Non è come sembra

Jess, Blake e Daniele

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    Quella sera Jessica non aveva per niente voglia di dormire; non aveva sonno. Per essere sinceri, le mancava terribilmente una persona. Ma dall'inizio della scuola dopo le vacanze, non avevano potuto vedersi spesso al di fuori delle lezioni. E qual era il problema? Avrebbero potuto incontrarsi no? Certo, se non fosse stato un professore e se lei non ne fosse fottutamente innamorata. Le mancava l'intimità che avevano e voleva vederlo, ma sapeva anche che non sarebbe stato possibile presentarsi da lui troppo spesso, altrimenti avrebbe potuto metterlo nei guai. Ma le mancava davvero troppo. Voleva abbracciarlo, baciarlo... andare a letto con lui.
    Oltre a tutto questo, le mancava anche parlare con il suo migliore amico Blake. Non parlavano da diverso tempo; cioè, parlavano praticamente tutti i giorni, ma non di argomenti importanti come potevano essere quelli trattati al lago. Aveva voglia di dirgli che era stata a letto con Daniele, raccontargli dei suoi genitori, dirgli dello strano rapporto che aveva con Jones. Magari anche lui le avrebbe detto qualcosa di lui. Al lago le aveva detto che bastava chiedere, no? Era il suo migliore amico, la sua famiglia, una delle personi più importanti della sua vita. Ma lo conosceva davvero? La realtà era che no, non conosceva affatto Blake Barnes, al di fuori delle informazioni che le aveva dato Aaron quel pomeriggio che ormai sembrava lontanissimo.
    Decise che gli avrebbe mandato un messaggio. Sapeva che se glielo avesse chiesto lei, sarebbe andato. Non per altro, semplicemente perché c'erano sempre stati l'uno per l'altra e si volevano un'infinità di bene, anche se lui lo dimostrava in modo completamente diverso da qualsiasi altra persona normale.
    "Ehi, hai voglia di vederci? Non riesco a dormire e devo dirti molte cose. All'osservatorio fra mezz'ora. Porta cibo e alcol, se ce l'hai"
    Digitò velocemente questo messaggio dopo aver preso il magifonino ed aver digitato il nome di Blake nella ricerca. Chiuse quindi il telefono. Aveva messo Alex a letto da un'oretta, infatti non era troppo tardi. Il coprifuoco era appena scattato e Blake sarebbe stato sicuramente sveglio.
    Si sentiva dannatamente stanca, eppure non aveva avuto lezioni pesanti ed Alex era stato buono quel giorno. Si sentiva stanca ma non assonnata. Quasi spossata. Sospirò e si guardò in giro. Aveva un caldo! Si mise quindi un paio di short ed una canotta. Non pensò nemmeno al reggiseno, si tolse il pigiama e si infilò gli altri vestiti, semplicemente. Non lo faceva di certo, come aveva invece fatto il 26 dicembre, per provarci di Blake, ma semplicemente perché non ci aveva pensato. E poi con Barnes era così: avrebbero anche potuto vedersi nudi ma non sarebbe scattato nulla in ambito amoroso o sessuale, perché Jess vedeva Blake, così come viceversa, come un fratello. Una persona importantissima nella sua vita, ma pur sempre un fratello. Ed era reciproco, ne era sicura. Si mise un paio di scarpe, lasciò un bacio delicato sulla fronte di Alex ed uscì. Arrivata in sala comune, si specchiò sull'enorme specchio che mostrava loro il reale stato d'animo. Come si aspettava, lei era davvero triste. Non esitò più nemmeno un secondo ed uscì dalla sala comune. Passo dopo passo, si avviò verso l'ingresso nella torre. L'aria fresca che entrava dagli spifferi, era un qualcosa di magnifico sulla sua pelle calda.
    Non si accorse nemmeno di essere arrivata alla vecchia porta malandata. La spinse con i polpastrelli ed essa si aprì, cigolando. Daniele avrebbe dovuto davvero starci più attento e chiuderla!
    Aveva dato appuntamento a Blake per le 22:30, ma lei arrivò per le 22:15. Voleva riordinare un attimo le idee. Si affacciò dal muretto della torre e posò il mento sulle mani, in attesa del suo migliore amico. Gli doveva dire davvero tante cose... sarebbe stata una serata -o nottata- piuttosto lunga. Prese un grosso sospiro, lasciando che il suo respiro si condensasse in una nuvoletta.
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    Stava accordando la sua chitarra cercando di aspettare sveglio Jesse che finiva di fare la sua dannata ronda. Cominciava anche ad aspettarlo? Davvero? In realtà non riusciva propriamente a dormire visto e considerato che ultimamente non faceva altro che cercare di gestire i suoi momenti di rabbia, ma nea veva accumulati così tanti in quei mesi che non faceva altro che dare di matto ogni due per tre. Aveva appena messo da parte la chitarra, si era infilato dei guanti un pò più spessi ed aveva cominciato a tirare cazzotti al sacco che si era montato in camera. Ecco, si, quello era decisamente meglio come sfogo. Lo faceva continuamente fino a sentirsi talmente tanto stanco da riuscire solamente a farsi la doccia e morire nel letto, senza neanche asciugarsi quei dannatissimi capelli. Prima o poi gli sarebe venuto un bel torcicollo. Sorrise pensando al fatto che magari un massaggio da Lilith al collo poteva fargli bene e prima ancora che potesse fare qualsiasi altro pensiero sentì il suo telefono vibrare. Si fermò un attimo, andò a sbirciare chi fosse e quando lesse l'anteprima di Jessica alzò un sopracciglio in maniera sospettosa. In genere Jessica non faceva mai quelle richieste, quindi sicuramente era successo qualcosa. Si levò i guanti, si andò a fare la doccia e senza rispondegli prese qualcosa nella sua dispensa "schifezze", si infiò il primo pantalone che trovò a tiro e poi andò li, doveva aveva chiesto la sua migliore amica con una felma addosso ed il capuccio e con una coperta. Ci si poteva vedere in quella torre, così in alto, a febbraio senza morire di freddo? Ecco, Blake aveva cominciato a conoscere seriamente quella ragazza, quindi si era armato di tutto il necessario per non prendere e non farle prendere freddo. Entrò e sospirò. Dio santissimo, ma i giardini non ti piacciono per niente? Inoltre... levati da li!Certo, perchè un buona sera gli sembrava troppo raffinato, ma in realtà era li solamente per lei. Odiava quella torre era tutto troppo in alto e lui soffriva dannatamente di vertigini. Lo avrebbe mai ammesso? Neanche morto, non in quel momento. Ho portato da bere e da mangiare, da bere ne è rimasto poco... a quanto pare devo rigare dritto se no finisce con l'espulsione!Oh Blake, se solo avessi veramente saputo che quelle parole erano dannatamente profetiche... le avresti veramente mai pronunciate? Ma andiamo avanti. Si avvicinò a Jessica e poi si mise con la schinea contro il muretto scivolando giù e sedendosi per terra. Ecco, adesso poteva quasi andare meglio. Ho portato anche una coperta. Non amo congelare!Aggiunse poi mettendosela sopra le gambe. Ecco cosa aveva dimenticato di prendere! Dei cuscini. Che diavolo ci facciamo qui con il cielo stellato, una coperta, da bere e da mangiare?Chiese poi facendole segno di andarsi a sedere affianco a lui. Infondo era li per lei no? Levò il tappo dalla sua bottiglia di Sambuca, aprì le patatine e fece prima un sorso e poi una manciata di patatine. A chi bisogna menare?Era una battuta oppure sperava seriamente di dover prendere qualcuno a pugni in faccia.
