Buoncompleanno! - 2 maggio

Blake&Louise

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  1. Louise De Maris
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    LIBERTÀ
    Stato di autonomia essenzialmente sentito come diritto, e come tale garantito da una precisa volontà e coscienza.
    D’un tratto, le parole del Black Opal le strapparono un sorriso, seppur contenuto, e una roteazione di occhi in seguito.
    - Mamma mia, da quando sei così puntiglioso? – gli domandò. In compenso, le aveva appena detto che aveva un “visetto dolce”: era da scrivere nel libretto dei complimenti?
    - Mannaggia… mi conosci troppo bene tu… - sospirò. – Quando ho perso il mio tocco? Se mi avessi conosciuto da bambina non avresti pensato la stessa cosa! -
    Notò lo sguardo che le rivolse non appena udì la sua ordinazione. Lascio che il cameriere andasse via, prima di dire la propria.
    - Che c’è? Perché mi guardi così? Ho solo voluto mantenermi leggera… se mangio cose più grasse o pesanti, vomito… quindi, un petto di pollo alla griglia e l’insalata sono i cibi più indicati per il momento. E non penso nemmeno che tu voglia vedermi vomitare ai tuoi piedi, no? -
    Aaron Barnes uno stronzo? Ma da quando? Aaron non era mai stato uno stronzo, almeno con lei… forse, era esigente sul posto di lavoro, ma dire “stronzo” le sembrava un parolone.
    - Non so chi sia Jessica… spuntano nomi in ogni frase che pronunci! – affermò, ridacchiando. Louise non era gelosa che questa Jessica, primo perché sperava in cuor suo che fosse stata solo un’amica e, in secondo luogo, si consolava con l’evidenza per cui si vedesse che Blake ci tenesse a lei, quindi, non c’era nulla di cui preoccuparsi. E, poi, era una storia passata, no?
    - So che tu lo conosci meglio di me, ma tuo fratello non mi sembra uno stronzo… forse è più indicato dire che sia esigente, ma alzo le mani! -. Mostrò i palmi in segno di resa. – Non voglio pronunciarmi su cose che non conosco… bisogna solo scoprirlo vivendo! -
    Poi, fissò Blake, con sguardo incuriosito.
    - Maa… sei anche tu il padrone del locale, vero? -
    Ora avrebbe dovuto risponderle: non è che si metteva a dare ordini a destra e manca? No, perché altrimenti lo crepava di mazzate fuori dall’orario di lavoro, capo o non capo.
    Le due bottigliette d’acqua naturale e la birra rossa per Blake furono portate poco dopo, per allietare il tempo d’attesa con qualcosa di fresco da sorseggiare, almeno per il ragazzo. Louise raccolse il proprio bicchiere e vi versò dell’acqua, di cui se prese più di una sorsata. Aveva, infatti, parecchia sete: non le piaceva sentire la sensazione della gola e di labbra secche perché le riportava alla mente ricordi che avrebbe preferito dimenticare. Evrard Boyer e sua moglie, infatti, erano i bastardi più bastardi che avesse conosciuto: quando l’avevano rinchiusa con la forza in quello scantinato buio, le avevano dato dell’acqua solo se strettamente necessario.
    Blake avrebbe potuto notare come la ragazza chiuse gli occhi, in una espressione di dolore (non fisico, ma morale) e scosse leggermente il capo. Non voleva ricordare. Si diede all’attività che le competeva in quel momento anche per lasciar andare le immagini via dalla sua testa: i biglietti per Amsterdam furono una completa sorpresa. Non sapeva che Blake stava continuando ancora a pensare che stesse facendo la stronza, ma se lo avesse saputo gli avrebbe svelato che, in realtà, era completamente sbalordita. Non riusciva a credere ai suoi occhi… lui si era ricordato di quello che gli aveva detto e… le aveva comprato due biglietti per… AMSTERDAM?! Aveva fatto tutto quello nonostante il loro litigio? L’aveva pensata per tutto il tempo e non era stato davvero indifferente? Quella realizzazione la riempì di una gioia incontenibile.
    Improvvisamente, si alzò e si gettò su Blake, che strinse tra le sue braccia e gli diede tanti baci sulla guancia. Era come una bambina, a volte, e in quel momento ancor di più. A Louise non interessavano suite riservate o tutte le altre cose: non era nata nel lusso e, quando era costretta a starci, ci si sentiva strana e scomoda.
    In seguito, si allontanò abbastanza da lui per guardarlo in volto, ma non staccò le braccia. Voleva la Louise di prima? Bene, avrebbe dovuto accettare anche quello. Gli occhi della studentessa erano raggianti, come il sorriso dipinto sulle sue labbra.
    - Hai detto che c’è anche un secondo biglietto, vero? -
    Senza attendere una risposta, si avvicinò all’orecchio del Black Opal e gli sussurrò: - Verrai con me? -




    18 ANNI
    AMETRIN
    SCHEDA PG
    STATISTICHE
    LOUISE DE MARIS
    Una donna è libera nel momento in cui desidera esserlo.
     
