Le Conseguenze di un virus

Missione autogestita San Mungo (Amelie, Jacqueline & Isond)

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    Amèlie De Maris


    [Venerdì pomeriggio ore 17.00 Londra Babbana, King's Road]



    La situazione nel paese sembrava essere in continuo peggioramento, ogni giorno leggeva sempre cose peggiori sul fatto che un nuovo virus, sia nel mondo magico che nel mondo babbano stava portando sempre più vittime e colpiti di un qualcosa di strano alle vie respiratorie, era un qualcosa che metteva preoccupazione ma non potevano loro come medi maghi aver paura di una malattia, potevano e dovevano combatterla. Il lavoro al San Mungo era sempre più impegnativo dato che i colpiti da quel misterioso virus riempivano le stanze dell'ospedale e ciò dava veramente tanto impegno, una cosa che non finiva mai alla fine. Ma almeno quel pomeriggio aveva fissato con le sue colleghe, Jacqueline e Isond per andare a fare un po' di piacevole shopping a Londra, c'erano un sacco di bei negozi a King's Road, una via della moda a tutti gli effetti. Jacqueline stava diventando ormai decisamente più che una collega per lei, era una bella relazione quella. Poco prima si erano fermate a un negozio tutto di moda femminile, il "Rixo" e aveva preso un abitino che le piaceva parecchio, era nero, sbracciato e aveva la lunghezza che arrivava fino a poco sotto il sedere, era magnifico per certe occasioni. Quel negozio era si caro, ma aveva tutto quello che le piaceva e che adorava nel modo di vestire, poi piaceva anche a Jacqueline quindi la cosa era doppiamente perfetta. Il tutto sembrava andare per il meglio, una semplice e piacevole giornata di shopping tra amiche, colleghe e amanti. Non mancava niente in quel trio effettivamente. Si rivolse a Jacqueline a un tavolino di un bar alquanto rinomato.

    Sai che mi hai fatto fare una grande scelta? Amo quel vestito.

    Le fece un sorriso mentre dette l'ultimo sorso al suo caffè, era di una discreta qualità. Quindi si rivolse a Isond.

    Secondo me a te stava bene anche quel vestito rosso, ti mette perfettamente in luce il tuo fisico. Se vuoi dopo ci fermiamo a prenderlo, alla fine sono solo 350 sterline, cioè è tanto ma ne vale tutte.

    Discorsi da donne, lo shopping era al primo posto. Ma poco lontano da lì, solo dalla parte opposta della via sentì un forte rumore, come se qualche macchina fosse entrata in una vetrina rompendo tutto, ma non era decisamente una macchina. C'era un ragazzo, o meglio un bambino che aveva sui 5 anni circa a vederlo, che era come impazzito e aveva colpito una vetrina mandandola in frantumi e soprattutto stava sanguinando. La mamma e il babbo sembravano disperati.

    Qualcuno ci aiuti per piacere, nostro figlio è ferito, è come impazzito e ha spaccato quella vetrina.

    Era pur sempre medi maghe e dovevano aiutare quel bambino. Fece cenno alle colleghe di seguirla dal ragazzo. E appena furono lì vide la grossa ferita. La prima cosa da fare era tranquillizzare i genitori, erano giustamente agitati a non finire.

    Signori, siamo delle infermiere specializzate del St. Thomas, aiuteremo vostro figlio. Non preoccupatevi, lasciateci lavorare e tutto andrà per il meglio.

    Fatto ciò vide meglio la ferita, era decisamente espansa e aveva un pezzo di vetro importante come dimensioni al suo interno. Ma al momento l'uso della magia era un problema, c'erano troppe persone intorno. Si rivolse prontamente al ragazzo.

    Ti chiedo solo una cosa, non fare movimenti bruschi che potresti peggiorare la situazione, stai calmo e tornerai come nuovo.

    Anche lui doveva collaborare nella cura.



    Sembra che nella vita si abbia successo grazie a tre fattori: la salute, l’intelligenza ed il carattere, aggiungiamo un quarto fattore; un po’ di fortuna.
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    Jacqueline De Lourant
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    Un'uscita tra colleghe? Vade retro, la Medimaga aveva scelto di stare nell'obitorio del San Mungo per interagire il meno possibile con i colleghi eppure glielo aveva chiesto Amélie e quindi, per rafforzare la già forte presa sulla sua mente, Jacqueline decise di accettare. Sarebbero state in tre, a loro due si sarebbe aggiunta a reggere il moccolo Isond. La tonta che non si era nemmeno accorta di quando lei ed Evrard avevano evocato una Dea e creato una pozione per trasformare gli zombie albero in esseri umani. Era seduta in un bar insieme a loro e senza aver fatto acquisti, aveva spinto Amélie a comprare un abito molto provocante, al limite dell'indecenza, di color nero in maniera da renderla un po' più accattivante. Con un auricolare nell'orecchio e la musica dei Ghost a basso volume che recitava il ritornello della canzone Year Zero quasi non aveva sentito Amélie e, con un sorriso, avrebbe replicato. «Ne ero sicura che ti sarebbe piaciuto.» All'affermazione della rossa avrebbe fatto un'espressione di felice sorpresa e, poggiando una mano su quella di lei avrebbe detto. «Me lo regali?!? Ma sei un amore!» Quando successe il finimondo tuttavia, alzando gli occhi al cielo, si costrinse a seguire le due colleghe fuori dal bar. Perché dovevano avere quello spirito da crocerossine, sarebbe dipeso da lei avrebbe ignorato tutto quanto a meno che non ci fosse stato per lei un ritorno positivo. Aveva aiutato Richard Jordan e aveva avuto una vacanza in America completamente spesata. Osservare la situazione prima di agire, Jacqueline avrebbe dovuto operare con le dovute precauzioni dato il fatto che erano in piena Londra Babbana. «Dovremmo spostarci, qui non è sicuro lavorare.» Disse, sorridendo per la disinvolta menzogna che Amélie aveva propinato ai genitori del bambino. Anzi, rispettando il protocollo del San Mungo non avrebbero dovuto nemmeno sfoderare la bacchetta ed operare come delle schifose Babbane. «Io non giro con garze e attrezzatura medica, dovremmo entrare nel bar e chiedere un Kit di pronto soccorso.» Di certo non si sarebbe messa a fare incantesimi in pieno centro e, se le colleghe volevano guarire il bambino lo avrebbero fatto senza magia. Jacqueline si sarebbe diretta verso il bar andando a chiedere il kit per poi ritornare da loro.

    «Parlato» - Narrato - "Pensato" | Scheda PG Stat.
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