Quindi sei tu la causa dei mali di mia sorella?

Regina&Thomas

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    Avete presente un piccolo detective che cerca la verità infondo ad un caso? Lei e sua sorella non parlavano
    da tempo ed ogni volta che cercava di farlo lei sgattaiolava via oltre al fatto che non faceva altro che fare
    cose strane, tipo ignorarla oppure evitarla. Non era da Marleen, e quando lei faceva in quel modo voleva
    dire che c’era un problema. Allora Regina si era messa a chiedere in giro quale fosse il problema ed alla fine
    aveva trovato la persona giusta che aveva vuotato il sacco. Ecco, il problema. Un allontanamento da un
    tizio. Un certo Thomas J qualcosa. Ok, aveva visto quel tizio nella cricca di Marleen ed aveva deciso di
    andare in ogni angolo di quella dannata scuola per capire, esattamente dove fosse finito e quale fosse il
    problema. Ed alla fine, dopo giorni e giorni di ricerca, aveva fatto bingo! Lo aveva trovato, da solo, nei
    giardini, a leggere (?) non sapeva cosa stesse facendo e non voleva neanche saperlo. Gli arrivò di schiena, si
    avvicinò e gli picchiettò sulla spalla, ed ancora, si schiarì la voce. Devi essere Thomas, un
    amico di Marleen, o qualcosa del genere, giusto?
    Si mise seduta affianco a lui e sorrise appena,
    quasi malefica, poi lo squadrò varie volte ed infine, finalmente sorrise. Era carino e sembrava un tipo a
    modo. Tese la mano verso di lui. Regina Beauvais. La sorella maggiore di Marleen. Non ci
    conosciamo, oppure io non ricordo di conoscerti, ma non è importante. Cosa ti ha fatto mia sorella d tanto
    grave da non guardarla più in faccia neanche per sbaglio?
    Beh, stava già dando la colpa a sua sorella
    no? Era ovviamente una tattica, ma Regina non era una che non andava dritto al sodo, non le piaceva girare
    intorno alle cose, specialmente se si trattava di sua sorella o dei suoi fratelli. Si voltò verso di lui ed attese
    una risposta.
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    |thomas seanàn roberts|



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    li ultimi mesi si erano trasformati, nella mente di Thomas, in un enorme blob informe e senza senso a cui non avrebbe saputo attribuire nemmeno un nome o una definizione. Non sapeva nemmeno quando fosse cominciato il tutto, come o perchè fosse finito invischiato fino al collo in un loop che lo faceva sentire così sbagliato e a disagio ma dal quale non riusciva ad uscire.
    Non sapeva nemmeno quando tutto fosse cominciato: un momento prima parlava a Mar di come si sentisse nei suoi confronti, la baciava, e l'attimo dopo tutto si era spento e lui aveva cominciato a vagare in un vuoto che non sapeva spiegarsi, senza meta.
    Aveva avuto paura, di quello era certo: aveva cominciato a temere con tutto se stesso le conseguenze delle sue azioni, e quella paura era diventata così grande da soffocare tutto il resto e impedirgli di agire. Si era isolato, aveva cominciato a pensare che evitarsi per un po' li avrebbe aiutati e quel "po'" era diventato troppo e ora non sapeva come uscirne.
    Sarebbe stato strano saltarsene su dal nulla e chiedere a Marlee di rivederla dopo una settimana no? E dopo un mese?! Aveva rimandato il tutto a tal punto che ora non solo sarebbe risultato inopportuno ma anche parecchio strano.
    " Idiota, idiota, idiota." bofonchiò, la testa affondata nei palmi delle mani, borbottando direttamente contro la propria pelle in un tono lamentoso forse fin troppo alto. Anche Mr Erminio cercò di redarguirlo, mordicchiandogli piano la punta dell'orecchio nel tentativo di trascinarlo fuori da quel tunnel di autocommiserazione, fallendo miseramente.
    Regina, invece, riuscì magnificamente nell'impresa, poco importava dei modi: Thomas si ritrovò a sussultare quando si sentì picchiettare su una spalla e una volta alzata la testa aggrottò le sopracciglia, prima confuso e poi spiazzato.
    La ragazza che aveva di fronte era esattamente il tipo di persona che non rivolgeva mai la parola a quelli come lui se non per sbeffeggiarli o a causa di una catastrofe di portata mondiale, e in quel frangente non avrebbe saputo dire cosa fosse peggio.
    "Uh...uhm...sì..." bofonchiò incerto, la sua mente divisa tra il chiedersi perchè lo volesse sapere e il domandarsi se quella fosse davvero la risposta giusta, per come erano diventate strane le cose nell'ultimo periodo.
    Se stava per porle qualche domanda qualsiasi quesito gli morì in bocca, lasciandolo -letteralmente- boccheggiante di fronte alla sua mano tesa e quel sorrisino che non prometteva nulla di buono. C-cos...eh? Rere non ha fatto niente di male... proprio nulla! Neanche per sbaglio! E non è vero che non voglio guardarla in faccia, lei è bellissima, perchè non... Insomma, cioè, volevo dire...non è che non voglio guardarla in faccia, ecco. Semplicemente...eravamo impegnati." provò a spiegare, finendo però come sempre per inciampare tra le parole e arrossire tra una frase e l'altra, certo di aver detto troppo o troppo poco o la cosa sbagliata in almeno un paio di momenti. Era così preso dalla risposta che impiegò qualche istante ad elaborare tutto il contesto e alla fine strabuzzò gli occhi, colpito dalla sorpresa.
    "Sua...sorella maggiore?!"


