La notte porta anche fame, oltre che consiglio!

Daniele&Jessica

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    Cominciava a diventare quasi un vizio quello di svegliarsi in piena notte con una fame assurda. Eppure mangiava a cena e sopratutto era una persona che non si risparmiava mai con il cibo. Perchè aveva questo bel fisico? Era ovvio! Si allenava tantissimo. Era uno che ci metteva passione per quello che faceva e quindi non risparmiava neanche il suo fisico ed il suo bell'aspetto. Daniele non era un fissato, ma comunque ci teneva a presentarsi in una maniera decente al mondo. Ma più che al mondo, ci teneva particolarmente a stare bene con se stesso, gli piaceva guardarsi allo specchio la mattina e sentirsi un gran figo. Gli dava sicurezza anche per quello che faceva. Quella sera aveva deciso di andare in cucina e sgraffignare qualcosa che era avanzato dalla cena, era tutto completamente vuoto, gli elfi erano a nanna e la cucina splendeva. Lui aveva aveva indossato una tuta grigia ed una t-shirt bianca. Si, faceva abbastanza freddo visto e considerato che era il 10 dicembre. Ma la verità era che Daniele aveva caldissimo. Forse perchè si era allenato fino a quel momento? O forse perchè non aveva fatto altro che coreggere compiti? Insomma, si sentiva accaldato e sopratutto affamato. Aprì un pò tutti gli scaffali della cucina ed il frigo, fino ad apparecchiarsi una bella tavola e una volta fatto si mise seduto su di una panca e cominciò a guardare il suo cibo. Decise anche che era opportuno mettersi a guardare qualcosa sul suo magifonino, quindi accese una serie tv e posizionò lo smartphone di fronte a lui inclinato in orizzontale e appoggiato su una bella bottiglia d'acqua in maniera tale da poterlo vedere per bene. Cosa aveva trovato nel frigo? Beh, una cosa che lui amava particolarmente: del pane fresco con della mortadella che emanava un profumo allucinante. Insomma, se prima aveva fame, adesso con quell'odore era ancora peggio. Non avrebbe mai smesso di mangiare, ma si era anche riservato la cortesia di prendere un pò di mozzarella ed anche una fetta di dolce per il dopo. Aveva deciso di accompagnarsi con un telefilm molto tranquillo quale era Friends, tra le altre cose il suo preferito. Stava mangiando il suo panino con la mortadella e ridacchiando per qualche battuta stupida di Ross fatta a Rachel. Insomma tutto scorreva tranquillo e come al solito lui non aveva per niente sonno!
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    E che cazzo. Sì, era l'imprecazione giusta per descrivere quella tarda serata, ormai nottata. Nel Dormitorio regnava il silenzio, tutte dormivano tranne... beh, tranne lei. Si stava rigirando nel letto da tipo ore, almeno a suo avviso, colta oltre che da vari pensieri, anche da un mal di pancia insopportabile. Sì, avete capito bene. Sono "quei giorni del mese". Jessica sarebbe volentieri andata a buttarsi dalla Torre di Astronomia ma stavolta davvero. Senza contare che aveva una gran fame, come sempre in quel periodo. Insomma, in poche parole, avrebbe violato ancora il coprifuoco. Ormai era una cosa di routine per lei, violare una qualsivoglia regola. Inoltre, forse avrebbe dovuto passare da Skyler per farsi dare qualcosa, una medicina qualsiasi. Purtroppo però, era tardi e di certo il ragazzo non sarebbe stato ancora in infermeria a lavorare, giustamente. No, sarebbe stato a letto -o altrove ma non al lavoro- come tutte le persone normali. Sbuffò pensando al fatto che avrebbe dovuto aspettare come minimo l'intera nottata prima di poterci fare un salto. Sarebbe dovuta andarci l'indomani mattina, per forza. Se non le andava male, sennò avrebbe dovuto aspettare ancora. Però, comunque, non se la sentiva di rimanere a letto, non riusciva a dormire ed anche la fame era un'altra peculiarità che le impediva di chiudere occhio. Quindi decise di alzarsi, non senza un lieve senso di irritazione, e cercò qualcosa da mettersi. Indosso aveva ancora la sottoveste con la quale dormiva sempre, ma memore del suo ultimo incontro, non aveva voglia che qualcuno la trovasse così, col ciclo oltretutto. Andò svogliatamente a frugare nel suo baule, finché non trovò ciò che bramava. Degli short blu scuro che comunque utilizzava per dormire o per fare sport ed una maglietta bianca a mezze maniche gialle. Era sempre una maglia che utilizzava per dormire quando non poteva mettersi la sottoveste o usava appunto per fare sport. Trovò poi delle scarpe basse -non voleva andare in giro con le ciabatte pelose- ed era pronta per andare a saccheggiare la cucina (inoltre aveva scelto un colore scuro per i pantaloncini apposta).
    Lanciò un'ultima occhiata al figlio che dormiva ed un piccolo sorriso affiorò sulle sue labbra. Alex, mese dopo mese, era sempre meno irrequieto di notte e sperava vivamente che quella fosse una notte del genere; era già abbastanza irritata per conto suo, senza doverci aggiungere il pianto notturno del figlio che l'avrebbe solo fatta irritare ulteriormente, per quanto amasse il piccolo.
    In punta di piedi, uscì dal dormitorio, ritrovandosi nella sala comune dove poté finalmente rilasciare il respiro trattenuto fino ad allora. Si guardò attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno che potesse in qualche modo fare la spia, un prefetto magari, e si attardò un solo altro secondo davanti al caminetto che andava via via spegnendosi. Okay, era il dieci dicembre e in linea di massima avrebbe dovuto fare freddissimo, ma in quel periodo non era troppo freddolosa ed il castello tratteneva abbastanza il caldo... anche se non dove sarebbe andata lei: nei sotterranei. Cercava di evitare quel posto come la peste, ma a volte era inevitabile che le toccasse andarci. Per esempio per le lezioni di Pozioni. Scese cautamente e silenziosamente, dopo essere uscita dalla sala comune, i piani che la dividevano dalla cucina e, una volta trovatasi faccia a faccia con il lungo corridoio umido e male illuminato, ebbe un brivido. Osservò due sedute scavate sulla pietra in particolare. Era lì che, poco più di un anno prima, Jessica aveva scoperto con Josh di essere incinta. Allora le era sembrato un ostacolo insormontabile, ma ora era felice così. Amava suo figlio e non avrebbe mai voluto prendere una decisione diversa dal tenerlo. Passo dopo passo, arrivò davanti alle cucine in teoria deserte. Scostò lentamente la porta ed infilò la testa dentro. Di elfi non ne vedeva ed era già una buona notizia. Entrò cautamente ma, pochi secondi dopo, si accorse che non era realmente sola. Vi era un uomo seduto ad un tavolo, intento a mangiare e a guardare qualcosa sul magifonino. Un uomo che le fece mancare un battito: il suo professore di Astronomia. Cosa fare? Andarsene con nonchalance o restare e salutare? Il cervello le diceva una cosa, il cuore gliene diceva un'altra. Sbuffò senza volerlo. Beh, probabilmente l'uomo avrebbe udito quel rumore, per quanto fievole, in uno stanzone silenzioso e forse aveva persino sentito la porta aprirsi. Quindi che senso aveva andarsene e fare la figura della maleducata? Si schiarì la voce e si morse il labbro. Buonasera professore, anche lei qui? chiese, avvicinandosi di qualche passo. Non sapeva cosa dire o fare, perciò rimase in piedi ad aspettare una sua risposta.
