Posts written by Marcel N.

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    CHARITY CAPORAL
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    Look around you carefully. Strain your eyes at the darkness around us... At the darkness around me.

    Wow, due ettari e mezzo? Davvero?” chiese, fingendosi impressionata, la verità era che non aveva la minima idea di quanti fossero due ettari, o anche solo uno, ma sembravano tanti.
    Se gli serviva del personale dovevano essere tanti. Aveva parlato di una tenuta, una tenuta doveva avere un giardino enorme, no?
    Lei in una tenuta era entrata solo una volta, e solo per fare delle foto di straforo, il giardino quella volta era stato enorme, quindi probabilmente lo era anche in questo caso.
    Ma come faceva ad avere una tenuta? Pagava così bene fare il giornalista? Nel caso il suo contratto era una truffa.
    Probabilmente era ricco di famiglia, anche il possedere una tenuta sembrava una cosa da persona ricca da generazioni. Non che avesse molta esperienza con i ricchi da generazioni, eh, però a giudicare dalla tv sembrava una roba molto old money.
    A Hogwarts ero in tassorosso, hufflepride.” Nel dire quelle ultime parole le venne da sorridere, hufflepride era diventato lo slogan non ufficiale di un anno intero a tassorosso, il motivo era stata una serie di vittorie sul campo da quidditch come di rado se ne vedevano nella casa di Tosca.
    Era assurdo che se lo ricordasse ancora dopo così tanti anni? Forse un po’ sì, ma aveva amato gli anni a scuola come pochi altri periodi della sua vita.
    I ricordi le invasero la mente, addolcendole l’espressione del volto, felici e dorati come sono solo certi vecchi ricordi felici. Non era davvero sorprendente che il suo patronus fosse un tasso.
    Mi piacevano trasfigurazione, Pozioni e cura delle creature magiche. In Accademia mi piacevano alchimia e Magitecnica, ma meno, non ero una fan esagerata.” Soprattutto degli insegnanti. Col senno di poi probabilmente era solo troppo critica nei loro confronti, le mancava Hogwarts e dava la colpa ad altri che invece erano innocenti.
    Sembravano passati secoli dalla scuola, invece erano solo pochi mesi.
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    Lo ascoltò con attenzione, il sorriso che non accennava davvero a lasciare le sue labbra, del resto era ovvio per chiunque spendesse più di qualche minuto con Chas che si trattava di una persona molto sorridente.
    Annuì convinta alle sue parole ma soprattutto ai suoi complimenti. Chas non era particolarmente egocentrica ma le piacevano i complimenti, del resto a quale persona non piacevano?
    Umh, ne sono sicura, e la pazienza sicuramente non mi manca!” disse con un sorrisetto divertito.
    C’era un motivo, be, più di uno a voler essere onesti se ai tempi era stata smistata in tassorosso lì dove il duro lavoro non faceva paura. Chas era, più di ogni altra cosa, una persona che rifiutava di arrendersi
    Il mondo era sfida che lei poteva vincere se non si arrendeva, continuando ad andare avanti giorni dopo giorno nonostante le sue debolezze e i pesi oscuri che si portava dietro, nascosti nel profondo della sua anima.
    Oh, be, non ho moltissimi hobby particolari, nessuno ad essere onesta. Mi piace la fotografia, ma anche quella è diventata una parte del mio lavoro più che un hobby.” Ormai viveva praticamente in simbiosi con la macchina fotografica, compagna fedele del suo lavoro. Anche in quel momento era con lei, nascosta nella sua custodia.
    Quando vivevo in una casa con il giardino mi piaceva aiutare in giardino, sono anche brava con le magie relative alle piante, ma pessima con i nomi botanici.” Il che spiegava il suo sempre altalenante rendimento in erbologia, era brava con la pratica ma terribile con la teoria. Riusciva a ricordarsi le piante e le loro proprietà solo in relazione alla pozionistica.
    Quella era stata una delle sue materie preferite e una che aveva continuato a praticare nella vita di quasi tutti i giorni: si preparava da sola diversi prodotti cosmetici, soprattutto profumi e piccoli prodotti cosmetici.
    Ma certe cose richiedevano molto tempo e spesso spazi che non aveva, quindi lo faceva solo di quando in quando.
    Per il resto direi cosa normali: leggere ogni tanto, ascoltare musica, cose normali. Lei?” Le piaceva anche andare a ballare e divertirsi, ma non le sembrava la cosa giusta da ammettere ad un collega più anziano.
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    Charity sorrise quando le fu aperta la porta, l’uomo che le aprì era ovviamente il succitato signor Remar che la accolse con un sorriso.
    Chas tuttavia non poté fare a meno di notare il bastone, ne rimase sorpresa, non aveva idea che il suo interlocutore avesse problemi a camminare!
    Anche se a ben guardare il bastone sembrava un po’ troppo… rumoroso? Per un bastone da passeggio pratico. Forse persino kitsch. Ma non la sorprendeva, talvolta i maghi, soprattutto se venivano da famiglie con una storia lunga, quando non direttamente purosangue, tendevano ad essere eccentrici.
    Forse il bastone neanche gli serviva, in effetti non sembrava appoggiarvisi davvero.
    Non doveva divagare, si impose, prima di allungare la mano all’uomo per stringere la sua.
    Piacere di conoscerla.” Rispose, la voce che moriva impercettibilmente sull’ultima vocale mentre l’altro uomo si chinava per farle il baciamano, gli occhi che involontariamente si spalancavano.
    Si sforzò di tornare ad un’espressione neutrale prima che Vath si ritirasse in piedi, cercando di non mostrare eccessivamente la sua sorpresa.
    Okay, si disse, quello era un po’ stranino.
    A questo punto però era moderatamente sicura che il signor Remar fosse un purosangue, solitamente quel genere di manierismi apparteneva a quella categoria.
    L’ufficio in cui fu introdotta si abbinava alla perfezione al suo proprietario: elegante fin quasi a risultare eccessivo, dotato di una classe vintage e classica insieme.
