You look perfect tonight

Jess & Daniele

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    La giovane corvina si buttò sul letto, gli occhi lucidi ed il cuore pesante. Il ballo era finito -finalmente!- ed era stata una vera agonia per lei. Aveva dovuto sopportare di vedere l'uomo di cui si stava innamorando, con Kenna. Aveva dovuto sopportare un loro bacio. Gli sguardi di lui sul corpo della docente... insomma, nonostante ci fossero stati i suoi amici, non si era divertita come aveva sperato! Guardò, rigirandosi tra le mani, il braccialetto regalatole da Gyll. Una lacrima le rigò la guancia, pensando a quanto fosse fortunata ad avere lei come migliore amica. Lo strinse tra le dita tremanti, prima di posarlo con estrema delicatezza affianco agli altri, sul comodino. Erano stati tutti tenerissimi e Jess si sentì felice di avere degli amici così. Per ultimo, il suo sguardo si posò su un regalo in particolare. Ebbene, quella pallina di dimensioni modeste con all'interno la costellazione del sagittario illuminata. Poco prima, in Sala Grande, non lo era. Perciò si chiese quale fosse esattamente in criterio che faceva avvenire quel fenomeno. Essendo una costellazione, le venne quasi naturale buttare un'occhiata fuori dalla finestra. Il buio della notte gettava ombre profonde nella stanza semibuia, illuminata da quel piccolo oggetto che Jess avrebbe conservato con estremo amore. Lasciò quindi vagare le iridi lungo quella stanza vuota, senza poter evitare che le proprie labbra si increspassero in un sorriso triste e malinconico. Allungò la mano sul piccolo comodino e, alla cieca, tastò fino a trovare le cuffie che quella mattina aveva abbandonato per andare a lezione. Stava ripensando al giorno prima, all'incontro con Daniele... sembrava quasi che lui avesse dimenticato tutto... si infilò le cuffiette nelle orecchie, le collegò al magifonino e lasciò che delle dolci parole le invadessero le orecchie.

    ♪ I found a love for me
    Darling, just dive right in, follow my lead
    Well, I found a girl, beautiful and sweet
    Oh, I never knew you were the someone waiting for me ♪



    Perché doveva essere tutto così difficile? Non poteva innamorarsi di un suo coetaneo? Di qualcuno che avrebbe potuto ricambiare i suoi sentimenti e con cui avrebbe potuto avere una vera storia? No! Lei aveva dovuto innamorarsi di un suo cazzo di professore! Lasciò che le crudeli lacrime le scorressero liberamente lungo le guance, mentre il suo corpo era scosso dai singhiozzi. Non si preoccupava nemmeno che potesse entrare una sua compagna di stanza; non le interessava minimamente. Voleva solo piangere e togliersi un peso enorme dal cuore.

    ♪ 'Cause we were just kids when we fell in love
    Not knowing what it was
    I will not give you up this time
    But darling, just kiss me slow, your heart is all I own
    And in your eyes you're holding mine ♪



    Si lasciò andare per diversi minuti, piangendo ogni lacrima che aveva in corpo. Avrebbe voluto eliminare quei sentimenti dal suo cuore, farli scomparire, tornare ad essere spensierata come prima di quel fottuto trentuno ottobre. Istintivamente, portò una mano sulla schiena, laddove qualche settimane prima vi era una piccola bruciatura che ora si era completamente rimarginata, lasciando la sua pelle liscia e perfetta come se non fosse mai accaduto nulla. Anche quello le fece pensare a Daniele e al fatto che fosse tutto iniziato da lì.

    ♪ Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms
    Barefoot on the grass, listening to our favorite song
    When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath
    But you heard it, darling, you look perfect tonight ♪



    Si alzò a sedere, ancora con le lacrime che le rigavano le guance. Osservò la luce prodotta dalla pallina regalata ad ogni studente da Daniele e si mise in piedi, senza però togliersi le cuffiette dalle orecchie. Chi cazzo era lei e cosa cazzo ne aveva fatto di Jessica Veronica Whitemore? Della straordinaria corvina che non si lasciava intimidire davanti a nulla e a nessuno, che tutto ciò che voleva, lei lo prendeva? Che cazzo era successo? Jessica non si sarebbe mai lasciata andare in lacrime, Jessica si sarebbe alzata e sarebbe andata a prendersi ciò che bramava.
    L'Opalina si asciugò le lacrime con il dorso della mano, indurendo lo sguardo e stringendo il pugno, premendo le unghie contro i palmi come faceva tempo addietro. Premette così forte da ferirsi, ma non le importava. Si stava facendo violenza per smettere di piangere, muovere il culo e fare ciò che doveva fare.

    ♪ Well I found a woman, stronger than anyone I know
    She shares my dreams, I hope that someday I'll share her home
    I found a love, to carry more than just my secrets
    To carry love, to carry children of our own
    We are still kids, but we're so in love
    Fighting against all odds
    I know we'll be alright this time
    Darling, just hold my hand
    Be my girl, I'll be your man
    I see my future in your eyes ♪



    Jess si decise. Lasciò sul pavimento, abbandonate, le scarpe col tacco che aveva indossato tutta la sera, optando per delle vans basse, sempre rosse per rimanere in tema col vestito. Sì, perché aveva ancora addosso il vestito usato al ballo. Così, prendendo uno zainetto dove all'interno aveva messo il regalo per lui, si avviò, arrivando quindi alla sala comune e soffermandosi per pochi secondi sul caminetto con lo sguardo. I suoi occhi scuri riflettevano le fiamme che stavano ancora scoppiettando allegramente, quindi imboccò l'insolita uscita della sala comune Black Opal e si ritrovò nel freddo corridoio. Si strinse il giubbotto di Aaron addosso e procedette lungo i corridoi, sapendo esattamente dove andare e cosa fare.

    ♪ Baby, I'm dancing in the dark, with you between my arms
    Barefoot on the grass, listening to our favorite song
    When I saw you in that dress, looking so beautiful
    I don't deserve this, darling, you look perfect tonight ♪



    Ancora non si era tolta le cuffiette, adorava quella canzone e le stava dando la carica. Le guance ancora umide, ma lo sguardo da guerriera. Non più desiderosa di autocommiserarsi al buio della sua camera. No. Avrebbe fatto quello che doveva fare.
    Passo dopo passo, l'ingresso della torre si faceva sempre più nitido e vicino, finché non ci si trovò proprio davanti. Come si aspettava, essa si apri con un lieve tocco di nocche, sempre con il classico cigolio. Ringraziò che Daniele ancora non si era deciso a sigillarla di notte e, in un batter d'occhio, si ritrovò davanti alla porta della sua camera. Bussò. Bussò forte. Una sola volta, poi attese.

    ♪ Baby, I'm dancing in the dark, with you between my arms
    Barefoot on the grass, listening to our favorite song
    I have faith in what I see
    Now I know I have met an angel in person
    And she looks perfect
    I don't deserve this ♪



    Quando e se il docente avesse aperto la porta, lei non avrebbe sprecato tempo a parlare, no, non avrebbe detto assolutamente nulla... si sarebbe avvicinata all'uomo di alcuni passi e, alzandosi in punta di piedi, avrebbe avvolto le proprie braccia attorno al suo collo ed avrebbe fatto incontrare le loro labbra in un bacio dolce, ma anche pieno di desiderio da parte della giovane. Avrebbe fatto aderire il corpo a quello di lui, infilando le proprie dita tra quei ricci che tanto le piacevano. Avrebbe lasciato che le cuffie, dopo un involontario strattone, cadessero a terra. Non le importava. Finalmente avrebbe coronato quel suo desiderio... stavolta le sue guance erano rigate di lacrime di soddisfazione mista a felicità.

