Votes taken by Annie M. Welsh

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    Madison era così come la si vedeva, non c'erano filtri, non c'erano segreti e seppur ci provava a nascondere qualche pensiero, il suo volto non glielo permetteva, renendo tutto molto difficile perché i suoi occhi riuscivano a parlare prima della sua bocca.
    Sul posto di lavoro aveva amicizie con tutti e con tutte, non c'era nessuno con cui aveva avuto diverbi o con cui non si confrontava e adorava quel posto di lavoro perché era esattamente dove lei sarebbe voluta arrivare. E lì c'era.
    Ora, che tutti i suoi colleghi fossero immensamente bellissimi, questo era un qualcosa con cui non aveva fatto i conti, ma Madison non aveva problemi nemmeno nel dispensare complimenti, visto che sapeva quanta autostima potesse aumentare un complimento fatto nel momento giusto e al posto giusto.
    Per questo amava quando venivano fatti a lei e ne apprezzava lo sforzo di chi concedeva anche solo un'occhiata al suo fisico perennemente allenato.
    Anthony era uno dei colleghi con cui Madison ancora non era riuscita tanto a far un disegno della sua personalità, lo vedeva sempre così gentile e, a volte, non capiva se la sua gentilezza era superficialità o un semplice modo di fregarsene altamente degli altri.
    Forse era per questo che aveva accettato quell'invito innocente, cercando di renderlo un pochino più allettante con quel discorso che aveva preso una strana piega e con cui Maddie cercava di tirar fuori qualcosa da Lovegood.
    Scosse il capo con semplicità a quella domanda «Nah, io se voglio approcciare qualcuno ho metodi diversi. Più... ecco, espliciti.» - sorrise, come se niente fosse, scrollando le spalle «Se un giorno decidessi di provarci con te, sono certa che te ne accorgeresti e povero te se quel giorno dovesse arrivare.» - ironizzò con un sorriso smagliante e luminoso.
    Un nuovo sorriso si allargò alle sue parole «Effettivamente ho la faccia di qualcuno molto affamato, hai ragione.» - fece una pausa e sollevò un sopracciglio alle successive parole di lui «Sono solo bella? Dai, puoi impegnarti un po' di più. Insomma, bella è davvero sminuire tutto il lavoraccio che faccio ogni mattina con il mio allenamento.» - ovviamente stava ironizzando e tralasciò di rispondere sul suo carattere. Non era sicura di avere un bel carattere, ma sicuramente estroversa lo era.
    Guardò la pizzeria e si leccò le labbra come un gattino affamato «Per me una diavola con doppia salsiccia piccante e due arancini, con una coca light!» - disse iniziando a correre verso l'ingresso «Chi arriva per ultimo paga!» - ma ovviamente il vantaggio era il suo.
    Madison Elodie Loire - statistiche.

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    annie-macrae welsh
    medimaga
    san mungo


    Annie non era una che sprecava complimenti per avere cose in cambio, quando la rossa ne faceva uno era esattamente quello che pensava, senza mezzi termini, né doppi fini e quando la ragazza che si trovò davanti sembrò imbarazzarsi della cosa, Annie scrollò le spalle «C'è un vecchio detto che dice: date a Cesare, quel che è di Cesare. E così ho fatto. I suoi vestiti sono sulla bocca di tutti, signorina Aurore, non posso mentire su questo.» - il suo stesso Lancelot sembrava averne comprati diversi da lei, così era diventata davvero curiosa.
    Una cosa doveva dirla, sperava che la Nieto fosse di aspetto meno delizioso, in quel momento, perché se doveva mettere le mani addosso al suo cavaliere, questo sicuramente era meglio lo avesse fatto una decisamente meno carina di Aurore. Ma Annie cercò di mandar via quel pensiero geloso e di concentrarsi sul vero motivo per cui era lì.
    «Le sono sincera, avevo voglia di mettere un po' mano al mio guardaroba e di procurarmi una camicia e una gonna che fossero utilizzabili anche singolarmente. Sa, sono una medimaga e sono costretta spesso ad abiti che siano eleganti da indossare sotto il camice quando non sono in sala operatoria, quindi mi piacerebbe avere qualcosa di nuovo e di sensazionale. Lei ha qualcosa da consigliarmi?» - disse guardandosi attorno e notando anche delle favolose kefieh e foulard che avevano attirato la sua attenzione.
    Annie non era solita fare compere ogni giorno, ma quando questo accadeva era chiaro che volesse qualcosa di speciale per lei e credeva davvero che quella sarta potesse aiutarla.
    «Signorina Aurore, posso farle una domanda?» - domandò con un certo senso di incertezza misto alla paura di essere invadente «Come mai ha scelto questo mestiere? Non è da tutte, alla sua età, scegliere questa via. Deve essere molto ambiziosa, lei.» - il sorriso gentile e curioso di Annie si fece strada sul suo volto.