    Quasi ogni superfice era coperta di pannelli di legno caldo, lo stesso materiale che si ritrovava nel pesante mobilio, cosa che Chas normalmente avrebbe trovato soffocante, ma che poteva ammettere riusciva a creare l’ambiente naturale in cui persone come Vath Remar si muovevano.
    Dal canto suo Chas, che decisamente non era una di quelle persone, sperava solo di non graffiare il pavimento o di inciampare sul tappeto. Aveva il forte sospetto che ogni mobile o complemento d’arredo in quella stanza fosse più costoso del suo intero stipendio.
    Ha uno splendido ufficio, signor Remar” si complimentò, aveva l’impressione che l’uomo avrebbe apprezzato un complimento. In ogni caso la sua reazione sarebbe stata utile per aiutarla ad impostare al meglio le domande successive.
    Compito di un giornalista era ottenere il massimo dalle fonti, e cercare di metterle a loro agio prima di iniziare era solitamente un buon inizio.
    Quantomeno questa era l’idea di Chas, idea che rischiò di andare miseramente in cenere quando notò lo schermo che riproduceva un dating show. E non solo un dating show, ma uno in cui Remar era tra i concorrenti.
    La sua palpebra sinistra tremò per un momento, le labbra che si assottigliavano appena, una risatina che le premeva sui denti e che lei combatteva con tutte le sue forze.
    Ci voleva una bella dose di egocentrismo per mettere nel proprio ufficio una cosa del genere, neanche fosse stata una laurea o qualcosa del genere.
    Nascose la sua reazione con un falso colpetto di tosse, la mano che le nascondeva parte del viso, i lunghi capelli ondulati e sciolti che le fornivano un po’ di copertura.
    Prese poi posto su una delle sedie, la sua compostezza ormai recuperata. Posò la borsa sulla sedia rimasta libera di fianco alla propria.
    Se lo desidera possiamo iniziare immediatamente.” Propose, aspettando di vedere se l’uomo avrebbe accettato.


    Edited by Fennekin - 22/4/2022, 15:37
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    “Mi occupavo di politiche scolastiche e di qualche articolo relativo al mondo fuori dalla scuola.” Erano stati tempi piacevoli quelli a scuola per lei, non solo viveva in pace e libera dalla violenza ma era anche circondata da amici e poteva vedere Edmung, il suo tutore e padre adottivo, anche tutti i giorni.
    Nel sentire che l’uomo più anziano rispondeva con serietà, senza prendersi gioco di lei, si rasserenò, forse non era stata melensa e scontata come aveva temuto.
    Grazie, lo apprezzo molto.” Disse semplicemente.
    Continuò poi ad ascoltarlo parlare, scuotendo appena, quasi impercettibilmente il capo, non aveva alcuna intenzione di rivelare la verità, il perché non avrebbe potuto essere una buona auror neanche desiderandolo.
    Il suo passato era, neanche a dirlo, suo e passato, solo lei, Edmung, sua moglie e nessun’altro conosceva il segreto della vita babbana di Chas.
    Charity Smith, la figlia del pastore, era una bambina dimenticata. Era scomparsa per sempre, seppellita sul fondo di una cantina buia. Ora era Chas Caporal, la figlioccia di un rispettabile insegnante di Hogwarts, madrina del suo primogenito Samuel e giornalista della Gazzetta del profeta, il più importante giornale magico inglese.
    Fortunatamente il commento dell’altro ebbe vita breve e passò a parlare di sé.
    Charity non sapeva molto dell’altro giornalista, sapeva che era figlio di un precedente direttore ma poco altro, era una ficcanaso per molti versi ma non amava fare gossip sui colleghi.
    "Capisco, è stato un buon insieme di fattori, quindi." lei non aveva mai considerato di seguire le orme di Edmung e diventare una professoressa, però immaginava che altri potessero sentire quel tipo di legame con il proprio padre.
    La domanda successiva le richiese un momento di riflessione. Si poso le dita sul mento, cercando di fare ordine nei suoi pensieri.
    Inizialmente volevo scrivere di politica ed economia, lo vorrei ancora, eh, sia chiaro.” Si affrettò ad aggiungere prima di proseguire “Ma lavorando come reporter ho scoperto che mi piace molto lavorare sul campo, inseguire le notizie. È sicuramente molto diverso rispetto al fare analisi, richiede molta più attività fisica e prontezza mentale ma è sorprendente quanto sia arrivata ad apprezzare questa parte del lavoro.
    Erano campi molto diversi, che richiedevano approcci molto diversi, entrambi impegnativi e soddisfacenti.
    Per ora però non doveva scegliere, era solo agli inizi e aveva ancora moltissimo tempo a disposizione per scegliere quale via intraprendere. Il futuro era una strada aperta e misteriosa pronta per essere esplorata.
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    La porta la condusse in una seconda anticamera, qui sedeva quella che aveva tutta l’aria di essere una segretaria.
    Indossava un tailleur e una pettinatura vagamente vintage, una cosa non esageratamente rara tra i maghi che talvolta finivano con l’indossare abiti e trend vecchi già di qualche anno nel mondo babbano.
    Buongiorno, sono Charity Caporal, sono qui per conto del Profeta.” Si presentò con un sorriso alla donna, che nel frattempo si era alzata abbandonando il suo posto dietro la scrivania.
    Fu fatta accomodare nuovamente ma non se la prese, i tempi al ministero potevano essere maledettamente lunghi, ma almeno non correva altro rischio che quello di annoiarsi a morte.
    Quando la mandavano a fare la reporter era molto più pericoloso, anche se a onor del vero era spesso colpa della sua stessa mancanza di buonsenso se finiva nei guai. Come quella volta in cui aveva deciso di salire su un albero per scattare delle foto a aveva rischiato di cadere.
    Si era sentita particolarmente stupida dopo quel fatto, non per le sue scarse capacità come scoiattolo, ma per essersi scordata di poter volare con una scopa. Errore da novellina.
