Non è come sembra

Jess, Blake e Daniele

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    Esattamente, Blake, in quel momento non sapeva cosa fare, non disse niente a Jessica perchè il suo prof parlò chiaramente. Sapeva che non era stata una sua idea, non voleva dire niente per complicare la situazione e quando Jessica gli chiese di stare zitto, Blake alzò un sopracciglio come per dirle: ma sei pazza? Ma non era in grado di dire niente perchè nello stesso momento in cui si voltò verso la ragazza e guardò verso l'orizzonte voleva morire. Fece un passo verso la porta per uscire da li, ma venne fermato. Si morse il labbro. Professore con tutto il dovuto rispetto, io credo che in questa storia non centri niente. O meglio ha detto bene non dovrei essere qui, ma comunque ci sono e non vorrei abbusare della sua pazienza. inoltre... non mi sento prorpiamente bene e credo che una litigata tra fidanzati non mi farebbe bene. Lo aveva detto davvero? Li aveva definiti fidanzati? Blake era sempre lo stesso il fatto che dava aria alla bocca senza pensarci era una sua caratteristica principale ed in quel momento gli sembrava veramente una buona scappatoia per scendere da quella torre o tornare seduto, oppure morire li. Cavolo che cosa poteva essere la paura di vertigini. Sospirò e fece un respiro profondo, poi guardò Jessica. Lei odiava perdere i punti della casata. Professore... a meno che non sia in combutta con qualche altro membro di qualche altra casata, lei lo sa che Jessica le risponderà a prescindere? Insomma... è una femmina... non capisce il senso della misura, la prego! Che Blake fosse anche un pò maschilista, Jessica lo sapeva benissimo, ma in quel momento si stava sentendo realmente male ed avrebbe detto di tutto pur di scendere da li sopra. Vide lo sguardo tra ildivertito, l'incazzato ed il sorpreso del suo professore e quando questo fece segno ad entrambi di uscire da li dentro lui non fece altro che poggiare il piede sulla grande scalinata di pietra e guardare in alto. No,per Blake era assurdo tutto quello, ogni volta che doveva salire li sopra si sentiva di un male mai visto. Fece un sospiro di sollievo e poi attese semplicemente. Non poteva fare molto, guardò Jessica come per farle capire che non era il momento, magari andavano a riaccompagnare lui al drmitorio epoi avrebbero litigato... ma in quel momento lui non poteva scappare, ma non voleva neanche ritrovarsi in mezzo ad una lite tra Daniele e Jessica, e Jessica poteva essere seriamente espulsa da Daniele senza remissioni di colpa. Ovviamente il riccio non lo avrebbe fatto... ma insomma, con la Lynch fuori gioco e Jessica che veniva espulsa, chi diavolo li vinceva i punti dei Black Opal? Nessuno, quindi doveva stare calma.
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    Si era cacciata in un cazzo di guaio più grande di lei! Daniele aveva sicuramente sentito praticamente ogni singola parola della sua conversazione con Blake. Per la prima volta in vita sua, non se la prese perché qualcuno aveva origliato ad una sua conversazione privata, non ne era certo nella posizione. Ma si sentiva malissimo per ciò che lui aveva sentito, per il fatto che lo tradisse con Lucas. Certo, lei e Daniele non erano fidanzati, ma lei gli aveva detto parecchie volte che lei era sua. Avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, modificare ciò che è successo e non andare con un altro... quando amava fottutamente Daniele. E ora non sapeva come risolvere la situazione, voleva cercare di spiegarsi, di parlare con lui... anche se avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo per negarle questa possibilità e Jess lo sapeva fin troppo bene.
