La notte porta anche fame, oltre che consiglio!

Daniele&Jessica

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    Si sentiva audace, poco ma sicuro. Era l'alcol... o quella era semplicemente una componente del suo carattere che stava venendo fuori? Non lo sapeva e non era troppo interessata a scoprirlo, fatto stava che era vestita non troppo, di notte, in cucina, con un prof che stava iniziando a farla impazzire, entrando sempre più spesso nei suoi pensieri. Jessica non poteva prendersi una cotta per un suo professore, doveva opporre resistenza, far violenza sui suoi sentimenti purché stessero chiusi in un angolino del suo cuore e del suo cervello, perché non si sviluppassero nella direzione in cui si stavano sviluppando. Lo ascoltò, certo, ma non proprio con attenzione. Il suo interesse era rivolto ad altro, in quel momento. Stava fissando i suoi begli occhi scuri, i suoi capelli dello stesso colore dei propri e, soprattutto... le sue labbra. Sì, su quelle era maggiormente focalizzata la sua attenzione e la sua curiosità. Si chiese, rimproverandosi subito dopo, che sapore avrebbero potuto avere. Ma quei pensieri erano profondamente sbagliati, senza senso... non poteva né doveva pensare quelle cose guardando un suo cazzo di professore. Oh certo, Jesse è il ragazzo perfetto. Sempre dolce e premuroso, un po' scemo ma tanto tenero e si preoccupa sempre per me e per Alex rispose con un sorrisetto. Avrebbe dovuto dirgli arrivederci e fermarsi là, ma non poteva. Avrebbe dovuto fare tante cose invece che stare là, ma non poteva. Ormai la frittata era fatta, se lo era tirato tra le gambe ed ora i loro corpi, i loro visi, erano estremamente vicini. Sentiva il respiro caldo del professore sulla fronte e sospirò. Era davvero piacevole stare così.
    So essere una ragazza molto pericolosa, sa? sussurrò, avvicinandosi al suo orecchio. Non sa quanto aggiunse con un filo di voce, sentendo poi le mani del docente sulle proprie ginocchia. Avrebbe voluto dirgli di spostarle un po' più su, ma le parole le erano morte in gola, sentiva solo la pressione gentile delle sue mani sulle proprie gambe. Quando tolse la prima mano fece un'espressione contrariata, finché le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Anche quella era una bella sensazione; avrebbe voluto, ancora una volta, fermare il tempo. Quando, poi, tolse anche l'altra mano... sentì quasi un dolore fisico perché si stava abituando a quel contatto tanto desiderato.
    In dormitorio non ci voglio tornare replicò, non appena ritrovò le parole. Prese entrambe le mani del docente e fece per avvicinarlo ulteriormente a sé. Se l'uomo non avesse opposto resistenza, ora i due si sarebbero trovati ancora più vicini di quanto lo fossero stati in precedenza. La corvina avrebbe portato una mano ai capelli di lui, giocando leggermente con quei riccioli che tanto le piacevano. Confermo ciò che ho detto sulla torre, lei ha proprio dei bei capelli. Non se li tagli per nessun motivo. Detto questo, avrebbe portato la mano al viso del professore, accarezzandone la guancia coperta da uno strato non eccessivamente spesso di barba e tornò a guardarlo negli occhi. Professore, lei... iniziò, abbassando ulteriormente la voce, ormai era un sussurro quasi impercettibile, che probabilmente a stento poteva sentirlo Daniele, in piedi a pochi millimetri da lei. Lei è mai stato innamorato? chiese, infine. Quella domanda le era venuta senza un motivo preciso, slegata completamente da ciò di cui avevano parlato fino a quel momento. Davvero non sapeva perché avesse chiesto una cosa del genere, ma non se ne pentiva minimamente. Continuò a giocare con i suoi ricci, con le labbra vicinissime a quelle di lui.
