Parola di scout.

Erin Murphy

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  1. Julian Miller
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    New York, U.S.A.

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    "Parlato" - 'Pensato' - "Ascoltato"

    Dopo la lezione di Alchimia, Julian non vedeva l'ora di dimostrare ad un'altra novizia (?) che lui era un ragazzo di parola. Si era molto divertito a lezione da Keegan e non solo per la presenza del giovane docente a cui Julian aveva mentalmente promesso di fargli provare quanto fosse molesto se si fosse impegnato sul serio, ma anche perché per la prima volta, durante una lezione, si era venuto a creare un trio magicamente interessante. Aveva scelto casualmente la sua vittima tra i primini di quel giorno, individuandola in John Hulk, poi era apparsa Erin Murphy, che si era sacrificata per tutti e aveva condiviso, con il coreano, la presenza di Julian. Presenza che sicuramente non aveva minimamente intenzione di scomparire, quella sera.
    Infatti, aveva fatto una promessa alla Murphy e lui era un uomo di parola, soprattutto se si trattava di ragazze o ragazzi interessanti, cosa che non era propriamente facile essere nei parametri di Julian che, per quanto fosse amante edonista del sesso casuale (?), non si interessava a nessuno, se non a chi realmente sembrava avere un briciolo di personalità.
    E i due ragazzini di quella mattina sembravano averne da vendere.
    Aveva lasciato respirare l'orientale, per dedicarsi, dopo la cena, alla ragazzina. Aveva atteso fuori dalla Sala Grande, poggiato al muro con la schiena e la suola della scarpa destra, con le mani nelle tasche dei pantaloni della divisa. Osservava passare tutti gli studenti, sorridendo a chi conosceva anche solo di vista (leggasi: aveva molestato duramente durante qualche lezione così come aveva fatto con Erin e Hulk).
    C'era qualche ragazzina che quando lo vedeva arrossiva e si stringeva al braccio della compagna accanto, bisbigliando qualcosa e poi ridacchiando imbarazzate. Quello era ciò che Julian odiava, sapeva di essere favoloso, ma quei risolini acuti lo mandavano in crash il cervello, odiava quelle voci stridule e credeva che dovessero essere strozzate tutte coloro che osavano fare quel verso strano.
    Tuttavia, nonostante i suoi pensieri omicidi, il riccio concedeva un sorriso smagliante anche a loro, nascondendo quel fastidio dietro una facciata di perfetta bellezza.

    «Si fa desiderare la ragazzina...»

    Pensò, mentre un ghigno divertito si affacciava sulle sue labbra. Mancavano ancora pochi studenti, notò affacciandosi un po' alla porta, quindi doveva apparire Erin anche da un momento all'altro.
    Non appena l'avrebbe vista uscire, Julian si sarebbe staccato con un colpo di reni dal muro, avvicinandola.

    «Allora, sei pronta a goderti un po' di relax con me?»

    Sì, era molto allusivo, ma non aveva in mente niente di preoccupante, almeno non per ora.

    «Su, andiamo.»

    Le avrebbe quindi offerto il braccio, come solo un vero cavaliere poteva fare (?) e avrebbe avanzato nel passo con tranquillità, impostandosi accanto a lei, se lo avesse concesso.

    «Facciamo le cose per bene: sono Julian Miller ed oggi sarò colui che ti accompagnerà a vedere una delle mie stanze preferite del castello. Lei, signorina?»

    Aveva iniziato a fare il paraculo, povera Erin.
    Julian Miller

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    Studente, I anno - Dioptase

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1 replies since 20/11/2022, 22:51   97 views
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