The angel from my nightmare

E.M.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Erin Murphy
        +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Ametrin
    Posts
    30
    Reputation
    +37

    Status
    🗲
    vAFIwHF
    Erin Brighid MurphyAmetrin

    Quel che Erin aveva sperato di poter nascondere all’orizzonte finì per incastrarsi prevedibilmente negli occhi sempre attenti di Joshua, e lei non ebbe il cuore di meravigliarsene, per tanto che era abituata a leggersi attraverso il suo sguardo cristallino più di quanto non fosse a farlo ad uno specchio.
    Sapeva raccontarsi una verità sempre personalizzata, lei, aveva imparato a farlo fin da più piccola, quando accettare la realtà nella sua crudezza avrebbe potuto significare doversi abbandonare a scelte drammatiche, e nel tempo aveva deciso che digerire la vita per come lei la vedeva e non per come realmente fosse era molto più facile. Così aveva continuato sulla stessa linea anche a Hidenston, quando un incidente pozionistico riusciva a sembrarle semplicemente una capriola malriuscita di un’indole troppo curiosa, e non il primo grido di fragilità di uno spirito addestrato a non essere mai abbastanza. Questo lo lesse piuttosto sul volto di lui, ne assorbì la preoccupazione ed ammortizzò una premura che era abituata a rivolgere ad altri e mai a se stessa, e quando lui si fece più vicino per dar voce ad un dubbio più legittimo di quanto lei volesse, Erin fece ciò che sempre aveva successo di fronte ad una messa al muro: sorrise. Distese le labbra contro quelle di Joshua, schiudendole solo per mordere lascivamente le sue una o due volte, lenta e paziente, con lui e con le proprie verità, intenta ad ammorbidire pensieri troppo ispidi per quell’attimo di quiete al di fuori dal mondo.
    Lasciò che le ciglia si abbassassero sugli occhioni verdi, arrese all’unico sapore che avesse mai davvero considerato casa, e per attimi impossibili da quantificare lasciò semplicemente che quel bacio rispondesse ad ogni più proibita domanda.
    «...Lei è molto bella, avevi ragione.»
    Lo disse dopo, quando anche l’ultima goccia di nostalgia venne risanata da quella riunione di labbra, cosicché non ci fosse alcuna ombra esterna a contaminarne l’unicità. Non aveva problemi a parlare di altre donne, Erin, aveva conosciuto così a fondo Elisabeth attraverso i racconti dell’Ametrin da considerare sciocco qualsiasi fastidio in merito all’argomento. Ma loro due dovevano restare al di fuori di quel passato, per quanto vivo potesse ancora dirsi, lei nello specifico doveva restarne ben lontana.
    Aveva comunque detto il vero in merito alla Lynch, uno di quegli elementi che si era precipitata ad intercettare durante i primi giorni. Era bella, era Donna, sapeva di determinazione e consapevolezza come forse lei non avrebbe mai saputo dirsi, non aveva faticato a comprendere le armi del suo fascino. Eppure l’irlandese viaggiava su binari totalmente diversi, se Elisabeth era la luna nera di un eclisse, Erin era la libertà di una cometa, candida e ribelle fra le altre innumerevoli stelle ammiccanti.
    Quando il focus dell’argomento virò sui colori che entrambi condividevano pur sembrando poli opposti di uno stesso globo, Erin si concesse un sorriso vispo che la sapeva molto più lunga di quanto il suo volto di bimba lasciava intuire.
    Un perché all’opinione espressa da Joshua lei lo immaginava, e neppure in quel momento contemplò la possibilità di tacere quel che le passava per la mente.
    «Per convincerti che esiste davvero del mistero indecifrabile là dove tu semplicemente non sei pronto a guardare.» Sollevò una gamba sul suo bacino, si mise più comoda, cercò senza pudore i suoi occhi. «Hai sempre sofferto di vertigini, quando si parla di anime.»
    Incurante della delicatezza di quanto discusso, incastrò quel pensiero nelle iridi di lui come fosse un prezioso tesoro da preservare, che fosse o meno qualcosa su cui lui avrebbe concordato.
    Aveva sempre creduto che lui schivasse a grandi salti le più pericolose emozioni della vita solo perché timoroso di non meritarle, dubbioso di volerle davvero assaporare, ed ostinato nel più arrogante dei modi a negarne gli effetti collaterali alle persone vicine. Era il suo particolare modo di amare, quello di non amare affatto.
    Riprese la parola prima che quelle insinuazioni potessero spalancare abissi, comunque, tentando di anticipare risposte di cui nessuno dei due aveva realmente bisogno, e lo fece con la leggerezza di un politicante che maneggia argomentazioni economico-sociali dalla superflua rilevanza.
    «I Black Opal sono estremisti, troppo egoisti e sempre impegnati a muovere guerra al mondo...» Sospirò piano, un cipiglio pensoso tra le sopracciglia. «Ma la vita è fatta di sfumature, Jo, nessuno può considerarsi solo bianco o solo nero.»
    Una frase che forse in futuro si sarebbe tinta d’ironia, quella, un precetto che Erin aveva sempre brandito con orgoglio e decisione, ma che minacciava di ritorcersi contro colui che si sarebbe dimostrato disposto a sfidare i confini di quel bianco e di quel nero, arrivando a diluirsi di sfumature forse molto più del dovuto.
    Niente, comunque, a cui Erin avesse motivo di pensare adesso.
    «Resta qui stanotte.»
    Quel desiderio, piuttosto, perentorio come poche altre pretese mai espresse in vita sua, glielo pronunciò dritto negli occhi come la più irresistibile delle sentenze.
    Avevano fatto di peggio, nelle loro estati inglesi, dove le fughe notturne e i rientri dopo l’alba erano riusciti a sembrare i più perdonabili dei misfatti.
    Lei aveva bisogno di lui, e non intendeva tacerglielo.


    RevelioGDR
     
    .
7 replies since 6/11/2022, 23:28   174 views
  Share  
.
UP