sospettato di tutto quello che passava davvero in testa al ragazzino, quella era una delle qualità che Aaron aveva trasmesso al fratello. Sbagliata? Giusta? Ancora non riusciva veramente a capirlo, ma comunque fece roteare il collo e si mise più comodo sulla sedia. Immagino che il tutto si possa racchiundere in due parole: attenzione e competenza. Essere attenti vuol dire essere precisi,scrupolosi, saper gestire l'ansia, le paure, e le circostanze che si hanno intorno. La competenza racchiude tutto il mondo del sapere, quindi bisogna conoscere le varie reazioni, i vari ingredienti e le varie composizioni. Rispose tranquillamente alla sua domanda. La materia preferita di mio fratello ad Hogwarts era pozioni. E lui mi ha sempre detto questo: " un bravo medimago deve essere anche un bravo pozionista, competenza ed attenzione sono gli unici ingredienti che ti servono per avere successo!" Lo disse con lo stesso tono del fratello e buttare in mezzo suo fratello non era certo casuale.
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    Come poteva aspettarsi dal "famoso Blake" si presentò subito con un commento che avrebbe forse "offeso" un normale insegnante, ma certo non lei.
    Era sicuramente presuntuoso e altezzoso, il tipico ribelle che si credeva il re dell'accademia e se ora si "comportava bene" è per suo interesse personale... Ma la cosa non le creava problemi, infondo ne aveva conosciuti di ragazzi così e non l'avevano mai spaventata, anche perchè, di solito, dietro la facciata arrogante nascondevano una mancanza di qualche tipo, che fosse affetto, attenzioni o traumi infantili.
    Come lo sapeva Airwen?
    Perchè da giovane era una versione di Blake ma meno "estrema" e tutto perchè aveva un disperato bisogno delle attenzioni del padre, unico genitore rimasto e sempre occupato col lavoro.
    La cosa che più la faceva arrabbiare, era che il padre non aveva mai capito il motivo di quel suo comportamento, la credeva solo una ribelle viziata, quando degli oggetti materiali non gliene fregava niente.
    Per carità alla fine sapeva che Killian amava le figlie sopra ogni cosa e le considerava il suo tesoro più prezioso, ma dirigere un'azienda di quelle dimensioni e amministrare città e terreni ereditati dal padre a sua volta (nonno di Airwen) non era facile e portava via tutto il suo tempo.
    A malapena riusciva ad esserci alle festività celtiche più importanti come Yule, Beltane ecc.
    E poi le frasi di Blake, anche a lezione, la facevano sorridere, era un continuo provocare la sua pazienza che invece di infastidirla, la divertiva...
    Forse era masochista.

    << Mi trovo a darti ragione caro Blake.>>

    Si chinò verso di lui in modo da avvicinare il volto alla civetta, e inevitabilmente al giovane studente.
    Lentamente allungò un dito per accarezzare anche lei la creaturina piumata che stava comoda sulla sua spalla per poi continuare...

    << Gli animali hanno un sesto senso, riescono a capire ad un primo sguardo se la persona che hanno davanti è degna di fiducia o è meglio starne alla larga.>>

    Casualmente la sua Kary si era sempre mostrata distaccata col suo ex, quello che le aveva spezzato il cuore anni prima, non si faceva toccare e stava continuamente in disparte a guardarlo, come che lo tenesse d'occhio da lontano. A volte capitava si avvicinasse e se seduti sul divano o stesi nel letto, si infilava tra loro due. Airwen aveva sempre pensato lo facesse perchè non riceveva il solito quantitativo di attenzioni e coccole a cui era abituata...
    Quando poi si era scoperta la verità su di lui, iniziò a vedere quegli strani comportamenti del felino, sotto un'altra ottica.

    << Vedono l'aura della gente, oppure è solo un loro istinto animale che li porta ad avere certi atteggiamenti verso alcune persone e l'opposto con altre. Dovremmo imparare più dagli animali, come l'importanza che danno alla vita, raramente un animale uccide se non costretto per sopravvivere...
    E sicuramente non danno fuoco a compagni di classe per quanto si meritasse una punizione "indimenticabile".>>


    Lo aveva detto volutamente guardando Blake dritto negli occhi, ma il suo sguardo non era arrabbiato o deluso, solo preoccupato perchè con quel gesto passava lui da "cattivo" invece di chi doveva esser veramente punito che così sembrava la vittima, tanto da ricevere scuse pubbliche.
    Quando tirò fuori la battuta sul "fascino dei Barnes" un allarme si accese nella testa della professoressa, confermato poi dal sorrisetto furbo che si stampò in faccia.

