Cerchi per strada miracoli

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    Denrise
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    Philipp Garlic
    Predone | 26 anni
    'Fanculo, come cazzo ci sono finito qui?' Philipp si stava aggirando per la piazza del mercato con la classica faccia di chi avrebbe più volentieri spaccato la faccia a qualcuno e, nel complesso, ci stesse ancora pensando su.
    Sì, insomma, la classica faccia da Denrisiano, dai!
    Se il suo viso appariva truce, il suo look non era esattamente molto migliore: i capelli erano tirati indietro, scoprendo la sua alta fronte, mentre vestiva rigorosamente di nero, dagli anfibi, passando per i jeans neri e terminando con un importante chiodo, che aveva come unici punti luce le borchie poste qui e là e i bottoni in finto bronzo.
    Teneva le mani in tasca e si aggirava per la piazza del mercato come se dovesse dar spallate a tutte, solo perché si era trovato ad eseguire un ordine non sapeva bene neanche lui perché 'Che il mare travolga Brugnir e lo schianti in fondo agli abissi ad essere mangime per i pesci!'
    Brugnir era uno dei migliori armaioli della città, un uomo anziano e piuttosto burbero, che però aveva stima dei Predoni e aveva un certo debole per i Cacciatori di Vampiri come i Garlic. Philipp era l'ultimo rampollo della famiglia e come tale era stato fin troppo spesso suo cliente per paletti e piccole armi, tuttavia, progressivamente, man mano che aveva dovuto fare a meno del suo amato William, il ragazzo era diventato inquieto, iniziando a fare richieste sempre più bizzarre, terminate con la commissione di un'alabarda che, per un verso o per l'altro, non era mai pronta (e da lì gli insulti di Phil!).
    Non era ben chiaro perché l'arma tardasse, così come non era ben chiaro perché lui insistesse a recarsi alla bottega finendo col far commissioni per il burbero anziano 'Finirà che mi romperò le palle, deciderò che si sta approfittando di me e gli staccherò la testa' il che, in vero era molto probabile, ma Philipp era troppo buono per farlo e anzi, man mano si era trovato non sapeva bene manco lui come e perché in fucina con l'uomo, finendo con l'aiutarlo anche in quello.
    "Ehi, mi serve del ferro e del carbone: c'hai qualcosa?" senza troppa eleganza, il ragazzo si fermò davanti una delle tante bancarelle del mercato, sfidando con lo sguardo il commesso e sperando che almeno una delle due richieste le sapesse soddisfare. Ovviamente al prezzo che lui voleva e della qualità sufficiente a non far urlare Brugnir 'Che sennò quel vecchio bastardo al posto di affilarmi la lancia, mi affila i timpani!' pensò lui con l'ennesimo moto di fastidio, incrociando le braccia ed osservando cosa avesse da offrire il mercante.
    Osservò il ferro e storse la bocca 'No... decisamente questo non soddisferà Brugnir...' decretò lui, maledicendo sé stesso e il proprio destino infame per essersi accodato in una bancarella probabilmente inutile.
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    Calypso O'Queen
     
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    Calypso O'Queen Carpentiere

    Parlato - Pensato - Ascoltato


    Calypso quel giorno aveva deciso di prendersi una giornata libera.
    Ogni tanto faceva bene staccare un po' dal lavoro, per quanto stupendo Calypso potesse considerare il suo lavoro.
    Adorava occuparsi delle Drakkar, era l’unico modo in cui potesse sentirsi effettivamente vicina ai predoni pur non essendo una di loro, ed era contenta di essere utile a gente che ammirava così tanto.
    Quel giorno, tuttavia, non aveva preso la giornata tanto per riposarsi.
    Suo padre era tornato per le feste diverse settimane prima, ma aveva deciso di prendersi del tempo da dedicare a lei, così era rimasto a Denrise e le aveva tenuto compagnia a lavoro, l’aveva portata con sé e i suoi uomini nelle locande a divertirsi, erano stati anche un paio di giorni a Londra per andare a trovare sua madre e fare un giro in città. Ma Calypso sapeva che suo padre non avrebbe potuto rimanere con lei per sempre e quando lui l’aveva avvertita di dover ripartire Calypso non ne era rimasta sorpresa, così quel giorno lo aveva accompagnato al porto e aveva salutato lui e il suo equipaggio.