    ♪ You look perfect tonight ♪


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    Il problema di quel ballo era stata la presenza di una sua alunna in particolare. Il problema di Daniele stava diventando quella dannata opalina che non gli si levava dalla testa. Aveva fatto tutta la sera qualcosa che non avrebbe dovuto assolutamente. Non bisognava assolutamente sottovalutare il fatto che Daniele fosse un eterno ragazzino e che Jessica fosse una mamma oramai, e quindi, di per se, quasi una persona adulta. Daniele non era mai stato un tipo debole ed infatti per un mese, un fottutissimo mese, aveva scansato e delle volte evitato quella ragazzina come la peste. non voleva essere un cattivo professore e non voleva che Jessica stesse male per lui. Ma la verità era che vederla in quel modo, con quel vestito, con il suo passeggino fendi e il suo piccolino al seguito, lo aveva veramente scombussolato e la cosa peggiore era la gelosia che aveva provato nel vederla baciare un suo coetaneo, un suo compagno di classe. Sapeva dei trascorsi dei due ragazzi, essendo lui un insegnante non era immune alle chiacchiere dei suoi alunni, aveva sentito quello che era successo in infermeria ed essere Jesse e Jessica due persone esposte alla presenza continua di Blake Barnes, era anche più facile recepire informazioni sul loro conto. Il primo bacio di Jesse era stato dato da Jessica, Jessica aveva un debole per Jesse (?) e Jesse per Jessica (?)! Voci di corridoio? Supposizioni? Possibile, ma a lui davano enormememte fastidio. Perchè? Perchè era un cretino che si era lasciato coinvolgere nelle stupide vicende di due adolescenti e di una in particolare. Insomma quel ballo era stata una tortura e per fortuna che c'era l'alcool, e per fortuna che c'era Kenna con il suo fondoschiena perfetto. Si, era attratto dalla sua ex compagna di Hogwarts, ma non lo era come lo era della corvina. Non era una sola questione fisica, era proprio uno stato mentale e se ripensava che il giorno prima gli aveva regalato una felpa verde acqua, ed avevano bellamente passato il pomeriggio insieme a ridere e scherzare, a bere cioccolata e a parlare di tutto, voleva seriamente morire. Aveva preferito andare via dalla festa ed andarsene in grazia del signore nella sua stanza. Il giorno dopo non solo sarebbe stata la vigilia di Natale ma anche la festa di compleanno di... Jessica. Ecco, il punto era sempre lo stesso, non faceva altro che pensarla, non faceva altro che concludere i suoi pensieri a quello che stesse facendo la ragazzina o se, effettivamente, stesse bene! Cominciava a sentirsi veramente un idiota. Quando rientrò in stanza decise di spogliarsi e mettersi una tuta, dopo aver fatto una bella doccia calda e rilassante. Non aspettava visite e sinceramente non aveva voglia di vedere proprio nessuno. Il perchè era così facile che non aveva neanche voglia di pensarci. Il punto focale della situazione era che si sentiva veramente un vigliacco stronzo. Lui stava alimentando qualcosa che doveva troncare da subito. Dallo stesso momento in cui era in accappatoio nell'infermeria della scuola. Dove si era visto mai un professore che si va a scusare con un'alunna per il suo tono duro? Ecco, da nessuna parte. Si asciugò i suoi ricci lasciandoli selvaggi e quando sentì bussare alla porta alzò gli occhi al cielo. No davvero... non mi va... Ma quando aprì la porta e vide Jessica, quasi voleva morire li, ma quello che fece l'opalina lo fece infartare veramente. Sentì le braccia della ragazza intorno al suo collo, il suo corpo avvicinarsi, il suo calore troppo vicino al suo corpo, e poi le sue labbra morbide e così giovani sulle sue. Prima ancora di poter capire cosa davvero stesse succedendo, Daniele aveva già la bocca schiusa che ricambiava quel bacio in maniera dolce, premurosa. Era un bacio strano, effettivamente, posò le sue mani sui fianchi della ragazza e l'avvicinò ancora un pò a se, chiudendo la porta alle sue spalle. La fece indietreggiare fino a farla mettere a spalle al muro sempre continuandola a baciare. Fino a che si staccò da lei e posò la sua fronte su quella della ragazza. Chiuse gli occhi. Jessica... Non sapeva esattamente cosa dire e non sapeva neanche esattamente cosa pensare di se stesso. Ma questa volta non si allontanò da lei. noi... io... tu... insomma non possiamo! Tutto quello era tremendamente sbagliato! Ma ancora una volta non si allontanò da lei, dal suo viso, dalle sue labbra, perchè la verità era che lui voleva baciarla di nuovo e riassaporare ogni centimetro di quella bocca, del suo corpicino... Cavolo se si stava sentendo un cazzo di maniaco in quel momento. Aveva le mani ben salde sui fianchi della ragazza, mani desiderose di scendere più giù.. sulle sue coscie... Si morse di nuovo il labbro, le morse il labbro e la baciò di nuovo.
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    Jessica finalmente ce l'aveva fatta a prendere quella decisione che avrebbe sicuramente cambiato drasticamente la sua vita lì all'Accademia. Se l'uomo l'avesse respinta, il suo cuore si sarebbe spezzato, se invece non l'avesse respinta... beh il suo cuore sarebbe scoppiato di felicità. Anche se era abbastanza sicura che la avrebbe respinta. Insomma, lui era un uomo molto più grande di lei... e al ballo aveva baciato Kenna, e non sembrava essergli dispiaciuto... Un paio di volte, lungo il tragitto che dal dormitorio portava alla torre, quel pensiero le aveva quasi fatto cambiare idea. Forse stava facendo una cosa veramente troppo stupida, forse non avrebbe dovuto rischiare di autodistruggersi così (vorrei fare una battuta su Blake ma mi pare scontata... per fortuna che in questo periodo ci sono i saldi). Davvero aveva intenzione di andare da lui e baciarlo, senza se e senza ma? Sì, era proprio ciò che aveva intenzione di fare. Con Ed Sheeran nelle orecchie, procedette sicura fino a quella stanza che avrebbe cambiato il corso di quella giornata. Ormai la mezzanotte era scoccata da un po'. Il suo compleanno. E tutto quello che voleva, era lui. Era baciare quelle labbra su cui aveva fantasticato ad ogni fottuta lezione di astronomia, mentre lui parlava. Fortunatamente era una materia che a lei piaceva e dove era brava, quindi non era stata svantaggiata dalla sua distrazione. Anche perché la voglia di dimostrarsi all'altezza anche durante le lezioni, era troppa per non impegnarsi al massimo.
    Finalmente aveva bussato. Tutti i tasselli della sua vita stavano tornando al loro posto, la corvina stava finalmente riprendendo il controllo di tutto. Prima la riappacificazione con Blake, poi il chiarimento con Jesse, infine quello che stava per fare con Daniele... mancava solo riordinare le idee su quello che era successo con Lucas, ma ci avrebbe pensato in un altro momento.
    Dopo aver bussato, sentì la voce scocciata dell'uomo attutita dalla spessa porta, quasi fossero lontani chilometri. Ma lei era certa che lo dicesse perché non sapeva che dietro la porta ci fosse lei...
    Quando aprì, la corvina perse un solo secondo ad osservare quanto cazzo fosse bello, i capelli ancora umidi e le iridi scure e profonde... che in quel momento si stavano sicuramente chiedendo cosa ci facesse là l'Opalina. Ma la ragazza non gli diede il tempo necessario a realizzare alcunché, perché lo baciò. Doveva dire che la realtà superava tutte le fantasie che aveva fatto su di lui. Le sue labbra erano morbide, dolci... delicate. Si preparò ad essere respinta, com'era accaduto diverse volte, ma Jess quasi si staccò per lo stupore, quando l'uomo invece di allontanarla, schiuse la bocca volto a ricambiare quel tenero bacio.
    Le mani di lui andarono sui fianchi della ragazza, attirandola ancora a sé. Il cuore di Jessica stava davvero scoppiando di felicità, molto di più di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Dio, se la realtà era meglio di ogni suo sogno. Lui chiuse la porta e si ritrovarono dentro la sua stanza, lontani da occhi indiscreti, a baciarsi. Non era stata respinta. Jessica davvero faticava a crederci. Lui la condusse contro il muro, senza però staccare le loro labbra. La fece appoggiare lì con delicatezza, mentre Jessica assaporava avidamente ogni secondo passato contro le sue labbra. Non aveva mai dato un bacio così bello.
    Purtroppo il tempo non si può fermare e l'uomo scostò la bocca dalla sua, ma restò sempre in quella posizione, i loro corpi così vicini... voleva toccarlo disperatamente. Lasciò che posasse la sua fronte contro la propria e non disse nulla quando lui pronunciò il suo nome in quel modo che la faceva impazzire. Si limitò a perdersi nelle sue iridi scure.
    Sì che possiamo mormorò, il respiro corto dopo il bacio. Oggi... da oggi sono maggiorenne, non regge più la scusa della mia età, non qui sussurrò, i loro respiri che si mescolavano, tanto erano vicini. Cosa c'è di più bello di questo? chiese, accarezzando i suoi ricci scuri, prima che lui tornasse a concentrarsi sulle sue labbra. Le morse il labbro inferiore facendole sfuggire un piccolo gemito. Era così dannatamente perfetto. Questo secondo bacio fu migliore e più intenso del primo, con le mani dell'uomo sui propri fianchi, il suo corpo così vicino al proprio... Jessica era in estasi. Purtroppo però, dopo altri lunghissimi secondi, dovette staccarsi per riprendere fiato, ma comunque restò là dov'era, premuta tra il corpo di lui e il muro. Le ho preso una cosa gli disse, con voce lievemente arrochita. Fece scivolare lo zaino dalla spalla e ne tirò fuori un semplice pacchettino. Non è nulla di che anticipò lei, arrossendo. Il pacchetto conteneva semplicemente una penna stilografica incantata con una costellazione perennemente in movimento disegnata -grazie alla magia- e una piccola scritta incisa in maniera precisa ed ordinata. Era stato un grande azzardo, quello di Jessica... ma ormai non poteva certo cancellare la scritta. Vi erano incise tre semplici parole: I love you. Lui avrebbe potuto interpretarle come voleva, Jessica non aveva intenzione di condizionarlo ad un solo significato. Dal semplice "Ti voglio bene", passando poi al "Mi piaci" e quindi al più classico ma mai di troppo "Ti amo". Gli posò il pacchetto tra le mani, mentre il suo braccio non voleva saperne di staccarsi da lui, ancora allacciato intorno al suo collo. Già le mancavano le sue labbra; non vedeva l'ora di tornare a baciarlo.
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    é noioso cominciare sempre con la stessa parla o lo stesso concetto, ma il problema era che Jessica continuava a rimanere un'alunna e lui un professore. Daniele era contento di tutto quello, del suo corpo contro quello della ragazza, di sentire le sue forme in maniera insindacabile contro il suo petto, di sentire la sua bocca contro la sua, la sua lingua dansare con la sua. Il punto era che se poi cominciava veramente a pensare a tutto quello, diventava tutto quanto difficile e sopratutto sbagliato. Lei era così giovane e doveva fare le sue esperienze, lui era giovane comunque ma con 7 anni di vita in più e di esperienza in più. Poteva mai chiedere alla ragazza di lasciare stare feste e balli perchè erano una cosa estremamente stupida, per lui? No, non poteva perchè alla fine lui aveva fatto la stessa cosa quando lui stesso aveva la sua età. Poteva veramente chiedere alla ragazzina di non scherzare e ridere con il suo migliore amico perchè gli ormoni degli adolescenti sono quelli che sono e quindi Blake poteva benissimo impazzirsi e poteva scattare qualsiasi cosa tra i due? Beh, non poteva fare neanche quello. Perchè anche questo aveva fatto lui quando faceva i suoi studi, quante volte era andato a finire a letto insieme con una sua amica di studi? Quante volte l'attrazione per una sua amica aveva vinto sulla loro amicizia? Insomma... Daniele sapeva benissimo che Jessica era ancora giovanissima e doveva fare le sue esperienze, che non poteva tapparle le ali... Si morse nuovamente il labbro quando lei disse che da adesso non era più minorenne e che quindi la cosa non era un problema, almeno non quando erano da soli. Da soli, il problema era proprio quello, che ultimamente erano sempre da soli! Il problema non è certamente la tua età... Non sapeva come dirglielo senza farle del male. Non sapeva veramente come essere gentile e farle capire che c'erano un infinità di cose che non andavano senza spezzarla in due e di conseguenza senza maledirsi da solo. La guardò, tenendo sempre il suo viso posato sulla fronte della ragazzina, le sfiorò appena una uancia con una mano che si era finalmente levata dal suo fianco. Poi le sorrise ancora e le diede un altro bacio. Cosa c'era più bello di quello? Beh, era semplice, magari averla incontrata qualche anno dopo fuori da quell'accademia. Ma non disse niente. Oramai il danno era fatto e per quella sera, per la notte del suo compleanno non voleva farle vivere nessun tipo di dramma! Quando si staccò lei questa volta lui si allontanò appena vedendola che stava prendendo qualcosa dal suo zaino. Sorrise e quando gli diede il pacchettino, si allontanò ulteriormente per scartarlo. Una penna stilografica con una costellazione perennemente in movimento, ma la cosa cosa che veramente gli fece tremare i cuore fu la scritta. Questa volta sorrise in maniera dolce, in maniera del tutto inaspettata, perchè no, non si aspettava un regalo da lei, ne tanto meno un regalo del genenre. Si morse il labbro guardandola, posò il cofanetto sulla sua scrivania e tornò vicino a lei, questa volta le prese la mano. Grazie... sussurrò prima di incrociare la sua mano con quella della ragazza e cercando di non tuffarsi di nuovo sulle sue labbra. Non dovevi... Aggiunse poi avvicinandosi ancora un pò a lei. Le sfiorò le labbra e sorrise lasciandole un piccolo dolce bacio. Poi si allontanò da lei. Beh, anche io ti ho fatto un regalo... per il tuo compleanno!! Era stato in dubbio fino alla fine se farglielo ricapitare il 28 dicembre a casa Barnes o meno... ma adesso era li, ed era il suo compleanno no? Si allontanò ancora da lei ed andò a prendere un pacco nel suo armadio. Non era molto grande, ma quando lo avrebbe scartato avrebbe trovato un Giubbino, color rosso, come la sua casata, visto che aveva detto che le piaceva infinitamente essere una Black Opal, e molto pesante, in realtà non era tanto il giubbino a fare la differenza quanto il suo profumo spruzzato al suo interno. Non avrebbe dovuto, ma non ci aveva pensato neanche due secondi ed alla fine lo aveva fatto. Si morse il labbro, anche lui aveva scritto un biglietto per lei: per ogni volta che sentirai freddo, per ogni volta che ti sentirai sola. Non era mai stato bravo con i biglietti ne tanto meno si era mai ritrovato in quella situazione da riuscire davvero a districarsi nei migliori dei modi. Ma Jessica per lui era importante. E questo, non poteva più negarlo ne a se stesso ne tanto meno a lei.
