Sono qui controvoglia

Role lavorativa Aaron

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  1. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    Adrien odiava esser costretto a far cose, qualunque queste fossero, ma il signor Remar l’aveva già rimproverato abbastanza per aver saltato il primo incontro con quel magipsicologo… come si chiamava? Già non ricordava più nulla. Si sforzò di farlo fino a quando il famoso nome non risaltò alla sua mente: Aaron Barnes. Fosse stato per lui non ci sarebbe mai andato e sperava vivamente che l’uomo non aggiungesse la sua parte di ramanzina per aver preso un appuntamento e non essersi presentato. Si, era vero, non l’aveva preso lui, quindi, poteva benissimo dire che era senza il suo consenso, ma non sarebbe stato affatto veritiero, perché prima di tutto era stato il Black Opal stesso a dire che ci sarebbe andato e, in secondo luogo, non avrebbe mai potuto metter nei guai il ministeriale, per il semplice motivo che aveva fatto tanto per lui e che Adrien non era in grado di andare contro i suoi stessi sani principi, che, in fondo in fondo, possedeva.
    Con animo contrariato, aveva indossato i suoi abiti migliori, perché non voleva sembrare un pazzo psicopatico: una visione contorta di quella professione che non avrebbe mai abbandonato perché credeva fosse vero. Scelse una semplice t-shirt bianca sormontata da una giacca di jeans chiaro e un pantalone scuro abbinato, di sartoria. Ridefinì i suoi ricci che avevano perso consistenza nel corso della giornata e si spruzzò un po' di profumo sul collo e sugli indumenti. Bene: era arrivato il momento di partire. Intascò il telefono e la bacchetta e si incamminò fino all’esterno del cancello di Hidestone, dove si smaterializzò in luogo San Mungo. Qui, con tutta la calma del mondo, si fumò una sigaretta, non badando al tempo che scorreva. Tra un tiro e l’altro pensò che, forse, avrebbe potuto andarsene: la tentazione era forte, ma, fortunatamente, la sua volontà di più. Nella profondità della sua coscienza emerse la convinzione che avrebbe potuto trarne davvero beneficio, ma cercò di metterla a tacere. Aveva appena compiuto uno sbaglio: non aveva buttato occhio all’orologio, perciò, era in ritardo di circa dieci minuti. Entrò in ospedale, dopo aver finito la sua sigaretta, e si fece strada tra le corsie, fino allo studio dell’uomo, indicato dall’etichetta appesa sulla porta. Bussò deciso.





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    ADRIEN BEAUVAIS
    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.


