Incendio!

Blake&Brian

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    Blake Barnes aveva un grande problema. Solo uno? No, non solo uno, ma uno era più grande degli altri. Lui non sapeva perdere. Il suo ego, il suo orgoglio, il suo stesso essere non gli permetteva in alcun modo di riuscire a perdere o a passare sopra ad una qualsiasi cosa che sentiva e a lui non stava bene. Provocare Barnes era così tanto facile che ci sarebbero riusciti tutti, l'unica cosa era che non tutti erano così stupidi da farlo. Blake era un tipo che socializzava - a modo suo - con tutti. Non era razista, non gli interessava l'orientamento sessuale o religioso delle persone, lui era molto a pelle. Se gli stava simpatico allora gli eri simpatico, se ti riteneva antipatico, stupido o vagamente "inferiore", Blake sapeva essere uno stronzo di prima categoria. Il primo anno aveva fatto in modo e maniera di far capire all'intrno dell'accademia chi comandasse o comunque a chi non dovevano rompere le palle. Era pur sempre un ex Serpeverde e i Black Opale non erano da meno. Aveva una personalità forte ed un carattere del cavolo e non si sarebbe mai fatto i fatti suoi. Era andato spesso in punzione ma ancora non aveva combinato qualcosa di veramente grosso. Il fatto era che prima o poi sarebbe successo, ma il punto era che adesso gli era cambiato il direttore di casa e mentre Lancelot Olwen cercava di spiegargli le cose che andavano fatte e quelle che non andavano assolutamente fatte con una certa diplomazia... beh, non era certo che questa volta sarebbe andato in quel modo. Blake non aveva mai tenuto a nessuna ragazza come stava succedendo con Lilith. Sapeva che nello stesso momento in cui decideva di "dedicarsi" interamente ad una ragazza la sua vita sarebbe peggiorata. Il suo modo di fare da bulletto si sarebbe amplificato, il suo non saper gestire in nessun modo le emozioni e trasformarle tutte in rabbia sarebbe diventato ingestibile. E quindi, quella mattina, dopo aver lasciato un occhiolino alla riccia che era andata a lezione non si sapeva bene di cosa, aveva fatto il brutto errore di sentire dei commenti poco felici sulla stessa. Erano Dioptase, ed era lo stesso stronzo che stava per picchiare Ayla a Mielandia. Blake sapeva che non aveva scelto la ragazza meno visibile della scuola, Lilith era sempre stata bella, era sempre stata altezzosa e si era sempre fatta notare. Conosceva molti ragazzi che avrebbero voluto stare al suo posto e non aveva mai avuto una reazione del genere. Poteva sopportare che le guardassero il sedere, che apprezzassero tutto, ed anche che le chiedessero di aiutarli a studiare. In quanto Prefetto della sua casata, era un compito che doveva svolgere e Lilith era una di quelle che era perfetta quando faceva qualsiasi cosa. Ma a tutto c'era un limite. Sentire certi commenti sporchi sulla ragazza di cui si era innamorato perdutamente era troppo. Blake non avrebbe mai ammesso davanti a lei quello che provava, ancora non ci riusciva, ancora non riusciva a buttare fuori le sue emozioni come aveva fatto lei fuori la cabina! Sicuramente si vedeva che era preso dalla dioptase per gli atteggiamenti che aveva e sopratutto quelli che aveva smesso di avere. Era sempre il solito Blake che faceva battute in appropriate a tutte, ma non aveva mai detto così tanti no nella sua vita.
    Quando Lilith se ne era andata completamente, sentì semplicemente un risolino ed un semplice Hai visto la sua foto in costume? Quante cazzo di seghe mi ci sono sparato sopra! Posò la sua tracolla firmata vicino al muro, andò verso quel ragazzino e gli mollò un cazzotto in pieno viso. Lui cadde a terra. Non poteva non sapere che Lilith Clarke era la fidanzata di Blake Barnes, e se non lo sapeva da quel giorno lo avrebbe saputo. Non poteva parlare così della sua ragazza e per tantissimi motivi, il primo era che Lilith non se lo meritava, era bella ma non aveva mai fatto la troietta con nessuno e due.. che cazzo di rispetto aveva quel tipo per le donne. Cadde a terra, ma Blake era arrabbiato, cazzo quanto si era arrabbiato. Lo fece rialzare e gli diede ancora un altro pugno. Il ragazzo si riuscì a difendere e gli diede un cazzotto in pieno viso per farsi lasciare. Gli aveva spaccato il labbro. Sogghignò. Io ti giuro, che se ti sento parlare così di Lilith di nuovo... io ti ammazzo. Aveva lo sguardo arrabbiato. Blake non era per le cose pacifiche, Blake non era per le cose moderate, per Blake le cose o bruciavano o gelavano. Aveva il fuoco negli occhi e non avrebbe mai e poi mai considerato la possibilità di finire tra le mani del guardiano della scuola, quasi legato. Lo stava seriamente massacrando di botte, ma non sarebbe rimasto tantissimo in infermeria, non quanto Blake sperava davvero però, a quel punto, rischiava seriamente una bella sospensione. l'amico del ragazzo aveva allertato subito qualche adulto che era prontamente inetervenuto. Non era neanche una settimana che era a scuola e già era stato portato di peso da Brian Ensor. Nel suo ufficio, ancora con le mani sporche del sangue del labbro di quel ragazzo. Quando entrò in quella stanza il professore ancora non c'era. Gli chiusero la porta alle spalle e lui non fece altro che dare un pugno a quel legno. In quel momento il dolore non lo avrebbe sentito neanche. Cazzo! Ensor non era Olwen. Non sapeva a quel punto se essere incazzato perchè non lo avevano portato da Olwen, perchè lo avevano fermato, perchè Lilith si ostinava a mettere foto mezza nuda su instagram o perchè sapeva benissimo che non sarebbe mai riuscito a mantenere la calma!
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Brian non aveva un'ottima opinione dei suoi studenti. Era solito definirli come una massa di scimmie in pieno sviluppo ormonale e, seppur tutti i suoi colleghi erano convinti che esagerasse, era certo che qualcun altro era del suo stesso parere. Insomma, la scuola poteva vantare di una ragazza del secondo anno incinta - manco fossimo una di quelle serie innovative con la teen mum di turno - due prefetti su tre possedevano il medesimo quoziente intellettivo di un dugongo e Blake cercava l'espulsione ogni tre per due.
