You look perfect tonight

Jess & Daniele

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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
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    Se lo stava ripetendo in tutte le lingue del mondo, non dovevano assolutamente andare a letto insieme. Non quella sera, non così presto. Il problema era che Daniele era fatto di carne e la carne, si sa, è debole. La vide arrossire violentemente per il suo cambiarsi in quel modo così spontaneo davanti a lei, sogghignò ma non disse niente. Non era una persona che cercava di metterti in imbarazzo, non era uno di quelli che godevano a vederti arrossire per un loro gesto, non era un Barnes, ecco! Quando si mise nel letto quasi si sentì meglio e la guardò in ogni sua parte del corpo. Era bella e non sembrava minimamente avesse davvero partorito. Forse aveva perso tutti i chili presi durante la gravidanza, forse aveva fatto veramente il possibile e l'impossibile per tornare ad un fisico di un'adolescente... e cavolo se ci era riuscita! Quando gli chiese di tirare giù la zip, Daniele lo fece senza dire troppe cose e poi la osservò mentre faceva cadere il suo vestito per terra. Era sensuale, era bella, era dolce ed allo stesso era innocente e donna. Sapeva quello che stava facendo, sapeva che lui la stava guardando. Daniele lo sapeva benissimo che Jessica poteva essere veramente una grande seduttrice. Sapea che effettiamente poteva portarselo a letto in qualsiasi momento e se lui non avesse avuto tutto questo auto controllo, ci sarebbe riuscita moltissimo tempo prima. La osservò nella sua maglietta del pigiama blu, i suoi capelli che cadevano sulla schiena e quando lei si infiilò nel letto andando dritta sparata verso la sua bocca, verso le sue labbra, spingendolo per farlo stare ben di steso nel letto, con una sua gamba completamente nuda tra le sue. Questa volta non la fermò. Decise di assecondare gli ormoni della ragazza che viaggiavano esattamente alla stessa velocità in cui viaggiavano i suoi. La baciò intensamente, facendola mettere a cavalcioni su di lui, infilando le mani sotto la sua maglia e facendo correre le sue mani lungo le cosce rosa, snelle e giovani dell'opalina, le morse il labbro, la baciò di nuovo dopo un secondo per riprendere fiato e per guardarla da così vicino. Le mani sui suoi fianchi incontrarono di nuovo l'elastico di quello slip. Doveva toglierlo? Cioè, si, lui avrebbe davvero voluto, ma decise di aspettare ancora. Lei era ancora piccola, poteva aspettarla, poteva davvero farla sentire speciale, non voleva farla soffrire, non voleva che pensasse che per lui era solamente uno stupido clichè, la storiella tra il professore e l'alunna, nei peggiori film porno! Insomma, Daniele non voleva che Jessica si sentisse davvero così per lui. Lui non sapeva esattamente come gestire quello che provava per la ragazzina, ancora non capiva se stava confondendo dell'interessa con della tenerezza, ancora non capiva assolutamente niente di tutto quello, ma non voleva farla soffrire. Su questo ne era ben certo e consapevole. Ma una minima cosa se la concesse, spostò le sue mani sul sedere della ragazza palpandoglie per poi tornare di nuovo con le sue mani sui fianchi e sulle sue cosce. Dio solo sapeva cosa le avrebbe fatto in quel momento!
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    Jessica aveva già dormito tra le lenzuola dell'uomo un paio di volte, ma lui era sempre rimasto sulla poltrona, anche a costo di stare scomodo... quella sera, invece, lui era disteso esattamente sotto di lei -dopo che l'ebbe messa a cavalcioni sopra di lui- e questo la faceva sentire bene, importante. Fino a pochi mesi prima, fino a quando ancora non era lui il professore di Astronomia, la corvina non si sarebbe mai immaginata tutto quello. Anche perché quella scuola era piena di bei ragazzi. Jesse, Erik, Nik, Josh... insomma, sicuramente avrebbe avuto le cose più facili innamorandosi di un suo coetaneo, eppure non era stato così. La ragazza aveva finito col prendersi una cotta per il suo insegnante. Cotta che poi era diventata qualcosa di più profondo ed ora erano là, stesi sul letto di Daniele e Jessica avrebbe voluto fare tante cose, anche se aveva sempre paura di sbagliare qualcosa. Era davvero bello sentire le sue labbra sulle proprie, le sue mani sul proprio corpo. Non aveva desiderato altro, nelle ultime settimane e, soprattutto, dopo aver visto il bacio tra lui e Kenna e come lui la guardava, aveva deciso di fargli capire che lo voleva per sé, anche se probabilmente era solo una sua mera illusione. Forse lui non sarebbe mai stato suo, però per quella notte voleva lasciare i brutti pensieri fuori dalla sua mente.
    Si baciarono per quello che, alla corvina, parve troppo poco, sebbene fosse passato diverso tempo. Eppure con lui, purtroppo, il maledetto tempo scorreva troppo veloce, mentre avrebbe voluto fermarlo a quella notte, far sì che durasse per sempre. Sentiva chiaramente le sue mani accarezzarle le cosce e toccare ancora quell'elastico di pizzo, facendo desiderare a Jess che le sfilasse. Un desiderio che le ardeva dentro e che, se fosse stato lui un'altra persona, non avrebbe esitato a far comprendere. Ma con lui, con i suoi occhi, occhi di un uomo ben più grande di lei, si sentiva al contempo timida e audace, ma in certi momenti prevaleva la prima.
    Ma quando lui le posò le mani sul sedere, alla ragazza sfuggì un piccolo gemito di sorpresa. Non se lo aspettava e avrebbe voluto che lui non spostasse nuovamente le mani sui suoi fianchi. Si sollevò a sedere, posando tutto il proprio peso sul bacino dell'uomo e si limitò a guardarlo per qualche secondo, tenendosi in equilibrio con le mani ben salde appoggiate contro il suo petto. Si è divertito al ballo? chiese con un tono di voce che mescolava sfida e gelosia. Era ora di marcare il territorio, di fargli sapere quanto lo voleva. Ma come? Doveva raccogliere tutta la sua audacia, in fondo sapeva che lei piaceva a lui, seppur forse non ricambiava il sentimento con la stessa profondità. Portò entrambe le mani al bordo della maglietta e la sollevò lentamente, fino a sfilarsela. La lanciò per terra e scosse la chioma corvina. Rimase quindi solo con un intimo in coordinato di pizzo rosso, così come lo era il vestito, e gli regalò un sorriso tra il timido e il malizioso. Non si preoccupò più di nascondere quanto la eccitasse quel contatto, quella vicinanza, il suo tocco... bene, lei aveva fatto la sua mossa. Ora spettava a lui.