    Aaron Barnes
     
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    Che denota ambizione, intraprendenza o, anche, eccessiva presunzione.
    Praticamente, Aaron Barnes poteva tranquillamente dire di non aver avuto necessità di un tirocinio per quella professione, perchè, sinceramente, aveva avuto il fratello minore che lo aveva aiutato tantissimo. Adesso il fatto che tutti quanti i suoi amici andassero da lui era sicuramente leggermente controproducente, ma Aaron sapeva rimanere sicuramente una persona professionale ed attenta seppur conosceva chi aveva davanti. Anzi, sapeva anche "fingere" di non saper niente e sinceramente quello era il suo talento maggiore: non faceva trasparire nessun tipo di emozione. Suo nonno aveva speso veramente un sacco di tempo per insegnargli l'arte della "maschera di cera" e doveva ammettere che era stato un ottimo alunno. Adrien Beauvais. Blake gli aveva parlato di lui e quello che gli aveva detto lo aveva un pò allarmato "Ho trovato il mio degno sostituto quando io andrò via da scuola!" quelle le parole del minore, che avevano lasciato tra il perplesso e lo sconcertato Aaron. Ma non si aspettava di vederlo segnato nel suo libro. Come volevasi dimostrare, comunque, il ragazzo non si presentò al loro primo incontro. Non era qualcosa che Aaron non si aspettava, se davvero era la metà problematico come lo era suo fratello, allora poteva anche aspettarsi che gli dava buca almeno per un mese, se non di più. Quindi, alla fine, quando ci fu addirittura un secondo appuntamento, era curioso, seriamente di conoscerlo. Sentì bussare alla porta, lui si stava levando il camice bianco, che ripose all'attaccapanni affianco a lui, e si mise comodo. Sapeva che sarebbe stato breve ed intenso. Ma aveva letto la sua cartella e si era documentato un pò. Era un ragazzo straordinariamente intelligente, aveva dei voti veramente, ma veramente molto alti, bello, un ragazzo a modo. Cosa ci faceva li? Entra pure! Disse poi esortandolo ad entrare. Quando e se Adrien avesse aperto la porta, Aaron si sarebbe alzato in piedi per farlo accomodare e poi gli avrebbe teso la mano. Aaron, piacere di conoscerti, spero che l'orario che ti ha dato la mia segretaria non sia stato inopportuno. La gentilezza che lo caratterizzava cozzava con tutto quello che aveva e con tutto quello che riusciva a creare fuori di li!
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    Aaron Barnes
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  3. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    Non appena udì l’“Entra pure!” del suo forse terapeuta, aprì la porta d’entrata e si fece avanti con passo deciso e aria sicura di sé.
    - Buon pomeriggio – salutò, con tono certo. Nel frattempo, chiuse la porta alle sue spalle.
    - Mi scusi per il ritardo, ho perso la cognizione del tempo – continuò. Doveva dare a vedere la migliore versione di sé stesso, no? Lui non era un ritardato, non era un pazzo, non era un malato, quindi, prima quello se ne sarebbe accorto, meglio era per lui. Si avvicinò all’uomo e avrebbe stretto la sua mano con fare deciso. Lo guardò negli occhi con il suo solito sguardo di sfida che aveva con tutti e si presentò: - Adrien Beauvais -. Poi, sogghignò. – Quindi lei è il famoso fratello di Blake! -
    Prese posto sulla sedia, in maniera del tutto scomposta, ma come se non avesse appena fatto nulla di tutto ciò, domandò: - Posso sedermi, sì? -.
    Si portò una mano al volto, indice e pollice a sostenere il capo mentre studiava il medimago da capo a piedi.
    - La pensavo diverso, sa? Un po’ più… -
    Roteò le dita, in un gesto esplicativo del suo pensare.
    - …più… esplosivo! -
    Il suo ghigno si aprì ancora di più. Poi, aggiustò la sua posa mezza stravaccata in una più composta e educata.
    - Comunque sì, non si preoccupi, l’orario va più che bene, altrimenti non mi sarei presentato! -
    Al diavolo l’educazione!” pensò. Si era già scocciato di fare l’educato, quindi, avrebbe fatto ciò che gli veniva meglio: l’insolente.
    - Ah e mi dispiace di non essermi presentato la scorsa volta – disse, senza alcun minimo cenno vero di dispiacere.
    - Non ero in vena… e ci tengo a precisare, giusto per mettere in chiaro le cose, che non lo sono nemmeno oggi, ma ho promesso al signor Remar che ci avrei provato, quindi eccomi qui! -





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    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.