    [Bene bene... A quanto pare i fratelli chiacchierano tra loro... Devono aver superato la fase "Aaron lo insegue per ammazzarlo e Blake scappa per salvare le chiappe". Ci sarà da divertirsi!]

    << Oh Sì, il fascino dei Barnes è qualcosa che ti colpisce... perchè i Barnes non si comportano mai come ti aspetteresti.
    Negli anni ti abitui a certe reazioni, certi atteggiamenti, comportamenti diventati quasi scontati, che spesso neanche vuoi, non li chiedi.
    E poi incontri "un Barnes", che non si comporta come tutti, anzi tira fuori un aspetto del tuo carattere ormai rimasto tanto assopito che non ricordavi neanche di avere, e che ti esalta tornare finalmente ad usarlo.>>


    Aveva volutamente parlato in modo criptico.
    Le sue parole potevano esser interpretate sia riferite a Blake sia ad Aaron.
    Inevitabilmente ripensò all'incontro col fratello maggiore, a come l'aveva provocata, sfidandola coi gesti e parole, facendole venire voglia di rimettersi in gioco benchè l'enorme delusione passata... Non era caduto ai suoi piedi appena si era mostrata interessata a lui, anzi l'aveva tenuta sempre sul filo del rasoio, e il bisogno di fargli perdere il controllo, di metterlo in posizioni destabilizzanti, era montato dentro di lei diventando la cosa più divertente e stuzzicante che potesse provare da tempo.
    Si tolse dalla testa il viso di lui così vicino al proprio, le labbra ad un cm tra loro, eppure entrambi avevano resistito, il suo respiro caldo sul collo mentre le sussurrava quelle provocazioni e il cuore che le esplodeva nel petto quando gli era salito sopra per bloccarlo contro la rete del tetto.
    Un sorriso tra il divertito e la sfida le comparve mentre accettava in silenzio il gioco lanciato dal ragazzo con la sua frecciatina.

    << Un giorno dovremmo farli incontrare, sarebbe interessante vedere come interagiscono. - prese un foglio bianco, e intanto che lo posizionava davanti a se, la penna poco distante, aggiunse senza guardarlo - Sì, penso ti lascerebbe una possibilità. Ma ha unghiette parecchio affilate, nel caso senta tradita la sua fiducia.>>

    Stava ancora parlando della gatta o di lei stessa?
    Vedeva in quel ragazzo un potenziale che col suo gesto imperdonabile aveva rischiato di gettare alle ortiche, ma per fortuna sembrava aver capito che non poteva permettersi altre cazzate. Lo aveva difeso per evitargli l'espulsione perchè non le sembrava la giusta cosa da fare, ma se avesse rifatto una simile pazzia, neanche la Dea Madre lo avrebbe salvato.
    Quando il ragazzo iniziò a rispondere alla sua domanda, iniziò ad annotare alcuni concetti sulla pergamena appena preparata, nella sua bella calligrafia tutta svolazzi dal tratto sottile e delicato, come poi poteva apparire lei da fuori.
    Le apparenze avevano sempre ingannato chi credeva di conoscerla. le avevano dato della superficiale, della manipolatrice, subdola approfittatrice, quando spesso non era neanche lei a cercare certe attenzioni, soprattutto invidie e vantaggi ingiusti.
    Quante volte si era scusata per cose che non aveva mai fatto?
    Quante volte aveva cercato di spiegare la sua innocenza inutilmente?
    "Mi hai rubato il ragazzo, è colpa tua se mi ha lasciata e ora ci sta provando con te!" un ragazzo a cui non aveva mai rivolto manco uno sguardo, con cui aveva solo delle lezioni in comune.
    "Il professore ti ha dato un voto più alto perchè sei bella e ci flirti! Scommetto che te lo porti pure a letto per avere una media tanto alta" quando invece studiava con costanza ed era sempre diligente e attenta in classe.
    Col tempo aveva smesso di starci male, semplicemente si faceva scorrere via parole e gesti... Fino a quella orribile notte, di cui portava i segni sulla propria pelle, al momento magicamente ben nascosti.
    Dopo quell'evento, iniziò a rispondere col sarcasmo e l'ironia, combattendo l'ignoranza in modo furbo e intelligente.
    Era per quel motivo che non voleva succedesse la stessa cosa a Blake. Col suo comportamento rischiava di passare per quello che a suo parere non era. Lo osservava a lezione, anche se non perdeva l'occasione per fare il "simpatico", era attento e capace, non andava neanche male nella sua materia, cosa che sarebbe dovuto succedere se fosse stato lo studente irascibile, senza controllo, un pericolo pubblico come da molti descritto.
    Aveva ascoltato la sua spiegazione e rimase intedetta.