    Dopodiché, non volendo tornare a casa con il rischio di scoppiare a piangere nel rivederla completamente vuota, decise di farsi un bel giro per la città.

    A Calypso piaceva l’idea di girare per quella che ormai definiva “casa”, nome con il quale non aveva mai chiamato Londra, come se avesse sempre saputo che c’era un altro posto, ad attenderla, e la consolava passeggiare per quelle strade, le faceva passare la malinconia e la nostalgia del padre.
    Respirò il profumo del mare del quale era impregnata la città, quell’aria che sembrava aver anche migliorato la sua salute tanto cagionevole e si diresse verso la piazza del mercato, per fare un giro.
    Non cercava nulla in particolare, a dire il vero, ma non le sarebbe dispiaciuto trovare qualche libro particolare da leggere, o attrezzi da lavoro nuovi magari. Ogni tanto tra le bancarelle si trovava anche qualcosa di raro o particolare che i Predoni portavano dai loro viaggi, e le piaceva osservarli, senza necessariamente comprarli.
    Fu mentre girava tra quelle bancarelle che si avvicinò a Philipp Garlic, lì per lì senza considerarlo troppo, mentre osservavano entrambi la merce di quella bancarella. Sentì Garlic chiedere per del ferro e del carbone, ma Calypso capì con una sola occhiata per capire che il materiale di quel mercante non era certo il migliore. Aveva superato un paio di bancarelle con ferro ben migliore di quello, la faccia di Philipp era chiaramente quella di qualcuno che la pensava come lei.
    “Ti serve del ferro e del carbone?” Gli chiese guardandolo. “Se vuoi so dove procurartelo.”



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    Philipp Garlic
    Predone | 26 anni
    Non c'era una vera ragione se Philipp si era fermato vicino a quella bancarella, anzi, a dirla tutta era stato tutto un caso, del quale si era pentito quasi immediatamente nel vedere la merce disponibile. E, perché no, anche il vecchio mercante.
    "Che sei cieco? Non lo vedi che c'ho tutto quello che vuoi ragazzo?" sbraitò lui, fissando il biondone con uno strano sgrardo,determinato dal fatto che un occhio appariva più grande dell'altro, forse, pensò lui, a causa di una qualche strana malattia "Tutto il carbone, il ferro e lo stracazzo che vuoi!" concluse lui, allargando le braccia e facendo il primo dono al cacciatore: il suo alito fetido.
    'Thor signore dei peti, cazzo è, il malboro è omaggio?' bestemmiò lui nella sua mente, storcendo la bocca, ai limiti dello schifato, anche se, in vero, manco lui riusciva a capire se era più schifato dal mercante o dalla merce.
    'Se porto questa roba a Brugnir, al massimo la lancia me la ficca su per il culo e mi lascia appeso fuori dalla bottega finché non mi sbraneranno i corvi' pensò lui, sempre sobrio e poco suggestivo con le metafore, sollevando progressivamente un sopracciglio.
    "Tira fuori il meglio..." concluse lui, sbrigativo, concedendo a quel povero vecchio la sua ultima occasione di ottenere qualche galeone da lui, per quanto la vedesse davvero dura.
    Fu in quel momento che Calypso parlò. andando con la sua semplice domanda a coprire lo sbraitare dell'anziano riguardo la noiosità dei giovani d'oggi, cosa che gli fece valere un'occhiataccia dal biondo, per inciso.
    "Qui, o a Londra?" beh, diciamo che l'occhiataccia se la vinse anche la povera Calypso. Diciamo che Phil forse non aveva proprio idea di chi avesse davanti con tanto di nome e cognome, ma di viso conosceva la ragazza e soprattutto aveva in mente come non fosse originaria dell'isola, e come tutti sapevano, questo era qualcosa che complicava non poco la vita a Denrise, vincendosi, quando andava bene, risposte un po' ficcanti, come quella appena ricevuta.