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    Non era la prima volta che una donna gli si spogliasse davanti, che mostrasse le sue meravigliose grazie, e non era certamente uno di quei ragazzi timidi che si tirava indietro. Daniele era sempre stata una persona molto determinata e se si trovavano li, in quel letto, con lei sopra... beh, voleva dire che era esattamente li che voleva stare e si sentiva seriamente di stare. Il problema era sempre lo stesso. Ok, potevano anche festeggiare la sua maggiore età in quella maniera... ma... ma lo voleva veramente quella ragazza? Insomma, pensava veramente di volersi fare un suo professore? E se poi questa cosa l'avrebbe imbarazzata per tutta la vita? Se poi... Il suo cervello era completamente scollegato dalle sue mani, che invece facevano quello che era più ovvio fare in quella circostanza, ossia palpare ogni centimetro del corpo della ragazza. Sentì il gemito di sospresa che uscì dalla bocca della ragazza e quando gli fece quella domanda, doveva ammettere, che un pò gongolò. Si, era andato al ballo con Kenna e Kenna era una donna stellare, era bella ed era vamente dotata di fascino, era una di quelle donne piene di se e di carisma. Daniele lo aveva sempre pensato, fin da quando andavano a scuola insieme. Daniele era sempre stato sicuro che Kenna MacEwen sarebbe diventate una persona importante, ed eccola li! Docente di Legislazione magica e di storia. Qualcosa di affascinante e noioso allo stesso tempo. Beh, da maschietto, doveva ammettere che i ragazzi di quella scuola erano veramente molto fortunati ad avere lei come insegnante, come la Ivanova e le altre professoresse della scuola... ma... Jessica era un'altra cosa. Non rispose subito, sorrise tra le sue labbra e poi la guardò mentre si levava la sua maglietta rimanendo solamente in intimo. Pizzo rosso. Aveva un seno invidiabile, una pancia piatta...Le scrutò in ogni centimetro fino a che con un solo gesto la ribaltò, mettendosi lui su di lei, bloccandole, senza farle male, i polsi appena sopra la testa. Mi sono divertito molto a dire la verità... tu e Jesse? Vi siete divertiti? Chiese ad un passo dalle sue labbra. Oh dannazione! Lo avrebbe fatto impazzire, ne era sicuro. Eppure aveva una voglia di spogliarla completamente....
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    Si stava davvero spogliando davanti a lui. Non pensava che sarebbe mai arrivato quel momento, non era preparata a tutte le emozioni che la colpirono. Quindi sì, si tolse la maglietta rimanendo mezza nuda. Sperava che il suo corpo gli piacesse, che ne fosse attratto... da quando aveva partorito, si era veramente tanto impegnata per tornare ad essere bella e snella come un tempo. Aveva passato ore ed ore ad allenarsi in camera, a fare esercizi, a correre nel giardino dell'Accademia o nelle stradine di Londra vicino a casa sua. Non avrebbe sopportato l'idea di prendere anche solo un chilo rispetto a prima di rimanere incinta. Forse aveva anche un tantino esagerato, visto com'era finita col Triathlon ad agosto, ma ormai era fatta. Aveva passato, suo malgrado, le settimane che dividevano la competizione dall'inizio della scuola, senza potersi allenare per rimettersi completamente e badare al figlio, ma poi aveva ripreso ed ora si sentiva davvero in forma.
    L'uomo, comunque, sembrava aver apprezzato quel gesto poiché ribaltò la situazione, facendo sì che fosse lei ad essere sotto. Alla corvina non dispiaceva per nulla questo cambio, sentiva di più il contatto con la sua pelle calda che ormai aveva cancellato ogni traccia di freddo dal corpo di lei, insomma in questa posizione lo sentiva più vicino. Daniele le bloccò i polsi, facendola sorridere. Non oppose resistenza, ma pensò che lui aveva ancora troppi strati addosso. Ascoltò la sua risposta storcendo il naso. Era gelosa? Sì che lo era, dal momento che lui al ballo ci era andato -e l'aveva baciata- con una donna che, Jess doveva ammetterlo, era molto bella. Jessica non aveva intenzione, però, di farsi sovrastare dalla gelosia, tuttavia...
    Certo, è stato un vero cavaliere rispose, con un ghigno. Abbiamo ballato... e mi ha persino offerto una mela immersa nel cioccolato, davvero buonissima! Poi ci siamo baciati... sospirò al ricordo di quel bacio obbligato, ma comunque piacevole. Almeno quella volta non si sentiva in colpa perché non era stata una sua decisione quella di baciarsi, bensì del vischio. Spostò il viso di lato, puntando lo sguardo sulla porta, pensierosa. Chissà cos'aveva provato lui, se gli era piaciuto o se lo aveva vissuto solo come uno stupido obbligo. Ad ogni modo, la consapevolezza del suo peso su di lei, la voce tornare con la mente in quella stanza. Gli allacciò le gambe ai fianchi e mise le mani tra quei riccioli che tanto adorava, accarezzandoli. È stato così carino, guardi. Indicò la collana che aveva posato prima sul comodino, Un pendente in argento con una radice di rubino. Ma non è stato l'unico! Questo è di Blake gli mise davanti al viso il polso sul quale vi erano diversi braccialetti. Uno aveva una luna di Opale nero. È bellissimo, non trova? commentò, con un sorriso. Il tipico sorriso che aveva quando parlava di una persona che amava. Questo invece è di Gyll ed indicò un semplice bracciale con scritto "Forse non sarò sempre lì con te, ma sarò sempre lì per te". Si morse il labbro. Era diventata fottutamente emotiva. Ma lasciò che una lacrima le scendesse. Voleva un bene infinito a Gyll e quel regalo l'aveva emozionata come poche cose al mondo. Sperava che avrebbero solidificato ancora il loro rapporto, una volta in Spagna. La adoro si lasciò sfuggire, con un sorriso. Poi tornò a guardare l'uomo che stava sopra di lei. Come faceva a non guardarlo? Era dannatamente bello. Lei però mi sembra troppo coperto gli sussurrò all'orecchio, infilando le mani sotto la sua t-shirt.