    Non fu una sorpresa quando uno degli studenti più grandi gli chiese se potesse recarsi presso il proprio ufficio per l'ennesima malefatta generata dall'Opale. Ma io me la prendo con quella megera del cazzo. Fanculo, gli studenti, i prefetti e la Bukre! I Barnes devono aver pagato alla maledetta un attico a New York altrimenti non si spiega come fa ad essere ancora in Accademia. Avrebbe davvero voluto espellerlo? Sì, proprio come ogni altro singolo studente, purtroppo però lui non era il solo a decidere. E pensare che c'è chi è rimasto sorpreso a non vederlo come prefetto. DEFICIENTI, ECCO COSA SIETE! Stava esagerando? Forse un pochino, ma per proporre Blake come prefetto non dovevi aver capito nulla della vita. Finisco la lettura di questo paragrafo e arrivo. Tanto ormai lui è di casa nel mio ufficio.
    Brian si trovava in biblioteca ed era alle prese con un libro riguardante le creature oscure su cui gli studenti più grandi avrebbero dovuto sostenere l'esame e, detto francamente, non aveva voglia di recarsi nel proprio ufficio. Era certo di affrontare una di quelle conversazioni già fatto e come accadeva ogni volta nessun insegnamento venne appreso.
    Pur di controvoglia il docente mantenne la sua parola. Mise un segnalibro e lasciò il tomo sul tavolo, accingendosi a raggiungere la propria aula. Durante quel percorso gli studenti cercavano di non incrociare mai il suo sguardo, anzi acceleravano il passo per non ritrovarsi di fronte al classico dubbio che si provava di fronte ad un uomo come lui: lo saluto o no?
    Eppure all'apparenza non sembrava il demonio. I capelli erano perfettamente ordinati come loro solito, il petto era coperto da una semplice camicia bianco avori, sotto la quale la cintura in pelle si serpente era risaltata da dei pantaloni eleganti blu scuro. Sembrava pronto per una cena, ma forse per una volta l'apparenza non era del tutto sbagliata. Sì, è una cena e Barnes sarà il mio pasto.
    Aprì la porta del proprio ufficio e non si preoccupò di salutare lo studente che era già presente. Si mise seduto sulla sedia al di là della scrivania e continuò a non dir nulla.
    Lo osservava con occhi di fuoco, un sorriso che non prometteva niente di buono e una postura impeccabile, come se il proprio portamento suggeriva quanto fosse rigido. Barnes, nel caso in cui tu non lo abbia notato, non amo essere disturbato nel bel mezzo del mio tempo libero. Per il docente già quella era una motivazione più che valida per liberarsi di lui. Quindi che ne dici se ti punisco direttamente ed evitiamo tutta quella parte in cui tu mi spieghi cos'è successo ed io fingo di crederci? Tanto qui siamo noi due e, detto francamente, di come sono andate le cose non me ne frega un cazzo. Poteva sembrare stronzo? Ad un occhio inesperto sicuramente sì, tuttavia c'era anche della filosofia dietro ciò che diceva. Gli studenti dicevano qualunque cosa su di lui. Se la preside doveva dar retta ad ogni cosa che le dicessero persino Olwen sarebbe stato considerato come un dannato peccatore! Ecco, Brian faceva di questa certezza la sua forza. Non aveva scrupoli con gli studenti che gli capitavano a tiro, tanto si sarebbe difeso sempre con le solite storie: i ragazzi esagerano, hanno ingigantito la cosa, lo dicono per giustificare un brutto voto a lezione. Alla fine è la mia parola contro la loro.
    A Blake propose di tagliar corto, in quel modo entrambi avrebbero risparmiato tempo e Brian sarebbe tornato a far ciò che stava facendo, mentre Blake, beh, doveva un attimo pensarci. Non voglio che diventi un'abitudine. Forse per quello era un po' tardi. Devo distruggerlo. Ok, se fosse riuscito a raggiungere l'obiettivo, si sarebbe disfatto di più della metà dei suoi problemi in accademia.




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    Doveva ammettere che ultimamente era i uqell'ufficio una volta si e l'altra pure. Non sempre per le stesse cose e non sempre per cazzotti tirati. Ci era stato per aver risposto ad un prefetto, per aver preso in giro un ragazzino del primo anno, per essersi addormentato a qualche lezione, per aver violato di qualche ora il coprifuoco. Nulla di importante e sinceramente nulla di noto, ma questa volta era differente. Temeva Brian. Lo temeva tanto quanto lo ammirava. Voleva fare colpo su di lui neanche somigliasse a Lilith (?) ed allo stesso tempo voleva fare colpo su di lui con quelli che lui riteneva i suoi stessi atteggiamenti. Ma sapeva che fare lo stronzo con Ensor equivaleva ad essere appesi con una corda al collo con una sedia traballante a fare da divisorio tra la morte e la vita. Insomma sarebbe stato un suicidio. Non voleva che lo chiamassero, o almeno voleva prima calmarsi per conto suo e poi parlare con il professore, di nuovo. Ma il punto era un altro: quella volta era davvero, ma davvero arrabbiato. Il sentimento più comune di Blake era l'ira, ira che riusciva a manifestarsi in maniera diversa in ogni occasione possibile: poteva diventare strafottente, poteva diventare arrogante, poteva diventare una persona violenta e poteva diventare la persona più molesta del mondo. Quando sentiva la rabbia montare dentro di lui era sempre qualcosa di ingestibile e completamente instabile. Avere un professore come Ensor che si amava ed odiava allo stesso tempo, davanti a lui in quello stato, razionalmente sapeva che non era la cosa giusta. Ma ehi, se Blake avesse avuto un millesimo di razionalità ha dispetto della sua impuslvità, molto probabilmente non avrebbe ammazzato di botte quel ragazzino e non si sarebbe ritrovato a fare esattamente quello che fece.
