Nero come l'opale

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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    'Un Prefetto non smette mai di lavorare.....' era qualcosa che Jesse non aveva mai davvero considerato, per quanto non gli stesse poi molto stretta come cosa: era cresciuto nella casa di marine, sicché aveva imparato a far coincidere il proprio lavoro col proprio dovere e la propria identità. Ciò detto, restava comunque qualcosa di faticoso, a tratti soffocante, specialmente quando implicava interrompere quello che si stava facendo per pensare ad altro.
    Era un mercoledì di fine novembre, un giorno come tanti, ma Jesse era di ronda. Il coprifuoco sarebbe scattato alla mezzanotte, per i luoghi interni, ma lui preferiva sempre aggirarsi un po' prima che esso fosse davvero infranto, per rimandare nei dormitori le persone per tempo, senza incorrere in superflue sanzioni.
    Erano le 23.00 e quella sera aveva deciso di iniziare dalla torre di Astronomia, un luogo che apprezzava e che sapeva essere meta molto spesso delle coppiette 'Beh sì... diciamo anche che ci gira il prof Salvatore... non è proprio il posto dove spogliarsi' si disse tra sé e sé, illuminando la via tramite Lumos nel mentre arrossiva un poco, riflettendo sul fatto che, in fondo, non fosse necessario spogliarsi completamente per avere incontri carnali con qualcuno 'E io lo so bene'
    In vero non lo sapeva affatto bene, aveva davvero praticato poco l'arte amatoria, ma i ricordi erano così vividi e recenti da rendere forte quell'immagine e quella riflessione sottesa.
    Sospirò chiedendosi interiormente come fosse possibile che riuscisse a mettersi a disagio pure da solo, poi, scotendo la testa, riprese a salire le scale, guardandosi intorno e tenendosi in religioso silenzio, al fine di rilevare eventuali presenze da opportunamente avvertire.
    Non sentì nulla, sicché continuò la propria salita fino al cielo, entrando infine nell'osservatorio vero è proprio.
    "E' permesso? Prof Salvatore?" non bussò alla porta, ma entrò con discrezione, sbirciando prima da una fessura da lui aperta e poi entrando con tutto il corpo e richiudendo dietro di sé l'uscio. Si guardò attorno e sollevò la bacchetta per aiutarsi in ciò, avendo ancora attivo il Lumos "Manca meno di un'ora al coprifuoco..." disse poi in generale, avanzando senza presentarsi, lasciando che a farlo fossero la sua divisa dei Black Opal sommata alla P che aveva appuntata al petto.
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    Mordred Knightfall Studente

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"



    In ogni detto vi è sempre un fondo di verità, giusto per tirar fuori un semplice esempio citiamo " il tempo vola quando ci si diverte ", era proprio vero! Ma cosa vi era di così divertente nell'osservare il cielo? Mordred a tale domanda non aveva una risposta precisa e a dirla tutta nemmeno lui in prima persona sapeva il motivo per il quale era attratto così dalla volta celeste, specialmente dalle stelle, sembravano una vera e propria calamita per il ragazzo che come ne aveva la possibilità alzava il capo per ammirarle e quale posto migliore se non la torre di astronomia? Certo, era isolata, silenziosa e molto, ma molto alta che gli scalini per arrivare alla cima sembravano infiniti ma lui era li, seduto osservando il cielo con un lieve sorriso a fiori di labbra.
    Gli occhi socchiusi, i capelli scompigliati e ribelli che si muovevano appena cullati dai movimenti del ragazzo e le labbra che si muovevano a loro volta seguendo un ritmo ben preciso e dettato. La mano destra conduceva un concerto silenzioso e visibile a chi, come lui, teneva gli occhi chiusi e conosceva le parole. " Then only for a minute ... i want to change my min-- " le parole però si fermarono ovviamente quando un rumore estraneo quanto improvviso lo colse alla sprovvista, subito questo si alzò, volgendo lo sguardo verso la porta. Aveva disturbato canticchiando? Bhe, probabile ... o forse .. cosa ancor peggiore era forse scattato il coprifuoco? Non voleva certo far perdere punti alla propria casa, non voleva essere odiato in così poco tempo così decise di aspettare ma il ragazzo che si presentò si rivelò essere un suo conoscente, Jesse, il prefetto dei Black Opal, così si mostrò, avvicinandosi e identificandosi con un cenno della mano, l'aver udito che mancava ancora un'ora intera al coprifuoco lo aveva rasserenato e non poco, così si portò la mano destra sul fianco corrispondente inclinando appena il capo tenendo lo sguardo sul prefetto. " Hey, stavo giusto per ... andare, circa! " aveva avuto ben poche occasioni di parlare con Jesse se non i primi giorni dove lui ovviamente era costretto nel spiegare tutte le cose al nuovo arrivato e qualche chiacchierata sporadica ma mai aveva avuto modo di approfondire la conoscenza, così bhe ... il pensiero di poterlo fare in quel tempo era sorto spontaneo! " Avrei ... una domanda se non devi correre via, cosa significa la carica di Prefetto per te? Solo un titolo per ottenere qualche privilegio o qualcosa di molto più grande? " una domanda sicuramente particolare quella posta dal giovane Opale ma la curiosità era troppa. " Ma se devi andare non voglio trattenerti, i doveri di prefetto hanno la precedenza! " aggiunse poco dopo, come se appunto il pensiero di tale evenienza lo avesse colpito in quel frangente, decise poi di non accennare ad altro, attese, in silenzio una risposta o un cenno che poteva aprire o chiudere il tutto.

