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.BLOOM SYLVIE LOREN COHENÈ bella la vita ora che il mondo mi ha dato te.PARLATO - PENSATO - NARRATO
Bloom capiva perfettamente che gli affetti erano importanti quelli delle sue amiche, con cui passava il tempo prima trasferirsi a Londra e trovare altri affetti come i suoi colleghi Vath e Krasus a cui teneva ma spesso il cuore non corrisponde alle aspettative. Non pensava che incontrandolo diverse volte avrebbe nutrito simpatia per lui e così rispose al suo discorso.
“ Già lo è davvero, ma purtroppo me sono dovuta trasferire a Londra a causa del lavoro. Anche a me mi piacerebbe prenderlo insieme. Allora aspetterò un tuo invito prossimamente. “
Disse la rossa mentre sentiva risuonare dolcemente la risata di Alton facendola sorridere e nello stesso tempo ridere. Era un sacco di tempo che lo faceva visto che l’ ultima volta il suo ex ragazzo l’ aveva fatta soffrire e non voleva che le ricapitasse di nuovo. Ascoltò in silenzio le parole di lui, riguardante il suo lavoro e dopodiché rispose seguendo il filo del suo discorso in quel momento.
“ Si è stressante a seconda della situazione però! Certo che lotto per salvare vite degli animali pensando a come curarli ma a volte sai che non è così semplice. Davvero tuo padre ti ha trasmesso questa passione per il giornalismo? Già spesso non è facile trovare le cure che gli servono e devi fare tanti tentativi finché non la trovi.”
Parlò la giovane donna osservandolo con i suoi occhi verdi con le piccole sfumature grigie che si intravedevano alla luce mentre lo vide fare una pausa seguito da un sorriso. Il suo sorriso le sembrava un diamante che illuminava il cielo senza nubi e poi rispose:
“Wow! Non lo sapevo... e mi piacerebbe davvero tanto venire in Scozia a vedere la tua tenuta scozzese. Credo che sia spettacolare immagino. Non ci sono mai stata in Scozia, ma so che è una bellissima nazione.”
Continuò a parlare la rossa mentre sapeva che i segreti a volte non si potevano rivelare.
“ Non ti preoccupare, ti capisco ma sappi che potrai sempre contare su di me e so mantenere un segreto stai tranquillo.”
Mentre ascoltava le parole riguardo il viaggio a Los Angeles che volevano entrambi fare.
“ Davvero? Ci vuoi venire con me ? Mi sembra giusto ognuno ha propri motivi per poter fare un viaggio, non credi? ”
Per lei sarebbe stato un viaggio interessante visto che era in compagnia di Alton che era anche un modo per conoscerlo meglio e poi ascoltò la domanda che lui le fece in quel momento e fece un respiro poi con calma rispose.
“Sono una ragazza semplice che fuori dal lavoro ... ama molto la musica di tutti i generi, le passeggiate notturne, la letteratura inglese americana fare sport in palestra dove ho un abbonamento, i bambini e leggergli le storie e il mio sogno è viaggiare nelle varie città come Parigi, Spagna e la Scozia ma anche cucinare so fare i Pancake con lo sciroppo d’ acero anche se ovviamente non è l’unica cosa che so fare apparte questo so cucinare un po’ di tutto ma ovviamente non ne ho parlato con nessuno e a volte esiste la semplicità nel farle quando riesci se incontri qualcuno di speciale ecco... ”
Disse arrossendo Bloom mentre raccontava un po’ di sé che non aveva mai fatto fino a quando non notò Alton ordinare un’ altra bottiglia di vino per accompagnare i piatti che avevano ordinato prima. Si accorse che la serata stava andando verso un qualcosa di particolare e inatteso ed molto piacevole che nemmeno lei sapeva esattamente cosa ...Scheda - Statistiche - Outfit
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Sul suo volto c’era ancora il rossore che la caratterizzava ogni volta che parlava con qualcuno di nuovo. Non era una tipa facile da conquistare ma qualche volta c’era quello che ci riusciva, anche se non pensava che fosse lui. Non sapeva come mai la faceva stare bene nonostante fossero diversi facendole dare ragione alle sue parole in quel momento.
“ Hai perfettamente ragione! Sono legati alla loro cultura ma non dovrebbero mai farlo troppo spesso sennò non si possono mai godere la propria vita.”