    Brian era entrato, si era seduto ed era rimasto in silenzio. Blake quasi non ci aveva fatto caso e tirò un altro pugno a quella porta che si macchiò leggermente di sangue della sua mano. Non gli importava se doveva tornare da Skyler, ma quello era troppo, davvero. Quando sentì la voce del professore non fece altro che voltarsi verso di lui. Aveva gli occhi ancora rossi di sangue e di rabbia, avrebbe spaccato tutto l'ufficio se solo avesse avuto il coraggio e poco rispetto del suo professore. Non volevo disturbarla, non era mia intenzione, è la stupida regola di questa stupida scuola di portarci al nostro direttore di casata per ogni stronzata! Davvero la sua bocca e le sue corde vocali erano semplicemente distaccate dal suo cervello o comunque dalla sua coscienza che stavano cercando di fargli capire che rispondere così tanto male ad Ensor non lo avrebbe fatto stare meglio. Ensor era una persona determinata, stabile e sopratutto sapeva esattamente quello che voleva ottenere e sicuramente come fare. Sgghignò. Era quello che gli piaceva del suo professore: era diretto, era schietto e lo adorava, ma quella non era la giornata giusta. Sicuramente non per Blake, ma a quanto pareva era la giornata giusta per Ensor! Blake si stava servendo come cena su un piatto d'argento. Può punirmi, può rinchiudermi dentro le segrete con un dissennatore, più fare quello che vuole. Ma se qualcuno avesse offeso in maniera pesante la sua amichetta del campus, lei cosa avrebbe fatto? Ricordava esattamente cosa era successo al campus quell'estate, quando quella ragazza rossa era andata in suo soccorso e poi, diciamoci la verità, se una ragazza andava in soccorso ad Ensor voleva dire solamente che era peggio di lui! Se solo avesse saputo che Alyce conosceva suo fratello, oltre che Ensor. Aveva veramente la rabbia negli occhi. Per lui era successa una cosa gravissima, ma infondo aveva 17 anni! Cosa ne sapeva davvero delle cose gravi? Eh poi gli stava dando del lei al suo professore no? Quello era comunque rispetto. Aveva ancora la mano sanguinante.
    Lo so che non gliene frega un cazzo, e francamente se fossi in lei, la penserei nello stesso modo... mi prenderò la mia punzione ma se rivedo quello stronzo vicino a Lilith un'altra volta, allora dovrà scavarmi una fossa e seppellirmici dentro, perchè io lo ammazzo! Almeno era stato chiaro nelle intenzioni che aveva. Era innamorato di Lilith? Certo che lo era, ma il punto era la mancaza di rispetto e la gelosia e sopratutto, la paura di perdere un'altra persona importante per qualche coglione. Ovviamente tutta questa analisi non era stata minimamente fatta da Blake. Per quanto potesse essere un ragazzo intelligente e brillante, aveva 17 anni, era in corso la sua prima cotta, e non ci stava capendo letteralmente niente. Se avesse avuto solo qualcuno che gli avesse fatto educazione sentimentale, sarebbe stato tutto molto differente. Ma infondo lui era fatto così! Non riteneva di essere in tornto e non riteneva neanche di esagerare con le parole e con le domande verso il suo professore. Forse Blake era l'unico talmente tanto assurdo e egoriferito da non distogliere mai lo sguardo da quello del suo professore. Quando lo vedeva per i corridoi quasi gli si illuminavano gli occhi. Per lui Brian Ensor era un modello da seguire, e lo avrebbe fatto davvero. Infondo se gli aveva fatto quella domanda era perchè, in fondo in fondo, pensava che Brian avesse fatto la stessa identica cosa. Blake si ritrovava in un assurdo paradosso: su una spalla aveva l'angioletto Lancelot Olwen con tanto di tunica bianca e aureola in testa che gli diceva che doveva calmarsi, che le cose si sistemavano con il dialogo e la pazienza, e all'altra spalla aveva un diavoletto Brian Ensor con tanto di calzamaglia rossa e forcone che lo istigava a fare cose assurde. Adorava entrambi i professori... ma in maniera diversa. Fose doveva scegliere come mentore Guymoore. Rimase con i suoi occhi azzurri troppo chiari puntati in quelli scuri del suo professore in attesa di qualche fulmine che lo uccidesse. Ma infondo lui era così, non poteva scappare da ciò che era. Forse era esagerato, forse a Blake Barnes serviva seriamente un bagno nella cruda realtà o forse, prima o poi, sarebbe stato premiato per il suo "coraggio"e la sua sfacciataggine, ma Ensor ci poteva scommettere che tutto quello che lui diceva, il biondino lo ascoltava, peccato che lo applicava secondo le sue interpretazioni personalissime.
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Brian era solito capovolgere una clessidra che contava esattamente cinque minuti ogni volta che un ragazzo si presentava nel suo ufficio e quando la sabbia terminava la conversazione tendeva a finire in un modo o in un altro. Quella volta non aveva voglia di capovolgere l'oggetto, poiché sapendo che il soggetto in questione fosse Blake era forse il caso di velocizzare il tutto.
    Passò così da un'occhiata superficiale ad una più attenta. Il rossore che contornava il suo volto, gli occhi poco calmi e anche solo il fatto che non avesse già cominciato ad accampare scuse e giustificazioni era sintomo che qualcosa di strano era accaduto. Ascoltò le sue prime parole e ruotò gli occhi al cielo. Se voleva lamentarsi del sistema scolastico il docente di Difesa non era di certo la persona giusta. Immagino che ciò capiti perché sono responsabile di ogni cosa che fate voi Black Opal, ma è possibile chiudere il cerchio sul nascere, evitando di far stronzate.
    Sotto un certo punto di vista preferiva essere diventato il direttore di quella casata, gli ametrini erano troppo esaltati e il fatto che spesso e volentieri facessero cose senza pensare lo metteva in difficoltà, poiché nel loro caso era certo che combinavano danni senza volere. Con i Black Opal, invece, le cose erano estremamente diverse.
    Fu dopo pochi secondi che giunse l'inesorabile motivo per cui era stato chiamato. Sempre la stessa prassi: perché gli altri lo avevano indotto a comportarsi male, cosa aveva fatto di male e giustificazioni che avevano lo stesso peso di non potevo far altrimenti o ma io sono fatto così. Era necessario analizzare con fredda razionalità la questione: qualcuno doveva aver offeso la ragazzetta di Blake. Potrei vomitare. L'Opale osò anche chiedere allo stesso docente cosa avesse fatto nei suoi panni. Io? Beh, nulla. Alyce è abbastanza tosta da difendersi da sola e se così non fosse sta pure sicuro che avrei mantenuto la pazienza perché anche nell'ipotetico caso in cui volessi vendicarmi - e con ciò non sto dicendo che sono un tipo che tende a vendicarsi - lo avrei fatto quando saremo stati soli, in maniera tale che nessuno avrebbe potuto incolparmi di qualcosa. Tutto ciò fu detto con un tono estremamente serio e in fondo era anche il punto per cui a volte non sopportava Blake. Voleva far le cose a modo suo? benissimo, ma che evitasse di essere beccato altrimenti disturbavano il docente. Ovviamente stiamo parlando in via molto ipotetica. Ah, inoltre l'anatema che uccide offre davvero un sacco di usi. Tre secondi, poi scoppiò a ridere. ovviamente scherzo, era una battuta. Insomma, mi ci vedi ad uccidere qualcuno?