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    Edited by Giadì - 17/12/2019, 14:25
     
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    Doveva essere sincero, non passava una serata del genere da molto tempo. Non riusciva mai a rilassarsi nei panni da professore specialmente perchè doveva essere sempre molto formale, e molto attento a non far prendere troppa confidenza agli alunni. Non sempre ci riusciva, doveva essere sincero. A volte con alcuni non riusciva ad avere quel velo di estrema formalità che avrebbe dovuto avere. A volte si lasciava andare in chiacchiera confidenziali, ma Daniele era fatto in quel modo. Ognuno aveva un metodo di insegnamento e l'essere loro amico, era il suo. Era sempre stato abituato in quel modo e non riusciva a farne altrimenti. E poi, la verità, era che la sua materia richiedeva veramente molto molto patos con le persone, e di formalità ce ne doveva essere veramente, ma veramente poca. Come si poteva entrare in empatia con le stelle se si era distaccati e completamente freddi con le persone che si avevano di fronte? Inoltre quelli erano ragazzi e lui si ricordava benissimo come era stato difficile mettersi sui libri quando aveva la loro età. Aveva sempre avuto insegnanti molto severi ma che con lui si erano sempre comportati in maniera tranquilla, un pò perchè Daniele non era per niente tipo da creare problemi, un pò perchè era un ragazzo fin troppo educato ed anche un pò perchè riusciva a mettere a suo agio qualsiasi persona nel mondo. Infondo la gentilezza pagava sempre, no? Comunque in quel momento non si sentiva un professore, ma solamente una persona che stava mangiando un panino e vedendo uno dei suoi telefilm preferiti. Ecco si. Era una persona normale che non ricopriva nessun tipo di ruolo. Quando sentì la porta aprirsi quasi fece un sussulto visto e considerato che era quasi notte fonda, del 10 dicembre e gli studenti a quell'ora dovevano essere a nanna già da un pò. E poi vide Jessica entrare, con un pantaloncino fin troppo corto, una maglietta troppo leggera e sempre di notte. Insomma cosa diavolo aveva che non andava? Cosa non aveva capito dell'orario di coprifuoco. Comunque alla fine non ce la fece e gli fece un sorriso e le diede ancora una rapida occhiata, prima di mettere pausa al suo telefilm e sospirare. é evidente che non ti piace proprio dormire.... di nuovo lo stesso incubo? Chiese poi sorridendole di nuovo prima di fare un altro morso al suo panino. Ecco. Forse quello era uno dei momenti in cui Daniele avrebbe dovuto fare il professore formale, richiamare la sua alunna e mandarla immediatamente a dormire, forse con una punizione ed anche con qualche punto in meno per la sua casata! Insomma! Stava facendo come se la cosa non importasse, ma infondo. importava davvero a qualcuno? Cioè, si, stava violando una regola e dopo tutto quello che era successo era anche una regola fondamentale, ma infondo era nella cucina e sicuramente perchè aveva fame. Oppure si era data appuntamento con qualcuno? Beh, questo non glielo chiese. Attese la sua risposta.
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    Se solo la preside avesse saputo di tutte le regole infrante dai Black Opal (e dagli studenti in generale), avrebbe probabilmente preso a calci qualcuno. Però la Burke era la preside peggiore che lei avesse mai conosciuto e, secondo la corvina, nemmeno i professori la rispettavano! Probabilmente non le andavano a riferire le loro molteplici violazioni del coprifuoco; magari lo facevano solo se ad essere infrante fossero state regole più gravi, però ne dubitava comunque. I loro professori, gnocchi ed incompetenti, sapevano comunque cavarsela senza andare da lei. Ed ecco perché la giovane si ostinava a violare il coprifuoco con tale nonchalance, sicura che non avrebbe avuto ripercussioni, a meno che non si faceva beccare dal professore sbagliato (tipo Ensor), ma gli altri, per la maggior parte, erano abbastanza tranquilli. Forse avrebbero avuto qualche problemino con Kenna, seria ed intransigente, ma nulla di che.
    E poi quella sera aveva troppo mal di pancia per starsene buona buona in dormitorio e con l'occasione si sarebbe anche fatta una bella scorpacciata, quella non fa mai male! Aveva deciso quindi di mettersi dei vestiti sempre non molto adatti per girovagare per una scuola piena di ragazzini ormonati, ma comunque meglio dell'ultima volta. Dalla mattina dopo l'aver dormito nel letto di Salvatore (da sola) aveva ripensato spesso a quella serata, chiedendosi se si sarebbe davvero buttata, in caso il prof non l'avesse udita e non fosse andato a sbirciare chi si aggirava per la torre a quell'ora della notte. Ma ormai era passata, era ora di guardare avanti e smetterla di rimpiangere scelte del passato. Quando si trovò davanti al corridoio che percorreva i sotterranei, anche là invaso di ricordi, provò improvvisamente freddo, un freddo umido e pungente che l'accompagnò fino alle cucine. Era evidente che lì le temperature erano decisamente scese, trovandosi appunto in dei sotterranei da film dell'orrore. In effetti facevano venire i brividi!
    Ciò che non aveva previsto, era proprio trovarsi davanti il suo prof di Astronomia! Perché continuavano ad incontrarsi nei luoghi e negli orari più impensabili?? Ad ogni modo, non poteva certo fare dietrofront, ma doveva affrontarlo, sperando non le desse nessuna punizione per aver violato quella regola che sembrava davvero troppo sacra a tutti. Almeno, a tutti gli adulti.
    Stava mangiando un panino e guardando un qualche telefilm che mise prontamente in pausa per girarsi verso di lei e rivolgerle la parola.