Esclamò la rossa mentre lui le fece fare una risata in quel momento si accorse che amava chiacchierare di se cosi gli fece un live sorriso che le apparve sul suo viso candido.
“ Sì è un luogo magnifico a cui sono affezionata,perché ci ho passato metà della mia vita e ora volevo cambiare un po’ o almeno provarci.”
Pronunciò la giovane donna dai capelli scarlatti mentre rimase con gli occhi spalancati per qualche secondo, non pensava che fosse cosi interessato al lavoro che lei faceva.
“ Grazie! E’ un lavoro che mi impegna tanto. Se mi capita di darti qualche lezione lo faccio ben volentieri. “
Disse Bloom mentre ascoltava con molta attenzione mentre gli sorrise prima di rispondere.
“Si figuri ho solo detto la verità. Non lo sapevo proprio, magari lo avessero fatto anche con me ma non volevano rifare gerarchia. Si sono sentiti liberi chiamarmi Bloom come quella fata che proveniva da Gardenia.”
Esclamò la rossa mentre parlava con lui e nel frattempo Alton le prendeva l’ ordinazione. Era rimasta sorpresa per il gesto che lui le fece in quel momento.
“Ti ringrazio! Sei molto gentile.. non tutti hanno un cuore come te.”
Pronunciò sorridendo mentre aspettava la sua ordinazione. Non sapeva come mai il destino aveva deciso quella strana strada in quel momento e sicuramente saranno piene di sorprese... che lei ancora non conosceva... e perché il destino ha voluto che loro si incontrassero lì in un locale come quello...Scheda - Statistiche - Outfit
Edited by Bloom Sylvie Loren Cohen - 31/8/2022, 20:31 -
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Non era facile non arrossire ma a quanto pare l’ uomo le aveva appena fatto un complimento sul suo nome che spesso sembrava molto strano da sentirsi, ma i suoi l’avevano chiamata cosi. Gli sorrise dolcemente e poi alla fine riuscì a farsi coraggio per parlare.
“G...grazie! Come avete fatto a capire che non avevo origini britanniche? infatti ho origini californiane. Lo so dovrei dovuto essere di Londra, ma purtroppo non posso cambiare le mie origini. Voi immagino avete origini britanniche se non mi sbaglio? “
Disse Bloom mentre l’ uomo si presentò in quel momento e appena gli disse il suo nome: Alton all’ improvviso le venne in mente una cosa: quando era stata salvata in ospedale leggeva sempre qualche articolo dell’ uomo che aveva di fronte. Gli sorrise dolcemente prima di fargli i complimenti per il nome.
“Anche per me è un piacere conoscerla comunque devo dirle che ha un bellissimo nome. “
Esclamò Bloom mentre ascoltava in silenzio la domanda che le fece riguardo alla sua vita lavorativa.
“ Lavoro con le piante e creature non magiche è la mia vocazione fin da bambina fino ad ora. Però nessuno mi aveva chiamato bellezza tu sei il primo che me lo dice. “
Esclamò la rossa mentre arrossiva al complimento che le fece Alton in quel momento mentre gli sorrise e era prima volta che usciva a cena fuori e avrebbe bevuto.
“ Grazie davvero spero soltanto di farcela a reggere il vino.”
Pronunciò la rossa mentre parlava e arrossiva di nuovo. Non era così le ci voleva un po’ ma in quel momento era strano stare a cena con lui e poteva ordinare quello che voleva e infatti fece.
“ Vediamo un po’ mi sa Leek & potato soup almeno una cosa leggera e un Chicken schnitzel.”
Disse Bloom mentre ascoltò le parole di Alton sul fatto del vino che lei porse e lo assaggiò tenendolo sulle labbra per un po’.
“Ma è buonissimo... non lo avevo mai assaggiato per via della mia giovinezza diciamo che non mi hanno mai fatto mai bere vino fin ora.”
