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Edited by Dean Guymoore - 3/12/2019, 14:10. -
.Kenna Ivonne MacEwenQuanto successo nelle settimane di ottobre aveva lasciato il segno non solo sulla pelle degli studenti ma anche su quegli adulti che, ingenuamente, credevano di averne viste e vissute così tante da aver ormai fatto il callo, rimanendone però profondamente scottati.
Una di questi era Kenna, delusa dall'atteggiamento della Burke, completamente disinteressata a quanto fosse successo proprio sotto il suo naso da parte di quella che era una sua conterranea. La donna che era sempre stata rigida e ferma nella sua vita aveva perso la retta via, preferendo farsi compagnia con una bottiglia di rum, affogando i suoi pensieri piuttosto che sviscerarli.
Anche quella mattina aveva messo i piedi fuori dal letto solo per il suo profondissimo senso del dovere, nonostante il forte mal di testa post sbronza che non fece altro che aumentare il suo senso di nausea, rifuggendo la colazione e persino una sigaretta che era solita accendere nel suo studio prima di scendere in Sala Grande per la colazione. Aveva preferito fare lezione a stomaco vuoto, con il solo caffè a cercare di donarle un minimo di lucidità nella nebbia che avvolgeva la sua mente, evitando persino di riprendere gli studenti del quarto anno che quel giorno proprio non ne avevano voluto sapere di starsene zitti tra quei banchi. Non si riconosceva neanche più e, con lei, neanche i suoi studenti.
Fatto fu, che a metà mattina, proprio quando aveva un'ora buca prima di fare lezione ai ragazzi del primo anno del triennio, il suo stomaco si ribellò, alla ricerca di cibo solido che non c'era né nella sua stanza né nell'aula, costringendola ad abbandonare il quinto piano per raggiungere le cucine, giusto il tempo di afferrare il mantello che occultò la classica gonna tubino nera su una camicia bianca, e la sua fida borsa contenente non solo la sua bacchetta ma tutto ciò che le potesse essere utile nel breve termine. Aveva voglia di un sandwich imbottito di insalata, tonno in scatola e pomodori e sapeva che gli elfi avrebbero fatto di tutto per accontentare ogni suo ordine. La mano da pianista era già posata sullo scorrimano della grande scalinata che conduceva all'ingresso principale, pronta a seguire quel corpo che, gradino dopo gradino, sarebbe sceso se non fosse per una voce che aveva imparato a conoscere meglio durante la notte di Halloween per coordinare al meglio le loro azioni. Dean? Una domanda che non sarebbe mai giunta allo zoologo per il tono troppo basso che aveva usato. L'incedere della storica riprese, proprio quando l'uomo riprese due ragazzi che stavano correndo verso la scalinata, superandola velocemente. In quel momento riuscì a vedere che tra le labbra dell'uomo fosse posato una sigaretta, come se volesse essere accesa, proprio lì, in un luogo chiuso. E tu non dovresti accendere qui la sigaretta. Lo superò, voltando di poco il capo, per permettere lui di incontrare gli occhi da gatta. Seguimi... Il panino, al momento, poteva anche aspettare. I tacchi risuonarono nel silenzio del corridoio, superando la porta dello stanzino delle scope e prendendo un piccolo corridoio stretto, posto dietro il quadro di un vecchio stregone purosangue che abbassando il cilindro che aveva sulla testa aveva attivato il meccanismo di quel passaggio segreto. Passaggio che conduceva all'esterno del castello, in una rientranza che li occultava alla vista di chiunque si fosse affacciato da una finestra su quel lato. Le dita scivolarono nella patta esterna della sua borsa, tirando fuori un pacchetto di sigarette, delle 100s per essere pignoli, prendendone una e posandola sulle sue labbra, mentre la mancina stringeva le dita sul suo accendino, aspettando che lui si avvicinasse prima di dar vita alla fiamma. Non riesco a tornare alla normalità. E quindi? Avrebbe potuto dire lui. Non le era sembrato un tipo empatico, proprio come lei, eppure credeva che con quelle parole lui avrebbe potuto perfettamente comprendere quanto la storica stesse dicendo con quella frase che lasciò prendere forma e sostanza tra di loro. Non l'avrebbe guardato, le sue iridi sarebbero state tutte per il fumo di quella sigaretta che stava uscendo dalle sue labbra.role scheme © lisa,
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