    << Sì, tutto quello da te detto è giusto. Ammetto che mi aspettavo una risposta molto più semplice e pratica, invece mi hai lasciata piacevolmente stupita.
    Pozioni richiede di essere sia attenti e competenti su reazioni e proprietà ricavabili dai vari elementi, ma anche intuitivi.>>


    Quando il ragazzo aggiunse che era la materia preferita di Aaron, le vennero in mente le parole dell'uomo "quando andavo ad Hogwarts io adoravo pozioni ed ero anche abbastanza portato", ma non le sembrava il caso di rispondergli con un "lo sapevo già", preferì tenersi per sè quel dettaglio limitandosi a sorridergli.

    << Tuo fratello ha ragione. I Medimaghi devono avere una propensione alla creazioni di Pozioni, o almeno alla loro replica senza sbagli.
    saperla creare permette di conoscerla, conoscerla significa somministrare le giuste cure ai pazienti a cui non basta un semplice incantesimo di guarigione per riprendersi.>>


    Appoggiò la penna a lato degli foglio e incrociò le braccia al petto, come gesto istintivo strisciava l'indice contro il pollice nel punto dove si era macchiata con l'inchiostro, ma tanto non sarebbe andata via senza un solvente.

    << Se servisse inventarsi una pozione di qualsiasi genere, cosa assolutamente non facile e che richiede anni di esperienza e studi, ergo non ci provare, dovresti valutare cosa scegliere in una vastità di ingredienti enorme, le loro reazioni abbinandoli tra loro, temperatura del calderone necessaria per liberarne le qualità, tecniche di lavorazioni, addirittura il momento di raccolta.>>

    Detto ciò, si appoggiò allo schienale della propria sedia e accavallando le lunghe gambe, un sorriso quasi eccitato sul volto, sciolse le braccia per riprendere la lunga piuma che usava per scrivere e rigirarsela nelle dita della mano destra, giocandoci quasi senza accorgersene.

    << E con le mie ultime parole ti ho appena rivelato in cosa consisterà la tua punizione: questa materia, dal punto di vista "materiale" richiede proprio INGREDIENTI. Senza, non puoi creare Pozioni. - fece una breve pausa per poi continuare - Verrai con me a raccogliere e reperire gli ingredienti necessari per delle pozioni che spiegherò in classe. Dovrai alzarti presto e inizieremo dalla foresta di Denrise, dove abito quando non sono qui all'accademia o casa mia in Irlanda.>>

    Scrisse su un pezzetto di carta a portata di mano il suo indirizzo e glielo allungò.

    << Qui è dove abito. Usa la metropolvere che ti farà uscire dal mio cammino, ho l'abilitazione lavorando sia qui in accademia sia come druida a Denrise e dovento tornare a casa in Irlanda con regolarità.
    Inoltre, un uccellino "alquanto interessante", si è lasciato sfuggire al nostro incontro che non sei molto bravo con la Smaterializzazione. Di quella me ne occuperò io così da riportarti in accademia prima di cena... e se ti servono ripetizioni, sarò ben felice di dartele.
    Abbiamo casualmente proprio un giorno in cui io sono libera e tu perderesti solo 2 lezioni avendo le altre libere. Ho già parlato coi tuoi professori e a loro va bene, mi passeranno le lezioni così potrai studiartela e non restare indietro... anche se, penso non avresti problemi a trovare compagni di classe pronti a darti ripetizioni.>>


    Era esaltata all'idea di avere un assistente ad una delle sue "raccolte ingredienti", sempre sperando non facesse esplodere la foresta per un qualche motivo.

    << Sia ben chiaro, non si tratta di una scampagnata nei boschi.
    Qui ci sono scritti gli ingredienti che cercheremo, mi ci farai una piccola ricerca così da non esser completamente impreparato quel giorno, come detto prima: la conoscenza è importante in questa materia. Non si tratta di un compito, semplicemente te li leggi e impari, se vuoi portarti due appunti nessun problema.>>


    Attese di vedere la sua reazione alla notizia di cosa avrebbe fatto durante la sua giornata in punizione con lei.









