Non importava quanta carta c'era sulla sua scrivania rispetto a quella di Xander, l'importante era che quell'uomo era fiero sempre di lui. Thomas avrebbe lucidato le scarpe ad Alexander se solo lui glielo avesse chiesto. Non importava quanto tempo dovesse rimanere li dentro, non importava se per far andare prima a casa Xander lui rimaneva fino a tardi a fare rapporti, l'importante era che Olwen stesse bene. Forse Thomas viveva per quei momenti, quei momenti in cui aveva sentito dell'apertura di Sinister ed aveva pregato, come avrebbe fatto una ragazzina per il ballo dell'ultimo anno, di essere invitato da Alexander per accompagnarlo. Ovviamente non si sarebbe mai e poi mai permesso di proporlo lui, infondo lui ancora non era proprio un auror, gli era stato permesso di entrare in quell'ufficio solamente perchè aveva lavorato sodo ed aveva studiato tanto, ma se no, gli serviva ancora un anno buono per diventare davvero Auror. Si morse il labbro e continuò a far quel rapporto fino a che la voce dell'auror al dilà della scrivania arrivò alle sue orecchie e Thomas sentì come il coro dell'alleluja. Alzò la testa e fece un sorriso quasi scintillante. Annuì su tutta la linea cercando nella sua testa un qualcosa che potesse piacere ed essere adatto ad Alexander Olwen. Ovvio non certamente all'evento, di quello non gli interessava proprio niente. Alexander lo aveva voluto con lui a quell'evento e lui non poteva che essere ancora più felice.
Ho quasi finito! Ma se... si guardò un attimo intorno ricordandosi la regola del: in pubblico mi dai del lei, in privato mi dai del tu, ed una volta che vide che non c'era quasi nessuno nei paraggi
tu vuoi andare a casa non ci sono problemi, finisco io! Si, se Alexander gli avesse detto di cruciarsi da solo, forse lo avrebbe fatto senza neanche esitare. Comunque quando ebbe finito di fare le varie cose, sistemò la sua scrivania e quella dell'auror e poi si smaterializzò direttamente in bagno per farsi una doccia. Aveva già avvertito Evelyn che non ci sarebbe stato quella sera e di non aspettarlo sveglia. Doccia, capelli, cremine, e cose varie e poi di nuovo smaterializzato a Nocture Alley davanti a quel negozietto chiuso per così tanto tempo ed adesso riaperto. Chissà con quale tipo di scopo, non potevano esserci cose troppo
legali e comunque se li avevano mandati li un motivo c'era. In realtà Thomas sapeva che lui li poteva anche non strci al ministero non fregava assolutamente niente, ma infondo per Thomas il capo Auror veniva comunque dopo Alexander Olwen, quindi quello che aveva detto il moro era un ordine gerarchicamente superiore a qualsiasi altra persona che calpestava la superficie terrestre. Ma torniamo a noi.
Una volta arrivato al 13/b di Nocturne Alley sporse la testolina per cercare di vedere dove fosse il suo
collega - gli piaceva da morire pensarla in quel modo in realtà - e quando lo individuò si stampò in faccia il sorriso più bello che potesse avere e con un
mi scusi di qua e di la arrivò appena in tempo per vedere il tizio strappargli i capelli e Thomas mutò espressione, sfoderando la bacchetta e puntandola dietro la nuca del tizio.
Ci pensi bene la prossima volta di mettere le mani addosso ad un Olwen Sibillò poi seriamente minaccioso prima di levarsi un pò di capelli, darli alla testolina e rimettere la bacchetta apposto, ma non prima di essersi assicurato che il tizio avesse davvero capito. Beh, che Alexander Olwen fosse un Auror lo si sapeva e la cosa che non si sapeva era che aveva un animaletto da compagnia che sarebbe morto per la sua incolumità. Lo guardò in cagnesco e forse, quando si arrabbiava sapeva essere anche veramente minaccioso, ma quando individuò di nuovo il suo auror sorrise e arrivò da lui. Non ci poteva credere, sorrise e si aggiustò la
giacca, si avvicinò a lui e sfoggiò il sorriso più riconoscente del mondo.
Mi dispiace per il ritardo! forse non aveva fatto caso all'entrata di Thomas ma poco gli importava. Sapeva comunque cavarsela e per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa. Era importante ed educato andare a salutare la padrona di casa? Non per Thomas, lui aveva salutato la persona più importante del negozio.