Uno, due, tre...

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  1. Joshua B. Evans
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    « scheda - 16 ANNI - AMETRIN - NEUTRALE PURO - statistiche »
    Partendo dal presupposto che Josh non aveva problemi a gestire la sua vita nonostante le difficoltà che questa gli aveva propinato a causa della sua malattia, di tanto in tanto l'idea di avere un esperto e competente infermiere tra le mura dell'accademia lo faceva stare più tranquillo.
    Se l'era sempre cavata da solo -i suoi genitori e i medici che lo avevano seguito fin da piccolo, naturalmente, lo avevano preparato a saper reagire a ogni tipo di sintomo potesse percepire- ma quando le macchie rosse sul viso non sembravano avere intenzione di svanire o la tachicardia si faceva pressante e insostenibile o, ancora, quando la spossatezza gli impediva di studiare o di prestare attenzione durante le lezioni, recarsi dall'infermiere Mave era l'unica soluzione che gli pareva sensata.

    Per quello stesso motivo Josh evitava di raccontare la verità ai genitori quando gli chiedevano come si sentisse, se avesse avuto picchi di una certa rilevanza; non voleva che si preoccupassero e, in misura forse un po' egoistica, temeva che dicendo davvero come si sentiva lo avrebbero fatto tornare a casa. D'altro canto era ancora minorenne, doveva sottostare alle loro decisioni e poteva immaginare che fosse la scuola stessa a tenere aggiornati i suoi sulle sue condizioni.
    Lui, però, aveva bisogno di quella normalità, o sarebbe impazzito.

    Quel giorno, a causa della stanchezza che lo aveva costretto ad addormentarsi durante la lezione della professoressa Constantine, la quale lo aveva caldamente invitato a recarsi in infermeria -"caldamente" era un eufemismo, lo aveva più che altro costretto, arrivando a minacciarlo di accompagnarlo lei in persona se non si fosse alzato immediatamente- era giunto a fatica davanti alle porte della sala, bussando e, non sentendo alcuna voce al suo interno, entrando.
    Non vide nessuno, ma certo che l'infermiere Mave sarebbe giunto da un momento all'altro, si recò nelle vicinanze di uno dei letti, lasciò scivolare ai suoi piedi lo zaino e si sdraiò sul materasso senza neanche scostare le lenzuola, abbandonandosi a un sospiro di sollievo.
    Era stanco ma non aveva sonno, decisamente un gran dilemma.
    Si portò la mano al berretto e se lo sfilò, poggiandoselo sugli occhi chiusi e portandosi l'avambraccio destro sulla fronte.
    Aveva male ovunque, ma quello non era mai stato un problema. Aveva persino pensato di dover lasciare il Quidditch una volta per tutte, ma sarebbe giunto a quella decisione solo se le cose si fossero messe davvero male e fosse arrivato a una condizione talmente debilitante da impedirgli di fare altrimenti.
    Rimase dunque in attesa, contando pecorelle immaginarie.

    Josh Evans - Happiness is enjoying the little things in life

    © psìche






    Edited by Joshua B. Evans - 16/3/2019, 18:11
     
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    Skyler Mave
    Infermiere | 23 anni

    Era una nuova mattina ad Hidenstone. Skyler iniziava ad abituarsi solo ora ai nuovi ritmi, nonostante talvolta finisse ancora per essere in ritardo - come in questo caso. Avrebbe sicuramente preferito un risveglio più dolce: insomma, sarebbe bastato semplicemente un buon caffè a renderlo tale. O anche solo il suono martellante di una sveglia… e invece no. SevenUp aveva deciso di inseguire una falena o chissà cosa, correndo dapprima sul suo viso e per finire decidendo di saltare allegramente sui gioielli di famiglia.