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    annie-macrae welsh
    medimaga
    san mungo


    Quando Spike arrivò allo scadere del tempo, Annie lo guardò quasi come se lo aspettasse «Buffone.» - commentò a voce abbastanza alta da farglielo sentire. Lo guardò con un sopracciglio alzato «Non penso che ti interessi cosa faccio io. Cos'è? Adesso non hai più le palle di minacciare? Avanti... sei nel posto giusto per farlo, per mostrare quante palle hai (se le hai, chiaramente). O forse sei buono solo a parole.» - scrollò le spalle, fingendo un'espressione dispiaciuta all'idea che fosse solo uno che si faceva grande solo a parole «Non mi stupirei, lo ammetto. Alla fine è nel ritratto del perfetto coglione farsi grande solo con la bocca.» - se c'era qualcuno che sapeva stuzzicare e provocare, quella era Annie. La rossa aveva la tempra di quando era ragazzina, seppur nascosta in fondo al suo cuore, avendola dovuta mettere da parte per il suo ruolo che non le permetteva un temperamento così caldo, ma quando la si provocava, beh, non riusciva sicuramente a mettere da parte quel che realmente era.
    «Non aver paura, non ti ucciderò. Voglio solo darti una lezione così da farti capire che minacciare le persone per strada, può essere un'arma a doppio taglio.» - uccidere non era sicuramente nell'indole di Annie, questo era vero, ma difendere gli altri per mano sua, quello sì.
    «Iniziamo a mettere a tacere quella boccaccia che ti ritrovi.» - gli disse, mentre la mano stringeva la bacchetta legnosa e il suo polso si muoveva a disegnare innanzi a sé, verso Spike, un silencio «Silencio!» - proferì solenne, cercando di togliere la voce a quel ragazzo che non l'era andato a genio quella sera.
    In seguito avrebbe tracciato un gran cerchio con la punta della bacchetta focalizzando la sua attenzione sul busto del vampiro e «Ebublio!» - avrebbe castato l'incanto della bolla così da cercare di creare attorno al suo addome una bolla che l'avrebbe fatto levitare e intrappolato, senza che lui potesse infrangerla con la forza.

    Azione 1: Silencio
    CITAZIONE
    Nome: Incantesimo Ammutolente
    Classe: Fattura Minore
    Formula: Silencio
    Movimento: Disegnare una S
    Effetto: Fa perdere completamente la voce alla persona o creatura colpita

    Azione 2: Ebublio
    CITAZIONE
    Nome: Incanto della bolla
    Classe: Elementale
    Formula: Ebublio
    Movimento: disegnare un gran cerchio con la punta della bacchetta.
    Effetto: si viene a creare una bolla che intrappola e fa levitare l'avversario, che non può infrangerla con la forza fisica.
    Note: Isola da sostanze e liquidi esterni, ma più tempo passa, maggiori difficoltà di respirazione avrà l'intrappolato. Dopo 4 turni il bersaglio potrebbe anche svenire.
    Con Intelligenza ≥ 15 è possibile isolare solo singole parti del corpo di un bersaglio, compresa la testa.
    Con Intelligenza ≥ 30 è possibile riempire la bolla d'acqua


    Quirk attivo: -
    Skill:
    Medimagia I
    Medimagia II
    Arti Difensive I
    Arti Mentali I
    Arti Mentali II
    Coraggio: 24
    Empatia: 41
    Intelligenza: 25
    Resistenza: 22
    Tecnica: 31
    Intuito: 23
    Destrezza: 29
    Carisma: 33
    Parabatai: Aaron
    Ogni volta che Aaron subisce un danno, Annie perde 1pv, ma comprende il tipo di danno subito.
    Quirk:
    Vergine di ferro: Parlando delle sue sventure amorose, Annie guadagna +1 a Carisma. Se sta cercando di elemosinare un favore, +2: una ragazza così gnocca rimasta vergine così a lungo merita tutto il supporto possibile, pure da parte degli snasi!
    In salute e malattia… dei pazienti: Annie cura tutto e tutti, è il suo dovere ontologico, ma se puoi fare il tuo dovere con la persona che ami non è tutto più bello? Se Lancelot applica una runa su un suo paziente, Annie riceve +2 a Empatia nelle azioni di cura.
    Lascialo! Guai a far arrabbiare Annie, o anche solo contraddirla: lo sanno pure le piante!
    +1 se cerca di placare una pianta. +2 se questa sta aggredendo qualcun altro.
    Tutti i Protego +1 (Per Lance questo ed altro!): La vita di Lancelot vale tutto e quando lui è nelle vicinanze la strega può piegare con la propria volontà le leggi della magia pur di proteggerlo. Tutti gli scudi con cui Annie cerca di difendere Lancelot possono direttamente avvolgere il corpo del runista senza perdere efficacia ed hanno un +1 ad Empatia