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    Il cuore di Jessica era un tripudio di emozioni, quella sera. Era felice perché era riuscita a fare il grande passo che tanto temeva, felice perché lui non la stava ancora respingendo, anzi aveva ricambiato i baci. Ma al contempo timore che lui potesse averlo fatto solo per non rattristarla e non perché ricambiasse ciò che la corvina provava. Ma non aveva nessuna intenzione di lasciare che la paura prendesse il sopravvento e rovinasse tutto ciò che stava accadendo. Non credeva che si sarebbe mai potuta sentire così con qualcuno, sentirsi così bene. Ma con lui stava succedendo esattamente questo. E la corvina aveva intenzione di goderselo appieno. Anche se era un grande rischio provare qualcosa per un uomo parecchio più grande di lei e per giunta professore! Insomma, se mai li avessero scoperti... insomma, avrebbero passato dei guai seri, soprattutto lui... inoltre, magari, non aveva voglia di impegnarsi con un ragazzina, magari cercava qualcuna di più matura, magari... basta, Jessica non voleva più pensarci a cosa avrebbe potuto fare o a cosa sarebbe potuto succedere. In quel momento erano là, contro il muro della sua camera, a baciarsi. Jessica si scoprì a pensare di volergli togliere di dosso quella felpa, di... di andare a letto con lui. Sì, lei lo desiderava ma non poteva certo dirglielo, quindi si impose di pensare ad altro, per esempio alle sue labbra.
    Lo so che ci sono molti altri problemi ma... non decido io di chi... abbassò lo sguardo, evitando quello di lui. ...di chi innamorarmi. Sussurrò, mentre la sua mano le sfiorava la guancia, facendole provare una sensazione bellissima. Chiuse per un attimo gli occhi e lasciò che lui le desse un altro bacio, ricambiando con dolcezza, per poi mettere entrambe le mani sulle sue guance e tornare a guardarlo dritto negli occhi. Ogni volta che lo guardava, ci si perdeva in quelle iridi scure e bellissime.
    Ma era ora di dargli il regalo. Jessica sperava davvero che gli piacesse perché, sebbene fosse una cosa semplice, ci aveva messo il cuore, riversando in quel piccolo regalo, tutto il suo cuore. Quando la mano dell'uomo si avvicinò alla sua, la corvina la strinse intrecciando le sue dita sottili e piccole a quelle dell'uomo. I loro corpi adesso erano così vicini... Jessica si morse il labbro per non pensare a ciò che avrebbe voluto fare in quel momento. L'ho fatto col cuore gli sussurrò a fior di labbra, prima che lui gliele catturasse in un nuovo, dolce bacio. Ho pensato che fosse perfetto visto che le piacciono le stelle e che a notte fonda corregge i nostri compiti o prepara le lezioni ridacchiò, riferendosi alla loro conversazione sulla torre. Cavolo, sembravano passati secoli quando in realtà era passato meno di un mese. E che scrive ad amici e amiche aggiunse, storcendo un po' le labbra sull'ultima parola. Se...lo è ricordato? chiese, stupita. Certo, poco prima lo aveva detto lei stessa che era il suo compleanno, ma non credeva che lui se lo ricordasse abbastanza prima da farle anche un regalo. Arrossì leggermente e lo guardò allontanarsi, sentendo che quel contatto già le mancava.
    Quando le porse il pacco, lei lo guardò per qualche secondo, felice, ma non esitò troppo prima di scartarlo. Vi trovò dentro un giubbotto rosso e morbido, liscio e apparentemente molto pesante, perfetto per l'inverno. Ridacchiò ancora pensando a tutte le volte che si erano incontrati in un posto troppo freddo e lei era praticamente mezza nuda. Jessica guardò il giubbotto, stupita ed emozionata. Era perfetto. Abbassò la cerniera e, non appena lo fece, fu investita da un profumo che avrebbe riconosciuto tra mille. Il profumo di Daniele. Era la cosa più bella che lui potesse pensare... così sarebbe stato come avercelo sempre accanto. Afferrò il bigliettino con le dita che le tremavano un po' e lo lesse:
    per ogni volta che sentirai freddo, per ogni volta che ti sentirai sola
    Si morse l'interno guancia per evitare che una lacrima scendesse a rigarle il viso. Una lacrima di gioia, ovviamente. Piegò accuratamente il biglietto e lo mise in una tasca del suo zainetto. Lo avrebbe sicuramente conservato come un tesoro, poi tornò a concentrarsi sul regalo. Finalmente anch'io ho un giubbotto caldo! esclamò Così posso ridare questo ad Aaron! Lasciò scivolare dalle spalle la giacca del fratello di Blake e la posò sulla scrivania. Me lo ha dato quando ci siamo visti alle cascate e da allora, non gliel'ho più restituito spiegò indossando quello nuovo. Chiuse gli occhi mentre una piacevole sensazione di calore la invase... così come il profumo invase dolcemente le sue narici. Emozionata, la ragazza tornò vicino a lui e, sempre alzandosi in punta di piedi, lo baciò stavolta con un po' più di impeto, stringendolo contro il proprio corpo. Che ne dice, lo testiamo subito per vedere quanto tiene caldo? ghignò contro le sue labbra. Non ci sarà nessuno nei giardini a quest'ora... buttò là la proposta. Da tempo desiderava andare di notte fuori con qualcuno che amava, perché i giardini erano veramente magici... soprattutto di notte e soprattutto con la neve.
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    La cosa fondamentale di tutto quello era riuscire anon cedere ai suoi reali pensieri. Forse la cosa che veramente gli interessava di più era quella di riuscire a non farle del male. Lui non voleva ferirla, non voleva darle nessun tipo di dispiacere, lui non era uno di quelli che amava vedere le ragazzine andargli dietro. Non gli era mai capitata una cosa del genere, una cosa del tutto inaspettata, una cosa che non aveva nessuna base, una cosa di quell'entità, una cosa così pericolosa. Non solo poteva perdere il lavoro,ma poteva perdere tutto quello che aveva fino a quel momento cstruito, poteva perdere la sua credibilità di astronomo e poteva perdere ogni tipo di rispetto che si era costruito con gli anni e con anni ed anni di fatica e lavoro. Sospirò appena, cercando di riprendere la sua reale lucidità e poi non ce la fece, sorrise ancora tra le sue labbra e la baciò di nuovo. Ma la sua frase lo praticamente uccise, sia nel senso buono che nel senso cattivo della cosa. Lei si era innamorata di lui? Lui era innamorato di lei? No, il problema era che ci avrebbe messo una vita ad innamorarsi della giovane e la cosa lo spaventava. Doveva ammettere che l'opalina ci aveva messo veramente poco ad entrargli nella testa come nessuna mai ci era riuscita, ma non poteva parlare d'amore. Sorrise alla giovane e le accarezzò le labbra con il pollice. Si morse il labbro. Hai ragione, al cuor non si comanda... ma... Non era un discorso che dovevano affrontare in quel momento, era comunque il suo compleanno e lui non voleva rovinare tutto, non voleva darle nessun tipo di poensiero e non voleva certamente ferirla dopo averle dato una bella emozione. Sentiva il cuore della ragazza martellargli nel petto e la cosa era assurda, perchè sentiva che anche il suo di cuore non riusciva a stare fermo per nessuna ragione. Sorrise cercando di non pensare a niente. Parleremo di questo un'altra volta! Chiuse il discorso perchè sapeva che nessuno dei due era pronto in quel momento a fare un discorso del genere. Sorrise ancora prima di ridacchiare come un bimbo aprendo il suo regalo e poi le sorrise. Era un bellissimo pensiero e poi le sue parole lo riempirono di gioia. Beh si, specialmente alle amiche... Ok, forse era stato inopportuno giocare con lei in quel modo, ma era divertente sentire la sua voce completamente rotta dalla gelosia. Infondo anche lui le aveva dimostrato di essere molto geloso di lei, il suo tono lo aveva tradito quel pomeriggio al bar e lo avrebbe anche tradito tra quela istante quando anche lei aveva scartato il suo regalo ed aveva detto che quel giubbetto che indossava era di Aaron. Si erano visti alle cascate? Alzò un sopracciglio. Ti stanno particolarmente simpatici i Barnes! Lo disse storcendo il naso. Era geloso immotivantamente di Blake, ma Aaron? Insomma perchè si erano visti alle cascate? Che senso aveva! Ok, Blake era il suo migliore amico, ma Aaron? Aaron non era nessuno, giusto? Oh, in quel momento si sentiva seriamente un ragazzino, ma quando lei lo indossò sorrise e poi si avvicinò ancora al suo corpo, alle sue labbra e la baciò con lo stesso impeto che ci stava mettendo lei,ma questa volta il suo corpo le stava dando un messaggio più preciso, ossia: sei mia. Si sarebbe odiato più tardi... ma in quel momento era l'unica cosa che veramente voleva da lei, ossia sentirla completamente sua. Si staccò dalle sue labbra e poi sorrise. Andiamo! Aggiunse prendendola per mano ed andando verso la porta della sua camera per uscire ed andare ai giardini. Una volta usciti da li, però, anche se a malincuore, sciolse quel contatto. Non potevano rischiere di incontrare qualcuno - sicuramente un opale che decideva di trasgredire le regole - e farsi vedere in quel modo, non era una cosa corretta, non era una cosa che si poteva fare davvero!
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    Baciare l'uomo era la cosa più bella che le fosse capitata da mesi, da quando aveva potuto stringere Alex tra le braccia per la prima volta. Quel piccolo pargolo che era entrato nel suo cuore in una maniera del tutto inaspettata, probabilmente l'unico essere di sesso maschile che non l'avrebbe mai abbandonata. Col senno di poi, non si pentiva minimamente di non aver optato per l'aborto o l'adozione. Ora lui, Daniele, le stava dando di nuovo un grandissimo senso di felicità. Non l'aveva respinta! E questa, per la giovane, era una grandissima conquista. Non voleva niente di più. Stava diventando il compleanno migliore della sua vita, un compleanno indimenticabile e che avrebbe lasciato il segno sull'Opalina.
    Quel "ma" comunque, non le piaceva... non voleva che ci fossero i se e i ma tra loro. Jessica voleva solo godersi ciò che aveva in quel momento, senza pensare al domani. Quindi fu totalmente d'accordo con lui quando annunciò che ne avrebbero parlato un altro giorno. Quindi si limitò ad annuire e guardarlo con l'espressione traboccante di felicità. Finalmente, almeno per quella notte, poteva essere solo suo...
    Lo colpì con un pugno sul petto, ovviamente senza imprimerci forza, e lo guardò male. Non era certo una di quelle ragazze che "tu non puoi avere amiche", però non poteva evitare di esserne infastidita. Ehi sussurrò, guardandolo. La lascio solo, così potrà utilizzare la penna nuova per scriverle allora sbuffò, scostandosi un po' da lui ed incrociando le braccia sotto al seno.
    Tentò comunque di nascondere un sorriso quando notò la sua espressione cambiare e il suo tono esprimere una chiara nota di gelosia.
    Oh sì! Sono fantastici. Blake, come sa, è il mio migliore amico e gli voglio un'infinità di bene, mentre Aaron... ci siamo incontrati per caso ed abbiamo parlato un po' della festa e di altre cose più private lo provocò con un ghigno, osservandolo.
    Si baciarono di nuovo, solamente che adesso c'era qualcosa di diverso... in senso positivo, ovviamente. Non sapeva esattamente spiegare cosa, ma per la prima volta, il dubbio che lui la stesse semplicemente assecondando, sparì dalla sua mente. Era bellissimo sentire le sue labbra sulle proprie...
    Dopo quel bacio, accettò la sua richiesta e le prese la mano. Finalmente non doveva essere lei a prendergliela per prima con il rischio di essere respinta. Il suo cuore si alleggerì di un bel peso, sebbene una volta varcata la soglia, quel contatto dovette sciogliersi. Jessica, però, non se la prese. Sapeva che avrebbe perso il lavoro, in tutta probabilità, se qualcuno li avesse scoperti ed era l'ultima cosa che la corvina voleva.
    Camminò davanti a lui -restandogli comunque molto vicina- finché non raggiunsero i portoni che gli condussero fuori in quel giardino coperto di neve. Era davvero magnifico, quasi surreale. Il paesaggio era coperto di bianco. In giro, come aveva previsto, non c'era assolutamente nessuno. I ragazzi e i professori o erano ancora al ballo, oppure erano tornati nelle loro stanze. Sorrise e gli afferrò di nuovo la mano ed accelerò il passo fino a trovarsi sulla riva del lago ghiacciato. Non ha freddo, solo con quella tuta? gli chiese, dando le spalle al lago per poterlo guardare. Non che lei fosse messa meglio, sì aveva un giubbotto che la stava tenendo davvero al caldo, ma aveva le gambe scoperte, siccome ancora aveva addosso il vestito del ballo. Successivamente, si voltò di nuovo verso la lastra di ghiaccio e, cautamente, ci mise un piede sopra. Non si ruppe subito, quindi ci mise anche l'altro piede. Ringraziò di aver cambiato le scarpe col tacco con delle vans prima di andare da Daniele, sennò di certo non sarebbe potuta uscire. Il ghiaccio era davvero scivoloso, ma lei aveva imparato a pattinare fin da piccola, quindi un minimo riusciva a reggersi in equilibrio. Lei sa pattinare? chiese poi, rivolta all'uomo.
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    C’erano tantissime cose che in quel loro rapporto non andavano! C’erano tantissime cose che Daniele non riusciva a spiegarsi e sopratutto che non riuscita davvero ad accettare. Jessica era bella, intelligente, simpatica ed aveva carattere! Perchè si era invaghita di un suo professore? Perchè aveva deciso di intraprendere quella strada, ancora una volta, difficile, tortuosa e che comunque l’avrebbe sicuramente portata a soffrire. Daniele non era un latin lover, non era uno di quei maschietti che ti faceva penare le pene dell’inferno, non era una persona cattiva e non gli piaceva per niente far soffrire le persone. Daniele era uno che esprimeva i suoi sentimenti e quando li provava non riusciva a trattenerli. Con Jessica aveva fatto fino a quel momento il duro, solamente perchè era una sua alunna. Ma Dio solo sapeva quanto l’aveva desiderata in quell’ultima settimana! Le sorrise ancora quando disse che allora sarebbe andata via per permettergli di farlo scrivere alle sue amiche, si avvicinó a lei ma prima ancora di poter dire qualsiasi cosa alzó un sopracciglio, le cinse la vita e l’avvicinó a lui!Cose private? Di che genere esattamente? Blake è il tuo migliore amico...ma non bisogna estendere l’amicizia anche al fratello.... non credi? come detto prima, lui, se provava una determinata cosa era solito esternarla! Ed in quel momento erano solamente Jessica e Daniele, giusto? Le diede un altro rapido bacio e poi andarono verso il lago. Il lago, maledetto posto dove faceva eccessivamente freddo e sopratutto dove si rischiava di morire una volta si e l’altra pure. Scosse il capo alle sue parole, no, al momento non sentiva freddo! L’adrenalina era troppa e tra il fatto che comunque qualcuno poteva scoprirli e vederlo, ed il fatto che aveva desiderato tanto quei baci, il freddo e le temperature rigide erano l’ultimo dei suoi problemi! Poi la verità era che quando stava con lei, non sentiva assolutamente niente! Le sue attenzioni erano tutte concentrate sulla ragazza. Ehy, vieni qui che li non è sicuro! Fu una cosa del tutto istintiva! Il secondo piede di Jessica si era posato sul ghiaccio, lui aveva sentito un leggerissimo crack e di conseguenza le aveva preso il braccio e l’aveva tirata velocemente addosso a lui, sulla terra ferma, al sicuro! Ecco, averla tra le braccia era qualcosa che gli piaceva enormemente! Beh, no, non so pattinare, ma il lago non è il posto giusto per farlo.... stava pensando anche ad un incantesimo per ghiacciare una parte del lago per farla felice. Perchè oramai era quello che gli premeva di più: vederla sorridere!
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    Edited by Daniele Salvatore - 21/1/2020, 00:37
     