    Solo dopo apprese che la ragazza offesa fu Lilith. Ah, quella che se la prende con le ragazza incinte, un vero angelo. A dir il vero non era affatto sorpreso che i ragazzi ironizzassero molto sul suo comportamento. Quale ragazza scampava a questo destino? Era certo che ogni giorno almeno tre ragazze venivano in qualche modo prese per il culo, subivano tradimenti o venivano minacciate perché il loro bambino faceva troppo chiasso di notte. Ebbene sì, alcuni si erano lamentati anche di Jessica. Barnes, io non ho nessun problema a scavarle la fossa e a seppellirla, dico davvero. Anzi, forse una notte ho anche sognato di farlo, ma non le pare di esagerare? Non le dico di denunciare la cosa ai prefetti o a un direttore di casata che non sia io, so che sarebbe inutile. Beh, in fin dei conti i metodi di Ensor riscuotevano sempre un discreto successo. Ma ciò che ha fatto - ora era evidente, aveva inoltre spostato lo sguardo sulla mao ferita del ragazzo - non risolve di certo le cose. Crede che ora ci penseranno due volte prima di prendere di mira la Clarke? Cazzate, lo faranno e forse anche con maggiore senso di causa. Era quello il grande problema di Blake: non comprendeva che ad ogni sua azione con corrispondeva sempre e solo la migliore reazione possibile.
    Inoltre, mi delude ammetterlo, mostrando così la sua rabbia non ha fatto altro che garantire a quei ragazzi un'arma in più. Ora sanno che se vogliono farla arrabbiare o ferirla, beh, basterà prendersela con la Clarke. Il ragionamento non faceva una piega, ma non si aspettava che Blake potesse capirlo in pieno. Brian aveva imparato quegli interessanti dettagli della mente umana da quando aveva cominciato a praticare quella che in diritto veniva chiamata estorsione. Sotto la minaccia di far del male alle persone a cui un'ipotetica vittima teneva, questa avrebbe fatto pressoché di tutto. Volevamo parlare di istigazione alla rabbia? Quando parlava di affari i negozianti perdevano la loro lucidità se solo avevano anche il minimo sospetto che i propri cari erano a rischio. Ecco, in quel momento era chiaro ai suoi occhi come Lilith fosse un suo punto debole.


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    Sentire il suo professore parlare di quelle cose, lo stava seriamente calmando. Lui prendeva spunto da Brian in maniera assoluta. Il fatto che lui non avrebbe difeso Alyce - allora è così che si chiama!- perchè la riteneva forte era una cosa a cui lui non aveva pensato. Insomma si, anche per lui Lilith era forte, ma gli dava fastidio che qualcuno potesse pensare a lei nello stesso modo in cui la pensava lei. Adesso il punto era. A Blake non piceva essere uno dei tanti, aveva collezionato tante ragazze che lo avevano fatto sentire speciale, ma il problema era che a lui non gli interessava niente di loro. Lilith era bella, popolare e ci sapeva fare, aveva quel suo caratterino assurdo che attirava veramente molti ragazzi a lei, in più aveva un fisico molto bello e la cosa a Blake era sempre piaciuta, ma ultimamente un pò meno. Non si era mai sentito così geloso di una persona, come se qualcuno potesse essere meglio di lui. No, Blake non soffriva assolutamente di crisi di autostima, ma aveva fatto avvicnare Lilith troppo ed adesso ne stava pagando le conseguenze. Lui era così, lui era fatto in quel modo e non voleva cambiare per nessuna, ma il punto era: Lilith lo avrebbe accettato? Alzò un sopracciglio quando Brian ci tenne a prescisare che lui non era un tipo che si vendicava. Professore, con tutto il rispetto, ma non ci crede neanche lei al fatto che non è un tipo vendicativo! In realtà voleva solamente pensarlo, ma che ci poteva fare? Oramai lo aveva detto! Non replicò per niente sul fatto del "non fare stronzate", anche in quel caso, ma chi ci credeva che Blake non avrebbe più fatto stronzate? era impossibile una cosa del genere! Insomma non era da lui, e lui non aveva intenzione di snaturarsi per fare un favore a qualcuno. Eravamo soli! Il fatto che sia venuto qualcuno a fermarmi è stato un bene, se no adesso c'erano i dissennatori alle porte di Hidestone perchè lo avrei ammazzato di pugni! Ma non lo disse proprio con orgoglio, questa volta. Insomma lui non voleva fare del male a quel ragazzo, voleva solamente che non dicesse certe cose della sua ragazza, almeno non in sua presenza! Davvero? Chiese poi curioso sul fatto che l'anatema che uccide offrisse un sacco di usi! E lui che pensava che potesse solo uccidere. Come ad esempio? Insomma è interessante... non che io potrei mai uccidere qualcuno! Credo! Aggiunse poi più per se stesso che per il suo prof. Poi alzò di nuovo il sopracciglio. Ha una pallida idea di quello che si dice di lei in questa scuola? Cioè... le leggende che si raccontano su di lei, vanno ben oltre l'omicidio! Comunque io credo che il potere di levare una vita sia uno di quei poteri che si dovrebbero possedere se si vuole veramente essere ricordati! Il problema di quella frase era che Blake non lo stava dicendo per compiacere in qualche modo Ensor, ma perchè lui ne era convinto! Un pò come il saper ridare la vita o curare. Era l'altra faccia della medaglia. Era chiaro che chi sapesse curare una persona, sapeva anche come ucciderla. MA questa cosa la tenne per se. Su quel punto non era d'accordo. Professore, non crede che la prossima volta che mi incontreranno avranno paura di me? Era quello lo scopo! Non il fatto di mostrarmi debole, in quel caso non sarei dovuto essere così stupido da prendermi una cotta per la Clarke! Non sapeva esattamente se quello che aveva detto aveva veramente senso, ma si sentiva in un area di confort e quindi dava fiato alla bocca senza pensare minimamente. No, Blake, forse, era l'unico alunno che non aveva paura di Ensor. Lo temeva, certo. Ma non ne aveva paura, anzi! Lo idolatrava neanche fosse il professore più buono del mondo, e sia chiaro, Blake non riceveva nessun tipo di favore da nessuno. Anzi, possibilmente, visto che era una testa di cazzo, tutti i professori tendevano ad essere molto più severi e rigidi con lui, rispetto ai suoi compagni. Sospirò alle ultime parole del professore. Ecco, adesso si che aveva ragione. Infondo sarebbe stato così facile farlo espellere da quella scuola che... Strinse il pugno ancora leggermente sanguinante, lo guardò, sogghignò e poi tornò a sostenere lo sguardo del suo mito. Allora mi insegni lei come si fa. Io non voglio essere vulnerabile e non voglio rinunciare a Lilith. Voglio solo continuare ad avere il mio posto di supremazia. Quando ero ad Hogwarts nessuno si sarebbe mai permesso di dire una cosa del genere su una ragazza che mi scopa... con cui stavo, ecco. Quindi voglio che sia di nuovo così e se i cazzotti qui dentro non funzionano... beh, mi insegni ad essere stronzo come lei... Si, gli aveva detto che era uno stronzo, ma era preso dalla foga del suo discorso!Si era già corretto una volta, una seconda volta sarebbe stato impossibile!