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    annie-macrae welsh
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    san mungo


    Se Evan pensava di aver trovato qualcuno facile da impressionare, allora aveva trovato pane per i suoi denti. Annie ne aveva viste di cotte e di crude e viveva con una mezza donna isterica di nome Blake Barnes in casa, quindi quegli attacchi di rabbia, muri rotti da pugni e cose del genere, non era una valvola di paura o di controllo per Annie. Soprattutto quando la rossa aveva studiato per molto quel ragazzo, seppur sulla carta, ma la sua entrata in scena aveva dimostrato solo quello che i precedenti dottori avevano detto. Eppure, lei credeva davvero ci fosse un margine di miglioramento in quel ragazzo, per questo aveva accettato il caso.
    Il suo approccio ad biondo era stato scelto con attenzione consapevole di poter scatenare una reazione avversa in lui, ma ben pronta a sopportarla. Quando il portapenne volò, Annie non si mosse di un millimetro, come se la cosa non l'avesse nemmeno scalfita per sbaglio. Si sarebbe aspettata di peggio, doveva ammetterlo e anche quelle parole non fecero altro che farla sorridere in silenzio, come se apprezzasse lo sforzo che stava facendo per farsi notare.
    Ma lì era lei che doveva avere il controllo e il fatto che lui era tornato indietro a sedersi alla sua scrivania, le aveva fatto fare già il primo punto in porta e forse questo lo sapeva anche Peters. Quando la ricetta venne lanciata, Annie l'afferrò prima che colpisse la sua faccia, stropicciandola e buttandola nel cestino sotto di lei. Nemmeno il vibrare della finestra l'aveva fatta mollare dalla sua strategia.
    Ascoltò le parole di lui che sembravano una sana e ingenua provocazione «Tenerti testa è già dimostrazione di quanto una persona possa essere coraggiosa. Ed effettivamente hai ragione, ci vorrebbero delle ferie a dirla tutta.» - ammise lei, non smuovendosi minimanete e finalmente guardando il ragazzo davanti a lei «La tua ricerca di attenzioni può finire qui, Evan. Il fatto che tu sia tornato indietro è già un ottimo passo e hai la mia completa attenzione, adesso.» - il suo tono era morbido e gentile, seppur un pochetto autoritario e deciso, come a voler far capire che lei non avrebbe calato la testa, né avrebbe cambiato i suoi modi «Se pensi che non possa capirti, puoi alzarti e andar via, senza la tua ricetta, ovviamente, né il mio numero, chiaro. Altrimenti smetti di fare i capricci e dimmi perché tutti i colleghi precedenti hanno rinunciato a seguirti. Sono curiosa di saperlo da te, sai, le parole dei colleghi sono di parte, io voglio sentire anche la tua canzone.» - poggiò la schena sulla poltrona e accavallò la gamba che Evan avrebbe potuto tranquillamente notare fosse cinta da una gonna poi non tanto lunga.