    Aveva iniziato a perdersi nei suoi stessi pensieri, una cosa che le succedeva sorprendentemente spesso, quando la segretaria richiamò la sua attenzione per comunicarle che poteva entrare.
    Si alzò e si spolverò della polvere inesistente dai pantaloni, lisciandoli allo stesso tempo, il suo supervisore aveva insistito sul look e Chas non intendeva farsi richiamare per una cosa simile.
    Si mosse verso la porta, la scuola dei mocassini che risuonava contro il pavimento di pietra.
    Sul pesante pannello in quello che sembrava rovere, o comunque un altro legno scuro, Chas non era esattamente un’esperta di legni e sfumature colore, campeggiava una targa dorata con su iscritto il nome del proprietario dell’ufficio, Vath Remar, seguito da un titolo che Chas non si prese davvero la briga di leggere fino in fondo.
    Bussò con decisione ma senza aggressività, per poi entrare se e quando il permesso le fosse stato concesso.
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    Sfortunatamente per questo tipo di crimine ottenere delle foto è virtualmente impossibile, possiamo al massimo ottenere foto degli incontri ma sono utili solo fino a un certo punto.” rispose con tono vagamente sconsolato, ma i crimini finanziari come quelli tecnologici erano praticamente impossibili da catturare su pellicola, non era come derubare fisicamente qualcuno, solo i dati e le tracce digitali e bancarie lasciate rimanevano come prove dei fatti compiuti.
    Ascoltò con attenzione la proposta del collega più vecchio, annuendo con partecipazione. Quello che diceva era abbastanza vicino a quanto proposto da lei, ma prendeva una piega diversa sul finale.
    Potrebbe funzionare. Credo che dovremmo procedere come dice lei e cercare di convincerlo a parlare. Otterremmo un articolo più completo e interessante.” Non era sicura che l’uomo non li avrebbe comunque solo sbattuti fuori, ma come diceva lui era probabile che prima almeno provasse a difendersi. Questo avrebbe prolungato il tempo dell’intervista e dato loro più materiale. Era sempre una cosa buona.
    La domanda personale che seguì colse invece lei in contropiede. Non che fossero una domanda cui non sapeva rispondere o cui non avesse mai pensato, semplicemente non se lo aspettava, l’altro uomo era stato null’altro che professionale fino a quel momento.
    Ci sono due risposte direi. Una breve e una lunga.” esordì, calcolando le parole seguenti in modo da cercare di non risultare melensa o ingenua.
    Quella breve è che ho iniziato a scrivere nel giornalino di Hogwarts per stare con il mio fidanzatino dell’epoca e da allora non ho mai smesso.” Damian April, un biondino alto quasi un metro e ottanta già a sedici anni, Chas ci era caduta con tutte le scarpe prima ancora di rendersene conto. Il ragazzo dirigeva il giornalino e lei si era unita solamente per stare con lui.
    Non erano durati neanche fino alla fine dell’anno scolastico, ma la giovanissima Chas nel frattempo si era appassionata alla scrittura giornalistica al punto di rimanere anche dopo.
    La versione lunga è che ho sempre voluto fare qualcosa per proteggere il mondo magico. Per restituirgli qualcosa.” Sorrise imbarazzata dalla sua stessa ammissione, un velo di colore che le si posava sulle gote “Non ho le qualità necessarie ad essere un’auror, ma al contrario credo di avere quello che serve per essere una giornalista quantomeno modesta.
    Era piuttosto sicura che il suo tentativo di non risultare banale e melensa non fosse davvero riuscito, ma era comunque una versione socialmente accettabile di quanto pensava davvero.
    Charity doveva tutto al mondo magico, la sua stessa vita per molti versi, e per quanto sciocco potesse sembrare sentiva di avere un debito nei suoi confronti. Voleva disperatamente proteggerlo, conservarlo così com’era. Molti ormai volevano un mondo magico e babbano più vicini, ma Charity aveva passata undici anni nel mondo babbano e sapeva quando brutto e crudele potesse essere, quanto freddo e indifferente.
    Sapeva che non tutti i babbani erano cattivi così come non tutti i maghi erano buoni, ma sapeva che la fine della separazione avrebbe solo peggiorato il mondo magico.
    Lei invece? Ovviamente se posso chiedere.” chiese, un po’ per distrarsi dai suoi pensieri un po’ per sincera curiosità.
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    Chas finì di sistemarsi il rossetto nello specchio, assicurandosi di non averlo accidentalmente fatto finire dove non doveva finire.
    Il giornale le aveva commissionato un articolo relativo ai recenti sviluppi delle relazioni diplomatiche tra il Ministero della magia britannico e quello francese. I due ministeri avevano infatti firmato dei nuovi accordi bilaterali relativi a sicurezza e cooperazione internazionale.
    Chas aveva colto al volo l’occasione per scrivere un articolo relativo finalmente al suo campo, anche se era ben consapevole che difficilmente si sarebbe trattato del più entusiasmante mai pubblicato.
    I nuovi accordi in sé non sembravano essere portatori di enormi modifiche, più un ribadire l’amicizia e la cooperazione preesistenti. Ma la gazzetta voleva un articolo e Charity Caporal gliene avrebbe fornito uno cascasse il mondo!
    Si diede un’ultima controllata ai capelli, che sembravano essere a posto una volta tanto, prima di andare ad infilarsi le scarpe, un paio di mocassini bassi e scuri dalla punta stretta. Wolfy, la sua gatta, ne aveva usato uno come tiragraffi ma la pelle di drago nera nascondeva perfettamente il piccolo danno.
    Il suo supervisore si era anche raccomandato di vestirsi bene poiché l’impiegato ministeriale che avrebbe consultato per l’articolo era apparentemente un tipo alquanto precisino e sempre benvestito.
    Chas aveva obbedito e ora indossava un completo casacca-pantaloni beige, aveva anche perso quasi venti minuti solo a stirare i pantaloni seguendo la piega centrale che li caratterizzava. Una vera tortura.