    Dopo essersi ripreso dal dolore, si rese finalmente conto che era già tardi. Non sarebbe stato affatto piacevole se la Preside o qualcuno dei professori ne fosse venuto a conoscenza. Il nuovo, giovane, aitante infermiere dell’accademia, ancora fresco di studi dalla stessa, che si fa beccare in ritardo sul lavoro. Pessimo inizio. Forse SevenUp non si meritava gli improperi che gli aveva rivolto, in fondo. O almeno, non tutti.
    Si scaraventò giù dal letto per darsi almeno una rinfrescata e vestirsi con l’amata divisa azzurrina da medico Babbano; ormai era abituato agli sguardi incuriositi e talvolta sospetti dei maghi a quella vista. La maggior parte delle volte sapeva che si chiedevano come mai un mago (circa) sano di mente volesse vestirsi da volgare Babbano, ma Skyler non riusciva ad accettare la moda magica fino in fondo; e poi suvvia, quell’azzurro faceva risaltare i suoi occhi color miele.

    Aprì finalmente la porta dell’infermeria, e si incuriosì quando vide un ragazzo sdraiato su uno dei lettini. Finalmente un po’ d’azione - era sempre entusiasta di potersi mettere all’opera, nonostante la freschezza dei suoi studi talvolta si palesasse come titubanza o incertezza su alcune linee guida. Il ragazzo tuttavia sembrava in buona salute, almeno ad un primo sguardo.

    Si stava avvicinando a lui per svegliarlo con calma, quand’ecco che con la coda dell’occhio vide SevenUp spuntare nel suo campo visivo, sempre inseguendo l’infame falena. Aveva da pochissimo ottenuto il permesso di tenere il gatto nelle sue, a patto che ne curasse quasi maniacalmente il pelo e lo lavasse accuratamente ogni giorno; e soprattutto che non desse fastidio ai pazienti. Decise di ignorare l’animale, almeno per il momento; si sarebbe avvicinato allo studente, e gli avrebbe iniziato a fare un’accurata anamnesi; sicuramente questo sarebbe stato l’approccio migliore e più professionale.

    Quando però vide SevenUp puntare allegramente verso il ragazzo, il suo cuore perse un battito. Capì che il diabolico felino, inseguendo la falena (che poi, da dove c… era entrata?), avrebbe saltato proprio sull’addome del povero malcapitato. Decise quindi che avrebbe provato ad afferrarlo al volo, evitando però di finire a sua volta sul ragazzo; usando i suoi riflessi da ex Portiere di Quidditch, sarebbe forse riuscito a risparmiare almeno allo studente un brusco e probabilmente doloroso risveglio?
    Sempre che il trambusto dell’azione stessa non avesse già destato il paziente. Solo una cosa era certa: sarebbe stato umiliante spiegare sia il ritardo che l’avvenuto.

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    Edited by Skyler Mave - 17/3/2019, 20:06
     