    ...Non lasciare che il tuo Aspetto ti condizioni, solo TE puoi decidere chi essere...
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    Edited by LadyShamy - 16/3/2020, 04:56
     
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    Blake aveva un carattere facilmente fraintendibile. Nessuno capiva che on era un pazzo istintivo che faceva le cose a caso, Blake diventava pericoloso quando si sentiva sotto minacci,a per il resto era una persona normalissima, forse semplicemente con un ego sproporzionato e con una determinazione sopra la norma. Perchè era così? Perchè suo nonno ed Aaron lo avevano ammaestrato come un bravissimo imprenditore, tanto che all'età di 14 anni aveva stretto un accordo per comprare il suo prim hotel, a Dubai e da solo. Non era uno stupido, non era uno sprovveduto e sapeva stare in mezzo agli adulti. Nessuno capiva che quando faceva qualche cazzata era perchè non aveva altra scelta, o almeno era quello che pensava lui. Aveva imitato Lance perchè aveva paura di perderlo, aveva deciso di buttarsi immezzo alla nebbia perchè aveva paura per Lilith, aveva dato fuoco a quel tizio perchè non voleva che qualcuno ridesse di lui per un suo sentimento e di conseguenza Lilith non la vedesse come una cosa ridicola. Oltre a quei tre episodi, del tutto ravi e senza nessuna giustificazione, non aveva mai fatto niente di profondamente stupido. Il problema erano le risse a scuola? Eppure erano state fatte perchè aveva difso una sua compagna di classe, oppure la sua fidanzata, niente di più niente di meno. Poi, si, Blake Barnes era un tipo prepotente, arrogante ed esuberante, ambizioso oltre ogni limite. Quello nessuno lo metteva in dubbio... ma tutto il resto? Nessuno ci aveva mai capito niente e, fondamentalmente, Blake non pensava che Airwen fosse l'eccezione che confermasse la regola.E poi lei aveva un'aggravante, aveva messo gli occhi addosso a qualcosa che era suo, suo e basta. Aaron era il suo sangue, era il suo unico e vero tesoro e non ci sarebbe stata nessuna donna che lo avrebbe portato via da lui! Imparerà presto che è veramente raro che io non abbia ragione! Ed era l'unica cosa che si sentiva di dire in quel preciso istante, anche perchè, la verità, era che Blake si sentiva sempre dalla parte della ragione, anche quando aveva dannatamente torto, ma infondo a cosa serviva dargli torto quando era talmente tanto bravo a rigirarsi la frittata che alla fine ti convinceva che aveva ragione? Infondo non era quello che era successo al consiglio? Tutti quanti gli avevano dato una possibilità perchè nonostante avesse torto... aveva le sue ragioni e quindi doveva essere aiutato. Blake si ritrovò a sogghignare per quel suo stesso pensiero. Sicuramente aveva bisogno di aiuto, ma era sempre lui a decidere a chi chiederlo e come farlo. Infondo si era rivolto alla preside quando la docente di artimanzia gli aveva preso la bacchetta senza alcun senso, si era rivolto ad Eva per cercare Lilith, si era rivolto ad Ensor per fargli capire determinate cose. Blake chiedeva aiuto a modo suo, erano loro che non lo capivano. Comunque Airwen era nuova di li ed infondo Blake adorava mietere nuove vittime e distruggere nuove speranze. Quindi la docente parlava e lui ascoltava. Annuì alle sue parole sugli animali senza dire altro. E poi sogghignò quando parlò del fascino dei Barnes. Blake non era stupido e sopratutto lui e suo fratello si dicevano veramente qualsiasi cosa. Era raro che avessero davvero dei segreti tra di loro. Magari Aaron era un pò più riservato, ma Blake, al fratello gli diceva anche quante volte andava in bagno! Aaron è molto più imprevedibile di me, anzi... se proprio vogliamo dirla tutta io sono una delle persone più prevedibili, limpide e cristalline sulla faccia della terra. Mi si legge in faccia qualsiasi cosa. L'unica cosa che non capirà mai di me, ne lei ne gli altri, è quando sto soffrendo, ma non è una cosa che deve interessarvi... quindi... Mio fratello le ha risvegliato, cosa esattamente? Lo sapeva che no stava parlando di lui perchè Blake, effettivamente, aveva un carattere così lineare che era impossibile la sua imprevedibilità, o meglio, era instabile e l'instabilità portava sicuramente a fare cose sopra gli schemi, ma i suoi schemi erano sempre gli stessi... invece Aaron, Aaron era qualcosa di seriamente imprevedibile ed illegibile perchè era sempre nello stesso modo all'esterno. Se non voleva farti entrare, non ti faceva entrare neanche sotto tortura, Blake invece era così emotivamente instabile che bastava semplicemente toccare i tasti giusti e ti urlava in faccia tutto quello che provava, seppur lui non se ne rendeva propriamente conto. Sa...