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    Le stelle, quella sera, le sembravano quasi spente. Come se stessero percependo il suo stato d'animo e, per solidarietà, persino loro brillavano di meno. Certo, non era possibile ma quell'interpretazione le piaceva, per un qualche strano motivo. Chissà, magari anche le stelle avevano un'anima. Chi poteva dirlo? Magari lo avrebbe chiesto a Daniele... ecco, i suoi pensieri -in un modo o nell'altro- tornavano sempre a lui; ormai era il suo chiodo fisso e ci pensava costantemente durante le sue giornate, anche se alle lezioni cercava di tenerlo fuori dalla sua testa, ci teneva ad una media alta, come aveva sempre ribadito, e sicuramente pensare al professore di astronomia non avrebbe certo giovato ai suoi voti. Perché la vita doveva essere così dannatamente complicata? Perché... perché dovevano sempre compiere scelte, sacrifici, cercare di guadagnarsi la felicità lottando? Questa era la domanda che più spesso balenava fra i suoi pensieri, quasi come se potesse arrivare qualcuno a darle la risposta. Ma la verità era che nessuno lo avrebbe fatto, che quella sarebbe sempre stata solo una domanda e che sarebbe rimasta senza risposta per sempre.
    Ormai era quasi l'orario dell'appuntamento, ma lui ancora non aveva risposto. Magari stava dormendo? Magari non aveva voglia di vederla? Come fin troppo succedeva, negli ultimi mesi, la corvina si stava facendo decisamente troppi film mentali, anche perché poco dopo lo scricchiolio della porta arrivò quasi in contemporanea con il suo sospiro e le sue parole.
    Si girò con una risatina. Buonasera anche a te esclamò, cercando di mascherare il suo vero stato d'animo con una vocetta allegra. Non era sicura, tuttavia, che lui non se ne sarebbe accorto. Erano migliori amici mica per nulla! Sebbene di lui sapesse davvero poche cose! Ad ogni modo, fece come disse lui e si allontanò dal muretto per avvicinarsi a lui, ma stesse comunque a debita distanza. Ricordava che non fosse un grande fan degli abbracci, perciò si limitò a guardarlo.
    Ce lo faremo bastare annuì, facendo spallucce. Non si lamentava, l'importante era che avesse qualcosa, magari con un goccio di alcol in corpo, sarebbe stato tutto più facile. Lo osservò avvicinarsi cautamente e sedersi a terra, lasciandosi scivolare lungo il muretto. Non si fece domande, non aveva idea che lui soffrisse di vertigini.
    Vedo che ti sei attrezzato! ridacchiò lei, mentre Blake si metteva una coperta sulle gambe. Chissà a cosa avrebbe portato quella serata! Fece come le indicava e si sedette accanto a lui, posando a sua volta la schiena contro il muretto. Non lo so, ma mi sembrava il luogo adatto... sospirò lei, guardando il fazzoletto di cielo che si intravedeva da quella posizione. E no Blake, non bisogna menare nessuno. Almeno, non per il momento! Ma questo non osò dirlo. Ma è da tanto tempo che non parliamo, parliamo di cose importanti, voglio dire. Asserì, prima di prendergli la bottiglia e fare anche lei un sorso. E quindi ho diverse cose da dirti... non so nemmeno da dove iniziare. Sbuffò e ancora il suo respiro si condensò. Si avvicinò ancora un po' a lui, anche se onestamente non sapeva esattamente come comportarsi, se poteva toccarlo (non nel senso che voi tutti player pervertiti starete pensando). Decise quindi di optare per la vicinanza senza contatto fisico. Volevo parlarti dei miei genitori, del mio ex che mi ha scritto, di Jones, dei miei incubi e... del prof... sospirò. Sono successe davvero troppe cose, Blake. Ora il suo tono era triste, Blake avrebbe potuto fare tutte le battute che voleva, ma Jess non sapeva se sarebbe stata in grado di riderne. Prese delle patatine e le mise in bocca, masticando poi lentamente. Quindi, siccome io non riesco a decidermi, da cosa vuoi iniziare? gli chiese, senza però guardarlo negli occhi.
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    Se devo avere poco scelgo di avere niente
    La domanda era sempre la stessa. Perchè mai tutti continuavano a dirgli cose così private? Perchè si fidavano di lui senza neanche che lui si sforzasse, o meglio, senza che si facesse conoscere veramente. Blake era una persona aperta in tutto, ma molto riservata per la sua vita privata. Infondo non parlava mai di se stesso, anche se parlava in continuazione. Infondo nessuno sapeva niente di lui, perchè lui non lo aveva mai detto a nessuno. Si era confidato solamente una volta con Joshua per la questione Elisabeth, ma alla fine in maniera del tutto superficiale. Ascoltò le parole di Jessica e prese anche lui una patatina. Poi la voce triste della sua migliore amica gli fece alzare gli occhi al cielo. Il fatto non era che lui rifiutasse il contatto fisico, era che non era abituato alla dolcezza, gentilezza ed amicizia senza nessun fine. Non gli davano fastidio gli abbracci, ma quello che provava mentre qualcuno lo abbracciava. Il senso di disagio che lo attanagliava! Si ricordava benissimo quello che aveva sentito mentre Erik lo abbracciava e piangeva sulla sua spalla. Non era il fastidio dell'abbraccio era il fastidio di non sapersi comportare ed esprimere in determinate situazioni. Quindi, tutto quello lo portò a fare qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare, si avvicinò alla ragazza ancora un pò facendo toccare la sua gamba con quella di lei. Con calma. Aggiunse poi per tutte quelle informazioni. Ricordiamoci sempre che io sono un maschio e non l'amico gay che ti sa ascoltare e comprendere, ed inoltre mi perdo facilmente.... quindi... cominciamo con Jones.Cominciare con lui era più semplice perchè già era al corrente di una parte della storia, quindi era anche abbastanza ovvio che fosse l'argomento che lo avrebe devastato di meno. Infondo Blake era uno che se conduceva le cose era molto più tranquillo rispetto a se le cose gli venivano dette all'improvviso e sopratutto se lui non aveva il controllo. Ma che contraddizione vivente era quel ragazzo? Come poteva preferire lui di avere il controllo quando lui non sapeva controllare neanche l'emozioni che provava. Si morse il labbro. Facciamo così... giusto per non farti fare un monologo senza fine e finire che io mi addormenti. Una cosa tu ed una cosa io. Quindi parti con Jones... e poi ti dirò io una cosa... Su cosa? Non lo sapeva, ma non gli piaceva il fatto che era stato Aaron a dirle determinate cose sul suo conto. Infondo stava diventando una persona importante no? Non poteva certamente nasconderle chi era veramente. Anche se la verità era che non lo sapeva neanche lui. Prego. Sono pronto! Disse poi bevendo un altro pò di Sambuca e poi mangiando una patatina. Si, il fatto che le avesse avvicinato la gamba era il segno del via libera per fare qualsiasi cosa. E ti prego... allegria... già siamo in un posto che io odio!Solo il pensiero che erano così in alto gli faceva venire il mal di testa!
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    Era felice che Blake avesse accettato la sua richiesta e si fosse presentato. In quel momento aveva un'assurda voglia -e bisogno- di parlare con lui. Forse per certi versi non era la persona più adatta, ma erano davvero legati e sapeva che, nonostante tutto, per lei ci sarebbe sempre stato... e la stessa cosa valeva per Jessica.
    Non si poteva negare che il loro rapporto fosse fin troppo strano; Jessica non aveva mai litigato o urlato contro qualcuno come aveva fatto con lui dopo l'attacco, non era mai andata da qualcuno con l'intenzione di fare pace per poi litigare di nuovo. Insomma, era una cosa piuttosto nuova e strana, ma gli voleva comunque un gran bene. Forse non era la persona adatta nemmeno per consolare o dare consigli, ma la corvina non si aspettava nulla di tutto ciò, non si aspettava di essere compatita, le bastava qualcuno con cui parlare e che, soprattutto, non la giudicasse.
    Si stupì quando il ragazzo si avvicinò facendo sì che le loro gambe si toccassero. Sorrise. Dimenticavo che non sei in grado di assimilare troppe informazioni commentò, scherzando. Era un'altra cosa che adorava della loro amicizia. Non aveva bisogno di dire "sto scherzando" ogni volta, perché per loro era una routine, scherzavano sempre e stavano bene così.
    No, non sarai l'amico gay... ma sei pur sempre il mio migliore amico, no? Puoi dire quello che vuoi, ma mi fido di te, so che ciò che ti dirò non uscirà da questa torre... e che non mi giudicherai azzardò, abbassando la voce. Quando, al lago, lei gli aveva detto cosa provava per Daniele, non l'aveva criticata, anzi si era addirittura offerto di aiutarla... anche se nella sua maniera.
