Mi mandi in bestia!

Jessica

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  1. Giadì
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    Black Opal
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    No, Lucas. Non era quello che intendevo.
    Quella conversazione la stava spossando più di qualsiasi altra cosa avesse fatto in vita sua e non sapeva proprio come venirne fuori. Lui le aveva sempre lenito qualsiasi dolore, persino nel periodo in cui non si parlavano, il pensiero di lui la faceva star meglio. In quel momento, invece, il dolore si stava acuendo, troppo forte per essere reale. Bruciava dentro di lei come carboni ardenti ed avrebbe voluto fermarlo, che stesse zitto, che non la costringesse a tirar fuori ciò che stava provando a reprimere con tutta se stessa. Ma fu costretta. Glielo dovette dire, quelle parole taglienti come lame che le vennero estratte contro la sua volontà.
    Vide la sua reazione e, se possibile, le fece ancora più male. Si immobilizzò nel suo silenzio, temendo di aver compromesso definitivamente il loro rapporto. Pensava che stesse cercando il modo migliore per dirle che lui, al contrario, non avrebbe mai potuto innamorarsi di lei, che la vedeva solamente come un'amante, un'amica ed una sorella, che mai ci sarebbe potuto essere di più. Che nemmeno lui sarebbe mai stata in grado di amarla, proprio come chiunque altro avesse professato tali sentimenti, abbandonandola dopo poco tempo.
    Stava per dire che non era seria, che quelle parole le erano uscite di getto senza che potesse pensarci a fondo. Voleva limitare il più possibile i danni, preservare il suo cuore già fin troppo danneggiato.
    Dì qualcosa, ti prego. Qualsiasi cosa! Lo pregò mentalmente, ma dalle sue labbra non uscì che un flebile respiro, che non raggiunse nemmeno la pelle dell'altro. La mascella di Lucas era serrata e Jess pensò che fosse arrabbiato con lei per ciò che gli aveva confessato, come se l'amore potesse essere realmente uno sbaglio. I loro occhi erano ancora una volta incatenati tra loro ed il silenzio iniziava a farsi così pesante da schiacciarla al suolo come se la gravità fosse triplicata, invece era solo l'ansia di poter essere rifiutata l'ennesima volta. Non l'avrebbe sopportato, non quella volta, non da lui.

    Solo dopo un tempo che parve infinito, passato nel terrore di aver sbagliato, sentì le braccia di Lucas muoversi e cingerle il corpo. Un calore diverso e più profondo iniziò a penetrarle sottopelle, lento ma forte, palpabile. E poi finalmente, lui si decise a parlare.
    Parole che non avevano senso, per lei, in quel momento. Non sentiva lo scandire delle sillabe, sentiva un suono melodioso che le danzava attorno come la migliore delle sinfonie. E poi, poco a poco, ogni parola prese posto nel suo cervello e nel suo cuore, assumendo un preciso significato, nonostante lei stentasse a crederci.
    Lucas... sussurrò, non sapendo bene cos'altro dire. Quelle parole, che fossero sue o meno, erano state dette pensando a lei, non recitando semplicemente qualcosa che una volta aveva letto in un libro. Jess lo sapeva, lo sapeva che significavano molto. E tornò ad illuminare un po' di più il suo cielo, che riprese ad essere il suo posto sicuro, spazzando via le cattiverie di poco prima, rendendole prive anch'esse di senso e di una qualche utilità, vennero gettate al vento, dimenticate, il cuore invece fu risanato da tutto quello che disse.
    Lo ascoltò ma non rispose, non sapendo cosa dire per non rovinare il suo meraviglioso discorso, tuttavia si riempì di nuova speranza. C'era qualcuno che non la considerava uno sbaglio e che la metteva sempre al primo posto nonostante tutto, che la faceva sentire una regina e mai di troppo. Che la spingeva a dare il meglio di sé.

    Lasciò che le loro labbra si toccassero, che quel bacio sbocciasse come una rosa. Lento, caldo, morbido e soprattutto casto. Perché era un gesto così intimo che nessuno di loro l'avrebbe rovinato imprimendoci passione di troppo, trasformandolo in una questione di sesso. Era come se fosse nuda davanti a lei, si era spogliata, mettendo a nudo la sua anima più che il suo corpo ed ogni pensiero negativo sfumò come il vino sulla carne, riempiendola di lui.

    Quando il bacio si interruppe, infiniti secondi dopo, si staccò di pochi millimetri, riportando nuovamente le mani ad incorniciargli il volto, sentendo il suo calore attraversarle le dita.
    Non credo di essere abbastanza romantica per darti una risposta adeguata iniziò con una risatina per spezzare il silenzio che si era creato, anche se questa volta non c'era tensione né dolore ad aleggiare attorno a loro.
    Però... Ti prometto anche io che ci sarò, Lu. Che ogni giorno saremo l'una la forza dell'altro, che nonostante le incomprensioni, ritorneremo più forti di prima. Non ti posso promettere che sarò perfetta e che non ci faremo più soffrire a vicenda, siamo umani, le nostre parole ci feriranno ancora e ancora, ma non faranno mai sfumare l'amore che proviamo. Abbassò una mano ad intrecciare le dita con quelle di lui, sorridendogli. Un sorriso che specchiava quello dolce di lui. Chiuse gli occhi, prima di continuare a parlare. Tu sei l'unico che c'è sempre stato senza mai pretendere nulla in cambio, che ha sofferto ma ha continuato a restare. E sei l'unico al quale donerò la mia anima, non mi interessa cosa succederà in futuro. Sollevò il mignolo come a voler siglare una promessa con lui alla maniera dei bambini, quegli esseri che non sapevano mentire, così brutalmente onesti.
    Ogni giorno della mia vita, con te. Ogni giorno della mia vita, tu sarai parte di me. Ogni giorno della mia vita, sarai la mia ancora, il mio posto sicuro. Lo prometto.
    Jessica Whitemore


    Black Opal
    IV Anno
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