    Phil, sollevò il mento, poi, sentendo i gemiti del vecchio, riportò lo sguardo sulle sue merci, dovendo emettere un verso di sconforto "Vecchio, ho chiesto ferro, non ruggine" protestò lui, andando poi a scuotere la testa, salvo poi volgersi di lato, fare due passi verso la carpentiera ed incrociare le braccia "Vediamo: tanto peggio di questo relitto non potrai fare!" esclamò lui, sperando vivamente che ciò non fosse accolto come una sfida 'Non ho voglia di pestare una donna, oggi' si disse infatti, inclinando poi di un paio di gradi la testa verso destra "Sono Philipp Garlic, comunque." precisò lui, non tanto perché pentito della sua precedente uscita, che trovava perfettamente normale, quanto per semplice educazione.
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    Ok, la battuta di Londra fu simpatica, Calypso rispose con un sogghigno, senza prendersela troppo. Era abituata a sembrare diversa agli occhi dei Denrisiani, fino a quando questi ultimi non imparavano a conoscerla e a rispettarla.
    Per conquistarsi l'equipaggio di suo padre ce ne era voluto di tempo ma alla fine ce l'aveva fatta, prima o poi magari avrebbe imparato a rispettarla anceh il resto di Denrise.
    Credimi, se conoscessi alcuni dei falegnami e dei fabbri di Londra, non ne rimarresti così disgustato. Di certo, aveva visto materiale ben migliore di quello proposto da quel povero mercante anche nelle semplici falegnamerie della sua città natia.
    Certo, se Philipp non voleva il suo aiuto, peggio per lui... sarebbe stato uno stupido a rifiutare l'aiuto di Calypso, o almeno così pensava lei, visto che la ragazzina era parecchio in gamba nel suo lavoro e sapeva riconoscere del buon materiale quando ne vedeva. Se Philipp aveva bisogno di legno e carbone, bastava chiedere a chi se ne intendeva, e Calypso eccome se se ne intendeva.
    Il predone, tuttavia, sembrò accettare la sua offerta, in fondo non aveva nulla da perdere. Calypso gli sorrise, contenta che le avesse dato ascolto nonostante le sue origini e il suo essere una ragazza. Gli porse la mano quando lui si presentò.
    Sono Calypso O'Queen, piacere mio. Attese di vedere se il ragazzo avrebbe ricambiato la stretta, se non l'avesse fatto lei avrebbe reagito con una scrollata di spalle, per nulla disturbata, per poi avviarsi verso la bancarella che aveva visto poco prima, tornando nella direzione da cui era arrivata.
    La bancarella in questione non era neanche troppo lontana, ma durante il tragitto, tanto per fare conversazione, chiese: Come mai cerchi del materiale? A cosa ti serve, se non sono indiscreta? La sua era pura curiosità.
     
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    Philipp Garlic
    Predone | 26 anni
    'Oh beh, almeno non è come quei coglioni londinesi venuti per Naga' la reazione di Calypso alla sua provocazione non fu rabbia, né paura, e neanche tristezza, quanto semplice indifferenza, incorniciata con un sogghigno che al ragazzo sapeva di accettazione dello status quo, qualcosa che per un denrisiano era oro 'Sta stare al suo posto'
    Ce n'era voluto per la ragazza per conquistare l'equipaggio del padre e non vi erano ragioni perché con Philipp dovesse essere diverso, anzi, a ben vedere poteva solo essere peggio - sulla carta - visto quanto erano bigotti e puristi i Garlic (ragion per cui il biondo era così sofferente, sempre), aspetto di cui ebbe un assaggio poco dopo "Anche i babbani sanno fare meglio di questa merda..." concluse lui, coprendo con un solo insulto il mercante e la ragazza, volgendo uno sguardo schifato ad entrambi, anche se soprattutto al mercante.
