Dopo una dura giornata di lavoro...

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    Calypso O'Queen Carpentiere

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    Chiunque avrebbe potuto pensare che un lavoro come il suo fosse eccessivamente pesante, soprattutto per una ragazza, soprattutto per uno come lei, ma Calypso lo adorava.
    Vero, ad un certo orario si ritrovava fisicamente stanca e spesso con dolori ovunque, ma viva come non mai, ed era felice di poter essere d'aiuto a quella comunità dove, dopo anni, si sentiva davvero a casa propria. Lì a Denrise si sentiva parte di qualcosa, finalmente quel vuoto che l'aveva tormentata per tutta al vita sembrava essersi riempito. Non solo poteva vivere vicino al mare ma poteva anche aiutare ad occuparsi delle cosìdette "Drakkar", le famose navi degli abitanti di Denrise, e amava ciò che faceva, davvero.
    La sua vita aveva assunto una solida routine: si alzava presto, andava al cantiere, e la giornata passava veloce mentre cercava di svolgere il suo lavoro al massimo delle sue capacità, per poi uscire una volta che il sole era ormai calato oltre l'oceano. Aveva preso l'abitudine, spesso e volentieri, di recarsi poi in un pub, solitamente i Tre Manici di Scopa, a volte da sola, a volte con il padre (quando tornava dalle sue missioni), a volte con i suoi colleghi.
    Quando non si recava al pub, tornava a casa e si rilassava sui suoi libri, abitudine che non aveva perso nonostante non vivesse più con la madre e non fosse più costretta a studiare.
    Quella sera, tuttavia, le andava una bella burrobirra. Così, una volta uscita da lavoro, salutò i suoi colleghi e, indossata la sua giacca, si recò verso il suo pub preferito, quella sera da sola, o quasi. Loki, il suo mezzo kneazle, che spesso la accompagnava a lavoro, le trotterellava infatti dietro, quasi invisibile dato il colore piuttosto scuro, se non fosse stato per i suoi profondi occhi verdi che sembravano brillare come fari nella notte, cossa di cui il micio andava piuttosto fiero.
    Visto l'arrivo dell'inverno c'era piuttosto freddo la sera, soprattutto vicino al mare, i pub e le locande erano più affollato in quelle sere, la gente finito di lavorara si recava lì per riscaldarsi con un bel boccale di burrobirra e Calypso aveva imparato ad apprezzare quel calore e quella familiarità che le davano quelle serate.
    Si fece largo tra la folla e si avvicinò al bancone, ordinando un bel boccale di burrobirra, mentre apriva la lettera giunta da lei quella mattina da parte di suo padre. Non sarebbe rientrato per ancora qualche settimana, ma le mandava a dire che gli mancava tanto e che, probabilmente, alla sua prossima missione l'avrebbe portata con sé.
    Sorrise.
    Calypso aveva sofferto di problemi di salute in passato e, anche se il lavoro che svolgeva e l'aria di mare le stessero portando grossi benefici, era rischioso per lei vivere avventure come quelle del padre, ma ogni tanto poteva permetterselo e non vedeva l'ora. Ripose la lettera con cura e uscì dalla borsa pergamena e inchiostro per rispondere al padre, mentre le veniva servito il suo ordine.

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    Jonathan Baker | Predone
    La sera era il momento della giornata preferito dalla maggiorparte dei Denrisiani. Quando calava il buio smettevano di lavorare i falegnami, i carpentieri fissavano i propri attrezzi al chiodo, i druidi chiudevano i loro empori ricchi di spezie, pozioni ed erbe curative. Gli unici a rimaner aperti erano le locande che offrivano cibo e divertimento a chi non se la sentiva di starsene a casa e questo Jonathan Baker, proprietario del Canto della Sirena, lo sapeva bene. Gestito da sua madre prima di lui, il Canto era una delle locande d'eccellenza per i rozzi e gli incivili, per chi voleva far lo spavaldo e anche per chi aveva intenzione di trascorrere una serata in piacevole compagnia senza far in modo che le mogli lo venissero a sapere. Tutto bellissimo, quindi per quale motivo era ai Tre Manici anziché nella propria locanda? Per il semplice motivo che quella stessa sera la propria nave aveva fatto ritorno sull'isola. Una cittadina costiera dell'Irlanda aveva richiesto un lauto compenso per sbarazzarsi di alcuni Kelpie della zona, così senza indugiare lasciò la locanda in mano alle sue donne e si gettò all'avventura. Col tempo aveva preso l'abitudine di cenare fuori quando rientrava dal lavoro di predone, insomma quando Jonathan mancava il Canto ne risentiva e solitamente dopo un viaggio in mare non aveva voglia di ascoltare chissà quali problemi avevano avuto in sua assenza.