    In effetti la ragazzina aveva avuto ancora lo stesso incubo quasi ogni notte, eppure quella notte precisa no. Forse perché non aveva chiuso occhio. La ragazza non sapeva cosa rispondergli, evidentemente in difficoltà. Beh, normale che si sentisse in imbarazzo a dire al suo professore per quale motivo si trovasse là, no? Si guardò le punte dei piedi, a disagio. Ehm... cominciò, cercando di prendere tempo per trovare le parole giuste. No, niente incubo stavolta... ma perché non ho dormito cominciò, ponderando bene ogni singola parola. In realtà sì sono scesa qui perché mi è salita una fame assurda, ma anche perché... interruppe la frase, andando a sedersi vicina a lui. Forse non era proprio consono, soprattutto visto l'orario, visto che erano soli e visto il proprio abbigliamento, ma era più forte di lei. Quel prof la attraeva come una calamita! Si era seduta vicinissima a lui, però dando le spalle al tavolo e posandovi la schiena, il suo braccio a sfiorare quello di lui. Inarcò la schiena e sospirò, stiracchiandosi e guardando il soffitto. Beh, che dire, aveva una maglia bianca piuttosto attillata e quel movimento probabilmente non aiutava certo la concentrazione di chi guardava, eppure lo aveva fatto senza pensarci. Anche perché non mi sento bene concluse la frase non immagina che dolori io abbia alla pancia borbottò, mettendovi una mano sopra a massaggiarsi la pancia, nella speranza che il dolore scemasse. Sa, cose da ragazze... continuò, abbassando il tono della voce ancora in imbarazzo. Volevo andare da Skyler ma... è troppo tardi adesso e starà dormendo, come quasi tutti. Sospirò. E lei cosa ci fa qui? chiese, curiosa. Mi pare che nemmeno a lei piaccia troppo dormire, ma questo me lo aveva già detto. ridacchiò, riferendosi ad una sua affermazione di notti prima. Girò leggermente la testa verso di lui, guardandolo con i suoi occhi scuri da cerbiatta, il viso lievemente contorto in una smorfia di dolore.
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    Non si era dimenticato niente di quella sera insieme a lla piccola opalina. Cavolo. Piccola il cavolo! Insomma perchè in quella scuola anche le alunne, oltre le docenti, dovevano essere dannatamente belle? Davvero, sembrava un tripudio di bellezza e tentazione quell'accademia. I ragazzi erano belli i professori erano belli, le professoresse non ne parliamo proprio e le alunne peggio ancora. Essendo loro anche molto giovani erano ancora più... distolse lo sguardo da Jessica per tornare a guardare un momento il suo smartphone e poi tornare di nuovo a lei quando sentì chiaramente quella vicinanza. Ecco si, troppa vicinanza in effetti. Sospirò e fece un pò per allontanarsi. insomma l'abbraccio, il bacio, i complimenti.... Non si era dimenticato proprio di niente e comunque le era rimasta in testa! Quindi era meglio evitare di fare ulteriori danni. Non aveva dormito per niente, e come mai non aveva dormito per niente? Ma sopratutto... perchè tutta quella preoccupazione galoppante? Insomma si, ok, era diventata madre ma quello non voleva dire che bisognava diventare iper protettivi con le, specialmente perchè non era una cosa da lui. Lui che aveva visto i suoi alunni come sempre e tutti quanti uguali. Lui che non aveva mai fatto nessuna preferenza in quel senso. Lui che era sempre stato fin troppo giusto nei riguardi di quei ragazzi che per lui erano sempre tutti uguali. Lo sguardo andò a finire sul seno della ragazza per poi essere distolto ed andare a finire, forse anche un punto peggio, sulle cosce della stessa. Per fortuna che lei continuò a parlare facendolo tornare anche a lui alla realtà. Ok, aveva il ciclo. Le cose da ragazza solo quelle erano no? Sorrise appena e poi scosse il capo. Penso che Skyler, prima o poi, diventerà un pazzo omicida se non lo lasciate riposare almeno un pò!! Diede un altro morso al suo panino prima di posarlo sul piattino che aveva messo sul tavolo. Si strofinò le mani per pulirle, ingoiò il boccone e poi tornò a guardarla. Avevo fame! Quindi... sei venuta qui per mangiare, oppure per incontrare qualcuno? Perchè.,.. nella seconda ipotesi, dovrò davvero riportarti fino in dormitorio! Questa volta la sua voce era leggermente risentita, come se il fatto che potesse aspettare qualcuno lo infastidiva, ma no... era solo una sua impressione. Insomma, era una ragazzina, nonchè una sua alunna,... cosa doveva infastidirlo? Oltre al fatto che comunque non doveva essere assolutamente li, ne da sola, ne con lui ne tanto meno mentre aspettava un'altra persona. Il suo sguardo era fisso negli occhi neri della ragazza. Attendeva una risposta e sperava seriamente che fosse negativa. Se ti fa male la pancia, potremmo fare una piccola borsa dell'acqua calda, penso che almeno il dolore possa attenuarsi! E così dicendo si alzò da dove era seduto ed andò a prendere una bottiglia e riscaldare un pò d'acqua. Come si vedeva che era un nato babbano! Non aveva neanche preso in considerazione il fatto di prendere la bacchetta e riscaldare l'acqua in maniera veloce. o forse non voleva mandarla cia così presto? Oddio... no! Lui non voleva diventare uno di quei professori! Insomma quella ragazzina era piccola e sopratutto non era giusto fare certi pensieri su di lei. Stava diventando un pervertito. Oddio, cominciava a preoccuparsi davvero. Eppure la incontrava spesso e sempre in momenti poco opportuni. Tornò a guardarla per un istante. Vieni spesso in cucina per mangiare? Questa volta evitò di fare commenti sull'abbigliamento. Forse l'altra volta era stato troppo spontaneo con lei? Oddio che casino che aveva in testa!
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    Jess, con quella vicinanza, si sentiva strana. Quasi fosse alleggerita da qualche peso, quasi si sentisse protetta. Ed in effetti era così; il docente si era da sempre dimostrato molto protettivo e gentile nei suoi confronti, fin dalla notte di Naga in cui lei aveva rischiato tutto. Era stata rimproverata sia da lui che da Kenna, eppure la ragazza era voluta andare avanti per conto suo, conscia che stare ferma al castello non avrebbe portato a nulla. Non che il suo colpo di testa e l'essersi buttata in mezzo alla mischia fossero serviti a qualcosa, anzi, aveva solo peggiorato la situazione facendo preoccupare per lei molte più persone di quelle che avrebbe voluto. Perché la vita doveva porre decisioni così difficili? Tentare di salvare i suoi amici, buttarsi fregandosene delle conseguenze rischiando di morire e farli soffrire ancora di più, o restare al castello dimostrandosi una codarda ma con molto più senno? Lei aveva optato per la prima scelta e non se ne pentiva, almeno viste le sue buone intenzioni. Quanto al risultato, meglio stendere un velo pietoso...
    Ma tornando a quella sera, era dannatamente vicina al professore, anche se la cosa non la turbava minimamente. O meglio, c'era solo un'ipotesi che la turbava. Che lui si ricordasse la sera dell'osservatorio, quando lo aveva abbracciato e baciato sulla guancia? Solo a ripensarci, avrebbe voluto sotterrarsi, anche se si era sentita così bene in quel momento... e poi ad ogni lezione successiva, si sentiva in qualche modo più legata a lui, anche se non avrebbe mai saputo dire né come né perché.
