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Thomas&Adrien

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    Black Opal
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    |thomas seanàn roberts|



    N
    on era esattamente il tipo di persona che si sfogava con l'esercizio fisico o che si lanciava a capofitto in una qualunque attività quando stava male, ma nell'ultimo periodo la sua mente era così caotica e confusa che ormai aveva finito le soluzioni per riuscire, in qualche modo, a prendere fiato.
    Se già era in crisi di suo, il suo incontro con Regina aveva peggiorato ancora di più le cose e ora era definitivamente irrecuperabile. Non riusciva più a ragionare, una parte di lui continuava a ripetergli che avrebbe dovuto andare da Marlee, tagliare la testa al toro e cercare di risolvere il problema alla radice, ma più ci pensava e meno riusciva a convincersi che davvero quella fosse la soluzione definitiva.
    Si conosceva bene ormai, lui con le parole non ci sapeva fare, e se per gran parte della sua vita aveva trovato il modo di convivere con quella sua caratteristica, e dopotutto Marlee ormai doveva esserci abituata, ora gli sembrava uno scoglio insormontabile. Sapeva che nel momento in cui avrebbe aperto bocca avrebbe sbagliato ogni cosa, che non avrebbe potuto fare a meno di segnare la fine di un rapporto che, a conti fatti, era il più importante che avesse.
    Si ritrovò a lanciare con rabbia un bolide da allenamento, senza nemmeno controllare dove fosse finito. Ringhiò anche, stringendo i denti con forza abbastanza da farli scricchiolare e sentendo la rabbia ribollirgli il sangue nelle vene, arrossendogli senza alcun dubbio le guance. Aveva i capelli arruffati, il fiato corto e l'aria di qualcuno che non aveva proprio voglio di avere a che fare con un qualsiasi altro essere umano, cosa alquanto rara per Thomas, un labrador versione umana, sempre più o meno accogliente e solare.
    "Perchè sono così stupido?!" finì addirittura per domandarsi ad alta voce, forse anche fin troppo alta, convinto che a quell'ora del pomeriggio, quasi vicina al tramonto, in un sabato pomeriggio d'estate nessuno avrebbe avuto voglia di trascinarsi al campo di Quidditch per un allenamento extra, a meno che non avesse qualcosa da nascondere o qualcosa per cui sfogarsi e in quei casi chiunque aveva voglia di isolarsi più che di chiacchierare.
    Non che Thomas chiacchierasse, in generale, nell'ultimo periodo: Rere era la sua amica più stretta, e se negli anni di distacco era riuscito a crearsi comunque una compagnia di amici decente, seppur non troppo nutrita, ma ora non era più dell'umore per provare a farsi nuovi amici e non avrebbe comunque saputo a chi rivolgersi. Non era sicuro di poter dire di aver creato nuovi legami soddisfacenti, dall'inizio dell'anno aveva avuto parecchi alti e bassi e tutti i suoi buoni propositi erano scemati rapidamente.
    A quella realizzazione non potè fare a meno di recuperare un altro bolide e lanciarlo con rabbia, a mani nude, mettendoci tutta la forza e la violenza di cui era capace.

    PARLATO - ASCOLTATO - NARRATO
    bymars

     
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  2. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    La situazione che si era venuta a creare tra Marlee e quel Thomas lo faceva incazzare come non mai: Adrien conosceva il ragazzino molto bene, essendo amico di sua sorella fin dall’infanzia. Inoltre, erano tutti all’interno della casata Black Opal, perciò, il moro, a sua volta, avrebbe dovuto conoscere meglio di tutti il brutto caratterino di Adrien e sapere che, presto, avrebbe ricevuto una visita a sorpresa. Il diciottenne non aveva alcuna intenzione di utilizzare le maniere forti, seppur gli fosse passato tal pensiero per il capo, ma era giunto a conclusione, dopo una attentissima riflessione, che Thomas fosse abbastanza intelligente da capire il ragionamento che gli avrebbe proposto senza che fosse necessario un rinforzo di tipo negativo. E, poi, non voleva far indirettamente del male a sua sorella e a sé stesso, perché picchiare quell’opale avrebbe significato lo scoppio della bomba atomica che era Regina.
    Aveva chiesto dove potesse trovarlo ad uno che sapeva fosse amico del moretto e gli era stato riferito che fosse stato avvistato per i giardini dell’Accademia, in procinto di colpire bolidi. Non era proprio l’attività preferita di Adrien, né la considerava una mossa saggia, visto che non c’era alcun recinto che bloccasse la traiettoria di quelle enormi palle di ferro incantate che avrebbero potuto colpire a morte qualcuno di passaggio. Se nessuno lo avesse ancora fermato, allora l’avrebbe fatto Adrien.
    Il suo aspetto facciale non faceva trapelare alcuna informazione su quello che aveva intenzione di fare: il volto era tranquillo, la fronte rilassata e senza alcuna ruga a segnarla, le labbra erano serrate nella loro posizione comune, il suo passo era di andatura tranquilla. E fu così che, nel giro di una ventina di minuti, oltrepassò il cancello d’ingresso dei giardini e si diede all’avventurosa ricerca del Roberts. Non fu affatto difficile: udì distintamente un gemito di sforzo, pieno di rabbia e i suoi occhi catturarono il volo di una di quelle grosse fottute palle. Si avvicinò alla zona del ragazzino, senza che lui notasse la sua presenza, e si poggiò di schiena alla corteccia di un albero, con le mani incrociate dietro al busto.
    - Dimmi per quale motivo non dovrei denunciarti ad un prefetto in questo istante. -
    La sua voce era sinistramente melliflua e il suo sguardo era puntato direttamente verso il capo di Thomas, alla ricerca dei suoi occhi. Non avrebbe utilizzato le maniere forti, sì, ma non aveva mai promesso che non l’avrebbe fatto spaventare un pochino.