    La cosa sgradevole dell’occuparsi di quel tipo di notizie era doversi vestire bene. Non era neanche davvero quello, era la cura che certi vestiti richiedevano. Quello e il loro costo, anche comprando da brand più a buon mercato completi come quello erano un bel danno al suo traballante budget di vita.
    Controllò per l’ennesima volta di aver preso tutto, dal suo cellulare alla macchina fotografica incantata, prima di lanciare un bacio alla sua micetta e prendere la via della porta.
    Il suo minuscolo monolocale non disponeva di camino, ma il palazzo ne aveva uno al piano terra che era a disposizione degli affittuari quindi Chas scese le cinque rampe di scale velocemente, dirigendosi verso di esso.

    La metropolvere la condusse dritta al ministero, dove regnava il solito caos controllato, tra decine di persone che si muovevano per raggiungere questo o quel luogo.
    L’atrio era un caotico miscuglio di divise auror, vesti da mago, babbane e creature magiche che apparivano e sparivano nei camini e tramite l’ingresso fisico nel mondo babbano.
    Chas si unì alla massa, dirigendosi ai controlli di sicurezza. Non era la prima volta che visitava il ministero quindi conosceva la procedura: consegnò prontamente il proprio documento, il tesserino da giornalista e infine la propria bacchetta.
    Biancospino e piuma di fenice, una combinazione non propriamente comune, soprattutto in relazione al complicato design floreale che la ornava. Era il genere di bacchetta che ti saresti aspettato di trovare in mano ad una ricca signorina purosangue e non alla natababbana e scapestrata Charity, ma così aveva scelto la bacchetta. Charity dal canto suo la trovava carina anche se un po’ appariscente.
    Terminata la schedatura le fu restituita e poté proseguire. L’ufficio che doveva raggiungere era quello per la cooperazione internazionale e si trovava al quinto piano, a tre piani di distanza.
    Era circa una decina di minuti in anticipo per il suo appuntamento quindi poteva fare con calma.
    Il quinto piano era dedicato al mondo delle relazioni internazionali quindi Chas non fu totalmente sorpresa di udire una cacofonia di varie lingue una volta che l’ebbe raggiunto.
    Un receptionist moro e dall’aria gentile la indirizzò lungo un corridoio sulla destra, lì avrebbe dovuto trovare una seconda reception, quella dell’Ufficio per la Cooperazione Internazionale Magica.
    Una volta giunta lì Chas fu invitata ad attendere per qualche minuto prima di essere indirizzata finalmente alla porta giusta.
    Bussò, pronta ad identificarsi qualora l’altra persona avesse chiesto chi era prima di aprirle la porta.


    Edited by Fennekin - 19/4/2022, 23:13
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    Seguì il discorso dell’uomo annuendo, lieta di essere stata compresa a pieno e che l’altro fosse d’accordo con le sue teorie.
    Quando l’altro le porse il foglio con le ville lo prese e lo esaminò velocemente, effettivamente ville di quel valore sarebbero state troppo costose anche per i lauti introiti che l’uomo percepiva per il suo lavoro e i suoi investimenti.
    Sono sicuramente un’altra prova a nostro favore.” Concordò con lui “l’immobiliare è un ottimo settore in cui investire simili capitali, rapido e perfettamente legale.
    Era piuttosto controllato come settore, ma con le giuste conoscenze era facile aggirare i controlli. Conoscenze che senza dubbio a Sanders non mancavano.
    La questione delle domande che gli avrebbe fatto la colse per un momento in contropiede, aveva pensato ad alcune domande in precedenza ma erano solo abbozzi.
    Non ci aveva speso troppo tempo, in fondo sarebbe stato compito di Alton occuparsi dell’intervista vera e propria e Chas non aveva voluto uscire troppo dal seminato nel timore di risultare troppo prevaricatrice.
    Credo che comincerei con delle domande di rito, cose semplici, come si definirebbe, chi sono i suoi miti, per metterlo a suo agio.” Dovevano agire con cautela, era ovvio che Sanders avrebbe reagito male e dovevano fare in modo da utilizzare le sue stesse parole contro di lui.
    Sono assolutamente certa che tirerà fuori l’onestà e la sicurezza pubblica, Sanders in fondo è un conservatore, dovremmo poi chiedergli dei gruppi criminali, in mondo da indurlo a farci una bella sciarada su quanto brutta sia la disonestà e su quanto orribili siano queste persone. Sarà la nostra trappola.” Mentre esponeva il suo piano la sua voce si faceva man mano più sicura, come se acquistasse consapevolezza con ogni parola.
    Per ottenere il massimo effetto a livello di articolo dovevano fargli condannare apertamente la corruzione e la disonestà, salvo poi sbattergli in faccia i documenti e chiedergli di reagire a quelli. Dovevano essere veloci, perché era certo che in quel momento la loro intervista sarebbe stata troncata. C’era anche la possibilità che venissero buttati fuori dalle guardie del corpo o da qualche nerboruto segretario.
    Una volta fatto questo dobbiamo sbattergli in faccia quello che sappiamo, prenderlo in contropiede, mi accerterò di riprendere la sua reazione nel miglior modo possibile.” Nel dirlo accennò con la mano alla custodia della macchina fotografica che portava attaccata alla borsa “A quel punto è probabile che si infuri o che ci faccia buttare fuori però. Ma non credo ci sia un modo altro per concludere questa intervista.
    L’articolo sarebbe stato pubblicato il giorno successivo e considerato quanto sapevano sarebbe probabilmente stato un bel colpo, sicuramente avrebbe portato a delle accuse formali ed un processo penale.
    Chas sentì un sorriso piegarle le labbra, sentendosi prendere da un senso di eccitata anticipazione, aveva sempre voluto occuparsi di politica e scoprire i casi torbidi di politici corrotti.
    Vedeva nel giornalismo il suo modo di combattere per un mondo migliore, più giusto ed onesto, uno in cui ogni mago e strega potesse vivere la sua vita sicuro e soddisfatto.