    "Fammi vedere o gli sputo in faccia a questo" decretò lui, volgendosi alla bella e facendo un gesto del capo per farle intendere come pretendesse facesse strada, anche se, ovviamente, prima si presentarono: lui reputava sufficiente una presentazione ufficiale, ma lei pretendeva di più 'Londinesi del cazzo' pensò lui, ricambiando comunque, la stretta di mano di lei, nonostante lo stesse palesemente facendo mal volentieri, aspetto tradito da uno sguardo corrucciato che probabilmente la carpentiera manco avrebbe notato, pensandolo tipico del luogo, o almeno del Cacciatore.
    Lasciò che fosse lei a muoversi per prima, poi lui tentò di tenersi al suo fianco, sollevato quasi di non dover più stare alla bancarella e curioso di scoprire se quel fortuito incontro l'avrebbe tratto in salvo 'Anche se 'sta qui mi confonde un mastro fabbro denrisiano con un volgare fabbro inglese proprio non ci capisce un cazzo' soppesò lì per lì, volgendo lo sguardo a lei quando parlò.
    "Quel vecchio bastardo di Brugnir" affermò lui, cadendo nel pericoloso meccanismo di reputare ciò sufficiente ad essere esplicativo: Brugnir era un armaiolo piuttosto noto in città, aveva anche avuto fama di essere uno dei migliori, un'eccellenza dell'isola, un maestro appunto, tuttavia ciò non implicava che tutti dovessero conoscerlo anche solo per nome e capire cosa diamine volesse dal biondo, col quale, andava ricordato, manco era imparentato.
    "Mi deve finire una cazzo di alabarda da mesi, ma ogni volta c'è qualcosa che non mi piace e allora lui bestemmia, io lo insulto, lui bestemmia ancora e poi si riprende" questo, in effetti, era più chiaro, anche se non spiegava che diamine ci stesse facendo lui lì a cercar carbone e ferro, ammesso che non intendesse tirare il secondo in testa all'anziano e volesse usare il primo per dargli fuoco.
    "Ma siccome è più vecchio che bastardo, ogni tanto faccio qualche commissione per lui" ed eccola lì la vera motivazione: Philipp aveva un cuore d'oro e quindi aiutava il vecchio.
    Ovviamente non lo disse per giustificarsi o per far bella impressione, anzi, probabilmente si sarebbe arrabbiato nel sentirsi dire di essere gentile, tuttavia quella era la pura verità, sciorinata con naturalezza, anche perché la spiegazione era terminata qualche periodo prima e quello era a tutti gli effetti solamente e puramente uno sfogo, dettato dalla necessità di non incamerare all'infinito i malumori e le manie dell'artigiano magico.
    "Anche tu qui a causa di un vecchio bastardo?" perché essere cortesi, in fondo, era noioso, e chiedere all'altra cosa ci facesse lì condendolo con qualche imprecazione era molto più da maschio alfa quale Phil avrebbe tanto desiderato essere ed apparire.
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    Brugnir? Si, forse Calypso lo aveva sentito nominare, ma non lo conosceva di persona, non credeva di averlo mai incontrato ma il nome le era sicuramente familiare.
    Non interruppe il racconto di di Philipp, lasciò che parlasse e si sfogasse, raccontandole dell'alabarda che il vecchio Brugnir gli stava preparando da mesi, di lui che non ne era mai soddisfatto, di loro due che si insultavano a vicenda ogni volta per quella storia... Calypso avrebbe voluto ridere per quella storia, per come la immaginava nella propria testa era esilarante, ma cercò di trattenersi, forse non riuscendoci troppo bene perché le uscì una buffa smorfia divertita, così si schiarì la voce nel tentativo di riprendersi: Capisco, deve essere una situazione frustrante per entrambi, sia per te che hai bisogno di quell'alabarda, sia per lui che cerca di fare al meglio il suo lavoro per soddisfarti. Calypso non riusciva a dare la colpa a nessuno di loro, nonostante come carpentiere poteva capire il vecchio Brugnir, nonostante non facessero esattamente lo stesso lavoro sapeva bene cosa significasse sforzarsi per accontentare al meglio il cliente senza successo, le era capitato ogni tanto, ma capiva anche la delusione del cliente che magari si aspettava un risultato diverso, anche se non sempre si poteva ottenere ciò che si voleva e a volte i clienti viaggiavano troppo con la fanasia per i suoi gusti...