    All'interno dei Tre Manici era seduto su un tavolo situato in un angolo della sala. Di fronte a sé aveva un piatto di avvincini fritti e del rum dall'aroma particolarmente fruttato che oramai era solito bere come accompagnamento ai pasti. Addosso aveva una maglia di lino azzurra, pantaloni, semplici pantaloni grigi e stivaletti dello stesso colore della maglia, ma di una sfumatura decisamente più cupa.
    Si accorse della presenza di Calypso solo a metà del proprio pasto. Dovrei dirle che la mia Drakkar ha fatto ritorno. Forchettate estremamente rapide furono date sugli avvincini, i quali scricchiolavano sonoramente a contatto con i propri denti. Bevve metà della sua bevanda di colpo - sfidando a tratti la reale possibilità di strozzarsi - prese il bicchiere di rum in mano e si avvicino al bancone.
    Gli avvincini erano ottimi, ma te pare che sto a dieta? Damme qualcosa da stuzzicà, te prego, non famme tornà ar canto co' la fame. Le parole erano rivolte al locandiere di turno, mentre lo sguardo si posò su Calypso e si sedette accanto a lei. Ahò, buonasera. Da come parlava si intuiva come Jonathan Baker non fosse certamente un gentleman. So' tornato poco fa, quando torni a casa puoi dì a tuo padre che la Drakkar mia me sembra intatta? Cioè non voglio dì che so' diventato un carpentiere - due lavori me bastano, li mortacci loro - ma non pare dia problemi. Se vole dargle 'na controllata è ancorata al solito molo.
    Solo in quel secondo momento si accorse che la ragazza stava scrivendo qualcosa. Oh, ma te disturbo? Se sei impicciata te lascio fà.


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    Calypso O'Queen Carpentiere

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    Calypso aveva tanti difetti: poteva pure essere un maschiaccio, poteva essere una testa calda e, spesso, si metteva nei guai, ma non le si poteva certo dire che era maleducata, o almeno non nei confronti di chi non meritava alcun riguardo.
    Era cresciuta come una ragazza colta, una delle poche cose che non aveva in comune con i Denrisiani. Certo, non li conosceva tutti, non poteva dire che non ce ne fossero di colti, e non intendeva certo insinuare che molti di loro non sapessero nulla, in fondo erano esperti in molte cose come l'astronomia, oltre ad essere i maggiori esperti di mare che avesse mai conosciuto, ma come lo stesso Jonathan Baker, la maggior parte non brillavano nel galateo o... beh... nel rivolgersi al prossimo con un minimo di grammatica.
    Con tanta, tanta pazienza, alzò lo sguardo dalla lettera e cercò di rivolgergli un sorriso cordiale.
    Buonasera, signor Baker. No, non disturba affatto. Gli rivolse il sorriso più educato che le uscì, nonostante una persona più attenta avrebbe potuto notare che fosse vagamente infastidita dall'atteggiamento dell'altro nonché dalle sue parole.
    Calypso lo conosceva, almeno vagamente, come diversi predoni. Ovviamente, occupandosi delle drakkar, non poteva non conoscere i nomi dei legittimi proprietari o degli equipaggi, e spesso le era capitato di vederli quado andava a salutare suo padre prima di una partenza o quando andava ad accoglierlo al suo ritorno. Lui stesso, poi, durante le serate nelle varie locande glie ne aveva presentato qualcuno.
    Nel caso di Jonathan Baker, però, il discorso era diverso. Oltre ad essere un predone, l'uomo era anche il proprietario di un'altra locanda: il Canto della Sirena.
    Calypso ne aveva sentito parlare e se ne teneva a debita distanza (diciamo pure che il padre le aveva imposto di non metterci mai piede, non che lei lo avrebbe mai fatto). Lei non era certo il tipo che giudicava a un primo sguardo, sia mai, ma la rozzezza che quell'uomo aveva rispecchiava l'idea che lei si era fatta di quella locanda.