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    Jessica si stava già abituando a quelle attenzioni, ai suoi baci, alle sue carezze... ma non nel senso negativo del termine, anzi! Ne voleva sempre di più e sperava che tutto ciò non finisse mai anche se, purtroppo, le cose belle hanno sempre fine.
    Lei era certa che non sarebbe stata una cosa facile, sapeva che Daniele non era un uomo semplice di cui innamorarsi, ma non perché lui non volesse, semplicemente perché era un cazzo di professore e sapeva a cosa andava in contro, quindi doveva cercare di resistere a lei che, egoista, lo voleva. Si sarebbero feriti a vicenda? Quello era certo, a partire dal fatto che meno di un mese prima, era stata con Jones. Glielo avrebbe dovuto dire, ma... più tardi. Non poteva certo tenerglielo nascosto, ma quello non era il momento adatto, non mentre si stavano baciando.
    Beh... nulla, mi ha solo parlato della loro famiglia generalizzò. Per quanto le piacesse Daniele, non voleva tradire i Barnes sbandierando ciò che sapeva, non subito almeno. Doveva prima capire in che direzione sarebbe andato il suo rapporto con il docente. Era bello, tuttavia, vederlo con quell'espressione, il fatto che le cingeva la vita come a dire che doveva essere sua, beh... era una delle sensazioni più belle al mondo. È così carino quando è geloso gli sussurrò all'orecchio, ancora con il corpo contro il suo. Aaron mi sta aiutando molto per l'organizzazione, ed è stato carino con me, quindi non vedo perché non essere sua amica. Non me lo voglio mica portare a letto sbuffò con un mezzo sorriso, osservandolo con un'espressione dolce.
    Poi andarono al lago, bellissimo quanto pericoloso e Jessica lo sapeva bene... però sembrava quasi attratta dalla morte, visto che mise entrambi i piedi sul ghiaccio prima che lui potesse dire qualsiasi cosa, ma ebbe comunque i riflessi pronti, visto che non appena posò il secondo piede, l'attirò a sé di nuovo al sicuro sulla terra ferma... e proprio nel momento in cui Jess posò il piede destro sulla neve, il ghiaccio sul quale lei era posata, si crepò fino a spaccarsi. La giovane deglutì a vuoto un paio di volte, posata contro il suo petto e gettò uno sguardo alla pozza d'acqua che si era creata. La ragazza rabbrividì, visto che sarebbe potuta finire là dentro e chissà se vi sarebbe uscita... Scosse la testa, cercando di concentrarsi sulle sue parole. Beh... posso insegnarle io propose, cercando di riprendersi velocemente dallo spavento. Io e mio padre passavamo ore sul laghetto ghiacciato vicino casa, quando ero piccola... mi ha anche insegnato uno sport babbano... come si chiama? Hockey mi pare... gli sorrise dandogli un piccolo bacio sul mento -anche perché non arrivava molto in alto se non si alzava sulle punte- Ho le gambe congelate esclamò, sovrappensiero ricordandosi, nuovamente, che aveva solo il vestito addosso e non dei pantaloni. Stasera posso dormire da lei? chiese poi, abbassando la voce e senza scostarsi da lui. Non c'era nessuno, quindi ne doveva approfittare. Anche perché... dopo devo confessarle una cosa continuò, abbassando lo sguardo.
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    Daniele e la sua spontanetà. Daniele e il suo modo di stare sempre tra le nuvole, sempre nel suo mondo e delle volte completamente distaccato dalla realtà. La realtà, infatti, era completamente differente da quello che stava succedendo in quel momento. In quel momento, Daniele, stava semplicemente seguendo il suo corpo accantonando completamente la sua mente, accantonando completamente la sua ragione. Daniele era li con Jessica, una ragazzina che in un mese di tempo gli aveva fatto prendere una sbandata non indifferente. Era quella sua sua realtà in quel momento. Il problema era che c’era sempre un contorno: lui era un professore e lei era appena maggiorenne! Si, era il suo compleanno e si aveva 17 anni, ma non c’era nient’altro di giusto in quello che stava facendo! Jessica era presa da lui - Daniele non voleva neanche pensare che il suo innamoramento fosse davvero reale, si sarebbe sentito veramente molto in colpa - e Daniele era molto preso da lei, ma.... quando lei parló di Aaron, lui alzó un sopracciglio e la strinse ancora un pó a lui, la cinse per i fianchi e fece aderire i loro corpi completamente! Maledizione! La bramava veramente, ma veramente tanto, non voleva lasciarla andare, non voleva che lei pensasse ad altri! Sapeva che quella situazione avrebbe fatto soffrire molto entrambi ma oramai la frittata era fatta e lui ci era caduto con tutte le scarpe! Si morse il labbro e poi si avvicinó a quelle della ragazza, sogghignando! Ma io non sono geloso! replicó poi dandole un piccolo mozzichetto a quel labbro inferiore che tanto gli stava piacendo! Poi ridacchió ancora tra le sue labbra per quello che disse. No, non era una questione di fisico e di andarci a letto insieme, non era quello di cui poteva essere geloso lui, alla sua età. Aaron era un medimago, era un bel ragazzo, era ricco ed era il fratello del suo migliore amico, il fatto era che Jessica poteva essere molto, molto interessante e sicuramente fascinoso! Daniele aveva capito che Jessica era attratta dalle cose difficili, come se dovesse mettersi sempre alla prova e dimostrare che lei ce l’avrebbe fatta a prescindere! E si, magari era così... ma Daniele, a differenza dei Barnes, non si era mai sentito una persona speciale o interessante. Era di quello che era veramente geloso! Ma non era quello il momento di dirle tutte quelle cose, era il suo compleanno, erano li nella totale trasgressività, e doveva assolutamente rimanere quello il clima, quello di leggerezza e tranquillità. Finalmente la bació! Poi tornô a guardare il lago e alla sua richiesta gli giró quasi la testa! Ah, com’era il concetto precedente?Clima di leggerezza e tranquillità! Fece un respiro profondo, ma la botta finale arrivó quando lei gli disse che doveva confessargli una cosa. Tremilioni di domande nella sua testa... cosa riguardava?Non puoi fare questa domanda e dirmi che devi confessarmi una cosa...adesso, prima di pattinare, andare in camera mia e dormire insieme... o comunque prima di una mia risposta, sigorina Whitemore, dovrebbe dirmi cosa dovrebbe confessarmi! Aggiunse poi allontanandola un pó con ancora le sue mani sui fianchi fasciati dal suo giubbetto nuovo. Daniele aveva 33 anni, ma davanti a quell’informazione, tutti avrebbero tremato, specialmente sapendo di stare nel torto! E se la preside l’aveva messo alla prova? Se Jessica non era Jessica e.... ooooh stava vagando troppo con la testa! Non era il caso. Guardó negli occhi scuri la corvina ed attese!
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    Edited by Daniele Salvatore - 21/1/2020, 00:38
     