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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Jesse era un prefetto gentile, che preferiva richiamare al sanzionare, questo perché credeva fermamente nelle regole, ma, al contempo, pensava anche che la giustizia dovesse essere rispettata e non temuta, e se ciò significava sacrificare un po' del suo tempo, per lui andava bene uguale 'Tanto non faccio mai un cazzo!' si disse lui, entrando nella Torre di Astronomia e trovando Mordred intento a godersi la brezza notturna e canticchiando una canzone che non riuscì ad afferrare.
    "Uh, ciao Mordred. Ti godevi le stelle?" Jesse lo salutò con tranquillità ed un tono allegro, del resto egli non stava compiendo alcuna attività illecita e il coprifuoco era ancora a distanza di sicurezza, sicché poteva assumere quell'atteggiamento rilassato, soprattutto poiché si trattava di uno dei suoi primini "Tranquillo eh, il coprifuoco scatta tra un bel po'" precisò nuovamente, protendendo in avanti le mani, cercando di essere il più rassicurante ed accogliente possibile 'In fondo è qui da due mesi, ci sta che possa spaventarsi o avere dubbi o comunque pensare di essere nei guai' che poi erano tutte cose che gli erano capitate l'anno precedente, di gorno, di notte, e in generale nella vita, del resto era famoso per essere per metà ansia e per metà disagio!
    Non conosceva bene il ragazzo, non quanto avrebbe voluto, del resto era ancora impacciato con quella spilla appuntata al petto, non sapendo mai bene come porsi. Mise una mano in tasca nel mentre valutava se trattenersi un poco o andare avanti col giro per non disturbarlo, quando l'altro colse la palla al balzo per una domanda "No, figurati... chiedi pure!" chiese lui, lievemente teso, pregando in cuor suo di conoscere la risposta.
    'Che?'
    La buona notizia era che conosceva la risposta. La brutta era che la domanda lo aveva colto in contropiede, facendo schizzare al cielo le sue sopracciglia nel mentre si chiedeva se quello fosse il modo moderno di approcciare il prossimo 'Uh, sempre meglio di Josh che inizia con le sue parti basse!' pensò lui latamente nella sua testa, inclinando il capo e poi incrociando le braccia. Poi si ricordò che chi aveva davanti attendesse una risposta, o almeno un suo cenno di vita.
    "Mh... per me essere prefetto è un onore, ma lo è perché porta con sé degli oneri, dei doveri" spiegò lui, inclinando la testa di lato "Il corpo docenti ha deciso di credere in me e si aspetta che io li aiuti a far in modo che tutti voi non abbiate problemi e non ne creiate... e per me questo è molto importante, perché io sono cresciuto in accademie militari e so quanto sia importante l'ordine... ma quanto sia anche brutto che siano degli adulti a dirtelo." ammise lui facendo spallucce.
    "Quindi ecco... per me essere Prefetto significa aiutare gli adulti a tenere in ordine questo posto... e aiutare voi non rendendolo troppo brutto!" Jesse concluse quelle parole con un sorriso lievemente imbarazzato, chiedendosi, in cuor suo il perché di quell'approccio abbastanza creativo.
    'Uh, ma perché me lo chiedo e basta?!' ed infatti per un istante sgranò gli occhi e poi indicò l'altro "Come mai questa domanda? Eri Prefetto a Hogwarts? Qualche ragazzo ti ha creato problemi?" domandò lui con gentilezza, non parlando minimamente del suo dovere di rondare: poteva sfruttare quel tempo per conoscere uno degli opali del primo anno, e questo, per lui, non aveva prezzo.