    La cosa che più la infastidiva in quel momento, però, era il fatto che lui non fosse andato a chiederle di dare un'occhiata alla popria nave, ma a chiederle di chiedere a sua volta a suo padre di farlo! Cioè, quel tipo non aveva capito proprio nulla! E pensare che Connor, il padre di Calypso, frequentava spesso (e volentieri) il Canto della Sirena! E lei di certo non voleva saperne il motivo, o meglio, lo sapeva ma cercava di non pensarci.
    Jonathan, evidentemente, non aveva capito che era lei a svolgere il lavoro di Carpentiere e non suo padre. Cosa credeva, che lei non ne fosse in grado solo perché era una femmina o qualcosa del genere? Per fortuna Calypso quella sera non era di cattivo umore o glie ne avrebbe dette quattro, così si limitò a cercare di fargli capire l'errore che aveva commesso, con calma ma con un pizzico di ironia.
    Mi dispiace, ma mio padre è fuori. Come di certo saprai... Sottolineò bene queste parole. ...è il capitano della sua Drakkar, passa più tempo fuori che a casa. Stavo giusto rispondendo alla sua lettera. Ma sarò ben lieta di dare un'occhiata io stessa alla tua Drakkar. Dopotutto è il mio mestiere. Anche queste ultime parole furono marcate dalla ragazza, che lo guardò dritto negli occhi. Non era arrabbiata, non era da lei, Claypso era una ragazza sempre di buon umore, ma di certo era leggermente infastidita.
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    Jonathan Baker | Predone
    Il locandiere sbuffò appena alla critica di Jonathan. Come si permetteva a dir che le porzioni che loro offrivano erano misere? Se il servizio o la cucina non lo entusiasmavano era liberissimo di tornarsene a mangiare nella sua locanda senza pretendere di dettar legge nei negozi altrui. Le faccio preparare una seconda porzione di Avvincini. Affermò con un tono leggermente piccato da quel comportamento, ma comunque orgoglioso della propria risposta. Aveva messo avanti gli affari della locanda ad una seppur appagante poco redditizia vittoria.
    Jonathan annuì e rivolse successivamente la sua attenzione alla figlia di O'Queen. Si accorse del lieve fastidio che recava il suo modo di fare? Assolutamente no, il predone era convinto di aver il temperamento degno di un lord inglese e, diciamolo, non credeva che una persona potesse prendersela per una cosa tanto futile. Purtroppo era fatto così e le persone erano libere di accettarlo o mandarlo a quel paese, ovviamente l'una o l'altra scelta avrebbe portato a delle conseguenze. Ad ogni modo era lì in veste amichevole.
    Perché chiedere alla giovane di suo padre? La risposta era pressoché detta: si fidava dell'opinione di un suo collega, soprattutto se questo era un cliente della propria locanda. Reputava Calypso incompetente nel suo lavoro? Assolutamente no, ciò nonostante dovette ammettere a se stesse che le avrebbe dato molto più credito se fosse un uomo. Però della sua specie è quelle che ce capisce de più de drakkar. Specie? Esattamente, purtroppo non sprizzava modernismo e cultura da tutti i pori, non a caso si definiva un fiero maschilista senza però ammetterlo a voce alta per non urtare quei pochi clienti che avrebbero potuto prendersela perché si acclamavano paladini delle proprie mogli e figlie. E' fori? Cazzo, quel tipo non sta mai sulla terra ferma! Quella notizia gli era del tutto nuova. Solitamente le drakkar partivano per svolgere missioni diverse e la data di partenza era a discrezione dei capitani. Essendo appena tornato avrebbe sì potuto accorgersi della mancanza della drakkar di Connor, tuttavia non ci fece molto caso.
    Calypso ad ogni modo ci tenne a specificare che quello di carpentiere fosse il suo mestiere e Jon annuì mentre il locandiere gli avanzo una ciotola piena di Avvincini fritti. Se ne voi uno non te fa' problemi. Ignorando completamente la forchetta ne prese una manciata con le mani, portandoseli poi in bocca. Se sente che non hanno cambiato l'olio. Scosse la testa, lì erano degli incapaci. Se c'hai tempo me fai contento. Ho chiesto de tu padre perché 'na volta gli ho fatto vedé come er navigato ha sistemato l'albero maestro e diceva che quello della drakkar sua fosse mejo, ma se sei libera se po fa. Tanto non credo de salpare ancora fino ar mese prossimo. In fin dei conti aveva una locanda da portar avanti.