    18 ANNI
    BLACK OPAL
    SCHEDA PG
    STATISTICHE
    ADRIEN BEAUVAIS
    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
     
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    Black Opal
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    |thomas seanàn roberts|



    E
    ra sicuro che a quell'ora nessuno lo avrebbe raggiunto, e per quanto non fosse proprio bravo a rimanere troppo a lungo solo con i propri pensieri senza impazzire. Chi avrebbe mai potuto trovarlo lì? Gli sfuggiva forse di come Hidenstone fosse una scuola troppo grande e affollata perchè qualcuno potesse davvero sperare di non essere trovato. Non sapeva nemmeno che qualcuno lo stesse cercando, questo era vero: se anche Regina aveva dimostrato di serbare un certo rancore, almeno all'inizio, sperava che gli altri Beauvois si sarebbero accontentati di quello, che lei potesse definirsi un messaggero. Non aveva ancora risolto nulla, questo era vero, e poteva arrivare ad immaginare che una chiacchierata qualunque non fosse una soluzione ma era Thomas, riusciva a concentrarsi su un solo enorme problema alla volta, e per il momento tutto ciò che la preoccupava era Marlee.
    Si sentì ancora più idiota quando si ricordò che la ragazza era tutto ciò che lo preoccupava, eppure non riusciva a decidersi ancora a raggiungerla e risolvere le cose.
    Proprio perchè era sicuro di essere da solo aveva abbassato la guardia abbastanza da non accorgersi che qualcuno lo aveva raggiunto, almeno finchè non sentì una voce vagamente famigliare alle spalle, che lo fece fare un piccolo saltino e voltare di scatto, sorpreso.
    Gli bastò quella domanda per andare nel panico più totale: anche per uno non troppo pratico di emozioni come lui era palese che Aidan non fosse troppo contento, e lui non aveva proprio idea di che cosa avrebbe potuto mai dire per migliorare la sua situazione. Poteva davvero impedirgli di denunciarlo ad un Prefetto? E sopratutto davvero gli importava così tanto del Quidditch o c'era altro? Sapeva come poteva apparire, agli occhi degli altri, quel che era successo tra lui e Marlee, e dopo essere stato attaccato da Regina cominciava a sospettare che non fosse solo una sensazione la sua: probabilmente tutti pensavano che fosse colpa sua.
    Non che non fosse così, sapeva che gran parte di quel che era successo era stato causato da lui, ma anche Marlee aveva fatto le sue scelte e a dire il vero non moriva dalla voglia di scoprire che cosa accadesse in casa Beuavais quando qualcuno dei fratelli veniva ferito. Non aveva mai avuto problemi di quel tipo, prima, era sicuro che il rapporto tra lui e Rere sarebbe sempre andato a gonfie vele e che lui non avesse bisogno di preoccuparsi di certe cose.
    Ora sì però e rimase bloccato qualche istante, gli occhi sbarrati, a fissare Aidan senza sapere cosa dire.
    "... Non stavo facendo niente di male?" replicò, un velo di incertezza nella voce perchè non era sicuro che davvero una frase del genere potesse sortire un qualunque tipo di effetto. Che ne sapeva lui di che cosa si faceva in quei casi?! Non che non fosse mai stato ripreso, non era mai stato un alunno modello, ma per qualche ragione Aidan e la sua impassibilità gli incutevano ancora più timore.