Pronunciò la rossa mentre la ruota del destino aveva avuto una strana svolta che lei cercava di capire perché loro due si erano incontrati in quel posto. Se Bloom non ci fosse andata in quel posto forse non lo avrebbe conosciuto. Non sapeva come mai la ruota del destino in quel momento come si dice li aveva fatti incontrare e un motivo c’era sempre anche nelle strane situazioni tipo quella... così sperò di capirlo nonostante fosse complicato in quell’ istante....Scheda - Statistiche - Outfit
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.BLOOM SYLVIE LOREN COHENÈ bella la vita ora che il mondo mi ha dato te.PARLATO - PENSATO - NARRATOBloom dopo aver preso l’ ordinazione si accorse che era rimasta un attimo sorpresa quando notò arrivare l’ uomo di cui non conosceva neanche il nome al proprio tavolo mentre le stava gentilmente chiedendo come si chiamava fece un respiro profondo e poi gli rispose con un po’ di imbarazzo.
“Mi chiamo Bloom Sylvie Loren Cohen e lei ?."
Domandò la ragazza dai capelli rossi come Anna dai capelli rossi, non lo mostrava ma a volte le capitava. A un certo punto l’ uomo le fece una risata diciamo contagiosa che non faceva spesso ma in quel momento ricambiò. Poi ascoltò le parole dell’ uomo in silenzio ed con tono pacato rispose.
“La ringrazio! Non si preoccupi accetto ben volentieri l’ invito, non stavo aspettando nessuno poi è difficile io riesca a dire di no. Si concordo con lei, anche se non mi è mai capitato di berlo in compagnia forse perché sono troppo giovane, ma potrei tentare almeno una volta.”
Disse la donna mentre lo guardava con lo sguardo grigio con piccole sfumature verde che intravedevano alla luce della stanza sembrava gentile, con lei in quell’ istante, ma a volte non sapeva che gli incontri qualche rara volta avvenivano anche a caso come ad esempio aveva conosciuto il collega, che poi fu costretta a lasciarlo andare e forse un giorno si sarebbe potuta innamorare di nuovo, ma adesso aveva in mente di godersi quella serata con l’ uomo di cui non conosceva il nome e come diceva un detto – E’ il destino a scegliere chi incontrare e stare nella vita – Non sapeva nemmeno che cosa le sarebbe successo in quel locale dove aveva deciso di passare la serata, ma tutto poteva succedere come giusto sia... in quel momento... come nei gialli di Holmes...Scheda - Statistiche - Outfit
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.BLOOM SYLVIE LOREN COHENÈ bella la vita ora che il mondo mi ha dato te.PARLATO - PENSATO - NARRATOBloom aveva bisogno di svagarsi un po’ era una ragazza ancora giovane e aveva tutta la vita davanti. A Venticinque anni non era ancora una donna matura, ma una ragazzina e lei in quel momento aveva deciso di lasciare andare un suo collega a cui teneva così quel venerdì sera si preparò per andare nel locale Club Shaftesbury Ave di Londra dove aveva deciso di passare la serata. Una volta raggiunto il luogo non conosceva nemmeno il posto ma era giusto anche imparare a farsi una vita anche se all’ inizio non è facile dopo aver conosciuto due Auror che erano diventati suoi amici di cui pensava forse erano la persone giusta per lei, ma non era cosi. Decise di entrare e con lo sguardo grigio con sfumature verdi cercò un posto dove mettersi seduta ma prima però arrivò al bancone e sorrise.
“Avevo ordinato un tavolo per passarci la serata a nome di Bloom Sylvie Loren Cohen.”
La ragazza controllò e poi la portò a due tavoli da un signore che a malapena conosceva, forse sì ma non lo aveva mai visto. Così si sedette a prendere qualcosa chiamando la cameriera che arrivò.
“Essendo la prima volta che vengo da queste parti che cosa mi consiglieresti ?”
Domandò la donna dai capelli rossi mentre parlava alla cameriera che l’ ascoltava e poi le consigliò un Avocado & broad bean humus. Così lo prese ordinandolo sperando sia roba buona visto che era la prima volta in quel posto e forse avrebbe avuto un incontro le sarebbe potuto cambiare tutto ma tempo al tempo... come si diceva ... conosceva ancora poco alcuni posti perché lavorava molto e a volte aveva bisogno di essere se stessa qualche volta ma è difficile ci avrebbe provato ad andare avanti ma tentare per quella sera per una volta....Scheda - Statistiche - Outfit
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.17 Y/OAMETRINIn effetti, era davvero piacevole essere da sola, senza l'ombra di Evrard Boyer, anche in casa del giornalista. Nonostante ciò, avrebbe preferito non essere lì, in quella casa, che le ricordava tutto quello che avrebbe preferito dimenticare. A volte, avrebbe voluto chiedere ad una persona di fiducia, ad esempio, Aaron o Blake Barnes, di lanciare su di lei un qualsiasi incantesimo per cancellare tutti i suoi ricordi. Avrebbe voluto rinascere, vivere una vita totalmente nuova, darsi un nuovo nome e una nuova identità, da un late, anche se era davvero molto legata al suo nome, perché le sembrava fosse l'unica cosa che la connettesse alla memoria dei suoi genitori.