    Oh andiamo! Skyler mi adora replicò lei, sicura. Okay, non sapeva proprio se fosse vero, però sperava quanto meno che non la odiasse per tutto il tempo che aveva trascorso in infermeria lamentandosi di non volerci stare, in infermeria. Ci siamo divertiti nel periodo in cui sono stata là! E poi è sempre stato molto dolce ed accorto... e professionale, soprattutto quando ho dovuto... fece una piccola pausa. Era il caso di dirlo? Beh, che c'era di male? Era semplicemente stata una visita necessaria! ...togliermi la maglietta per fargli vedere le ferite alzò le spalle come se non fosse nulla di che, cosa che in effetti era, visto che non avevano certo fatto nulla. A proposito, oggi non ho né un accappatoio nè un vestito, quindi posso farglielo vedere. La ragazza si alzò e si piazzò davanti a lui, proprio come aveva fatto giorni prima nel suo studio... e si sollevò la maglietta. Non troppo, abbastanza da scoprire la metà inferiore di pancia e schiena, lasciando però coperto il reggiseno. Guardi indicò con il dito il segno dell'ustione che ormai era talmente tanto leggero, che sarebbe potuto scambiare per un graffietto. Non rimarrà nessuna cicatrice o altro, ci vuole solo un po' di tempo perché guarisca! ora si girò, guardandolo negli occhi. Questo è il segno più grave. Indicò un taglio sulla pancia anch'esso in via di guarigione e che non avrebbe lasciato cicatrici, ma comunque sempre più visibile dell'ustione.
    La domanda successiva dell'uomo le parve strana. Ma non tanto per la domanda in sé, quanto per il tono. Le era sembrato di cogliere una sfumatura di irritazione nella voce, ma forse era uno scherzo della sua immaginazione. Perché avrebbe dovuto irritarsi? Comunque, si prese qualche secondo prima di rispondere.
    No, nessuno. Sono venuta qui solo per mangiare qualcosa e farmi una passeggiata, non riuscivo proprio a dormire. Ma sono sola e non devo incontrare nessuno ribadì, pensando ai compagni che stavano probabilmente dormendo tranquilli in dormitorio. Però è un vizio quello di incontrare qualcuno venuto a sgraffignare cibo aggiunse, guardandosi intorno. L'ultima volta che sono venuta qui per mangiare qualcosa di sera tardi, ho incontrato Josh! concluse, ammorbidendosi nel pronunciare il nome del ragazzo. Gli voleva molto bene, anche se nemmeno con lui aveva parlato tanto dopo quella notte.
    Oh sì, una borsa dell'acqua calda sarebbe bene accetta! commentò, con un mezzo sorriso. Era un rimedio naturale, ma pur sempre un rimedio. Si scostò da davanti a lui per permettergli di andare a riscaldare l'acqua e lo guardò, mordendosi il labbro inferiore. Era proprio bello... e poi la dolcezza con cui la trattava, la faceva impazzire. Era così presa nell'osservarlo, che quasi non sentì la sua domanda e ci mise diversi secondi prima di riprendersi e rispondere. Oh, no! È da parecchio che non ci vengo! Sa, una delle ultime volte ho scoperto di essere incinta ed ero proprio qui sotto! Ora non me ne pento, ma allora è stato spaventoso! Concluse. E lei? Lei viene spesso a rubare da mangiare? O stava aspettando lei qualcuna? chiese, con un sibilo, marcando l'ultima parola.
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    Doveva ammettere che forse la formalità aiutava in moltissime situazioni, situazioni come quella. Ultimamente il fato continuava a fargli incontrare quella ragazzina sempre mezza nudacchia e sopratutto durante la notte. Non solo avrebbe dovuta mandarla dalla preside, ma avrebbe anche dovuto, eventualmente, farle una di quelle cazziate record che le avrebbero fatto passare la voglia di uscire da quel dormitorio, anche in caso di pericolo. Ed invece? ed invece continuava a mangiare il suo panino con la mortadella, e sopratutto continua a darle delle soluzioni per rimanere li. Insomma! Ma cosa si stava mettendo in mente. Ok, era una bella ragazza ed era piacevole parlare con lei, ma tutto quello non aveva alcun senso! Tutti gli studenti erano belli ed era piacevole parlare con loro! ma non di notte, e non in un orario che dovevano essere tutti a nanna. Proprio per quello quando disse che Skyler l'adorava sorrise appena, come per dirle, non non faceva fatica a crederci, visto che anche lui l'adorava. Davvero stava pensando quello? Sospirò poi scuotendo il capo. é il suo mestiere, dovrebbe rimanere sempre così professionale, ci manca solamente che dobbiamo preoccuparci degli infermieri che fanno cose strane alle studentesse! Aggiunse quasi irritato da quella specificazione. Irritato? E perchè mai? Lo aveva appena detto lui stesso che Skyler era un infermiere ed era anche molto bravo. Lui lo stimava parecchio ed adesso non riusciva neanche a capire il perchè esattamente aveva utilizzato quel tono di voce. Ma fece finta di niente e quando lei si rimise di fronte a lui, prima di farlo alzare, alzò un sopracciglio. No, adesso non si poteva proprio fare quella cosa, e quando la vide alzarsi la maglietta quasi voleva morire. Ma voleva solo mostrargli le sue ferite. Quando vide il segno lieve dell'ustione si morse il labbro. Non avrebbe mai voluto farle del male, ed invece... spontaneamente, senza pensarci, le sfiorò la piccola ferita che stava guarendo e poi ritrasse il braccio quando gli fece vedere anche il taglio profondo che si era procurata. Questa volta non la sfiorò, forse non avrebbe dovuto neanche precedentemente. Si sentiva responsabile per quell'ustione, forse non avrebbe mai dovuto utilizzare quell'incanto, che in quel momento non si ricordava neanche esattamente quale fosse. Sono contento che non ti rimanga nessuna cicatrice, infondo sarebbe stato un peccato... insomma sei così giovane! Ecco si, era esattamente quello il punto, lei era giovane quindi poteva smetterla di pensarla! Era una sua dannatissima alunna! Si scanzò per farlo passare e mentre stava preparando quella borsa dell'acqua calda, la osservò per un momento in maniera più attenta. Aveva una bellezza particolare, aveva degli occhi molto scuri esattamente come i suoi capelli. Un bel fisico nonostante avesse partorito. Forse anche lei si era rimessa in forma allenandosi! Insomma, oltre l'osservatorio di astronomia, voi studenti andate in giro anche nelle cucine, bene a sapersi, la prossima volta manderò un professore più severo a mangiare qualcosa, tipo una piccola soffiata! Ovviamente la prendeva in giro, se avesse voluto mandarla nel suo dormitorio e toglierle dei punti lo avrebbe fatto lui stesso! Non serviva chiamare nessuno, infondo lui ne aveva il potere e l'autorità! Johsua Evans. Si, si ricordava di quel ragazzo, era bravo e sempre educato. Non disse niente a riguardo.
