Fuori dall'infermeria

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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    "Ok, tu sai vero che il prof Guymore mi addestra no? Quindi sì, diciamo che c'ho un po' di feeling con lui e quindi diciamo che magari possiamo avvicinarci un po' alle creature... quindi, sì, ecco, c'è qualche animale che vuoi accarezzare o vedere o dar da mangiare?"
    Jesse era su di giri, persino per i suoi standard. Era sabato 23 novembre, un giorno come tanti, in fondo, ma non per lui, non per Jessica, soprattutto, e quindi non per lui: la ragazza aveva dovuto affrontare una lunga convalescenza, che le aveva a volte permesso di seguire le lezioni, ma che l'aveva sottratta ai suoi compagni, alle attività dei black opal e, in ultima analisi, anche al dormitorio, e quindi, in fondo, anche al prefetto.
    "E' un sabato pomeriggio e tu puoi finalmente andare dove vuoi, quindi si va dove vuoi e si fa quello che vuoi!" il che suonava molto figo, specialmente per una ribelle per natura (inserire sospiro di Lancelot qui) come l'opalina, ma che ne concreto si traduceva nel poter scegliere quale parte della scuola esplorare, del resto lì lui l'aveva portata, mica a Denrise o comunque in altre parti dell'isola, sia perché non ci aveva oggettivamente pensato, sia perché adorava la riserva degli animali, sia perché, in ultima analisi, non riusciva ancora davvero ad abituarsi ad una Jessica sana, rassegnato ormai a vederla sdraiata, annoiata, sofferente, e grata di portarle anche quel giorno Alex, o portar sollievo al pargolo con le sue attenzioni.
    Erano stati giorni difficili, per Jesse, combattuto tra i propri sentimenti e i propri doveri, ma vedere la corvina in pericolo, comunque, gli aveva fatto comprendere quanto tenesse a lei, quanto la reputasse speciale e, sopra ogni cosa, una brava persona 'Sì, ok... è strana... ha un figlio... ma... beh... io sono peggio!' e su quello, in fondo, non ci pioveva!
    Faceva freddo ed infatti si era vestito con una giacca a vento blu sotto la quale si intravvedeva una felpa verde e dei jeans scuri piuttosto pesanti con scarponi da trekking. Camminava allegro e veloce, davanti alla ragazza, avanzando quasi a farle strada, voltandosi poi ogni tanto come il cane quando richiama il padrone "E dopocena direi che invadiamo la sala multimediale e portiamo Alex a vedere un crtone animato Disney, che ne pensi?" era talmente felice che persino parlava del futuro, anche se forse quello era legato anche ad uno strisciante senso di colpa, del resto quel pomeriggio (erano circa le sedici) aveva chiesto alla ragazza di non portare anche Alex, nell'ottica di offrire alla moretta sexy un po' di tempo per sé stessa 'In fondo... gli elfi erano un po' che non facevano i salti mortali per Alex: ci sta no?' in vero non ci stava tanto, ma andava anche detto che anche Jessica meritava di staccare la spina, e quel pomeriggio Jesse avrebbe cercato proprio di fare quello.
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    Jessica Veronica Whitemore
    Black Opal | 17 anni
    Finalmente. La libertà tanto agognata. Era uscita dall'infermeria un paio di giorni prima, ma era riuscita a mettere piede fuori dal castello solo quel sabato pomeriggio di novembre inoltrato. Niente più medicine, niente più visite... solo libertà. Quel giorno stava passeggiando sull'erba verde della riserva delle creature magiche che non le era mai sembrava più bella. Il cielo era limpido, seppur facesse abbastanza freddo, e il sole splendeva timidamente sull'Accademia, senza riuscire ad impedire che il freddo la facesse da padrone. Era in compagnia di Jesse che, per qualche motivo a lei sconosciuto, le aveva chiesto di uscire in quel posto verdeggiante. Perché nonostante l'inverno ormai prossimo, la radura era costellata da alberi sempreverdi. Un'altra strana richiesta del Prefetto Opale era stata quella di non portare Alexander e la cosa sorprese leggermente Jessica, perché il ragazzo adorava il figlio di lei (lo so che è così u.u) e spesso glielo aveva portato nei tristi giorni in infermeria. Tuttavia Jessica aveva accettato, seppur con un po' di timori, di lasciare il figlio agli elfi con la promessa di rivedersi al più presto, per quanto un pargolo di cinque mesi avesse potuto capirlo. Stavano camminando da diversi minuti, il prefetto che la precedeva di qualche metro. Si era messa una bella giacca pesante per combattere il freddo pungente, quindi era pronta a tutto. Il ragazzo prese la parola. Il professore Guymoore lo addestrava? E da quando? E soprattutto, lei lo sapeva? Francamente non si ricordava se lui glielo avesse accennato o meno; i ricordi delle ultime settimane si erano un po' sgualciti, mescolati e sciolti tra loro come i colori su una tela esposta al cattivo tempo. Se invece glielo avesse accennato prima del casino successo ad Halloween, non se lo ricordava. Comunque non sarebbe stato carino dirglielo, perciò annuì. Sì certo, me lo avevi accennato. Si fermò poi a pensare alla sua domanda successiva. C'era qualche creatura che avrebbe voluto accarezzare? Sicuramente un bell'unicorno dal manto bianco, ma non era così sicura che ce ne fossero nei paraggi. O anche un bell'ippogrifo, con il loro portamento fiero ed il loro piumaggio particolare. Non era certo facile decidere, né rimembrare quali creature vi fossero in quel luogo. Creature avvicinabili, perlomeno. Vabbè, avrebbe sparato una lista di creature, poi Jesse le avrebbe detto quali potevano andar bene, visto che era tanto amico di Guymoore. Uhm... un unicorno? Ippogrifo? Thestral? Snaso? Oh gli snasi sono così cariiiiini! esclamò, enfatizzando l'ultima parola. La ragazza era davvero euforica; non usciva dalla fatidica notte... e ancora si teneva più alla larga possibile dalla foresta che divideva i due mondi. O magari una Fenice? Chissà se ce ne sono da queste parti, sono affascinanti, sopratutto quando rinascono dalle loro ceneri! Il sorriso della ragazza si attenuò lievemente al pensiero che anche loro avrebbero dovuto fare così, riemergere e combattere le brutte esperienze, rinascendo più forti di prima.