è sempre così, le persone si fermano alle apparenze, riescono ad essere così dannatamente superficiali che non si rendono conto di quando una persona, di fronte a loro, la sta prendendo in giro oppure quando fa seriamente. Quindi si, certo, se non si fida della sua civetta sarebbe carino incontrare il suo gatto... Ed Ares sarebbe altrettanto contento di conoscerla, sia a te che alla sua gatta. Sarebbe carino anche sapere cosa ne pensa Athena, il gatto di Aaron. Lei si che sarebbe una prova del nove! Infondo gli animali domestici erano destinati a prendere lo stesso temperamento e carattere del proprio padrone, ed Athena ne era la prova vivente! Infondo non poteva non saperlo e Blake non si sarebbe mai lasciata scappare un'occasione per metterle ansia e metterla in difficoltà! Quando ebbe finito di parlare si sistemò meglio sulla sedia posando i suoi gomiti sui braccioli delle sedie e poi sospirando. Vede professoressa O'Neill lei non si aspettava questa risposta da me perchè lei non conosce niente di me, conosce solamente quello che è stato detto al consiglio e quello che ha potuto notare a lezione. Ma a lezione io faccio solamente il mio dovere e nient'altro. Quindi... certo che non si aspettava una risposta del genenre da me, perchè non può farlo, non ha la conoscenza ne tanto meno, almeno al momento, la competenza di aspettarsi qualcosa di preciso dal sottoscritto. Il fatto era che Blake si conosceva bene invece, non le stava dicendo qualcosa per indispettirla, stava semplicemente facendo una costatazione di fatto per qualcosa che era successa per la seconda volta. Ossia lo stava sottovalutando. Odiava essere sottovalutato perchè odiava dover andare in giro a dimostrare quanto valesse. Quello non era un suo problema, perchè a lui non fregava niente di sembrare bravo e bello agli occhi degli altri, le opinioni degli altri non gli interessavano. Sorrise quando disse che Aaron aveva ragione a dire che i Medimaghi dovevano saper utilizzare con attenzione le pozioni e qualsiasi altra cosa. La acoltò interessato, davvero sarebbero andati a fare qualcosa di pratico? Ne era sollevato, non ce la faceva più a stare dentro le aule di lezione o negli uffici degli stessi professori, ma si ritrovò a sogghignare, di nuovo. Può riferire al suo uccellino interessante che la smaterializzazione è proibita fino al compimento della maggiore età e per questo, da questa accademia, come il Ministero ha deciso, verrà insegnata dal terzo hanno in poi... Non ho problemi a smaterializzarmi è che non posso farlo perchè nessuno ce lo ha ancora insegnato. Ma se vuole può parlare con il professore di Astronomia e far anticipare tale lezione al secondo ann! Infondo lei è una sua collega ed inoltre dovrebbe anche conoscerlo il regolamento studentesco... giusto?Mai sanguinare di fronte agli squali. Per il resto annuì e prese il fogliettino che la stessa professoressa gli aveva lasciato. Sa una cosa invece? Lei è esattamente come me l'aspettavo. Il che detto così poteva anche sembrare qualcosa di negativo, ma invece Blake ne era rimasto piacevolmente sorpreso. Ma non lo avrebbe detto neanche sotto tortura. Le farò una relazione e non faccia l'errore di sottovalutarmi di nuovo! Non ce la faceva, doveva dire per forza quello che pensava veramente o non si sarebbe dato pace.
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    Non si sarebbe mai abituata a quanto quel ragazzo riusciva ad esser superbo ed egocentrico, ma si chiese se il suo atteggiamento era solo una "difesa" al mondo che lo circondava o se lo pensava veramente... Sicuro ne era consapevole, ma quanto faceva parte del suo essere e quanto solo una reazione per proteggersi?
    Il sorriso della giovane professoressa vacillò quando disse che nessuno poteva capire quando soffriva...
    Sentì una profonda solitudine, quasi rassegnazione in quelle parole, era probabile che lo facesse per evitare argomenti scomodi, che rompevano l'immagine che aveva creato ormai di sè.