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    Mordred Knightfall Studente

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"



    La prima domanda posta dal prefetto risultò molto semplice, sia da comprendere e sia nel formulare una risposta " Si, trovo che sia una cosa unica! E divertente, se vista con la giusta ottica. " accennò quindi un lieve sorriso mentre si portava le mani nelle tasche. La conferma che per il coprifuoco vi era ancora del tempo rasserenò e non poco il ragazzo che tirò un interno sospiro di sollievo.
    Forse, quella era la serata fortunata del ragazzo, prima era stato avvertito del coprifuoco, era stato trovato dal suo prefetto e questo era disposto al porre una risposta al quesito posto! Questo però, portò ad un risvolto inevitabile della situazione ovvero Jesse che chiedeva a lui qualcosa, nulla di male, era lecito e Mordred prima di rispondere accennò un cenno del capo come anticipazione. " No, non ero prefetto anche se forse sarebbe sicuramente stata un'esperienza unica e no, nessuno mi ha creato problemi ma ti ringrazio per la preoccupazione! " un nuovo e caldo sorriso si fece largo sulle labbra del giovane Opale mentre questo si muoveva, dando le spalle al prefetto, osservando ancora una volta la volta celeste illuminata dalla flebile luce delle stelle e della loro sorella più grande luna. " Sei visto come una figura di riferimento, sei una parte importante della scuola sia per mantenere l'ordine tra gli studenti e far si che questi rispettino le regole e anche per i professori, no? Come hai detto tu il corpo docenti ha creduto in te e sono sicuro che stai svolgendo un ottimo lavoro, il fatto che tu sia qui con me lo dimostra! " perché quelle parole? Quale obbiettivo voleva raggiungere? Bhe, in realtà nessuno! Seguiva semplicemente l'istinto e questo gli stava suggerendo che Jesse era un bravo ragazzo, certo, lo conosceva a stento ma per quel poco che lo aveva potuto osservare all'opera gli era proprio sembrato perfetto per ricoprire quella carica.
    " Posso farti un'altra domanda? " riprese il ragazzo, voltandosi ancora una volta verso la figura del solo e unico altro ragazzo presente nella stanza in quel momento. Attese, creando anche un leggero mistero, cosa avrebbe chiesto questa volta? Quale altra domanda strana e dagli strani significati avrebbe tirato fuori Mordred? " Quanto manca esattamente al coprifuoco? " forse non era la domanda che tutti si aspettavano, ma era sicuramente una risposta che desiderava. " Se abbiamo ancora del tempo che ne dici di fare un gioco? Una domanda a testa, tutti gli argomenti sono disponibili e si può evitare di rispondere. " ed ecco il perché della precedente domanda, era tutto calcolato, come se la logica del ragazzo seguisse uno schema ben preciso che progrediva a step. Il tutto era dettato dalla curiosità del conoscere quella figura maschile che aveva avanti e ... mettersi in gioco a sua volta! Farsi conoscere e stringere quindi un'amicizia o consolidare quel legame flebile. " Puoi iniziare tu, a te la mossa Lighhouse! Accetti la sfida? " così attese due reazioni, la prima ( e quella che Mordred sperava che non accadesse ) era appunto un Jesse che si rifiutava di partecipare al semplice scambio di domande e che tornava al dovere di prefetto, la seconda ( nonché la desiderata dal ragazzo ) vedeva un Jesse che partecipava e ( magari ) entusiasta iniziava con la prima domanda senza perdere tempo. Il fattore tempo però incideva e non poco, come se una grande e invisibile clessidra agli occhi del giovane opale scandisse un tempo che rimaneva ancora un'incognita ( sempre supponendo che il prefetto non avesse risposto al quesito dell'ora ), questo non rendeva Mordred agitato ma bensì ... emozionato! Non conoscere un qualcosa come l'ora in un simile momento dove l'ora era così fondamentale gli dava uno strano pizzico di brio! Forse ad occhi esterni poteva risultare alquanto stupido e inutile come cosa ma agli occhi di Mordred era solamente un qualcosa di più!

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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Gli Opali erano gente solitaria e un po' sui generis, aspetto che un po' rassicurava e atterriva il prefetto, che per natura aveva bisogno degli altri, ma, al contempo, sentiva di non poter essere di aiuto a nessuno.
    "Le stelle sono davvero affascinanti, hai ragione..." disse lui avanzando e avvicinandosi un po' alle finestre per osservare la volta celeste, perdendosi in esse e tornando un po' bambino, quando il padre lo portava di notte ad imparare le costellazioni 'Quando ad astronomia io ero già al programma di terza, tutti non sapevano se odiarmi o amarmi' ridacchiò lui tra sé e sé, sentendo la familiare nostalgia di casa, per quanto lui una unica casa non la avesse, per quanto fosse allo stesso tempo l'unica casa che davvero contava 'La mia famiglia...'