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  3. Joshua B. Evans
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    Nel giro di cinque secondi possono succedere davvero tante cose, ma ad una velocità talmente elevata da rendere impossibile ricordare tutto nel dettaglio. Josh, per esempio, non saprebbe dire con esattezza cosa accadde in quei cinque secondi, quando sentì un dolore lancinante sulla bocca dello stomaco che gli spezzò il respiro per un istante.
    Ma facciamo un paio di passi indietro: dopo essere arrivato in infermeria ed averla trovata vuota, il sedicenne aveva deciso di provare a dormire un po'; sapeva che non era la mancanza di sonno il suo problema principale, ma continuava a sperare che non si trattasse della malattia. Aveva faticato un po' ad addormentarsi, ma non appena vi era riuscito, aveva iniziato a sognare splendidi unicorni, un lupo che li osservava estasiato e una coccinella che si infilava nelle narici di quest'ultimo con la speranza di portargli fortuna. In tutto ciò, un uomo alto e ben piazzato osservava la scena da lontano, prendendo appunti su come tre creature tanto dissimili potessero coesistere in pace e armonia e, nell'osservarlo bene, Josh non poté non riconoscere uno dei suoi professori.
    Ora, ditemi, quale uomo sano di mente si metterebbe a prendere appunti elogiando la magnificenza di quella scena tanto utopistica? Ma naturalmente la risposta è unica, così come unico era l'uomo in questione: il professore di Antiche Rune, tale Lancelot Olwen.
    A Josh piaceva il docente, peccato che delle volte lo considerasse un tantino... eccentrico, sì, diciamo così.
    Poi, a interrompere quello scenario a dir poco inquietante, ecco il dolore allo stomaco, una sorta di pugno ricoperto di spilli che infilzarono la carne lasciandovi segni a dir poco evidenti -le unghie, maledizione, le unghie!
    Solo dopo, con un gatto che balzò via alla velocità della luce dalla sua pancia e l'infermiere Mave che si lanciava su di lui senza alcun motivo apparentemente sensato, si chiese cosa stesse accadendo, mentre una lacrima gli rigava il viso a causa del dolore intenso provato solo per un attimo.
    Quando riprese a respirare, il mondo che sembrava essere andato in pausa per un periodo di tempo indecifrabile riprese il suo regolare andamento, mentre un verso stridulo fuoriusciva dalla bocca spalancata e la spossatezza di poco prima lasciava spazio a una sorta di mancamento... si riprese appena in tempo per rivolgere all'infermiere un'occhiata di fuoco, mentre indicava con la mano sinistra il punto in cui il gatto era svanito nel nulla.

    Che... che diavolo di problemi ha quel gatto?!

    Lui, che tecnicamente doveva amare gli animali e pareva essere particolarmente empatico, avrebbe dovuto comprendere che il micio non aveva fatto ciò che aveva effettivamente fatto per fargli del male, ma nelle condizioni in cui si trovava, l'unica cosa che avrebbe voluto fare all'animale era piazzargli una mela tra i denti e infilarlo in un forno a 200°C, non di certo provare a capirlo.

    Dio! Quasi rimpiango il professor Olwen...

    E si lasciò cadere rumorosamente sul materasso, portandosi entrambe le mani sugli occhi per strofinarli.
    Josh Evans - Happiness is enjoying the little things in life

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    Skyler Mave
    Infermiere | 23 anni