    Scemo commentò poi, dandogli un lieve colpo sul braccio. Ma ci sto, mi sembra una buona proposta. Annuì quindi la ragazza. Okay, voleva cominciare da Jones. Fece un profondo sospiro e cercò di mettere insieme un discorso decente. Era anche contenta che, magari, sarebbe stata la volta buona che avrebbe conosciuto qualcosa su di lui.
    Come mai odi questo posto? chiese, con un piccolo ghigno, prima di iniziare il racconto su Lucas. Dal momento che erano così vicini, sospirò e posò la testa sulla sua spalla, guardando il soffitto della torre. Dunque... ad inizio dicembre ho chiesto un permesso per portare Alex al San Mungo, dopodiché la sera ho deciso di uscire, ovviamente di nascosto o mio zio non mi avrebbe mai dato il permesso sbuffò. non per altro, ma per non lasciare Alex da solo, eppure lei lo aveva fatto. Però si mise a tacere la coscienza dicendosi che comunque il bimbo non era solo in casa. Comunque, sono andata in un bar con l'intenzione di rilassarmi e non incontrare nessuno... e invece ho visto Lucas. Abbiamo iniziato a parlare e a bere vodka -le bottiglie finivano incredibilmente in fretta- e niente... alla fine siamo andati in quel minuscolo bagno e, beh, abbiamo scopato concluse il racconto, cercando di descrivere più o meno la situazione ma, al contempo, di essere breve. Ora tocca a te aggiunse.
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    Jessica Whitemoore. L'aveva conosciuta appena incinta con un vestito rosso che le faceva vedere mezzo culetto, con un instabilità umorale degna della sua, ed adesso... adesso erano sulla torre a parlare delle loro vite? Voleva quasi morire, ma non si sarebbe alzato da per terra neanche sotto tortura. Si morse il labbro. Ehi! Ma hai capito che sto rischiando la vita qui sopra?E non si riferiva solamente al fatto che era su una torre di non sapeva di quanti mila metri, ma perchè se solo un professore lo avesse scoperto li, dopo il coprifuoco, beh, sarebbe stato espulso. Doveva dirlo a Jessica? Insomma... aveva appena detto che era il suo migliore amico e che si fidava, incredibilmente, di lui. Si morse il labbro. Una cosa alla volta. Sorrise quando sentì la sua testa poggiarsi sulla sua spalla. Di rimando, posò anche lui la sua testa, appena sulla testa di Jessica. Soffro di vertigini. Odiava ammettere una sua debolezza, ma infondo era quello che aveva proposto lui, no? E poi cominciò il racconto di lei e Lucas e di come si erano sbronzati e scopati in uno squallido bagno di Londra. Sogghignò. Sapere la verità, conoscere anche l'altra versione era fantastico. Non disse niente, almeno non in quel momento. Voleva sentire tutto il racconto. Le passò le patatine e poi ridacchiò ancora. E com'è stato? Aveva fatto la stessa domanda al suo amico, e la risposta era stata che non riusciva più a smettere di scopare con lei! Adesso bisognava capire se lei diceva le stesse cose! Il fatto era che comunque Lucas usciva da una situazione di merda, invece Jessica, ci si era appena messa in una brutta situazione. Sorrise ancora pensando alle parole precedenti dell'opalina. Si fidava di lui perchè sapeva che non l'avrebbe giudicata, esattamente, come poteva essere lui a dare giudizi, se la sua vita era costantemente una cazzata. Jess...Quando capirai che dovrai prendere una baby sitter? Infondo è giusto che tu abbia la tua vita, ma è anche giusto che tuo figlio non venga chiuso in una stanza dopo che lo hai portato al san Mungo. Lascialo da mio fratello se non sai dove o a chi lasciarlo! Non la stava giudicando, le stava dando ragione, solamente con un piccolo consiglio. Blake pensò al fatto che forse, un giorno anche lui e Lilith potevano.... scosse il capo. Non riusciva a dire sette lettere in croce e pensava ad avere un figlio con Lilith? Nah... impossibile, lui non sarebbe mai stato un bravo padre... non riusciva neanche a badare a se stesso, strinse un pugno. Hanno fatto un consiglio docenti per me, 108 genitori hanno firmato per il mio allontanamento da scuola. Ho dato un pugno in faccia a mio fratello perchè l'altro giorno è venuto in quanto messo al corrente dalla preside. Se non chiederò scusa al tizio a cui volevo dare fuoco, mi espelleranno.Infondo Blake non aveva mezze misure no? O diceva le cose così come gli veniva in mente, oppure rimaneva in silenzio. Ma Jessic aveva dato fiducia a lui... e lui voleva provare a dare fiducia a lei, anche se per lui non era facile affezionarsi ad una ragazza.... le donne, infondo, gli avevano sempre fatto male, no? Ho chiesto scusa. E non fare cose stupide. So cavarmela da solo. Non mi serve nessuno.Aveva imparato a conoscere Jessica, sapeva come era fomentina come lui. Forse era per quello che non facevano altro che litigare, sembravano proprio fratello e sorella, entrambi non volevano che l'altro mettesse il punto alla frase, ed entrambi non potevano fare ammeno uno dell'altra. Per fargli capire che non serviva fare niente di quello che stava pensando - si Blake delle volte era così presuntuoso che si arrogava il diritto di sapere esattamente cosa l'altra persona pensava - posò la sua mano su quella di Jessica e gliela strinse appena. Non le fece male ovviamente, ma non voleva che si metteva anche lei in mezzo ai guai. Già si sentiva in colpa costantemente per averla vista quasi morente e non aver fatto assolutamente niente... ci mancava solamente che faceva la pazza. Tocca a te.Aggiunse sciogliendo quel piccolo contatto e bevendo un pò di sambuca. Bene, se adesso fosse arrivato un professore, Blake poteva essere bello che espulso!
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    Era forse la prima volta che Jessica e Blake si trovavano così vicini e che si parlavano in quel modo. Senza litigare, senza prendersi a parole, ma anzi... che si fidavano l'uno dell'altra, che si confidavano... ed era la prima volta che la corvina poteva avere una possibilità di conoscere meglio il biondo che, giorno dopo giorno, era diventato sempre più importante per lei. Jessica non era mai stata una ragazza che ci metteva poco a voler bene a qualcuno, forse per quello non aveva mai avuto -o quasi- veri amici. Tante persone che aveva conosciuto, volevano tutto subito. Ma lei non era così, non si affezionava alle persone solo perché ci parlava mezza volta; lei aveva almeno bisogno di sapere che ci sarebbero sempre state nei momenti di bisogno. E una di quelle persone era proprio Blake Barnes. Forse difficilmente lo avrebbe ammesso, ma le cose stavano così e non potevano più tornare indietro, non che lei lo volesse comunque.