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    Lo osservò con i suoi occhi scuri ed indagatori. Si, era carino, era a modo e sapeva conportarsi, era imbranato, dolce, e dedito all'imbarazzo, esattamente come piacevano a sua sorella, ma non era quello il punto. Non voleva più vederla in quel modo, non voleva più vedere il suo sole spento solamente perchè quel tipo aveva deciso di non parlare più. Quindi o c'era davvero una spiegazione oppure doveva fare qualcosa ed anche all'istante. Regina era una ragazza individualista, che spesso e volentieri si rinchiudeva in biblioteca e sognava di fare grandi viaggi, ed avere grandi amore, non era una che poi lo faceva veramente, era intellettuale e non una tipa d'azione, ma quando si trattava della sua famiglia, allora diventava un piccolo drago. Non era andata li con le intenzioni di picchiare, urlare o fare cazzate alla adrien, era andata li per capire. Se non si capivano le cose, allora non si poteva trovare una soluzione. Se non si trovava una soluzione, Marleen non sarebbe tornata a splendere e lei non se lo sarebbe mai perdonato. Si morse appena il labbro per quello che disse. Non se lo aspettava, però la sua risposta la fece addolcire e sorridere. Si è vero, è bellissima. Affermò poi ridacchiando per il suo imbarazzo e per le sue stesse parole. Regina fece un grandissimo sospiro. E allora se è bellissima e lei non ha fatto niente, perchè non le parli, non esci con lei come all'inzio dell'anno e cose varie?Rere, come la chiami tu, è buttata dentro un letto, si trascina a malapena a lezione e la causa del tutto sei tu che decidi di non parlarle. Per dirle qualsiasi cosa, anche che non vuoi più vederla, ma basta giocare a nascodino. Non era mai stata una persona di tatto, forse di diplomazia si, ma non di tatto. Lei voleva bene a sua sorella più di qualsiasi altra cosa al mondo e vederla così non era qualcosa di concepibile. In sala da thè le aveva spaccato il cuore a metà e seppur aveva pensato davvero che si sarebbe rirpresa velocemente, non era così. Sorrise per la sua incredulità. Mi sembra strano che non te lo abbia detto, ma si. Marleen è la gemella di James, ed io ed Adrien siamo i loro fratelli maggiori. Adrien è nella tua stessa casata, James è un Ametrin ed io sono un dioptase. Rispose poi sorridendogli appena, insomma era entrata a gamba tesa, ma non si aspettava tanta dolcezza da quel ragazzino, quindi lei si era preparata un discorso agguerrito, ed adesso, si ritrovava davanti un ragazzino che trovava bellissima sua sorella, che ancora la chiamava con il loro nomignolo e boh... perchè quindi non le parlava?
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    |thomas seanàn roberts|