    Dannato gatto - alla fine era riuscito a sfuggirgli dalle mani. Peggio, era piombato sullo stomaco del ragazzino. Peggio ancora, Skyler l’aveva seguito in una supplex che John Cena levati, Skyler Mave campione WWE 2019. ‘Porca t...! SevenUp, ti amo ma ti odio. Stasera col c… che ti do le tue crocchette preferite…’ - pensò quindi ad una variegata serie di improperi, più o meno sgrammaticati, che fu mentalmente lanciata contro il povero (o forse neanche troppo) gatto.
    ‘Ora che c… dico a ‘sto povero tipo? La verità, o invento una balla?’ Dilemmi etici a parte, pensò anche che sarebbe stato bene medicare gli eventuali graffi lasciati da SevenUp; le possibli infezioni, magiche e non, da graffio di gatto erano abbastanza una rottura da curare, ma soprattutto da sopportare, una volta instauratesi. Meglio dunque prevenirle.
    “Perdonalo, sai - SevenUp solitamente è tranquillo, ma quando intravede dei Doxy fa di tutto per scacciarli” cercò di dissimulare Skyler, sperando che il ragazzino avesse avuto gli occhi chiusi e non avesse visto che in realtà il felino stesse inseguendo un’innocua falena. ‘Innocua, ma gigante e schifosa’. L’infermiere non sopportava assolutamente gli insetti; gli unici che tollerava erano i ragni, dato che cacciavano quasi tutti gli altri. Certo, a patto che stessero al loro posto e non entrassero nei suoi armadi o nel suo letto.
    “Per fortuna SevenUp è intervenuto ed il Doxy non ti ha morso - sarebbe stato peggio curare quel veleno. Scusami davvero per il brusco risveglio; ti darò una pozione analgesica per alleviare il dolore, e poi controllo se hai qualche graffio per medicarlo”. Cercò di essere estremamente cortese e affabile; forse così sarebbe riuscito a rimediare al casino combinato. O almeno sperava che il misto di charme, professionalità e soprattutto il pensiero di ottenere antidolorifici bastassero a sedare la giusta rabbia del ragazzino.
    Intanto SevenUp, finita la caccia futile e infausta, era tornato un angioletto: si era rannicchiato in un angolo, dove la luce del sole lo scaldava, e si era nuovamente appisolato.
    ‘Questa è la volta buona che ti castro, se mi fai licenziare!’
    Skyler posò un bicchierino di pozione analgesica sul tavolino di fianco al ragazzo - 'Mi pare si chiami Joshua… forse? Mi pare d’averlo già visto bazzicare qui in giro’. “Joshua, giusto? Ci metterà qualche minuto per fare effetto - intanto raccontami: prima dell’incidente” e qui fulminò il sua gatto addormentato con lo sguardo “per quale motivo sei venuto qui?”
    Si sedette, prendendo una sedia vicina, al capezzale del ragazzo. Avrebbe mantenuto lo sguardo fisso nei suoi occhi, per cercare di ripristinare almeno un minimo rapporto di fiducia professionale col paziente.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG
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  5. Joshua B. Evans
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    L'unica cosa a cui Josh era in grado di pensare nel restare sdraiato, dolorante e con un'orribile nausea era il nome di quell'assurdo gatto che, da come ne parlava l'infermiere, pareva essere di quest'ultimo.
    SevenUp.
    Sul serio? Come la bevanda gassata e dolciastra che lo faceva letteralmente dare di stomaco? Aveva di certo un motivo in più per odiare quel gatto, lui, a cui in genere gli animali piacevano.
    Strofinò più volte la faccia, più per la frustrazione che per altro, tentando di non pensare al dolore e ai graffi che di certo si erano aperti sul torace al passaggio di quella belva infernale. Quando l'infermiere nominò i Doxy, il ragazzo si decise finalmente a guardarlo in faccia dalla sua postura orizzontale, rivolgendogli un'occhiata infastidita: gatti e Doxy, che genere di infermeria era quella?
    Ma le sue proteste furono interrotte sul nascere, non appena il tizio nominò gli antidolorifici. Con le labbra spalancate per dirne quattro al giovane uomo, Josh si lasciò sfuggire un sospiro e chiuse gli occhi, annuendo lievemente.

    Antidolorifici, sì, grazie a Dio.

    Si costrinse dunque a mettersi a sedere, notando solo in quel momento quell'odioso gatto poltrire in un angolo della stanza, indisturbato e indifferente al disagio che gli aveva appena procurato. Josh, che in quel momento lo guardava con una dose di odio non irrilevante e inusuale per lui, si limitò a pensare quanto sarebbe stato bello portarlo in cucina e lasciare che gli elfi lo cucinassero a dovere per la cena di quella sera.
    Lui non lo avrebbe mai mangiato, naturalmente, ma Erik non avrebbe fatto lo schizzinoso e lui avrebbe liberato Hidenstone da una piaga inaudita.
    E a completare il tutto, ecco un poderoso e rumorosissimo starnuto.

    Favoloso, sul serio!

    Quella giornata andava di male in peggio e stava anche scoprendo, cosa, un'allergia ai gatti? In fondo non ne aveva mai avuti in casa e non poteva esserne certo, ma era una possibilità da non escludere.
    Quando l'infermiere Mave gli portò l'analgesico e avvicinò una sedia al suo letto, Josh gli fece un cenno col capo per ringraziarlo, iniziando a bere lentamente la soluzione. Era abituato al sapore delle medicine, qualunque esso fosse, dunque mandò giù sorso dopo sorso, prendendo aria di volta in volta e sperando facesse effetto in fretta.
    Lanciò uno sguardo alla camicia che indossava, individuando un paio di strappi dovuti alle unghie del felino, ma non se ne curò: gli elfi erano bravi a sistemare gli indumenti. Inoltre, improvvisamente più calmo di prima, non voleva far pesare -più di quanto non avesse già fatto- la situazione sul povero infermiere che, in fondo, c'entrava poco.
    Quando sentì le parole dell'uomo, Josh spostò su di lui lo sguardo e, una volta svuotato il bicchiere, gli si rivolse.