    Le stelle erano sì affascinanti, ma anche il ragazzo che aveva davanti lo era. Come tutti gli opali era terribilmente fatto a modo suo e non spaventato dalla sua natura, tanto da ardire domande bizzarre, ottenendo comunque risposte interessanti "Dovere" disse solo con un cenno de capo ai ringraziamenti di lui, sentendo il suo cuore scaldarsi: quando riusciva a fare qualcosa di buono, qualcosa di utile da Prefetto, si sentiva sempre di toccare il cielo con un dito, come se fosse parte di qualcosa di più grande di lui.
    Seguì lo sguardo del ragazzo alla volta celeste e lo udì far non pochi complimenti alla sua persona, o forse, preferiva lui pensare, alla sua figura. I complimenti erano talmente tanti che dovette ridere per non arrossire "Non mi sento molto come tu dici... nel senso... sono molto più casinista e confusionario di così, però... sì ecco, diciamo che cerco di non ripetere mai lo stesso sbaglio, almeno..." propose lui, ripensando come in effetti per leggerezza avesse più e più volte infranto le regole che avrebbe dovuto difendere, anche se, per ogni volta, in fondo, non riusciva a sentirsi malvagio, ma al massimo sciocco 'Però... le regole servono...' e lui lo aveva imparato fin troppo duramente.
    Non sapeva dire se fosse la persona giusta, a dirla tutta, per essere prefetto, ma sapeva che voleva provarci fino in fondo. Affondando le mani in tasca, volse il capo all'altro in risposta alla sua nuova domanda "Mh? Sì, certo..." chiese lui con sguardo interrogativo, sgranando poi gli occhi alla proposta di lui, tanto da voltarsi completamente nella sua direzione.
    "Oh..." era rimasto un po' frastornato da quella proposta-sfida improvvisa, e lui non era mai stato bravo a mascherare le emozioni 'Cavolo...' pensava intanto lui, non sapendo bene cosa rispondere, anche perché, in fondo, si chiedeva cosa ci fosse di tanto interessante da sapere su di lui. Osservandolo, però, si rese anche conto della verità opposta: cos'aveva, in fondo, da nascondere?
    "Direi che mancano 45 minuti... quindi tra mezzoretta dovresti avviarti... ma potrei accompagnarti io e nel frattempo potremmo continuare il tuo strano gioco... e poi dopo io continuo la mia ronda" ridacchiò lui, comunque lusingato di quella curiosità e, ancora di più, incuriosito di scoprire qualcosa sul nuovo ragazzo.
    Fece spallucce e non fece nulla per muoversi, del resto il tempo era ancora molto, si guardò invece intorno, cercando di pensare e riflettere su cosa poteva chiedere 'Videogioco preferito? Se va a letto coi ragazzi? No aspetta, questo forse è troppo... mh... quale power ranger preferisce?' molte domande, la maggior parte delle quali decisamente idiote e fuori luogo, in suo pieno stile. Alla fine, il suo sguardo si posò sulla volta celeste, sicché rise "La tua costellazione preferita. E perché" propose lui facendo spallucce, sapendo benissimo di averne fatte due, di domande, ma infischiandosene bellamente 'Sono un prefetto: le regole le detto io, no?' si disse infatti, speranzoso che la sua curiosità lusingasse l'altro studente, avviandoli verso una serata interessante e piacevole.
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    Mordred Knightfall Studente

    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"



    Mordred fu ben felice di vedere come il prefetto nutriva una simpatia per le stelle, questo, dopo aver fatto loro un complimento si avvicinò allo studente del primo anno, perdendosi con lui in quella volta celeste così enorme e coinvolgente. Il prefetto, forse modesto e preso dalle adulazioni disse parole giuste, forse cercando di abbassare le aspettative che Mordred aveva di lui. " Non tutti hanno la dote di rendersi conto quando sbagliano, forse sono geloso di te. " accennò con un lieve sorriso sulle labbra e con un tono appena divertito, ma stava scherzando o era serio? Questo non si sapeva dire con certezza, ma era proprio quel pizzico di mistero che rendeva il tutto più emozionante, no?