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Brian si comportava spesso con fare distaccato ed estremamente razionale, lasciando poco spazio a robe stupide come l'affetto, le emozioni o la comprensione. Come insegnante si trovava in una posizione di potere rispetto ai ragazzi ed era sicuro di voler far in modo che i suoi studenti non se ne dimenticassero. Sicuramente era stato giovane anche lui, aveva avuto le sue incomprensioni, vissuto le sue ingiustizie e portato a termine le sue battaglie, tuttavia quegli anni erano ormai trascorsi e di essi non ne era rimasto neanche il ricordo.
    Era cambiato radicalmente da quando si era ritrovato nella posizione di dover uccidere il suo stesso padre per la propria libertà, nel porre fine alla vita di innumerevoli estranei per il compimento di una missioni o, ancora, ingannare chissà quante persone per ottenere la fiducia di coloro che vivevano ad Hidenstone, affinché riuscisse ad ottenere ciò che l'Acromantula Scarlatta bramava da tempo.
    Il trucco, giovane Barnes, sta proprio qui. Lei dice che in realtà io sia un tipo vendicativo, ma ha le prove per poter dar valore ad una simile affermazione? La domanda ovviamente era retorica, non si aspettava una risposta sincera da parte dello studente. No, perché se vi punisco c'è sempre un motivo per cui lo faccio. Certo, a volte vi potrà sembrare che le mie punizioni non siano proporzionate all'errore da voi commesso e che quindi in realtà sotto ci sia una probabilissima antipatia o che sia appunto una vendetta per qualcosa che sia già successo in precedenza, ma vi punisco quando sbagliate. Quindi, nuovamente, non posso essere accusato di nulla. Anche se di fatto era chiaro come fosse vendicativo. In soldoni era quella la perla di saggezza che voleva dar al giovane ragazzo: voleva far qualcosa che andasse contro le regole? Benissimo, ma allora doveva far in modo di non essere accusato. Come? Far azioni senza testimoni, creando alibi e, perché no, anche minacciando la vittima. Mi sta bene tutto, ma non voglio rotture di coglioni.
    Ora mi sta dicendo che è un bene che qualcuno sia venuto a fermarla, in altre parole sta ammettendo di aver esagerato, sbaglio? Le pongo, inoltre, una seconda domanda. Crede di aver problemi con la gestione della rabbia? Insomma, lei voleva massacrare quel povero ragazzo, ma solo ora si rende conto c'era bisogno di una terza persona - esterna ai fatti - per risolvere quella stessa situazione che voleva risolvere con le sue stesse mani. Troppo comodo, non crede?
    Sorvolò quando il giovane prese sul serio le parole del docente riguardi i vari usi dell'Evada Kedavra. Lo guardò con sufficienza. Stupido di un Barnes, è ovvio che serve solo ad uccidere, ma uccidendo si risolvono non pochi problemi. Forse con quella battuta stava aprendo un discorso troppo ampio e forse profondo per essere affrontato con uno studente dell'età di Blake quando non era neanche chissà quanto lucido. Perdoni la franchezza, ma è un completo idiota se pensa che basti aver il potere di togliere vite per poter essere ricordati. Ad essere ricordati non sono gli assassini, bensì coloro che portano a termine grandi imprese nel bene o nel male. Tutti la Gazzetta del Profeta tra le pagine di cronaca nera riportava i nomi di assassini. Ebbene, ce n'erano così tanti che a distanza di una settimana i loro nomi venivano sostituiti da mille altri. Poi, credimi, se uccidessi davvero qualcuno, non vorresti che la cosa si venisse a sapere. Ad ogni modo non lo giudicò con estrema severità, in fin dei conti quelli erano i pensieri immaturi di un ragazzino.
    Quindi non avranno paura di lei, anzi a dir il vero io proverei solo pena. E il motivo di ciò venne presto detto: aveva svelato il suo punto debole: Lilith.
    Barnes, parla ancora delle tue esperienze sessuali con te e ti giuro che ti chiudo in un armadio con tre Mollicci. Altro che dolore, ne uscirai psicologicamente devastato come me dopo questo incontro. Ad ogni modo aveva recepito la domanda e nuovamente non si fece pregare per ottenere una risposta. Conosce il detto non si può aver il troll di montagna vicino e le ossa integre? Ecco, se vuole salvaguardare la sua stupida cotta adolescenziale è libero di farlo, ma non mi cada in errori così banali. Deve imparare ad infischiarsene di ciò che dicono gli altri e non perché devono aver paura di lei, ma perché quando non sei niente l'offesa è zero. Ascoltando quelle parole dai loro potere, specialmente nel caso in cui tali parole poco decorose non erano rivolte a lei.
    Prenda me ad esempio, se dovessi spaccar la faccia ad ogni studente che mi da dello stronzo quanti potrebbero ancora vantare una faccia integra? Eppure ancora nessuno di voi ha bisogno di una rinoplastica facciale, questo perché un Dorsorugoso di Norvegia non gareggia con i goblin di montagna.

    Ci stava andando giù pesante? Assolutamente no, era tranquillissimo e anche il suo modo di parlare era pacato. In quella fase ci teneva a far capire a Blake quali fossero i suoi sbagli e cosa dovesse fare per evitare di essere costantemente richiamato. Sarebbe finita così? Oh, certo che no, la sua punizione era sempre dietro l'angolo, approfittava di quella conversazione per pensar meglio a cosa obbligarlo a fare.