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
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    La situazione stava via via degenerando e pregava sempre di più che nessuno fosse entrato da quella porta. Non poteva crederci, davvero, ogni volta che ci pensava si sentiva male, ma Jessica, maledetta ragazzina, lo stava tenendo li, fermo immobile incapace di farlo andare via, di opporre resistenza a tutto quello. Cominciava a pensare che la cosa fosse sbagliata già nella torre di astronomia, ma adesso quel contatto fisico, troppo, ma troppo infomrale per un alunno ed un professore, cominciava a fargli seriamente paura. Lui che era sempre stato una persona diligente, una persona che rispettava le regole, e le infrangeva solamente per aiutare qualcuno, adesso si trovava tra le gambe di una sua alunna ed anche minorenne. Non ci poteva credere! E la cosa più assurda era che non gli dispiaceva affatto come situazione.Beh, è un tuo amico, è normale che sia così... Infondo Jesse era veramente un bravo ragazzo, come un pò tutti i suoi amici, ognuno di loro con una caratteristica differente, ma comunque tutti quanti le volevano bene, infondo non era poi tanto difficile. Jessica era una ragazza dolce, un pò sfrontata, ma gentile, non la si poteva non adorare. Chiuse appena gli occhi ma quando li riaprì, lei era veramente troppo vicina e quando lui cercò di annullare quel contatto, lei non sembrò essere molto d'accordo ed ecco qua che boom, gli prese le mani, se lo ritirò addosso ed adesso anche più vicino. Quella frase sussurrata all'orecchio in quel modo. Sogghignò appena. Non sembrava neanche essere una ragazzina in quel momento, sapeva esattamente quello che voleva e come lo voleva, sapeva essere anche molto convincente! Insomma Jessica aveva anche 16 anni, ma in quel momento, non c'era niente, assolutamente niente che glielo facesse pensare. Daniele si ritrovava, come al solito, in situazione assurda. Ma non avrebbe potuto cedere. Oh, ma anche io so essere pericoloso... Sussurrò appena tra le sue labbra. Si odiò per questo. Non si giocava in quel modo, non con una sua alunna, non con lei che comunque si era fidato di lui, sentì la sua mano tra i suoi capelli, sorrise per il suo complimento, sentì ancora la sua mano sulla sua guancia e a quel punto decise di prendere in mano le redini della situazione. Che lei non volesse andare nel suo dormitorio era chiarissimo, ma non potevano continuare quel gioco veramente pericoloso, per entrambi. Lui perchè non solo poteva perdere il posto di lavoro, ma poteva farle anche del male, e lei perchè poteva prendersi una cotta solo per un semplice fattore estetico. Posò per un momento le sue mani sulle cosce della ragazza, si morse il labbro per quella vicinanza e poi nella maniera più dolce e meno offensiva che potè, si allontanò da lei, in maniera che tutto quello non potesse compromettere niente tra di loro. Poco prima di farlo sentì la domanda della ragazza. Un motivo in più per allontanarsi completamente da lei. No. Lui non si era mai innamorato fino a quel momento. Il punto era proprio quello. No, ho avuto qualche cotta di qua e di la, quando avevo la tua età.... tu? Sei innamorata? Continuava comunque a rimanere nei paraggi dell'opalina e quella cosa non poteva essere. Non poteva andare avanti. E comunque, dovrai tornarci nel tuo dormitorio...tra poco. Aggiunse prima di tornarla a guardare per intero. VAI VIA DANIELE SCAPPA! Era quella la voce che aveva nella testa, l'unica che doveva assolutamente considerare.
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    Jessica non aveva mai vissuto una situazione così carica di tensione. Doveva staccarsi. Basta, decise che lo avrebbe fatto alla prima occasione utile. Di malavoglia, certo, ma avrebbe dovuto farlo. Il turbinio dei suoi pensieri sera sempre più confuso, sempre più confuso... sempre di più... ci stava seriamente provando con un professore? Fino ad allora, il professore per il quale provava più affetto in assoluto era Olwen. Ma affetto sincero, come dire... non in senso romantico. Gli voleva davvero bene, a Lance, si era sempre comportato quasi come il padre che ormai non aveva più. Già, suo padre. L'uomo che l'aveva cresciuta e che era completamente sparito dalla sua vita da un giorno all'altro. E sua madre... cosa le avrebbe consigliato di fare, in un momento come quello? Nella sua famiglia le avevano sempre insegnato a prendersi ciò che voleva, a lottare per ottenerlo... ma in quel momento, in quel maledettissimo momento, non sapeva se ne sarebbe stata in grado. Era stanca di cercare di capire cosa passava per la testa delle persone... In quel momento fu assalita da una tremenda voglia di piangere, di scappare... rifugiarsi tra le braccia di qualche suo amico, qualcuno che teneva davvero a lei. Passò mentalmente in rassegna tutti i suoi amici. A Jesse non poteva dirlo, gli avrebbe fatto male. Erik era il suo parabatai... Joshua era abbastanza incasinato di suo senza che lei gli aggiungesse un ulteriore peso... forse, comunque, era destinata a lottare da sola contro quei sentimenti così sbagliati ma al contempo così puri. Anche Blake era incasinato. Ma la ragazza lo aveva sempre visto come un punto saldo nella sua vita, da quando lo aveva conosciuto, anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura. Pur con tutte le cazzate che faceva, con il suo enorme ego, con tutto quello che lo caratterizzava sia in positivo che in negativo... lo aveva sempre trovato là, disponibile qualora avesse avuto bisogno. Perché sì, lui c'era sempre stato per lei o per i suoi amici ed in quel momento aveva bisogno di lui, checché se ne dicesse. Ma guardò il professore a testa alta, trattenendo la voglia di piangere.
