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Joshua B. Evans.
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.Se avesse potuto avrebbe mangiato qualsiasi cosa, in quel momento. Non era da Amelia assecondare certi bisogni o istinti, le era stato insegnato a rimanere sempre elegante e contenuta, di darsi dei freni, e poteva spesso sentire la voce di sua madre ripeterla di "comportarsi come una signorina" e "guarda come è perfetta tua sorella, dovresti essere come lei". Se per certi aspetti era sempre stata una ribelle, per quanto riguardava il suo aspetto esteriore aveva sempre posto una certa attenzione verso come si esprimeva, quello che le persone vedevano di lei, come la percepivano in ogni situazione. Aveva passato gli ultimi due anni a odiare la sua parte animale -letteralmente-, a detestare il suo essere un licantropo perchè la rendeva imperfetta, non impeccabile come avrebbe voluto, per questo aveva sempre cercato di prendere le distanze da quella parte di se e provare in qualche modo a nasconderla, o quantomeno ad allontanarla quando ne aveva la possibilità. Non significava che si mostrasse debole o in costante crisi interiore, era solita vantarsi della sua natura con le pochissime persone che ne erano a conoscenza, e in effetti nei momenti in cui non era più Amelia ma l'altra parte di sè si sentiva forte, selvaggia e viva. E quell'estate le era servita per realizzare che voleva sempre sentirsi così, che quella sensazione era piacevole dopotutto e che non aveva ragione per nascondere qualcosa che ora sapeva controllare.
Era indubbio che quella realizzazione venisse a braccetto con la consapevolezza -o illusione, dipendeva dai punti di vista- di aver imparato a conoscere e controllare quella parte di sè, ogni volta di più, una sensazione di certo rivitalizzante e potente come poco altro.
Il ritorno a scuola l'aveva vista ancora più sicura di se, camminava con passo più convinto -non che prima non lo facesse- e, per contro, era leggermente meno insopportabile, ma solo perchè una parte di lei non sentiva più sempre necessario denigrare gli altri per ribadire la sua superiorità. Rimaneva comunque un' "adorabile" stronzetta, motivo per cui non aveva ancora legato con nuovi amici e continuava per lo più a focalizzarsi sul suo impeccabile rendimento scolastico, con l'aggiunta che ora si sentiva più realizzata e meno frustata di prima. Almeno a giorni alterni.
In quel giorno in particolare, dopo una notte di luna piena passata nei boschi, non si era rintanata nella sua stanza ma aveva pensato di prendere più cibo possibile dalla Sala Grande e dirigersi verso un posto tranquillo dove mangiarsi tutto quanto.
Per qualche ragione quell'autunno fin troppo caldo non la stava infastidendo quanto avrebbe pensato: era amante del freddo, o quantomeno dell'aria frizzantina autunnale, ma quel giorno aveva ancora addosso gli strascichi di forza e sicurezza che la trasformazione le aveva lasciato addosso, togliendole però di contro parecchio sonno. Forse anche per quello, nonostante il suo spirito rinnovato, si era ritrovata a cercare la pace dei giardini pensili, dove pensava che nessuno avrebbe interrotto il suo generoso pranzo.
Aveva appena messo piede nei giardini, senza avere nemmeno il tempo di lanciare un'occhiata in giro, che qualcuno l'aveva apostrofata, portandola a voltarsi inclinando appena la testa. Era abbastanza sicura di non conoscere quel ragazzo, aveva un volto particolare e uno sguardo che si sarebbe ricordata se solo lo avesse incrociato prima, e non potè evitare di trovarlo leggermente interessante. Un traguardo, almeno per lei.
Inclinò appena la testa. "Allora è un miracolo che non ti sia successo nulla." lo punzecchiò, tagliante come suo solito, prendendo poi posto distante dall'altro seppur comunque a portata di orecchio. Non riusciva a comprendere come le persone potessero avere voglia di attaccare bottone con degli sconosciuti, lei di certo non aveva quell'istinto. Gli avrebbe lanciato un'occhiata, quasi di sfida, inclinando appena la testa mentre l'altro continuava il discorso. "E tu hai voglia di correre questo rischio?! Forse dovresti rientrare." lo punzecchiò a sua volta, per poi scartare con cura uno dei panini con marmellata e burro d'arachidi che aveva portato con sè.Amelia Farley"Nunc et sodales risus, sit amet viverra massa. Nullam ornare massa et leo tincidunt eleifend. Donec dapibus bibendum felis, a imperdiet magna auctor at."DIOPTASEcode by ©#fishbone
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.Cominciava, per certi versi, ad accettare anche gli imprevisti, sopratutto quello che riguardavano interazione con persone che i Farley non avrebbero mai frequentato normalmente. Era abbastanza certa di non aver incontrato il ragazzo in uno dei suoi ricevimenti, e questo la riportava all'idea che con ogni probabilità non faceva parte dell'élite inglese, un elemento che lo rendeva interessante forse proprio perchè fuori dalla sua "comfort zone". Già il fatto che sua madre lo avrebbe guardato storto la convinceva a non ritrarsi subito, se non altro non sarebbe stata una conversazione monotona no?!