    Gli aveva già raccontato la storia triste di un ragazzino che non aveva usato le precauzioni giuste e per di più se ne era anche altamente lavato le mani. Che tristezza. ed i genitori di questo Lucas? Cosa avevano fatto per far capire al ragazzo che diavolo di porcheria aveva appena fatto? Sospirò pensando a tutto quello e non si rese conto che nel frattempo aveva distolto lo sguardo dalla ragazza, ma la ragazza lo stava guardando. Ridacchiò per la sua spiegazione e poi la guardò per la sua domanda. beh, se aspettava qualcuna non erano fatti suoi no? Insomma... era una sua alunna, perchè mai doveva dirglielo? Non disse niente al riguardo e tornò da lei con la borsa dell'acqua calda, Una bottiglia bollente, aveva preso anche un panno pulito per avvolgerla dentro così non si sarebbe scottata. Temo, signorina che questi non siano affari suoi...!Ma glielo disse con tono sarcastico, non la stava rimproverando e non si sentiva offeso della cosa. C'era quella strana complicità e sopratutto confidenza tra quei due che a Daniele non piaceva per niente. Si conosceva abbastanza per sapere che stava facendo una scemenza! Si mise di nuovo seduto affianco a lei, questa volta fu lui ad avvicinarsi forse un pò troppo. Mi sono finito di allenare da poco... quindi mi è venuta una fame assurda, ma no, in genere non vengo spesso qui in cucina, gli elfi sono sempre troppo bacchettoni, e lasciano veramente poco cibo, quindi... se sei venuta per mangiare... cosa vuoi? ovviamente intendeva cosa volesse da mangiare, era ovvio, no?
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    Jessica stava facendo una cazzata? Sì la stava facendo. Se fosse stata più furba, avrebbe salutato cortesemente il professore e sarebbe tornata in camera sua a dormire, mal di pancia o meno. Ma vicina a lui si sentiva troppo bene per voler andarsene, quasi non le importava più del dolore a causa del ciclo. Lei non credeva alle coincidenze, nel fato o in altre cazzate simili... però... era la seconda volta che tutto quello succedeva. Lei e Daniele. Soli. E lei si stava comportando in maniera non molto consona al suo ruolo. Ma non poteva farci niente. Non sapeva cosa le stesse succedendo... ma le piaceva. Non lo avrebbe mai ammesso, ma adorava stare in compagnia dell'uomo dai riccioli corvini, proprio come i suoi capelli. E non era nemmeno preoccupata che le potesse togliere punti o mandarla dalla preside, era sicura di essere la sua alunna preferita. Come sempre, Jess, non era troppo modesta.
    E comunque era vero che Skyler l'adorava! Chi non adorava Jessica Veronica Whitemore ed il piccolo Alex? Nessuno gli resisteva!
    Lo guardò perplessa perché aveva colto nuovamente quella sfumatura irritata nella sua dolce voce. Non sapeva come prendere quella situazione. Far finta di nulla o chiedergli se ci fosse qualcosa che non andasse. Però optò per la prima scelta, non voleva mettere in imbarazzo nessuno dei due. Ha ragione ha ragione concesse, con un sospiro esasperato come se stesse parlando con un bambino capriccioso. Skyler era stato sempre dolce e gentile con lei, quasi come fosse un fratello maggiore. O forse era lei che si affezionava troppo in fretta.
    Quando gli mostrò il segno dell'ustione, lui le sfiorò il punto strappandole un leggero gemito. Chiuse gli occhi e si morse con forza il labbro, fino a provocargli un piccolo taglio sanguinante. Probabilmente era arrossita e il suo cuore aveva accelerato maledettamente i battiti, provocandole uno strano piacere. Dan... stava per pronunciare il suo nome, rendendosi conto in extremis dell'errore. Professore... si corresse poi, in un sussurro... non è colpa sua e lo sa... concluse con un tono di voce appena udibile.
    Anche se rimanesse il segno, sarei bella lo stesso! Commentò con superbia, recuperando il sorrisetto furbo. Ma dentro era turbata. Non trova? Chiese poi, quasi retorica.
    Lo contemplò mentre preparava ciò che le serviva per star meglio e intanto ridacchiò. Beh, se vuole farci un dispetto, mandi Ensor! Magari la prossima volta vengo con Blake, così ci punisce più volentieri ridacchiò, con la testa altrove però.
    Prese la borsa dell'acqua calda che lui le porgeva e gli sfiorò le dita con delicatezza. Il suo corpo gridava che voleva ancora il contatto con lui, il cervello le imponeva di starsene buona. Ebbe un fremito quando lui le si avvicinò ed un moto di irritazione quando lui le disse che non erano affari suoi, per quanto stesse scherzando. Non lo so, mi andrebbe qualcosa col cioccolato! Comunque la capisco, anch'io da quando ho partorito, mi tengo in costante allenamento! Non voglio diventare una balena! Sbuffò E mi faccia assaggiare Rubò il panino alla mortadella con nonchalance e gli diede un morso
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    Edited by Giadì - 18/12/2019, 00:37
     
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    Tutto quello stava prendendo una piega strana, una piega che dentro di lui sperava che non avrebbe portato a niente di nuovo. Ma che dire? Alla fine oramai la frittata era fatta, lui non l'aveva mandata via, gli aveva sfiorato la pelle e la cosa era evidentemente fuori luogo. Jessica gli aveva sussurrato che non era colpa sua, e lo aveva fatto da prima pronunciando il suo nome e subito dopo correggendosi. Ma a quel punto, davvero era necessario che lei gli desse del lei? Si sentiva solamente ancora peggio in quel momento, nonostante fosse davvero necessario che almeno quella di formalità rimanesse intatta. Sospirò non facendo caso a quella correzione, ma giusto per non incappare in discorsi che era meglio non affrontare. e subito dopo la domanda retorica della ragazza confermarono tutti i suoi timori. Non le avrebbe risposto e non poteva farlo. Si, era bella comunque ed il fatto che per lui fosse così tanto bella cominciava a diventare seriamente un problema. Doveva davvero mettere un freno a tutta quella situazione ed infatti ritrasse la mano e giurò mentalmente a se stesso che non l'avrebbe mai più sfiorata neanche per sbaglio. Doveva tornare nel ruolo del professore e non di quello dell'amico che frequentava l'ultimo anno di accademia. Era ovvio che tutto quello fosse completamente sbagliato e che più si ostinavano a voler chiacchierare come due vecchi amici più si sarebbero complicati l'esistenza. Senza contare che lei aveva un figlio. Quello voleva dire che aveva una relazione difficile alle spalle e voleva anche dire che poteva essergli zio al figlio che aveva. Forse, da bravo sognatore qual'era, stava andando semplicemente più in la con la fantasia e tutto quello non era neanche necessario. Infondo stavano solamente chiacchierando, e non stava succedendo niente. le aveva sfiorato un'ustione che lui le aveva procurato, e quindi? Insomma non era necessario fare un dramma prima ancora che succedesse, come diceva sempre sua nonna, era inutile fare il funerale senza il morto, e quindi decise di rimanere li, esattamente dov'era con la sua gamba che era a contatto con quella di lei. Sogghignò quando decise di prendere il suo panino, scosse il capo. Ehi! Ma questo non è fatto con il cioccolato! Disse poi sfottendola prima di alzarsi di nuovo ed andare a prendere il cioccolato che sapeva essere in un cassetto. Glielo riportò e glielo porse. Sorrise. Non doveva sfiorale la mano, tutte quelle "toccatine" cominciavano ad essere seriamente scomode, specialmente perchè sapeva che non gli dispiacevano affatto. Come va la pancia? chiese poi riprendendo il suo panino e sorridendo ancora. Infondo lui sorrideva sempre, quindi non c'era niente di male o di sbagliato in quello!