    Il prefetto, in un primo momento titubante accettò quel gioco annunciando anche il piano che avrebbe seguito ad esso ovvero il ritorno al dormitorio del ragazzo e il continuo della ronda per il prefetto, stesso prefetto che porse subito la domanda, o per meglio dire le domande dato che chiedeva anche la motivazione e non solo una semplice risposta. Mordred rimase in silenzio, osservando la volta celeste come se li vi fosse la risposta alla sua domanda e dopo qualche attimo annuì, avendo trovato la risposta al quesito posto da Jesse. " La costellazione di Orione. rispose, facendo ricadere ancora il silenzio, interrotto solo da un passo mosso dallo stesso ragazzo volto all'indietro, così da avere una visione ampia sia delle stelle che di Lighthouse, inclinò appena il capo per poi sedersi a terra, potendo ancora vedere quello che era al di fuori e dal quale era separato solo da uno strato di vetro ( e da tutti i mattoni della struttura, ovviamente! ). " Ci sono molte leggende e Miti su Orione, il gigante figlio di Poisedone e Euriale, questo una notte cercò di conquistare una ragazza di nome Merope, il padre ovvero re Enopio scoperto il fatto fece accecare il povero Orione che trovò rifugio sull'isola di Lemno dove Efesto, intenerito e impietosito da quanto accaduto al povero lo affidò a Cedalione, suo aiutante che lo portò ad est dove incontrò la Dea Eos che gli restituì la vista, i due si innamorarono e da questo amore proseguirono e si sposarono. Da qui, Orione iniziò, con il cane Sirio ad andare alla ricerca di prede, Artemide, appunto la dea della caccia si unì alle sue battute più volte e nonostante questa fosse famosa anche per la sua castità cercò di trovare l'amore del gigante concedendosi più volte ma senza risultati, per Orione vi era solo la sua Eos che tanto amava. " ancora una pausa, per riprendere fiato e portare le gambe al petto, abbracciandole come se qualcosa lo stesse preoccupando e volesse chiudersi in se stesso. " E poi ... " un lieve sospiro fermò ancora la storia " Artemide scoprì che Orione si era invaghito delle pleiadi, offesa e sconcertata dal fatto la dea mandò lo scorpione per dare una bella lezione a Orione, la bestia entrò dunque nella tenda del cacciatore che dormiva per riposarsi e riprendersi da una lunga e stancante caccia, colpito dal pungiglione velenose poco aveva e difatti morì, Sirio, ebbe la stessa fine dato che tentò di proteggere il patrone ma il pungiglione dello scorpione non conosceva pietà. ... ma vi sono molte altre versioni della sua morte! Certi narrano che sia stato mandato da Apollo tale scorpione per gelosia della relazione con la sorella Artemide.
    La parte che poco mi piace è appunto ... Orione che cerca altre donne! Non capisco che bisogno ... sia, voglio dire, ha già l'amore di una donna che ha sposato, perché dovrebbe cercare attenzioni da altre? Questo non lo capisco ma rimane il fatto che ... escludendo tale parte rimane una delle mie preferite, è anche una delle più conosciute e facilmente individuabile anche solo guardando il cielo!
    era ovvio di come il ragazzo avesse passione per tale materia, il tono tranquillo, la voce sicura che non si fermava, che non incespicava ne era un chiaro segno. Mordred scosse il capo, rimanendo li, come sospeso tra realtà e immaginazione rendendosi conto che aveva monopolizzato del tutto il dialogo tra i due anche se quella era la domanda. " ... chiedo scusa, mi sono lasciato trasportare eheh la risata appena imbarazzata mista ad un lieve e buffo sorriso sulle labbra del ragazzo che inclinò il capo appena in avanti con una mano sulla nuca era l'immagine perfetta del classico Mordred che si scusava per qualcosa che aveva combinato, divertente o no che fosse stata!

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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Gli opali erano una categoria strana di soggetti, tali per cui non sempre era facile inquadrarli, forse anche proprio per definizione. Jesse lo sapeva bene, del resto aveva sperimentato sulla propria pelle (e sui propri infarti) la follia che i ragazzi della sua casata sapevano causare, dalle apparizioni randomiche di Alkos, passando per gli attacchi isterici, nonché violenti e piromaniaci, di Blake, terminando per i baci random di Jessica. Persino i loro capocasata sembravano risentire di ciò, da Lancelot che faceva tutto il posato e poi si faceva sorprendere a consumare droghe a scopo ludico e copulare con la dottoressa/ostetrica di Jessica, e Brian, il quale era semplicemente più letale di qualsiasi nemico mai paratosi loro davanti.
    A Jesse piacevano, anche così pericolosi, tuttavia era innegabile che nell'avvicinare un proprio concasata egli si tendesse lievemente, quasi fosse sempre pronto a schizzar via per schivare quel dato attacco, o scattare in avanti nel tentativo di soccorrere il nuovo aspirante suicida 'Uh... ok!' Mordred, nella sua semplicità, forse lo sorprendeva più di quanto potessero fare tutti gli altri messi assieme, forse anche perché puntò su una strategia che aveva il potere di mandare nel panico più totale Jesse: lodarlo ridacchiando.