    Quando i loro sguardi si incrociarono, avrebbe solo voluto sparire. Nei suoi occhi non riconobbe tutta la dolcezza che aveva usato con lei fino a pochi giorni prima, ma solo delusione. Le si spezzò il cuore a quello sguardo, all'idea che era tutta colpa sua se stava male, all'idea di essersi comportata così. Jessica era orgogliosa, certo, ma in quel momento non c'era orgoglio che tenesse... lo aveva ferito e ne era dolorosamente consapevole. Ascoltò le parole che rivolse a Blake. Jess gli lanciò uno sguardo come a dire "Ma sei idiota?", ma non aggiunse altro. Fidanzati, li aveva definiti. E forse era proprio così. Certo, non c'era un'etichetta ma il loro comportamento era quello. Si morse il labbro prima che lui parlasse direttamente con lei. Tuttavia, in quel momento non replicò. Cosa avrebbe potuto dire? Lei stessa gli aveva comunicato che avrebbe chiesto a Blake di vedersi. Da quell'idea, era successo tutto il casino. Ma non poteva chiedergli di vedersi in sala comune, cazzo? Non poteva evitare i guai per una volta nella sua vita? No, Jessica non ci sarebbe mai riuscita.
    Quasi sobbalzò al tono impersonale che lui usò nei confronti dell'Opalina. Va bene, le aveva tolto dei punti e tecnicamente era giusto, ma sapeva anche che non lo aveva fatto perché erano lassù; aveva chiuso un occhio un migliaio di volte, cosa sarebbe dovuto cambiare ora? Il vero problema era tutto ciò che aveva sentito. Jessica stette zitta per qualche secondo. Ma davvero sarebbe riuscita a non aprire bocca per non perdere altri punti? Probabilmente no. Jess ci teneva ai loro punti, ma teneva mille volte di più a Daniele. Ma fece appena in tempo ad aprir bocca, che il ragazzo parlò di nuovo. Sospirò. Ormai aveva familiarità con il suo maschilismo e non gli faceva una colpa di essere così, né perdeva tanto tempo ad arrabbiarsi. Semplicemente lo fulminò con lo sguardo, prima di prendere la parola. Blake ha ragione. Posso anche perdere tutti i nostri punti, ma non me ne starò zitta. Noi dobbiamo parlare. Annunciò, riferendosi ovviamente solo a lei e Daniele. Non lo so esattamente quello che ha sentito, però vorrei potermi spiegare aggiunse, prima di seguire Blake fuori dalla porta. Quella serata si stava trasformando rapidamente in qualcosa di troppo, troppo doloroso. Non voleva che lui soffrisse per lei... che si era comportata da stupida ragazzina, incurante dei suoi sentimenti.
    Sospirò, non pronunciando più parola. Avrebbe solo voluto dimenticare tutto, andare nel suo dormitorio e piangere per sfogare tutto il dolore che aveva dentro, dolore sia per star rischiando di perdere una cosa importantissima per lei, ovvero il suo rapporto con lui, sia per averlo fatto stare così male. Andiamo, Blake... si limitò quindi a dire, precedendolo lungo le scale, a passo lento. No. Non poteva lasciare quella storia irrisolta. Non voleva rimpianti.
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    Alzò gli occhi al cielo quando Blake li definì fidanzatini e lo fulminò, poi scosse il capo quando gli fece notare che Jessica non era una che stava zitta, e purtroppo Daniele lo sapeva fin troppo bene e la cosa assurda era che le piaceva anche per quello. Si morse il labbro sentendo poi le parole di Jessica e sospirò, ma non disse niente ne le levò altri punti per aver detto qualcosa. Una cosa era certa, era delus ed era veramente arrabbiato, Fece segno anche a Blake di cominciare a scendere. Barnes da qui al tuo dormitorio ci vogliono circa tre minuti. Niente deviazioni, tanto so esattamente dove e cosa farai. Non costringermi a dire alla preside che hai violato il coprifuoco. Stava dicendo a Blake di andare da solo nel dormitorio? Si, perchè per quanto stesse incazzato in quel momento, non era così stronzo da non darle neanche modo di spiegarsi. Che poi cosa diavolo c'era da spiegare? Era andata a letto con un suo coetaneo, come era giusto che fosse. Non era certo lei che stava facendo qualcosa che non poteva fare. Era lui che si era lasciato ingannare e che non era abbastanza forte da dire di o, ad una dannatissima ragazzina. Che c'è da spiegare? Chiese a Jessica prima che lei potesse andare via. Era una cosa che dovevano chiudere in quel momento. Dovevano chiudere per forza e solamente in quel momento Daniele si era reso conto che tutto quello era assurdo ed impensabile. Infondo lui era l'adulto tra i due e lui era quello che avrebbe dovuto dire di no a tutto quello. Si morse il labbro guardandola e poi riaprì la porta della torre e le fece segno di entrarci. Non nel suo dormitorio, ma in un posto dove comunque dovevano stare a distanza nonostante fosse terribilmente tardi. Si ritrovò li a guardarla più volte e non riuscire a farlo davvero. Era semplicemente una ragazzina, una ragazzina da cui si era lasciato ammaliare ed ingannare. Dio solo sapeva quanto era stupido. Forse non era in grado davvero di fare il professore, forse era semplicemente troppo debole da riuscire a dire di no ad un pezzo di carne fresca e così attraente. Eppure il problema era che Daniele non vedeva Jessica in quel modo. Si mise con i gomiti sul muretto e guardò nell'unica direzione che gli sembrava stare al sicuro e che gli sembrava che capisse davvero, ossia verso le stelle. Volveva spiegarsi, benissimo quello era il momento, unico momento che aveva per dirgli le sue ragioni, anche se infondo la sua decisione l'aveva presa!
