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    Evalilith A. Drago
    La conoscenza pura è trasmessa attraverso i testi, ma è anche vero che essa parte dalla parola che qualcuno ha udito chissà dove, chissà quando e che ha deciso di imprimere su dei fogli con l'ausilio dell'inchiostro.

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    La rossa scrutò la giovane dai capelli argentei. Singolare colorazione, ma molto affascinante e per un attimo si chiese se fosse un colore naturale o meno, ma tacque sull'esternare una simile curiosità. Non a tutti piacevano certe domande, soprattutto se la risposta era spiacevole. Dietro un simile colore potevano esserci traumi e dolori inimmaginabili e quella ragazza si vedeva essere molto giovane. Era meglio quindi farsi gli affari propri e scostarsi per farla accomodare dentro al negozio.
    -Licantropi? Mmh... Vediamo un pò. Dovrei avere qualcosa nel reparto 'Creature magiche'.-
    Ovvio che avesse ben più di 'qualcosa' a riguardo, ma Evalilith ci andava sempre con le pinze. Le piaceva far scoprire la bellezza dei vari reparti del suo negozio un pò alla volta, senza mettere tutto sotto al naso dell spettatore, come se si trattasse di una bancarella di svendite.
    Fece strada alla ragazza inoltrandosi lungo un corridoio per poi girare a destra verso una scaletta a chioccia che avrebbe portato ad un piano a mezzano. Una volta su avrebbero trovato una specie di piccolo 'paradiso' nascosto.
    Il piano era leggermente più basso e quasi nascosto. La ringhiera fungeva da limite balconale. Oltre di essa dava sul piano terreno, dall'altra parte vi erano delle librerie scavate nel muro.
    Spedita, la donna andò verso una precisa libreria che era proprio sul fondo ad angolo.
    Si fermò proprio davanti ad essa, la guardò con soddisfazione e poi si scostò per lasciare spazio alla ragazza.
    -Ecco a lei. Spero ci sia abbastanza materiale.- Disse sorridendole.
    In quella libreria erano presenti più di cinquecento volumi ed ognuno trattava ogni aspetto di quella singolare razza che univa l'Uomo all'animale e viceversa, finendo poi per porsi la domanda fatidica del 'è nata prima la gallina o l'uomo?' Insomma, effettivamente, leggendoli poi veniva da chiedersi se fosse nato prima il Lupo oppure l'Uomo. Molti lo diventavano a seguito di morsi, altri lo erano per natura, Spesso erano Umani che mutavano in bestie, ma era anche vero che c'erano animali che mutavano in Uomini. La Lincantropia si metteva a braccetto con la legge Lycan, finendo poi per fondersi con essa.
    C'erano libri generali su questo fenomeno come quelli specifici su nutrizione, cura, adattamento ed anche addestramento, addirittura un'intera sfilza di libri dedicati all'accoppiamento e gestazione della razza.
    Era orario di chiusura, ma non se ne fece un problema la rossa. Fare l'extra non le dispiaceva, alla fine era sempre a casa sua. Che stesse lì nel negozio o ai piani di sopra del suo appartamento poco le importava.
    -Se cercate un testo in particolare chiedete pure e vedrò di trovarvelo.- Aggiunse infine facendo dei passi indietro per dare più spazio alla ragazza.


    role scheme by jasoo
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    Evalilith A. Drago
    La conoscenza pura è trasmessa attraverso i testi, ma è anche vero che essa parte dalla parola che qualcuno ha udito chissà dove, chissà quando e che ha deciso di imprimere su dei fogli con l'ausilio dell'inchiostro.