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    utto quello che aveva fatto nell'ultimo periodo andava, senza ombra di dubbio, contro tutto ciò che si era sempre ripromesso. Marlee era la persona più importante della sua vita, ne era sempre stato sicuro ancora prima di realizzare che cosa provasse davvero per lei, e si era sempre impegnato perchè niente e nessuno la ferisse. Aveva detestato Brooks - e lo detestava ancora, inutile negare anche quello- perchè non lo considerava affidabile, ed era quindi alquanto ironico che ora fosse proprio lui quello che la stava ferendo.
    Non era sciocco, sapeva bene che stare lontani non gli aveva mai fatto bene, si era giurati di non lasciarsi più andare quando si erano ritrovati a Hidenstone e lui cosa faceva?! Lasciava la presa. Aveva discusso parecchio con Mr Erminio su quella questione, passando da momenti in cui si sentiva l'unico responsabile e altri in cui invece si ripeteva che se lei non l'aveva cercato forse voleva starsene un po' da sola.
    Sapeva che erano tutte scuse e Marlee gli mancava come gli mancava l'ossigeno dopo essersi immerso troppo a lungo nel lago, ma la verità era che ora non sapeva più come riprendere il discorso. Era bellissima, certo, su questo non aveva alcun dubbio, ma lui non era all'altezza per portare avanti una relazione con lei... come poteva dirglielo senza rovinare ogni cosa?
    Aveva vissuto quella scena così tante volte nella sua mente che ormai pensava di sapere già a memoria come sarebbe andata a finire: avrebbe provato a spiegarle che teneva troppo a lei per rischiare di perderla o non darle quel che meritava, voleva ancora stare accanto a lei ma sospettava che non sarebbe stato tutto come prima, avrebbe finito per dire la cosa sbagliata come sempre però, non si sarebbero capiti e l'avrebbe persa comunque. In un certo senso quella situazione che si era creata era un impasse rassicurante, una via di mezzo in cui aveva finito per rintanarsi.
    Eppure Regina non sembrava in grado di usare mezzi termini e lo trascinò lontano da quel suo "nascondiglio" fatto di bugie rivolte a se stesso e gli sbatté in faccia la realtà: Marlee stava davvero male ed era solo colpa sua.
    La ragazza avrebbe potuto vedere gli occhi persi di Tom farsi più grandi e lucidi, facendolo assomigliare ad un cucciolo dispiaciuto dopo essere stato beccato a fare una maracella. "A me...dispiace...non stavo giocando..." sussurrò piano, perso, senza sapere bene che cosa altro formulare. Che cosa avrebbe potuto dirle? Che gli dispiaceva?! Era decisamente riduttivo.
    Corrucciò le sopracciglia a quella spiegazione collettiva ma in quel momento non era abbastanza lucido da ragionare granchè. "Io e James ci conosciamo..." riuscì solo a replicare, rendendosi conto in quel momento che dopotutto di Marlee lui conosceva solo quello che gli aveva mostrato -ma grazie!- e chissà quanti altri aspetti della sua vita non aveva approfondito. Per quanto potesse sapere dei suoi altri fratelli e della sua famiglia, di fatto quante poche occasioni avevano avuto per approfondire certi aspetti? Si vantava tanto di conoscerla da una vita ma in quel momento più che mai gli sembrò di essere solo uno sconosciuto, qualcuno di cui avrebbe potuto fare a meno senza grossi problemi.


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    Non c'era niente da fare. Era andata li con la mannaia già pronta per decapitarlo e si ritrovava davanti ad una ragazzino perso, completamente nel vuoto e seriamente dispiaciuto anche solo di sentire tutto quello che lei gli stava dicendo. Regina non aveva mezzi termini, ma voleva bene a sua sorella più di ogni altra cosa al mondo, e soprattutto era una persona che capiva le situazioni. Thomas aveva paura. Aveva una fottuta paura di dover affrontare sua sorella e lei non lo stava aiutando. Fece un respiro profondo e cercò di rimodulare termini e tono di voce. Non voleva allontanarlo ancora di più. Non voleva che il ragazzino fuggisse davvero via per sempre da sua sorella, sicuramente non glielo avrebbe mai e poi mai perdonato, ma voleva la questione contraria. Sorrise e posò una mano sul ginocchio del ragazzino. Lo fece in maniera del tutto disinteressata e soprattutto gentile. Era come se avesse capito perfettamente il suo disagio e volesse davvero recuperare e dargli una mano. In fondo per Marleen avrebbe fatto quello ed anche altro. Tagliarla fuori dalla tua vita non è e, non era e non sarà mai la cosa giusta da fare! Sussurrò, questa volta, con tono molto più calmo e quasi fraterno. Avete fatto un casino, tu sei sparito, lei non ti ha cercato. Lei è sparita e tu non l'hai cercata. Capita, succede. Ma adesso sai che gli manchi, sai che sta male e che è una testarda assurda, ed anche un pò orgogliosa e pazza. Fa dei casini immensi, ma è Marleen. Lei è così e sono sicura che se tu le parlerai le cose si risolveranno! Regina si era sempre interessata moltissimo dei suoi fratelli, ma non aveva mai approfondito le loro conoscenze. Lei era la gemella di Adrien e si comportava di conseguenza e comunque il suo gemello gli dava talmente tante cose a cui pensare che a volte era veramente impossibile pensare anche agli altri. Certo, era pur sempre qualcosa di assurdamente brutto, ma comunque era vero. Regina aveva perso di vista MArleen e James e si era dedicata, come sempre, solamente ad Adrien. Ma adesso voleva recuperare anche loro. Sorrise ancora a Thomas. Lo immagino. Insomma è il suo gemello e strano ma vero siamo tutti gemelli! Lo disse per sdrammatizzare, ma non era moltissimo brava a farlo. Vorrei solamente tornare a vedere mia sorella sorridere e so che la tua presenza nella sua vita farebbe la differenza. Non quella di Brooks, non quella degli altri, ma la tua. E si, magari all'inizio urlerà un pò, e ti farà un pò dannare, ma non mollare la presa con lei, perchè ti vuole bene! Ammise seriamente. Era sincera e soprattutto era una persona che non diceva mai cose false, specialmente se si trattava dei fratelli.
    Regina Beauvais