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    Quella ragazzina lo avrebbe mandato all'inferno. Ne era completamente certo. Era certo che sarebbe entrato in un baratro con lei e non ne sarebbe più uscito. Sapeva che si stava infilando in una diavolo di spirale che lo avrebe trascinato sempre più in giù. Ma lui cosa stava facendo per evitare tutto quello? Assolutamente NIENTE. Anzi, si stava buttando a capofitto in qualcosa di estremamente pericoloso ed adesso, averla in intimo di pizzo rosso, sotto di lui, con quell'espressione da chi ne sapeva tante, ma non abbastanza, lo stava facendo letteralmente impazzire!Baci su baci, assaggiava quelle labbra come se non fosse mai abbastanza, e per fortuna che fece quella domanda quasi scomoda per entrambi. Daniele non era sicuro di voler andare a letto con lei, ma non era neanche sicuro che nel momento in cui cominciava davvero quella giostra, voleva scendere o comunque fermarsi. Non avevo assolutamente dubbi. Infondo, Jesse è sempre stato un ragazzo molto carino ed in particolare con te, rispose cercando di non far trapelare per niente o comunque quasi per niente quello che era il suo vero stato d'animo, ossia il suo essere così dannatamente irritato dal fatto che l'avesse vista giocare e ridere, ed ancora scherzare e baciarsi con Jesse. Sembravano quasi una famiglia perfetta, sembravano quasi... fidanzati, ecco! Insomma la cosa lo infastidiva e neanche poco, ma non avrebbe detto assolutamente niente, non in quella posizione, non così vicino a lei, non quando i loro corpi si sfioravano nei punti giusti ma più sbagliati. Dio che contraddizione che era quella situazione e quante paranoie si sarebbe fatto il professore di astronomia una volta che la ragazza se ne fosse andata. Ma adesso era li, giusto? Si staccò un pò da lei, per vedere tutti i braccialetti che aveva al polso e sorrise appena. Quello di Gyll è il più bello! Le fece una linguaccia prima di guardarla più attentamente. Aveva un bellissimo sorriso, aveva degli occhi così profondi e così fanciulleschi. Jessica era veramente bella, ed a renderla così bella non era certo il suo fisico ed i suoi capelli, a renderla così bella era ogni sua caratteristica completamente anomala e folle. Adorava il modo in cui parlava del suo migliore amico, nonostante ne fosse decisamente geloso, adorava come proteggeva suo figlio, come proteggeva i suoi amici, la convinzione che ci metteva quando doveva fare una determinata cosa. Adorava il fatto che lei faceva le cose perchè ci credeva. La sua determinazione, il suo essere così testarda, la rendevano luminosa, la rendevano bella. Le fece una carezza sulla coscia, questa volta non eccessivamente maliziosa, era dolce. Perchè la verità era che Daniele era una persona estremamente dolce e se non fosse stato per la sua sfrontatezza e coraggio, sicuramente sarebbe finito nei tassorosso. Ridacchiò quando gli disse che lui era troppo corperto e finalmente tornò alla realtà. Si alzò appena su di lei per levarsi la maglia e rimanere così solo in pantaloncini. Così va meglio? Chiese prendendola in giro e mettendosi affianco a lei, la coprì e poi passò una mano sulla sua pancia e l'avvicinò a lui, abbracciandola. Ancora non mi pare di averlo detto... ma Tanti Auguri di Buon Compleanno Signorina Whitemore! Glielo sussurrò tra le labbra, per poi baciarla dolcemente ma intensamente. Sarebbe stata lei a fargli capire che poteva andare oltre. Comunque era piccola, comunque aveva gli ormoni a palla... Daniele non voleva forzarla a fare niente e neanche voleva che pensasse che lui lo faceva semplicemente per una notte di sesso. Quello non gli era mai mancato!
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    Chissà cosa sarebbe successo se l'avessero scoperta. Cioè, lui rischiava il lavoro e tutto... ma lei? Chissà poi cosa avrebbero potuto pensare i suoi amici; ma avrebbe mai osato dirglielo? A parte a Blake, ovviamente. Ormai era troppo tardi per avere ripensamenti e glielo aveva detto nemmeno troppi giorni prima. Si chiese cosa le avrebbe detto una volta che lo avesse aggiornato sulla situazione. Sì perché Blake, tra tutti i suoi difetti, di certo non aveva quello di tradire la fiducia degli amici, almeno secondo lei, visto che aveva appurato da tempo che di lui ci si potesse fidare. Un anno prima, non aveva detto a nessuno che lei era incinta, così come adesso non avrebbe sicuramente detto a nessuno che era stata a letto con il loro professore, anche se -per ora- ancora non avevano fatto nulla, tranne che baciarsi. Ma a lei quei baci piacevano terribilmente, non avrebbe mai voluto rinunciarci e, dal canto suo, non faceva nulla per allontanarlo. Lo voleva davvero, ma non solo fisicamente. Voleva fargli capire che, comunque, lei non era solo una stupida ragazzina ma che poteva essere una donna, essere sua. Il corpo di lui premuto contro il proprio, era terribilmente eccitante; avrebbe voluto fare mille cose ma, in quel momento, lasciò semplicemente che lui la baciasse.
    Già, Jesse mi adora ridacchiò e io adoro lui continuò, convinta. Alla fine per me c'è sempre stato, anche se per un mese non ci siamo praticamente più parlati. Ma so che ci tiene. Sa, credo ce l'abbia ancora con Lilith per avermi tirato un bicchiere d'acqua addosso, quest'estate, credendo che fosse Blake il padre di Alexander concluse, ridacchiando nuovamente. Ovviamente con Blake non aveva mai fatto nulla, se non litigare e fare pace nei modi più assurdi. Insomma, la prima volta, per non fargli pensare che lei fosse una pazza, aveva dovuto dirgli che era incinta! Scosse lievemente la testa al pensiero e poi passò a mostrargli alcuni regali che aveva ricevuto. Quello di Gyll è un qualcosa di davvero speciale. Tengo a lei più di quanto tenga a me stessa -soprattutto viste tutte le volte che sono quasi morta. Sorrise in modo dolce nel pensare all'amica, ma poi si concentrò su Daniele, di nuovo. Lo guardò farle la linguaccia e ghignò, osservandolo. Io, comunque, tengo da morire a tutti i miei amici, quelli più stretti.