    Cosa? Amico, se non ti butti volontariamente giù dalla torre, non credo tu possa morire. Replicò, prima di sapere il motivo di quella sua frase. Insomma, non era certo la prima volta che violavano il coprifuoco! Né quel muretto era così basso da rischiare di cadere involontariamente. Era leggermente confusa, ma non aveva intenzione di fare la figura della stupida davanti a lui, visto e considerato che l'aveva già fatta troppe volte, a partire dal loro primo incontro. Mai si sarebbe aspettata che da quel punto, diventassero migliori amici. Un piccolo sorriso le affiorò sulle labbra quando sentì la pressione -leggera- della testa di Blake sulla propria. Chiuse gli occhi rilassata. Se avessero potuto stare là così anche per ore, solo loro due, lei non si sarebbe tirata indietro. Ma era giunto il momento delle confessioni, di conoscersi meglio. Davvero? chiese, stupita. Non si aspettava che un tipo come lui potesse soffrire di vertigini, ma non lo prese in giro. Sapeva quanto fosse stato difficile per lui, ammetterlo sebbene potesse sembrare una cosa di poco conto e l'ultima cosa che voleva, era offenderlo o pungerlo nell'orgoglio spingendolo quindi a richiudersi e non dirle più nulla. Forse era per questo che aveva detto quella frase prima? Poteva anche essere. Scusami se ti ho fatto salire fino a qua, possiamo anche allontanarci... tentò invece lei, preoccupata. Sapeva che, seppur lo sembrasse, non era una cosa da poco. Poteva davvero stare male a guardare in basso o a pensare di essere così in alto. Ma quel pensiero fu messo in ombra dal suo racconto di lei e Lucas. Afferrò le patatine che le porgeva e ne mangiò un paio. Non male commentò, ridacchiando. In realtà era stato più che "non male" ma non aveva idea di come descriverlo. Abbastanza bello da spingermi a rifarlo altre volte aggiunse, alzando lievemente le spalle. Era una domanda tipica di Blake e lei aveva intenzione di essere sincera. Ma, nonostante le belle sensazioni che provava con Lucas, il senso di colpa costante era sempre in agguato, pronto ad attanagliarla. Alle sue successive parole, inarcò un sopracciglio. Credi davvero che Aaron accetterebbe? domandò, curiosa. Non mi fido, comunque, di lasciarlo ad una sconosciuta... per quanto possa in realtà essere brava e onesta confessò per la prima volta una delle sue paure. Temeva il dover lasciare Alex ad una che non conosceva. Non voleva rischiare di perderlo ancora. Però non ho nessuno che possa badare a lui; mio zio lavora troppo... Beh, lui avrebbe potuto chiederle se non ci fossero stati i suoi genitori. Proprio per quello, sarebbe stato sicuramente il prossimo argomento di cui avrebbe trattato. Quando vide che stringeva il pugno, gli accarezzò sovrappensiero le nocche, prima che le sue successive parole la colpissero come un pugno allo stomaco. Cosa...? esclamò, incapace di mettere delle parole di senso compiuto in fila a formare un discorso. Per quello stronzo? chiese, riferendosi al ragazzo che aveva rischiato di trovarsi con la faccia carbonizzata. Se lo è meritato mugugnò. Lei per prima non aveva riso di Blake per quello che era successo al ballo, anzi era stata male per il suo migliore amico. Si sentì dispiaciuta che il tizio non avesse davvero preso fuoco, almeno avrebbero avuto un buon motivo per volere l'espulsione. Quella preside, l'ho sempre detto, che non vale un cazzo aggiunse. Ma il suo tono era neutro, in quel momento. Come ormai persino i docenti sapevano, la ragazza non aveva una grande stima della Burke. Un altro pensiero che le venne in mente poco dopo, fu perché Daniele non le aveva detto nulla. Certo, nonostante la loro relazione -alla quale non riusciva a dare etichette esattamente come quella con Lucas- non era mica in dovere di dirle tutto, ma si sentì ferita ugualmente. Ad ogni modo, le sue parole successive un minimo la rincuorarono. Okay, Okay Blake. Non preoccuparti rispose, semplicemente. Per quanto stupita, non voleva soffermarsi troppo sul fatto che Blake Barnes avesse veramente chiesto scusa. L'importante è che adesso tu sia qui e ci rimanga aggiunse, sospirando. Lasciò che la sua stretta, arrivata poco dopo, la tranquillizzasse ulteriormente ed annuì. Sì, dunque... forse prima ti sarai chiesto, se mio zio lavora troppo, non ci possono pensare i miei genitori ad Alex? Okay, forse non te lo sei minimamente chiesto ridacchiò, non sapeva come altro introdurre il discorso. Fatto sta che due estati fa, prima di approdare ad Hidenstone per il nostro primo anno, da un giorno all'altro hanno fatto le valigie e sono fuggiti in Scozia senza dire nulla, senza salutare. Quindi da allora abito con mio zio e basta. Gli prese ancora la bottiglia e fece un altro sorso. Vai disse poi, aspettando che fosse lui a dire qualcosa di sé.
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    Erano mai stati così vicini? Erano veramente mai stati così amici quei due? Forse no. Forse gli ultimi mesi erano stati intensi e la loro amicizia era cresciuta esponenzialmente. Troppo. Blake che non si legava quasi a nessuno adesso si ritrovava a sul posto che odiava di più al mondo con una ragazza che aveva giudicato "idiota" fino dal primo momento. Insomma che Blake fosse una persona che mutava continuamente era ben inteso, ma fino a quel punto nessuno ci avrebbe mai pensato. Alzò le spalle e scosse il capo. Se possiamo evitare di parlare di dove sono, sarebbe molto gradito, infondo sto seduto per terra, e questo già mi basta! Aggiunse alzando le spalle. Infondo una cosa era certa. Blake aveva il terrore di quel posto, aveva il terrore di volare, ed anche solo guardare gli altri che facevano quel pcoo su di una scopa lo rendevano nervoso e sopratutto, piacevolmente e particolamente silenzioso. Gli si voleva fare davvero un dispetto? Benissimo, allora dovevano pensare a qualcosa di alto, molto alto e piazzarci Blake sopra. Allora sarebbe diventato un agnellino. Era una sua grande fobia, era la sua più grande paura e no, non gli piaceva dirlo al mondo. Infondo le persone sfruttavano sempre in malo modo le debolezze altrui quindi evitava di dirlo a prescindere. Forse neanche Jesse lo sapeva che soffriva di vertigini. Ma andando avanti nella loro bellissima serata insieme, Blake si ritrovò a fare un'altra cosa che faceva veramente raramente, ossia confessare qualcosa che gli succedeva in prima persona. oh... benissimo!Quindi tu e Jones siete scopamici, e con il prof? Domanda lecita no? Ma poi alzò le mani come per dirle, hai ragione.. un argomento alla volta. Si strinse nelle spalle. é un medimago, Alex è un bambino tranquillo e lui adora i bambini... quindi si accetterebbe tranquillamente. E poi Aaron ha cresciuto me... quindi non è nuovo del mestiere! Ed anche quella per lui era una grandissima confidenza. Oh Jessica... quanto stai diventando importante per questo biondino? Roteò gli occhi alle sue parole successive e scosse il capo. Alla preside non gliene importa niente Jess... vuole solamente, come è giusto che sia, tenere a bada i genitori isterici che vedono la pagliuzza nell'occhio degli altri, ma non la trave che hanno dentro il loro. Insomma... hai capito! Si, a furia di stare con Jesse cominciava a non sapersi spiegare neanche lui. Oddio, sempre Jesse in testa aveva? Ma come diavolo era possibile. Sorrise ancora al pensiero dell'amico e poi tornò a sentire le parole di Jessica. Non ti preoccupare, sono bravo a cadere sempre in piedi... e poi come diavolo sopravvivereste dentro questa accademia senza di me?Chiese retoricamente e giusto per smorzare la situazione. Infondo, forse, sotto sotto, Blake pensava che senza di lui sarebbero stati sicuramente molto più al sicuro rispetto a quanto lo erano adesso con lui. Poi ascoltò quello che aveva da dire Jessica e sbuffò. Oh... Mi dispiace per i tuoi genitori. Si perdono gli anni più belli della propria figlia e sopratutto del loro nipote, hai provato a contattarli? Se vuoi andiamo insieme in scozia, gisusto? E gli faccio... facciamo cambiare idea... Oh si, Blake non riconosceva nessun tipo di autorità, figurarsi quella di altri genitori! Toccava a lui? Visto che siamo in tema di genitori e visto che non sai farti gli affari tuoi ed hai chiesto già a mio fratello... beh, mia madre è morta dandomi alla luce, mio padre mi ha massacrato di botte per... neanche me lo ricordo, da quando mia madre è morta si è dato all'alcool. Il suo sport preferito dopo la cintura dei pantaloni su di me. Quindi... beh, pensaci, ti è andata bene non averli in mezzo ai coglioni! Ed ecco gli attacchi di rabbia spiegati!
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    Un lieve sospiro lasciò le labbra della corvina. Quel ragazzo era davvero strano, in ogni cosa, eppure non poteva fare a meno di volergli bene. Ormai, giorno dopo giorno, era diventato fin troppo importante per lei... e aveva sempre pensato che tenere troppo alle persone, non andasse bene... troppi punti deboli.