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    Chiuse il libro facendo un tonfo che rimbombò nella struttura ormai vuota perché prossima alla chiusura essendo ormai finita la giornata lavorativa.
    La rossa sospirò riponendo il libro nel cassetto della scrivania, pronta per uscire dallo studiolo. Aveva visto un pò i conti, entrate ed uscite, solita routine amministrative che le toccava essendo la proprietaria del Ghirigoro.
    Quel mese era stato abbastanza fruttuoso, nonostante si parlasse di un periodo estivo.
    Evalilith scrocchiò il collo da un lato all'altro tenendo gli occhi chiusi per poi riaprirli e specchiarsi nello specchio verticale sul muro di lato.
    Aveva un pò di occhiaie, erano giorni che lavorava e lavorava, senza fermarsi se non per mangiare, dormire qualche oretta e ovviamente per i bisogni di prima necessità.
    Doveva staccare un pò la spina, ma doveva tenere duro ancora un pò. Agosto ormai era alle porta e presto si sarebbe presa una meritata vacanza fino a Settembre, però voleva avvantaggiarsi il lavoro così da non trovarsi sovraccaricata quando poi avrebbe dovuto fare gli ordini per il materiale del nuovo anno scolastico.
    Per questo non dormiva quasi più. Cercava notizie su eventuali testi che sarebbe stato richiesti.
    Prima di andare in ferie avrebbe fatto arrivare l'ordine completo, così quando sarebbe tornata non sarebbe dovuta ammattire correndo a destra e manca.
    Era concentrata nei suoi pensieri quando il suono del campanello d'ingresso catturò la sua attenzione.
    La rossa arcuò un sopracciglio per poi guardare l'orario dal suo orologio da taschino.
    -Strano. Non arriva nessuno in genere a quest'ora.- Disse quasi in un sussurro.
    Il campanello suonò una seconda volta e alla terza la giovane era vicino quasi vicino la porta, stava percorrendo con passo cadenzato il lungo corridoio che dava sulle varie ale del negozio, tanto che non la sua bacchetta e l'incantesimo giusto, la apre prima che vi si avvicini abbastanza.
    -Prego, desidera?- Chiese fermandosi vicino l'uscio della porta.


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    Scusa se non ho aperto ancora, ho litigato pesante coi miei...
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    Evalilith A. Drago
    Il lato oscuro della Luna ha un fascino tutto suo come tutte le cose legate al significato di 'sinistro', da sempre visto come un vocabolo dall'oscuro potere. Eppure ha un fascino tutto suo, in cui anche uno sulla retta via prima o poi cede, anche solo per un attimo.

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    Al dire il vero non era poi così interessata all'evento, era più interessata a vedere che aria tirava al suo interno, vedere un pò se c'era qualcosa che le potesse interessare.
    Ciò che da subito le diede tremendamente fastidio fu il dover legare la sua essenza ad una bambola voodoo, anche se temporaneamente. Di certo non perché volesse rubare, si intende, bensì perché era una costrizione molto fastidiosa, che poteva lasciare tracce.
    Tuttavia, aveva deciso di andare ugualmente a quell'evento e non batté ciglio quando le fu detto cosa andava fatto prima di entrare nella struttura.
    Curiosità? Forse. In fondo, quando lei prese possesso del Ghirigoro, non fece nessuna inaugurazione, tutto continuò normalmente dopo il passaggio di cappello.
    Per lei era stato meglio così, ma di certo per il Sinister non valeva la stessa regola.
    Non aveva avuto un passaggio di cappello, era stato chiuso per molto tempo. Veniva da sé che quindi doveva farsi notare.
    Quei volantini erano stati affissi anche fuori una delle vetrine del Ghirigoro. Aveva voluto fare un favore, molti negozianti di quella via si erano invece rifiutati, ancora legati alle dicerie. Ciò nonostante, erano lì, intenti ad accalcarsi in fila impazienti di andare oltre le tende.
    La rossa alzò un sopracciglio con le braccia incrociate sotto al seno.
    La mancanza di coerenza del genero Umano l'ha sempre incuriosita. Bastava poco per fargli cambiare idea, per spingerlo oltre le proprie ideologie.
    Per l'occasione aveva deciso di indossare un abito lungo a pantalone a strisce nere e grigie con tanto di cappello nero a punta e visiera larga tutto intorno, richiamando molto l'arcaica visione che si aveva delle Streghe e degli Stregoni. Sotto il vestito intero portava invece dei piccoli stivaletti dal tacco moderato. Avendo le tasche il vestito, non c'era bisogno di portarsi borse o zainetti, così era più comoda e libera nei movimenti.
    Il trucco era semplice, ma quel rosso sangue sulle labbra faceva la sua figura, illuminando il resto del volto. Una semplice eyelainer decorava il lato superiore degli occhi.
    Non era una da trucco pesante. Più facile che mettesse abiti dal gusto discutibile che un trucco troppo marcato.
    Una volta fatto il rito di legame con la bambola, le vennero scostate le tenda così da poterle permettere di entrare nel negozio.
    Le braccia si stesero lungo i fianchi e gli occhi saettarono in ogni direzione.
    Molti dei presenti li conosceva, ovviamente, e sorrise a chi riconosceva lei a sua volta, così da fare un lieve saluto di cortesia per poi tornare ad ispezionare quel posto.
    Era stato ben arredato, tutto sembrava molto 'sinistro' appunto. Impacchettato però in modo che potesse piacere a chi vi si immergeva, come se si fosse fatto una magia di occultamento o di illusione.
    Non sapeva molto della nuova proprietaria, però doveva ammettere che aveva avuto gusto.
    Gli occhi si fissarono più sull'arredamento e sulla merce esposta che sulla futura clientela del negozio.
    Ogni cosa era stata esaltata al punto giusto, enfatizzata da piccoli dettagli scenografici.
    Ci sarebbe stata un'asta, ma lei non era poi così convinta di volerci partecipare, anche perché non aveva neppure idea di cosa effettivamente ci fosse effettivamente in ballo. Poteva essere anche un qualcosa di tremendamente inutile, come fortemente pericoloso e sprecare soldi per qualcosa che, in ambo i casi, le avrebbe procurato delle seccature, non era certo la sua aspirazione.
    La rossa sospirò per poi passarsi una mano dietro la nuca massaggiandosela. I colori caldi, ma allo stesso tempo forti, la opprimevano in qualche modo.
    Forse ciò era dovuto a tutta quella calca di persone che presenziava all'evento.
    I luoghi particolarmente affollati le davano problemi, a volte era come se le mancasse il respiro, ma fortunatamente, sapeva controllare quel suo disagio.
    Non a caso aveva deciso, oltre che per passione personale, di occuparsi del Ghirigoro. Poca gente ed il massimo della folla si aveva solo quando iniziavano le scuole e lei in ogni caso era pur sempre dietro un bancone a servire e non in mezzo alla folla.
    Ad ogni modo, per distanziarsi un pò dagli ospiti, si portò vicino al telo del tendone dalla cui base entrava e saliva a lei un pò d'aria fresca, così da rigenerarsi in un attimo. Del resto, per sua fortuna, i tendoni non sono fissi ermeticamente al suolo.
    Da lì ebbe modo di vedere tutti i presenti. Le voci degli ospiti ormai si mescolavano fra loro dando vita ad un continuo fruscio che quasi le diede fastidio alle orecchie.
    Non era stata forse una buona idea presenziare all'evento, ma ormai era lì. Tanto valeva vedere come sarebbe andato avanti.