    Beh, la tua è una proposta allettante disse, quando lui annunciò che poteva fare quello che voleva. Possiamo intanto cercare qualche creatura in questo meraviglioso posto, poi magari possiamo sgraffignare qualcosa dalle cucine, come dei panini, e venire qui a mangiarli e fare merenda. C'è un'atmosfera magica! Subito dopo pensò che non era troppo sicura che un Prefetto come l'amico avrebbe accettato di saccheggiare le cucine ma, in fin dei conti, chiedere non costa nulla. Per fortuna oggi c'è il sole, è proprio una bella giornata, non trovi? chiese. Non si era mai sentita più viva. Probabilmente la piacevole sensazione sarebbe scomparsa una volta rientrati tra le mura del castello, ma intanto voleva godersi ogni istante della sua libertà.
    Oh sìsìsì! rispose entusiasta alla sua domanda. Sarebbe bellissimo, magari facciamo scorta di qualche zuccotto e roba del genere... non avvelenato, possibilmente. Concluse, memore del Campo estivo. La ragazza non sapeva cosa le stava succedendo, forse era felice di poter stare di nuovo libera, di poter girare dove voleva -nei limiti- senza preoccupazioni? O forse era la compagnia del ragazzo che sembrava, finalmente, non avercela più con lei? Era tipo da inizio ottobre che pressappoco si erano evitati. Mi piacerebbe fargli vedere Il Re Leone. È uno dei miei film preferiti! O anche... pensò a tutti i film che da bambina aveva visto con i suoi genitori e si rabbuiò per un attimo, per poi sfoggiare di nuovo un sorrisone. O la bella e la bestia, Peter Pan... snocciolò alcuni titoli, ce n'erano tanti.
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Jesse e Jessica erano un po' come i loro nomi: tantissime lettere (cose) in comune pur restando profondamente diversi. Durante il periodo in infermeria dell'opalina, il Lighthouse aveva avuto modo di rifletterci su e si era reso conto anche del fatto che preferiva le cose che li accomunavano a quelle che li differenziavano. Quindi eccolo lì, nel territorio del suo mentore, a cercare di rimettere insieme il puzzle che erano e realizzare quella forma piacevole che aveva sempre visto sulla scatola, ma che, per infinite ragioni, non aveva mai potuto davvero ammirare.
    "Uh una fenice? Mi sa che la vedo dura!" aveva rallentato il passo, rendendosi conto che non aveva senso correre, voltandosi e lasciando che la corvina lo raggiungesse una volta per tutte "Maaaa per gli snasi, beh con quelli si può provare. Siamo ad Hidenstone, abbiamo statue di snasi ovunque, spero ce ne siano anche di veri!" affermò scrollando le spalle con un sorriso dolce 'Ok... ora dove trovo uno snaso?' si disse ruotando su sé stesso manco fosse un gatto pronto per la punturina definitiva, ripassando mentalmente quel luogo e chiedendosi come fosse possibile andarci così spesso senza conoscerlo davvero 'Sono un idiota' si ricordò ancora una volta, affondando le mani in tasca e realizzando come non avesse la minima idea.
    Per quanto ciò non volesse dire non avesse un piano: semplicemente non aveva uno snaso.
    "Uh panini? Quelli li ho!" voltandosi ancora di colpo, il ragazzo osservò con occhi enormi Jessica, la quale aveva rilevato la beltà del tempo e il piacere di condividire il cibo all'aperto. Entusiasta, Jesse inclinó un sorriso "Seguimi" disse poi conducendo la giovane un po' fuorimano rispetto alle creature, in un luogo dove sicuramente potevano parlare più liberamente rispetto a prima.
    "Qui è dove mi alleno alcune volte con il prof Guymore" affermò lui, parlandone naturalmente poiché ella gli aveva detto di sapere dei suoi allenamenti 'Sono stato bravo allora' pensò lui totalmente fuori strada, dandosi immeritate pacche sulla spalla nel mentre avanzava e afferrava infine uno zaino posto in mezzo alla natura. Jessica certamente lo aveva già visto: era quello che il Lighthouse usava a lezione.