    Fino a quel momento Jonathan stava curando unicamente gli affari propri e ciò forse non era il massimo. Da locandiere aveva imparato che anche gli interlocutori avevano spesso voglia di parlare e quale miglior ascoltatore di Jonathan Baker? Avete un bel rapporto? Ogni tanto parlava di te, ma ero preso a gestire gli ubriachi. Da quando son un predone credo di non aver mai scritto una lettera e mio padre prima de me. Forse si trattava di un'abitudine di famiglia.


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    Ah, allora quel tipo SAPEVA che suo padre era un predone e che era lei, in famiglia, il carpentiere! La cosa non la tranquillizzò, anzi, iniziava davvero a credere che quel tipo non si fidasse delle sue capacità. Il perché era facile da intuire, quando si trattava di uno come lui, almeno secondo lei.
    Ma scosse la testa, non intenzionata ad affrontare il problema, perché si sarebbe innervosita e avrebbe potuto passare alle maniere forti.
    Jonathan le offrì un assaggio dei suoi avvincini ma lei scosse la testa.
    No, grazie, mangerò più tardi. Bevve un altro sorso di birra e finì la lettera per suo padre, piegandola e infilandola nella busta, per poi sigillarla e conservarla in borsa. Glie l'avrebbe inviata una volta a casa, dove il gufo di suo padre aspettava al calduccio, riposandosi dopo il lungo viaggio che aveva dovuto fare. Ma ormai c'era abituato, era cresciuto con suo padre, era solito fare quel tipo di viaggi.
    Calypso ascoltò le parole dell'uomo, interessata. Sembrava che lui e suo padre si conoscessero e che Connor avesse aiutato Jonathan con la sua drakkar, una volta, per questo il predone aveva chiesto di lui. Sorrise divertita. Tipico di suo padre vantarsi della propria Drakkar davanti agli altri.
    Io sto ancora imparando, lo ammetto, ma ormai conosco bene le basi, domani posso dare un'occhiata alla tua Drakkar senza problemi e dirti se è migliore la tua o quella di mio padre. Rise e bevve un altro sorso dal proprio boccale.
    Jonathan le chiese del rapporto tra lei e suo padre, dicendole che spesso Connor parlava di lei quando visitava la locanda di Jonathan.
    Beh, sai, sono cresciuta senza di lui, mia madre non ci permetteva mai di vederci. L'unico diritto che ha avuto come padre, prima che io nascessi, è stato scegliere il mio nome. Ma quando finalmente ci siamo conosciuti siamo andati subito d'accordo! Credo di avere più cose in comune con lui che con mia madre. Certo, è molto protettivo, questo si... come ogni padre con una figlia... credo...
    Solo una volta giunta a metà boccale, ordinò la cena. Piuttosto che gli avvincini, che non era ancora sicura di voler provare, preferì ordinare una semplice bistecca, ne aveva proprio una gran voglia.
    Non si stupì affatto di sentir dire da Jonathan che non aveva mai scritto una lettera, il suo linguaggio non lasciava spazio a dubbi. Sorrise divertita.
    Quando tu sei in viaggio, non ti viene mai voglia di scrivere ai tuoi amici lontani o alla tua famiglia?
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    Jonathan Baker | Predone
    Gli inglesi avevano una pessima stima dei denrisiani. Li definivano rozzi, incivili, bellicosi, disorganizzati e bigotti, tuttavia Jonathan era convinto che il suo popolo possedeva qualcosa che alla maggior parte delle civiltà organizzate mancava: il patriottismo e la collaborazione. Gli stessi predoni non erano come i colleghi d'ufficio inglesi che sembravano più interessati a far la guerra tra di loro a chi supera prima l'altro. I denrisiani si davano una mano a vicenda poiché ogni successo portava fama e gloria alla propria terra e un villaggio che non contava poi di così tante persone pativa non poco la perdita in mare di un equipaggio.
    Capitava così non di rado che i capitani delle Drakkar si dessero dei consigli. Poi, certamente, c'erano caratteri più o meno orgogliosi collegati direttamente alla capacità di riuscir a raccogliere i consigli senza che il proprio ego ne venisse ferito. Jonathan in questo scontro tra bianco e nero rappresentava un bellissimo grigio: non permetteva a nessuno di dirgli come dirigere un equipaggio o come far il capitano, tuttavia per tutto ciò che riguardava la navigazione e il lato più tecnico della nave lasciava parola agli altri. Ognuno aveva il suo e il vero saggio non era chi metteva il proprio becco ovunque, ma chi si limitava ad agire in merito a ciò che era sicuro di saper fare.