    Lo osservò ancora quando, in risposta alle sue parole, si tolse la maglietta. Jess si morse il labbro, non potendo fare a meno di osservarlo. Era bello, muscoloso, fottutamente attraente. Jessica passò delicatamente il dito tra i suoi addominali, dopo che l'uomo si spostò per mettersi affianco a lei. La coprì e l'abbracciò. La ragazza chiuse gli occhi e sorrise. Non si era mai sentita così bene. Con la schiena appoggiata al suo petto, sentiva che finalmente era felice, dopo settimane terribili. Oh sì, va molto meglio mormorò con un sorrisetto, prima di chiudere gli occhi e godere del suo calore. E grazie, professore ridacchiò. Ma, in quel momento, un pensiero la fulminò. Quante altre donne erano state così, con lui? Quante altre donne erano state nel suo letto? Le parole di Blake le risuonavano in testa, quindi si girò in modo da poterlo guardare negli occhi, seria. Lei quante donne ha avuto prima? Voleva dire "prima di me", ma non si considerava tra quelle, insomma aveva ancora paura di essere rifiutata da un momento all'altro. Ma glielo chiese così, in modo diretto, senza stupidi giri di parole. Si allontanò un poco e cercò le sua mano.
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    Teneva a tutti i suoi amici più stretti, Jesse l'adorava, Blake l'adorava. Si vedeva da come la guardavano e da come la sfottevano quando erano a lezione. Daniele non era uno sciocco ed aveva viste molte più lune della ragazza, inoltre sapeva benissimo che alla fine le cose si sarebbero sistemate da sole, o in un modo o in un altro. Sospirò appena prima di scuotere la testa per poi ridacchiare. Beh, il legame tra voi donne è sempre più forte rispetto che tra un ragazzo ed una ragazza. Infondo prima o poi uno finisce per provare qualcosa per l'altro! Ovviamente c'è sempre qualche eccezione, ma nella maggior parte dei casi è così... purtroppo! A lui stesso era capitato di infatuarsi della sua migliore amica, a lui stesso era capitato che qualche sua amica non lo vedeva più come tale. Insomma erano cose che succedevano, invece con i suoi amici maschi erano amici da Hogwarts e da molto dopo. Insomma, era una cosa che succedeva a tutti ed era anche normale ed umana. Non fece altri pensieri su tutta quella situazione perchè sentire il sedere di Jessica contro il suo... pacco non aiutava per niente ad avere dei pensieri puliti, ed inoltre era comunque in intimo e per quanto lui si stesse impegnando per evitare che succedesse l'inevitabile, era comunque fatto di carne!Quando andrete in Spagna? chiese poi accarezzandole una spalla prima di lasciarle un dolce bacio sopra. Sorrise ancora e poi rimase completamente di ghiaccio alla domanda successiva. Voleva sapere il numero di donne con cui era stato? Oppure con cui era stato a letto? Le aveva mai contate, sopratutto?! Quella situazione stava divenendo sempre più paradossale e la cosa assurda era che comunque, alla fine, la situazione era seriamente tragica. non perchè lui fosse il suo professore, ma perchè aveva capito che quella domanda era, per lei, una cosa seria. Se avesse detto la verità, si sarebbe sentita a disagio, se avesse detto una bugia non sarebbe stata una cosa da lui. Insomma, era qualcosa che non sapeva spiegarsi e quella domanda gli aveva fatto dimenticare tutto il discorso precedente, come se la cosa, in fin dei conti non gli interessasse. Si morse il labbro e la strinse ancora un pò più a se, infilando una sua gamba in mezzo a quelle della ragazza. Forse voleva distrarla in altri modi? Possibile, ma lo stava facendo in maniera tanto spontanea che le sue intenzioni non potevano essere davvero di confondere la ragazza. Le accarezzò il capo sorridendole e dandole un piccolo bacio. Cosa importa? Davvero stava rispondendo con un'altra domanda per evitare palesemente di rispondere alla domanda? Infondo... poi le morse il labbro. Credi davvero che sia una buona idea chiamarmi "professore" in questa circostanza? Chiese poi ripensando a qualche istante prima. Non che si sentisse a disagio, ma non era bellissimo essere chiamato in quel modo, in quella occasione. Lo faceva sentire terribilmente in colpa e fuori luogo... insomma si, effettivamente a disagio, quello scritto prima era una finzione! Le accarezzò la schiena sperando che facesse cadere quell'argomento, anche se, avendola conosciuta almeno un pò, era ovvio che la risposta doveva arrivare ed anche in maniera precisa. Non era forse quello che adorava di più di Jessica? La sua testardaggine e confizione? Sorrise sperando che se la fosse scampata.
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    Man mano che il tempo passava, Jessica si sentiva più rilassata sia fisicamente che mentalmente. Dopo il ballo, mentre era sola nella sua stanza e mentre stava prendendo la decisione di andare da lui e baciarlo, aveva seriamente paura che la potesse respingerla, spezzarle il cuore... ma non era accaduto, non fino a quel momento e, per ora, continuava a non accadere, per cui si sentiva più tranquilla minuto dopo minuto.
    Voltò il viso verso di lui mentre parlava, guardandolo con un cipiglio serio. Forse ha ragione, ma come ha detto ci sono delle eccezioni... insomma, come sa ho molti amici maschi ma non ho una cotta per nessuno di loro! Per fortuna sorrise, facendo una piccola pausa. Sarebbe... non lo so, complicato forse. Seriamente lei, a letto con un prof, riteneva una possibile relazione con un suo coetaneo, una cosa complicata?! Beh, aveva probabilmente dei punti di vista diversi rispetto ad altri; quello che stava facendo lei era fottutamente complicato, sebbene ora fosse maggiorenne! Credo di aver avuto una cotta per qualcuno, ma a quanto pare è acqua passata scrollò le spalle e si stesse sulla schiena, fissando il soffitto senza parlare per un po'. Non sapeva cos'altro aggiungere, anche perché il suo unico esempio di rapporto molto stretto con un ragazzo dove però non sussiste l'amore e mai lo farà, era con Blake ma questo lui lo sapeva sicuramente, senza bisogno che lei glielo ricordasse.
    Ad ogni modo, lui cambiò discorso, domandandole della Spagna. Chiuse gli occhi mentre si godeva il contatto della sua mano e delle sue labbra sulla spalla e lasciò che, nuovamente, cadesse il silenzio per qualche attimo. Probabilmente durante le prossime vacanze! rispose, dopo aver rotto il silenzio. Sto già organizzando tutto nei minimi dettagli, voglio che questo viaggio sia perfetto ed indimenticabile esclamò, sognante, pensando alle mille cose che avrebbero potuto vedere in Spagna e alle mille città che avrebbe voluto visitare e che, probabilmente, avrebbe fatto. Madrid, Barcellona, Alicante... insomma, ce ne erano molte che le sarebbero piaciute!