Si strinse nelle spalle alla sua domanda, accennando un mezzo sorriso divertito. "Ai posteri l'ardua sentenza" rispose piccata, senza sbilanciarsi troppo ma senza comunque negare di aver lanciato una simile accusa. Per quel poco che ne capiva di esseri umani, di certo l'altro non aveva intenzione di mollare la presa e non sembrava nemmeno smidollato a sufficienza da farsi intimidire.
Forse anche perchè sembrava intenzionato a darle del filo da torcere, e si era svegliata con il piede giusto, sedersi non troppo distante da eliminarlo del tutto dal suo campo visivo sembrava la soluzione migliore.
Non si aspettava che rimanesse zitto, e se gli lanciò solo un'occhiata dubbiosa alla sua affermazione sull'essere un esperto di pericolo, quanto gli chiese di offrirgli qualcosa ottenne una reazione di certo più articolata.
Alzò un sopracciglio perfettamente pettinato, senza mancare di passare meglio lo sguardo sull'altro, studiandolo in silenzio per qualche istante. "C'è ancora cibo in Sala Grande. Nulla ti vieta di andartelo a prendere." replicò, prima di azzannare il suo panino e cominciare a mangiare di gusto, di certo senza mandarlo a quel paese ma nemmeno invitandolo a unirsi al suo spuntino.
Era indubbio che l'altro, per quanto fastidioso, avesse comunque una qualche scintilla capace di accenderla in positivo: poteva dire con onestà di non sentirsi quasi mai così, trovava i suoi compagni di scuola spesso irritanti, se non scontati, banali e noiosi, e le eccezioni rimanevano ben poche. Di certo non si aspettava di trovare una di queste eccezioni proprio quel giorno, e non era nemmeno sicura se fosse un'allucinazione, sintomo di follia o chissà che altro.
Come era già successo cominciò, suo malgrado, ad arrovellarsi circa che diavolo avesse quel tipo di tanto interessante per il suo inconscio. Che cosa poteva mai trasmetterle? Era davvero diverso dagli altri? A primo acchito sembrava solo più simile a lei del solito... forse era quello ad attrarla tanto?
Sentiva i suoi occhi addosso, se non altro l'interesse era reciproco e riusciva a farla sentire meno idiota.
"A parte per sfidare la sorte e, forse, essere uno sfigato, perchè i Giardini Pensili? Dovrebbe essere quel periodo dell'anno in cui tutti, finalmente, vi decidete a stare dentro." buttò lì, giusto per indagare meglio quell'assurda sensazione.Amelia Farley"Nunc et sodales risus, sit amet viverra massa. Nullam ornare massa et leo tincidunt eleifend. Donec dapibus bibendum felis, a imperdiet magna auctor at."DIOPTASEcode by ©#fishbone
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.Era abituata a persone che cadevano ai suoi piedi senza fatica, era stato così per gran parte della sua vita, e se non era per la sua bellezza o la sua sicurezza era facile che fosse per il suo cognome. A Hidenstone aveva cominciato a usare meno certi privilegi in proprio favore, aveva una cricca meno nutrita di seguaci e la cosa forse non le dispiaceva nemmeno troppo, ma trovava ancora eccitante l'idea di avere di fronte qualcuno non pronto a pendere dalle sue labbra ad un suo battito di ciglia. Era intrigante, e in effetti a guardarlo bene il ragazzo aveva qualcosa di abbastanza luminoso negli occhi da risultare curioso, se non altro: sembrava ben consapevole del gioco a cui stava prendendo parte, come se fosse abituato a quelle sfide, come se non fosse la prima volta che si ritrovava di fronte qualcuno come lei e provava a tenerle testa.
Era abbastanza certa che quello fosse proprio il genere di ragazzo che sua madre avrebbe guardato storto, con quell'aria da "comune mortale" e non certo ragazzo benestante che caratterizzava tutti i ragazzi che aveva sempre intorno, e al contempo l'aura di trasgressione, come se non avesse nella mente il viso di qualcun altro in quel momento. Qualcuno che avrebbe davvero voluto rivedere ma che ancora non aveva approcciato...avrebbe dovuto farlo lei?! Sul serio?! Almeno il moro ora la stava degnando di attenzioni, mentre qualcun altro non l'aveva ancora nemmeno cercata.
Scosse appena la testa, fingendo che la sua risposta non fosse nemmeno lontanamente vicina alla realtà. "Prevedibile" sbuffò con il solo scopo di infastidirlo ma senza perdersi nessuno dei suoi movimenti mentre si stiracchiava, con gesti fluidi e dettati dall'abitudine, e prendeva posto ben più vicino a lei di quanto avrebbe voluto, almeno fino a poco prima.
Giusto per fargli pensare che gliene importasse ancora meno tornò a dare un morso al suo toast, stringendosi nelle spalle per tutta risposta, in un silenzioso "se per te questo è poco socievole".