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    Alzò gli occhi al cielo. Era inutile anche dire qualcosa o rispondere alle parole fredde e coincise del professore di astronomia. Loro erano due fidanzatini e Daniele aveva le corna perchè Jess era un'adolescente e non sapeva come dire di no a Jones. E quindi? Perchè era così drammatico? Certo se Lilith avesse fatto la stessa cosa, Lilith sarebbe morta sia lei che il suo amante, ma quelle cose a lui non succedevano perchè alla fine lui sapeva come tenersela una donna. Oppure era quello che si stava dicendo nel momento stesso in cui aveva pensato a Lilith ed al fatto che potesse tradirlo. Nah, non era possibile, Lilith era diversa dalle altre! Scosse il capo ed alzando le mani in segno di resa comincò a scendere quelle sale il più vicino al muro possibile ed anche il più in fretta possibile. Prima di farlo sorrise a jessica e le strinse appena la mano. Andrà tutto bene le disse con il labiale prima di lasciarle un occhiolino e farle cenno che si sarebbero visti più tardi per capire come era finita la situazione, anche se non era veramente difficile immaginare l'esito di quella conversazione. Eppure Blake non riusciva a dare nessuna colpa a Jessica, non riusciva seriamente a dire che lei aveva sbagliato e che il professore avesse ragione, infondo Blake vedeva Jessica molto, ma molto simile a lui e quindi, di conseguenza, Blake era convinto di non sbagliare mai o quasi mai, o comunque che il fine giustifica i suoi mezzi... ed allora eccoci qua che quando tornò nel suo dormitorio sbuffò e pensò semplicemente al fatto che Daniele stesse esagerando, che tutto quello era sensato e che Jessica poteva fare quello che gli pareva. Esattamente come lui, infondo, solo che lui non lo faceva perchè aveva detto a Lilith che... niente. Non le aveva detto proprio niente eppure non riusciva a guardare nesusn'altra ragazza a parte lei, eppure non faceva altro che volere lei e volerla tutta per se. Sorrise al pensierio della sua ragazza e poi ridachiò infilandosi nel letto stando bene attento a non svegliare il suo compagno di stanza. Alla fine crollò.