    Quando Calypso confermò di poter visitare l'imbarcazione domani stesso, sul viso del locandiere si dipinse un sorriso tronfio. Daje! So' popo contento! Ed ecco che la sua manona afferrò un nuovo pugno di unti avvincini fritti che spedì direttamente nella sua bocca. Bevve qualche sorso del suo rum e un sonoro rutto fuoriuscì dalla sua bocca. Tutta salute. Ok, forse quando gli inglesi davano ai denrisiani degli incivili non avevano proprio tutti i torti, ma il predone si comportava in quel modo perché era stato abituato così e allo stesso modo si comportavano i clienti nella sua locanda. Purtroppo quella era la normalità sull'isola.
    Nel cuore di ogni predone c'era però la propria famiglia. Annuì alle parole di Calypso, comprendendo in parte ciò che aveva vissuto. Il padre di Jonathan era un predone anche lui e praticamente il giovane fu cresciuto in quella stessa locanda che gestiva sua madre prima di lui. Poi accadde l'incidente in mare su una nave che non era la sua e quando era solo un adolescente si ritrovò con una Drakkar in mano che non sapeva gestire. A quell'età non aveva la dedizione e l'impegno di Calypso per quanto riguardava le riparazioni di quel tipo di imbarcazioni, tuttavia ebbe la forza di volontà di mettersi in gioco e di cominciar la vita da predone prima del tempo, infrangendo così il sogno della madre di vederlo frequentar una specialistica in Inghilterra con un posto di lavoro di tutto rispetto. Lei sognava il Ministero e il San Mungo, ma nel sangue di un denrisiano non poteva non scorrere il mare, così intraprese lo stesso percorso del padre.
    Quando noi predoni salpiamo in mare siamo sempre fieri e orgogliosi di noi stessi. Puoi essere forte quando vuoi, ma di notte ti torna sempre in mente chi ti sta aspettando, chi si sta preoccupando per te, chi ti manca. Il fatto che avessero tradizioni estremamente diverse dagli inglesi non voleva dire che il loro cuore fosse di pietra. Quando lo sento parlare di te però si fede che lo fa con orgolio. O forse quel luccichio agli occhi era dovuto al bruciore dell'alcol? Qualunque fosse stato il motivo non parlava di certo male della ragazza e ciò era pienamente comprensibile: sparlare del proprio figlio voleva dire aver fallito come uomo, nonostante la situazione di Calypso fosse piuttosto particolare.
    Se devo esse sincero no, non me viene mai voja de scrive. Ammise senza troppi problemi, inumidendosi poi le labbra grazie all'ennesimo sorso di rum. Non vojo dì che non ce tengo, ma a scrive non so' bono. E non me ne tiene de fa scrive ar navigatore de li cazzi mia. Son er capitano, devo mantené un certo decoro io. Da come parlava era evidente come non possedesse una scrittura poetica, proprio come era comprensibile che un capitano doveva essere colui che spronava l'equipaggio a dar il suo meglio e mostrarsi in un momento così intimo poteva far dubitare sulle sue capacità. Un gruppo per essere invincibile doveva credere che il proprio leader lo fosse.
    Te, invce, hai mai pensato de imbarcarte su 'na Drakkar?

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    Essendo cresciuta in un ambiente ricco, circondata da gente colta e raffinata, Calypso aveva fatto fatica ad abituarsi alla gente di Denrise. Ma questo non significava che non le piacesse stare lì, anzi! Era veramente una boccata d'aria fresca vivere tra gente così... be... semplice.
    Lei non era fatta per il lusso e le ricchezze, per star ferma mentre camerieri, elfi domestici e servitori facevano tutto al posto suo. Lei voleva lavorare, costruirsi da sola la propria fortuna e, cosa più importante, divertirsi, cosa che non aveva mai potuto fare perché "troppo fragile", a detta della madre.
    Non si era mai divertita così tanto come a Denrise e, anche se poteva non sembrare, anche in quel momento si stava divertendo un mondo. Quell'uomo era così diverso da lei che Calypso non poteva non provare simpatia per lui.