    "Ehm.. sì, ehm... grazie..." propose lui, portando una mano alla nuca 'E'... è serio?' già il giovane non spiccava in sicurezza in sé stesso e quel suo ridere lo confondeva ulteriormente, per quanto, alla fine, non potesse che agire prendendo le sue parole cautamente per vere, al fine di non offenderlo fosse stato sincero o farsi deridere maggiormente nel caso stesse scherzando davvero "Diciamo che sono un mago a sbagliare... e che sì, cerco di imparare ecco dagli errori... anche perché sono bravissimo a sbagliare e sarebbe uno spreco non farsene niente, no?" propose sollevando le spalle e sperando che quella risposta potesse soddisfare l'altro.
    Il giovane opale, in vero, non sembrava troppo da conquistare o convincere di qualcosa, in fondo provava un sano e spontaneo interesse verso il prefetto, forse per la sua natura opale, o forse proprio per quella spilla appuntata, tuttavia restava il fatto che non avesse ancora combinato danni in sua presenza, non avesse tentato ancora di baciarlo e nel dubbio stesse persino intavolando una discussione interessante, che inevitabilmente virò in un gioco, bizzarro certamente, forse anche un po' invadente ed aggirabile, ma al quale comunque Jesse accettò di partecipare, essendo lui sempre pronto ad assecondare gli altri per farli sentire accettati 'E poi... sarà una bella occasione per conoscere un compagno di casata no? Sono il suo Prefetto... più so più posso aiutarlo, no?' si disse lui, seguendo l'altro ed osservando cosa egli stesse indicando nella volta celeste in risposta alle sue parole.
    "Orione, eh?" propose lui, seguendo il dito di lui e poi prendendo posto davanti a lui. Si sedette a terra, incrociando le gambe in maniera molto stretta, finendo poi con l'appoggiare le mani sulle proprie ginocchia, inclinandosi lievemente in avanti per udire cosa l'altro avesse da dire in risposta alle sue domande (erano una con commento, ma in fondo restavano due, no?).
    "Uh, cavolo, sei un esperto di miti eh? Mi sembra di parlare con Adamas degli ametrini, sai? Anche lui ne sa sempre a pacchi di queste cose, e infatti mi tira sempre fuori nomi strani o fa strani collegamenti magici simbolici citando cose dell'antica Grecia... che io c ho anche abitato ad Atene, ma sinceramente non ho la minima conoscenza, ecco!" propose lui alando le sopracciglia nel mentre con viso sorridente e piacevole egli gli raccontava di Orione e dei suoi sentimenti travagliati per Artemide, che finirono, come spesso accadeva con gli dei classici, per ritorcerglisi contro fino a trasformarlo in una costellazione (un modo classico per dire morire).
    Il ragazzo parlò molto ma Jesse lo ascoltò comunque per piacere, ridacchiando quando egli fece anche presente come fosse una costellazione di facile riconoscimento "Vero. Mio padre mi ha insegnato prima a riconoscere i due carri, poi Orione... poi siamo passati a quelle più difficili!" fece notare lui, annuendo col capo, iniziando poi ad oscillare lateralmente come un pendolo, forse in risposta alla sua lieve iperattività "E non scusarti... sei bravo a raccontare, sai? Dovresti fare il cantastorie!"
    Certamente il cantastorie non era un lavoro redditizio, e probabilmente non era neanche in cima alla classifica dei lavori da fare da grande per un ragazzo che si spaccava la schiena, e i neuroni, ad Hidenstone, tuttavia Jesse era così: disagio e casualità in formato tascabile e rimase lì, ad osservare l'altro, nel mentre oscillava lateralmente come un pendolo nel mentre attendeva, in fondo, la propria domanda, la quale, dopo diversi istanti, ancora stentava ad arrivare.
    'Uh... chissà cosa mi chiederà' pensava intanto lui, osservando un minimo preoccupato il concasata, per quanto, pian piano, egli realizzò come questi si fosse perso, cosa che man mano lo spinse a deglutire sempre più soventemente nel mentre si chiedeva cosa fare, o meglio cosa dire. Alla fine, dovette parlare, soffocato da quel silenzio "Sì, beh, ecco... cosa vuoi chiedermi a questo punto?" propose lui con un sorriso agitato e tirato "Nel senso... tocca a te no? Maaaa, se tocca ancora a me - o non ho capito il gioco - ecco... potresti dirmi... la tua materia preferita ad Hidenstone!" propose lui, timidamente, scrollando poi le spalle, ancora, stampandosi poi in volto un sorriso gentile, ma curioso, interessato a cosa l'altro avrebbe risposto, anche per capire dove e come potesse, nel caso, aiutarlo.
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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"



    " Sono bravissimo a sbagliare e sarebbe uno spreco non farsene niente, no?"