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    Era rimasta parecchio stupita quando lui, seppur implicitamente, avesse assecondato la sua richiesta di spiegarsi. Guardò Blake andare via, annuì quando le disse -senza parlare- che sarebbe andato tutto bene. Lei voleva crederci davvero. Voleva crederci con tutte le sue forze, ma non ne era poi così convinta. Cercò comunque di sorridergli. Si sarebbero rivisti più tardi o, più probabilmente, il giorno dopo e lei gli avrebbe spiegato cos'era successo, sempre ammesso che ne avesse le forze. Le sue parole, comunque, la bloccarono e la fecero rientrare nella stanza circolare e fredda. Già, cosa c'era da spiegare? Lo osservò andare al muretto e guardare il cielo. Non sapeva cosa dire, non sapeva cosa fare. Ma Jessica non era una che se ne stava lì a girarsi i pollici e aspettare che la situazione si risolvesse da sola. Quello succedeva solo nelle favole. Si avvicinò a lui, ma non lo sfiorò. Puntò lo sguardo sulla schiena dell'uomo e sospirò. Ascolta. Iniziò, ancora incerta su cosa dire. Mi dispiace, okay? continuò, rendendosi sempre più conto di quanto potesse sembrare stupido tutto ciò. Tutto ciò che voleva dire. Lo so che dirlo non serve a niente, non risolve niente... ma è la verità. Prima di tutto, vorrei chiarire a cosa meno rilevante. Ovvero che non vado a letto con Blake. Lo so, ci scherziamo spesso ma perché la nostra è un'amicizia strana, non saprei definirla altrimenti Fece una piccola pausa, avvicinandosi di qualche altro passo. Questa volta osò posare la mano sul suo braccio. Guardami lo pregò, prima di riprendere il discorso. E mi dispiace se ho detto a Blake di noi, ma non potevo più tenermelo dentro... ma di lui mi fido. È il mio migliore amico e questo mai cambierà. Probabilmente non stava facendo altro che peggiorare la situazione, ma aveva bisogno che tutto fosse spiegato di modo da non lasciare assolutamente nulla in sospeso.
    Bene, ora toccava al punto più spinoso. Per quanto riguarda Jones... è vero, ci sono andata a letto qualche volta, però... non volevo ferirti affermò, stringendo i pugni. Volevo solo cercare di... provare qualcosa per un mio coetaneo, dimenticarmi di te, starti lontana... per... beh per proteggerti, sostanzialmente. Se qualcuno avesse scoperto tutto, avresti passato dei grossi guai e io non potevo permetterlo... ma ogni volta la mia idea non cambiava. Non volevo Jones, non volevo nessun altro che non fossi te. Lo so, non era il modo migliore per raggiungere il mio scopo, ma sicuramente il migliore per non pensare a quanto in realtà ti volessi, ma non solo fisicamente! Esclamò, avvicinandosi di un altro passo. Andare a letto con Lucas è stata una delle cose più stupide che potessi fare ammise ancora E la cosa peggiore è che non lo sapresti se stasera non ti fossi trovato qua, quindi hai tutto il diritto di non perdonarmi, ma... si fermò. Non sapeva davvero cosa dire. Stava cercando di aprire il suo cuore all'uomo.
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    Cosa doveva risponderle esattamente? Si allontanò quando lei cercò di toccarlo e cercò anche di evitare ogni contatto visivo, ma ad un certo punto fu davvero inevitabile. Le dispiaceva? Ma stav scherzando? Scosse il capo e fece qualcosa simile ad un sorriso/sbuffo. Non voleva veramente parole da dire, non aveva voglia di parlare in quel momento e non aveva neanche intenzione di applicarsi troppo. Quando lei chiese di guardarla, Daniele si voltò verso di lei, incrociò le braccia al petto e la guardò. ma cosa doveva dirle esattamente? Era seriamente deluso. Scosse il capo. Ancora pensava che fosse Blake il problema? Lo so che non vai a letto con Blake! E non sono neanche deluso perchè tu abbia parlato di noi ad un tuo amico! Rispose sempre con tono pacato ma dannatamente freddo, fece un piccolo passo indietro. Non voleva neanche pensare di sfiorarla, non era una cosa giusta e non era una cosa fattibile. Tutto quello doveva dannatamente finire, adesso doveva finire perchè non c'era niente da continuare. Le parole nella sua testa erano confuse, erano completamente prive di senso. Si morse ancora il labbro quando lei parlò di Lucas. Ci era andata a letto ma non voleva ferirlo? Le dispiaceva esattamente per che cosa? Per avergli mentito, oppure per avergli detto che lo amava quando invece di tutto si poteva parlare tranne che di amore? Disolse lo sguardo