    Più di ogni altra cosa voleva proteggere il mondo magico e il piccolo angolo che in esso aveva ricavato per sé stessa.
    Era anche per questo che, oltre a quello di giornalista, aveva lungamente considerato la carriera di auror, tuttavia aveva dovuto abbandonare quell’opzione quando era diventato dolorasamente ovvio che non era adatta al servizio. Non aveva alcuna speranza di passare i test psicoattitudinali, e anche nella remota ipotesi in cui li avesse passati era certa di non poter superare l’addestramento.
    Chas sapeva benissimo di essere davvero in grado di mantenere la calma, soprattutto di fronte alla violenza reagiva in modo davvero spropositato. A volte bastava solo che le persone fossero troppo rudi con lei per farla scattare, sebbene in quei casi di solito si limitasse alle parole.
    Per certi versi il suo era davvero un caso patetico. Era il miracolo dei suoi genitori.
    Senza contare che aveva paura del fuoco, quale auror degno di questo nome temeva il fuoco?
    Quei pensieri mesti ebbero il potere di spegnere il suo sorriso per un momento, ma poi li scacciò con determinazione per tornare a concentrarsi sulle sue entusiasmanti prospettive attuali.
    Il giornalismo era comunque la sua grande passione, non aveva bisogno di piangere una realtà che non c’era mai stata.
    Lei invece come procederebbe?” chiese, rivolgendosi al suo collega più esperto.
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    Preferì sorvolare sul caffè italiano, limitandosi a rispondere con un sorriso e un annuire affermativo.
    Non aveva intenzione di provare ancora quella bevanda così amara, neanche se ne fosse andato della sua stessa vita. Be, forse solo in quel caso.
    No, anche questo è interessante, lei va sola e per poche ore, ma porta molti bauli. Almeno due ogni volta.
    Non c’era davvero una ragione plausibile che potesse spiegare lo spostarsi con bauli simili solo per qualche ora fuori. Inoltre non avrebbe spiegato il suo visitare ogni volta la stessa banca.
    Mi perdoni, mi sono spiegata male.” Disse, notando che l’altro uomo l’aveva fraintesa “La Daminova non è la madre della Econs. Non ho neanche ragione di credere si siano mai incontrate.
    Il loro unico legame è Sanders. Padre di una e amante dell’altra. Anche per questo è ovvio che ci sia lui dietro i loro scambi.

    Lo ascoltò spiegare il resto e, ad eccezione del piccolo fraintendimento legato al rapporto tra le due, lei e l’altro giornalista sembravano essersi compresi alla perfezione.
    Esatto!” disse con soddisfazione, lieta di essere stata compresa, un sorriso che le piegava le labbra mostrando una fila di denti di denti bianchi.
    Sarebbe perfetto, mi sono procurata una copia dei resoconti dell’ufficio di Sanders, quelli dello scorso anno solare sono già completi e un esperto potrà senza dubbio notare irregolarità.” Fu felice di sentire che l’altro avesse delle conoscenze che potessero lavorarci: l’appropriazione indebita sarebbe stata meno interessante in termini giornalistici, ma restava comunque la più probabile tra le due possibilità a loro disposizione.
    Un politico traditore, soprattutto uno così vicino al Ministro, sarebbe stata una notizia da prima pagina ma, se Chas doveva essere del tutto onesta, era meno probabile. Questo non significava comunque che fosse impossibile.
    Personalmente credo che proprio la vicinanza di Sanders al ministro renda la corruzione una strada possibile. Immagini cosa potrebbe fare un’organizzazione meschina con i movimenti futuri del ministro. Non crede che sarebbe disposta a pagare belle cifre per informazioni così private?” dall’attentato al semplice spionaggio, tutto sarebbe stato possibile.
    Nel frattempo l’elfo che era stato invitato poco prima a cercare il fascicolo fu di ritorno.
    Grazie mille.” Ringraziò la giovane, cercando di non fissare la creatura.
    Chas aveva passato la maggior parte della sua vita nel mondo magico, lo considerava la sua unica casa, sarebbe morta per proteggerlo, ma la questione degli elfi e del loro trattamento continuavano a non andarle giù.
    Il pensiero di quelle povere creature schiavizzate dai maghi non le piaceva, e il fatto che sembrassero essere felici nella loro situazione non la rassicurava. L’intera situazione le pareva solo una sindrome di Stoccolma generazionale.
    Fu riscossa dai suoi pensieri quando il collega le passò il fascicolo appena ricevuto.
    Grazie.” Disse mentre recuperava il plico ed iniziava ad esaminarlo. Si prese il suo tempo, esaminando le pagine con attenzione.
    Ovviamente i conti svizzeri non erano presenti, i paradisi fiscali erano tali per una ragione, e dubitava che dalla Gringott sarebbero arrivate grandi novità.
    Stava per arrendersi, quando scoprì di essersi sbagliata, sorrise nell’osservare una serie di transazioni dannatamente interessanti.
    Guardi qui!” disse con un sorriso indicando una delle pagine “La Econs ha ricevuto una serie di versamenti da una fiduciaria svizzera, e sono sicura che… un momento.” Estrasse velocemente il proprio magifonino e fece una veloce ricerca internet, i denti che andavano appena a mordicchiare il labbro inferiore, un vizio che compariva quando era nervosa o particolarmente concentrata.
    Come immaginavo, indovini dove si appoggia la società fiduciaria? Esatto, stessa banca. Ovviamente è una società completamente inconsistente, una palese copertura, la loro sede legale è solo un piccolo ufficio sperduto.” Quella novità dava corpo alla sua teoria e Chas ormai non intendeva più fermarsi.
    Inoltre guardi qui.” Si avvicinò appena all’uomo, per indicargli con il dito una serie di date e versamenti “I versamenti della fiduciaria sono sempre dieci giorni dopo i viaggi della Deminova. Scommetto che esaminando i conti della Deminova e di Sanders si troveranno versamenti molto simili.
    Usano la fiduciaria svizzera per reintrodurre nel Regno Unito una parte del denaro ripulito. Immagino sia la loro quota dell’affare, il compenso se vogliamo.