    Lei non era il tipo che pensava che il cliente avesse sempre ragione, certo la maggior parte delle volte li capiva, ma altre volte i clienti erano terribilmente esagerati e davvero sgarbati, se non addirittura degli animali. Non conosceva Brugnir, non conosceva la situazione, quindi non diede alcun parere in merito alla situazione.
    Sono certa che Brugnir apprezzerà il tuo aiuto. Si limitò a dire quindi, quando Philipp le spiegò che, a volte, aiutava il vecchio in alcune commissioni. Ma lascia che ti dica una cosa, Garlic: non conosco bene la situazione, non conosco bene te, non conosco affatto quell'uomo, ma lo compatisco, so cosa significa spezzarsi la schiena a volte per settimane per soddisfare al meglio un cliente, a volte senza dormire la notte, e ricevere solo delusione in cambio, oltre a lividi e dolori. Il cliente non ha sempre ragione, ci sono volte in cui, è vero, i nostri lavori non rispettano ciò che si aspettavano loro, ma quando offri la mano al cliente e quello, per tutta risposta, si prende tutto il braccio arrivando a mancarti di rispetto... beh... in quel caso merita solo di essere mandato via a calci. Che vada a cercarsi qualcun altro a cui rompere. Arrivarono così alla bancarella che lei aveva adocchiato diversi minuti prima, sicura che quel materiale fosse decisamente migliore per i lavori di Brugnir.
     
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    Philipp Garlic
    Predone | 26 anni
    Un Cacciatore e un vecchio acido fabbro a litigare dietro come dovesse essere il taglio dell'alabarda e dove dovesse essere esattamente il suo baricentro, al punto da insultarsi e bestemmiare tutte le divinità a loro note.
    In effetti, al solo descriverla, sembrava esilarante come situazione, sicché non fu proprio semplice per Calypso non ridere, cosa che mascherò molto bene grazie ad un colpo di tosse, salvandola dalle ire del Predone, il quale, permaloso com'era, non lo avrebbe presa bene.
    Ma non la notò, non abbastanza almeno, e le parole successive di lei, più conciliatorie, furono accolte con uno sbuffo "E' una grandissima rottura di palle, ecco cos'è" ringhiò quasi lui.
    'Fanculo a lui e alla stracazzo di alabarda!' un po' il nervosismo gli salì comunque, determinando un passo più deciso nel biondone, reso feroce dal fatto di essere prigioniero dei propri stessi schemi: come aveva rilevato Calypso, un'arma era in genere indispensabile, ma non lo era in quel caso specifico, essendo Phil più abile con altre armi, già in suo possesso (i paletti), tuttavia quell'alabarda aveva per lui un significato simbolico, similare al tagliarsi i capelli da parte di una donna: era il segno del cambiamento, della rivoluzione. Era la prova che non era più il Philipp cacciatore innamorato di un vampiro, né quello che li cacciava e ammazzava tutti: era di più, forse persino meglio.
    Cambiare arma, in effetti, significava per lui cambiare testa, quasi cambiar vita, quindi come poteva essere sittanto simbolo men che meno perfetto? E come poteva lui non arrabbiarsi per il costante rinviarsi di quella consegna?
    "E certo che il vecchio bastardo apprezza avermi tra le palle! SONO IO CHE NON NE POSSO PIU'!" ringhiò lui, anche se forse solo per far scena, visto che, in fin dei conti, a lui piaceva, e non poco, aiutarlo, anche in cose semplici come trovare i giusti elementi per lui.
    Aveva lungamente pensato di cambiar vita e l'arma andava a suggellare ciò, ma era possibile che il suo destino fosse quello di vivere in una forgia?
    Calypso lo condusse intanto verso una nuova bancarella, ove la merce aveva tutt'altro aspetto rispetto la precedente 'Oh... ora ragioniamo..' pensò lui, con gli occhi che brillavano, lanciandosi sul carbone ed iniziando ad analizzarlo quando la carpentiera decise che fosse il momento di ricordare come lei non fosse puramente denrisiana e quindi sapesse andare oltre le cinque parole in una frase.