facendo un piccolo sorrisetto amaro e scosse il capo. Si passò la mano nei capelli in maniera del tutto contrariata. Voleva dimenticarlo eppure andava a letto anche con lui. Lo aveva fatto per lui? Cioè, era andata a letto con Lucas perchè aveva paura che lui pagasse qualche conseguneza strana ed assurda? Ma stava scherzando? Lo stava prendendo in giro? Forse era meglio che non si parlavano per un bel pò. Lei non poteva permetterlo? E per questo andava a letto con un altro invece di parlargli di tutto quello che pensava e che, arbitrariamente, stava decidendo anche per lui? Non sapeva se essere arrabbiato, divertito oppure sentirsi semplicemente un semplice coglione che si era fidato di una ragazzina di 17 anni. In quel momento gli veniva da ridere, gli veniva da ripensare alle parole che gli aveva detto il suo migliore amico, Emanuel... Scosse di nuovo il capo guardando un pò il cielo, un pò lei, un pò per terra. Quando lei ebbe finito di parlare lui fece un respiro profondo. Jessica. Fece una pausa perchè non avrebbe mai voluto dire le parole successive, ma forse erano le uniche cose davvero da dire. Tutto questo non ha senso di esistere. Io sono un tuo professore e tu una mia alunna. Ho sbagliato io a farti entrare di notte, nel mio dormitorio. Ho sbagliato io a fidarmi ciecamente di quello che mi dicevi. Hai 17 anni e fai bene ad andare con Jones, è un bravissimo ragazzo, nonchè il mio alunno migliore. Quindi non devi ne dispiacerti ne scusarti. Stava morendo seriamente dentro, ma era la cosa più giusta da fare. Non ci sono ma e non ci sono se. Sei andata a letto con un tuo coetaneo per dimenticare me? Benissimo... credo che sia giusto che io ti dia una mano visto che è quello che vuoi, visto che è quello che hai deciso di fare invece di parlarmene. Torna nel tuo dormitorio. E non violare il coprifuoco, o la prossima volta che ti vedo in giro ti faccio sospende. Era stato duro? Si, forse si, ma era deluso ed incazzato in quel momento e non aveva nessuna intenzione di discutere oltre.
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    Tutto quello non stava accadendo davvero. Jessica stava avendo solo un brutto incubo. Ma si sarebbe svegliata, sarebbe sgattaiolata fuori dal dormitorio e sarebbe andata da lui... cercò di convincersi seriamente di tutto ciò, tanto da darsi anche un pizzico senza farsi vedere. Ma niente... non si svegliava. No, non voleva credere che fosse reale. Non voleva credere a tutto quello che stava succedendo. Avrebbe voluto urlare. Ma non contro di lui. Contro se stessa e la sua stupidità. Quando lui si allontanò, sottraendosi quindi al suo tocco, si sentì male. Sì sentì ferita sebbene non ne avesse alcun diritto. Si morse l'interno guancia per non piangere; se lo morse così forte da ferirsi, ma doveva a tutti i costi evitare che quelle lacrime sgorgassero dai suoi occhi scuri e le bagnassero le guance.
    Quando la guardò... quando le parlò... Jessica avrebbe voluto che non lo facesse. Perché il suo sguardo deluso, il suo tono freddo e senza più quella venatura dolce... la facevano morire. Tuttavia non aggiunse altro sulla faccenda di Blake, non avrebbe avuto senso. Il problema era unicamente il fatto che fosse andata a letto con Lucas. Si odiava per questo. Era vero, era solo una stupida adolescente... ma non era affatto una scusa valida per ciò che aveva fatto. Davvero amava Daniele. Aveva fatto la cazzata più grande di tutta la sua vita, anche peggiore che dimenticarsi la pillola quel giorno di un anno e mezzo prima che l'aveva fatta ritrovare con un bambino a soli diciassette anni. Lo guardò e, quando lui pronunciò il suo nome senza gentilezza, si sentì anche peggio. Sapeva che, anche se fosse tutto finito, lui sarebbe riuscito -o almeno, era quello che credeva- ad essere imparziale anche con lei. Ma Jess? Jess sarebbe riuscita ad impegnarsi, ad andare alle sue lezioni, a guardarlo ancora in faccia? Probabilmente no. Cazzo. Si era messa in un vero casino. Stava per dire qualcosa, ma le sue parole furono una vera pugnalata al cuore. Indietreggiò, allontanandosi da lui, quasi come se l'avesse colpita con un pugno. A quel punto trattenere le lacrime era diventata l'impresa più complessa che potesse esistere. Quelle parole... l'avevano distrutta. Il suo tono duro... il significato di quelle parole... tutto. Aprì e richiuse la bocca un paio di volte. Cosa poteva replicare?