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  4. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    Adrien pensò che sarebbe stato bello essere un prefetto solo per poter torturare i poveri studenti “normali” di Hidestone mettendo loro paura anche quando non ce ne sarebbe stato bisogno, anche se quello non era il caso di Thomas, il quale aveva avuto pure il coraggio di mormorare che non stesse facendo nulla di male. L’opale ancorò i suoi occhi olivastri, che parevano ora di ghiaccio, in quelli spalancati del suo quasi coetaneo e mantenne quella sua espressione impassibile che prevedeva più guai di quanti ce ne dovrebbero essere stati nella norma. Lasciò che la sua schiena si staccasse dall’albero e fece un singolo passo in avanti. Dopodiché, accompagnò il proprio - …niente di male… -, che ripeté con serietà, seppur il proprio intento fosse quello di prenderlo in giro e fargli risuonare le sciocche parole nella sua mente, ad un avvicinarsi delle dita alle maniche della camicia, che cominciò ad arrotolare con cura, scoprendo i suoi avambracci. Thomas avrebbe, giustamente, potuto pensare che si stesse preparando per una scazzottata. Tuttavia, i movimenti troppo lenti di Adrien erano solo un modo per mettergli ancora più paura addosso. Aveva promesso che non l’avrebbe sfiorato, se non per una lieve pacca sulla spalla o, si sperava, una stretta di mano.
    - Cioè, fammi capire… sei nei giardini di Hidestone, con un bolide incantato, totalmente impazzito, e una mazza tra le mani. Stai colpendo quel bolide con tutta la forza possibile, accecato dalla rabbia o da qualsiasi altra cazzo di cosa ti stia passando per quella fottuta testa, in un luogo dove potrebbe passare chiunque e basterebbe un nonnulla per colpirlo e ucciderlo con un solo colpo… e tu mi vieni a dire che non stai facendo nulla di male?! -
    Aveva leggermente alzato la voce man mano che aveva pronunciato quelle parole.
    - Avrei tutti i fottuti motivi per denunciarti a un prefetto. Quindi, prima che io vada a dirlo a uno di loro o a un professore, il che sarebbe ancora peggio, e prima che prenda quella mazza e ti spacchi la testa a suon di colpi, muoviti a mettere tutto al suo posto. Ti do 2 minuti contati, Roberts. -
    Aveva usato di proposito il suo cognome. Fece il gesto amplificato di allungare il braccio con l'orologio e verificò l’orario buttandoci lo sguardo su di esso.





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    ADRIEN BEAUVAIS
    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.
     
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    |thomas seanàn roberts|



    A
    vrebbe tanto voluto sapersi difendere meglio, riuscire a tirare fuori più grinta e rispondere a tono anzichè bloccarsi del tutto di fronte ad un qualunque Beauvais che non fosse Marlee. Si poteva davvero biasimarlo? Difficile non riconoscere i gemelli anche tra la calca della Sala Grande, e cominciava a sospettare che tutti quanti ce l'avessero con lui, anche se a livelli e su piani diversi. Pensava che Regina fosse quella più arrabbiata, ma che ora che aveva di fronte Adrien cominciava a temere di non aver ancora visto il peggio. Lui non ricordava nemmeno se il ragazzo fosse stato nominato Prefetto, per quel che ne sapeva forse lo avrebbe denunciato direttamente e tutto quello era un modo ulteriore per spaventarlo.
    Non avrebbe dovuto mostrarsi così vulnerabile, era abbastanza certo che non fosse consigliato di fronte a qualcuno che appariva di sicuro molto più incisivo di lui, anche solo ad una prima occhiata.
    Avrebbe potuto provare a dissimulare ma lo aveva preso troppo in contropiede perchè potesse prepararsi una qualche reazione o qualche battuta brillante.
    Stava per ribattere, improvvisando, quando l'altro lo invase con una serie di supposizioni su tutto quello che sarebbe potuto andare storto nel suo allenamento improvvisato, tutte ipotesi alle quali lui non aveva granchè pensato prima di sistemarsi lì, anche perchè eccezione fatta per Adrien nessuno si era avvicinato così tanto da essere in pericolo.
    Okay, forse era arrabbiato e sotto stress, ma non era così stupido o perso tra le nuvole da non rendersi conto se qualcuno era in pericolo per colpa sua, no? Era abbastanza certo di non aver corso quel genere di rischi ma ora che gli aveva lanciato addosso quelle accuse si ritrovò a guardarlo per qualche istante, gli occhi sgranati, immobile, per poi scattare all'istante nel tentativo di nascondere rapidamente le prove della sua colpevolezza.
    "Io... sono stato attento, più o meno, non volevo fare male a nessuno... non c'era nessuno, fino a poco fa..." cominciò a borbottare mentre si affrettava per sistemare le sue cose prima che l'altro davvero chiamasse qualcuno. "Non è necessario chiamare nessuno, non è successo nulla..." continuò a improvvisare, cercando di non perdere tutte le sue cose in giro per il campo per la fretta, anche se per essere uno piuttosto impacciato era improbabile non farsi scivolare almeno qualcosa dalle mani. Si ritrovò infatti a dover rincorrere uno dei bolidi da allenamento, aiutato anche da Mr Erminio che alla fine vi si lanciò sopra per abbracciarlo con le sue zampette e, alla fine, con l'intero corpicino. "Grazie amico..." sussurrò infilandosi cose nelle tasche e nello zaino e recuperando la mazza. "E-Ecco fatto, finito, tutto a posto!" annunciò rapidamente.


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    bymars

     
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