    ” Concluse, si voltò poi verso l’uomo aspettando di sentire il suo parere.
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    Chas desiderò aver indossato delle vere e proprie scarpe da ginnastica invece delle scarpe normali che aveva scelto di indossare quella mattina. Avrebbero reso tutto più semplice.
    Stava per iniziare la sua scalata quando una voce alle sue spalle quasi la fece sobbalzare.
    Per un momento temette di essere stata scoperta da uno degli auror, pensò a come giustificarsi, aveva con sé il tesserino da giornalista e ancora non aveva fatto niente, poteva scamparla senza grandi ripercussioni. Si voltò cercando di restare calma ma non poté che sentirsi sollevata nel vedere il proprietario della voce, un ragazzo che sembrava essere decisamente troppo giovane per essere un auror.
    Questo finché non guardò meglio e notò che, dannazione, indossava la divisa degli auror!
    La cosa positiva è che non sembrava essere aggressivo, Chas sapeva bene di non reagire bene alle persone aggressive.
    Al contrario il giovanissimo auror, dovevano avere più o meno la stessa età, sembrava essere molto tranquillo. Questo giocava decisamente a suo favore.
    Probabilmente l’aveva scambiata per una passante casuale o qualcuno che faceva jogging, in effetti tranne che per le scarpe poteva sembrare una semplice jogger.
    Buongiorno agente, tutto bene, grazie. Lei?” Rispose, sfoggiando il suo sorriso migliore, e cercando di sembrare il più calma e innocente possibile.
    Non aveva fatto assolutamente niente di male. Ancora. E comunque non faceva niente di male, solo il suo lavoro.
    Il ché le diede un’idea: Chas non era una gran bugiarda, non le piaceva affatto, ma se si giocava bene le sue carte forse poteva ottenere qualche informazione utile senza bisogno di mentire!
    Era decisamente la soluzione migliore, pensò con soddisfazione, doveva solo restare tranquilla e fingere inconsapevolezza assoluta.
    E’ successo qualcosa, agente? Ho visto i suoi colleghi qui vicino mentre passavo.” Chiese cercando di mostrarsi preoccupata, non era una grande attrice, ma magari l’altro ci sarebbe cascato.
    Con tutte organizzazioni e gruppi criminali scommetto che avete un sacco di lavoro. Ci vuole coraggio a fare l’auror di questi tempi, non è da tutti.” Questo lo pensava davvero, quindi non ebbe problemi a suonare sincera, lo era.
    Se non avesse sviluppato la passione per il giornalismo da ragazzina probabilmente avrebbe provato a diventare un auror. Non era la migliore duellante del mondo, ma aveva dalla sua la stamina e la resistenza, inoltre le piaceva pensare di essere abbastanza coraggiosa.
    Inoltre in passato Edmung le aveva suggerito che sarebbe stata una buona occlumante con un po’ di allenamento. Non aveva mai provato, ma in futuro chissà.
    Sperava comunque che le sottili moine avrebbero convinto l’altro ad aprirsi un po’ e raccontarle qualcosa, in caso contrario avrebbe dovuto improvvisare un nuovo piano.
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    Mai provato il caffè italiano.” Rispose, mentendo, la verità era che aveva provato l’espresso italiano ma le aveva letteralmente fatto schifo. Non le piaceva nemmeno il caffè semplice, preferiva aggiungere latte e crema fino a raggiungere la perfetta tonalità marroncina. E, quando le temperature si facevano più miti, una marea di ghiaccio.
    Ma aveva l’impressione, forse errata, che il suo collega più maturo non avrebbe apprezzato se si fosse messa a guardare in bocca al proverbiale caval donato.
    Di fronte alla sua richiesta recuperò velocemente il fascicolo dalla borsa poggiata a terrà prima di passarlo all’uomo al suo fianco.
    Il fascicolo era di circa una ventina di fogli, scritti densamente in un carattere minuto su entrambe le facciate, arricchiti anche da tabelle e fotografie magiche e tenuti insieme da una coppia di spillette, in modo da restare ben compatto e non disperdersi.
    Osservando Alton sfogliare a lungo le pagine, Chas non poté negare di essere colta da una certa ansia. Era certa di aver fatto un buon lavoro: aveva coinvolto social e contatti, spulciato atti pubblici e vecchi giornali, praticamente ogni fonte o quasi a sua disposizione.
    Tuttavia, era solo una strega anche lei, poteva aver sbagliato qualcosa, letto o riportato male qualcosa.
    Si morse l’interno del labbro inferiore, stringendolo delicatamente tra i denti dritti e bianchi, aspettando con nervosa pazienza il responso dell’altro.
    Una volta terminato l’uomo le rese i fogli, Chas li prese ma attese che l’uomo desse il suo responso prima di tornare a metterli via.
    La sua sottile inquietudine si sciolse come neve al sole quando l’uomo si complimentò con il suo lavoro.
    Chas sorrise allegramente, il volto illuminato dalla soddisfazione per i complimenti ricevuti.
    Ne ho uno. E potrebbe essere una situazione davvero interessante.
    Scorse velocemente il fascicolo che le aveva restituito per raggiungere la decima pagina, pose poi il plico sul tavolo di fronte a loro in modo che l’altro potesse vedere.
    Il nostro soggetto ha diverse amanti fisse, oltre a una moglie attuale, ovviamente. Non è un segreto.
    Quello che forse molti non sanno è che una delle sue amanti storiche, Ivanka Daminova, ha viaggiato avanti e indietro dalla Svizzera per dieci volte nell’ultimo anno. Nessun viaggio è durato più di ventiquattro ore.
    ” Nel dirlo indicò la foto di una donna elegante, sulla quarantina, colta nell’atto di uscire da un palazzo accompagnata da un elfo, bauli alla mano, e smaterializzarsi.