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    Chiuse gli occhi quando lui le morse ancora il labbro. Era completamente irreale e sbagliata quella situazione, ma come lei stessa aveva detto a Jesse... cosa c'è di più giusto in un momento così sbagliato? O una cosa del genere, insomma.
    No, no non è geloso, ha ragione chiuse lei la questione con una risatina. Il fatto era che si vedeva chiaramente quanto gli desse fastidio quando lei parlava di un Barnes. E solo perché ancora non gli aveva detto di Lucas... scosse la testa e decise che ci avrebbe pensato in un secondo momento. Quindi poco tempo dopo.
    Infatti andarono al lago dove lei rischiò di morire per la centesima volta in un solo mese, probabilmente. Ma questa volta non di sua volontà, bensì semplicemente perché non aveva pensato che il ghiaccio poteva essere sottile e quindi avrebbe potuto annegare nelle profondità marine insieme a chissà quali mostri. Ma lì, contro il suo petto, si sentiva al sicuro da qualsiasi cosa. Ma lo avrebbe mai ammesso a voce alta? Era una ragazza indipendente ed orgogliosa, si sarebbe imbarazzata a dire quelle cose... perlomeno, in quel momento. Voleva solo godersi quella nottata con lui. Ma davvero, Jessica? Adesso che stai per confessargli quella cosa? Sì perché aveva sganciato la bomba e ora non poteva certo dire "scherzavo". Lo guardò negli occhi sospirando quando lui la allontanò senza però spostare le mani dai suoi fianchi.
    Eddai io ho freddo borbottò, mettendo il broncio. Perché era stata così stupida? Era ovvio che ora lui fosse preoccupato di ciò che la corvina voleva dirgli... il fatto era che probabilmente non gli avrebbe fatto piacere. E va bene... sbuffò alla fine, prendendo le mani di lui e posandole sulle proprie cosce, infreddolite. Aveva bisogno di scaldarsi un minimo e le sue mani erano perfette. Se l'uomo non avesse opposto resistenza e non avesse tolto le mani, la ragazzina si sarebbe avvicinata ancora a lui e al suo corpo caldo, si sarebbe alzata sulle punte e gli avrebbe dato un tenero bacio.
    Dunque... giovedì cinque dicembre, come credo sappia, mi trovavo a Londra per un permesso per portare mio figlio al San Mungo e... quella sera ho incontrato Lucas in un bar ma questo lo sapeva già perché gliel'ho detto nelle cucine... fece una pausa e sospirò. Il respiro della giovane si condensò in una nuvoletta, tanto era ghiacciato. Ed aveva già bevuto parecchio, quindi abbiamo iniziato a parlare e bere insieme e... era difficile, fottutamente difficile proseguire il discorso. Ad un certo punto lui doveva andare in bagno... e siccome mi ha proposto o di chiamare un fidanzato immaginario, o di parlare col barista o di andare con lui per non restare là con tutti gli ubriaconi, anche perché ero vestita... beh come al mio solito, sa no? deglutì prima di continuare. Ho scelto di andare con lui anche perché era ubriaco e... avevo paura che si facesse male... avrebbe potuto cadere o cose del genere, ma alla fine... doveva tagliare corto. Si morse il labbro con forza. Alla fine ci sono andata a letto concluse, con gli occhi lucidi. Non aveva nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi. Perché? Quella cosa con Lucas era successa tempo prima di capire quanto effettivamente le piacesse Daniele, non avrebbe dovuto essere un problema no? Eppure temeva comunque la sua reazione.
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    Alla fine i problemi sarebbero comunque arrivati, ma Daniele, sperava vivamente che non arrivassero così in fretta. La vide alzarsi sulle punte, posare le sue mani sulle sue cosce completamente gelate e fredde... si morse internamente il labbro, l’avvicinò ancora un pó a lui godendosi quei contatto. Aveva paura di essere troppo invadente, aveva paura di osare troppo nel toccarla, nell’accarezzarla. Daniele aveva timore anche di sfiorarla delle volte e per tantissimi motivi! Avrebbe voluto esplorare seriamente cosa ci fosse sotto quel vestito.... ma si limitó ad accarezzarle leggermente quelle cosce così snelle. Non era un ragazzino e quello era un ulteriore problema! Daniele aveva bisogno di sentirla una persona, aveva bisogno di viverla e i bacetti non servivano a niente! Aveva 33 anni e non si sarebbe accontentato di un semplice contatto effimero con la ragazza, ma allo stesso tempo gli tremava il cuore ogni volta che cercava di salire leggermente più su della coscia della ragazza. Prima che la ragazza potesse cominciare a parlare, per cercare di evitare di allontanarsi da lei, ma comunque lasciarla parlare liberamente, la prese per mano e la portó su di una piccola panchinina sotto ad un albero, lontana dall’umiditá del lago, la fece sedere sulle sue ginocchia e non disse nulla, posando di nuovo le sue mani su quelle cosce giovani. Le stava accarezzando dolcemente. Ascoltó ogni sua parola e poi spostó lo sguardo della corvina sul suo, lasciando una sua mano infilata tra le ginocchia della ragazza. Immagino che tu stia parlando di Joneslo disse in maniera del tutto normale, imparziale, senza cercare di dire niente di cattivo su quella situazione... le spostó un ciuffo di capelli dietro l’orecchio. Jes... hai 17 anni, sei bella, hai molti amici maschi, sei una ragazza attraente e sopratutto, ognuno di noi ha un passato! Gli rodeva che era stata con uno dei suoi alunni più brillanti? Si! Gli rodeva enormemente ed avrebbe voluto farla sua li, si quella panchina solo per ristabilire l’ordine delle cose nella sua mente! Ma aveva 33 anni e sarebbe stato estremamente stupido fare una cosa del genere! Sarebbe stato estremamente stupido ed immaturo negarle la sua adolescenza ed i suoi drammi! Lui li aveva avuti. Lui era andato a letto con un sacco di ragazze, lui era corteggiato da un sacco di donne! Le sorrise. l’importante è che adesso sia finita... e che voi non vi diate più a rapporti intimi di nessun genere! Aggiunse poi posando la mano che aveva tra le sue ginocchia, sulla gamba più esterna e salendo parecchio... verso il fianco della ragazza, sotto il vestito ed ancora sotto il giubetto. Arrivó fino all’elastico delle sue mutandine. Poi levó completamente la mano e la posó di nuovo sopra il giubbetto, vicino alla tasca, dopo essersi assicurato di averla coperta per bene. Sorrise e poi le diede un piccolo bacio sul naso, non facendole notare che aveva notato i suoi occhi lucidi. Rientriamo? Sei veramente molto fredda e non vorrei che ti ammalassi....! ovviamente il capitolo Jones non se lo sarebbe di certo dimenticato tanto facilmente.... ma... ma ogni problema voleva rimandarlo al giorno dopo! Adesso.... solo per una notte poteva anche fingere che andasse tutto bene no?
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    Edited by Daniele Salvatore - 21/1/2020, 00:38
     