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    Avrebbe dovuto tornarsene davvero in camera. Non avrebbe potuto stare in quel luogo un minuto di più, altrimenti sarebbe potuto succedere qualcosa di cui si sarebbero pentiti entrambi. Avrebbe dovuto allontanarsi, fare qualsiasi cosa pur di non incappare in quella situazione spinosa, eppure né lui né lei si stavano impegnando più di tanto perché ciò non accadesse. Si strinse la borsa dell'acqua calda sulla pancia, lasciando che una piacevole sensazione di calore le pervadesse il corpo, facendole rilassare per un attimo tutti i muscoli tesi. Avrebbe voluto che quel calore la alienasse dall'elettricità che emanava quella stanza, avrebbe voluto scomparire semplicemente. Ed invece era lì, così vicina a lui da poterne percepire il calore corporeo. Cosa avrebbe dovuto fare una diligente studentessa opalina in quella situazione, scartando la possibilità di prendere ed andarsene? Davvero non lo sapeva, perché lei non era mai stata una diligente studentessa opalina, violando il coprifuoco già pochi mesi dopo dall'inizio della scuola al suo primo anno, se non poche settimane dopo. E la cosa era continuata fino a quel momento, suo secondo anno all'Accademia. Un sospiro leggero lasciò le sue labbra prima di rubargli il panino e prenderne un morso, paventando un'espressione scherzosa, anche se dentro di lei infuriava una tempesta. Non è fatto di cioccolato, però è buono! esclamò sorridendo. Sorrideva forse un po' troppo con lui, visto e considerato che era un professore, ma non ci poteva fare assolutamente nulla. Lasciò che lui si riprendesse il panino e che le porgesse della cioccolata che aveva preso poco prima da un cassetto. Uh, cioccolata bianca! La mia preferita! esclamò ancora, scartando l'involucro della barretta. Fu un gesto estremamente veloce, lui la porse, lei la prese. Fine. Le loro dita non si sfiorarono quella volta... e a Jessica un po' dispiaceva. Sospirò piano, forse per l'ennesima volta quella sera. La pancia va leggermente meglio. Però che schifo essere una donna, in certe situazioni protestò la giovane, alzando gli occhi al cielo. Insomma, per gli uomini era tutto più semplice, no?
    Addentando la barretta, decise di virare su un argomento diverso ma che si sarebbe presentato di lì a circa tredici giorni: il ballo.
    Professore, lei ci va al ballo? E se sì, con chi? chiese, curiosa, tornando a guardarlo negli occhi. Io pensavo che me ne sarei stata in camera tutta la sera o che me ne sarei, come sempre, andata in giro senza meta, ma circa due settimane fa, forse tre, Jesse mi ha invitata in un posto davvero magico e mi ha chiesto di andarci insieme! sorrise felice. Nonostante ciò che stava avvenendo con il professore, a lei Jesse piaceva. E ciò la rendeva anche decisamente più confusa. In fondo lei era stata il primo bacio del prefetto opale, poi erano avvenute diverse cose da quei primi giorni di ottobre a quei primi giorni di dicembre. E ora lei non sapeva esattamente che fare. Ovviamente ho accettato, le piace il mio outfit? chiese, usando quel gergo comunque giovanile che, era certa, il professore avrebbe capito lo stesso. Mica era un vecchietto dai! Si avvicinò nuovamente a lui per mostrargli la schermata del cellulare dove aveva composto i vari pezzi del suo abbigliamento con un'applicazione apposita. Nel farlo, gli posò inavvertitamente la mano sulla coscia.
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    Il fatto di essere figlio unico non aiutava per niente in queste occasioni. Insomma, non sapeva come ci si comportava con un'adolescente femmina e per di più con il ciclo. Non aveva mai desiderato ne una sorella ne un fratello, a lui piaceva ricevere le sue attenzioni ed essere coccolato dai suoi genitori. Scosse il capo. E si che è buono!Dai, se vuoi prendine un altro pezzettino! Conversazione più sbagliata di quella non esisteva e non esisteva perchè non doveva proprio essere messa in piedi. Jessica non stava facendo niente di che, e neanche lui, ed allora perchè sapeva che tutto quello era sbagliato? Non voleva fasciarsi la testa prima del tempo, ma non riusciva a non pensare a quella sera alla torre di astronomia quando le aveva preso le mani, quando le aveva dato il suo cardigan, quando lei lo aveva baciato sulla guancia, quando lui le aveva rimboccato le coperte e l'aveva guardata mentre si addormentava. Insomma... non aveva mai avuto un legame del genere con i suoi alunni, ed era un annetto che era li a scuola e la cosa assurda era che neanche aveva mai avuto un legame del genere con qualche sua professoressa. Ok che per i ragazzi era sicuramente differente, ma insomma! Non del tutto! Il problema principale poi era che la trovava estremamemte bella. Forse era quello che gli creava piùdisagio di tutti e forse era quello il vero problema. Comunque, dopo averle passato la barretta di cioccolato bianco sorrise. Il cioccolato bianco era ance il suo preferito. Era interssante vedere come se anche avessero tutti quegli anni di differenza fossero così simili. Ma magari era solamente una coincidenza, fatto si era che lui si sentiva stranamente bene con lei e tranquillo, a suo agio. Si morse appena il labbro prima di riprendere il suo panino, che con molto dispiacere stava bello che finendo. Forse era meglio cominciare a mettere le cose apposto. Non commentò la sua affermazione sul ciclo, perchè non lo aveva mai avuto e non aveva neanche idea se effettivamente una donna si potesse sentire estremamente schiafata e contrariata in quel periodo del mese del suo stesso genere. Non si era mai posto tali problemi. Eh poi la fatitica domanda sul ballo. Certo che ci andava... sgranò gli occhi quando gli disse che sarebbe andata con Jesse ed anzi la sua aspettativa era quella di rimanere da sola in camera sua. Certo che verrò al ballo, e verrò con la professoressa MacEwen! Rispose poisorridendole ancora e versandosi un pò di acqua nel bicchiere. Infondo era meglio jesse che un Blake o un Erik, no? Giusto? No, non era affatto così visto che si vociferava nella scuola che Jessica e Jesse si fossero baciati. Cercò di mettere da parte quel leggero fastidio che stava provando prima di sentire la mano della ragazza giusto sul suo ginocchio. Gli stava mostrando cosa si sarebbe messa. Lui guardò prima la mano della ragazzina, poi il suo braccio, la sua coscia troppo vicina alla sua e poi finalmente si avvicinò ancora un pò al suo telefonino per guardare. é Natalizio! Si gli piaceva quello che lei aveva scelto di indossare, gli piaceva di meno il fatto che aveva scelto di andarci con Jesse, ma non poteva dirle niente, lei era una ragazzina che andava al suo ballo di natale. Lui era un docente che sarebbe andato allo stesso ballo con una sua collega. Esattamente come era giusto che fosse. Non levò la mano della ragazzina dalla sua gamba, e nell'avvicinarsi respirò il profumo delicato, dolce ed innocente della ragazzina. Un brivido dietro la schiena lo attraversò e fu quello il segnale che lo fece allontanare leggermente da lei. Come passerai il Natale? Era meglio cambiare completamente argomento. Non c'era che dire. Quella situazione era scomoda ed estremamente pericolosa!