    "Panini, muffin, due pezzi di torta, acqua e succo di zucca" affermò lui sollevando la sacca da scuola tutto fiero "Possiamo mangiare vicino agli aninali... ma non troppo. O qui. Come vuoi. Ora o dopo o quando vuoi... si decisamente quando vuoi ecco"
    Stava iniziando a straparlare? Decisamente sì, ma in fondo lui era così: ansia e disagio.
    Si mise lo zaino in spalla e si avvicinò alla giovane, ponendosi davanti a lei, aveva uno sguardo un po' imbarazzato in vero "Si insomma... Come vuoi... non sarà come vedere il Re Leone con Alex, immagino... o venire qui con lui ecco, però... sì ecco, pensavo ti servisse un pomeriggio fuori... senza pensare a niente e a nessuno..."
    Non era proprio l'unica ragione, tuttavia ne era la principale, del resto lui era troppo insicuro e tormentato per non pensare prima agli altri di sé stesso.
    Un sorriso più convinto ed annuì col capo, compiendo un piccolo inchino "Quindi, signora, io, il mio zaino e questa radura siamo a sua disposizione... se Dean non ci sbrana. Quindi, mi dica lei cosa vuole fare!" propose lui, sapendo di non poter offrire molto alla corvina, se non, appunto, sé stesso.
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    Jessica Veronica Whitemore
    Black Opal | 17 anni
    Ogni secondo di quella scampagnata improvvisata le serviva per chiedersi il perché... di quella scampagnata, appunto. Era una bella notizia, era all'aria aperta ed era con Jesse in un luogo presumibilmente pieno di animali, tuttavia il prefetto Black Opal le era sembrato forse un po' distante negli ultimi tempi e, in cuor suo, la ragazza sapeva perfettamente perché. Ma non avrebbe affrontato l'argomento, non in quel momento, almeno. Non voleva rovinare quel piacevole pomeriggio insieme ad un amico, dato che non usciva dall'infermeria da veramente troppo tempo. Si guardò intorno cercando con lo sguardo qualche animale che magari era uscito dal suo rifugio sicuro e che si sarebbe fatto ammirare da lei senza troppi problemi.
    Peccato però! Commentò sospirando. Le fenici sono davvero belle, non è affascinante quando rinascono dalle loro ceneri? esclamò, convinta. Raggiunse il ragazzo non appena questo rallentò e riprese fiato, quasi fosse un gesto automatico e non perché ne avesse realmente necessità.
    Beh, lo spero bene! Persino per scoprire di che casata fai parte devi parlare ad uno snaso gigante! Sarebbe oltraggioso che non ce ne siano di veri rispose all'Opale, con il suo classico sorriso. Lo osservò in silenzio per un po', sembrava quasi spaesato, ma forse quella sera una sua sola impressione. Si sistemò i capelli dietro l'orecchio. Oh, allora sei preparato! Complimenti, soldato scherzò, osservandone ogni movimento. L'idea di mangiare all'aperto con l'amico, non le dispiaceva per niente. Sarebbe stato divertente e una boccata d'aria fresca fa bene a tutti, una volta tanto. Chissà perché l'aveva invitata. Sì, si era fatta quella domanda decisamente troppe, troppe volte nell'arco di, forse, mezz'ora.
    Oh sì, è un posto decisamente tranquillo dove potersi allenare, o... parlare... ehi ma, da dove è saltato fuori? chiese, indicando con il mento lo zaino che l'Opale stringeva tra le mani. Era quello che immancabilmente aveva a lezione, ma si chiese se già lo avesse addosso quando erano partiti. Scrollò le spalle, non ritenendola comunque un'informazione di vitale importanza, soprattutto in quella scuola di pazzi.
    Wow, sembra buonissimo ciò che hai portato! esclamò, contenta. Era sempre stata una ragazza abbastanza adattiva, non aveva bisogno di essere servita con del caviale a pranzo per essere contenta, un pasto in mezzo alla natura, in quel momento, era ciò che faceva per lei. Ehi Jesse, tranquillo gli posò delicatamente una mano sulla spalla quando iniziò a straparlare come al solito. Ma era dolce. Stiamo qui, okay? propose, vedendolo in difficoltà. Mi sembra un luogo tranquillo e magari non ci ritroveremo con un cervo che vuole rubarci il panino, che dici?
    Alla sua affermazione/domanda successiva alzò gli occhi al cielo. Quel ragazzo si preoccupava davvero troppo per tutti, ma in fin dei conti era quella la sua forza ed una delle caratteristiche che piacevano di quel giovane un po'... stravagante. Non preoccuparti, Jesse! Sono sicura che Alex starà bene... posso staccarmi da lui per qualche ora, è vero che sono sua madre, ma non per questo devo rinunciare ai miei spazzi. Sarà con un elfo domestico o con qualcuno che bada a lui e che sicuramente gli vuole bene. Tipo Olwen. Non sarebbe un ottimo babysitter? Dici che accetterebbe se glielo chiedessi? rivolse al giovane quella domanda scherzando, ma nemmeno troppo. In fin dei conti, si era sempre dimostrato bravo con il figlio. Jess era sicura che Alex lo adorasse.