    Sì, Jones sarà anche un bravo ragazzo, sarà anche il migliore nella tua materia, però... fece una pausa, la voce rotta. Ecco che la prima lacrima fece capolino, scivolando lenta ed inevitabile lungo la sua guancia. Sperò seriamente che fosse troppo buio perché lui vedesse. Ti prego... ormai il suo orgoglio era andato completamente a puttane, non gliene fregava assolutamente nulla. Perdonami... sussurrò, distrutta. So di aver sbagliato, so che avrei dovuto parlarne con te ma... non ci riuscivo. Speravo che stando con lui... iniziassi ad innamorarmi di un altro e magari, allora, sarebbe stato più facile finirla. Ma la verità è che io non voglio, non ho mai voluto e non ha funzionato... ho fatto una cazzata ma sul momento non mi è venuto in mente nient'altro... sapeva di star facendo un discorso senza senso, ma era disperata. Non fece alcun cenno di voler tornare nel suo dormitorio, anzi, si avvicinò al cornicione dove anche lui era posato fino a poco tempo prima. Perché non lo aveva fatto? Perché quella notte, sulla torre, non si era semplicemente buttata cercando di volare, come voleva? Perché stava soffrendo e aveva fatto soffrire lui in quel modo? Strinse con forza la pietra. Si graffiò le mani, ma non le importava. Stava cercando di non scoppiare a piangere come una bambina.
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    Sapeva di essere stato duro, sapeva di averle fatto veramente male, e sapeva anche che vederla così non era facile. Il fatto era che non potevano andare avanti proprio perchè entrambi erano arrivati a soffrire per qualcosa che era completamente inevitabile. Vide la lacrima di Jessica sul viso, la vide avvicinarsi al cornicione, dopo le parole che disse con tono rotto e spezzato. Si morse il labbro. Jess... non è facile neanche per me... Al suo ti prego, il tono di Daniele si era ammorbidito. Era ancora arrabbiato, era ancora deluso ma non riusciva ad essere completamente stronzo. Insomma era qualcosa che andava oltre ogni tipo di delusione. Lui ci teneva veramete molto a lei, ma razionalmente, in maniera del tutto lucida, dopo aver sentito le sue parole, dopo che lei continuava a ribadire il fatto che aveva provato a dimenticarlo... beh, era inevitabile poter tornare indietro. Si morse nuovamente il labbro e posò la sua mano su quella della ragazza sulla pietra. Prima o poi sarebbe successo... ti dimenticherai di me solo se non ci vediamo per un pò di tempo! No, non era affatto quello che voleva, ma non poteva farci assolutamente niente. Lui sapeva che quello che syava dicendo lo stava facendo per lei. Lei che era diventata veramente importante per lui, ma comunque una ragazzina di 17 anni che aveva provato un'attrazione forte per un suo compagno di scuola. E la cosa era giusta, ma per lui era inaccettabile, un pugno ed uno schiaffo in pieno volto ed ogni volta che lei lo ribadiva, seppur ammetteva fosse stato un errore, lui non riusciva veramente a passarci sopra. Non ti è venuto in mente nient'alro... Jessica sei andata a letto con Jones perchè sei attratta da lui e non devi scusarti di niente. é stato uno sbaglio, non dovevo alimentare tutto questo! Lo diceva un pò per lui e un pò per lei, ma seriamente, c'era altro poco da dire. Ed una cosa era certa, da quella sera in poi quel posto lo avrebbe sigillato con un incantesimo. Basta andare sulla torre di astornomia per fare un giro romantico, basta rischiare la vita in quel modo. Erano ragazzini incoscienti e pieni di problemi che non sapevano regolarsi da soli. Era quello il problema principale... quindi... Si morse ancora il labbro. Adesso è tardi e domani hai lezione... andiamo! Aggiunse poi facendole segno con la testa. Infondo doveva cominciarsi a levare al più presto il vizio di toccarla. [/color]
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    Dolore. Ecco cosa provava Jessica. Puro e semplice dolore. Le piangeva il cuore a quelle parole, stava soffrendo. Era stata stupida e sapeva fosse stata solo colpa sua... ma lo stesso non riusciva ad accettarlo. Lo amava e non voleva che finisse, nonostante ciò che diceva lui. Non sopportava quella situazione, non sopportava quel peso che le opprimeva il petto all'idea che, forse, non avrebbe più potuto toccarlo, baciarlo, guardarlo come non guardava nessuno. le faceva davvero male il cuore.