    E' sempre la stessa storia: sono perennemente affaticato, non riesco a prestare attenzione a lezione e ho una forte nausea... per non parlare del dolore al polso, non riesco neanche a scrivere.

    Nel sentirsi parlare a quel modo, si diede della femminuccia; era cresciuto con quelle disfunzioni, perché la stava facendo tanto tragica?

    Senta, mi serve solo qualcosa per riattivare il cervello. Non sarei venuto se la Constantine non mi avesse costretto e non posso perdere le sue lezioni. Lo sa che cosa mi farebbe quella se andassi male in uno dei suoi compiti? E' totalmente fuori di testa, glielo dico io.

    Forse non era saggio parlare a quel modo di uno dei docenti dell'accademia, ma Josh non era mai stato troppo a pensare alle conseguenze delle sue azioni. Tuttavia, teneva abbastanza alla propria media da tentare di rimediare alla situazione.

    Sì, insomma, dovrebbe divertirsi un po' di più, sa... Lei è single? Magari potrebbe portarla fuori una di queste sere, in fondo è una bella donna.

    Bella era bella, niente da dire, nonostante quegli occhi eccessivamente inquietanti e la sua fastidiosa capacità di trasformarsi in un lupo -oh sì, l'aveva vista eccome abbandonare la propria forma umana per trasformarsi in una belva dal manto nero come la notte e ammalianti occhi d'ambra. In effetti, nonostante la paura di trovarsi di fronte a un lupo in quell'occasione, Josh non poté non pensare a quanto dovesse essere figo avere l'abilità di Animagus.