    << Sai, a volte non è così terribile mostrarsi deboli.
    Soffrire purtroppo fa parte della vita, ma se non lo esterni mai, la gente non potrà mai aiutarti.
    Siamo umani, è normale provare dolore.
    E' successo a tutti, anche a tuo fratello in passato, ma si supera, col tempo e se aiutati anche prima.
    Ci sono cose che non possiamo controllare, e se si tratta di sentimenti tristi, qualcosa che ci ha feriti, inevitabilmente finiamo per star male e nasconderlo alla lunga rischia di logorarci dentro, fino ad arrivare alla nostra anima.>>


    Si avvicinò a lui, davanti ai suoi occhi c'era un ragazzo che nascondeva una triste storia dietro ad un bel faccino ribelle.
    Ciò che si poteva capire dall'atteggiamento della donna era che verso Blake non provava risentimento per ciò che aveva fatto, solo simpatia e una profonda tristezza... Perché se era arrivato al cedere ad un istinto tanto distruttivo come voler bruciare un compagno di scuola, cosa poteva aver passato di tanto doloroso?

    << Sei umano, coi tuoi lati positivi e negativi, ma finchè terrai dentro sempre quelli che ai tuoi occhi sono emozioni deboli, come il mostrarsi sofferenti, non li supererai mai.
    Hai un animo buono, non lasciare che venga corrotto dal dolore e dalla rabbia.
    Lascia che chi ti ama veramente entri non solo nella tua vita, ma nel tuo animo... Affidati di più a chi ha mostrato di meritare la tua fiducia e supera i momenti bui seguendo la luce che accenderanno per te.>>


    L'improvviso cambio di argomento del giovane non la stupì.
    Si barricava di nuovo dietro alle sue difese e non sarebbe stato insistendo che l'avrebbe aiutato a riabbassarle.
    Così lo seguì, anche se alquanto imbarazzante poichè riguardava il fratello maggiore.

    << Mi ha risvegliato l'interesse.
    Anche se ho solo 25 anni, ho sofferto parecchio e spesso per amore, ho incontrato ogni tipo di ragazzo, ma nessuno si era mai mostrato... "degno d'interesse" come tuo fratello.
    - lo sguardo di Airwën si volse alla finestra incantata, non guardava il ragazzo per non fargli leggere quanto in verità stesse nascondendo dei suoi sentimenti - A volte i ragazzi sembrano fatti con lo stampino: vogliono la bella e popolare credendola un trofeo, qualcosa che faccia sentire loro "migliori" e li faccia apparire davanti gli altri "più fighi", ma non si rendono conto che la ragazza in questione ha una testa e un bel caratterino, oltre a sentimenti.
    Non sai quante volte sono stata "corteggiata" con tante belle promesse, per rivelarsi solo bugie... E i bravi ragazzi, o neanche si avvicinavano a me, o mi vedevano così irraggiungibile che quando scoprivo la loro cotta, avevano già trovato un'altra.>>


    La voce era bassa e triste, ma non addolorata, ormai aveva accettato e superato il suo passato burrascoso, era più una sorta di rassegnazione quella che si poteva intuire.
    Tornò a guardare il ragazzo negli occhi, un timido sorriso le comparve sul viso, un sentimento stava nascendo nel suo petto, tanto bello quanto pericoloso...

    << Con Aaron è stato diverso.
    Non puntava a conquistarmi, per quanto io lo abbia provocato ha sempre mantenuto il controllo, non ha ceduto "al mio fascino" e anche se ti sembrerà una cosa stupida, non era mai successo. E ciò mi ha "intrigata" se così si può definire.
    Credo possa aver "aiutato" l'amore che prova per te e il senso di protezione nei tuoi confronti.
    E questo sentimento è bellissimo...
    Ho una sorellina che frequenta ancora Hogwarts e che amo con uno fibra del mio essere, quindi posso capire cosa prova.
    Essere amati così tanto, come ciò che prova Aaron per te o come quello che provo io per la mia Elenìe, Elly come la chiamo io, sarebbe... bello... perchè di un amore così forte puoi fidarti, nasce dal cuore, lega due anime in un modo che niente e nessuno potrà separarle.
    Una fiducia pura e forte l'uno nell'altro tanto meravigliosa quanto rara...>>


    Sul suo volto il leggero imbarazzo di quei sentimenti condivisi con un membro della famiglia Barnes tanto vicino e importante.
    Aveva parlato con Blake nel modo più sincero possibile, perchè era veramente attratta ad Aaron, forse era un sentimento traducibile più col termine "colpo di fulmine".
    Le succedeva raramente di provare emozioni simili per un ragazzo appena conosciuto, l'ultima volta si era ritrovata col cuore spezzato, e se l'aveva superato era con la promessa di non buttarsi più in una relazione così ad occhi chiusi... Ma con Aaron le era tornata la voglia, e le era sembrato a sua volta interessato a lei, quindi magari avrebbe funzionato...
    Le aveva lasciato l'articolo medico come scusa per rivederlo no?
    Era spaventata da quella situazione, per la prima volta non sapeva se doveva aspettare o fare la prima mossa... Si era promessa di non farsi più ingannare dai bei faccini, ma provava un bisogno di vederlo quasi "fisico".
    La voglia di sfidarlo, di provocarlo, di fargli perdere quel controllo che si ostinava ad avere anche in sua presenza.
    Il gioco della conquista non era mai stato più difficile per lei ed era esaltata all'idea di giocare.