    Aaron Barnes
     
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    Che denota ambizione, intraprendenza o, anche, eccessiva presunzione.
    Esattamente l'atteggimaneto di chi non voleva stare li per nessuna ragione al mondo. Esattamente l'atteggiamento di chi voleva farti perdere la pazienza prima ancora di cominciare. Adrien voleva che qualcuno gli dicesse che fosse un caso perso e che gli desse l'agio di fare qualsiasi cosa volesse. Il punto era che Aaron era così abituato a tutto quello che neanche poteva immaginare di farlo. Voleva essere scompossto e maleducato? Bene, poteva farlo, ma ne avrebbe pagato le conseguenze. E parliamo chiaramente, non si trattava delle conseguenze che lui, Aaron Barnes, poteva fargli pagare, ma quelle che il mondo era pronto ad offrirgli se lui non diventava uno squalo. Le persone troppo impulsive tendevano ad essere l'anello debole della catena alimentare. Quello che lui aveva sempre detto al fratello, era che la forza senza il controllo non era niente. Doveva imparare a canalizzare tutto quello che aveva e voleva e prenderlo ma senza fare casini strani, senza passare dalla parte del torno appena apriva bocca. Sorrise al ragazzo. Di esplosivo basta uno in famiglia!E non credo di essere poi così famoso come dici! Mio fratello preferirebbe morire che dividere la sua fama con altri, persino con me! Aggiunse poi sincero, apprezzando la sua stretta di mano e sorridendo appena al ragazzino. Non gli disse niente per la sua postura, non era uno padre e quando finalmente disse quello che pensava veramente, Aaron lo guardò e sorridere ancora, questa volta però, più severo. Alzò le mani in segno di resa come per evidenziare ancora di più quello che stava per dire. Puoi andare quando vuoi via. Io non credo che le cose fatte per gli altri facciano a bene, a nessuno. Se lo fai per il Signor Remar, allora non farlo proprio. Cominciamo nel dire che non si accontentano gli altri. Se sei qui devi esserlo perchè ne hai voglia, se no, vai pure. Non dirò a nessuno che sei andato via. Ti dirò, mentirò anche per te se è necessario, purchè tu non venga qui perchè qualcuno te lo impone. é controproducente ed è una perdita di tempo sia per me che per te. Era una dote la franchezza, che la famiglia Barnes aveva sempre avuto, non c'era che dire. I suoi occhi ghiaccio erano in quelli scuri del ragazzo, fissi come per dirgli che non stava affatto mentendo e che a lui non servivano messe in scena!
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  5. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    A non crederci erano in due, anche se per motivi palesemente opposti: il Black Opal non credeva di aver bisogno di un terapeuta, mentre il Barnes pensava che essere lì non di propria volontà non avrebbe potuto portare ad alcun risultato concreto. È stato facile!” pensò il ragazzino, tuttavia, una parte della sua coscienza gli domandava incessantemente se davvero non ne valesse la pena… perché, in fondo, Adrien sapeva di averne bisogno, ma non voleva ammetterlo a sé stesso. Si comportava da stronzo, maleducato con tutti, non aveva alcuna empatia, o, almeno, così diceva a sé stesso, era indifferente nei confronti del mondo intero, aveva crisi di rabbia e impulsività accecanti. Come poteva stare bene così? L’altra parte della sua coscienza, però, cercava di metterla a zittire, perché il Black Opal arrivava, così, a pensare che fosse un malato pazzoide, incapace su tutto e, a maggior ragione, su sé stesso, il che, per lui, era una sconfitta amara.
    Riguardo all’inizio di questo post, Adrien ne avrebbe rigirato la frittata, come sempre, d’altronde.
    - Allora, guaritore Barnes, volete dire che sono un caso perso? – gli domandò, con un ghigno sul volto e con le braccia incrociate sul petto.
    - Perché, sa, io direi di sì, visto che sono qui sono per volere del Signor Remar e non credo che cambierei la mia idea… - continuò. Poi, in un momento di impulsività bastarda, si ritrovò ad affermare, maliziosamente: - …basta dire di “sì” e io sarò fuori di qui in un batter d’occhio. Ah e con un foglietto scritto! Quelle solite cose mediche che fate voi… -
    Non era del tutto sicuro che gli avrebbe detto che era un caso perso, anche perché sapeva che sentirselo dire gli avrebbe fatto più male che bene. E, poi, c’era anche la questione per cui chiudere lì le sedute significava andare incontro alla perdita totale di tutto quello che aveva costruito fino a quel momento e che stava già cominciando a scivolargli via dalle mani come sabbia fine.
    D’un tratto si fece serio e incanalò la stessa serietà nel proprio sguardo, che rivolse all’uomo lì presente.
    - Le dirò una cosa, giusto per capire cosa sia, visto che non riesco a spiegarmelo: a volte sento la coscienza divisa in due. L’una mi sussurra cose interessanti, l’altra, invece, le spegne. Anche ora sento questa voce interessante… quale delle due dovrei ascoltare? -
    Il medimago aveva appena assistito ad una delle più evidenti manifestazioni di lunaticità del ragazzo, che sbocciava quando era in grande conflitto con sè stesso.
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    Aaron Barnes
     