    Ma, mentre parlavano, le parole del suo migliore amico continuavano ad insinuarsi sempre di più nella sua mente, finché dovette chiederglielo per forza. Ebbene, gli chiese quante donne aveva avuto. Forse non era esattamente la domanda più adatta a quella situazione, sicuramente era la più stupida e sbagliata... ma Jessica era così, se voleva sapere qualcosa od ottenere qualcosa, lei lo faceva o diceva indipendentemente dalla situazione. Non aveva forse baciato Jesse poche ore dopo il rapimento di quattro ragazze? Scosse la testa per dimenticare quel pensiero ed attese una risposta da lui, che non sembrava esattamente intenzionato a darle. L'uomo, prima di aprire bocca, mise una sua gamba tra quelle di lei e la baciò con dolcezza, stringendola un po' di più. Jessica si rilassò ulteriormente, ma non avrebbe chiuso l'argomento senza una vera e propria risposta. La corvina era così, testarda fino all'esasperazione. Oh importava eccome, importava a lei... e se importava a lei, Jessica doveva saperlo. Importa rispose, semplicemente ed in maniera lapidaria, quasi fredda. Si fece quasi abbindolare dalla sua dolcezza, dal suo dolce morso sulle labbra ma... no. Si allontanò un poco, scostandosi da lui. Importa a me aggiunse, guardandolo con seria convinzione.
    Alla fine, lei è un professore... come dovrei chiamarla? chiese, alzando le spalle. In quel momento aveva in testa solamente le martellanti parole di Blake, del resto non le importava troppo. Lasciò che lui le accarezzasse la schiena, senza muoversi. Lo osservò, mettendo il broncio e scostandosi ancora un po', fino a mettersi a sedere. Si morse il labbro e, ripescando un vecchio brutto vizio, premette le unghie sui palmi, andando nuovamente ad incidere quelle piccole cicatrici a forma di mezzaluna.
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    Daniele e le cose semplici erano andati d'accordo per una vita intera. Erano stati 33 anni all'insegna della normalità. Non c'era niente che non andava, non c'era niente di sbagliato o drammatico nella sua vita, non c'era niente che lo aveva mai destabilizzato tanto. Lui era sempre stata una persona ordinaria, era andato a scuola, aveva fatto i suoi studi, aveva preso le sue cotte, aveva preso le sue delusioni, aveva dato le sue delusioni. Insomma. Niente di più ne di meno di quello che avrebbero fatto un sacco di persone o di quello che avevano fatto già molte persone. E poi aveva deciso di intraprendere la carriera da professore, in quanto dopo una vita di ricerca e di studio, era quasi ovvio e palese che dovesse andare veramente in quel modo. Insomma. Era una cosa che a lui piaceva e non aveva nessuna intenzione di rinunciarci. Aveva fatto la sua prima lezione, il suo colloquio con quella donna che incuteva ansia, e ci era riuscito. Anche questa volta. Ed adesso? Adesso l'uragano Jessica si stava abbattendo su di lui e lui non era pronto a tutto quello. Dimmi la verità... non hai mai pensato neanche un secondo che tu e Blake... si sentiva più ragazzino lui in quel momento che altro. Ma perchè temeva tanto Blake e non Jesse. Jesse che l'aveva accompagnata al ballo, baciata al ballo e sopratutto che si prendeva cura di lei e di suo figlio sempre, costantemente. Lo aveva sempre fatto ed era contanto che lo facesse. Ma il piccolo ed il grande Barnes erano un'altra cosa. Blake era uno di quei ragazzini che avevano il fascino da misterioso, da prsona da "salavare" e le adolescenti avevano un immenso debole per questi tipi di ragazzo. Comunque non era solo per quello, sapeva che Blake teneva molto a Jessica, e lo sapeva perchè Jessica, comunque, non faceva altro che parlare del biondino. Comunque, gelosia a parte, era veramente molto felice che alla fine stesse meglio, meglio rispetto a quando l'aveva conosciuta e saltava da un volo dalla torre di astronomia e l'assideramento sicuro. Sorrise ancora tra le sue labbra e poi la vide pensierosa. Beh, l'estate è vicina.... e non si sarebbero potuti vedere per un'intera estate. Le sarebbe mancata? E lui a lei? posò la testa sul suo cuscino prima da ridacchiare per quello che fece la ragazza. Insomma in quei momenti si vedeva seriamente il fatto che fosse una bambina, ma sapeva anche che alla fine l'avrebbe accontantata. Non le ho mai contate... ma non sono poche... almeno una 30ina di ragazze, da quando sono un adolescente. Ho avuto solamente due storie serie, una di loro l'ho lasciata io, l'altra mi ha lasciato a me. Non sono rimasto in contatto con nessuna delle due, anche se entrambe ci seguiamo su instagram. Sono babbane. Vuoi sapere anche i loro nomi? Chiese prendendola in giro e prendendole una mano che stava stringendo nel suo pugno. Mi chiamo Daniele...Almeno... insomma almeno quando stiamo da soli, potresti chiamarmi così... e magari non darmi del lei...! aggiunse poi sospirando e mettendosi seduto anche lui affianco a lei. Si voltò a guardarla. Non mettere il broncio...anche se devo ammettere che diventi ancora più bella... le sussurrò all'orecchio prima di ristendersi e portarsela dietro. Avevano poco tempo per stare insieme, davvero lo voleva passare imbronciata?
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    Jessica, seppur più rilassata e tranquilla, aveva un turbinio dentro di emozioni indefinite. Alla fine, dopo il suo ex, l'unica persona che le piaceva veramente, in senso amoroso, era proprio l'uomo steso nel letto con lei. Certo, aveva avuto delle cotte, aveva avuto forse qualche ragazzo ma mai storie da più di un mese e mai andate oltre i baci. Ma ora sentiva per Daniele l'attrazione -sia fisica che mentale- che aveva sentito solo con Lucas, prima di lasciarlo miseramente dopo due giorni.
    Si stava di nuovo perdendo nei suoi pensieri, quando la voce di lui la riscosse. Fece un sorrisetto, capendo quanto potesse essere geloso di Blake. No, mai. Rispose, decisa. Non perché Blake non sia un bel ragazzo -ma meglio non dirglielo troppo spesso- ma perché... non lo so, fin da quando l'ho conosciuto, quando per non fargli pensare che fossi pazza, mi sono seduta vicino a lui e gli ho raccontato di essere incinta... non ho mai provato attrazione per lui, forse perché quando ho iniziato a frequentare Hidenstone, a tutto pensavo meno che ad avere una relazione o comunque ad andare a letto con qualcuno scosse le spalle. Poi da lì il nostro rapporto si è evoluto. Una volta siamo andati, quest'estate, al lago a fare il bagno ed è stato bellissimo, anche se ho dovuto confessargli com'era andata col mio ex quando gli ho detto di essere incinta. Sospirò. Insomma, tutto questo per dire che mi è sempre stato vicino come un vero amico e pensare a lui come qualcosa di più -sebbene sia comunque una delle persone più importanti della mia vita- non mi riesce. concluse, riprendendo fiato. Non sapeva se fosse sensato ciò che aveva detto, ma lo aveva detto col cuore.