    Quella semplice frase pronunciata dal ragazzo rimase particolarmente impressa nella mente di Mordred, forse trovando uno spazio nel quale sedimentarsi e rimanere per sempre. Non capì bene il motivo ma venne colpito, annuendo solamente in risposta, aggiungendo solo dopo qualche parola. " Come ti ho già detto, non tutti capiscono i propri errori, non dovresti svalutare questa tua dote! "
    La mitologia era sempre stato presente nella vita del ragazzo e di essa si era fatto una cultura da solo, con il solo aiuto di libri, di film e qualche volta documentari! Erano come favole e Mordred per questo andava matto, come se fosse un bambino, ma in esse sentiva qualcosa, come se fossero speciali e ad essere sinceri nemmeno lui sapeva il perché di tanto accanimento sui vecchi miti ma puntualmente, quando ne aveva la possibilità leggeva di essi, cercava collegamenti e quando ne trovava sorrideva come uno stupido, nemmeno avesse trovato qualcosa di incredibile.
    Forse, troppo tardi si rese conto di aver monopolizzato la conversazione. Lo aveva annoiato? Se ne voleva andare e interrompere il gioco? No, Jesse sembrò in un certo senso apprezzare tanto che gli consigliò di fare il cantastorie e Mordred preso quello come un complimento, era sembre bello sentirsi dire che si era bravi in qualcosa, no? Sorrise, soddisfatto e ben contento di quanto appena successo e di sapere che vi era qualcuno che come lui aveva la passione della mitologia! Il caro prefetto risultò alquanto stranito di non ricevere una domanda affermando addirittura di non aver capito quel gioco, ma qui si sbagliava, lui aveva capito bene, la colpa questa volta ricadeva su Mordred che, fin troppo preso nel narrare il mito di Orione si era dimenticato di tutto e sopratutto che doveva porre la domanda, mosse la testa con un cenno del capo, sorridendo appena come se fosse una maschera per nascondere il lieve imbarazzo dell'essersi dimenticato tale cosa, proprio lui che aveva proposto il gioco! Certe volte pure la testa dimenticherebbe se solo non fosse attaccata!
    " Mi spiace deluderti, caro signor prefetto ma è il mio turno e ora ti chiedo ... " attese, in silenzio per qualche istante pensando bene alla domanda e come formularla, nemmeno si trattasse di qualcosa di così speciale, era un gioco dopotutto ma il ragazzo lo aveva preso seriamente! Improvvisamente il volto si illuminò e l'espressione pensierosa sparì lasciando spazio libero alla tipica faccia di chi ha appena avuto un'idea geniale. " Se tu potessi cambiare qualcosa nella tua vita, qualsiasi cosa, lo faresti? E cosa cambieresti? E sopratutto ... per quale motivo? " prima il prefetto aveva aumentato la posta in gioco aggiungendo una seconda domanda, forse per scherzo e gioco Mordred lo imitò, aggiungendone addirittura una terza! La domanda poteva ... si bhe, risultare strana e forse scomoda, poteva essere un qualche errore, un qualcosa del quale si ha vergogna e così via, forse non proprio una cosa da dire al primo che si trova su una torre di astronomia, no?

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    Black Opal
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    Jesse A. Lighthouse | Prefetto Black Opal
    Sorridente, gentile, colto, intelligente, sagace, ma soprattutto molto alla mano: Mordred stava letteralmente scalando alla velocità della luce le vette delle simpatie di Jesse, e se oggettivamente stargli simpatico non era poi chissà che fatica (praticamente mal-sopportava solo Elisabeth e Cameron e se con la prima stava litigandosi un ragazzo, il secondo era francamente spinoso come carattere), tutt'altra cosa era stargli molto simpatico, farsi adorare: Jesse era un solitario, fatto terribilmente a modo suo e si era circondato nolente o volente di caratteri forti che però amava con tutto sé stesso, sviluppando quasi un elitarismo a riguardo non molto aperto a nuovi ingressi. Ma a Mordred era molto aperto, proprio per quel suo modo di porsi, gentile e un po' disagiato, che riecheggiava in lui come qualcosa di proprio.
    E poi sì, lo stava coprendo di complimenti! Li accettò con una scrollata di spalle, del resto non si chiamava Blake Barnes, quindi riaprì gli occhi, socchiusi durante il gesto, e li posò sul primino, osservandone il sorriso disteso nel mentre imbastiva quel gioco che forse in situazioni diverse lui avrebbe rifiutato, non avendo davvero voglia di parlare con estranei di sé stesso, dei suoi casini e della sua vita non esattamente regolare.