    << Comunque non siamo qui per parlare di tuo fratello, ma della tua punizione.
    Mi hai frainteso, mi sono stupita della tua risposta, non perchè non ti ritengo in grado di pensare ad una cosa così profonda e vera, ma perchè, di solito alla vostra età, la risposta più semplice è sempre la preferita.
    Mi aspettavo rispondessi con "Un calderoni e ingredienti probabilmente schifosi" invece mi hai fornito una spiegazione tanto bella e giusta che mi hai lasciata piacevolmente stupita.>>


    Il sorriso tornò sul suo volto.

    << Come dicevo all'inizio, sei un ragazzo intelligente e buono, ma tendi a nascondere certe emozioni dietro l'aspetto del ribelle, accumulando energia negativa finchè non esplode in gesti sconsiderati. E come già ti ho detto mi dispiace perchè poi ci rimetti anche quando non è giusto.
    Come nel nostro caso: col compagno bruciato, scuse pubbliche ad un ragazzo che non se le merita e te in punizione col rischio di esser espulso se non fai il bravo studente.>>


    Gli allungò la lista che aveva scritto prima del suo arrivo, sopra vi era una serie di piante con tanto di nome latino su cui si sarebbe dovuto preparare per il loro incontro-punizione.

    lista-ingredienti-x-BLAKE





    << Ecco cosa andremo a raccogliere a Denrise tra qualche mese. Hai tutto il tempo per studiarti queste piante e ti interrogherò durante la tua punizione, se risponderai bene, potrebbero esserci crediti bonus per te nella mia materia.>>

    Gli fece l'occhiolino e dopo che il ragazzo ebbe preso il foglio scritto, la gufetta volò sulla spalla della padrona.

    << Se non hai altro da chiedermi, puoi andare, non vorrei portarti via altro tempo. - stava per concludere, ma poi si morse il labbro inferiore e un poco imbarazzata, aggiunse prima che se neandasse - E quando lo sentirai, salutami Aaron...>>

    Si fermò dalla tentazione di aggiungere altro, tipo "Digli che lo sto aspettando" o "Chiedigli se gli andrebbe di rivedermi"...
    Non voleva sembrare disperata o più presa di quanto volesse far vedere.
    L'articolo che gli aveva sottratto per gioco, era nascosto in uno dei cassetti di quella stessa scrivania, quella a cui si sedeva ogni giorno, e nelle pause, le capitava di tirarlo fuori per ridarci una letta, o anche solo per sfiorarlo e ricordare quell'incontro.

    Una brutta sensazione aveva iniziato ad attanagliarle il cuore ultimamente, era forse un cattivo presagio?
    Non voleva pensarci, voleva solo continuare ad aver speranza, o almeno una mera illusione di un futuro tra loro...

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    Edited by LadyShamy - 31/3/2020, 00:59
     