    In tutto quello, sentire la sua risata era bellissimo, seppur lei stesse per toccare un argomento spinoso, ma lo avrebbe fatto, non riusciva ad essere tranquilla sennò. Ed insistette fino ad ottenere la sua risposta.
    Beh, forse un po' si era pentita di non essersi fatta i cazzi suoi. Una trentina? Probabilmente non si era mai sentita più inadeguata di così! Di sicuro, tra tutte, ci sarà stata qualcuna molto meglio di lei e questo la spaventava perché, come già ribadito, lui era un uomo e probabilmente aveva pretese ben più alte che stare con una ragazzina che, per di più, aveva un figlio. Rimase più in silenzio delle volte precedenti, assimilando quell'informazione che non era esattamente piacevole.
    No, no... faccio pure a meno dei nomi sussurrò, riflettendo sul fatto che magari, sapendoli, avrebbe potuto diventare una stalker e... insomma non era il caso! Basta che non le senta più... sussurrò, con un filo di voce, arrossendo. Guardò la sua mano in quella del docente. Era veramente piccola in confronto!
    Okay... ci proverò, anche se non è facile passare dal lei al tu sospirò, mentre lui si sedeva affianco a lei.
    Un brivido le attraversò la schiena quando lui le sussurrò quella cosa all'orecchio, per poi trascinarsela dietro e stendersi di nuovo sul letto. Le sue labbra si distesero in un sorriso, seppur tirato, e si avvicinò ulteriormente a lui, posando la testa contro la sua spalla. Ma, a proposito, quand'è il... tuo compleanno? chiese, imponendosi di usare il "tu". Cavolo, non lo sapeva ancora! Sbadigliò ed iniziò, distrattamente, con la mano a giocare con l'elastico dei pantaloncini di lui
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    “Una delle persone più importanti della sua vita” era stato comunque un colpo al cuore. Daniele stava sviluppando una certa gelosia ed interesse per la ragazza che doveva cercare di placare. Non doveva cadere in quelle banalitá, non doveva cedere a quelle emozioni stupide da adolescenti. Blake e Jessica erano solamente amici. Ne era sicuro ne era sicuro anche per come Blake guardava la sua fidanzata e per come Lilith Clarke ricambiava i suoi sguardi, ma questo non voleva dire niente per la sua mente. Sorrise appena per quelle parole e le diede un semplice bacio sulla guancia prima di riflettere su quello che le aveva detto. Sapeva benissimo che avrebbe sentito il peso della sua esperienza, sapeva che avrebbe pensato a quelle trenta ragazze, che si sarebbe paragonata a loro e si sarebbe trovata in un assurdo paradosso, ed era proprio per quello che preferiva non dirle quelle cose. Ma non poteva trattarla sempre come una ragazzina, se no non avrebbe avuto alcun senso avere una relazione con lei! Ecco... adesso il punto era quello! Stavano per avere una relazione? Si sentiva con lei? Voleva dire che....si avvicinó ancora a lei e poi la bació un pó più intensamente. Quando tornarono ad essere di nuovo stesi sorrise.Non le sento più... sono cose successe tempo fa, e sono una persona che quando chiude le situazioni, le chiude e basta! Ed è normale che io abbia avuto più ragazze.... Jessica... io ho 33 anni! era un modo per farla stare tranquilla? Beh, possibile, glielo disse con dolcezza, glielo disse avvicinandosi ancora un pó a lei e facendo in modo di abbracciarla e tenerla tra le sue braccia. Il 26 dicembre! ecco appunto! Avrebbe fatto 33 anni tre tre giorni e lui era a letto con una ragazzina di appena 17 mezza nuda. Le accarezzó ancora il fianco ed ancora la schiena, la lasció giocare con l’elastico del suo pantalone. Tutta quella vicinanza non andava bene. L’avvicinó ancora un pó a lui prima di baciarla nuovamente. Non seppe per quanto tempo la bació e permise alle sue mani di esplorare il suo corpo... ma alla fine si staccó da lei. Credo che sarebbe meglio mettersi a dormire... domani mattina dobbiamo svegliarci presto.... tu devi tornare a casa tua.... ed io a casa mia! sussurró fermandosi anche lui a giocare con l’elastico delle sue mutandine di pizzo rosso. Gliele abbassó leggermente, ma subito dopo le rimise apposto. Buonanotte signorina Whitemore, e ancora tanti auguri di buon compleanno! le disse tra le labbra prima di staccarsi leggermente da lei per farla mettere comoda! Dio che le avrebbe fatto a quella ragazzina!
     
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    Jessica, prima di arrivare in quella scuola, non era mai stata una ragazza che esprimeva le sue emozioni, i suoi sentimenti o anche semplicemente che ne parlava... soprattutto da quando se ne erano andati i suoi. Ma quella scuola, le persone che la frequentavano... la stavano letteralmente cambiando. Forse perché non aveva mai avuto tutti questi amici che riteneva stretti, non aveva di sicuro mai avuto un'amicizia come quella col biondino, strana ma bellissima... quindi forse ne parlava per farla sembrare vera!
    Dopo che lui la baciò sulla guancia, gli sorrise scompigliandogli un po' quei riccioli che adorava. Lui è fidanzato con Lilith, tra l'altro! E si amano anche se non lo ammettono. Si chiese cosa si provava ad innamorarsi davvero e ad essere ricambiati, ma preferì non pensarci troppo o si sarebbe fatta decisamente dei viaggi mentali che lei non voleva fare. Per ora preferì godersi quel rapporto con lui composto di baci, tentativi di suicidio e chiacchierate forse troppo poco da professore e alunna! Ma ormai non vi badava più; cosa poteva fare per far sì che il suo cuore smettesse di provare ciò che provava per lui? Era assolutamente impossibile e, dal canto suo, non era certa di volerlo. Ricambiò il bacio con la stessa intensità, anche se era comunque pensierosa per il numero di ragazze che aveva avuto. Era vero che lui era molto più grande, ma trenta erano tante comunque! Avrebbe retto il confronto con loro? Lui si sarebbe sentito soddisfatto da lei? Erano tutti pensieri che la tormentavano costantemente come un tarlo nel cervello, era difficile non pensarci. Lo so... rispose, ormai un po' più tranquilla tra le sue braccia, stretta a lui. È solo che... cominciò, intenzionata a dire qualcosa che poi lasciò cadere nel vuoto. No, nulla lasci perdere si rassegnò, stavolta cambiando lei stessa discorso. Non poteva non sapere quand'era il suo compleanno!