    Va bene, va bene accordò la corvina con un sorriso, prendendo delle altre patatine. Avrebbero dovuto rifornirsi di alcol, soprattutto. Alcol e tanto cibo. Da quando beveva così tanto? Boh, forse da quel cinque dicembre con Jones quando, bicchiere dopo bicchiere, aveva man mano perso la lucidità ed erano finiti a fare sesso. A tal proposito...
    Sì, no... non lo so? rispose all'amico. Che risposta chiara, eh? Voglio dire, credo di sì... ci siamo visti dopo la festa la sera stessa e anche il giorno dopo la festa... e anche dopo la lezione di erbologia e... insomma, altre volte. Spiegò, con un'alzata di spalle. Mica le aveva contate! Ma quando nominò il prof, Jess esitò prima di dare una qualsiasi risposta. Era quello il motivo principale per il quale l'aveva chiamato, una faccenda fin troppo più grande di lei che non sapeva gestire a dovere. Era solo un'adolescente. Stava per articolare una risposta più o meno decente, quando l'argomento virò su Alex e, per un momento, Jessica ne fu sollevata. Oh, allora se mi dici così, glielo chiederò replicò, segnandosi mentalmente di mandare un messaggio al medimago, prima o poi. Ma in che senso l'aveva cresciuto lui? Sapeva che sua madre era morta dandolo alla luce, ma suo padre...? Forse era morto anche lui? Jessica non gli chiese nulla, almeno per il momento... già era una conquista che lui le avesse detto che soffriva di vertigini! Non voleva certo forzare la mano, per lei era davvero importante conoscere colui che era diventato il suo migliore amico, ma non voleva per nessun motivo forzare la mano. In nessun modo. Ridacchiò alle sue parole successive; non era stato eccessivamente chiaro, ma aveva capito. Sì sì capisco cosa vuoi dire! Sono sempre più convinta che davvero alla preside non freghi nulla di noi, quanto più della reputazione di questa scuola. Per carità, non la biasimo, ma qualche volta ci farebbe comodo il suo aiuto. In qualità di preside dovrebbe essere piuttosto potente, no? chiese retoricamente, alzando gli occhi al cielo e pensando proprio a quel lontano trentun ottobre, ma non voleva rivangare ad alta voce ricordi orribili.
    Sei molto modesto! commentò, scompigliandogli i capelli. Probabilmente lui riteneva la sua testolina bionda, sacra, ma a lei non importava. Se le andava di fare una cosa, la faceva.
    Oh, non sei il primo che si offre o che mi chiede se ho provato a contattarli replicò, pensando sia a Lancelot che a Daniele. Ma no, non so nemmeno dove siano, in Scozia.
    Ehi, ti ho già spiegato che non ho chiesto ad Aaron di vostra madre per impicciarmi, ma solo perché ho visto una vostra foto. Lo avresti fatto anche tu sbuffò lei, prima di ascoltare le sue parole successive, per le quali si rabbuiò. Afferrando nuovamente la sua mano e accarezzandola con le proprie dita. Non sapeva esattamente cosa dire. Ma al pensiero, rivalutava la sua situazione. Alla fine, i suoi genitori erano vivi e non le avevano mai torto un capello, anzi. Ma era piuttosto convinta che lui non avesse bisogno di essere compatito. Quindi prese la bottiglia e gliela passò, con un piccolo sorriso. Certo, sapeva che avrebbe potuto prendersela da solo come e quando voleva, ma il suo era più un gesto simbolico. Gli era vicina. Beh, non posso dire di capire a pieno la situazione iniziò Non so cos'hai passato e non ho intenzione di farti ricordare brutti momenti, quindi non posso dire nulla al riguardo, posso solo giudicare cosa vedo ora. Sperava di farsi capire. (Forse anche lei stava subendo l'influenza Jesse). E no, non preoccuparti non ho intenzione di fare la sdolcinata! aggiunse ridacchiando. Ma che tu voglia sentirtelo dire o no, che tu lo ammetta o no, nonostante tutto sei qui e sei un... bravo ragazzo. Commentò, senza perdere quel sorrisetto. Sapeva perfettamente che lui non era un tipo da smancerie, perciò aveva racchiuso in quelle due parole tutto l'affetto che provava per lui. Mentre parlava, non mollò la sua mano ma anzi continuò ad accarezzarla.
    Comunque, per rispondere alla tua domanda di prima... io e il prof siamo andati a letto insieme due sere prima della festa. E prima che tu me lo chieda -so che lo avresti fatto- è stato... fantastico. Tutto, non solo il sesso concluse, sbadigliando e prendendo un sorso di sambuca.
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    Che Dio perdoni Blake Barnes per la sua instabilità emotiva e soprattutto per il suo modo di cambiare discorso in maniera tanto veloce che a volte sembrava quasi avere davvero qualche tipo di problema mentale. Oddio, in effetti ce lo aveva, ma quello non doveva sicuramente giustificare i suoi comportamenti completamente fuori luogo. Cominciando dal fatto che aveva impegnato suo fratello senza neanche chiedergli effettivamente avesse altro da fare, ma infondo lo faceva proprio perchè non voleva che il fratello avesse del tempo libero e si dedicasse completamente a lui. Adorava Aaron, era il suo modello di vita, ma delle volte lo soffocava, non si rendeva conto che tutto quello stress non faceva veramente bene ai nervi del biondino. Quindi praticamente, tu e Lucas siete scopamici! Disse con una semplicità quasi disarmante, ma infondo lui ne aveva avute tantissime di scopa amicizie, tutte finite con uno dei due che si infatuasse dell'altro, molto spesso lui non era quello che si metteva a provare sentimenti, ma comunque gli era capitato di non riuscire a fare a meno di una ragazza con cui andava solo a letto, e poi si era stufato. Come ogni cosa che faceva. infondo la situazione era fin troppo palese, Blake aveva continuo bisogno di stimoli per stare insieme ad una persona ed era per quello che Lilith era ancora al suo fianco, perchè non lo assecondava quasi mai, non era mai pronta all'uso, anzi... ultimamente non lo era proprio per niente.. anche se... Sospirò e mangiò un pò di patatine. Oh si chiediglielo, magari non dire che è stata una mia idea...e con quella frase era facilmente intuibile che se avesse detto una cosa del genenre, Aaron si sarebbe insospettito ed allora avrebbe trovato il modo di riuscire ad incastrare anche lui con il figlio di Jessica, e no... non era quello che voleva! Non perchè non gli piacessero i bambini, ma perchè non era in grado di cntrollarsi, in quel periodo era peggio che in altri. Doveva capire bene cosa fare per fermare tutto quello e il professor Lancelot era sicuramente una delle persone più adatte. Ogni insegnante era per Blake un punto di riferimento per qualcosa. Olwen era visto dal'opale come una sorte di amico, amico che riesce sempre a capirti, che ti da sempre il consiglio giusto, Eva era vista come la madre che non aveva mai avuto, e di conseguenza chiedeva a lei cose più sulla sfera sentimentale, Ensor era invece, tutto quello che avrebbe voluto essere, ossia una persona controllata tanto da fare spavento. In quella triade