    Rifletté poi sulla sua domanda e puntò le sue iridi scure in quelle azzurre di lui. Beh che ne dici se ora ci mettiamo qui, su una coperta se ce l'hai, o su una panchina e ci godiamo questa giornata? Presto probabilmente nevicherà e non potremo più Cercò di fare ordine nella sua mente proponendogli una scaletta. Magari siamo fortunati e qualche animale ci si avvicina, magari no... ma in entrambi i casi avremo trascorso del piacevole tempo insieme no? Poi arrivò alla domanda che più le premeva. Come ormai tutti sapevano (io inserirei un altro sospiro di Lancelot qui, non so te) la ragazza non aveva peli sulla lingua e se doveva dire o chiedere una cosa, lo faceva. Perché hai voluto vederci? È successo qualcosa mentre ero in infermeria?
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Jessica e Jesse avevano in comune molte cose, tra cui il nome e la casata, ma via via che si conoscevano meglio emergevano somiglianze più atipiche, come per esempio quella per gli uccelli e le cose facilmente infiammabili, al punto che non sembrò poi così strano all'aspirante marine che l'altra fosse curiosa di incontare una vera fenice "Sarebbe bello, ma dubito ce ne siano sai?" ammise lui un po' sottovoce, chiedendosi sotto sotto se Blake potesse soddisfare la corvina 'In fondo anche lui prende fuoco e non muore...'
    Forse il Barnes poteva essere una soluzione, ma si sapeva quanto fosse esplosivo il suo carattere, aspetto che forse rendeva più conveniente optare su creature più domestiche, come l'animale simbolo di Hidenstone, ovvero lo snaso "Sì sì che ci sono, ci scommetto. Insomma, pretendo ci siano!" ridacchiò lui con tono allegro, ma comunque teso a riflettere il suo peculiare stato d'animo (e il disagio imperante che comunque lo pervadeva).
    Aveva bisogno di parlarlarne e per questo si era mosso per appartarsi con lei senza Alex, per quanto ora quella scelta gli apparisse infelice, a tratti offensiva; si era organizzato, aveva fatto i compiti a casa (più o meno), aveva persino trovato il luogo giusto, stupendo la giovane con la sua efficienza, cosa che gli strappò un sorriso, e anche un saluto militare, recitato alla perfezione, forse un poco impettito "Questo" disse sollevando dallo zaino indicatogli dalla bella "Era già qui, signora. Ce l'ho portato io stamattina quando l'ho riempito di provviste per oggi"
    Ci aveva provato a far le cose per bene e solo quella convinzione lo aveva mandato completamente in paranoia, spingendolo ad essere verboso e terribilmente domandante, al punto che alla fine ella volse persino gli occhi al cielo, rassicurandolo sul fatto che Alex non sarebbe morto di stenti per qualche ora senza la MILF per eccellenza della scuola, soprattutto perché gli elfi erano ormai abituati a badare a tutto, senza contare che anche alcune persone si erano offerte di badare al pargolo, tra le quali il prof. Olwen "Uh il prof Olwen è un grande! Mi ha fatto la runa parabatai" il che, in effetti, forse voleva dire poco e niente, o deponeva non a suo favore, comunque "Però sì, ecco, tra violino, compiti e droghe non so se abbia tempo di badare anche ad un bambino... nel senso è anche il capocasata degli ametrini ora... però sì ecco, ce lo vedo come zio!" ammise lui, eccellendo in maniera involontaria nella sottile arte di dire tutto e il contrario di tutto, arte in cui però eccelse solo in quel momento, giacché agli stimoli seguenti sorrise e dallo zaino prese una toglia azzurra, che stese a terra "Che pin-nic è senza tovaglia?" propose lui, dimentico del fatto che i picnic fossero cose estivo-primaverili, non certo tardo-autunnali.
    Si sedette ed iniziò a distribuire le pietanze sulla tovaglia, incrociando le gambe e disponendo lo zaino alla sua sinistra, osservando con gli occhi attorno a sé per notare magari qualche animale e valutare se fosse il caso di segnalarlo alla corvina, e in che ottica (fuga o bellezza), tuttavia quando lei lo precedette arrivando al punto, Jesse non poté che rivolgere a lei i suoi occhi sgranati "Beh sì no ecco, diciamo che ero preoccupato per te e volevo ti divertissi ecco" propose lui, incassando il collo tra le spalle, facendosi in fondo piccolo piccolo, nonostante annuisse debolmente col capo, nel mentre il suo cuore saltava un battito o due, rendendosi conto che in effetti, durante il soggiorno forzato in infermieria, erano successe parecchie cose, talmente tante da fargli venire il capogiro 'Oh povero me...' rifletté lui con un sospiro, cercando di afferrare il coraggio a due mani e provare ad articolare un vero pensiero.
    "Sì, ecco... volevo farti passare un bel pomeriggio... e diciamo che ho pensato che forse potevo anche farti passare una bella serata... non oggi, ma in futuro..." propose lui, vago e confuso come lui solo sapeva essere, nonostante la serietà di cosa stesse dicendo fosse testimonata dal suo progressivo arrossire. Sospirò, ancora, e sorrise alla corvina "Sì, ecco... sai... ehm sono prefetto quest'anno" gli comunicò, manco lei vivesse sulla luna e non sapesse più cosa volessero dire quelle P appuntate "Così... ecco... devo aprire le danze... e ho pensato... ho pensato che vorrei aprire con te"
    Jesse non era bravo a dichiararsi o comunque a chiedere le cose, non era abituato a farlo, poiché soleva dar per scontato un diniego da parte di tutto e di tutti, ma quella volta così non poteva essere, quindi eccolo lì, a sforzarsi, sospirando con fatica ed emozione, rivolgendo poi un sorriso caldo all'opalina "Ci ho pensato un sacco in questi giorni e mi sono chiesto... se volessi venire con me al ballo... e Alex... ovviamente anche Alex" aggiunse lui con un piccolo sussulto, con quel suo buffo modo di fare che gli impediva di apparir serio per più di tre secondi.