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    I minuti passavano rapidi, ormai stavano parlando in quella grande cucina da diverso tempo, anche se a Jessica sembrava passare veramente troppo velocemente. Avrebbe voluto fermare il tempo in quel preciso momento, in modo da poterci parlare ancora per ore ed ore. Inspiegabilmente, si stava trovando davvero fin troppo bene con lui, quasi fosse un suo amico e non un professore. Ma lo era. Purtroppo era e doveva rimanere semplicemente un suo professore. Certo, uno che la capiva e con cui si trovava bene... ma pur sempre un docente. La corvina avrebbe dovuto prendere rapidamente le distanze. Sì, lo avrebbe fatto già dal giorno dopo. Ma ora voleva solo godersi quel momento così piacevole.
    Non se lo fece ripetere due volte e prese un altro morso dal panino. Un po' di grassi ogni tanto non fanno male a nessuno! Ma poi gli restituì il panino o avrebbe finito per mangiarselo tutto e poi si sarebbe sentita in colpa sia nei suoi confronti sia verso se stessa. Beh, molto poco coerente per una che dopo cinque minuti inizia a divorarsi una tavoletta di una delle tipologie di cioccolato più zuccherata e calorica.
    Poi però iniziarono a parlare del ballo. Quella tradizione di Hidenstone che solo quell'anno aveva cominciato a trovare interessante, perché l'anno prima l'aveva considerata veramente poco, non conoscendo ancora nessuno troppo bene per andarci al ballo, né come dama di qualcuno, né semplicemente come amica. Quell'anno, invece, era stata invitata proprio dall'ultima persona dalla quale si aspettava di essere invitata: Jesse. Non per altro, ma da quando lei lo aveva baciato ad inizio ottobre, in una situazione estremamente sbagliata ma giusta al tempo stesso, si erano accuratamente evitati, quasi non si conoscessero. Quindi quando lui l'aveva invitata a quella specie di appuntamento, loro due soli, alla riserva delle creature magiche, era stata davvero felicissima. Forse, finalmente, avrebbero avuto l'occasione di chiarirsi totalmente. Jesse è stato proprio un amore! Adoro quel ragazzo un po' strano commentò, rimarcando quelle parole. Ad ogni modo, chiese anche a lui se ci sarebbe andato e con chi, guardandolo con occhi attenti.
    Certo, chiaro. Già dalla sera di Naga sembravano essere fatti l'uno per l'altra. Non che gli avesse visti insieme o cose simili, pensava questo solo per il fatto che entrambi si erano trovati concordi -pur in separata sede- sulla sua incoscienza. Certo, un pensiero stupido da parte di Jessica e che non aveva alcun fondamento, ma in quel momento si sentiva estremamente irritata. Nonostante la spiacevole sensazione, pensò semplicemente fosse a causa del ciclo, ma non aveva più tanta voglia di sorridere. Tuttavia, volle mostrargli cos'avrebbe messo al ballo. Aveva scelto un abbigliamento abbastanza semplice ed in tema con il dresscode senza però sfociare nel ridicolo. Lui sembrò apprezzare, seppur non lo dimostrò troppo apertamente. Nel mostrargli il magifonino, posò involontariamente una mano sulla coscia. Lui sembrò quasi non badarci, lasciando per un momento la mano di lei lì dove l'aveva posata. Ma poi, inevitabilmente, la tolse. Dovette trattenere a forza uno sbuffo e prese lei stessa le distanze, alzandosi in piedi e camminando nervosamente dall'altra parte della cucina ed iniziando a frugare tra le dispense. Perché? Non lo sapeva. Aveva una gran fame ancora, stava cercando stavolta qualcosa di salato. Ma voleva anche bere. E no, non voleva bere dell'acqua o del succo, aveva voglia di qualcosa di più forte. Che lui glielo impedisse, se aveva il coraggio! Era praticamente dall'altra parte della cucina, quindi prima che il docente la raggiungesse, sarebbe riuscita a bere almeno una parte del contenuto di quella bottiglia. Il Natale? Oh beh, penso di passarlo a casa... o magari vado a trovare qualche amico. Lo sa che Blake ha una casa enorme? Non solo una, ma erano dettagli. Pensavo di andarlo a trovare. Un posto per dormire lo troverò sicuramente! sogghignò, svitando il tappo di quella bottiglietta di un qualche alcolico indefinito. Era messa abbastanza in alto, probabilmente era riservato ai soli docenti o al massimo a qualche studente maggiorenne che avesse pregato gli elfi. Così, prima che lui potesse raggiungerla, sempre che lo avesse voluto fare e non fosse rimasto seduto, portò il beccuccio della bottiglia alle labbra e lasciò che parte di quel liquido bruciante le scendesse lungo la gola.
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    Era tutto così surreale che non si rese conto neanche che la ragazzina si era arrabbiata ed aveva messo il broncio per averle detto che andava con la professoressa di storia della magia. Ma davvero? Sogghignò appena come se la cosa gli desse quel senso di soddisfazione che viene procurato quando ti piace una persona. Scosse immediatamente il capo, finì il suo panino bevve l'acqua e poi successe l'irreparabile. Jessica si era alzata da vicino a lui, aveva camminato nervosamente in giro per la cucina, aveva trovato un alcolco, che visto che era fatto dagli elfi sicuramente non era semplice gin, lo aveva preso e recuperato, gli aveva detto che nelle vacanze di natale sarebbe andato dal suo compagno di classe Blake, e stava anche bevendo. Daniele scattò in piedi ed andò verso l'opalina, le prese la bottiglia dalle mani e se la mise dietro la schiena. Ehi! Ok il panino, il coprifuco, la cioccolata, ma l'alcool no! Anche perchè non sei ancora in fase di allattamento? E così dicendo non solo si era messe troppo vicino alla ragazzina ma gli aveva guardato anche il seno! Tornò a guardarla negli occhi e scosse il capo. Non era di certo imbarazzato o altro e la cosa era ancora più preoccupante, ma tutta quella situazione era seriamente paradossale! Lui era sempre stato molto accondiscendente con i suoi alunni, era uno comprensivo e tollerante, spesso e volentieri concedeva delle cose inconcedibili ed inammissibili, ma non voleva essere preso in giro ed inoltre non era il caso che lei bevesse! Era li per mangiare e non per bere. Adesso capiva l'istabilità che avevano le donne quando avevano il ciclo, ma non aveva idea che tutta quella situazione potesse degenerare in così poco tempo. Fece qualche passo indietro e poò la bottiglia su di un tavolino. Poi alzò un dito in maniera minacciosa, ma ovviamente scherzosa. L'alcool non sazia! Potevi finire il mio panino! Aggiunse poi sorridendole, ma facendole capire che non ammetteva repliche. Certo che non le ammetteva, era comunque sempre lui il docente no? Scosse il capo. Tornando a noi, Jesse! Allora è vero quello che si dice... tu e Jesse state insieme? No, non era vero, non si diceva quello da nessuna parte, ma in un modo o nell'altro lui le informazioni le doveva acquisire e se non da lei , esattamente da chi doveva farlo? Rimase così, di fronte a lei e tra lei e la bottiglia. Erano vicini, ma non l'avrebbe sfiorata, ne toccata in nessun modo. Era una sua alunna e per di più era anche minorenne!