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    BIPOLARE CON DRAMMA
    stato emotivo persistente che, quando estremo, altera sentimenti, pensieri e comportamenti.
    C'erano poche cose dolci che riusciva a fare Blake, non era abituato a tutto quello e non era una persona che mostrava le sue emozioni belle, con bacetti ed abbracci. Ricevere un abbraccio di Blake era veramente, ma veramente rarissimo, ricevere un suo bacio lo era ancora di più. Blake era spavaldo in tutto, ma i segni d'affetto erano sempre molto contenuti e soprattutto molto originali. Per lui, adare li, per il suo compleanno, dopo quello che si erano detti, dopo quello che lei aveva fatto in cabina, dopo averlo fatto sentire anche in colpa perchè nonostante stesse incazzato nero e voleva solamente andarsene lei aveva deciso di sentirsi male in quel momento e di incastrarlo li, perchè nonostante a lui non gli fosse pienamente passata, le aveva fatto una sorpresa e voleva che sorridesse. Forse il fatto che avevano subito un pò le stesse cose lo faceva sentire più vicino a lei, il fatto che anche lei fosse costretta a subire cose per il solo fatto di esistere gli sbloccava così tanti ricordi che non sapeva se gli facevano più male, o più bene. Bene perchè gli davano la motivazione giusta per andare avanti, per riuscire a levarsi quella sensazione di colpa di dosso. Seppur non poteva essere del tutto evidente, Blake viveva costantemente con il senso di colpa di aver ucciso sua madre, o comunque di averle dato il colpo di grazia, eppure, Helena non aveva fatto altro che fare il gesto più bello della sua vita: dare la vita a suo figlio nonostante era cosciente e consapevole di perdere la sua. Aveva scelto Blake a discapito di tutto e di tutti, anche del suo primo genito che amava ed aveva amato più della sua vita. Helena aveva scelto di dare una possibilità a Blake perchè, come aveva sempre detto ad Aaron, sarebbe stato un ragazzo speciale, fantastico, unico nel suo genere. Blake era il risultato del pure e vero amore, eppure c'era qualcuno che lo aveva fatto sentire così sbagliato ed inadeguato che per anni non era riuscito a vedere e a fare il mostro. Sospirò per quello che disse sul cibo. Se mi vomiti sulle scarpe davvero mi incazzo, se devo reggerti la testa non mi fa schifo, ma effettivamente meglio evitare, l'importante è che mangi qualcosa. Rispose prima di far cadere il discorso e sentirla parlare di Aaron in quel modo. Si, era sempre più convinto che Louise avesse una cotta per lui. Si, sono anche il il proprietario, ma gestisce, per il momento tutto quanto Aaron, diciamo che la mia parte patrimoniale, è rimasta indivisa ed in capo ad Aaron. é complicato, ma non ti preoccupare che non sono io a dare gli ordini! E Comunque non è che in ogni mia frase spunta un nome, è che mi conosci poco! Jessica è la mia migliore amica da quando siamo qui, sono il padrino di suo figlio insieme a Mia. Mia. Altra parentesi della sua vita alla quale non voleva per niente pensare se no sarebbe davvero caduto in una crisi profonda di tutto. Perchè doveva per forza intrallazzare con tutta quella gente? Comunque, non era il caso di porsi certe domande in quel momento, quindi alla fine sorseggiò la sua birra ed attese la reazione al suo regalo, che arrivò dopo poco e lo fece sorridere e sogghignare. ok, ma basta baci. Disse poi lasciandola fare comunque, risposte a quell'abbraccio in maniera un pò frettolosa, ma Louise, oramai, avrebbe anche dovuto sapere che quello era il massimo che riusciva a fare in certe situazioni. Poi sorrise appena e quando glielo sussurrò in quel modo, Blake si voltò verso di lei con il volto ad un passo dalle sue labbra. Se me lo chiedi così... sussurrò appena anche lui. Una maledizione. Quella ragazza cominciava davvero a farlo stare male e bene nello stesso momento e Blake non era pronto a tutto quello, non voleva neanche pensare al fatto che aveva una cotta per lei, non voleva farla stare male come aveva fatto e stava continuando a fare con Lilith. Era un casino, veramente un bel gran casino. Perchè non era detestabile e basta?
    19 ANNI
    BLACK OPAL
    MUSICISTA
    INCENDIARIO
    Blake Barnes
    Quando sei pazzo, pazzo come questo, non lo sai. La realtà è ciò che vedi. Quando ciò che vedi si sposta, allontanandosi dalla realtà di chiunque altro, per te è ancora realtà.
     
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16 replies since 16/6/2022, 16:48   152 views
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