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    Jessica Veronica Whitemore
    Black Opal | 17 anni
    L'aria fresca di quel giorno di fine novembre, accarezzava dolcemente la pelle del viso della corvina e, seppur fredda, era piacevole. Quella cosa aggiungeva un tocco di perfezione a quella giornata già bella di per sé, almeno secondo la ragazza. Essere sola con Jesse in mezzo alla natura con uno zaino pieno di cibi deliziosi, non era forse simile ad un sogno? Insomma, poter finalmente parlare un po' dopo quasi due mesi di quasi silenzio, era un qualcosa di meraviglioso. Si portò una ciocca svolazzante di capelli dietro l'orecchio mentre seguiva il prefetto opale lungo la strada che avrebbe portato ad uno zaino all'apparenza comparso dal nulla. Osservò il saluto militare del giovane e ridacchiò. Era proprio buffo quel ragazzo, ma era anche quella una sua peculiarità. Non sarebbe stata la stessa persona, il ragazzo a cui così tanti volevano bene, se non fosse stato quel connubio perfetto di disagio e tenerezza. Sorrise osservando ora il ragazzo, ora lo zaino, impaziente di addentare qualche buon panino o una fetta di torta, visto che l'ultima volta che aveva mangiato, aveva mangiato poco e ora ne risentiva. Sì, aveva proprio una fame da lupi. (O fame da Erik?)
    Ma davvero? chiese, stupita. Stamattina sei venuto qui ed hai portato questo zaino pieno di cibo? non lo disse con tono canzonatorio del tipo "Certo, come no". Ma era seriamente felice che quel ragazzo si fosse impegnato tanto per fare qualcosa che, alla fin fine, era anche per lei. Sei stato bravissimo! Commentò Davvero, hai organizzato tutto alla perfezione. Seppur fosse una cosa semplice, nulla di troppo elaborato, la ragazza preferiva decisamente così. Si sentiva più a suo agio e meno a disagio (fa rima, no?) in un'uscita senza troppi fronzoli.
    Beh, spero non fosse drogato quando vi ha fatto quella runa disse, con un sorrisetto. Oh beh hai ragione; è molto impegnato, però uno spazio tra i suoi impegni potrebbe trovarlo per il suo bambino preferito, no? chiese, sicura di sé. Come già ribadito precedentemente in molte altre occasioni, la ragazza non brillava per modestia -anche se mai quanto Blake Barnes- ed era piuttosto sicura di quello che affermava. Dovresti vedere che bel regalo gli farò per Natale! Oh, ed era un bel regalo davvero. O meglio, per lei lo era ma per lui... non c'erano dubbi, l'avrebbe ammazzata che Brian vai in pensione proprio.
    Osservò quindi il ragazzo estrarre dallo zaino una tovaglia azzurra, suo colore preferito, molto bella ed annuì. Hai ragione, non può essere definito pic nic senza concordò, guardando il cielo privo di nuvole ma chiaramente autunnale, quasi invernale a dire il vero. Si chiese se quell'anno avrebbe nevicato e sperò vivamente di sì; la neve ad Hidenstone era qualcosa di magico.
    La corvina rimase per un attimo in piedi, arrivando quindi al punto cruciale della giornata: perché si trovavano lì. Si sedette affianco a lui mentre distribuiva le varie lecornie sulla tovaglia ed ascoltò attentamente la sua risposta. Beh, hai avuto un pensiero molto carino ed in effetti mi sto divertendo annuì, senza perdere il sorriso. Ma alla frase dopo Jessica era così confusa da colpirsi da sola. Parla chiaro rispose, tranquillamente e senza metterlo sotto pressione. Osservò le sue guance colorarsi un po', perdendo la classica tonalità rosata. Sì, lo so che sei prefetto... non vivo in un altro mondo la sua voce era comunque gentile, perché ormai era abituata alle stranezze del ragazzo e per lei erano semplice routine.
    Alla sua successiva frase, già intuì che cosa volesse dire, ma lo spinse a continuare con un cenno del capo. Voleva essere sicura della richiesta che lui le stava porgendo, prima di fare una figura di merda capendo una cosa per un'altra. No, aveva capito bene... e la richiesta, per quanto impacciata fosse, le fece sensibilmente accelerare i battiti del cuore. Jesse le stava davvero chiedendo di andare insieme al ballo? Lo stesso Jesse che sembrava avercela con lei per quel bacio? La ragazza davvero non sapeva cosa dire, come reagire a quella proposta. Ovviamente voleva andare al ballo con lui, forse in cuor suo sperava anche che lui glielo chiedesse, ma era piuttosto convinta che non lo avrebbe fatto. Ed invece eccolo là, seduto di fronte a lei, a chiederglielo. La neo mamma ci mise qualche secondo per metabolizzare quell'informazione ed elaborare una risposta sensata. Alla fine ci riuscì.