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    Grazie ^^
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    Avete inserito il banner?: yes ^^
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    Ok, Evalilith sceglie Jamie Mors ^^
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    Evalilith A. Drago
    Il suo Spirito Guida la chiama a sé. Un Lupo dal manto cremisi che la insegue nei Sogni. La guarda dritto negli occhi e si frappone a lei. Il suo Potere fluisce in lui e la sua Magia non ha più la stessa forza.

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    Ce l'aveva fatta e quasi non ci credette, ma quel colore, quel blu intenso, per giunta il suo preferito, parlava da solo, ma non era ancora giunto il momento di esultare.
    La rossa strinse i pugni mordicchiandosi un pò il labbro inferiore soffocando un lieve sorriso soddisfatto.
    Era contenta, ma non voleva darlo a vedere neppure a sé stessa.
    Evalilith alzò il capo verso il cielo ad occhi chiusi e aspirò a fondo quell'aria pulita.
    L'attimo dopo era intenta a riempire due ampolle con venticinque cl ciascuna della pozione, di cui una subito la ingerì mentre la seconda la sigillò come meglio poté e dovrà stare lontana dalla luce per sei mesi.
    Strinse i denti la ragazza, il sapore era strano, ma non lo riusciva ad identificare. Non le faceva né bene né male, però sapeva già cosa le aspettava il primo mese che avrebbe dovuto superare.

    Madida di sudore si svegliò in piena notte e l'attimo dopo era riversa con la testa giù dal letto a vomitare chissà cosa. Non aveva avuto neppure il tempo di recarsi al bagno. Era successo tutto troppo in fretta.
    Ormai erano due settimane che non usciva, che stava male come mai prima d'ora.
    Al padre aveva rifilato la scusa che forse aveva mangiato qualcosa che le aveva fatto male, mezza bugia insomma, ma almeno bastò a non far insospettire il genitore riguardo i suoi loschi piani.
    Oh, se lo avesse saputo l'avrebbe senz'altro menata a dovere. Lui che aveva rinnegato l'esistenza della Magia a causa di una donna che gli aveva spezzato il cuore.
    L'aveva fatta andare a studiare a Uagadou solo perché, forse uno scrupolo di coscienza, non se la sentì di negarglielo e perché sapeva che sapere quelle cose l'avrebbe potuta aiutare in futuro. Il patto però era che non dovessero mai parlarne esplicitamente.
    Un uomo contraddittorio aveva affianco ed era pure una delle figure più importanti della sua vita.
    Non appena riuscì a stare meglio riprese i suoi studi riguardo l'Animagia, così da prepararsi all'atto finale che sapeva non sarebbe stata una passeggiata.
    Durante quei sei mesi qualcosa però la colpì in modo particolare. Il Lupo dei suoi sogni non apparve e durante quelle notti aveva in compenso forti crisi di dolore, manco fosse un Licantropo in piena mutazione.
    Tuttavia ormai non si preoccupava più di tanto di quegli effetti, perché andava incontro a ben altro adesso: la vera mutazione e sarebbe stato in quel frangente che avrebbe capito se il suo lavoro era stato premiato.