    La cosa strana è che questa donna non ha legami con il paese, eppure ha visitato la stessa banca dieci volte. In compenso sa chi ha una camera blindata lì? Darlene Econs, una delle figlie nate fuori dal matrimonio del nostro soggetto. Mai riconosciuta legalmente, ma lei e il padre si sono incontrati spesso e sono vicini. L’altra cosa interessante è che questo conto esiste da solo un anno, poco prima che cominciassero i viaggi della Daminova.
    Recuperò il fascicolo e passò alla pagina dodici prima di rimettere il fascicolo al suo posto, dove campeggiava una foto dei due che si incontravano alla Testa di Porco di Hogsmage.
    Credo che la Daminova stia facendo da corriere per il denaro sporco di Sanders, aiutandolo a nasconderlo. La Econs invece è il prestanome. Ricevono il denaro in contanti o tramite oggetti materiali, lo trasportano nei bauli e poi lo versano in una camera blindata meno controllata di quanto sarebbe una alla Gringott.
    Prese un respiro prima di riprendere a spiegare la sua teoria.
    La fonte del denaro però non so quale sia. Appropriazione indebita immagino, ma non sono abbastanza esperta di bilancio per poter dirli esaminare. C’è anche la possibilità che sia corrotto e stia vendendo informazioni a gruppi criminali come l’Acramantula o Excalibur.” Le labbra di Chas si piegarono leggermente nel nominare queste due, come se stesse nominando qualcosa di particolarmente sgradevole.
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    Una volta ricevuto il permesso aprì la porta ed entrò, un sorriso che le piegava le labbra rosate.
    Buongiorno a lei, signor McKinley.” Rispose mentre si chiudeva la porta alle spalle.
    L’ufficio in cui era entrata era decisamente più carino del suo, come del resto si era aspettata, ma le piaceva pensare che quando anche lei avesse avuto l’età dell’altro anche lei avrebbe avuto un ufficio del genere. Be, magari senza tutta quella pelle rossa. Quella era un po’ kitsch.
    Non si deve scusare, l’orario non è assolutamente un problema.” Davvero non lo era, Chas non era una persona particolarmente mattiniera ma erano quasi le nove e solitamente per quell’orario era comunque già in redazione o in giro a fare ricerche.
    L’attività di reporter in senso stretto, girare per le strade, scattare foto e raccogliere testimonianze a caldo, non era quello cui puntava sul lungo periodo, ma per il momento le piaceva ed era più che felice di occuparsene.
    Un giorno le sarebbe piaciuto occuparsi di opinione pubblica e politica, ma sapeva che quel giorno non era ancora giunto.
    Certo” disse mentre si muoveva per prendere posto sul divano, posando la borsa per terra, di fianco al mobile. Sedersi con la gonna era una sofferenza ogni volta, doveva sia stare attenta a non stropicciarla che a come si sedeva.
    Invidiava da morire quelle persone che riuscivano a sedersi con grazia, soprattutto se allo stesso tempo portavano anche i tacchi.
    Chas però riuscì comunque a sedersi senza doversi sistemare troppo, consapevole però di aver già fallito nel non far sgualcire la gonna. E dire che l’aveva anche dovuta stirare la sera prima!
    Con la magia certo, ma era comunque stirare, il ferro da stiro era incantato ma andava comunque tirato fuori e controllato, una vera scocciatura.
    Oh, la ringrazio, non doveva.” aspettò che l’altro prendesse il proprio caffe prima di prendere il proprio e versarci tre bustine di zucchero. Alla sua scrivania aveva anche della panna alla vaniglia per il caffè, ma poteva accontentarsi del solo zucchero.
    Mi sono permessa di preparare alcuni appunti per l’intervista di oggi, nel caso le interessasse.” Continuò una volta preso un sorso del suo caffè “Informazioni personali e finanziarie, oltre che sulla sua carriera politica. Anche qualcosa sui membri della famiglia, nel caso potesse tornare utile.
    Li aveva portati con sé nel caso l’uomo volesse vederli, lasciandoli però nella borsa, non voleva sembrare presuntuosa ed era certa che anche l’altro avesse preparato qualcosa di simile, probabilmente di migliore visto che aveva più contatti ed esperienza.
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    Chas stava scorrendo il suo magifonino, un occhio ancora quasi chiuso e una tazza di cappuccino alla vaniglia nell’altra, cercando di trovare la forza di tornare tra i vivi.
    Erano solo le sette e qualcosa, aveva ancora un po’ di tempo prima di dover andare in redazione.
    Wolfy, la sua gatta, dormiva sull’altro sgabello del suo minuscolo tavolo, emettendo ogni tanto dei piccoli vocalizzi aggressivi, probabilmente sognando di cacciare qualche sventurato roditore.
    Tutto era quieto e sonnacchioso, quindi il cinguettare del suo magifonino fu ancora più imprevisto e sorprendente, Chas sobbalzò rischiando di lanciare l’oggetto per aria e Wolfy, svegliata brutalmente, saltò sul tavolo pronta a vendere cara la pelliccia.
    Chas borbottò tra sé, facendola scendere dal tavolo e ripulendo un po’ di caffè che aveva involontariamente rovesciato.
    Non ricordava di aver rimesso la suoneria al suo cellulare, nessuna persona normale sotto i quarant’anni aveva l’audio attivo sullo smartphone, ma doveva averlo fatto la sera prima.
    Il messaggio era di una sua conoscenza, più un suo contatto che una conoscenza, apparentemente un gruppo di auror era apparso fuori dalla casa del collezionista Richard Selwyn. Selwyn era noto per la sua collezione di manufatti magici da tutto il mondo e un furto in casa sua poteva essere uno scoop interessante.
    Non solo poteva valere molto in termini economici, ma alcuni di quei manufatti erano anche potenti e pericolosi.
    Doveva andare a indagare! Una volta informato con un messaggio il suo supervisore che era fuori per una ricerca corse in bagno per prepararsi ad uscire.
    Non aveva idea di come fare ad ottenere delle buone prove, certo, poteva fare qualche foto all’esterno e mettere insieme una storia basandosi su quanto sapeva e sulla presenza degli auror, ma senza prove solide non credeva che il suo supervisore sarebbe stato interessato alla storia.