    Allora... allora non capisco perché dobbiamo finirla... fu l'unica cosa che riuscì a dire, mentre ormai non riusciva più a controllare le lacrime che ora scendevano copiose sul suo volto, cadendo e lasciando piccole macchioline d'acqua sulla fredda pietra. Non le fregava più di mascherare il fatto che stesse piangendo, tanto cosa sarebbe servito continuare a fare la dura? Assolutamente ad un cazzo. Quando lui le toccò la mano, un brivido le percorse tutto il corpo. No, non poteva crederci che non avrebbero più fatto tutto quello, che sarebbero stati semplicemente un'alunna e un professore... tolse la mano come se si fosse scottata ed evitò il suo sguardo.
    Come cazzo pensi che io possa non vederti se ci sono le tue fottute lezioni? Esclamò, mentre la rabbia iniziava ad impossessarsi di lei. Amava le lezioni di Daniele e le amava prima di innamorarsi di lui, eppure... non sarebbe più stata capace di frequentarle come prima. Non sarebbe più riuscita ad eccellere. Ogni suo sforzo sarebbe stato completamente inutile. Non era così sicura che si sarebbe dimenticata di lui facilmente. Non era mai stata innamorata, non così. Strinse i pugni. Voleva colpirlo? Sì, voleva davvero colpirlo. Dove, non aveva importanza, purché si sfogasse. Ma non lo fece, sarebbe stata una mossa senza senso. Lui continuò a parlare. Ma ciò che diceva, per Jess non aveva alcun senso. La sua mente si era fermata alla parola, pronunciata da lui, "sbaglio".
    Uno sbaglio. Tutto un errore.
    Fu quasi come se il corpo della giovane si muovesse in autonomia, completamente scollegato dal cervello. Era sconvolta e sentire quella parola, sbaglio, dalle sue labbra, la uccise davvero.
    La sua mano partì. Un colpo secco. Poi calò il silenzio. Lo schiaffo era stato più forte di quello dato a Blake più o meno un paio di mesi prima, poiché ora Jess era stata davvero punta sul vivo e definire tutto quello uno sbaglio... beh, non doveva farlo. Le formicolava la mano, non si credeva capace di quello. Stava tremando.
    Puoi dire quello che vuoi iniziò, con voce tremante, puoi darmi della stupida ragazzina, della puttana per essere andata con Jones -tanto a questo insulto ci sono abituata- ma non osare mai più dire che tutto questo abbracciò la stanza con le braccia, simbolicamente. Sia stato un errore. Che il mio amore per te, sia stato un errore. Mai più. Sentiva che non avrebbe retto in quella stanza un minuto di più. Colse al volo il suo invito e si girò, dandogli le spalle. Se pensi davvero che sia stato uno sbaglio, sei solo un grandissimo pezzo di merda. Perché aveva reagito così? Semplice. Già stava veramente malissimo per ciò che aveva fatto, poi sentire quelle parole da lui l'avevano fatta scattare davvero. Certo, era una relazione proibita e forse poteva essere anche sbagliata, sotto certi punti di vista, ma cosa c'era di più bello dell'amore? Non disse più una parola e imboccò le scale, facendo sbattere quella cazzo di porta cigolante. Alla fine lo aveva colpito. Ma non si sentiva soddisfatta.
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