Alzò il calice al cielo (in realtà, soffitto) per il brindisi.
- Si, in effetti, è abbastanza piacevole... - rispose. Non sarebbe stata di tante parole quella mattina.
- Allora, alla solitudine! -
Si, aveva proprio detto "Alla solitudine", perché sentiva che questa la rivestisse, come un abito cucito su misura per lei. Sorseggiò il liquido frizzantino e dorato, fino a quando il calice non fosse stato svuotato.
Nel frattempo, un elfo domestico aveva interrotto il loro silenzio, annunciando una lettera da parte del signor Mckinley. Quando il suo promesso sposo chiese di metterla da parte perché non l'avrebbe letta al momento, Louise intervenne.
- No, ti prego, leggila, potrebbe essere accaduta qualsiasi cosa... -
Effettivamente, non pensava che la lettera dell'uomo fosse portatrice di buone notizie. Tutt'altro. E sarebbe stato meglio saperne il contenuto. Se avesse accettato, avrebbe rimandato volentieri l'argomento della sua discussione: voleva, infatti, chiedergli il motivo per il quale l'aveva fatta chiamare e invitare a casa sua. E voleva anche spiegargli che non c'era motivo di essere romantici, perché tra loro non sussisteva nulla e non aveva senso fingere, perché la finzione non si sarebbe trasformata in realtà. La questione era palesemente veritiera. Non si poteva cambiare l'età, né i sentimenti. -
.17 Y/OAMETRINL'accoglienza dell'elfo domestico, che fosse stata buona o meno, era l'ultimo dei suoi problemi: se avesse stilato una scaletta, al primo posto avrebbe inserito sicuramente il vivere con Evrard Boyer e Bridgitte De Maris, mentre, al secondo, il matrimonio con Alton. Non voleva sposarsi con un uomo che conosceva a malapena e che non era disposto nemmeno a rischiare per salvarla. Se ci fosse stato amore, Alton sarebbe sicuramente andato contro i suoi stessi principi. Ma non c’era assolutamente niente tra di loro e sarebbe stato meglio mantenere tutto così: freddo, distaccato, con chiacchiere di circostanza. Alton aveva bisogno di lei per non diventare ancora più vittima del padre e Louise aveva bisogno di lui per essere curata quando ne aveva bisogno. Fine della storia.
- L’accoglienza è stata ottima, come al solito – rispose, senza troppa enfasi.
- Sto bene. Tu? -
Le sue erano solo parole di circostanza. Non aveva alcun interesse e alcuna gioia nello stare lì: non sapeva nemmeno cosa dovesse fare e con chi avrebbe avuto l’”onore” di fare conoscenza. Raccolse il mazzo di rose e sorrise leggermente.
- Grazie, sono molto belle -
Avvicinò il volto ai petali per sentirne il profumo. La loro fragranza gli ricordava casa, la sua vera casa, gli ingredienti di pozioni che raccoglieva con suo padre e tanto, molto altro.
- Il viaggio è andato abbastanza bene -
“Abbastanza”, appunto, perché Evrard non era sé stesso se non faceva lo stronzo. Si sedette sul divano, verso la parte più estrema di esso, dove la spalliera terminava in un bracciolo.
- Poco, per favore – disse, quando l’elfo domestico riempì i lunghi e stretti calici di champagne. Prese quello che le fu dato, ma, prima di parlare, aspettò che la creatura fosse andata via. Non voleva che avesse la lingua troppo lunga e riferisse ciò che aveva sentito a chi non avrebbe dovuto.
- A cosa stiamo brindando? – chiese, curiosa del motivo per tutti quei regali e quella bottiglia. In tutto ciò, Alton avrebbe sicuramente notato il distacco di Louise. -
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Benvenuto! -
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awww, felice di averti in una tua nuova sfumatura! -
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Uh, che tenero!