    Ebbe fiducia in lui (ma quella, per quanto lui ra reputasse una cosa straordinaria, era la regola) e venne ripagato con una risposta alla sua domanda assolutamente prolissa e personale, che incantò, stordì ed incantò ancora il Prefetto (sì, parlò talmente tanto che il Lighthouse ebbe tre momenti emotivi consequenziali), che alla fine non sapeva se fosse nuovamente il suo turno o mancasse ancora delle altre parole da parte dell'altro.
    Nel dubbio parlò lui, ponendo una domanda, e in risposta l'altro mostrò un viso un po' mischino, salvo poi riappropriarsi di quello spazio che si era scordato di possedere 'Uh, fico, contraddice un prefetto, è un grande!' pensò lui, dimentico del fatto che il prefetto in questione fosse proprio lui, ovvero un barboncino nano con una P appuntata al petto, tendenzialmente scodinzolante.
    Non si oppose alla presa di spazio da parte del moro, annuì senza chiedere scusa (grossi passi avanti si stavano facendo quella sera), quindi lo ascoltò, sgranando poi lievemente gli occhi alla domanda "Cosa... cambierei nella mia vita?"
    Una domanda strana, in vero, forse non era strano per una volta che Jesse avesse sussultato. Incassò con fatica, sgranando gli occhi nel mentre nella sua mente si formava una risposta chiara 'Tutto... o almeno me?' si disse lui per un istante, spostando di lato lo sguardo, vergognando si di quello che stava pensando 'Se mi sentissero Erik e Blake.... e Josh...' privo di una vera autostima, il ragazzo non comprnedeva come quelle parole fossero davvero sbagliate: provava vergogna e di recente aveva imparato disturbassero le persone che amava, e aveva anche iniziato a capire perché, sperimentando risposte del genere udite dalle persone cui teneva e comprendendone il rabbioso effetto. Comprendeva perfettamente come i suoi amici lo adorassero e non sopportassero che lui si sminuisse, ma lui non poteva farci molto a riguardo, sentendosi di fatto semplicemente in colpa 'Non posso dargli quella risposta... non sarebbe giusto: sono un prefetto...'
    Doveva trovare dell'altro, un'alternativa, o forse, banalmente, qualcosa di più specifico.
    Pensò al casino che era scoppiato tra lui, Elisabteh, Erik, Blake, Jessica e Josh, tutto perché lui non aveva saputo dire all'Evans sono etero, il che era un po' come dire che Maria Antonietta aveva davvero invitato il popolo a mangiare le brioche visto che erano senza pane, ma quantomeno era qualcosa che avrebbe voluto davvero cambiare: avrebbe voluto che Josh fosse gay, che Elisabeth non esistesse 'Uh quello sarebbe fico...' oppure che Erik non lo avesse scoperto in quel modo e avesse finito col litigar con lui. C'erano un sacco di cose che sarebbero potute andare diversamente, andare meglio, ma la seconda domanda dell'opale lo salvò probabilmente dal parlare di quel casino 'Che motivo ho?' pensò lui, riportando lo sguardo sul ragazzo, più deciso, nel mentre dentro di lui cresceva una piccola consapevolessa legata a quei fatti 'Potrebbe cambiare tutto, ed è un casino, ma alla fine... alla fine non è importante no? Nessuno ha fatto del male a qualcuno' beh Jesse la tua runa parabatai potrebbe averla pensata diversamente, eh! 'Nel senso... sono cose... belle, piccole e incasinate... se sono drammi... forse... forse c'è un casino a monte' il che in vero non lo consolò affatto, gelandogli invece il sangue nelle vene, ma consentendogli di giungere a formulare una risposta.
    "Penso... penso che avrei voluto incontrare prima i miei amici... e proteggerli di più... e meglio... da tutti" o forse anche solo da Blake: novanta volte su cento era sempre lui a far danni! "Perché... hanno reso davvero migliore la mia vita... e vorrei... sì insomma, vorrei migliorare la loro... nel futuro, nel presente... e mi piacerebbe farlo anche nel passato ecco!"
    Annuì lievemente, abbastanza convinto della sua risposta, poi si stiracchiò, forse per far qualcosa e nascondere l'imbarazzo "Prima ti ho chiesto della tua materia preferita, ma beh, dopo la tua domanda sembra.. ehm... scema.... quindi... sei fidanzato... o c'è quacuno che ti piace a scuola?" propose lui con un sorriso gentile, sentendosi un po' in colpa per quella domanda così personale, pur non essendo disposto a chiedere di fatto altro: Mordred aveva alzato il tiro e lui non era uno che si tirava indietro, mai, e se quello era il grado di intimità che l'altro pretendeva, lui lo avrebbe accontentato.
    RevelioGDR
     
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8 replies since 30/11/2019, 16:39   129 views
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