    Per inciso, Philipp si era già rotto alla prima. Si voltò verso la ragazza e la folgorò "Io non ho sempre ragione, io ho solo chisto una stracazzo di alabarda fatta come cazzo piace a me e lui continua a fare lo stracazzo che vuole" soffiò lui, facendosi vicino alla donna, sovrastandola e puntandole addosso due occhi eterocromatici, ma entrambi feroci "Se non me la vuole fare che me lo dica. Se gli servo come fattorino, buttafuori e babysitter mi sta bene, ma che me lo dica, non che mi prende per il culo!"
    Parlò con veemenza, allargando le braccia e tendendo ogni muscolo del suo corpo "Che mi dica cosa vuole e poi me la faccia. O mi insegni a farmela da solo: ormai sono disposto a tutto, cazzo!"
    Si voltò e osservò il carbone sollevandone un pezzo e studiandolo più attentamente "Questo potrebbe andare bene per la forgia di Brugnir... come anche questo ferro" rifletté indicando un'arbanella "Tu lavori al porto no? Te ne capirai no di 'sta roba: va bene?" chiese lui porgendo un blocchetto di carbone alla ragazza e chiedendo anche un suo parere.
    "Vediamo se darai una bella risposta... o sarò io a doverti prendere a calci" propose lui, svogliatamente, ma con un tono abbastanza duro far presagire come stesse ben poco scherzando.
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    Calypso O'Queen Carpentiere

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    Una cosa a cui Calypso faticava ad abituarsi era il modo di fare della gente di Denrise. Certo, non si aspettava che fosse gente particolarmente ben educata e raffinata ma...
    Era rimasta a dir poco sconvolta quando suo padre, anche lui per nulla campione di buone maniere, le aveva presentato la sua ciurma e quelli avevano aperto bocca. Caratteristica di quelle persone era la volgarità, una conferma ne erano state anche le persone del cantiere in cui lavorava, e poi c’era Jonathan Baker, che era forse una delle poche persone che Calypso poteva dire di conoscere davvero in quel villaggio. Quell’uomo era tanto irritante con il suo linguaggio tutt’altro che raffinato, quanto divertente ai suoi occhi. Paradossalmente, con lui si trovava bene.
    Philipp Garlic era irritante quanto Jonathan, ma in modo diverso. Era... aggressivo, per certi versi. Calypso era contenta quando non la trattavano come un’irritante ragazza inglese perfettina e viziata, ma non le piaceva neanche sentirsi gridare in faccia. Lei aveva forse gridato o alzato la voce con lui? No! Gli aveva solo detto come la pensava lei, non lo aveva certo offeso, di questo ne era sicura.
    Di certo, lei non si lasciò intimidire da quel tono di voce o dalla sua stazza, anche se si soffermò ad osservarlo qualche istante quando allargò le braccia, gesto che lei considerò fin troppo teatrale, tendendo i muscoli.
    Non gli rispose, ma gli lanciò un’occhiataccia per fargli capire che quel suo modo di fare non era stato affatto apprezzato.
    Queste cose devi dirle a lui, non a me. Se poi non ti vuole ascoltare, cambia fabbro. Non c’è bisogno di fare tutte queste scene. Se poi vuoi per forza lui, perché lo consideri il migliore, allora rassegnati e non lamentarti.Anche lei era una tipa schietta, dopotutto. Diceva le cose come le pensava. Magari aveva solo un pizzico di tatto in più rispetto ai Denrisiani.
    Tu lavori al porto no? Te ne capirai no di ‘sta roba: va bene? Calypso la prese come una sfida e sogghignò divertita quando Philipp le porse un blocchetto di carbone. Lo afferrò e lo studiò per bene, anche se non le serviva a molto, sapeva già che si trattava di merce di buona qualità, magari non primissima ma che al fabbro sarebbe andata benissimo. Aveva visto quasi tutte le bancarelle di quella zona e non aveva notato merce migliore.
    Vediamo se darai una bella risposta... o sarò io a doverti prendere a calci.