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    annie-macrae welsh
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    Annie ed Aaron era da molto che non si dedicavano le giuste attenzioni, che non si prendevano del tempo per loro e per la loro relazione, semplicemente per star lì a fumarsi una sigaretta e riflettere sulle strade che la loro vita stava prendendo e se erano quelle giuste o quelle sbagliate.
    Ogni cosa che circondava quei due, loro la condividevano e riuscivano a stablizzarsi anche quando il mondo attorno a loro crollava. Erano l'uno il pilastro dell'altro e quello non sarebbe cambiato con nessuna Evelyn o Markab di mezzo.
    Annie aveva dedicato ad Aaron ogni singolo attimo della sua vita da quando si erano conosciuti e con lui aveva raggiunto traguardi, spezzato catene ed erano caduti per rialzarsi insieme, quindi ogni singolo giorno della loro esistenza aveva un motivo per l'altro.
    Rise alle parole di Aaron, scuotendo la testa divertita «Sinceramente? Penso che Blake viva di durelli repressi, in questa casa.» - ed era vero, chissà quante volte lo stesso ragazzino aveva palesato il suo interesse per la rossa, già in passato.
    Era chiaro che Annie volesse smorzare un po' quel filo di tensione che aleggiava nell'aria e voleva rendere tutto più tranquillo per Aaron. Tirò una boccata alla sigaretta e sputò fuori il fumo «Ricordi quanto abbiamo fumato ad Amsterdam?» - disse, con il capo sollevato a vedere il fumo volar via, con un sorriso dolce sul volto.
    «Non so rispondere a questa tua domanda, sono sincera. Evitarmi è davvero impossibile, a meno che non si voglia essere travolti da un treno in corsa. Però sei stato troppo sfuggente, Aaron...» - lui lo sapeva che Annie non gli avrebbe risparmiato le crude verità e quel che pensava.
    Ascoltava le sue sensazioni che Aaron provava e quella breve cronistoria di quel che era accaduto al ragazzo. Lasciò che lui terminasse il suo racconto, annuendo e non scandalizzandosi per la questione di Markab, comprendendo anche la confusione che aveva Aaron.
    «Aaron, ascolta. L'essere in bilico tra due persone non ti sta facendo bene, ma questo è palese, no? Ma non ci sei solo tu in questa situazione, ci sono altre due persone che hanno il diritto di non soffrire. Ora ti dico cosa penso, senza mezzi termini, come sempre: dovresti parlare con entrambi. Dire ad Evelyn cosa è successo con Markab e cosa provi per lei, capire se lei invece ti sta rispettando e sta vedendo solo te. Non è giusto nei suoi confronti. E poi, parlare con Markab. Se lui ti vede solo come un oggetto sessuale, cazzo Aaron, non è giusto. Insomma, non sei il suo dildo vibrante! E se invece lui ti vuole davvero bene come amico, questo non potrà farlo allontanare da te. Ma prima di tutto... hai dato per scontato di dire a Markab che non potete avere quel tipo di rapporto, perché non il contrario? Perché non ad Evelyn?» - domandò quasi a volerlo far riflettere anche su questo punto di vista «Se come hai detto, Markab è uno che si da il suo gran da fare, credi di poter sopportare una relazione aperta?» - questa volta era davvero incerta sulla risposta dell'amico, ma voleva aiutarlo a capire. Inoltre tralasciò la parte della natura vampira della donna, perché non avrebbe cambiato le sue parole.
    Gli strinse la mano e lo tirò a sé, facendolo poggiare sui suoi seni, mentre continuava a parlare «Lo sai che in queste situazioni è necessario fermarsi e analizzare le cose. Se non ci riesci da solo, io sono sempre qui, Aaron. Sempre. In questa vita e anche nell'altra, se dovesse esistere.»

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    Il suo lavoro non era mai stato una passeggiata, questo lo sapeva, ma Annie non amava le passeggiate; piuttosto preferiva scalare una ripida montagna a mani nude e piedi altrettanto, invece di avere la strada in pianura e senza alcun ostacolo. Una delle difficoltà maggiori non era tanto l'affermarsi come psicologa tra i colleghi, ma l'affermarsi con i propri pazienti. Il rapporto tra psicologo e paziente era la cosa più difficile da costruire e non sempre andava nella giusta direzione, dovendo poi portare l'uno o l'altro a decidere di deporre le armi e allontanarsi da qualcosa che potrebbe diventare tossico o mal producente per una terapia.
    C'erano casi che erano persi d'ufficio, perché ogni psicologo sapeva i propri limiti e ogni psicologo conosceva dove poteva spingersi, così da poter rifiutare il caso e non far perdere tempo ad entrambe le parti.
    Quando nella stanza di Annie era stato portato il fascicolo di Evan Jack Peters, la rossa aveva passato circa una giornata intera a studiarlo con estrema attenzione e peculiarità, sottolineandone i tratti più salienti e quelli che a lei interessavano di più. Una persona decisamente difficile da gestire e per cui lei avrebbe fatto il possibile anche solo per farsi notare un minimo ed entrarvi in relazione.
    Quel giorno era in turno e il Peters aveva fissato un appuntamento conoscitivo, per tale motivo Annie si era preparata quanto più potesse per affrontare quello che probabilmente sarebbe stato il suo caso più difficile. Visto quel che era scritto in cartella, Annie aveva chiesto a Mary la sua amata paziente, di spostare al giorno successivo il loro colloquio. Non temeva che potesse dar di matto Evan, ma che Mary potesse sentirlo e quindi spaventarsi.
    Annie era nella sua stanza, il suo camice bianco era indossato, seppur aperto a mostrare quel che aveva sotto: una gonna a tubino color beige, con un top di seta bianca infilato dentro e sblusato per renderlo morbido, con uno scollo a V e dei ricami in pizzo sui bordi che disegnavano la forma del seno. Ai piedi un semplice decolté del medesimo colore della gonna.
    Non si aspettava che Evan seguisse le regole, visti i suoi tratti segnalati in cartella, per questo quando lui aprì la porta senza bussare, la gemella aveva già avvisato la dottoressa che lui stesse arrivando, così come la rossa le aveva detto. Non si fece cogliere impreparata e quando lui aprì la porta, lei non sollevò nemmeno lo sguardo dalle carte che stava scrivendo, quindi gli fece cenno con il capo verso le poltrone e finse di non calcolarlo minimamente.
    Prese un blocchetto bianco e segnò delle pillole, strappò il foglio e lo allungò al ragazzo «Buona giornata, allora.» - disse con un tono di voce caldo e melodioso, senza sollevare il capo facendo capire al biondo che la cosa era già terminata e che aveva vinto.
    Avrebbe atteso, quindi che il ragazzo prendesse la ricetta e che si alzasse per uscire dalla stanza. Arrivato alla porta, lo sguardo di Annie si sarebbe sollevato e se lui avesse aperto per andarsene, Annie avrebbe alzato il tono «Tuttavia.» - iniziò attirando la sua attenzione «Evan. A quella ricetta manca una cosa fondamentale. E non è il mio numero di telefono. O per lo meno, non solo quello.» - se avesse riavuto l'attenzione del ragazzo, i suoi occhi di ghiaccio determinati, si sarebbero posati sul suo volto «Ti manca il timbro e la mia firma. A qualsiasi farmacia tu andresti, chiamerebbero qui e chiederebbero a me opinioni su quella prescrizione, in quanto risalire a chi ti ha in cura adesso sarebbe facilissimo, basterebbero pochi click in giro per gli archivi e...» - scrollò le spalle con aria di sufficienza «... io potrei dire che non so niente di quella ricetta e che quelle pillole non sono adatte a te.» - gli sorrise, quasi come se fosse ingenua «Quindi potresti tornare qui, sederti, ricominciare da capo e non solo forse ottenere le tue pillole, ma anche il mio numero.» - lo stava tentando con il numero? Certo che no, li avrebbe dato quello di servizio, così come a tutti i suoi pazienti, ma questo lui non poteva saperlo «Altrimenti, vai pure a zonzo per le farmacie senza ottenere quello per cui sei qui.» - un sorriso dolce ma inquietante allo stesso tempo, mentre incrociava le braccia sulla propria scrivania e si sporgeva in avanti.

