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Morgan R. Vane.
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Edward Heart.
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DONGIOVANNICorteggiatore impenitente di donne, audace e fortunato, talvolta millantatore.Era sempre un piacere far da navigatore per la nave Northgate, non solo per il compenso monetario che Edward ne ricavava di volta in volta, ma, soprattutto, per quello fisico che il suo capitano, Katarina, era in grado di regalargli ogni qual volta ne sentissero entrambi il bisogno. Tra loro due non c’era assolutamente nulla di platonico, solo un semplice dare-avere. E il predone aveva necessità di scopate, dal momento che la sua memoria era offuscata dai sentimenti contrastanti che provava nei confronti di una donzella dal cuore infranto, che lui in primis aveva contribuito a frantumare. Per quanto cercasse di schiarirsi la mente a suon di orgasmi, si ritrovava a raggiungerli al solo pensiero di lei, Joanne, con cui aveva fatto… l’amore – allorché si strozzava anche semplicemente pensando a tale termine, troppo estraneo al vocabolario del giovane denrisiano – una volta soltanto. Era stato lui ad ammetterla ai misteri del sesso, poiché gli era giunta del tutto intoccata. E non poteva fare a meno di ricordare la sensibilità del corpo femminile ai suoi tocchi a tratti gentili, a tratti duri e ruvidi.
Il filo che “Arianna” gli aveva teso, “Teseo” l’aveva sfilacciato inferendone un secco colpo di spada. E lei era andata, con i lacci sbrindellati tra le dita, allontanata dal suo amore a causa dell’egoismo dell’amore stesso.
L’Abnegato si fece strada tra la gente del porto che aveva imparato a conoscere meglio delle sue tasche per non inciampare in guai più grandi di sé stesso. I suoi passi lo condussero verso uno di quei posti che era divenuto rifugio carnale, a seguito del nefasto evento, su cui aveva cercato di metterci una pietra di lapide sopra.
Ma le donne non gli bastavano più. Solo lei poteva riempire quel vuoto tradottosi in insofferenza e pigrizia. Non aveva mosso un dito sulla nave, se non solo per svolgere il suo mestiere di navigatore e per alzare le gonnelle del Capitano, ma non aveva affatto aiutato il resto della ciurma a scaricare i bottini sulla terraferma e a tirare a lucido il pavimento e i corrimani dell’imbarcazione.
I tacchetti sulle suole delle sue scarpe batterono l’ingresso del pavimento in legno, dopo che un braccio muscoloso e abbronzato, scoperto per metà per causa della manica della camicia arrotolata, fece forza sulla porta di ingresso fino a spalancarla, consentendogli di entrare nell’ampio spazio affollato. La sua attenzione fu presto attratta dalle urla di incitamento di un gruppo di uomini, frequentatori assidui del locale, che si erano radunati attorno a quelli che sembravano essere due ragazzini, intenti ad azzuffarsi tra loro.
Se in passato si sarebbe fatto largo tra la folla per stuzzicare ancor di più quei giovincelli, in quell’istante, invece, preferì raggiungere il bancone dell’osteria e domandar da bere un boccale di birra. Non fece caso alla giovane donna seduta a qualche sgabello di distanza, né ai suoi borbottii infastiditi, fino a quando il liquido giallognolo della sua fresca bibita non vibrò all’impatto di qualcosa che si rese conto non fossero state altro che le forti mani di colei che aveva deciso di sfidare il fato e provare a calmare gli animi di quel posto. Come ogni altro presente, non poté fare a meno di girare il busto e fermarsi a guardare la scena. Fu a dir poco eccitante veder puntare una lucida pistola verso le tempie di uno dei due ragazzini, i quali si calmarono all’istante. Tanto bastò per accendere un lume di curiosità. Chi era costei che aveva il coraggio di tirar fuori un’arma alla luce del giorno e in un locale così affollato, senza temere per la sua fedina penale? Sì che Denrise era un posto senza regole, ma non poi così senza regole.
Lasciò che facesse la sua parte e attese che i ragazzini accettassero i suoi soldi e sparissero dalla loro vista, prima di alzarsi dal suo posto e cominciare a battere le mani in un forte applauso.
- BRAVA! – urlò. Voleva attirare l’attenzione dei presenti su di sé, per spostarla dall’arma che la sconosciuta aveva ancora tra le mani.
- SIGNORI. FATE UN GRANDE APPLAUSO ALLA PIU’ GRANDE COMMEDIANTE DEL REGNO UNITO, CARA MITCHELL! -
Edward giocò a favore della donna: tutti lo conoscevano a Denrise e tutti sapevano quanto fosse, nonostante tutto, un uomo dedito alla propria terra e “patria”. Nessuno avrebbe sospettato che, invece, la stesse tradendo, rischiando probabilmente la propria pelle per salvare una grandissima incosciente dai pericoli dell’applicazione della legge.
Si avvicinò alla bruna e le porse la mano. Piegò lievemente il capo a destra, facendole cenno di stare al suo gioco.
- Signorina Mitchell -
Un lieve inchino. Un bacio sulle nocche della mano della sconosciuta.
- È un onore godere della vostra presenza in una delle più importanti osterie di Denrise. È stato uno spettacolo a dir poco mozzafiato! E, poi, quella pistola: WOW, sembrava davvero reale! Ma in quale negozio di giocattoli l’ha comprata? -. Una risatina. - Dovrebbe ripetere più spesso certe performance. NON È VERO, RAGAZZI? -
Un applauso accalorato serpeggiò tra gli uomini. “Vecchi stupidi balordi!”.
- Bene, ora lasciamo la signorina Mitchell alla sua pausa caffè! Prego – allungò un braccio, indicando il bancone. – Seguitemi, vi offro da bere. -24 ANNI PREDONE SCHEDA PG STATISTICHE EDWARD HEARTIl pubblico si è sempre aspettato che io fossi un playboy, e un bravo ragazzo non delude mai il suo pubblico. . -
Morgan R. Vane.
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