    Lo guardò mangiare con una rozzezza completamente diversa dalle maniere educate ed eleganti della gente con cui era abituata a stare che non poté non sorridere divertita e, a quel punto, ordinò anche lei la cena, ma piuttosto che gli avvincini (a cui non era ancora tanto abituata) optò per una semplice bistecca. Ascoltò Jonathan parlare a annuì, sorridendo felice alle sue parole quando le disse che suo padre parlava di lei sempre con orgoglio.
    Anche io sono orgogliosa di lui, davvero tanto... per me rimarrà sempre il capitano migliore di tutta Denrise! Mi dispiace non poter passare molto tempo con lui, recuperare gli anni durante i quali siamo stati tenuti lontani... ma il mare è la sua vita, lo capisco, e sono contenta che si dedichi così tanto al suo lavoro!
    Calypso si illuminava quando parlava del padre. Non poteva desiderare padre migliore, pensava questo quando lo guardava o quando ne parlava, ed era contenta che anche suo padre fosse orgoglioso di lei.
    Certo, immagino che essere il Capitano sia una grande responsabilità. Ognuno comunque ha il suo modo di gestire la propria nave. Papà non è un asso nello scrivere, le sue lettere sono sempre molto semplici e brevi, la grammatica non è il suo forte, ma quel che conta è il pensiero. Adoro ricevere lettere da lui. Ascoltò poi la domanda di Jonathan sul fatto di imbarcarsi su una Drakkar e per un momento dovette sforzarsi di mantenersi sorridente, nonostante i suoi occhi, per un momento, sembrarono intristirsi.
    Diciamo che... non posso. Sperò che Jonathan capisse l'antifona e lasciasse cadere il discorso.
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    Jonathan Baker | Predone
    Sorrise quando Calypso ordinò una bistecca. Denrise era un villaggio portuale costruito su un'isola e solitamente i loro piatti forti erano a base di pesce data la qualità delle materie prime che riuscivano a ricavare grazie all'oceano, tuttavia si ricordò solo in un secondo momento di trovarsi ai Tre Manici di Scopa. In Inghilterra prediligono la carne. A seguito di quel pensiero non poté far a meno di chiedersi da dove arrivasse. Certo, anche i denrisiani praticavano l'allevamento, ma coloro che si dedicavano a tale arte erano estremamente rari, soprattutto se paragonati ai pescatori. Ma ce sta che 'na femmina non gradisce er sapore der mare.
    Si trovò in difficoltà su come commentare le belle parole che la ragazza dedicò al padre, sicuramente era il suo orgoglio. Il mio era 'no stronzo. Questo però non lo disse. Immagino che sia fiero di saperlo. Da come parlava Calypso doveva essere una persona estremamente espansiva, forse un po' troppo per gli standard di Jonathan che di fronte a tanta dolcezza non sapeva mai come reagire.
    Riguardo lo scrivere il suo collega predone proponeva uno stile estremamente semplice e non sempre corretto. Fidate, te n'hai mai letto qualcosa c'ho scritto io. Non era ironico, davvero faceva fatica a scrivere in maniera corretta. Il problema era la grammatica, l'inglese che utilizzava e a volte anche la costruzione delle stesse frasi, influenzate non poco dalla parlata del luogo. Quella di Jonathan era la classica paura di un omone grande e grosso: quella di essere deriso per qualcosa per cui davvero non era capace. Certo, se fosse stato un garzone o un cliente a ridere di lui non avrebbe esitato un secondo a trascinarlo al mare a calci in culo per poi affogarlo, ma se a farlo erano le persona a cui teneva si dispiaceva non poco. Però posso dir a Markab de scrive ar posto mio. Batté due volte le palpebre. Thor impiccato, sono un genio!
    Avrebbe potuto farlo anche la stessa Calypso, purtroppo però c'era un ma: lei non poteva salire a bordo. Non vole portà sua figlia? Il mood con cui aveva detto quelle parole non sfuggì a Jonathan che immediatamente corse ai ripari. Locandiere, oh mio locandiere, portace due rum belli pieni e non ce li fà su quei bicchierini che ar Canto uso come portaceneri. Il locandiere si ritrovò ad accusare il colpo, ma comunque fece come gli fu richiesto: riempì due bicchieri da cocktail di puro rum denrisian che portò a lui e alla donzella. Non se quante te cala er rum, ma famo un brin-di-sì. Finì il bicchiere di rum che aveva iniziato minuti fa e alzò il quello appena preparato. Ehm, alle drakkar? Alle drakkar, ar Canto e a la carpentiera! Se avesse accettato quel brindisi avrebbe cercato di contagiarla con quella sua affabilità e magari avrebbe annegato nell'alcol quel sorgere di un dispiacere che forse non era pronta a parlare.