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    Ci provo con jason
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    annie-macrae welsh
    medimaga
    san mungo


    Ragazzi, credetemi, avere a che fare con i Barnes non è cosa semplice. Soprattutto quando sei una bomba sexy, rossa e pronta ad esplodere come il più piccolo di loro.
    Annie ormai aveva visto Blake crescere e con i loro alti e bassi erano riusciti ad avere una stabilità tale che - seppur con mille tentativi e battute - riuscivano a non saltarsi addosso a vicenda: in parte era dovuto all'innamoramento folle di Annie per Lancelot, in parte al fatto che Blake aveva finalmente la testa occupata da Lilith.
    Oh, certo, almeno finora. Quel 23 Gennaio, Annie aveva deciso di prendersi una bella giornata tutta per sé. Lancelot aveva da fare a scuola, con una cosa come i compiti o incombenze da docente, Aaron era impegnato con qualcosa che non gli aveva detto (cosa che infastidì molto Annie) e Blake probabilmente era a bere da qualche parte.
    Per questo motivo, Annie si era chiusa nell'assoluto silenzio della sua stanza e aveva deciso di fare una delle sue lunghissime e calde docce. Non aveva minimamente sentito il rientro di Blake, in quanto le stanze insonorizzate avevano fatto il loro buono lavoro, per questo, quando uscì dalla doccia non pensò minimamente di indossare chissà cosa, se non un reggiseno di pizzo rosa antico, con brasiliana dello stesso colore e una giacca da camera bianca di seta, allacciata in vita.
    Quando uscì dalla sua stanza, si avviò verso le scale, però, iniziò a notare che c'era qualcosa di diverso nel pavimento: qualcuno aveva bagnato con delle goccioline che viaggiavano qua e là.
    Che fosse tornato Aaron? Scese piano le scale e già vedendo l'ingresso, capì che non era assolutamente Aaron. Annie sollevò gli occhi al cielo, sentendo la musica iniziare a suonare, quindi continuò a scendere a piedi nudi quelle scale e avviarsi verso il divano «Bagnerai anche il divano, oltre che le scale...» - disse la rossa con dolcezza, mentre appariva dietro alla spalliera dell'arredamento «Niente feste, oggi?» - non si era preoccupata del loro essere mezzi nudi, insomma, vivevano insieme e lui era come se fosse il suo fratellino, no?