    Aveva scelto la stessa zona di allora. Tutto doveva iniziare e finire in quel luogo. Stavolta era notte, come ad aver creato una continuità che solo lei vedeva. Di giorno aveva fatto la pozione e di notte aveva eseguito l'incanto finale, anche se in realtà, fra il giorno e la notte designati, erano trascorsi sei mesi. Anche i vestiti erano i medesimi.
    Il ruscello non c'era, ma poco distante vi era un laghetto. Qualsiasi cosa avrebbe saputo cosa fare.
    Non era ancora il periodo in cui andava scorrazzando ovunque. Quell'estate l'aveva passata preparandosi non solo per quella notte, ma anche un piano, una mappa da seguire, posticipando gran parte dei suoi originali piani, ma lei volle così. Doveva prima diventare Animago e poi avrebbe pensato ad altro.
    Non perse tempo ed ingerì in un sol colpo la seconda ampolla, lasciandola poi cadere vuota sul terreno.
    Il sapore stavolta era decisamente più forte, sapeva di muschio e pelo bagnato fradicio. Quasi ebbe dei coniati di vomito, ma si trattenne obbligandosi a tenere dentro di sé quella sbobba blu.
    Passarono istanti in cui non sentì praticamente nulla ed alzando un sopracciglio quasi le venne il dubbio che avesse fatto tutto bene, ma anche avesse sbagliato il non sentire nulla non era un effetto contemplato.
    Poi cadde in ginocchio, le mani sul terreno con le unghie che affondarono nel terreno inumidito dalla bassa temperatura notturna.
    Improvvisamente non sentì più nulla, tutti i suoi sensi furono come occultati, quasi non sentiva neppure più la presenza del suo corpo se non fosse per qualcosa che avvertiva stesse prendendo il suo posto partendo da un forte bruciore di stomaco, come se avesse preso fuoco di colpo.
    Il cuore iniziò a pomparle all'impazzata, i battiti sembravano accavallarsi fra loro ed ogni respiro le si stroncava, come se ci fosse una patina che impedisse l'uscita e l'entrata dell'aria.
    Tutto il suo corpo fremeva e lei teneva gli occhi riversi all'indietro per il forte ed improvviso dolore che la portò a pancia in sù in preda a forti convulsioni.
    L'esterno la comprimeva e l'interno sembrava voler uscire. Era come se le viscere volessero prendere il posto della pelle, dei suoi vestiti, e viceversa.
    Il corpo stava mutando, ma prima di ciò si stava rompendo, sgretolandosi in mille pezzi.
    Si sentiva in un film horror pieno di sangue e torture, ma non aveva il senno neppure di rendersi conto di ciò che le stava accadendo, di dove fosse, persino la voce per gridare le mancava.
    Gli arti furono i primi a cambiare, presero una forma più allungata, le dita si accorciarono ed i polpastrelli divennero dei cuscinetti, mentre le unghie si allungarono. Poi fu il momento della spina dorsale che si allungo ben oltre l'osso sacro assumendo una forma che la costringeva a quattro zampe, gli organi erano come se si stessero disponendo in modo diverso e ciò la faceva sentire come se le stessero tirando le viscere per poi attorcigliarle fra loro. Per finire la testa, le orecchie divennero appuntite, la faccia diventò un muso lungo e affusolato ed i denti divennero grandi e appuntiti.
    Arrivò poi la muscolatura del mammifero, la sua peluria ed infine un ululato squarciò il silenzio di quella notte.
    L'animale si contorceva, alzandosi sulle due zampe. Voleva sconfiggere quella parte di sé che sembrava volerlo imprigionare.
    Il Lupo barcollava, non si reggeva sulle zampe, non riusciva a vedere dove fosse, non sentiva il terreno sotto le proprie zampe e vomitava qualcosa di simile a della bile, quella contenuta nello stomaco.
    Tutto girava intorno all'animale dal manto rossiccio.
    Evalilith era mutata nella bestia dei suoi sogni, ma non ne era cosciente, non aveva ancora preso il controllo del suo nuovo corpo, per giunta la mutazione non fu ancora completa, perché aveva ancora i seni umani ed il ventre era privo di peluria animale ed i suoi occhi restarono verdi mentre una parte della faccia, il lato sinistro, dalla fronte allo zigomo, non era per nulla mutata, era restata umana.
    Poi ci fu un'ulteriore sforzo da parte di quella bestia e, dopo un gutturale verso fra l'ululato ed un grido umano, la mutazione fu completata. La bestia aveva preso il sopravvento, ma mentre il corpo aveva vinto la mente era tornata parzialmente lucida.
    Il forte dolore fu come una scarica di adrenalina dritta nelle sinapsi della creatura ed Evalilith fu di nuovo presente.
    Vomitò ancora della bile a causa di quella consapevolezza.
    Cercò, tra il dolore forte e la battaglia interna con la bestia, di prendere il controllo di quelle nuova membra.
    Quella notte non la potrà mai dimenticare, quel dolore era certa fosse il massimo che potesse sopportare. Se sopravviveva a quello poteva sopravvivere a tutto.
    Passarono muniti interminabili in cui si sentiva a volte presente altre no, si sdoppiava e tornava una sola entità, ripetendo gli sbalzi più e più volte e quando lei riusciva ad essere presente cercava di ricordare chi fosse davvero.
    Sapeva che era importante ricordarsi chi era, doveva tornare umana al più presto, riprendere il proprio corpo, portare a termine quel rito.
    Più riusciva a restare cosciente più domava anche le membra del Lupo.
    Aveva studiato molto, ma mai aveva pensato che il timore di perdere il controllo fosse così a portata di mano, di zampa e poi di nuovo di mano e poi di zampa.
    Doveva fare due cose fondamentali in quel momento: prendere piena coscienza del suo nuovo corpo e tornare nella sua sembianza umana.
    Poi il Lupo si fermò, zampe puntate al suolo, muso ritto e sguardo fisso in un punto preciso davanti a sé. La bestia ansimava. Chi c'era ora al comando? Evalilith o il Lupo?