    si stava infilando anche un quarto professore, ossia il professor Black. Ancora non riusciva bene ad inquadrarlo, ma aveva tutte le intenzioni di parlare con lui. Infondo era una persona che lo aveva colpito e di conseguenza voleva approfondire la sua conoscenza. Ma tornando a Jessica, Andiamo Jess... la preside fa solamente il suo lavoro! Ossia portare avanti un'accademia di successo e di un livello molto prestigioso. Io sono una persona che non passa inosservata, sia nel bene... su quello ho dei dubbi, ma sopratutto quando faccio le cazzate. Non ha fatto niente che non avresti fatto anche tu al posto suo. Infondo infondo sa benissimo che non sono io il problema, ma è anche abbastanza intelligente da riuscire a placare 108 genitori e mantenere me qui dentro! Blake non era una persona stupida, non era uno che non riusciva a guardare ad un palmo della sua mano, era un ragazzo con porblemi di gestione della sfera emotiva, aveva una deficienza emotiva non indifferente e si comportava in coerenza con quello. Aveva dei modi del tutto sbagliati nonostante le sue intenzioni fossero sempre nobili, aveva degli atteggiamenti da menefreghista perchè era uno delle persone più fragili che calpestavano i pavimenti di quell'accademia, Blake aveva solo una maschera addosso che cercava di fortificare giorno dopo giorno con tutti, indistintamente. Aveva paura di essere ferito ancora ed allora feriva prima lui. Perchè in due anni non aveva mai detto a Jesse che sua madre era morta, o che suo padre lo picchiava? Aveva aspettato il suo 18esimo compleanno per parlare un pò di se, ossia quasi due anni da quando lo considerava più di un fratello! Perchè non aveva mai parlato con Jessica, ed anzi le aveva sempre urlato addosso, perchè aveva puara che prima o poi se ne sarebbe andata. Blake era la persona che rendeva vivo il detto "le apparenze ingannano"! Eh no, io non avrei mai chiesto una cosa del genenre a qualcuno. Una foto... può essere tantissime cose! E tu sei un'impicciona, ma comunque oramai è andata e sono qui io a parlartene... quindi.. non fare quel broncetto, che tanto non ci vengo a letto con te! ridacchiò dandole un piccola spallata. Poi sentì la mano della stringergli la sua, sotto la coperta, questa volta non fece niente per allontanarla, infondo l'ultima volta non aveva reagito bene al suo allontanamento e come aveva concesso ad Erik di piangere sulla sua camicia, poteva concedere a Jessica di stringergli la mano. Roteò il collo per farlo scrocchiare. Jess dici così perchè non sei obiettiva con me e sopratutto, perchè non sai quanto male sono riuscito a spargere quando ero ad Hogwarts. Sono un dannatissimo casino. Posò la testa sulla pietra fredda dietro di lui e chiuse un momento gli occhi, strinse di rimando la mano di Jessica. Di qualcuno avrebbe pure dovuto cominciarsi a fidare, no? Si era reso conto che aveva sviato la sua domanda per il prof, ma quando lei stessa cominciò a parlare dopo queigli interminabili minuti di silenzio che non fecero altro che fargli bene sogghignò appena, rimanendo comunque con gli occhi chiusi e la testa posata sulla pietra della torre. Quindi... sei andata a letto con il prof. prima della tua festa, poi il giorno della tua festa sei andata a letto con Jones, poi di nuovo con Daniele e poi di nuovo con Jones... Beh Jess... possiamo dire che Whitemoor is the new Barnes! Non la giudicava, assolutamente, lui aveva fatto anche peggio, quindi cosa doveva dirle? E poi era una sua amica, non una qualsiasi,un'amica molto importante, tanto da non lasciarle ancora la mano e da avere ancora gli occhi chiusi, completamente senza nessun tipo di difesa. Beh... il sesso aiuta la circolazione, lo stress... l'ansia...! Uno sport che andrebbe praticato, effettivamente, senza nessuna riserva!
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    Quella serata era parecchio strana, davvero, soprattutto era strano il fatto che -più o meno- ancora non avessero discusso. Ma d'altronde, non potevano certo litigare ogni giorno della loro vita, no? Di certo, poi, lei non voleva rovinare ciò che si stava creando tra loro. In un anno e poco più che si conoscevano, mai si erano ritrovati in una situazione così particolare ed intima, così... non sapeva nemmeno definirla, ma era davvero contenta che il ragazzo affianco a lei si stesse, per la prima volta, aprendo con lei e svelandole quindi particolari della sua vita, sebbene non piacevoli. Jessica voleva conoscere a fondo una persona che stava diventando, man mano, così importante per lei... e sebbene quello che le stava raccontando non era facile da sentire ma, sicuramente, nemmeno da dire, Jessica si ripromise che gli sarebbe stata vicina sempre, anche se sapeva che non sarebbe stato per nulla semplice.
    Sì, possiamo dire che siamo scopamici replicò, mordendosi nervosamente il labbro. Ma è strano comunque... insomma, non è la classica scopamicizia dove non ci sono sentimenti -o non ci dovrebbero essere- anche se non so effettivamente cosa provo per lui. Non amore, quello no... però boh, proprio non capisco; ed è per questo che ho deciso di non pensarci! Non è necessario cercare di capire sempre tutto. Oh, se si sentiva in colpa tutte le volte che si vedeva con Lucas. Ogni volta si convinceva che sarebbe stato meglio per entrambi -per lei e Daniele- se non si fossero più visti al di fuori delle lezioni, se si fossero dimenticati l'uno dell'altra... ma ogni volta mentiva a se stessa, perché aveva bisogno di lui, in un certo senso. Perché la faceva stare bene, seppur la loro fosse una relazione proibita. A volte si diceva che sarebbe stato meglio innamorarsi di Lucas, già da quel cinque dicembre, quando non provava ancora quel sentimento così forte per il professore. Sarebbe stato tutto più facile. Ma quando mai Jessica sceglieva la strada più facile?
    Va bene Blake ridacchiò la giovane, sorridendogli appena. Farò finta che sia stata una mia idea! Ho portato Alex al San Mungo pochi giorni fa, sai, quando ho chiesto il permesso per tornare a Londra... non lo vedo spesso così tranquillo con qualcuno ammise, alzando le spalle. Forse è stupida come cosa, ma mi sembra che tuo fratello ci sappia fare. Concluse, sospirando.
    Sei sicuro di non essere tu il problema? chiese con un sorrisetto per alleggerire la situazione. No, io non avrei fatto assolutamente come lei. Forse è stata fin troppo buona ad indire un consiglio con tutti i docenti per decidere. Concluse, facendogli l'occhiolino. Era abbastanza palese che scherzasse ed era più che mai felice che con lui non avesse bisogno di specificarlo, perché era anche quello un loro personalissimo modo di dimostrarsi il loro affetto. Si punzecchiavano continuamente. Quando non litigavano, almeno. Ma non era anche quella una forma di affetto? Perché avrebbero dovuto perdere tanto tempo a litigare se non gliene fregasse nulla? In una certa misura, era felice anche di quello.
    Ad ogni modo, non poteva del tutto biasimarlo per non essersi mai aperto con lei, perché nemmeno Jess aveva fatto poi molto per aprirsi con lui. Gli aveva mai detto, prima di quella sera, che i suoi genitori erano fuggiti in Scozia senza dirle nulla? Certo che no. Ma moltissime cose non gli aveva mai detto, anche le più semplici!
    Fottiti, Blake commentò poi, prima di ridacchiare all'ultima parte della frase. Stai scherzando?! E io che pensavo che questo broncetto ti facesse cadere ai miei piedi! Allora devo trovare un altro modo per convincerti a concedermi una notte di sesso con te. Anche questa volta stava solamente scherzando, ma probabilmente a chi guardava quella loro situazione da fuori, quella loro strana amicizia, poteva non sembrare... ma era certa che Blake lo sapesse che stava facendo ironia. Jessica rispettava Lilith e la loro relazione, non ci aveva nemmeno mai provato con Blake. Certo, lui l'avrebbe rifiutata, ma comunque alla corvina non era mai passato per l'anticamera del cervello di fare qualsiasi cosa che potesse far star male Lilith, soprattutto da quando il loro rapporto era decisamente cambiato. Gli restituì la spallata e sorrise. Sei proprio un idiota!
    Quando lei gli strinse la mano, Jess fu contenta che lui non la respingesse.