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    Il giovane Barnes sarebbe uscito da dentro quella stanza ancora più devastato di quando ci era entrato. Ammirava il professor ensor perchè aspirava a diventare proprio come lui. Freddo, distaccato e senza alcuna debolezza visibile. Blake ci aveva provato in tutti i modi ma la sua rabbi aveva sempre preso il sopravvento. La sua instabilità emotiva era sempre stata molto più forte di qualsiasi altra cosa. il suo essere sempre concentrato su se stesso senza vedere miimamente i bisogni degli altri era radicato in lui. Anche in quell'occasione poteva giurare che si, lo aveva fatto perchè quel ragazzo voleva masturbarsi o lo aveva fatto sulle foto della sua ragazza, ma il punto era che aveva osato dirlo davanti a lui. Il problema non era il gesto in se per se, ma il fatto che non lo ripsettava come Blake avrebbe davvero voluto. Perchè Ensor senza far niente avev rispetto, perchè lui incuteva timore anche solo passando per i corridoi. Era una cosa che si era creata ad Hogwarts, ma lo aveva fatto perchè li non aveva amici e non aveva, appunto, debolezze. Era rimasto fredo andando ad elargire punizioni come meglio credeva, facendo fare il lavoro sporco a chiunque volesse essergli almeno conoscente, e per questo suo fratello lo aveva messo quasi in un "riformatorio" aveva fatto in modo che lui scaricasse la sua rabbia altrove. Blake non era mai stato un "bravo ragazzo" o uno studente modello, ma non era neanche cattivo. Blake era semplicemente una persona ingestibile. Non ci era riuscito suo fratello, e non ci sarebbero riusciti neanche i suoi professori. Per quanto lui stesso temesse il professor Ensor, oltre che ammirarlo, era comunque li, di fronte a lui a guardarlo dritto negli occhi come se stesse affrontado uno dei suoi amici. Non aveva paura di lui, non aveva paura di subire punizioni. Blake viveva come se non avesse nulla da perdere ed allo stesso tempo come se lottasse per mantenere tutto quello che aveva. Non aveva vie di mezzo ma sopratutto non era una persona cosciente e consapevole di quanto rischiasse ogni giorno una sospensione o un'espulsione o peggio ancora la prigione. Andare in giro a prendere a pugni le persone non era una cosa che giustificava il suo passato e il fatto che avesse ricominciato non era una cosa buona per nessuno. Stava per rispondere alla domanda retorica del professore di difesa contro le arti oscure quando lui lo precedette e rispose. Ascoltò attentamente ogni minima e singola parola del suo professore. Ok, quindi il trucco era non avere prove di quello che le persone subivano? Ma allora cosa lo si faceva a fare? Blake, per quanto una persona intelligente era pur sempre un ragazzino di 17 anni! Quindi ascoltò ancora più attentamente il suo professore. Fece qualche secondo di silenzio per metabolizzare il suo discorso e poi alzò un sopracciglio. Aveva gli occhi celesti che gli brillavano. Praticamente non devo avere testimoni, ne tanto meno prove che possano ricondurre a me o al mio tipo di comportamento. Era quello che aveva capito infondo. Ma il professor Ensor non sapeva che Blake avrebbe davvero fatto uso delle sue bellissime parole. Era come una spugna davanti a quel professore. Si ricordava quello che aveva detto a lezione, si ricordava quello che aveva detto gli anni precedenti, le sue espressioni per capire quando era irritato, i suoi comportamenti, le sue punizioni. Blake, non ammirava Brian Ensor, era proprio un suo fan! Era una cosa strana per lui ma comunque aveva una certa ammirazione. Era diverso dal rapporto che aveva stabilito con Lancelot Olwen, ma un rapporto che vedeva i suoi occhi brillare ogni volta che si incrociavano con quelli di Ensor.
    Sgranò gli occhi. No!! Non era come diceva il professore lui non aveva chiesto a nessuno di intervenire e se quel figlio di puttana non avesse detto una cosa del genenre non sarebbe stato con il naso rotto adesso. La gamba cominciò a trabballare pericolosamente, strinse i pugni come se qualcuno lo avesse provocato e sentì ancora quella mano quasi dolorante. Non gli interessava della punizione, voleva chiarire semplicemente una cosa. NO, io non sto ammettendo di aver esagerato! Non ho esagerato, anzi, sto dicendo che gli è andata bene che qualcuno mi abbia fermato, e sinceramente, professor Ensor non mi serve nessuno che mi aiuti a risolvere i miei problemi. Io... Si lo aveva portato alla confusione, lo aveva portato seriamente ad uno stato di standby. Non sapeva cosa rispondergli esattamente. Cioè, sapeva cosa stesse provando in quel momento ma non aveva idea di come esprimerlo e quando il suo professore gli chiese esplicitamente se credeva di avere problemi con la gestione della rabbia si sentì seriamente colpito in qualcosa di intimo, di estremamente personale. Certo che aveva dei problemi a gestire la sua rabbia, era evidente al mondo, ma Blake non lo aveva mai veramente ammesso a se stesso ne tanto meno davanti a qualcuno. Si sentiva attaccato in qualcosa che lui davvero non sapeva controllare e quindi fece la cosa che gli veniva meglio fare. Il fatto era che lo fece in maniera rapida, senza pensare minimamente che era la scelta più sbagliata che potesse fare e senza - come al solito- pensare alle conseguenze di quel gesto. Si alzò di scatto e con il braccio buttò giù tutto quello che c'era sopra la scrivania. Fanculo, io non ho nessun problema di gestione della mia rabbia! Eh si, ovviamente aveva dimostrato tutto il contrario senza contare che Ensor non era un suo coetaneo, non era un cretino qualsiasi e già era li per punirlo, cosa sarebbe successo dopo una scenata del genere? Blake aveva seri problemi della gestione della rabbia, non solo non sapeva controllarla, ma non sapeva neanche riconoscere il momento esatto quando la rabbia saliva a tal punto da non farlo più ragionare. Come in quel momento. Come ogni volta che si sentiva attaccato. Era in piedi davanti al suo professore preferito e con gli occhi rossi, la mano ancora piena di sangue e le nocche spaccate. Solo che adesso aveva anche devastato la scrivania di ensor ed il suo respiro era affannoso, l'altra mano serrata in un pugno e lo sguardo incatenato in quello del professore come se volesse sfidarlo a contraddirlo. Era come se avesse detto qualche parolina magica per farlo accendere, e farlo scattare come una molla. Blake era completamente scollato dalla realtà delle volte. Quando si sentiva davvero minacciato era come se cambiasse completamente personalità, come se niente e nessuno potesse fargli del male. Fece più di un respiro profondo. Non era Ensor il nemico, e forse non era nessuno davvero un nemico se non se stesso. Doveva calmarsi ma in quel momento non sapeva neanche come fare. Sentiva ancora la mano tremare. Un altro respiro profondo e poi si rimise seduto sulla sedia. Questa volta abbassò leggermente lo sguardo. Si, ho sempre avuto problemi nel gestire la rabbia e non solo. Ma non si sarebbe scusato con il prof, si alzò di nuovo dalla sedia e raccolse tutto quello che aveva fatto cadere. Sapeva che aveva sbagliato e che non stava facendo altro che peggiorare la situazione. Si rimise al suo posto e la gamba continuò a trabballare per tutto il discorso di Ensor, ma il problema che il senso di rabbia non scendeva, anzi, aumentava! Se davvero quello stronzo avesse pensato una cosa del genere di lui, se davvero gli stava dando del potere su di lui, ma anche su Lilith, se davvero tutto quello poteva concretizzarsi, voleva dire che aveva sbagliato di nuovo. Stava stringendo il suo stesso ginocchio così forte che se non avesse smesso di farlo lo avrebbe frantumato. Ensor aveva ragione. Ma non ce la faceva piùa stare seduto. Le dispiace se cammino? Se lui gli avesse dato il permesso lui si sarebbe messo a camminare avanti ed indietro per la stanza cercando di scaricare i nervi. Così gli aveva detto di fare suo fratello no? Movimento per non prendere nessuno a cazzotti, e prendere Ensor a cazzotti non era veramente una buona idea!