    Aveva lasciato cadere il discorso Jesse, aveva lasciato cadere qualsiasi altro discorso, persa negli occhi dell'uomo che ora si trovava pericolosamente vicino a lei. Quella frase, poi. Quella frase sussurrata così vicina, lentamente e con un leggero sogghigno. Non le stava rendendo facile l'allontanarsi da lui, per nulla. Le mani di lui posate sulle cosce le mandarono completamente in tilt il cervello, rendendola incapace di prendere ogni decisione logica. Ma doveva. Doveva ragionare, specialmente in quel momento. Deglutì e lo guardò allontanarsi poco alla volta.
    La corvina scosse la testa con convinzione. No, nemmeno io mi sono mai innamorata veramente... forse solo il mio ex è riuscito a farmi perdere la testa, per un po'. Anche se ci sono molti ragazzi carini in questa scuola... mormorò come ad esempio Lucas. Non il mio ex, chiaro. Lucas Jones. L'altra sera, giovedì scorso quando sono tornata a Londra con un permesso della preside, l'ho incontrato in un bar... non ci conoscevamo se non di vista, eppure è stato molto dolce quando un ubriacone sospirò roteando gli occhi ha pensato che Lucas mi avesse portata là per soddisfare le sue voglie da vecchio porco. Alla fine, abbiamo iniziato a parlare... sospirò al ricordo, scendendo con un balzo dal bancone ed allontanandosi a sua volta dal docente, con rabbia. Forse ha ragione. Rispose secca Forse dovrei proprio sparire dalla sua vista una volta per tutte.
    Jessica Veronica Whitemore-Scheda- -Stat.-
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    Daniele Salvatore ( ) - Stat. - Prof Astronomia- 33 anni - Ex Grifondoro
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    L'espressione della ragazzina era cabiata. lui se ne era accorto perchè non solo faceva quello di mestiere, ma anche perchè aveva 17 anni in più di lei. Lo sapeva che gli aveva fatto male e sapeva che gliene avrebbe fatto ancora ed altrettanto. Insomma non sapeva come fermare tutta quella situazione ma quando anche lei decise che la cosa migliore era quella di voler tornare nel dormitorio, quasi fece un sospiro di sollievo. Il punto era anche un altro, Daniele era buono e vederla in quello stato per colpa sua non lo sopportava. Si morse il labbro alle sue parole ed in quel momento si sentiva ancora più un bastardo. Oh, non dovresti andare di notte in giro per Londra!! é comunque una città abbastanza pericolosa... e a questo punto menomale che Jones era li! E sopratutto, perchè non viene a scuola? Chiese per cercare di istaurare un discorso quasi più normale con una sua alunna, ma niente, non cera possibile, non in quel momento, non per lui davanti a lei. Sospirò e scosse nuovamente il capo, si avvicinò di nuovo a lei e le sfiorò una mano. Dovresti stare semplicemente più attenta... Cosa diavolo stava facendo? Lei voleva andare nel dormitorio e lui la fermava? Ma era impazzito completamente. Ritirò la mano quasi come se avesse preso una scossa fortissima. Si, credo che sia meglio che tu vada nel tuo dormitorio, anche perchè è molto tardi e domani sicuramente avrai qualche lezione... non vorrei che ti addormentassi sui banchi! Il suo tono era leggermente più freddo di quello utilizzato fino a quel momento, ma non del tutto. Il fatto era sempre lo stesso, Daniele non sapeva essere severo o stronzo, non sapeva essere una persona scontrosa e non gli piacevano le formalità ne tanto meno tutte quelle situazioni strane che si andavano a creare tra due persone che volevano fare di tutto per starsi antipatici. Daniele era un tipo genitile ed affabile, era comprensivo, era una persona buona, solo quell'aggettivo davvero lo descrivevano. Dai, andiamo... ti accompagno davati al dormitorio così che tu non possa deviare! Ecco si, quello magari poteva essere un discorso da professore....!
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