    Josh Evans - Happiness is enjoying the little things in life

    © psìche
     
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    Skyler Mave
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    Mentre stava medicando le piccole ma fastidiose unghiate che SevenUp aveva lasciato sul malcapitato Joshua, Skyler ascoltò il racconto del ragazzo. Pareva che, almeno per il momento, fosse riuscito a distrarlo dall’assurdità della situazione - sicuramente gli analgesici avevano costituito un ottimo diversivo.
    Tuttavia, come spesso succede, risolto un problema se ne presenta un altro: Joshua infatti aveva appena starnutito, cosa che turbò non poco Skyler. D’altronde, avrebbe potuto tenere il gatto solo se questi non avesse creato problemi. L’allergia di uno qualunque dei suoi pazienti avrebbe potuto essere un problema. Appena libero, avrebbe provveduto a rimuovere qualunque traccia di peli o acari o respiro di felino dall’aria dell’infermeria. Pur non essendo mai stato un mago (scusate il gioco di parole) con gli incantesimi casalinghi, aveva sviluppato una certa abilità per quanto riguardava la pulizia dell’infermeria - tutto grazie al corso di Igiene e Magia Preventiva, ovviamente. Certo, tali incantesimi avrebbero funzionato molto meglio, se SevenUp non avesse deciso di diventare un tornado di miagolii e furia felina.
    Tornò a focalizzare l’attenzione su Joshua, che stava raccontando la sua storia clinica. ‘Fatica perenne, mancanza di attenzione… dolore al polso… ma non è che si ammazza di seghe dalla mattina alla sera? Certo, la nausea non ci sta - a meno che non ci dia così forte da far sussultare il letto...' - ecco cosa stava pensando Skyler, mentre il povero ragazzo parlava. ‘Qualunque sia il motivo di fondo, sicuramente un ricostituente potrebbe aiutare…’
    “Per la fatica, l’attenzione e la nausea” disse, agitando la bacchetta per usare l’Incantesimo di Appello “posso darti questo decotto - assomiglia agli intrugli delle erboristerie Babbane. Certo, questa funziona asserì, sottolineando la parola con un tono di scherno innocente ai metodi Babbani, che non pensava avrebbe mai nominato in un simile contesto. “Dovrebbe bastare una dose al mattino; attento a non esagerare, o potresti avere effetti collaterali - che ne so, lacrimazione vaporosa e prurito intimo. Per il polso…” dovette trattenere una piccola risata “ti consiglio di lasciarlo a riposo: non dormirci sopra, e prendi appunti per qualche giorno con una Penna Prendiappunti. Anche se forse esiste sempre il rischio che scriva ciò che vuole: forse meglio il magitablet… e per il resto fatti aiutare dalla tua ragazza”. Qui tacque, dopo aver fatto un occhiolino probabilmente fuori luogo a Joshua. Voleva solo risultare un poco simpatico e recuperare qualche punto di favore - probabilmente non riuscendoci appieno.
    Fu a quel punto che lo studente nominò la professoressa Costantine. Di qualche anno più grande di lui, era stata anche la sua professoressa - o almeno così credeva, visto che i ricordi di Hidenstone ogni tanto sfumavano. La condotta del ragazzo in accademia non era stata delle migliori, soprattutto considerando che aveva passato gran parte del tempo con Markab e un altro po’ di tempo cercando di distillare alcolici dalle piante di Erbologia. Il Tranello del Diavolo era stato una pessima idea…
    Certo, ricordava che la donna era bellissima, anzi - una gran topa, per usare termini politicamente corretti. ‘Magari le andrebbe una bevuta di idromele artigianale…’
    “Ah, e dunque la professoressa Costantine sarebbe single? E dimmi… qualche consiglio sul come conquistarla? Certo, forse non dovrei parlare di queste cose ad un paziente… ma se non ti occorre altro, forse forse…”.
    Quindi attese la risposta, immaginando situazioni di cui, per la pubblica decenza, è meglio tacere.
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  7. Joshua B. Evans
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    « scheda - 16 ANNI - AMETRIN - NEUTRALE PURO - statistiche »
    Dopo aver bevuto ciò che l'infermiere gli porse, Josh sistemò il cuscino dietro di sé in modo da poter restare seduto senza sforzo, lasciando che l'uomo gli disinfettasse le ferite inferte dal gatto del demonio.
    Fatica e attenzione potevano non rappresentare un fastidio tanto insopportabile, ma la nausea era qualcosa che il giovane Ametrin non riusciva a tollerare e, quando l'infermiere gli porse il decotto di cui stava parlando, il giovane annuì un paio di volte, scommettendo tra sé e sé quanto la cosa potesse andare a buon fine: era ormai abituato a quella serie di intrugli -babbani o magici- spacciati come la soluzione a qualunque suo disturbo e ben pochi avevano fatto effetto in quei lunghissimi sedici anni di vita.
    Quando poi il consiglio si spostò sulle questioni più pratiche, Josh si limitò ad osservare il suo interlocutore con un cipiglio sorpreso; non era certo che l'infermiere si riferisse alle pratiche di tutti i giorni, ma non avrebbe mai osato pensare che potesse alludere a qualcosa di più intimo... o forse sì?
    Annuì una seconda volta, prima di spostare il proprio sguardo sul decotto e rigirarselo fra le mani.

    Nessun problema, devo solo sceglierne una.

    Non era serio -o sì?- pertanto lasciò che le labbra si schiudessero in un sorriso beffardo, mentre si chinava a prendere lo zaino e infilare la boccetta nella tasca più interna, al sicuro.
    Quando il discorso si spostò sulla professoressa Constantine, il ragazzo quasi si pentì di averla nominata: certo, di solito le insegnanti giovani e belle -entrambe cose che si rispecchiavano perfettamente nella figura della rumena- erano il sogno proibito degli studenti con gli ormoni a palla, ma quando avevano la malsana abitudine di valutarti con una "T" ogni qualvolta non facevi esattamente ciò che richiedevano, era normale che qualunque fantasia erotica su di loro andasse a scemare.
    In quel momento, gli parve quasi di immaginare sua madre con l'infermiere Mave e, reazione causata anche dalla leggera nausea, si portò una mano davanti alla bocca.