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    annie-macrae welsh
    medimaga
    san mungo


    Il rapporto che aveva con Aaron era qualcosa che andava otre l'essere amici o l'esser cresciuti insieme. Aaron era la sua persona, l'anima di quel corpo era unita a quella del ragazzo e per quanto a volte volesse mordergli la faccia per le sue cavolate, Annie provava un sentimento troppo forte di quello che poteva anche solo minimamente dire a parole. Ultimamente c'era qualcosa che non andava in Aaron, sembrava quasi che la volesse evitare, anche se molto - in questo - aiutava il loro mestiere e il loro darsi il cambio nei turni che li vedevano sempre distanti.
    Annie si era ripromessa di non pressare il ragazzo, di non stargli addosso con le sue probabili paranoie da ragazza che pensa che il suo parabatai non la volesse più bene, quindi aveva cercato di non pensarci.
    Tuttavia, il suo essere lì, sveglio sul balcone a fumare e bere, non era sicuramente un buon segno e Annie sentiva come se quel peso lo stessero portando insieme.
    Il suo salto la fece ridere appena, per poi tornare nuovamente seria «Non sono più bella come una volta, ma da qui a spaventarsi per la mia presenza mi pare esagerato.» - quel tocco fraterno riuscì a far trovare quel contatto che ultimamente avevano perso e il suo respiro riempì i polmoni della rossa, che si sporse, poi, verso la sua guancia e chiudendo gli occhi gli avrebbe dato un delicato bacio su di essa. Allungò una mano verso la sigaretta «Dai qua, fai fare un tiro. Tanto se soffri tu, soffro anche io, no?» - gli fece un occhiolino e attese che lui le passasse il tubicino.
    Annie non era solita fumare, ma quando Aaron lo faceva, si lasciava trascinare per condividere un po' di quel cancro in cartina che avrebbe affumicato l'aria.
    Quando finalmente il parabatai parlò, Annie lo ascoltò con attenzione, corrugando la fronte, per poi scuotere la testa «Maddai!?» - disse allargando le braccia quasi come se aspettasse quel momento da tanto tempo «E mi hai evitato fino ad oggi per questo motivo? Per non sentirti dire: te l'avevo detto!?» - insomma, quando Aaron la prima volta aveva parlato di Evelyn, Annie aveva subito detto adl ragazzo come sarebbe finita e addirittura aveva fatto un paragone con Katrina, quindi non ci trovava niente di tanto sbagliato.
    «Cazzo, Aaron, cosa non sai? Smettila di fare l'enigmatico e parlami, perché ne ho abbastanza del tuo escludermi da questa cosa. Mi costringerai a presentarmi al tuo hotel per chiedere di questa Evelyn. E lo sai che lo faccio.» - ma il punto principale che Annie aveva nascosto in tutto quel discorso era il suo sentirsi esclusa da una parte della sua vita.

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    smistamento-ametrin

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    Dopo UN ANNO CIRCA, ho finalmente le date del concorso che dovrò tenere, quindi con largo anticipo vi annuncio la mia parziale, anzi, parzialissima presenza.
    A partire dal 4 maggio inizierò a dare di matto per rispondere ai quesiti e impararli praticamente a memoria!
    Poi a partire dal 7 GIUGNO al 9 GIUGNO, sarò completamente assente in quanto dovrò recarmi nella sede del concorso.

    MA... Vi osservo nell'ombra, sappiatelo! E oltre a questo, per chi è a Roma o nei dintorni, sarò lì!!!! BACIOTTI
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    Converto:
    - 20 exp in 1PP tecnica ad Annie,
    - 80 exp in 4PP resistenza a Lilith
    - 200 exp in 2PP intelligenza, 2PP intuito, 2PP empatia, 2PP resistenza, 2PP carisma a Gyll


    Convertito anche il PP di Black, qui su!

    Edited by Annie-Macrae Welsh - 18/4/2021, 17:14
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    annie-macrae welsh
    medimaga
    san mungo