    Uh, fra due giorni! replicò, mentre il suo cervello stava già muovendosi per trovare una sorpresa da fargli. Avrebbe dovuto renderlo indimenticabile! Oh, se lo avrebbe reso indimenticabile... ghignò fra sé, giocando con il suo elastico, sovrappensiero. Era bello, troppo bello, quando la abbracciava... quando la baciava... sentire il suo calore contro la pelle... si chiese se stesse sognando.
    Sogno o no, la sua voce la riportò alla realtà. Non era così sicura di voler tornare a casa, l'indomani, ma non protestò alle sue parole. Ma quando lui le abbassò leggermente le mutandine... beh, tutto avrebbe voluto, fuorché dormire! Ma siccome era stanca e il giorno dopo non voleva sembrare uno zombie, annuì. Grazie e buonanotte gli sussurrò a fil di labbra, prima di rannicchiarsi contro di lui e posare la testa sul suo petto. Stava stranamente comoda. Chiuse gli occhi e, sbadigliando, lasciò che Morfeo l'accogliesse tra le sue braccia.

    **

    Tutto ciò che vedeva era una voragine sopra la sua testa, mentre lei era in basso, quasi soffocata da quel posto così piccolo e così asfissiante... dall'alto le teste delle persone che amava, la guardavano, impotenti. Nessuno poteva aiutarla. Non li rivedrai mai più... sibilò una voce al suo orecchio, una voce meschina, fredda e viscida. Le lacrime rigavano copiose il viso della giovane mentre tentava di urlare, ma si sentiva mancare l'aria... faticava a respirare, mentre quella voce melliflua continuava a ridere, divertito da quella situazione... e all'improvviso, proprio com'era accaduto a Difesa, vide il corpo del figlio straziato in una pozza di sangue... Ora tocca a te le sussurrò quella voce, avvicinandosi sempre di più, e...

    **

    Ti prego, lasciami in pace sussurrò lei nel sonno, mentre quella figura incappucciata si muoveva, sempre più vicina, sempre più vicina... NO! gridò, svegliandosi di scatto in un bagno di sudore. La stanza era tutta buia, le sue guance ancora bagnate di lacrime, il suo corpo scosso dai singhiozzi e aveva l'orribile sensazione di non riuscire a respirare. Cercò di prendere fiato, stringendosi le braccia attorno alle ginocchia e cercando di capire dove si trovava, sconvolta.
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    Quella sera c'erano state molte cose che erano successe e che non sarebbero mai dovute succedere. C'erano moltissime cose che gli erano veramente sfuggite di mano. Non sapeva se essere contento che la sua vita stesse diventado più movimentata oppure essere triste e sconsolato per la stessa ragione. Il problema principale era che comunque Daniele era li che stringeva tra le sue braccia la sua alunna che aveva indosso solamente un completino intimo rosso di pizzo. Lui che non aveva mai fatto niente con una persona che avesse così tanta distanza di età, lui che era sempre ligio nelle regole e sopratutto cercava di rimanere sempre nell'ombra. Si sentiva quasi elettrizzato come un adolescente per tutta quella situazione e la cosa lo sconvolgeva e spaventava allo stesso tempo. Ma oramai la frittata era fatta e quindi decisi di lasciar cadere tutti i discorsi, per poi spegnere le varie luci in giro e cadere in contemplazione della notte. Era intuile chiedere a Jessica cosa volesse dire in quel momento, era inutile perchè aveva talmente tante cose su cui riflettere che non gli sembrava giusto mettere altra carne a cuocere. Non in quel preciso istante, non quando le use mani accarezzavano la sua schiena completamente nuda. Avrebbe voluto chiederle se sentiva freddo ma non ebbe il coraggio di spezzare quel favoloso silenzio che era calato. lei si era addormentata prima di lui e lui non aveva nessuna intenzione di svegliarla. Rimase in silenzio ed a guardarla per un lunghissimo periodo di tempo prima di addormentarsi anche lui. Sonno leggero, come al solito, che venne interrotto dopo qualche oretta dala ragazza che sentì agitarsi e poi scalciare e poi vide piangere e poi urlare. Nel frattempo, il docente, cercò davvero di calmarla, ma non c'era assolutamente verso di farlo. Era intuile accarezzrle i capelli, cercare di accarezzare le guancie che venivano rigate da copiose lacrime, i suoi movimenti scattosi... chissà cosa stava sognando, ancora quegli incubi? Ma non gli aveva detto che andava meglio? Insomma, tutto quello era pressochè assurdo, tutto quello era veramente qualcosa di allucinante. Quella ragazzina che doveva affrontare tutto quello da sola. La lasciò quasi sfogare, la lasciò compiere i suoi movimenti ed osserviò i suoi gesti. Era spaventata, era veramente spaventata ed avrebbe voluto svegliarla fino a quando non lo fece da sola, dando un urlo e con un "ti prego lascimi in pace" ed un "No" netto, la vide mettersi rannicchiata in mezzo al letto. Era quasi più piccola di quello che aveva sentito fino a quel momento tra le sue braccia. Si avvicinò a lui ed accese una piccola luce al lato del suo comodino. Si avvicinò a lei e le accarezzò dolcemente il braccio. Ehi... va tutto bene...sei con me! Disse semplicemente prima di abbracciarla e farle posare la sua testa sul suo petto. Anche se la ragazza avrebbe mantenuto la posizione iniziale, Daniele sarebbe riuscito a contenerla tra le sue braccia e cercare, in qualche modo di tenerla al sicuro, di farla rimanere al sicuro. Le diede un bacio tra i capelli. Di nuovo lo stesso incubo, vero? sussurrò cercando di assicurarsi di una cosa che sembrava essere abbastanza ovvia!