    Una volta davanti al suo armadio però si trovò davanti ad un dilemma, cosa doveva indossare? Non era mera vanità, ma una parte fondamentale della sua copertura.
    Alla fine tutto si ridusse a due possibilità: mettersi i suoi migliori abiti business e cercare di spacciarsi per giornalista di fama e tentare di convincere Selwyn e magari gli auror a dirle qualcosa oppure poteva cercare di ficcanasare per conto suo attorno alla casa, magari sarebbe riuscita a fare qualche buona foto senza bisogno di entrare. Magari tramite una finestra?
    Dopo una breve riflessione decise di tentare la seconda strada, dubitava di poter convincere degli auror di essere una giornalista di fama e anche ci fosse riuscita era possibile che decidessero comunque di non dirle nulla.
    Indosso un paio di pantaloni neri che avevano visto tempi migliori e una felpa a maniche lunghe nera, i capelli legati in una treccia morbida. Sembrava un po’ una ladra e iniziava ad avere qualche ripensamento, ma non era pronta a rinunciare.
    Recuperato lo zaino e le scarpe uscì di corsa dall’appartamento.

    Arrivata nelle vicinanze della casa si fermò e si nascose dietro un muro, osservando dalla distanza cosa stava succedendo.
    Un paio di auror erano fuori e sembravano fare la guardia, probabilmente per evitare giornalisti ficcanaso come lei.
    Sul davanti della casa non c’erano alberi o altro su cui arrampicarsi e di fronte c’erano solo altre case private, non poteva scattare foto da lì.
    Sospirò e si mordicchiò il labbro inferiore, pianificando la sua prossima mossa. Non aveva altra scelta che tentare sul retro.
    Abbandonò il confort del suo nascondiglio e si diresse verso il retro della casa, tenendosi il più lontana possibile dagli auror.
    Sul retro non sembrava esserci nessuno, del resto il giardino sul retro era protetto da un muretto e da un cancello. Il muro era piuttosto basso, forse un paio di metri, ma dotato di punte che le impedivano di scalarlo.
    Il retro però era dotato di un paio di alberi, probabilmente per garantire un po’ di ombra, e uno di loro aveva un ramo che sporgeva appena sopra il muretto. Da lì avrebbe avuto una buona visuale sulle finestre della casa, ma non poteva comunque essere certa che fossero le stanze giuste.
    Saltellò un paio di volte sul volto, come a fare un po’ di stretching, osservando il muro e il ramo, considerando la sua prossima mossa con attenzione.
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    Chas sospirò, gettando la spazzola sul ripiano del bagno. Dall’estate precedente viveva in un minuscolo ma carinissimo, e carissimo, monolocale nella Londra magica.
    Non era grande, non era economico, e la luce in bagno era così gialla da farla sembrare malata di scorbuto ma dannazione se amava quell’appartamento. Inoltre era vicinissimo a Diagon Alley e alla maggior parte delle zone centrali della capitale.
    Il suo magro stipendio come stagista-schiava copriva a stento l’affitto e le spese ma era comunque un posticino adorabile e completamente suo. Be, suo e del padrone di casa, ma quello ero un dettaglio trascurabile.
    Il suo lavoro come stagista-schiava era anche la causa del suo sospirare. Tecnicamente i suoi capelli in relazione al suddetto lavoro erano il motivo, ma anche questo era un dettaglio completamente trascurabile.
    Non era ancora in ritardo, ma non erano neanche più in anticipo quanto avrebbe voluto, tutto ciò perché i suoi capelli non avevano nessuna intenzione di collaborare.
    Provò un’ultima volta, col supporto anche della sua bacchetta magica, a dar loro una forma definita prima di arrendersi e intrecciarli nella solita treccia.
    Decisamente non il raccolto professionale e assolutamente perfetto che aveva in mente.
    Voleva fare bella figura, quel giorno infatti avrebbe affiancato uno dei colleghi più vecchi durante un’intervista esclusiva. E con un politico, esattamente il campo cui Chas puntava, ma che era ancora lontano da lei, costretta a scrivere trafiletti misti.
    Per l’occasione aveva persino spolverato uno dei regali di Ella, la moglie del suo ex tutore e professore, una gonna nera dritta che le arrivava al ginocchio.
    Solitamente era un tipo casual, ma per l’occasione le sembrava più appropriato puntare ad un business casual. E considerato che non intendeva mettersi i tacchi, perché sembrava una papera sgraziata con quelli indosso, aveva dovuto ripiegare sulla gonna da educanda.
    Considerato che si era già truccata e vestita, risolto il capelli-gate fu in grado di recuperare la borsa dal suo letto e corre giù lungo le cinque rampe di scale che portavano all’ingresso e al camino del palazzo, non ne aveva uno suo quindi se le serviva la metropolvere quella era l’unica soluzione.

    Arrivò in ufficio alle otto e venti e prese posto alla sua scrivana, un vecchio modello in compensato che aveva visto tempi migliori, ma a lei non dispiaceva, tanto era un casino comunque, piena di note e fogli e piume, aveva giusto lo spazio per poggiare il computer. Per la macchina fotografica aveva un gancio per appenderla, originariamente teneva anche quella sulla scrivania, ma era caduta già due volte e Chas non si sentiva di rischiare una terza caduta.
    Dalla borsa estrasse gli appunti del giorno, un bel fascicoletto stampato e rilegato con delle spillette, si era preparata a dovere per l’intervista.
    Si era persino informata sugli stipendi dei collaboratori del politico, giusto per andare sul sicuro.
    Li ricontrollò un’ultima volta prima di gettare un’occhiata all’orologio per constatare che era effettivamente ora di muoversi, mancavano solo cinque minuti all’appuntamento.
    Si diresse a passo di carica verso l’ufficio del signor McKinley e bussò con decisione.
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    Leggo un po' di schede e ti scrivo in privato!
25 replies since 13/4/2022
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