    Jesse Lighthouse, accetto di venire al ballo con te disse, seria. Rimase per un momento in silenzio, per poi sciogliersi in un sorriso. Accetto più che volentieri! aggiunse poi, posando delicatamente una mano su quella di lui, sperando non la scansasse, e riprese a parlare. Ad una condizione. Alzò l'indice della mano destra. Lo so come sei fatto iniziò quindi non dubitare nemmeno per un secondo che io stia accettando perché ho davvero voglia di venire al ballo con te concluse, tornando al suo precedente sorriso. Detto questo, mangiamo? chiese, davvero davvero affamata.
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Il vantaggio di essere ansiosi era una certa capacità di essere preventivi sugli eventi. Certo, nel caso di Jesse si tramutava nell'inventare un milione di cause e concause assolutamente strampalate, ma, in mezzo alla follia urlante che costituiva la sua vita e entro la quale si muoveva ormai con una certa esperienza, egli aveva trovato anche i giusti elementi per svolgere quel particolare pomeriggio senza dar pensiero a Jessica: aveva scelto il lugoo, controllato non ci fossero sorprese dell'ultimo minuto e si era portato dietro il cibo per poi lasciaro lì affinché avessero tutto senza che lei dovesse sospettare alcunché, tutto per compiacerla, per farla felice. Perché le voleva bene.
    Tutto sembrava star funzionando al meglio, al punto che la corvina ebbe l'ardire di definire quell'organizzazione perfetta. Lui si limitò a scrollare le spalle un poco imbarazzato, ma, al contempo, compiaciuto di vedere la MILF così raggiante 'Se lo merita...' pensava lui contemplandone la gioia, sollevato di come anche la conversazione, nonostante la stesse guidando lui, procedesse con una certa leggerezza ed un discreto piacere, per quanto stessero di fatto sparlando dei docenti.
    O forse era proprio per quello che procedeva così bene?
    "Uh no, quella sera non era fatto. Stanco sì, ha pure pianto come Alex quando non mangia da cinque ore, ma ehi, non era certamente fatto" chiarì il prefetto, alzando a mo' di giuramento la mano destra, intento ancora una volta a minare l'autorità del loro ex responsabile di casata; non fosse mai che qualcuno potesse trovarlo autorevole o, addirittura, autoritario eh!
    Forse era anche a causa di discorsi come quello se Jessica più che cercare una guida nel bel biondino musicante cercava un baby-sitter, ma le ragioni erano sempre complicate e restava il fatto che tutti avrebbero affidato il loro pargolo ad un gentile come Lancelot, specialmente quando pensavano di avare un canale preferenziale con lui. Il Lighthouse non ebbe nulla da obiettare, sicchè rispose con delle spallucce alle parole di lei, che si gelarono quando lei buttò lì un tema un po' prematura ma comunque attuale: i regali di natale.
    'Oh Merlino. Il natale! E IO COSA REGALO A TUTTI!' il castano non aveva ancora riflettuto su come, una volta sopravvissuto, forse, al ballo, avrebbe dovuto affrontare le vestività natalizie con tanto di spacchettamenti vari ed eventuali. Il suo mondo era come se si fosse fermato al 23 dicembre, ma Jessica, saggiamente, lo fece andare oltre a ciò, chissà, forse spingendolo proprio su quel bus navetta, la settimana dopo, che lo avrebbe gettato a re-incontare Joshua.
    Ma quello era una sorta di futuro passato, nel presente Jesse ebbe un colpo, sbiancando "Ehm... sì... certo... regali... già... meno male che al black friday manca ancora un po'... non so davvero cosa comprare" ammise lui, celando le sue più profonde paure, soprattutto la più tremenda 'Devo fare un regalo a Jessica se la invito al ballo. DEVO FARLE UN REGALO BELLISSIMO!' non era molto pratico di galateo, ma era abbastanza certo che funzonasse in quel modo, o che almeno la bella ciò si sarebbe attesa, quindi eccolo lì seduto su una toglia azzurra, a chiedersi di che morte morire, beandosi solo del fatto che, per lo meno, quel pomeriggio le stesse ingranando tutte, dal colore della tovaglia in avanti 'Devo solo trovare uno snaso... o una fenice... o regalargliene uno per natale ecco!' rifletté lui, iniziando, un poco, a fissarsi sul tema, riuscendo a liberarsene quasi completamente solo quando una paura ancora maggiore lo invase: quella di essere respinto.
    Più che invitare l'altra, farfugliò: era nel panico più totale, nonostante si fosse provato il discorso un paio di volte. Più parlava più si perdeva, e più si perdeva più la prendeva alla larga "Sì, lo so che lo sai... nel senso... è ovvio che io sappia che tu sai che io so che tu sai..." aggrottò la fronte, fermandosi di colpo e oservando l'altra decisamente confuso, ma convinto, a modo suo "Sì ecco, sono un prefetto e so perfettamente che tu lo sai... è solo che... c'entra con quello che devo chiederti..."
    Sbottò ma le cose andarono un poco meglio e contro ogni pronostico riuscì anche a forulare l'invito senza trasformarlo in qualcosa di tragicomico, tanto che anche la bella sprizzò di gioia, accettando in un baleno l'invito, togliendo dal cuore e dal petto del Lighthouse uno o due mattoni, che però si infransero, metaforicamente, sul suo piede, quando lei pose delle condizioni.