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    Per Jessica era stato difficile iniziare il discorso, soprattutto quando lui la portò verso una panchina e la fece sedere sulle sue gambe! La giovane era sicura di essere arrossita, soprattutto quando l'uomo posò nuovamente quelle mani così morbide sulle sue cosce. Jessica avrebbe voluto eliminare ogni barriera tra loro, sia quelle fisiche come per esempio i vestiti, sia quelle mentali... come il fatto che erano professore ed alunna. Ma in quel momento, seduti fuori al freddo, lui con una mano tra le sue gambe... le sembrava che fossero semplicemente due persone che si piacevano e che stavano chiacchierando. Anche se lei gli stava confessando di essere andata a letto con un altro. Non avrebbe dovuto sentirsi in colpa, loro non stavano insieme né tanto meno ci stavano quando lei aveva incontrato Lucas! Eppure... eppure aveva quasi l'impressione di averlo tradito. Si sforzò di non piangere ed aspettò qualsiasi fosse la reazione di lui.
    Sì, sto parlando di Jones... di certo non mi avvicinerei al mio ex commentò, senza realmente pensare a ciò che stava dicendo. Non avrebbe mai perdonato il suo ex per com'erano andate le cose. Sì, Jessica era leggermente rancorosa.
    Quando lui le fece quei complimenti, si sentì importante, quasi come se non desiderasse altro che non fossero i suoi complimenti, le sue parole così dolci e, a parer di Jess, sincere. Anche lei è attraente le sfuggì, prima che potesse collegare il cervello alle labbra. Lo aveva detto veramente? Uno dei difetti di Jessica era proprio il non aver peli sulla lingua, l'essere fin troppo sincera, anche quando sapeva che la sincerità avrebbe fatto male.
    No, è stata solo la cosa di una notte... sussurrò. Avrebbe voluto aggiungere altro, ma la mano di lui si posò sulla sua gamba e, risalendola, si insinuò sotto al suo vestito, accarezzandole la coscia ed arrivando fino all'elastico delle sue mutandine in abbinato col vestito. Beh, in quell'esatto momento la corvina sentì una sensazione di calore tra le gambe che la fece arrossire ancora. Cavolo, era seduta su di lui, la sua mano là... come poteva non impazzire, con i suoi ormoni da diciassettenne? Non poteva! Si morse l'interno guancia, mentre lui rimetteva le mani sopra il giubbotto. Avrebbe voluto prendergliela e rimetterla dov'era, ma non era sicura fosse la mossa più saggia, per lo meno non là fuori al freddo! Però... sperò lui non si accorgesse quanto quel suo gesto avesse avuto effetto sul suo corpo. Quella sensazione, così intensa, non l'aveva mai provata. Ma forse perché non si era mai innamorata seriamente, perché non aveva mai desiderato così ardentemente il tocco di qualcuno... fatto sta che in quel momento un cambio le sarebbe proprio servito.
    Sì, forse è meglio! rispose la ragazza, alzandosi velocemente da lui, abbastanza imbarazzata. Fin troppo, a dire il vero. Non era abituata. Comunque, lo prese per mano e, se lui l'avesse seguita, avrebbe ripercorso a ritroso tutta la strada fino alla sua stanza e, una volta dentro, avrebbe chiuso la porta a chiave. Non voleva certo che qualcuno entrasse, per un qualsiasi motivo (magari una sua amante...) e li scoprisse. Una volta dentro, si sarebbe tolta il giubbotto e si sarebbe seduta nel letto di lui, tirandoselo vicino.
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    Edited by Giadì - 20/1/2020, 19:31
     