    role scheme by jasoo
  10. .
    Evalilith A. Drago
    Ricordati sempre chi sei davvero, nonostante le maschere che gli altri ti metteranno sul volto.

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    Antefatto
    Era così estraneo per lei quel luogo, eppure, allo stesso tempo, lo sentiva come fosse casa sua da sempre.
    Era partita per andare lontano, aveva lasciato la sua casa per ovvie ragioni e si era diretta definitivamente nel Mondo magico, cancellando ogni traccia di sè, adottando il nome che le spettava dal lato materno, un nome che in pochi conoscevano nel Mondo Babbano. Non voleva più saperne dell'altro Mondo, quello dove lei veniva continuamente additata con disprezzo per quello che era.
    Per un periodo, aveva viaggiato, tra i due Mondi al dire il vero, arrangiandosi alla giornata, cercando di non restare mai per troppo tempo nello stesso posto. Non poteva rischiare di farsi riconoscere. C'era chi ancora le dava la caccia nonostante lei dovesse essere tecnicamente morta.
    Ma in assenza di un corpo, morte sicura a nessuno.
    La rossa era arrivata da qualche settimana a Diagon Alley, trovando un piccolo appartamento momentaneo dove stare. Erano i primi giorni d'autunno ed il freddo iniziava a farsi sentire.
    Lavoricchiando in giro, nel corso degli anni, aveva messo da parte una sommetta consistente, soprattutto se si contava ciò che metteva da parte alla Gringott. Tuttavia, arrivata a Diagon Alley, aveva deciso di trovare un lavoro fisso, di cercare una certa stabilità.
    Così si ritrovò a gestire il Ghirigoro, la più grande libreria/cartoleria del Mondo magico. La vecchia proprietaria aveva deciso di lasciare la struttura e lei ne entrò in possesso quasi per caso. Una bella responsabilità insomma, ma non si era tirata indietro.
    Quella era un'occasione da non farsi sfuggire. Avrebbe dovuto organizzarsi per bene, ma lavorando lì poteva anche viverci, dato che sopra il negozio vi erano degli appartamenti. In realtà, avrebbe avuto tutta la struttura per sé. Poteva farci quel che voleva.
    Inoltre, stando in mezzo ai libri, avrebbe potuto continuare le sue ricerche e sarebbe sicuramente stata sempre aggiornata sui testi particolari e non che potevano interessarle.
    Si stava prospettando una bella strada davanti a sè, ma lei era sempre guardinga. Più le cose le andavano bene, più apriva gli occhi.