    Annie era una persona piuttosto cauta e serena, nella vita, tuttavia era quella bomba ad orologeria che non andava poi smossa chissà quanto, per evitare che esplodesse. L’orgoglio e la testardaggine della rossa erano conosciute da tutti quelli che la conoscevano e quando la sua espressione facciale cambiava da un sorriso sereno ad un neutro sguardo fisso sul volto di qualcuno, sapevano bene che forse era il caso di interrompere la conversazione, per evitare di farla detonare.
    Questo lo sapeva chi aveva conoscenza di lei, ma chi invece – come Spike – credeva di poter tenere testa ad una come Annie con intimidazioni e non tanto velate minacce, entrava in un bug di sistema dov’era difficile metter fine alla questione con un semplice “ciao è stato bello” o cose molto simili. Calando la mano con il magifonino, la rossa si era fermata a guardare il vampiro con un volto contrito dal fastidio che stava provando per le sue parole. Lei era quella che aveva tirato per capelli l’ormai defunta sua migliore amica, quando aveva osato prendere i suoi calzini; quella che aveva dato uno schiaffo a Blake per aver solo osato provarci nuovamente con lei che era come una sorella per i Barnes. Spike, probabilmente, era abituato a ringhiare e spaventare gente diversa da Annie, quindi si aspettava che la ragazza – una volta sentite le sue parole – facesse un passo indietro e scappasse con la coda tra le gambe.
    Beh, questo era impossibile. Risollevò quindi l’apparecchio, come una sfida a far capire che lei non avrebbe preso ordini da uno come lui, la rossa cliccò sul tastino che le permetteva di mandare un vocale sulla chat di whatsapp, sempre con l’intento di avvisare Aaron «Cambio di programma, ho incontrato un coglione per strada che pensa di essere il padrone del mondo. Ora gli insegno che minacciare una persona che non conosce non è esattamente la miglior cosa. Un bacio, a più tardi.» – e lasciò andare il vocale. Aveva parlato guardando il vampiro, come se stesse facendo capire al biondo che le sue parole non avevano minimamente toccato la medimaga. Rimise in tasca il suo apparecchio, accertandosi che la bacchetta fosse proprio lì e rimase con le mani in quella sacca, quasi con aria di sfida «Pensi davvero di potermi spaventare minacciandomi in questo modo becero?» – il suo tono era freddo e sarcastico, mentre sbuffò una risata di scherno «Un malintenzionato, un vampiro, un licantropo… cos’altro? No, perché davanti a me vedo solo un coglione che pensa di mettere paura ad una donna. E sai cosa? Io non ho paura dei coglioni. Ho visto cose ben peggiori di uno come te e se non ci credi puoi chiedere al caposquadra Auror, mio cugino, lui saprà raccontarti di cosa Annie-Macrae Welsh ha visto con questi occhi.» – rincarò la dose, assottigliando quel tono già tagliente. Una mezza verità fu quella del cugino, in quanto non era propriamente il cugino della Welsh, quando quello della sua dolce metà, ma ehi! Era comunque suo cugino acquisto, no? «Uno come te ha proprio bisogno di incontrare gente come me, qualcuno che gli insegni a comportarsi con gli altri. La tua bravura la devi dimostrare sul campo, non con delle parole. Se poi non sei capace di fare altro che dare aria alla tua bocca, allora mi dispiace per te. Altrimenti impugna la tua bacchetta e vieni al quartiere fantasma… vediamo chi deve aver paura dei malintenzionati.» – era un chiaro guanto di sfida, lanciato al vampiro di cui non conosceva nemmeno il nome né la natura. Aveva scelto il quartiere fantasma come luogo abbandonato della Londra Magica così da non avere civili di mezzo, era pur sempre una persona che non amava mettere in pericolo le vite altrui. «Vediamo se avrai le palle di venire. Aspetto solo quindici minuti, se non ti sarai fatto vedere, ricordati che ogni volta che vedrò la tua faccia, riderò di te.» – e così fece per smaterializzarsi nel posto in cui aveva dato appuntamento al vampiro. Annie era esplosa e questo era la dimostrazione di quanto fosse un corpo pieno di tritolo.

    Si smaterializzò nel quartiere fantasma, chiamato così perché abbandonato da qualsiasi forma di vita, mentre la sua bacchetta già giaceva nelle proprie mani. Respirava piano, cercando di mantenersi salda alla razionalità e alta la concentrazione, quindi nell’attesa decise di non perdere molto tempo e di tentare di tracciare su di lei due rune.
    Iniziò con formulare «Chorium Runae», mentre sul polso sinistro che aveva scoperto dopo essersi tolta la giacca e tirato su la manica della maglia, provava a disegnare le linee morbide di Uruz, una linea verticale e una curva che scendeva verso il basso. Poi di nuovo tentò di invocare l’incanto di marchiatura e «Chorium Runae» – proferì decisa, mentre la seconda runa veniva disegnata sull’avambraccio, sempre sinistro, sotto all’eventuale Urus, questa volta – però – toccava a Gebo, la runa ad X che avrebbe provato a disegnare perfettamente. Il suo intento era prepararsi ad un duello che avrebbe forse fatto scaricare alla rossa la tensione di quell’incontro, sempre se lui avesse avuto il coraggio di presentarsi.

    Azione 1: Chorium Runae Uruz [Recupero PV ad ogni turno]
    Azione 2: Chorium Runae Gebo [Potenziamento Sortilegi Scudo[
    Quirk Attivo: -
    Skill:
    Medimagia I
    Arti Difensive I
    Arti Mentali I
    Arti Mentali II (?)
    Coraggio: 21
    Empatia: 33
    Intelligenza: 25
    Resistenza: 21
    Tecnica: 28
    Intuito: 23
    Destrezza: 28
    Carisma: 33
    Parabatai: Aaron
    Ogni volta che Aaron subisce un danno, Annie perde 1pv, ma comprende il tipo di danno subito.
    Quirk:
    Vergine di ferro: Parlando delle sue sventure amorose, Annie guadagna +1 a Carisma. Se sta cercando di elemosinare un favore, +2: una ragazza così gnocca rimasta vergine così a lungo merita tutto il supporto possibile, pure da parte degli snasi!
    In salute e malattia… dei pazienti: Annie cura tutto e tutti, è il suo dovere ontologico, ma se puoi fare il tuo dovere con la persona che ami non è tutto più bello? Se Lancelot applica una runa su un suo paziente, Annie riceve +2 a Empatia nelle azioni di cura.
    Lascialo! Guai a far arrabbiare Annie, o anche solo contraddirla: lo sanno pure le piante!
    +1 se cerca di placare una pianta. +2 se questa sta aggredendo qualcun altro.