    Blake, a me non frega niente di cos'è successo quando eri ad Hogwarts, per me è solo passato, anche se per te magari non lo è, e a me interessa che noi siamo qui, adesso. Che siamo amici. Sospirò. E non mi importa nemmeno che tu sia un casino. Chi non lo è, in fondo? Certo, qualcuno lo era di più di altri, ma che differenza faceva. Senti Blake iniziò, girandosi verso di lui. Io ti voglio bene, Jesse ti vuole bene e Lilith ti ama, anche Mia te ne vuole sebbene lo nasconda dietro quell'aria da dura continuò, pensando con affetto all'amica. E ho citato solo alcune delle persone che te ne vogliono. E questa cosa non cambierà, mai. Che tu sia un casino o meno. E non mi interessa se non sai o non vuoi esprimere ciò che provi, basta che mi ascolti. Noi ci saremo per te, sempre. Come sono sicura che tu lo farai per noi. Quindi, il succo di tutto questo discorso, è che ci piace il casino che sei. Sorrise. E poi, che noia sarebbe senza l'esplosivo Blake Barnes in giro per l'Accademia? Aggiunse, mantenendo il sorriso e cercando di alleggerire quel discorso. Non voleva metterlo troppo a disagio, conoscendolo. Posò anche lei la testa sulla pietra, senza però mollargli la mano, e ascoltò le sue parole. Rise. Per la prima volta, forse, quella sera. Siamo amici per un motivo ghignò lei, prima di rifermarsi sulle parti precedenti della frase. Tu sarai anche un casino, ma nemmeno tutto ciò è semplice. Voglio bene a Lucas, davvero, ma Daniele... con lui è tutto diverso. Chiuse anche lei gli occhi, più tranquilla di quando era iniziata quella serata. Oh sì, il sesso è qualcosa di fantastico e che tutti dovrebbero fare, almeno romperebbero meno il cazzo agli altri ridacchiò quindi, rilassando le spalle contro il muro di pietra.
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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
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    In genere non era una persona che si fermava dietro ad una porta di legno malandata a senitre le conversazioni. In genere Daniele Salvatore non era un impiccione, in genere era una di quelle persone discrete che quando sentiva due persone parlare di qualcosa di estremamemnte personale, si faceva da parte e cambiava completamente posizione. Quella sera, invece, si sentiva completamente un ladro, si sentiva completamente una persona sporca.Perchè? Perchè era rimasto li a sentire tutta la conversazione che Blake e Jessica stavano facendo, con un'intimità che Daniele non sopportava. non sopportava i modi di fare di Blake con Jessica, il fatto che non facesse altro che alludere ad una loro eventuale notte di sesso insieme, il modo in cui lei aveva detto con leggerezza a lui che loro erano andati a letto insieme, il fatto che alla fine Blake non aveva detto niente se non: beh, lui ha esperienza. La cosa che lo sorprendeva era che non aveva minimamente parlato male di lui, ed anzi, gli aveva semplicemente detto che se la rendeva felice, allora era una cosa che doveva fare. Ma il problema principale di tutta quella onversazione fu sentire che Jessica Veronica Whitemoore andava a letto con un altro mentre lo faceva anche con lui. Davvero? Davvero era successa una cosa del genenre? Lei che non aveva fatto altro che rompergli le scatole per qualsiasi ragazza o sua studentessa lo guardasse di più o cose del genere? Insomma si sentiva tradito? Si, si sentiva un coglione e si sentiva anche tradito. Era qualcosa che non riusciva neanche a spiegare, ma più sentiva Jessica dire quelle cose più si sentiva male al solo pensiero di saperla con un altro ragazzo. Ragazzo che lui conosceva bene, ragazzo che lui sapeva essere non solo un suo studente, ma anche il suo studente più brillante. Il fatto era che Jones non aveva nessuna colpa, e forse neanche lei. Era lu ad essere il terzo incomodo, era lui a dover fare un passo indietro e la cosa assurda, era che lui si sentiva seriamente tradito come se a parlare fosse la sua fidanzata Come si poteva fare una cosa del genere? Lui aveva 33 anni e lei ne aveva appena 17 e la cosa più assurda fu che, effettivamente, se la stava prendendo perchè si sentiva ferito. Blake non doveva essere li, specialmente dopo tutto il casino che era successo al consiglio, aveva l'alcool e stavano mangiando. Infondo aveva tutto il diritto di espellerlo, ma in quel momento era così arrabbiato con Jessica, che avrebbe chiuso un occhio, anche due, effettivamente. Fece un respiro profondo e posò la mano sulla maniglia della porta che dopo due secondi venne spalancata. Guardò prima Blake senza guardare minimamente Jessica. Si sta bene qui su? Il suo tono era calmo e placido, ma con una punta di amarezza. Barnes... sai benissimo che non puoi violare il coprifuoco per nessuna ragione al mondo... e spero che quella sia acqua liscia e non sambuca... Senza contare che qui non potreste stare a prescindere dopo l'orario di lezione, in quanto un posto pericoloso. I suoi occhi scuri erano incantentai a quelli chiari del ragazzo che era visibilmente sbiancato. Daniele fece un respiro profondo. Non dirò niente, ma... tese la mano per farsi consegnare l'alcool.Questa è l'ultima volta. Aggiunse senza neanche questa volta calcolare minimamente Jessica, e questo non lo fece perchè c'era Blake davanti, ma perchè per lei avrebbe avuto altro da dire e non gli sembrava il caso fare una scenata in quel preciso momento.
    the heart is deceitful above all things,
     
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    Ridacchiò quando la corvina disse di essere la scopamica di Jones. Direi che da niente a tutto... bene! E guarda un pò, il tutto coincide con il fatto che io ti stia più vicina del solito! Chissà, magari sono io che ti porto fortuna! Ovviamente la stava prendendo in giro ed ovviamente si divertiva tantissimo a farlo poi scosse il capo quando lei disse che non sapeva se ci fossero sentimenti o meno. Sei mai uscita con lui senza fare niente? Gli chiese poi a bruciapelo. Infondo un sentimento era anche stare ore ed ore a guardarla senza rendersi conto di quanto tempo fosse passato. A lui era successo di rimanere a guardare Lilith mentre dormiva e non riuscire a levarle gli occhi di dosso per quanto era bella. Non glielo avrebbe mai confessato, ancora non era pronto per i suoi sentimenti, ma comunque non era una cosa che poteva affrontare su di una torre di astronomia, con una sua coetanea, il suo senso di disagio nella sua sfera emotiva era molto più complesso di quello e di conseguenza non mise altra carne a cuocere. Già gli era costato il mondo dire quelle cose a Jessica, non poteva aggiungere altro, non per quella sera. Mio fratello è bravissimo a fare tutto! Era serio mentre lo diceva. Aaron era, agli occhi di Blake, la perfezione fatta persona e nessuno poteva distoglierlo da quell'idea. Anche quando il maggiore sbagliava, Blake riusciva seriamente a trovare una spiegazione a quell'errore e si convinceva che non aveva sbagliato, aveva operato semplicemente in maniera diversa dagli altri o che comunque gli altri non avevano capito le sue azioni. Oh beh, tesoro, che sia io il problema, lo avevo capito da un sacco di tempo! Le rispose dandole ancora una piccola spallata giocosa. Lo ha fatto solamente perchè vado bene a scuola, tutto sommato! Era quello che pensava! Non aveva mai pensato che qualche suo professore, o comunque tutti i professori si erano schierati dalla sua parte, e la stessa victoria aveva fatto un passo verso di lui quando lui aveva devastato il suo ufficio con le sue urla contro la professoressa di Artimanzia. Ascoltò poi tutto il suo discorso e sorrise. Si ricordava che qualcuno gli avesse detto una cosa simile, ma non ricordava esattamente in che circostanza, il che lo riportò immediatamente a lui e Jesse nello stesso letto. Ecco, non avrebbe detto neanche quello a Jessica, almeno non in quel momento. E poi... E poi gli prese un infarto secco. Oh cazzo! Esclamò vedendo Daniele entrare in quello spiazzo. Doveva dire altro a Jessica ma stava cercando un modo per non morire, in realtà! Levò la mano da sopra quella di Jessica e si alzò in piedi di scatto, sentire la sua voce calma e non arrabbiata lo fece tranquillizzare un pò, ma quando lui disse il fatto dell'acqua Blake sbuffò, prese la bottiglia dalle mani di Jessica e la diede al suo docente. Insomma sapeva benissimo che già era nei guai e che era meglio che si rimetteva in riga senza fare storie o repliche, ma lui era arrabbiato per altri motivi. Blake non era stupido ed il suo tono volutamente calmo e il suo sguardo che ignorava volutamente Jessica voleva dire solamente che aveva sentito tutto. Alzò gli occhi al cielo. In realtà a me fa schifo stare qui su... Rispose al professore prima di guardare Jess come per dirle: sta zitta o ti lincia, ma non era sicuro che Jessica lo avrebbe ascoltato, infondo non lo faceva mai! Professore ho chiesto io a Jess di venire qui. Avevo semplicemente bisogno di un pò di aria! Sapeva che Daniele non avrebbe mai messo in punzione Jessica per una cosa del genere, ma Blake era fatto in quel modo, voleva bene alla sua amica e se qualcuno doveva prendersi la colpa lui era sempre pronto a farlo. Infondo voleva veramente bene a Jessica e lui era già incasinato. Perchè mai doveva incasinare anche lei? GUardò la ragazza come per dirle che se non avesse confermato la sua versione l'avrebbe uccisa.