    "C-certo!" esclamò lui, irrigidendosi ed osservandola sorpreso e un po' spaventato 'Un bacio... una notte con Alex a fargli da babysitter... un cunninonhomaicapitocomecazzosidice?' con Jessica, in fondo, non si poteva mai sapere, quindi eccolo lì, sull'attenti anche se da seduto, ad attendere ciò che l'altra volesse sopra ogni cosa, forse anche più del ballo.
    Quello che lei voleva era, di fatto, essere presa sul serio "Oh" fu il suo commuovente commento. Aggrottò la fronte e si portò una mano alla nuca, distogliendo poi lo sguardo "Sì, ecco, allora doppiamente grazie... sappi... sappi che anche tu sei... la mia prima scelta ecco... non l'ho chiesto a nessuna se non a te ecco" pigolò lui, perdendo per strada almeno due toni di voce, tanto da ridurre le ultime parole ad un sussurro.
    Era davvero la prima, la prima scelta in assoluto? Al solo dirlo, Jesse si sentì al contempo sporco e sincero, scoprendo ancora una volta come le questioni di cuore sapessero essere complesse e a tratti crudeli 'Lui non verrebbe con me... e poi... io... io non vorrei andarci con lui... non così... non adesso' avrebbe dovuto parlarne con Jessica? Possibile, ma la verità era che neanche sapeva cosa dirgli: era in un nulla di fatto cosmico, grosso come una casa, che di fatto lo lasciava del tutto inerte ed incapace di muoversi agendo bene: poteva parlar troppo o non dir niente, ma purtroppo la verità non era qualcosa che Jesse, e tantomeno Jessica, potessero compendere.
    Sospirò quindi offrì un piattino alla sua bella "Grazie... sono... sono davvero felice di poterci andare con te... e con Alex" disse ancora, afferrando poi una forchetta e portandosi in bocca il primo boccone, tutto soddisfatto e sollevato, cercando di affogare nel cibo i dubbi e, ancora di più, le paure 'Lei... è felice... ora... e per la proposta... voglio che lo sia... sempre' pigolò nella sua mente, facendosi mentalmente una promessa, ovvero quello di trattare la ragazza che aveva davanti, indipendentemente da cosa il suo cuore avesse capito o deciso, sempre e comunque colla massima cura, quasi fosse fragile quanto il piccolo Alex, nonostante fosse molto, molto, molto più forte, e lui lo sapesse benissimo.
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    Jessica Veronica Whitemore
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    Jessica era felice di potersi godere un po' di aria aperta, finalmente poteva lasciare che i raggi del sole, per quanto deboli, le colpissero la pelle. Era quasi un mese che rimaneva chiusa in quel luogo chiamata infermeria che ormai aveva imparato ad odiare, sebbene grazie a Skyler quel periodo era passato leggermente meglio, più leggero. Era bello parlare con lui, oppure coccolare i suoi micetti, Luna e Artemis. Decise che gliene avrebbe regalato un altro, non c'è due senza tre no? Sia come ringraziamento per tutto ciò che aveva fatto, sia perché le pareva un regalo carino. Ad ogni modo, in quel momento si trovava fuori con Jesse, altro avvenimento che aveva contribuito a migliorarle la giornata che non era iniziata proprio nel migliore dei modi, a suo avviso!
    Quasi non ci posso credere che si sia dato così pena per me, eppure ci siamo parlati si e no cinque volte durante il mio periodo in infermeria rifletté tra sé. Ma era inutile continuare a pensare al fatto che avessero avuto una specie di litigata silente. Si perché non avevano litigato, semplicemente si erano evitati a vicenda per un periodo che si era protratto fin troppo a lungo per i gusti di Jessica! Nemmeno la litigata che aveva avuto con Blake pochi giorni prima -e per la quale stava ancora male- si sarebbe protratta così a lungo, anche se lei in quel momento non poteva saperlo!
    Meno male che non era fatto, chissà che disastro -e dolore- se avesse tracciato la runa in modo frettoloso o sbagliato per la stanchezza o sotto effetti di droghe e... ora non mi leverò più l'immagine di Lance che piange come un bimbo, grazie Jesse ridacchiò, pensando a quanto poco si immaginava uno dei loro professori piangere.
    Gli sorrise, al suo giuramento, ed annuì. Il professor Olwen è proprio tenero si lasciò sfuggire, con un sorriso, ripensando ancora una volta alla sua discussione di un paio di mesi prima. Era sempre stato gentile con lei, persino nel riprenderla, per questo le veniva difficile pensarlo con un aggettivo diverso che non fosse "tenero" o via dicendo.
    Quando l'argomento della conversazione toccò i regali, Jesse non sembrava essere troppo in forma, quasi gli avesse chiesto di uccidere qualcuno, ma ormai era abituata a stranezze ben più... strane da parte dell'Opale, quindi non si stupiva neanche più. Uh, sì... il Black friday... per fortuna, sai anch'io dovrei iniziare a pensare ai regali da fare, che sono sicuramente tantissimi! sbuffò la giovane corvina, riflettendo seriamente su cosa avrebbe potuto fare per il suo futuro cavaliere al ballo. Magari delle sedute da uno bravo? ridacchiò tra sé scartando, ovviamente, quell'idea.