    Ora
    La rossa quel giorno se l'era preso di libertà. Il Ghirigoro poteva stare chiuso un giorno a settimana ed avere una mezza giornata libera a settimana. Per il resto, vigevano i soliti orari con dovuto spacco. Si apriva alle nove e si chiudeva alle diciannove con uno spacco dalle dodici alle sedici.
    Aveva scelto il sabato come pomeriggio libero e la domenica come giorno di chiusura.
    Era passato qualche mese dal suo arrivo a Diagon Alley, ormai la primavera era iniziata da poco e lei era leggermente insofferente a quel clima incostante e sbarazzino, molto capriccioso.
    Avrebbe fatto colazione al solito bar dove andava ogni domenica. Facevano dei buoni pasticcini ai frutti di bosco e poi sarebbe andata in giro, giusto per camminare un pò.
    Evalilith era seduta al tavolino vicino la grande vetrata che dava sulla piazza centrale di Diagon Alley. Si guardava il menù pur sapendo cosa volesse ordinare, ma le andava di farlo per vedere se vi erano delle novità.
    Quando poi qualcuno passava per l'ordinazione prendeva sempre il solito con la novità della settimana ed un succo al melone. Sorrideva e passava il menù al cameriere.
    Nell'attesa che venisse servita perdeva lo sguardo sulle attività che si svolgevano in piazza.
    Benché fossero ancora le nove e mezza già per strada vi erano tante persone indaffarate nelle loro esigenze.
    Lei li osservava, da occhio estraneo, poi prendeva un quadernino ed annotava cose, pensieri, qualche schizzetto vago da riprendere a casa, piccoli estratti di racconti da scrivere.
    Poi arrivava la colazione e tutto veniva messo apposto.
    Stava vivendo una vita abbastanza abitudinaria, un qualcosa che non aveva mai conosciuto, neppure quando andava a scuola.
    Sapeva che qualcosa le mancava in tutto quello spazio di Mondo che si era creata, ma non sapeva esattamente cosa e di certo, sapeva, non lo avrebbe trovato osservando le persona in piazza.
    La ragazza sospirò chiudendo per un attimo gli occhi prima di prendere il primo pasticcino della colazione.
    La giornata era soleggiante, ma faceva freddo, per cui aveva indossato un completo felpato nero ed un cappotto baje che le arrivava alle ginocchia, stivaletti ed una sciarpa variopinta. I capelli erano raccolti in uno chignon con la frangia libera ed un paio di ciocche fulve che le cadevano ai lati del volto. Un volto truccato poco. Il suo visino e la sua pelle chiara non avevano bisogno di fondotinta o correttori, le bastava una eyelainer nera un pò sfumata ed un rossetto color vinaccio.
    Il bar non era molto affollato e, trattandosi poi di una domenica, la cosa le fece arcuare un sopracciglio, ma non ci penso su poi così tanto. Almeno non avrebbe dovuto sorbirsi il vociare continuo dei clienti.

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  11. .
    Evalilith A. Drago
    Il suo Spirito Guida la chiama a sé. Un Lupo dal manto cremisi che la insegue nei Sogni. La guarda dritto negli occhi e si frappone a lei. Il suo Potere fluisce in lui e la sua Magia non ha più la stessa forza.