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    Appena aveva cominciato la sua carriera aveva capito, senza alcuna ombra di dubbio che fare le cose da "protocollo" non serviva assolutamente a niente. Aveva perso molti clienti quando li metteva a loro agio e quando decideva di assecondare le loro assurde follie. In alcuni, invece, era necessario giocarci un pò a braccio di ferro fino a quando non avrebbero ceduto. C'erano delle persone che andavano li perchè credevano di averne davvero bisogno, ma poi si scopriva solamente che si sentivano sole, e che, semplicemente avevano bisogno di parlare con qualcuno. Altre, invece, avevano un bisogno fortissimo di mettere a posto i pezzi della loro vita e lo rifiutavano, lo facevano in modo cosìevidente che quella stessa evidenza alla negazione era la richiesta d'aiuto più forte. Adrien era ancora un adolescente e sicuramente era un soggetto complesso, in quanto li adolescenti lo erano già di definizione. Tutti lo erano stati e si passavano dei momenti veramente drammatici, dove non si sapeva più chi eri e cosa volevi diventare, che ogni scelta ti sembrava qualcosa di assurdamente complicato e soprattutto, i propri genitori erano una figura mistica, non sempre buona. Negli adolescenti la figura del genitore andava ad incidere moltissimo sia sulle loro buone azioni che su quelle sconsiderate. Lascilò ad Adrien la scena, senza però rispondergli, poi si mise meglio sulla sedia. Caso perso? Posso assicurarti che di "casi persi" non esistono e di persone che stanno messe molto peggio di te esistono eccome. Se solo pensava a Alyce o Evan, era chiaro che c'era qualcuno messo veramente peggio di lui, ma non era quello il fatto. So che a scuola sei bravo e so che conosci l'inglese, insomma è la tua lingua madre, quindi smettila di fare giochetti con me, che tra le altre cose sono un magispicologo, vuol dire che la mente, ahimè, la conosco bene. I suoi occhi ghiaccio e la sua serità facevano da padrone. Ho detto che se tu non sei pronto a venire di tua inziativa, allora sarà inutile per la tua coscienza ed i tuoi problemi, qualora ci fossero. Conosco il Signor Remar da quando andavamo ad Hogwarts insieme, lui è un ministeriale, cura la parte diplomatica di questo mondo, se sarà necessario gli spiegherò il perchè tu non puoi andare da nessun magipsicologo sotto suo ricatto o forza. Prima di tutto perchè per questo stato sei minorenne e le minacce ad un minorenne si pagano, due perchè non è il tuo tutore legale, ne tanto meno è un tuo genitore. Se devo mettere per iscritto qualcosa, lo manderò al signor Beauvas, non lo darò ne a te, ne a Remar, del quale io non sento la pressione di nessun tipo di autorità. Aggiunse seriamente prima di fare un altro sospiro, ma comunque prese un biglietto e scrisse il suo numero personale e glielo passò. Sei un ragazzino, ma pur sempre una persona capace di intendere e di volere. Se vorrai venire, mi scriverai a questo numero e ci metteremo d'accordo. Adiren. La vera domanda è: perchè senti così pressate l'autorità di un adulto che ti dice cosa devi o non devi fare? Aveva comunque letto qualcosa sulla sua famiglia e qualcosa su di loro, senza contare che Regina aveva una cotta per Blake, Blake era un grandissimo stronzo e di conseguenza sapeva più del dovuto. La sua domanda era un chiaro segno di persona che voleva fare una cosa ma che per chissà quale strampalata ragione, ne faceva un'altra. La voce che ti rappresenta di più. Si alzò, si levò il capice, si stiracchiò. Devi fare quello che Adrien Beauvas è, non quello che gli altri ti comandano. Sei un ragazzino sveglio, colto, intelligente, se dipenderai sempre dalle scelte degli altri, allora la tua vita sarà sempre un inferno, perchè quella vocina che ti dice di fare delle cose, si chiama coscienza, ne abbiamo tutti una e quando la coscienza comincia a contraddirsi vuol dire che si sta perdendo se stessi.Si rimise il cellulare in tasca e prese le chiavi. Puoi andare. Aggiunse.