    Ma prima di subito, si ritrovarono a parlare seduti a terra su una tovaglia, di ben altri argomenti. Certamente meno frivoli del ballo e dei regali di Natale!
    Non si aspettava davvero un invito al ballo da parte sua, per quanto le cose fossero ormai appianate -o almeno lo sperava! Eppure ne fu piacevolmente sorpresa, nonostante il suo balbettare che, comunque, lo rendeva estremamente carino. Aspettò pazientemente che arrivasse al dunque, ascoltando i suoi deliri, quelli non mancavano mai, finché non arrivò alla fatidica richiesta, proprio quella per la quale lei rimase piacevolmente sorpresa.
    Sembrava anche piuttosto preoccupato quando la bella corvina pose delle condizioni e chissà cosa era andato a pensare; in realtà era una cosa semplicissima. Almeno, semplicissima da spiegare ma da fare... tutto un altro discorso.
    Basta ringraziarmi! Esclamò, sospirando Non ho accettato mica perché mi fai pena! Ma perché voglio davvero andarci con te. Forse già lo aveva detto, eppure si sentiva di ribadirlo in caso il ragazzo non avesse afferrato.
    Accettò il piattino che lui le stava porgendo ed annuì. Sono sicura che anche Alex sarà molto felice di andarci con te, quando glielo dirò sorrise all'Opale. Un piccolo sorriso sincero. E ti ho detto di smetterla di ringraziarmi!
    Quel ragazzo era incredibile. Dolce, certo, strano, senz'altro... ma anche qualcos altro che non riusciva bene ad identificare! Prese anche lei una forchettata, nella speranza che il cibo cancellasse tutti i pensieri di qualsivoglia genere e che lasciassero spazio a ben altre piacevoli sensazioni di chi si stava godendo un pomeriggio soleggiato con un suo amico. Molto buono! esclamò, indicando il piatto e sorridendo al suo concasato.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda | Stat.
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Fu strano parlare a Jessica di Lancelot e del suo presunto abuso di droghe, poiché gli sembrava di parlare di cose del secolo precedente 'Da quanto... non parlavo con Jessica?'
    La risposta più corretta era probabilmente "da una vita", e non in senso letterale, ma psicologico: i due si erano distanziati per un mesetto, ma il prefetto aveva avviato quell'anno un cambiamento profondo del proprio sé, tale per cui quando era stato risputato nella vita della corvina era praticamente un altro ragazzo. Era il parabatai di qualcuno, era un prefetto, era un migliore amico, ed era anche il vertice di un triangolo molto particolare ed ambiguo. Ed aveva anche dato il primo bacio ad una ragazza bellissima, che poi, senza alcuna soluzione di continuità, aveva anche invitato al ballo.
    "Uh, no, non era fatto, giuro!" esclamò ancora alzando la mano "Manco quando ti ha fatto partorire... nel senso... sì ecco... no, vabbè, lasciamo perdere che è meglio, che non voglio causarti altri incubi..." del resto lui aveva ancora incubi su Lancelot mezzo nudo che tentava di accoppiarsi con Annie: non poteva fare un simile torto anche a Jessica, non dopo che si era appena lamentata di quanto subito!
    Scacciò via i brutti ricordi e si soffermò invece sul presente, e sul piacere di aver ritrovato, nonostante tutto, Jessica 'Sono stato uno sciocco!' si disse da solo, rendendosi conto come tutto quel silente litigio si fosse svolto nella sua testa e che la MILF per eccellenza della scuola non c'entrasse quasi nulla 'Devo rimediare...' si disse infatti, cominciando certamente dal ballo, ma non poteva bastare e una valida occasione poteva essere il Black Friday, con relativi acquisti "Black Friday for Black Opal... ha un suo senso non trovi?" ridacchiò lui, ignaro del fatto che quel giorno più che comprare regali avrebbe comprato strumenti per perdere ancora più facilmente la poca verginità che aveva in corpo.
    Sarebbe successo, e avrebbe reso tutto ancora più complicato, nel mentre Jessica complicava tutto con Daniele. Quello era un piccolo momento di pace in un passato e futuro di caos, ma restava il fatto che fosse un loro momento, piacevole forse anche perché meno speciale di quello che potesse apparire: le loro vite erano complesse, certo, incasinate forse anche di più, ma restava il fatto che si volessero bene e stessero bene assieme. Come amici magari funzionavano meglio che come altre cose, ma davvero c'era da lamentarsene?
    Ai posteri l'ardua sentenza, nel frattempo Jesse poteva fare una delle cose che gli usciva meglio "Sì, scusa!" esclamò lui infatti, sgranando gli occhi ma poi addolcendo lo sguardo "Basta... ringraziarti ecco... dico solo... che sono davvero felice di venirci con voi... e non vedo l'ora!" esclamò lui, sincero, afferrando poi una tartina e iniziando a masticare, tenendo costantemente gli affettuosi occhi sulla bella 'Verrà davvero con me?' si diceva infatti lui, lusingato e felice, forse più di quanto pensava di meritarsi. per quanto avrebbe fatto il possibile per meritarselo.
    RevelioGDR
     
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