    Lei sollevò un sopracciglio, chiaramente infastidita. Ok la parità dei sessi, ma a nessuno piaceva essere minacciato in quel modo.
    Posso assicurarti che non troverai merce migliore di questa qui al mercato, oggi. Ho già controllato. Non è merce di primissima scelta ma è comunque di ottima qualità e il tuo fabbro sarà più che soddisfatto. O non ti avrei mai portato qui. Gli ridiede in mano il blocco di carbone, guardandolo negli occhi con aria di sfida. Allora, la mia risposta di aggrada Garlic?




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    Philipp Garlic
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    Philipp aveva bisogno di lamentarsi e sfogarsi?
    In vero forse neanche troppo: aveva bisogno di atteggiarsi, di dirsi non contento di cosa gli stesse capitando, ma alla fine era tutto lì, del resto insultava il fabbro anche davanti a lui, dicendogli anche di peggio: le sue valvole di sfogo già le aveva.
    Era quindi tutto un gioco della parti, dunque, un gioco intrapreso dal ragazzo non troppo consapevolmente, che un po' a quelle verità, in fondo, ci credeva, perdendosi nei malumori piccoli che stava vivendo per non soffermarsi per la rivoluzione che la sua vita stava compiendo e che lo avrebbe portato, non poi molti giorni dopo a mettersi davvero a forgiare la propria alabarda e con essa la propria vita.
    Ok, la pianto con la retorica spiccia, giuro!
    Phil stava benissimo dov'era dunque, anche se forse neanche lui se n'era ancora accorto, e ciò emergeva nelle piccole contraddizioni del suo racconto, così come nel fatto che il suo dramma avesse comode e multiple soluzioni, che andavano dal dir no allo spaccar la testa al fabbro per poi cercarsene un altro, e se nessuna di essere era mai stata intercorsa, qualcosa doveva pur dire no? "Ma non eri tutta il cliente ha sempre ragione?" soffiò lui, colto nel vivo dalle parole della carpentiera, contro la quale si rigirò come un cane "Voglio la mia fottuta alabarda, da lui: sono mesi che gli faccio favori! VOGLIO-LA-MIA-CAZZO-DI-ALABARDA!"
    Non che urlarlo in capslock cambiasse le cose, ma il viso di Phil divenne rosso a quelle parole, tradendo la rabbia che comunque lo stava pervadendo: lui la intese come frustrazione, ma in vero era semplice coda di paglia.
    Deluso dal primo mercante si fece scortare dalla bella verso un altro, da lei reputato migliore: le merci esposte erano in effetti più decenti e il ragazzone ne ebbe sentore anche a semplice colpo d'occhio, soprattutto per quelle materie prime che conosceva comunque bene, come i legni e i metalli, ma su altre, come il carbone, proprio navigava in alto mare.
    Fu così che, prima che diventasse di moda, si affidò a Calypso per una scelta: la ragazza ne parve felice ed infatti soppesò un blocchetto di carbone, concludendo come, aldilà di come non apprezzasse le sue minacce, non fosse una scelta terrificante. Forse la meno peggio tra le possibili quel giorno.
    "Tsk!" Philipp incrociò le braccia contrariato alle parole di lei, ma poi fece spalluce "Cazzo ne so: tanto decide quel bastardo di Brugnir!" affermò lui, lanciando dei galeoni verso il mercante ed acquistando diversi chili di ferro e carbone, che si mise in spalla grazie ad un paio di sacche fatte Apparire per l'occasione, che si caricò poi in spalla come un novello babbo natale.
    "E tanto lui si lamenta sempre!" concluse, bilanciando il peso su di sé ed osservandosi poi intorno "Magari potresti passare domani alla forgia e scoprire da sola quanto ti ha insultata male per la tua scelta" ghignò lui, salutandola poi con un gesto della mano.
    "Ciao! Se passi quando ci sono io, forse ti farò uno sconto" propose con un sorriso un po' bastardo nel mentre, probabilmente, da qualche parte nel villaggio, Jonathan Baker sentiva puzza di sconto ed iniziava ad attivarsi.
    RevelioGDR
     
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