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    Già, direi che sei un po' troppo appiccicoso, Barnes ridacchiò la ragazza, sebbene le facesse davvero piacere che il loro rapporto si stesse evolvendo. In un modo alquanto bizzarro, ma lo stava facendo. Ad ogni modo, parlare con lui stava risultando piuttosto terapeutico, perché tante cose non ce la faceva proprio a tenersele dentro! Non ce l'avrebbe fatta un minuto di più. Certo, non sarebbe andata a sventolare ai quattro venti che si faceva Jones, né nient'altro, ma sapeva che di lui poteva fidarsi, quindi aveva deciso di dirglielo. E, come annunciato ad Aaron qualche giorno prima, era riuscita a dire a Blake che, finalmente, era andata a letto con Daniele. E, non per sminuire Lucas perché anche con lui il sesso non era per niente male, ma col docente era tutto diverso, non solo sul piano fisico. Si sentiva meglio anche con se stessa, sebbene non sapeva come questo fosse possibile.
    Lo guardò per alcuni secondi prima di rispondere. No... non che io mi ricordi... forse la notte dopo la festa? Non lo so, ero troppo ubriaca per ricordarmi bene. Rispose, in totale sincerità. Si ricordava di aver bevuto davvero tanto, pur di riavere i suoi regali. Ma, oltre a quello, non le pareva di essere mai semplicemente uscita con Lucas, come due ragazzi che si frequentano.
    Sorrise alla sua frase su Aaron, notando com'era quando parlava del fratello. Aveva capito che, seppur sempre con i suoi modi, amava davvero Aaron, e come biasimarlo? Era sempre stato tutta la sua famiglia, fin dalla nascita. Sì, perché il padre che lo picchiava non poteva certo essere considerato parte della famiglia. Sospirò. Ti farò sapere cosa mi risponde! Gli sorrise e lasciò per un secondo che il proprio sguardo vagasse per quella stanza, che di lì a poco, non le sarebbe piaciuta poi così tanto. Scosse la testa. Magari, visto che sei così attraente, la preside ti ha concesso un'altra possibilità così ha più tempo per provarci con te. Commentò, con un ghigno. Certo, era davvero schifata al pensiero che una vecchia di dio sa solo quanti anni, ci provasse con un ragazzino di diciotto.
    Ormai era perfettamente rilassata e aveva gli occhi chiusi, quando la sua imprecazione, la fece sobbalzare. Ma sei scemo, mi hai s... alzò lo sguardo, seguendo quello di lui e... beh, vide l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quella situazione. Daniele. Merda pensò quindi, chiedendosi cosa, di tutto ciò che si erano detti, avesse sentito. Si augurava davvero che non avesse sentito né la battutina a Blake, né il fatto che andava a letto con Jones. Ma da come lui la stava ignorando e dalla sua voce calma, fin troppo calma, le speranze erano ben poche. A dire il vero, quando il suo tono era così pacato, era più spaventata di quando si arrabbiava -almeno, quelle rarissime volte... fino a quel momento. Blake, come un robot, levò la mano dalla sua e si alzò. Persino uno come lui, che aveva urlato a Naga, stava sudando freddo in quel momento. La verità era che ci teneva dannatamente a rimanere in Accademia, che lo ammettesse o no. Alle parole di Daniele, lui prese la bottiglia e gliela passò. Jessica era basita, fin troppo, per reagire in qualche modo. Quindi rimase là, in silenzio, ancora con la coperta che le copriva le gambe -peraltro, coperte in precedenza solo dal suo solito paio di short. Ma quando Blake disse che era stata una sua idea vedersi là, la corvina non poteva stare zitta e permettere che Blake venisse espulso per colpa sua, ci sarebbe stata malissimo. Quindi si alzò, lasciando scivolare la coperta a terra. No replicò, seria. Gliel'ho chiesto io. Guardò Blake, ricambiando il suo sguardo. Mi dispiace, ma tu rischi molto più di me, quindi... non coprirmi, per favore. Non mi perdonerei mai se tu venissi espulso per questo, quindi per una volta nella tua vita, stai zitto. Non glielo aveva detto con cattiveria o arroganza, semplicemente con un tono davvero preoccupato. Era il suo migliore amico e, per quanto non glielo avrebbe mai ammesso, non sapeva se sarebbe riuscita a sopportare tutto senza di lui. Per favore lo pregò, avvicinandosi a lui, ma non osando prendergli la mano di nuovo. Girò la testa verso il docente e si morse il labbro. Ti prego puoi... lasciarci soli? chiese all'Opale, abbassando la voce in modo che solo lui sentisse. Ci vediamo in sala comune... qui me la devo sbrigare da sola, non osare metterti ancora più nei casini per me concluse, tornando a guardare Daniele e la sua espressione, la fece quasi sentire male.
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
    «Le strade della lealtà son sempre rette. »
    Sapeva benissimo che era stata Jessica a chiedere a Blake di andare li sopra, sia perchè quale cgiorno prima glielo aveva detto che lo avrebbe fatto, sia perchè Blake non era stupido, sapeva benissimo che doveva essere nel suo dannato dormitorio già da qualche ora. Si massaggiò le tempie e prese la bottiglia dalle mani di blake facendola sparire. Infondo Aveva una discreta conoscenza della magia e comunque era un professore. Scosse il capo sentendo prima le scuse di lui e poi le parole di lei, che solamente in quel preciso istante guardò. Incrociò i suoi occhi e il suo sguardo, ma Daniele non era dolce e gentile come al solito, era innervosito e sopratutto si sentiva preso in giro da una ragazzina, senza contare che si sentiva uno stupido. Come aveva potuto solamente credere che Jessica potesse fare la persona seria e stare solamente con lui? Lei che aveva appena 17 anni e gli ormoni a mille? Era lui il problema e non di certo lei. Ma il fatto era che quelle parole erano state una coltellata al cuore. Chiederò alla preside di far allargare le finestre dei dormitori, così l'aria potrai prenderla anche dalla tua stanza... che se ricordo bene è l'unica che viene condivisa solamente con una persona e non con quattro. Rispose prima al biondino trafiggendolo con lo sguardo e poi guardò di nuovo Jessica. Whitemoore non serve che tu difenda nessuno e che Barnes si prenda la colpa di qualcosa. Ho qualche anno in più di voi e so chi ha chiamato chi, ma non mi interessa. Entrambi state violando una regola dell'accademia ed io sono stufo di farvi capire con le buone che questa cosa non dovete farla, specialmente dopo tutto quello che è successo con Naga. Era serio, si stava comportando come un docente rispettabile doveva fare. Vide Blake fare un passo verso la porta e lo ammonì con lo sguardo. Sapeva che lui e Jessica andavano a letto insieme e sapere voleva anche dire non per forza far finta di niente. Non dirò niente del tuo aver assecondato una tua amica... ma... Guardò Jessica. Le dispiaceva perdere i punti per la sua casata? Benissimo. 5 punti in meno per i Black Opal ed ogni risposta che mi darà da qui a quando non tornerà nel suo dormitorio, sarà un punto in meno. Sapeva essere severo anche lui, ed in quel momento non era solamente severo era anche deluso, deluso da se stesso e non da Jessica, deluso dal fatto che aveva permesso ad una ragazzina di destabilizzarlo in quel modo. Se avete dubbi sul come agire da adesso in poi... il mio ufficio lo conoscete. Adesso, nei vostri dormitori vi ci accompagnerò io. Davvero Jessica pensava che lui sarebbe rimasto li a sentire le sue spiegazioni? Aveva sentito veramente abbastanza per quella serata. Aprì la porta di legno cigolante alle sue spalle e fece segno con la testa di uscire fuori, a tutti e due. Non voleva sentire un'altro fiato!
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