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Louise De Maris.
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LIBERTÀStato di autonomia essenzialmente sentito come diritto, e come tale garantito da una precisa volontà e coscienza.D’un tratto, le parole del Black Opal le strapparono un sorriso, seppur contenuto, e una roteazione di occhi in seguito.
- Mamma mia, da quando sei così puntiglioso? – gli domandò. In compenso, le aveva appena detto che aveva un “visetto dolce”: era da scrivere nel libretto dei complimenti?
- Mannaggia… mi conosci troppo bene tu… - sospirò. – Quando ho perso il mio tocco? Se mi avessi conosciuto da bambina non avresti pensato la stessa cosa! -
Notò lo sguardo che le rivolse non appena udì la sua ordinazione. Lascio che il cameriere andasse via, prima di dire la propria.
- Che c’è? Perché mi guardi così? Ho solo voluto mantenermi leggera… se mangio cose più grasse o pesanti, vomito… quindi, un petto di pollo alla griglia e l’insalata sono i cibi più indicati per il momento. E non penso nemmeno che tu voglia vedermi vomitare ai tuoi piedi, no? -
Aaron Barnes uno stronzo? Ma da quando? Aaron non era mai stato uno stronzo, almeno con lei… forse, era esigente sul posto di lavoro, ma dire “stronzo” le sembrava un parolone.
- Non so chi sia Jessica… spuntano nomi in ogni frase che pronunci! – affermò, ridacchiando. Louise non era gelosa che questa Jessica, primo perché sperava in cuor suo che fosse stata solo un’amica e, in secondo luogo, si consolava con l’evidenza per cui si vedesse che Blake ci tenesse a lei, quindi, non c’era nulla di cui preoccuparsi. E, poi, era una storia passata, no?
- So che tu lo conosci meglio di me, ma tuo fratello non mi sembra uno stronzo… forse è più indicato dire che sia esigente, ma alzo le mani! -. Mostrò i palmi in segno di resa. – Non voglio pronunciarmi su cose che non conosco… bisogna solo scoprirlo vivendo! -
Poi, fissò Blake, con sguardo incuriosito.
- Maa… sei anche tu il padrone del locale, vero? -
Ora avrebbe dovuto risponderle: non è che si metteva a dare ordini a destra e manca? No, perché altrimenti lo crepava di mazzate fuori dall’orario di lavoro, capo o non capo.
Le due bottigliette d’acqua naturale e la birra rossa per Blake furono portate poco dopo, per allietare il tempo d’attesa con qualcosa di fresco da sorseggiare, almeno per il ragazzo. Louise raccolse il proprio bicchiere e vi versò dell’acqua, di cui se prese più di una sorsata. Aveva, infatti, parecchia sete: non le piaceva sentire la sensazione della gola e di labbra secche perché le riportava alla mente ricordi che avrebbe preferito dimenticare. Evrard Boyer e sua moglie, infatti, erano i bastardi più bastardi che avesse conosciuto: quando l’avevano rinchiusa con la forza in quello scantinato buio, le avevano dato dell’acqua solo se strettamente necessario.
Blake avrebbe potuto notare come la ragazza chiuse gli occhi, in una espressione di dolore (non fisico, ma morale) e scosse leggermente il capo. Non voleva ricordare. Si diede all’attività che le competeva in quel momento anche per lasciar andare le immagini via dalla sua testa: i biglietti per Amsterdam furono una completa sorpresa. Non sapeva che Blake stava continuando ancora a pensare che stesse facendo la stronza, ma se lo avesse saputo gli avrebbe svelato che, in realtà, era completamente sbalordita. Non riusciva a credere ai suoi occhi… lui si era ricordato di quello che gli aveva detto e… le aveva comprato due biglietti per… AMSTERDAM?! Aveva fatto tutto quello nonostante il loro litigio? L’aveva pensata per tutto il tempo e non era stato davvero indifferente? Quella realizzazione la riempì di una gioia incontenibile.
Improvvisamente, si alzò e si gettò su Blake, che strinse tra le sue braccia e gli diede tanti baci sulla guancia. Era come una bambina, a volte, e in quel momento ancor di più. A Louise non interessavano suite riservate o tutte le altre cose: non era nata nel lusso e, quando era costretta a starci, ci si sentiva strana e scomoda.
In seguito, si allontanò abbastanza da lui per guardarlo in volto, ma non staccò le braccia. Voleva la Louise di prima? Bene, avrebbe dovuto accettare anche quello. Gli occhi della studentessa erano raggianti, come il sorriso dipinto sulle sue labbra.
- Hai detto che c’è anche un secondo biglietto, vero? -
Senza attendere una risposta, si avvicinò all’orecchio del Black Opal e gli sussurrò: - Verrai con me? -18 ANNI AMETRIN SCHEDA PG STATISTICHE LOUISE DE MARISUna donna è libera nel momento in cui desidera esserlo. .