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    Respiri profondi, occhi chiusi, mani incrociate verso le spalle. La mente era vuota come non mai. Figurava davanti a sé solo una luce azzurrina dai bordi bianchi sfumati. Intorno a lei tutto era buio. Tuttavia avvertiva delle strane presenze, qualcosa che la avvolgeva, che la teneva bloccata in quella posizione. Sentiva una morsa allo stomaco, delle fauci che le rigavano la pelle.
    Evalilith aprì gli occhi e la luce che arrivava attraverso quel piccolo bosco in fiore quasi l'accecò, tanto che dovette socchiudere le palpebre fino a che gli occhi non si fossero abituati a quella luce nuova ed improvvisa.
    Era al centro di una specie di prato circolare che delineava l'inizio di un boschetto.
    Si lasciò scendere a gambe incrociate sul terreno e stese le braccia lungo i fianchi, poggiando i palmi sul fresco manto del suolo.
    Indossava un abito lungo nero fino alle ginocchia con una fantasia a fiori. Era scalza per comodità. Le piaceva sentire il fresco terreno sotto i piedi.
    Era primavera, i primi giorni della merla. Era ora di pranzo.
    Ci aveva messo più tempo di quanto pensasse per prepararsi a quella 'cosa', ma il tempo, in certe situazioni, non era mai abbastanza.
    La rossa scrocchiò il collo prima da un lato e poi dall'altro, alzò i capelli fulvi in una coda alta che legò con un elastico verde, lasciando però la frangia libera di finirle sopra gli occhi. Lo sguardo era fisso sul materiale davanti a sé.
    Era davvero tanta roba e bastava una defaiance per sbagliare e dopo sarebbe stato problematico uscirne senza chiedere aiuti esterni e non le andava sinceramente di doversi anche sorbire qualche strigliata di sorta.
    Ormai era adulta, anche se aveva da poco finito gli studi e quindi ancora in fase adolescenziale, ma per la legge ormai era grande, per cui poteva fare ciò che voleva, purché non desse problemi ad altri. E se quella pozione avesse dato un risultato negativo di problemi ve ne sarebbero stati molti.
    Nel corso degli anni si era preparata nello specifico per varie cose al di fuori degli studi ed una di queste era l'Animagia.
    A mente si ripeté gli ingredienti, se li contò lì davanti e poi guardò il foglietto dove li aveva segnati.
    Tutto regolare. C'erano tutti.
    L'ingrediente più problematico da trovare furono le ali di Fata. L'idea di strapparle ad una viva non le piaceva, ma morta neppure era facile da trovare.
    Con un sospiro portò alla sua mente il ricordo di un mesetto fa.
    Aveva rimasto quell'ingrediente per ultimo. Ci aveva pensato fino all'ultimo di impiegare le scaglie di Sirena e di posticipare alla prossima stagione il tutto.
    Era l'unica soluzione plausibile, non per facilità, rispetto allo staccare un corno ad un bicorno e prendere le milze ai Draghi. Una Sirena poteva fare a meno di un paio di squame, no?
    Tuttavia, le si presentò poi un'occasione che non poté farsi sfuggire.
    Una fata morente, gravemente ferita, si accasciò presso la sua finestra. Era debole, troppo per poter sopravvivere. Non sapeva cosa le fosse successo né stette lì a chiederselo sinceramente. Il problema, in quel momento, era un altro. Sembrava che fosse stata colpita da un qualche tipo di incantesimo che le aveva procurato, dal fianco destro fino al collo, la fuoriuscita di una specie di ramificazione nera sottocutanea, come se il sangue nelle vene fosse stato avvelenato.
    Istintivamente, Evalilith tentò di salvarla, ma non ci fu nulla da fare. La Fata non superò la nottata.
    Solo allora le venne in mente che poteva sfruttare a quel punto quelle ali per la sua pozione.
    Ed ora eccola lì, in mezzo a quel boschetto dai fiori rossi pronta per quella sfida.
    Un altro grande sospiro e la rossa iniziò a preparare la pozione.
    Portò ad ebollizione l'acqua con la fiamma rudimentale che aveva creato con dei ramoscelli. La fiammella era abbastanza per scaldare il contenuto dentro quel pentolino nero.
    Nel mentre che i 50 cl di acqua bollivano iniziò a pestate col mortaio, in una piccola ciotola di legno, le bacche di vischio mischiate alle sette gocce di Acqua del fiume Lete, per poi aggiungere il miscuglio al pentolino, una volta che l'acqua avesse iniziato a bollire.
    Con la magia aumentò il potere della fiamma per sei minuti e girò, con un mestolo di legno, due volte il contenuto in senso orario. Solo due volte andava fatto.
    Quella mattina aveva anche già tagliato a tocchi non più grandi di cinque centimetri la radice di Asfodelo, così da trovarsi coi tempi.
    Dalle labbra fece uscire la foglia di Mandragola masticata per tre ore, la tritò e la aggiunse al pentolino.
    Fatto ciò, con la magia, abbassò la fiamma.
    Per finire, prese le due ali di Fata, le portò sopra il pentolino e le fece cadere.
    Gli occhi erano come persi. Non è che le sia piaciuto molto prenderle, anche se la Fata era ormai morta, ma le fece un funerale degno di un Vichingo. Qualsiasi cosa l'avesse attaccata era meglio che finisse in cenere insieme al corpo della Fata.
    Spense la fiamma facendoci cadere sopra del terreno fresco, girò il contenuto del pentolino due volte in senso antiorario e restò in attesa per trenta minuti.
    In quei trenta minuti, la ragazza fu concentrata a ripetere i passaggi fatti, cercando di capire se avesse tralasciato qualcosa.
    Alla fine prese un altro foglietto e lesse se aveva fatto tutto bene.
    La rossa alzò un sopracciglio. Sembrava tutto in ordine.
    Doveva ammettere a sé stessa che un minimo di timore lo aveva. Non era convinta di riuscire nell'impresa ed era pronta alle conseguenze, qualsiasi esse fossero state.
    Evalilith deglutì cercando di non volgere lo sguardo sul risultato finale.
    Il motivo per cui aveva deciso di diventare Animagus? Quel Lupo ...
    C'era un Lupo nei suoi sogni, il pelo cremisi e gli occhi verdi. La fissava così tanto che le sembrava di vedersi allo specchio e che fosse lei stessa quel Lupo. Lo sognava da quando aveva iniziato gli studi di Magia.
    Era un sogno strano che si ripeteva dalle due alle tre volte al mese, durante le notti di Luna Piena, come se quel fenomeno lo richiamasse a lei.
    Alla fine prese coraggio e guardò il colore della pozione che avrebbe dovuto ingerire e che le avrebbe conferito il potere di mutare aspetto in un unico animale. Tuttavia non era certa che si sarebbe trasformata nell'animale che le appariva in sogno, ma sentiva come se ci fosse una sorta di legame fra loro, però non ne capiva il motivo.