    Avrebbe voluto ribaltare quell'ufficio da capo a fondo ed in realtà avrebbe voluto picchiare anche Ensor in quel momento. Come cavolo si permetteva di dirgli che a lui avrebbe fatto pena? E come si permetteva di dire che la sua cotta era stupida ed adolescenziale? Lui non aveva una cazzo di cotta per nessuno! Sa una cosa? Sono venuto qui per essere punito non per essere insultato o consigliato di qualcosa che tanto non succederà. La prossima volta che vedrò quel dioptase può scommetterci che l'unica cosa che sentirà nei miei confronti non è la pena. Sono stufo di queste regole del cazzo! Ha ragione, il fatto che io sia di gran lunga superiore a moltissimi di loro non gli danno il minimo diritto neanche di rivolgermi la parola, figurarsi di pensare la mia stupida cotta adolescenziale come qualcosa di condivisibile. E poi, riguardo quella storia del potere io non voglio uccidere nessuno, almeno non adesso, voglio solamente che stiano al loro posto e che non mi facciano incazzare. Se lo fanno, ne pagheranno le conseguenze e glielo giuro. La prossima volta lei non verrà disturbato in nessun modo! Era una promessa e Blake manteneva sempre le sue promesse, o meglio cercava di farlo. Ma quell'incontro era stato profetico. Si, non gestiva la sua rabbia, ma in realtà non gestiva le sue emozioni in generale. Forse la rabbia era l'unica che riusciva ad esprimere e per questo era un concentrato di violenza fisica e verbale rispetto alla persona che aveva di fronte. Ma la verità era che Blake non riusciva a gestire niente di quello che riguardava la sua sfera emotiva. Prima o poi, ci sarebbe stato un altro episodio limite che avrebbe scatenato la preoccupazione di tutti, vittime e suoi alleati. Blake era un concentrato di rabbia e disagio, ed entrambi gli ingredienti non erano mai stati analizzati per bene. Tornò a guardare Ensor negli occhi.
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    Brian Ensor | Docente DCAO
    Le nuove generazioni avevano un'idea estremamente travisata della parola paura. Aver paura, infatti, non era qualcosa di estremamente negativo, voleva dir possedere istinto di sopravvivenza, l'adatta razionalità per comprendere cosa stava accadendo intorno a noi e il giusto buon senso che ci suggeriva quando una sfida era troppo grande per poter essere affrontata. A dirla proprio tutta, in alcuni casi, aver paura di qualcosa o di qualcuno avrebbe potuto salvare delle vite ed ora eccolo lì - il nostro docente di Difesa Contro le Arti Oscure - ad ascoltare un ragazzino che pretendeva che i suoi coetanei avessero paura di lui. Solo un incosciente avrebbe paura di te. Pensò, limitando per una volta di dar voce ai suoi pensieri.
    Se non altro era positivo il fatto che Blake stesse seriamente ascoltando le parole di Brian, anche se dopo a parer suo entrò in contraddizione. Non hai bisogno di nessuno che possa aiutarti a risolvere i problemi, ma mi stai parlando proprio adesso di un problema che non riesci a risolvere. La colpa era dell'orgoglio, questo era evidente. Lo osservò con severità, senza però dire nulla. Bastò la successiva domanda ad innescare l'effetto farfalla. Un semplice dubbio detto con la più sincera tranquillità infettò l'animo dell'opale, portandolo a manifestare quella che alla luce dei fatti definì come debolezza. Fogli di pergamena, materiale per scrivere, una vecchia foto e qualche tomo caddero a terra. Blake Barnes nutriva evidenti difficoltà nella gestione della rabbia, purtroppo però non bastava così poco per scandalizzare un uomo che aveva tolto la vita a chissà quante persone negli ultimi sette anni.
    La prova della sua vulnerabilità è ora palese. Negare l'evidenza oltre che futile è vergognoso. Come un ranger provetto, dopo aver fatto breccia nelle difese del suo nemico continuò a scoccare ulteriori frecce sempre nel medesimo punto. Era impossibile che lo stesso Blake non si stesse accorgendo di star palesemente esagerando e proprio questa consapevolezza avrebbe reso quelle successive parole pesanti, dolorose, martellanti.
    La sinistra raccolse da terra la propria bacchetta e la diresse in direzione dello studente. Levicorpus. Se l'incantesimo avesse funzionato, una particolare forza magica avrebbe alzato la caviglia sinistra del biondo fino a costringerlo a star a testa in giù. Poteva tentar di liberarsi, svincolarsi in qualche modo, ma se l'incantesimo fosse andato a buon fine il docente l'avrebbe liberato solo quando si sarebbe calmato.
    Per l'esattezza ciò sarebbe successo quando il biondo ammise quale fosse il suo problema. Lo osservò raccogliere ciò che prima aveva fatto cadere ed accusare i successivi colpi delle sue parole. Poteva camminare? Se proprio deve... Insomma, l'idea di veder un piccolo Barnes che passeggiava nel suo ufficio mentre parlava con lui non lo entusiasmava affatto.