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    Quella situazione aveva un che di irreale, quasi fosse essa stessa un sogno. Qualcosa che si potesse rompere con un tocco. Qualcosa di bellissimo che Jess voleva vivere fino in fondo. Anche se la sua mente, ogni volta, sembrava voler rovinare quel qualcosa di bello che riusciva a creare, come quella notte. Quei maledettissimi incubi che si infiltrarono nella sua testa con violenza, segnandola ancora una volta, ma a differenza delle altre notti, ora non era sola... non si sarebbe svegliata nel suo letto in dormitorio, sudata ma al contempo gelida, senza nessun sostegno che non fosse il silenzio della notte. Non si sarebbe alzata e non sarebbe andata a girovagare per il castello violando l'inutile coprifuoco. No, stavolta era diverso. Affianco a lei c'era l'uomo di cui si stava inevitabilmente innamorando.
    Quando la ragazzina aprì gli occhi, il buio della stanza la inghiottì ancora. Era sul letto di Daniele, ma in quel momento non riusciva a recepire e cercare le informazioni che aveva in testa, quindi vedeva solo una cortina di buio impenetrabile che le faceva paura. La ragazzina stava tremando, sebbene fosse sudata, e cercò di abituare gli occhi all'oscurità, ma il momento di confusione fu breve, poiché spezzato da una luce che le sembrava lontanissima, eppure sembrava così calda... la sua unica ancora di salvezza.
    Si voltò verso la fonte di illuminazione e, pochi secondi dopo, sentì una carezza sul braccio e delle parole dolci provenienti da una voce calda che tanto adorava. Le braccia dell'uomo la strinsero e le fecero posare la testa sul suo petto. La confusione stava lentamente svanendo, tanto che mise a fuoco una lampada, ciò che produceva luce, il letto su cui era stesa e, per finire, l'uomo che la stava stringendo. Il suo professore di Astronomia. Annuì alle parole di lui ma non disse nulla, ancora scossa dall'incubo. Era possibile sentire freddo, avere la pelle gelida, eppure sudare? Perché a quanto pare sì, era perfettamente possibile. Lui la baciò tra i capelli, facendola lievemente rilassare. Alzò lo sguardo, puntando le sue iridi scure in quelle di lui. Sì. Disse, semplicemente, per poi pensare che, forse, non aveva senso nascondergli cosa sognasse. Io... sogno quasi ogni notte di essere in una specie di fossato profondissimo, senza possibilità di uscire o di urlare e sopra la mia testa, vedo le persone che amo, mentre una voce mi sussurra che non li rivedrò mai più e poi... stavolta... il suo corpo era scosso dai singhiozzi, ma cercò di mettere insieme le parole. È apparso accanto a me il corpo di Alex in una pozza di sangue e quella voce così fredda e crudele... diceva che sarebbe toccato a me... Le era difficile mettere insieme le frasi, la sua voce era rauca e la gola le bruciava fin troppo. Questo lo sogno... dalla notte di Naga, quando ho... rischiato di morire. Un brivido le attraversò il corpo al solo pensiero e ciò la portò inconsapevolmente a cercare la mano di lui e stringerla. Ho freddo sussurrò poi, allungandosi un po' per posare le labbra su quelle di lui. Questo gesto era rassicurante e la faceva sentire protetta. Non vorrei fare questi incubi protestò a fil di voce, irritata... Ho paura. Paura che un giorno si possano avverare confessò, arrossendo forse senza un reale motivo. La verità era che non era solita confidarsi così con qualcuno, nemmeno a Blake aveva parlato dei suoi incubi. Si allontanò un po' da lui per guardarlo negli occhi, sebbene i propri fossero ancora lucidi.
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    Era una situazione così complicata e delicata allo stesso tempo che la cosa lo stravolgeva emotivamente. Daniele non era una persona che era abituata a tutto quel caos. Daniele aveva sempre visuto nella sua tranquillità, nel suo essere così danatamente pacifico ed assolutamente abitudinario. Erano 33 anni che faceva quasi sempre le stesse cose, erano tanti anni che non faceva altro che svegliarsi, prendere il suo caffè macchiato al vetro, uscire, fare una passeggiata e poi mettersi a studiare le stelle e tutto quello che circondavano quel mondo che lui tanto amava. Aveva sempre avuto una vita sentimentale semplice: gli piaceva una ragazza, ci provava con quella ragazza, la ragazza ci stava, relazione più o meno lunga fin quando non arrivava alla conclusione che o si annoiava, oppure semplicemente finiva quella passione che lo aveva portato a uscire con la ragazza in questione. Insomma, il punto era sempre lo stesso ed adesso con Jessica era tutto completamente diverso. Jessica era una sua alunna, aveva 17 anni, aveva degli incubi, aveva un figlio, aveva una vita super incasinata e Daniele si sentiva quasi un bambino rispetto a lei. Quando la strinse a se, lasciò che lei parlasse, lasciò che lei sfogasse quello che aveva dentro e lasciò che lei si prendesse i suoi tempi per farlo. Sentì le sue labbra sfiorare le sue e lui la baciò dolcemente, non come aveva fatto prima di addormentarsi, ma nella maniera più dolce casta e pura che conosceva. Poi si stesero di nuovo in quel letto e lui la riprese di nuovo tra le sue braccia, cercando di farla sentire al sicuro. Qui nessuno ti farà del male! Le sussurrò quasi cullandola tra le sue braccia. Il punto era che si sentiva anche abbastanza impotente, si sentiva quasi del tutto un cretino in quel momento. Non sapeva esattamente come farla stare meglio e come aiutarla a superare tutto quello. Le diede nuovamente un piccolo bacio sulla punta del naso e poi sorrise appena. Ascoltami... è normale che tu abbia paura di morire o di perdere le persone a te care, ma credo che sia arrivato il momento di affrontare questa paura. Non so esattamente in che modo, ma è l'unico modo che hai per non avere più incubi! Sapeva che era abbastanza banale quello che stava dicendo, ma sapeva anche che era l'unica cosa giusta da dire in quel momento. Il fatto era che tutti quanti erano scossi da quello che era successo, ma il fatto di non parlarne e fare finta che niente fosse accaduto, era qualcosa di super stupido e sopratutto qualcosa che alimentava le paure degli adolescenti. Jessica... se hai bisogno di piangere, di sfogarti... dovresti farlo. Il fatto che nessuno di voi, tu, Blake, Lilith, Jesse, Mia, Erik, Elisabeth, Joshua, Theresa, Ayla... nessuno di voi ha chiesto aiuto, come se davvero riusciste a superare una cosa del genere senza nessuna complicazione. Per quanto voi possiate essere forti, siete comunque dei ragazzini. Ti prego... dammi modo di aiutarti! Lo pensava veramente. Tutti loro avevano vissuto qualcosa di sconvolgente e per quanto volessero fare i grandi, per quanto nessuno di loro aveva deciso di chiedere aiuto... beh, ne avevano bisogno. Tutti quanti.
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