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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
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    Si era completamente dimenticato di come potesse essere la reazione di un'adolescente quando qualcuno la tocca. Si era completamente dimenticato che sulle ginocchia non aveva un donna matura, della sua stessa età, ma una ragazzina di appena 17 anni. Doveva ammettere, almeno a se stesso, che era una di quelle cose che gli piacevano di più di lei. Jessica era una ragazzina sotto tanti punti di vista, ma cavolo se era una donna! Daniele non parlava del suo fisico - che diciamoci la verità, non era niente male, specialmente... Non divaghiamo su pensieri sconci, accidenti a me! - ma mentalmente. Jessica era quella che aveva risposto senza peli sulla lingua a Kenna MacEwen, era quella che non si era fermata davanti a niente pur di salvare i suoi amici, era quella che alla fine faceva sempre di testa sua, era quella che stava crescendo un figlio completamente da sola. Questa dicotomia lo faceva impazzire. Lo faceva impazzire sotto ogni punto di vista. Come si poteva mai essere così dolci ed arrossire per dei complimenti così banali, ed allo stesso tempo essere una donna del genere. Come faceva lei ad essere entrambe le cose contemporaneamente. Il fatto era che questo suo essere così... dolce con lui e fare così la "bambina" lo facevano eccitare da morire. Non perchè gli piacessero le ragazze molto più piccole di lui, anzi, in genere era sempre quello piccolo nella coppia, ma perchè Daniele era uno di quei ragazzi che adoravano essere dominanti nella coppia, ma allo stesso tempo essere dominati. Era una cosa strana ma questa dualità della ragazza gli piaceva veramente da morire. Il fatto di essere sincera anche in un argomento così spiacevole per entrambi, e farlo arrossendo ed imbarazzandosi... insomma era qualcosa che Daniele non sapeva esattamente spiegare e non sapeva neanche se voleva effettivamente spiegarselo. SI morse il labbro quando si alzò di scatto e quando confessò che si si parlava di Jones e che alla fine era stata solamente una notte. Solo una notte? Non ci credeva che la cosa sarebbe finita li, ma alla fine non voleva pensarci. Lei era un'adolescente e poteva fare effettivamente quello che voleva, non doveva dare conto a lui, non erano fidanzati...Tutti i suoi pensieri vennero bruscamente interrotti quando lei prese la sua mano e lo portò nella sua stanza. Sorrise. Ecco di cosa parlava. Parlava di questo suo essere decisa ed arrossire in contemporanea. Si era accorto di quanto Jessica si fosse eccitata per quel tocco? Non eccessivamente, non dato neanche molto peso a quel suo gesto, voleva semplicemente sentire la sua pelle sotto le sue dita, voleva semplicemente costatare di quanto la sua pelle fosse morbida, e poi lo aveva fatto anche un pò per farle capire che comunque anche lui la voleva. Non doveva mai pensare che lui non la desiderasse. Una volta dentro la sua stanza ed una volta seduti entrambi sul letto, lui si voltò verso di lei. Ti prendo una mia maglia, così dormi in maniera più comoda, e mi vado a cambiare anche io... Aggiunse alzandosi dal letto ed andando verso il suo armadio. Prese una maglietta un pò più grande e gliela lanciò sul letto, poi prese il suo pigiama, si levò prima la maglietta, infilandosene un'altra e poi si sfilò i pantaloni, infilandosi quelli del pigiama. No, aveva pensato che magari, era il caso di andare in bagno a spogliarsi. La guardò, si riavvicinò a lei e le accarezzò la guancia. Questa volta si infilò nel letto. Dai, vatti a cambiare.... ti aspetto qua! Aggiunse poi mettendo il gomito a 90° e posando la testa sulla mano.
    the heart is deceitful above all things,
     