    Dice sul serio? Non è troppo vecchia per Lei?

    Come se in amore (?) l'età contasse qualcosa.
    Con un'espressione che rasentava il disgustato, il giovane Ametrin si schiarì la voce, prima di proseguire.

    Come conquistarla, eh? Potrebbe trasfigurarsi in un libro di Alchimia! In quel caso avrebbe la sua completa attenzione, mi creda... o in un palo di legno, come quello che ha...

    Infilato in posti in cui, almeno per quanto ne sapeva lui, non batteva il sole.
    Sorrise assumendo l'aria angelica che più di una volta gli aveva garantito la salvezza, sperando che quella volta non fosse diverso e che nessuno, oltre la soglia dell'infermeria, lo avesse sentito.

    In camera, come quello che ha in camera. Le piace così tanto.

    Josh Evans - Happiness is enjoying the little things in life

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    Skyler Mave
    Infermiere | 23 anni

    “Vecchia? Nah, in fondo è solo questione di quanto - una decina d’anni? E poi dai, non fare quella faccia: non ti ho mica chiesto come uccidere qualcuno o peggio - di accarezzare il mio gatto infernale!” scoccò un’occhiata fugace in direzione di SevenUp, che stava ancora sonnecchiando al sole. Dopo l’avrebbe ripreso (sempre che potesse servire a qualcosa).
    Cominciava a trovare il povero Joshua simpatico. Peccato che non potesse offrirgli da bere un po’ di idromele - d’altronde, era minorenne. Se però lo studente fosse riuscito a intrufolarsi nella sua riserva personale e a rubarne un pochino, non avrebbe di certo riportato l’avvenuto a nessuno. In fondo, quante volte con Markab avevano fregato cibo o alcol a parenti ed ignari elfi domestici per divertirsi e ubriacarsi? Anzi, la considerava quasi una prova di passaggio all'età adulta.
    “Trasfigurarmi in un libro? Pessima idea - probabilmente diventerei un manuale per la Beh, sarà anche una donna acculturata e seriosa, ma fidati - tutti hanno un modo più terreno per divertirsi. Basta solo scoprire quale!”
    La battuta di Joshua sul bastone, contornata dal sorriso angelico del ragazzino, lo convinse fino in fondo della simpatia che provava per quel ragazzo. In quel frangente gli ricordò le tante, molte, troppe volte in cui con Markab si erano messi nei guai ad Hogwarts e la loro affabilità gli aveva permesso di ottenere, se non l’immunità, almeno uno sconto della pena.
    Scoppiò a ridere.
    “Ah, ma quindi le sai fare anche tu le battute! Senti, per le lezioni non ti preoccupare: se ti occorre ancora qualche giorno di riposo puoi stare qui a riposare - nessuno ti disturberà. Ai prof ci penso io” esclamò, indicando con fare baldanzoso il suo ufficio. “Posso scrivere che ti servono dei giorni di cura - certo, magari cerca di fare qualche compito” - dire questa frase lo fece sogghignare.
    ‘Ai tempi della scuola cercavi di evitare di studiare, ed ora dispensi questi consigli? Markab direbbe che non sei più tu!’
    .
    “Non per altro; solo perché non si dica che l’infermiere Mave permette di saltare lezioni e verifiche - sai com’è, non ho un’infermeria abbastanza grande per contenere tutti gli studenti che vogliano fare sega. E poi, la direzione di Hidenstone potrebbe rompermi il c... ehm, crearmi problemi”.
    Diede una pacca amichevole e gentile al ragazzo. Forse forse, dopotutto aver intrapreso Magimedicina lo stava aiutando a rielaborare emotivamente quel periodaccio.
    “Se vuoi, puoi stare ancora un po’ a letto - io vado a compilare la cartella clinica e a segnare la terapia che ti ho dato. E se ti servisse” sorrise al ragazzo, stavolta senza alcun segno di malizia ma anzi, una genuina espressione amichevole “ricordati che puoi trovarmi qui”.
    Detto ciò, andò a prendere SevenUp per portarlo nell’ufficio, in modo tale che non potesse disturbare nuovamente Joshua.
    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato" | Scheda PG
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  9. Joshua B. Evans
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    « scheda - 16 ANNI - AMETRIN - NEUTRALE PURO - statistiche »
    In quel momento, a Joshua sarebbe realmente servito essere capace di leggere nella mente altrui. Aveva sempre considerato l'abilità da Legilimens interessante, ma non indispensabile nella vita, in fondo era abbastanza empatico da comprendere quasi a prima vista lo stato d'animo di qualcuno, ma questa sua capacità poco poteva tornare utile quando vi era una riserva di Idromele nascosta chissà in quale angolo dell'infermeria -o della stanza di Skyler Mave- che non vedeva l'ora di essere scoperta.
    Tuttavia, Josh non è il Narratore e il Narratore non è Josh, motivo per cui sarebbe inutile continuare a disquisire oltre a tal riguardo.
    Quando l'infermiere difese la bellezza e l'età della sua insegnante di Trasfigurazione, Joshua non poté fare a meno che stringersi nelle spalle, della serie "se sta bene a te, amico, non vedo il problema". Lui, probabilmente, avrebbe condiviso volentieri l'opinione dell'uomo circa la docente, peccato che non riuscisse proprio ad andare oltre al fatto che quella donna potesse essere la responsabile di una sua eventuale bocciatura.