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    La faccia di Calypso davanti alla parola "Rum" diceva tutto.
    A lei non piaceva. In generale a Calypso piacevano ben poche cose, dopotutto era stata abbastanza viziata dalla madre da quel punto di vista. Le piaceva la birra, e anche il vino, ma non apprezzava molto altri tipi di alcolici.
    Dal punto di vista del cibo, non che non le piacesse il pesce, ma preferiva di gran lunga la carne, per questo aveva ordinato una bistecca e non qualcos'altro, ma così come era stata viziata all'inverosimile, era stata anche istruita come si deve sulle buone maniere, quindi non si azzardò a rifiutare, dopotutto Jonathan si stava comportando bene con lei e sarebbe stato da maleducati.
    Calypso accettò il bicchiere di rum, ringraziando il locandiere con un sorriso gentile, e sorrise anche a Baker.
    Che brindisi sia, allora. Alzò anche il suo bicchiere per poi bere. Sperava solo che Jonathan non glie ne offrisse un altro, le costava già tanto bere quello, non era sicura ne avrebbe retto un altro senza sboccare.
    Nel mentre arrivò anche la sua cena e iniziò a mangiare, cercando di coprire il saporaccio del rum con quello della bistecca. Al sangue, come piaceva a lei, e ben aromatizzata.
    Non guardarmi male perché sto mangiando carne e non pesce. Sono stata cresciuta così. Sorrise, intuendo quello che era stato prima il pensiero di Baker, e continuò a mangiare, facendo attenzione a ingoiare prima di aprire bocca. Dopotutto, non si parla con la bocca piena.
    Dimmi, Baker... come mai tu hai deciso di diventare un Predone? E' sempre stato il tuo sogno?
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    Jonathan Baker | Predone
    Purtroppo per Calypso, Jonathan non si accorse minimamente dalla reazione non verbale che ebbe il volto della ragazza non appena nominò la parola rum. Era denrisiano, era uomo, era predone. Come poteva anche solo contemplare che al mondo esistessero persone che non amavano il rum? Ok, forse alcuni lo amavano più di altri, ma il solo pensare che a qualcuno potesse non piacere era assurdo.
    L'oste non si fece ripetere l'ordine, infatti prese due bicchieri puliti e li riempì fino al midollo prima di offrirli ai due ragazzi, lasciando poi a Jonathan il compito da comportarsi da cavaliere, proponendo un brindisi volte a scacciar via i cattivi pensieri, sottolineare una compagnia in fondo piacevole per quella sera e magari sancire il possibile inizio di un'amicizia. Da come era andata la loro conversazione fino a quel momento Jonathan non poteva dir di provar antipatia per lei e in fondo anche se fosse stato non poteva certamente discutere con la figlia di un suo collega e cliente. Poi fa anche la carpentiera e gli amici carpentieri fanno sempre comodo. Un sorriso spavaldo fuoriuscì dal proprio volto non appena Calypso afferrò il bicchiere e si unì al brindisi. Jonathan scolò il liquido ambrato in una manciata di secondi, la ragazza invece parve far più fatica e spezzò il sublime sapore della bevanda prodotta proprio sull'isola con vile carne. La stava guardando male? Ok, forse un pochino sì, ma era un'azione dovuta più per la contaminazione del rum che per la preferenza sul loro pescato del giorno.
    Poi giunse un domanda piuttosto personale e lo sguardo del denrisiano si spostò sul bicchiere vuoto. Son voluto diventà Predone perché mio padre le era a sua vorta. I predoni altre a cacciare e a razziare si occupano pure della difesa dell'isola e di spedizioni di soccorso. Diciamo che è il modo migliore per dar il mio contributo all'isola. Ovviamente c'era anche l'amore per il mare, la voglia di partire all'avventura e sotto sotto essere il comandante e quindi dar ordini gli piaceva. Questi ultimi dettagli però preferì non dirli, magari più avanti avrebbe avuto modo di palesarli.
    E' stata una compagnia piacevole, ma ora devo andare. Non so in che condizioni è la mia locanda, quindi direi che ci si vede domani al porto. Disse, alzandosi poi in piedi, salutar anche l'oste ed uscire dalla locanda.


    RevelioGDR
     
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9 replies since 22/11/2019, 13:05   149 views
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