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    Ascoltò davvero quello che la donna gli stava dicendo, infondo Blake ascoltava sempre quello che gli si diceva, specialmente quando a farlo erano persone che avevano avuto a che fare con Aaron e che lui stesso aveva definite valide. Sorrise beffardo a tutta la spiegazione che la ragazza gli diede per la sofferenza ed il fatto di mostrarsi deboli e di quanto non fosse una cosa poi così brutta o spaventosa. Ma non si poteva cambiare carattere, oramai a 18 anni, non si poteva cercare di far diventare tondo un ragazzo che era nato e cresciuto quadrato. Blake sapeva che la professoressa aveva ragione, ma semplicemente, aveva un altro modo per sfogare la sua sofferenza, che poi non era sofferenza, ma si chiamava senso di colpa. Il senso di colpa era differente dalla sofferenza e lui non era nella posizione di dire che nella sua vita avesse sofferto. Certo con un padre violento non era stato proprio il massimo ma Blake, nelle sue disgrazie, non si riteneva unico. Odiava il padre proprio per quello per non aver fatto quello che invece non facevano altro che fare suo nonno ed Aaron, ossia renderlo unico. Nel mondo quanti ragazzini venivao picchiati da un padre violento e quanti invece avevano comprato un hotel a Dubai da soli? Ecco era quello che odiava Blake del padre: tanti ragazzi vertevano in situazioni anche molto peggiori della sua, invece, al contrario, erano pochissimi ragazzi quelli che come lui potevano vantare di essere già soci di una società multimillinaria, di avere un fratello medimago ed all'occorrenza stronzo. Le persone che mi amano sanno quando devono stare in silenzio. Ognuno di noi ha un modo personale e dei tempi altrettanto personali per smaltire la rabbia, le sofferenze e tutto il resto. Per quanto mi riguarda, se proprio lo vuole sapere, non credo di essere una persona che non mostra le proprie sofferenze, ma più una persona che non si sofferma sulle proprie sofferenze. Non sono quelle che mi rendono una persona originale ed unica, quindi perchè mostrarle? Le sorrise, era piacevole dialogare con lei, era giovane, una bella ragazza e sapeva anche comportarsi con professionalità, forse Aaron aveva avuto ragione a dirgli che effettivamente non era male. Ma il "non era male" di Aaron Barnes, Blake sapeva, che poteva essere preso in tremila modi. Inoltre, prof, credo che proprio il fatto di affidarsi alle persone genera sofferenza. Tutti ci facciamo delle aspettative sugli altri, tuttihanno il brutto vizio, di guardare una persona e delinearne un profilo. Lei pensa che io sia una persona che mascheri e tenga per se le proprie debolezze, io invece credo che le mie debolezze siano sotto gli occhi di tutti e non solo non riesco a nasconderle, non avrei continui scatti di rabbia, non crede? Ma non mi interessa neanche farlo! Blake aveva ricevuto un'educazione molto particolare: era cresciuto insieme a suo fratello e non da suo fratello, che di per se erano due cose completamente differenti. Quando aveva bisogno di qualcosa non aveva nessuno su cui affidarsi se non Aaron, ma Aaron era un ragazzo come lui quindi, di conseguenza dovevano cavarsela da soli! Un pò come quando gli aveva insegnato a stare sulla scopa e volare: Aaron lo aveva solamente traumatizzato ancora di più facendogli fare un botto da un'altezza considerevole! Insomma Blake considerava Aaron una parte di se e non una persona esterna a se. Infondo erano sempre stati loro due contro tutti, no? Solo in seguito si era aggiunta Annie nella sua vita, ma comunque non era la stessa cosa. Si mise seduto sulla sedia un pò più dritto ed ascoltò attentamente le parole di Airwen rivolte al fratello. Sogghignò. Fa questo effetto a tantissime ragazze! E lo sapeva per certo, non che Aaron fosse un latin lover... ma era una sua scelta quella di non guardarsi costantemente intorno, non di certo la scelta delle ragazze che lo circondavano. Anche mio fratello ha sofferto parecchio. Disse passandosi una mano nei capelli appena la docente ebbe finito di parlare. Le do un consiglio. Se davvero vuole conquistare Aaron sia naturale. Mio fratello lavora in un ospedale dove viene trattato da raccomandato solamente perchè conosce bene la sua responsabile, viene trattato da raccomandato giovane quando tratta per la società di famiglia... é circondato da donne che non fanno altro che provocarlo e fargli perdere il controllo solamente perchè è bello, gentile e ricco. Se lei fa lo stesso gioco delle altre... beh, mio fratello non si interesserà mai a lei! Infondo Blake era una persona senza peli sulla lingua e comunque gli aveva dato, in un certo qual modo, l'indizio che tutte avrebbero voluto. Aaron è un maniaco del controllo perchè la sua esperienza di vita lo ha portato esattamente a questo, ma con nessuna, neanche con l'amore della sua vita, lo ha perso perchè non è parte di lui, perchè è fastidiosamente intelligente, perchè è logico, perchè osserva le persone ed ancora perchè sa quando stare zitto. L'esatto contrario di lui infondo.
    Fece un respiro e prese la sua pergamane, lesse gli incredienti più volte e si distrasse, non sentì esattamente le parole della professoressa. Va bene... sarò preparato! Disse semplicemente prima di alzarsi dalla sedia. Sorrise furbo alla professoressa e poi alla civetta. Buona serata prof. E può salutarlo lei Aaron, ha un profilo instagram pubblico ed è registrato come: @Doc.Barnes! Le fece l'occhiolino, e se ne andò. Infondo non sembrava essere male, magari aveva solamente sbagliato approccio e sopratutto era la sua insegnante di pozioni ed Aaron poteva tranquillamente scegliere se rispondere o meno, no?
    RevelioGDR
     
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