    code ©#fishbone
  14. .

    annie-macrae welsh
    medimaga
    san mungo


    Quel 06 Aprile era una giornata piuttosto tranquilla. Annie era passata dal loft per sistemare due cose che aveva lasciato quando ci era andata per stare con Lancelot e poi era andata a prendere qualcosa da asporto per cena, al ristorante Thailandese che tanto le piaceva. La quantità presa, ovviamente, era per due, perché sapeva che quando sarebbe tornata a casa avrebbe trovato quel fratello con cui era cresciuta, con cui sicuramente non condivideva il DNA, ma molto più di una cellula di sangue li legava.
    Aaron era per lei la persona più importante della sua vita, era allo stesso livello della propria vita e se fosse successo qualcosa al medimago, probabilmente Annie sarebbe morta lentamente di sofferenza. Quello che Annie provava per lui era paragonabile a ciò che Lancelot provava per Xander, il cugino ed era per questo che comprendeva perfettamente l'amore che Lancelot provava per l'auror, perché lei lo provava per Aaron. Era un amore che andava oltre la relazione di due fidanzati, era una famiglia che aveva deciso di costruirsi con lui e che insieme facevano crescere da ormai tanti anni.
    Quando aprì la porta del loro mega-appartamento, Annie posò le chiavi vicino alla porta, lì dove aveva arbitrariamente deciso di mettere un appendichiavi con tre silouette di persone: due ragazzi e una ragazza. Uno spazio per ogni membro di quella casa, Blake aveva abbaccagliato un po', ma lo sguardo di Annie che non lasciava spazio ad altre lamentele, misto a quel sorriso da adesso ti ammazzo se non stai zitto aveva fatto in modo che l'adolescente, borbottando e ridendosela, fosse tornato ad accettare quel piccolo gingillo che per Annie significava famiglia. Ed averlo davanti alla porta, voleva dire per lei, ricordarsi il motivo per cui abitava lì.
    «Opplà» - bisbigliò, mentre toglieva le scarpe e le riponeva nella scarpiera all'ingresso, rimanendo a piedi scalzi, diretta verso la cucina dove avrebbe lasciato la spesa della cena, cercando di non far poi tanto rumore, visto che Aaron probabilmente avrebbe dormito. Ok, non era proprio un orario consono alla cena, ma quando Annie aveva fame, non c'era orario che teneva.
    Tuttavia, nel giungere in cucina, notò che la porta della terrazza fosse aperta. Aggrottò la fronte e dopo aver tolto la felpa dalle spalle, si affacciò alla porta a vetro «Aaron?» - annusò l'aria e sentì la puzza di sigarette. Andò sul sicuro, perché Blake era chissà dove con chissà chi, visto il suo senso di colpa che lo stava logorando e che appagava con l'impegnare la mente in faccende che lo affaccendavano «Stai fumando... non è un buon segno.» - Annie, con Aaron, non entrava in punta di piedi, lo travolgeva e lo avvolgeva allo stesso tempo.
    Si avvicinò a lui, poggiando la mano sulla sua spalla e chinandosi al suo fianco per stampargli un caldo bacio sulla guancia. Sentiva all'altezza della bocca dello stomaco qualcosa che non andava e non era assolutamente la fame «Ehi... pensavo dormissi... ho preso del thailandese, vuoi che ne porti un po' qui fuori e mi racconti a stomaco pieno cosa succede?» - il tono dolce di Annie era basso, mentre il braccio gli cingeva le spalle. Annie sentiva tutto quello che Aaron provava, ma non era solo merito del rituale, leggeva nei suoi occhi se c'era qualcosa che incupiva il suo essere.

    code ©#fishbone
  15. .
    Oddio pazza nuova utente!!! **
    *saltella eurofica
    Ciaoooooooooo!! La tua presentazione è bellissima u.u
    Buongiorno e buona pasqua, prima di tutto. Hai già preso a pugni il tuo uovo per scoprire la sorpresa che c'è dentro?
    E comunque, io sono Alessandra, una delle moderatrici globali e snaso di questo manicomio!!!
    Muovo na roba come 7 o 8 pg, ho perso il conto e una si chiama Alyce, proprio per uno dei miei romanzi preferiti da te citati ** e casualmente è una pazza bipolare, ma questi sono dettagli.
    Sono un sacco contenta che tu sia approdata qui u.u
256 replies since 12/9/2018
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