    Ok, forse permettergli di farlo non fu la migliore delle idee, infatti dopo pochi istanti ebbe una nuova reazione e da essa emergeva tutta la sua frustrazione. Brian, però, odiava le perdite di tempo e quella conversazione lo stava diventando. Barnes. Lo interruppe appena una frase dopo il suo discorso. Io volevo punirla sin da subito, è lei che ha cominciato a parlarmi di ciò che è successo. Figuriamoci se volesse consegnar agli studenti le proprie perle e per lunga di sua iniziativa!
    Sono certo che non sarò nuovamente disturbato. Barnes, mostrami la mano ancora intatta. Affermò con estrema serietà. Se il giovane avesse esaudito la sua richiesta una sola parola venne pronunciata dalla sua bocca: Diffindo. Un piccolo taglio obliquo attraversò l'intero palmo del ragazzo. Non amo parlare a vanvera. Lei è nel mio ufficio, io l'ho ascoltata e le ho dedicato il mio tempo. Nessuno all'interno del castello può vantare un simile privilegio, quindi... In quel preciso momento il volto del docente mutò in maniera drastica: la fredda calma che lo aveva caratterizzato fino a quel motivo scomparse, occhi folgoranti si abbatterono sul ragazzo e ogni poro della sua pelle pareva indicare un odio viscerale nei confronti dell'umanità intera. Sguardo minaccioso e una voce a tratti più cupa continuò la frase. Consideralo come un incentivo per non costringermi a far lo stesso discorso una seconda volta. Se sarò nuovamente disturbato per lo stesso motivo le assicuro che dovrà preoccuparsi più per la sua mano che per le voci che circolano nel castello.
    C'era un altro argomento che valeva la pena trattare e sicuramente era assai più efficacie della paura e della razionalità: la tortura. Sotto tortura un qualsiasi essere umano era disposto ad accettare qualunque condizione e al momento Brian chiedeva solo di non essere disturbato a causa di una marachella più o meno simile a quella del giorno. Ciò sarebbe accaduto sia nel caso in cui Blake si fosse mostrato più rispettoso per le regole, sia nel caso in cui sarebbe stato più furbo nel non farsi cogliere con le mani nel sacco. Al docente andavano bene entrambe le alternative.
    Sono il vostro docente di Difesa Contro le Arti Oscure, non impartisco di certo insegnamenti di vita. Anche perché. Nel caso. Sarei ancora più esigente e severo di quanto non già sia.

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    Blake Barnes era uno che notoriamente si metteva nei guai. Era una di quelle persone cincoscienti che rasentavano il menefreghismo e sopratutto, non si rendevano pienamente conto delle loro azioni. O meglio se ne rendevano conto ma erano così tanto sprezzanti delle conseguenze che le pagava, senza sconti e senza preoccuparsene minimamente. Era una mina vagante, una bomba ad orologeria sempre pronta per scoppiare. Quando succedeva non importava la persona che si trovava davanti, scoppiava e basta. Peccato che adesso si trovava davanti ad una persona che non solo non sopportava gli adolescenti, ma che era anche sprezzante di tutto quello che capitava in maniera insensata in quel castello. Brian Ensor era uno di quei professori che non avevano una coscienza per fare l'insegnante, o meglio ce l'avevano ma non gliene importava proprio niente di quello che potessero raccontare i suoi alunni in giro. La sua reputazione era sicuramente molto pompata, ma Blake, piccolo dolce Blake, riusciva a far perdere la pazienza a qualsiasi essere umano, quindi ritrovarsi a testa in giù nell'ufficio di Ensor era il minimo che potesse capitargli dovo il suo scatto d'ira. E pensare che il professore on si era neanche minimamente impegnato a farlo innervosire! Insomma non aveva nessuna intenzione di farlo arrabbiare o provocarlo in nessun modo, a che scopo poi? Perchè mai Blake doveva pensare che Ensor avesse qualche interesse nei suoi confronti? Ovvio, perchè il piccolo e giovane Barnes aveva un ego smisurato e non aveva nessuna intenzione di non essere l'alunno preferito del professore più stronzo del mondo. Infondo i gusti di Blake potevano essere messi in discussione da chiunque visto e considerato che comunque lui aveva una fidanzata non troppo simpatica, un fratello che lo aveva cresciuto a suo di complimenti ed alcool ed un professore preferito che aveva la fama di aver ucciso sicuramente qualcuno nel suo passato! Quando finalmente venne calato giù con neanche troppa grazia, si fece coraggio e cominciò a raccogliere le cose buttate per terra e poi le parole di Ensor colpirono di nuovo nel segno. Era cosaì Vergognoso? Lui? astava scherzando? Eppure fino a quel momento aveva sempre pensato di essere una di quelle persone che facevano le cose giuste, nel momento gisuto e sempre nella ragione più totale. Eh si, era quello che pensava di se stesso il biondino! Non lo si poteva neanche contraddire più di tanto se no finiva che ribaltava anche la scrivania; o forse questa volta aveva capito seriamente la lezione?
    Ma poi le cose quasi precipitarono e la minaccia, perchè chiamarlo discorso sarebbe davvero riduttivo da parte di chi sta leggendo - di Ensor arrivò dritta come uno schiaffo in faccia fin troppo doloroso a Blake. Non la disturberò una seconda volta, ma la vedo come una sorte di idolo e raccontarle quello che mi è successo mi è servito a capire come lei avrebbe agito! Ma questa frase la disse quasi digrignando i denti. Perchè Ensor non capiva che lui era dalla sua parte? E sopratutto, perchè non voleva parlare con lui? Poteva anche capire che parlare con gli altri era una perdita di tempo, ma insomma! CON LUI. Non lo sarebbe mai stata ecco, e glielo avrebbe dimostrato! E lo ha fatto nella quest! Cazzo! Si morse il labbro, adesso era anche l'altra di mano ad essere ferita e la cosa non gli piaceva per niente anche perchè adesso gli facevano male entrambe le mani e... quella era una punzione da dare? Insomma non poteva infliggere punizioni carnali. Oppure si? Non disse niente, lo guardò dritto negli occhi. Non deluderei comunque le sue aspettative professore. Ma adesso vado in infermeria! Aggiunse poi pensando che forse era la cosa più saggia e giusta da fare. Una mano gonfia sulle nocche in quanto un ragazzo aveva il naso rotto ed una mano mezza tagliata perchè il suo professore di difesa contro le arti oscure non si sapeva limitare! Molto, molto bene!
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