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  7. Adrien Beauvais
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    CRETINO
    Stupido, imbecille.
    Che due palle… ma perché devono essere sempre così puntigliosi sti cazzo di psicologi?!
    Si era davvero rotto i gioielli di famiglia di stare seduto su quella sedia ad ascoltare l’ennesima ramanzina. Non ne aveva avute già abbastanza?! Ora anche lui ci si metteva?! Ma cosa gli costava dire che lui fosse un caso perso! Non gli sembrava un’impresa ardua prendere un foglio e scriverci sopra due parole in croce, per poi timbrare la carta per testimoniare che quella provenisse davvero dallo studio del guaritore Barnes. Aveva detto lui stesso che avrebbe persino mentito per lui… che cazzo gli costava?! Boh, non riusciva proprio a spiegarselo. Prima diceva una cosa, poi ne faceva un’altra. Scrollò le spalle e incrociò le braccia al petto mentre lo ascoltava. Non l’avrebbe tenuto in terapia? Non gli avrebbe fatto una diagnosi, seppur falsa? Bene. Allora si poteva sorbire la versione peggiore del carattere di Adrien. Non si sarebbero speso in chiacchiere e moine inutili. Lui il suo l’aveva fatto. Si era presentato, proprio come promesso a Vath. Gli avrebbe detto che il guaritore non l’aveva voluto e stop. Quando sentì il cognome di suo padre, Adrien alzò il capo all’improvviso e guardò l’uomo con occhi che nascondevano una certa preoccupazione e negazione.
    - NO. – esclamò. Non appena si rese conto che avesse alzato il tono di voce, cercò di abbassarlo e parlare civilmente: - No. Lei non deve mandare niente a mio padre. Ha capito?! -. Mai sia che l’uomo venisse a conoscenza che avesse un figlio con necessità di uno psicologo… come glielo avrebbe spiegato, poi? E non voleva davvero sentire la sua voce. Guardò il bigliettino che il medimago gli porse, poi il suo volto.
    - Prenderò questo bigliettino solo se lei mi promette di non parlare mai con mio padre -
    Se l’uomo gli avesse dato un qualche assenso, lui si sarebbe ficcato quella tessera in carta all’interno di una delle sue tasche.
    Non rispose alla domanda che Aaron gli rivolse, preferì la strada del silenzio, tuttavia, ascoltò con interesse la risposta alla propria domanda. Stava davvero perdendo sé stesso? Da quanto era iniziata quella lotta interiore…? Perché proprio lui?
    Nutriva una serie di interrogativi che, però, non espresse mai ad alta voce. Ancora infastidito da quel comportamento, Adrien si alzò dalla sedia e uscì dalla stanza senza salutare e sbattendo la porta dietro di sé.
    - …ma vai a fanculo, và! Perdere sé stessi… ma di che cazzo stai parlando?! Coglione… -

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    ADRIEN BEAUVAIS
    I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedirgli di nuocere.


    Aaron Barnes
     
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6 replies since 24/6/2022, 20:38   87 views
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