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    |thomas seanàn roberts|



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    contrarsi con la consapevolezza di sapere sempre meno della vita di Marlee cominciò a farsi parecchie domande sulla profondità del loro rapporto. Non che la ragazza gli avesse mai nascosto qualcosa, sapeva della sua famiglia numerosa ma all'improvviso non avere conosciuto ogni singola persona presente nella sua vita, non avere mai parlato troppo con Regina, nella sua mente cominciò a diventare un problema.
    Ora, era il primo ad essere consapevole di avere un certo problema con le proprie emozioni, sapeva di non essere bravo ad interagire con gli altri e dopotutto lui per primo non aveva mai fatto un vero primo passo per approfondire la conoscenza con gli altri fratelli di Rere o provare a legare con tutti. Reputava già un miracolo essere così legato a James, anche se ancora si sentiva inferiore di fronte a lui molte volte e la chimica che aveva con Rere rimaneva inarrivabile.
    Non imputava nessuna delle colpe a Marlee, però, era certo di essere lui ad avere causato la maggior parte del problema e non aveva mai smesso di rimproverarsi per aver lasciato che il loro rapporto gli sfuggisse tra le dita. Era già successo prima, avrebbe dovuto imparare dai suoi errori, e invece continuava a sentirsi in colpa senza fare niente per cambiare la situazione.
    Più ci rimuginava e più si sentiva un idiota: per come la stava mettendo giù Regina la soluzione era semplice, gli sarebbe bastato tornare da Marlee, abbracciarla e ricominciare tutto da capo no? Lei lo faceva apparire così facile che per qualche istante si diede solo dello stupido per non averci pensato prima, salvo poi ricordarsi che non era affatto così banale. Aveva già sbagliato, ben più di una volta, e per quanto la sua -ex? Non riusciva nemmeno a pensare a quella parola - migliore amica potesse essere tollerante e paziente poteva davvero rivolerlo indietro? E poi come avrebbero risolto la questione "bacio"? Quello lo spaventava. Perchè? Beh perchè aveva cominciato a scoprire quanto fosse profondo ciò che provava per Marlee, qualunque cosa fosse, e lo era abbastanza da spaventarlo e farlo sentire impotente. Non sapeva come destreggiarsi tra quei sentimenti, non si era mai sentito così con nessuno e non aveva idea di come avrebbe dovuto comportarsi.
    Il discorso di Regina avrebbe dovuto essere incoraggiante, ne era piuttosto sicuro, eppure a lui mise solo ancora più confusione e un disperato bisogno di trovare un po' di pace e mettere in ordine i pensieri. "Io...sì...sì...hai ragione, ha senso..." borbottò, provando a mettere assieme una frase sensata prima di alzarsi e cercare di non sembrare totalmente pazzo. "A me... mi dispiace molto per quello che è successo e... andrò da Marlee. Non ora, cioè presto, giuro, ma... ho bisogno di sistemarmi le idee" ammise, provando a nascondere il panico dai suoi occhi e incrociare comunque lo sguardo di Regina, visto che in genere era una cosa che evitava con cura durante qualunque conversazione. Avrebbe poi cercato di scusarsi ancora, borbottando parole un po' sconclusionate mentre cercava di allontanarsi per trovare un rifugio solitario e silenzioso per ragionare decentemente.



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