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    Jessica non si capacitava della felicità che l'assaliva ad un suo tocco, ad un suo sorriso, un suo complimento.... o un suo bacio. Non aveva mai provato quelle sensazioni tutte mescolate insieme. La sua solita sicurezza nel fare le cose, ma al contempo l'ansia di fare o dire qualcosa di sbagliato, di sembrare solo una ragazzina agli occhi dell'uomo. Anche se il gesto che aveva compiuto quella sera, andare in camera sua e baciarlo, era stato a dir poco coraggioso anche per una come lei che coraggio ne ha da vendere.
    Ogni cosa che aveva fatto quella sera, le era costata coraggio. Confessargli di Lucas, per esempio. Era stata davvero dura. Ma si chiedeva ancora il perché. Non erano fidanzati, lei poteva andare a letto con chi voleva... ma non voleva in qualche modo ferirlo. Non sapeva se sarebbe bastato così poco, ma nella mente di un'adolescente innamorata, anche la più piccola cosa può ferire. Ma si era liberata di quel peso ed ora stava meglio. Non sapeva se sarebbe ancora andata a letto con Lucas, non sapeva nemmeno se si sarebbero più rivisti al di fuori delle lezioni... ma in quel momento l'unica cosa che le importava era stare lì con Daniele.
    Anche prenderlo per mano, senza pensare troppo se ci fossero persone ancora in giro, era stato coraggioso. E lo era stato anche chiudersi nella sua stanza, ora completamente soli in una camera da letto... Jessica lo doveva ammettere, moriva dalla voglia di andare a letto con lui ma, allo stesso tempo, un po' lo temeva. Forse perché, oltre a tutto, oltre al fatto che aveva già un figlio, lui era sicuramente più esperto. Se da un lato questa consapevolezza la fece bruciare di gelosia, dall'altro la assalirono mille preoccupazioni. E se non fosse stata all'altezza delle sue aspettative? Non voleva pensare che Daniele fosse interessato solo ed unicamente al sesso, anche perché fino a quel momento si era comportato in maniera dolcissima.
    Una volta in camera di lui, comunque, lui le propose di mettere una sua maglietta. Jessica annuì, convinta che le sarebbe sicuramente valsa a mo di camicia da notte. Afferrò al volo quella che lui le aveva lanciato e la guardò. Aveva il suo profumo, ovviamente, e la corvina si fermò qualche secondo ad inspirare quel buon odore... secondi necessari giusto per farle alzare un occhio su di lui e vedere che... lui si era tolto la maglietta per mettersi il pigiama. Lo guardò, mordendosi il labbro, e desiderò che l'armadio fosse stato un po' più vicino per poterlo toccare. Da quello che era riuscita a vedere, aveva un bel corpo proprio come se lo era immaginata, ma il colmo venne quando lui si tolse anche i pantaloni. Allora sì che arrossì violentemente e, per quanto avrebbe potuto distogliere lo sguardo, non lo fece.
    Finalmente si mise anche i pantaloni del pigiama e tornò da lei come se nulla fosse, come se non avesse mandato ancora di più in subbuglio i suoi ormoni. Istintivamente strinse le gambe, con le guance ancora rossissime. Che cazzo di problemi aveva? Non era mai arrossita così spesso in vita sua.
    Prese la maglia che lui le aveva lanciato e, senza dare peso alla sua frase, lo guardò. Mi tira giù la zip per piacere? chiese, innocentemente. Se lui lo avesse fatto, la ragazza si sarebbe alzata in piedi e avrebbe fatto scivolare il vestito lungo il suo corpo, lasciando che cadesse a terra e rimanendo solo in intimo. Poi avrebbe infilato la maglietta che, come previsto, le arrivava fino alle cosce, e si sarebbe girata verso di lui. È comoda avrebbe commentato, prima di gattonare sul letto, infilarsi sotto le coperte ed avvicinarsi a lui. Fece davvero quello che fece? Sì, decisamente sì. Lui era rialzato sul gomito, lei l'avrebbe spinto perché si distendesse ed avrebbe posato le labbra sulle sue, insinuando una gamba tra quelle di Daniele e posando le mani sul suo petto. E così facendo, la maglietta che lei aveva indosso, si sollevò fino a scoprirle le cosce, salì fino ai suoi fianchi
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
    "Parlato" - "Pensato"- "Ascoltato"

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    Edited by Giadì - 21/1/2020, 20:19
     
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