    Un modo più terreno...

    Si soffermò per un momento a pensare a quanto detto dall'infermiere, abbassando lo sguardo e soppesando quelle ultime parole. Immaginare la Constantine fare sesso gli risultava impossibile e non perché non fosse una donna affascinante, come già detto, quanto per l'impossibilità di realizzare che fosse talmente umana da provare qualsivoglia piacere. Josh l'aveva vista sorridere forse un paio di volte da quando aveva messo piede a Hidenstone ed era certo che quel sorriso non fosse rivolto né a lui né a nessun altro dei suoi compagni di classe.
    A quel punto non poté fare a meno di chiedersi se la donna avesse mai provato ad avere un orgasmo. Non voleva essere ottimista e pensare subito a un tentativo riuscito, ma almeno che ci avesse provato!
    Non appena si rese conto di ciò a cui stava pensando da attimi interminabili, si costrinse a riscuotersi schiaffeggiandosi neanche troppo delicatamente la faccia.

    Gesù Cristo.

    Amen.
    Quando l'infermiere si propose di permettergli di rimanere a riposo per qualche giorno usando espressioni a dir poco colorite, Josh non tentò neppure di trattenere un sorriso, dando addirittura adito a una risatina. Era divertito dall'atteggiamento dell'uomo, tutt'altro che formale come quello del resto degli adulti all'interno del castello.
    Stava addirittura soppesando l'idea di perdonare l'attacco del suo felino.

    Sì, resterò magari un'altra mezz'oretta.

    Tornare in classe a lezione iniziata non sarebbe stata una buona idea, per quanto il professor Ensor fosse accondiscendente -ma chi, Brian Ensor? Ma andiamo!

    Infermiere Maeve.

    Lo chiamò Joshua nel levarsi il cappellino e poggiarlo sul comodino a fianco del letto.

    Sa, Lei non è tanto male... per essere un adulto.

    Gli riservò un ghigno divertito e si infilò sotto il lenzuolo.

    Josh Evans - Happiness is enjoying the little things in life

    © psìche
     
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