Si ritrovò comunque anche fin troppo sulle stesse onde dell'altro, inclinando appena la testa in un gesto di assenso. "Si vede che sei un novellino ma non posso darti torto." concesse, forse fin troppo buonanime, per poi corrucciare le sopracciglia quando l'altro si diede dell'imbecille da solo. Avrebbe anche potuto dargli ragione senza troppi sforzi, in effetti era un imbecille o comunque lo avrebbe insultato anche a caso più che volentieri, giusto per sfizio, ma sospettava che non si sarebbe definito così a caso, con tanta leggerezza, dal nulla.
Le mancava un po' di sana competizione in quelle mura, anche se ne aveva trovata molta più di quante pensasse era un po' che non gli capitava a tiro qualcuno interessante e sicuro di se come Josh e non potè fare a meno di sciogliersi in una risatina sincera quando sentì quelle parole. "Sai? Avrebbe più senso dire il contrario, sono famosa per venire qui quando le persone là dentro hanno cominciato a diventare fastidiose." replicò con naturalezza per poi regalargli un'altra occhiata più approfondita per poi inclinare appena la testa e indicare con un cenno la sua spilla. "Oh... ora si spiegano molte cose. Ametrin." osservò con il tono di chi voleva sottolineare chissà che cosa, un mezzo sorrisetto di sfida sul volto.Amelia Farley"Nunc et sodales risus, sit amet viverra massa. Nullam ornare massa et leo tincidunt eleifend. Donec dapibus bibendum felis, a imperdiet magna auctor at."DIOPTASEcode by ©#fishbone
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.Se c'era una cosa che Amelia detestava essere quello era "banale e prevedibile". Era stata cresciuta con la convenzione di dover essere unica e irripetibile, una persona indimenticabile agli occhi di tutti, degna del suo cognome, e faticava ancora a staccarsi da quella visione di sè stessa. Per lei la maschera che si era creata era un vanto, non qualcosa di cui vergognarsi o un limite, ed era abituata a studiare chiunque avesse intorno al fine di "fare colpo".
Non la reputava più nemmeno una forzatura, cercava sempre di cogliere i punti deboli o quantomeno le caratteristiche di chi aveva di fronte, giusto per assicurarsi di essere sempre un passo avanti a chiunque. Non che avesse dubbi in merito, era sicura delle proprie capacità e raramente arrivava al punto di metterle in dubbio, tanto che ogni processo era ormai inconscio, come se la sua mente ci tenesse a proteggerla dalla dura realtà dei fatti: Amelia Farley era umana esattamente come tutti gli altri.
Ridacchiò di fronte a quella provocazione, segno che non aveva intenzione di lasciarsi scalfire da parole come quelle, per poi stringersi nelle spalle quando l'altro rise alla definizione di novellino. Non lo ricordava affatto, se si erano incrociati a lezione per qualche ragione lo aveva eliminato dalla sua memoria e le sembrava strano riuscire a dimenticare qualcuno dalla risposta così pronta. Certo, la sua attenzione era stata monopolizzata in modo imbarazzante nell'ultimo anno, e avrebbe incolpato senza fatica Nathan per quella dimenticanza, eppure non poteva essersi rimbecillita a tal punto da ignorare un tizio sveglio fino a quel punto. Lo avrebbe notato prima o poi no?!
Inclinò la testa, incuriosita.
"Non ti ho visto in giro, oppure ti sei mimetizzato molto bene tra tutti gli altri. Per essere uno non prevedibile non mi sei rimasto in testa." gli fece notare con leggerezza, come sempre provocatoria, mentre cercava di indagare in qualche modo su chi fosse. Non sapeva nemmeno da dove nascesse quell'interesse, in genere non le importava granchè della storia di chi aveva davanti, ma ora non poteva che essere incuriosita.
Non era comunque incuriosita a sufficienza da provare interesse per i suoi malesseri, non aveva intenzione di cadere nella trappola delle domande personali e non voleva davvero sapere che cosa lo tediasse abbastanza da voler cominciare da capo.
"Beh non conosci me, è già un buon inizio. Amelia Farley." colse l'occasione per presentarsi con un sorrisetto sornione, come se davvero non conoscere lei equivalesse a non conoscere nessuno, o quantomeno a non conoscere qualcuno di parecchio rilevante.
Alla sua domanda rubò un altro morso del suo sandwich, per poi lanciargli un'occhiata di sfida. "Non ho bisogno di sorprenderti ogni secondo." replicò con la sua solita supponenza, come se avesse già fatto abbastanza per spiazzarlo, per poi studiarlo apertamente qualche altro istante prima di fare la sua deduzione. "Nessun altro avrebbe cominciato a parlarmi durante la pausa pranzo pensando di uscirne vivo. Apprezzo se non altro il tuo coraggio." concluse alla fine con sguardo divertito per poi fare qualcosa di davvero imprevedibile: gli tese il suo secondo sandwich, comunque meno imbottito del suo, con una leggerezza che quasi non le apparteneva, non con gli sconosciuti almeno. "Preferisco che non cominci a salivare sul mio." lo punzecchiò, giusto per condire la sua offerta.Amelia Farley"Nunc et sodales risus, sit amet viverra massa. Nullam ornare massa et leo tincidunt eleifend. Donec dapibus bibendum felis, a imperdiet magna auctor at."DIOPTASEcode by ©#fishbone
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