    role scheme by jasoo
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    Vi ringrazio per il benvenuto. Il disagio mio va pari passo a quello della mia pg ahahah
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    Tecniche di sopravvivenza maturate con gli anni, cara u.u

    Comunque sono indecisa se usare o meno il pv storico che ho. Alla fine basta che uno salva l'immagine e la trova con Google immagine. Che dilemma ...
    È pronto, vado, a dopo, a stomaco pieno avrò la risposta che cerco.

    Ora ho visto la tua risposta Alex. Dopo cena la leggo per bene. Scusami. A dopo.
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    Salve a tutti. Sono una veterana dei forum, soprattutto sui giochi di ruolo. E' anche vero che però era da qualche anno che mi ero ritirata, perché mi era paradossalmente più comodo giocare su fb, visto che potevo farmi un pg interamente come dicevo io, evolvendolo come meglio credevo (non sono una da power pg, se la vedeste, ora solo sta avendo un pò di potenziale vero e poi è presa da una serie di storie in stesura personali).
    Scrivo da tutta una vita e scrivere è la mia più grande passione, la forma migliore che ho per esprimermi.
    Vista la situazione di reclusione forzata a casa, ho pensato di tentare un mio rientro sui gdr su forum.
    Hanno un loro fascino, per cui non ho mai voluto davvero lasciarli, ma stando sempre da cellulare, anche se ho la app, era alquanto scomodo ruolare su forum, sopratutto se si ama usare codici e grafiche per i post.
    Ho bazzicato un pò, stavo in realtà cercando una skin per un mio forum che tento di far rivivere, e mi sono ritrovata su questa landa più e più volte.
    La grafica, la disposizione delle sezioni e tutto il resto non le ho mai apprezzate fino in fondo finché non mi sono decisa a farmi un giro nel forum come si deve.
    Apprezzo il fatto che abbiate tutto aperto, erano anni che non vedevo un forum dove, cavolo, puoi vedere tutto e decidere con calma cosa fare e non dover per forza prima presentarti per poi magari restare bidonata, sopratutto poi se si tratta di gdr tratti da storie già scritte. Voglio capire quelli ex-novo, però pure lì a volte si esagera.
    Potendo spulciare il forum con tutta calma mi sono fatta più o meno un'idea e sono andata a ricercarmi un pò di cose, soprattutto ho cercato di capire quanto della mia pg storica potevo portare qui e, sorpresa, a parte dover sistemare gran parte della storia base (così da adattarla al gioco) e levare qualche particolare, ho notato che posso piazzarvela. Anche perché di base questa pg è di origini magiche, creata in parte seguendo linee guide del manga/anime Jojo (lo conoscete o sono così vecchia?) ed il resto preso dalle mie storie. Insomma è un mix che può essere adattato abbastanza bene. Almeno credo e spero. Alla fine può essere pure che non ho capito una beneamata mazza di ciò che c'è sul forum, ma non credo di essere messa così male. Mi auguro e sopratutto ve lo auguro, perché so cosa vuol dire ritrovarsi players che non comprendono i regolamenti di un gioco. E' snervante da ambo le parti.
    Detto questo, mi accingo a finire la scheda, o meglio, a cercare di scrivere una storia base che si adatti bene al gioco, poi la posto e vediamo quanti segni della croce dobbiamo farci. Speriamo nessuno.

    ps. Non metto quasi mai le faccine, ma spero si capisca quando uso toni ironici, purtroppo quasi tutti ormai capiscono gli stati solo se ci metti la faccina che, a mio avviso, distrugge il post, ma questo forse è solo un mio pensiero.
    ps2. Ci ho messo la bellezza di mezz'ora per scrivere questa presentazione, ma volevo fare un rientro degno di nota.
    ps3. Per fare il titolo ci ho messo un secondo perché su quello son negata.
14 replies since 1/1/2014
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