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    Cosa l'aveva spinta ad allontanarsi da lui e a prendere quella bottiglia di alcolico? Non lo sapeva, invero. Forse quella sensazione bruciante di fastidio che stava crescendo dentro di lei nel sentirlo parlare con chi sarebbe andato al ballo. Ma perché, poi? Lei ci sarebbe andata con Jesse come aveva sempre desiderato! Lui ci sarebbe semplicemente andato con una prof un po' frigida ed antipatica, cosa sarebbe mai potuto succedere? Forse i suoi ormoni erano impazziti, forse stava sognando. Ma perché provava quelle sensazioni che non avrebbe dovuto provare per nessuno se non per Jesse? O, perlomeno, non per un suo professore! La testa dell'opalina era un caos estremo, non capiva più cosa stava succedendo e, dal canto suo, non si stava nemmeno impegnando a capirlo. Sperava solo che tutto si sistemasse in fretta, magari anche col distacco dovuto alle vacanze natalizie.
    Era per tutto quel miscuglio di emozioni e sentimenti che aveva stappato la bottiglietta e aveva iniziato a scolarsela. Aveva da sempre ben retto l'alcol, infatti non lo stava facendo con l'intenzione di ubriacarsi, bensì per distrarre la mente e provare a svuotarla da tutto. Come previsto, il prof Salvatore si alzò in piedi e si diresse a grandi passi verso di lei, strappandole la bottiglia dalle mani e rimproverandola. A lei luccicavano gli occhi di malizia ma forse tutto era solo indotto dall'alcol. Oh, è molto interessato vedo mormorò con un sorrisetto, guardandolo allontanarsi leggermente volendo quindi mantenere le distanze. Guardò poi la bottiglia di alcol appoggiata ad un tavolino poco distante. Era agile, poteva benissimo scansarlo e riprendersela, ma scolarsela tutta e vomitare l'anima non era il suo progetto, quella sera. Si sedette sul bancone dietro di sé agilmente, senza distogliere lo sguardo dall'uomo che le aveva posto una domanda. Ah sì? E chi lo dice? chiese, curiosa. In una situazione normale, sarebbe arrossita ma quella sera e con quella persona, complice l'alcol, non successe. No, non stiamo insieme. Ad ottobre ci siamo baciati, nulla di che, cioè un bacio molto casto... poi il ventitré novembre mi ha invitata al ballo. Eravamo alla riserva delle creature magiche quando me l'ha chiesto. Tutto molto molto romantico, non crede? chiese, accarezzandosi il labbro con la lingua, involontariamente, laddove si era precedentemente procurata quel taglietto. Incrociò le braccia sotto il seno e lo guardò, inclinando la testa. Può anche avvicinarsi, non la mangio mica! sussurrò senza perdere la lieve nota maliziosa del tono ma, senza aspettare che lui com'era prevedibile negasse, lo agguantò per la mano, stringendola con la propria più piccola, godendosi per un secondo quella sensazione di calore, poi lo avrebbe tirato a sé facendolo finire esattamente con il busto appoggiato al bancone, tra le proprie gambe e con i loro visi molto vicini. Non era ubriaca, come già detto, ci voleva molto di più di quel goccetto, ma esso era stato sufficiente per renderla decisamente più audace. E voi? Lei e Kenna invece, state insieme? chiese molto più tranquillamente di prima, ma sempre con una punta di irritazione. E sì, aveva chiamato la professoressa per nome
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    Era chiaro come il sole che la situazione stesse degnerando in qualcosa che non doveva assolutamente degenerare. Loro erano un professore ed un'alunna. Era illegale sotto tutti i punti di vista che potessero flertare in quel modo, e lui era il primo a sbagliare. Insomma non doveva darle tutta quella confidenza, non doveva assolutamente far ein modo che lei si affezionasse a lui. Si, voleva essere un suo punto fermo, voleva essere una sua guida, ma no, non voleva e non poteva essere altro. Altro era inteso come tante altre cose ed il fatto che Jessica Whitemore fosse minorenne non aiutava proprio per niente. Non disse niente quando disse che effettivamente lui era molto interessato alla questione. Si lo era, ma non nel modo in cui pensava lei, almeno credeva. Insomma non doveva cedere a tutta quella tentazione. Non era uno di quei ingisegnanti che andavano a letto con le proprie alunne o che stavano li a sedurle e toccarle e guardarle con occhi maliziosi solamente perchè erano giovani e belli. Lui aveva sempre reputato quelle persone schifose, schifose nell'animo ed anche poco professionali. Ed adesso? Adesso esattamente cosa stava succedendo. Voleva portarsi a letto la ragazza? NO! Assolutamente non era quelo il suo scopo, non era quello che stava provando in quel momento e non avrebbe fatto niente per far succedere una cosa del genenre. Lui era il suo professore e Jessia la sua alunna. Infondo Jesse è un bravissimo ragazzo, quindi si, mi aspettavo una cosa del genere! In realtà no, non si aspettava una cosa del genere e non si aspettava neanche che Jesse fosse il tipo di Jessica, ma sorvolò su quella cosa. Non aveva intenzione di comunicarle il suo pensiero, non era giusto, non era giusto condizionarla. Perchè poteva veramente succedere una cosa del genere? Ma in quel momento stava succedendo qualcosa di molto più grave. In quel momento Jessica se lo era tirato completamente addosso, lasciando che l'alcool che le stava cominciando a scorrere nel sangue e nelle vene facesse il resto. Non oppose reisstenza, rimase li vicino a lei solamente per vedere la sua reazione. Oh, non sembri una ragazza pericolosa, comunque! Ma lo disse più per scherzare, più per cercare di smorzare quell'aria troppo carica di tensione sessuale che altro. L'attraeva, e questo era evidente, era qualcosa di impercettibile e con la quale doveva cominciare a fare i conti, ma che al momento non voleva neanche ammettere a se stesso. Posò appena le sue mani sulle ginocchia nude della ragazza, poi tornò a guardarla negli occhi scuri che li accomunavano e poi sorrise furbo. Io e la professoressa Mac Ewen non stiamo insieme. Con la mano destra mise una ciocca di capelli corvini della ragazza dietro il suo orecchio e poi levò anche l'altra mano dal suo ginocchio sinistro. E credo che sia arrivato il momento in cui io ti riaccompagno nel tuo dormitorio... dopo che avrai mangiato un pezzetto di pane! Aggiunse. Insomma, il punto era che lui di sbronze se ne intendeva, e Jessica era semplicemente allegra. Chissà cosa diavolo si era bevuta per fargli quell'effetto immediato. Ma adesso doveva tornare al suo dormitorio. Se no, se ne sarebbe pentita, sia lei che lui. Ne era sicuro. Si morse il labbro comunque incapace di allontanarsi ulteriormente da quel diavolo tentatore.
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