L'alcool è un liquido prezioso: Conserva tutto...tranne i segreti pt. 2

Alton & Jacqueline

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    Alton McKinley | Giornalista | 35 anni | PC


    [Prosegue da Qui]


    Quante sfaccettature poteva avere dentro se stesso? Quante persone diverse poteva essere? Difficile da dire, tenere oscuri segreti dentro se stesso per tanto tempo era difficile, a partire da quello che era stato suo padre, per poi arrivare a tutti le morti che aveva provocato lui stesso con l'Acromantula Scarlatta, ogni cosa aveva il suo spazio dentro di lui, dentro la sua testa. Ma tutto sommato doveva essere in grado di tenere quei segreti dentro di se, era poco ma sicuro. Fece un sorriso alle parole della ragazza poi entrò dopo di lei nel locale. Lo conosceva bene il Rouge essendo come un punto di ritrovo dell' Acromantula Scarlatta, quindi fece gli onori di casa con la ragazza. Non voleva fermarsi a bere al banco, quel luogo pieno di eleganza e lussuria era spettacolare per passare una serata in dolce compagnia e sperava anche di piacere. Quindi si rivolse alla ragazza con un sorriso sul volto, era sempre un piacere stare al Rouge, gli evocava piacevolissimi ricordi.

    Ci mettiamo su questi divanetti?

    Gli sarebbe piaciuto andare al piano superiore del locale, una cosa più privata e piacevole ma per quella sera non aveva l'invito, ma forse poteva rimediare Genève stessa.

    O hai modo di andare anche ai piani di sopra del locale? Sarebbe molto più carino forse stare di sopra nel privè, non trovi?

    In quel caso avrebbe preferito eccome andare di sopra e in caso di risposta positiva della ragazza l'avrebbe seguita al medesimo piano, tra i due era molto meglio e più riservato come luogo, gli piaceva molto stare al medesimo piano, tutt'altra cosa stare lì rispetto a quei divanetti comuni che potevano essere per tutti. Poi c'era sempre la carta di giocarsi la conoscenza con Alyce, con lei non condivideva solo la passione del bere ma anche l'appartenenza all'Acromantula Scarlatta.

    © TDH gdr





    Jacqueline De Lourant
     
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    Genève seguì il giornalista all'interno del locale, non le sembrava molto diverso dalla volta precedente. Luci soffuse, un profumo dolce e intenso ma non fastidioso e i soliti divanetti da lounge bar. Una breve occhiata a chi era seduto lungo il bancone e tornò a concentrare l'attenzione sull'uomo che la accompagnava, notando che aveva scelto i divanetti. «Oui, d'accord.» Rispose tutta sorridente, accentuando la parlata in lingua madre, accomodandosi con grazia felina, aspettando che anche lui prendesse posto ma quello che disse subito dopo mise in moto un meccanismo tanto complesso quanto semplice. «Je ne sais… Non saprei, non si può ascedere librement?» Rispose soave, continuando a giocare con l'accento, approfittando del fatto che piacesse. «Ti dispiasce se mi assento un instant? Oui? Vado ad inscipriarmi il naso.» Alzandosi e allontanandosi senza attendere risposta, ancheggiando vistosamente. Avrebbe inclinato il capo girandosi leggermente indietro, lasciando che la fluente chioma scivolasse lungo le spalle, accertandosi se la stesse seguendo con lo sguardo e, se così fosse stato, rivolgendogli un occhiolino. Si sarebbe assentata giusto il tempo per fargli aumentare la pressione e insinuare il dubbio di averlo piantato in asso. Entrò nella toilettes e, una volta davanti allo specchio, avrebbe controllato la guancia sapendo non ci sarebbero stati segni, rinfrescando il rossetto. “Juste parfait” pensò tra sé uscendo dal bagno delle signore e dirigendosi al bancone avrebbe domandato con chi doveva parlare per usufruire di un privè del piano superiore. Ottenuta quell'informazione sarebbe tornata al tavolo e, sporgendosi verso Alton, abbassandosi all'altezza del suo orecchio, avrebbe offerto una piacevole vista sulla profonda scollatura del proprio abito. «Ti sono mancata mon chere?» Chiese civettuola, avendo tutte le intenzioni di farlo sbottonare in un modo o in un altro. «Ho ottenuto l'ascesso per il privè.» Disse, soffiando leggera all'orecchio per poi lambire il lobo con la lingua mentre con una mano accarezzava un bicipite, invitante.

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    Alton McKinley | Giornalista | 35 anni | PC


    Lo conosceva bene il locale, conosceva bene colei che lo gestiva, Alyce, e stare in compagnia di una bella ragazza come lei era assolutamente un grande piacere. Un accento francese che adorava, una lingua che era tra le più belle del mondo per come era la parlata, gli accenti e soprattutto erano belle anche le francesi. Ascoltò le parole della ragazza poi le rispose con il sorriso sul volto.

    Bien sûr vas y. Je t'attends.

    Attese il suo ritorno dalla toilette, e inoltre era curioso di sapere se un privèè sarebbe stato loro, se avesse chiesto ad Alyce il problema non ci sarebbe stato senza ombra di dubbio, ma non voleva far vedere troppo quella vicinanza dato che era legata principalmente al mondo criminale, al mondo del male. Era bene staccare le due cose, quindi la lasciò assolutamente come ultima opzione quella per il momento. Tornata al tavolo quella bella vista legata alla scollatura che aveva la ragazza non era decisamente male, anzi era una primizia da godersi. Fece un piccolo sorriso alle parole della ragazza poi riprese.

    Absolument, chaque instant en votre compagnie me ravit.

    Poi tornò a parlare nella sua lingua madre sentendo la bella notizia.

    Sono felicissimo per questa cosa.

    Rimase con il sorriso sul volto per un attimo. Un piccolo piacere nel sentire la lingua della ragazza che era finita sul suo lobo e la mano sul bicipite ben allenato, allenarsi serviva a qualcosa.

    Je te suis.

    Avrebbe preso dolcemente la mano della ragazza per poi farla salire con lui nella scalinata di destra accanto al bancone per raggiungere i privè, erano dei luoghi dove la privacy non mancava assolutamente. Un tavolo rotondo, dei divanetti che formavano un semicerchio, le tende, e la musica soft che era molto piacevole. Adorava quel luogo del locale, era innegabile. Chissà che quelle stanze chiuse vicino al bancone non sarebbero diventate una loro meta, lo sperava vivamente. Fece quindi accomodare la ragazza.

    Ci siamo. Que veux-tu boire?

    Poi si mise a sedere anche lui, molto vicino alla ragazza, a nemmeno un centimetro da lei.

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    La ragazza si muoveva con la grazia di chi era solita danzare, reminiscenze del suo passato di ballerina classica con cui, sul palo da Lap Dance, intratteneva i propri clienti. Condusse Alton su per le scale e, voltandosi alcune volte con fare sensuale, Genève controllò che la seguisse fino al privè a loro concesso. Come una splendida vedova nera, la giovane stava tessendo la propria tela lasciando che il giovane ci si infilasse da solo come in una trappola cinese per le dita. Sarebbe entrata nel privè posando la borsetta sull'attaccapanni e ravvivando la chioma con la mano destra si sarebbe chinata quel tanto per sistemarsi le pieghe dell'abito. Si sarebbe seduta lì dove Alton le aveva indicato accavallando sensualmente le gambe una sull'altra, facendo frusciare leggermente le impalpabili calze in seta, appoggiandosi con il braccio sul divanetto. «Mi piacerebbe qualcosa di forte e saporito, cosa mi consigli?» Chiese con aria soave, inclinando la testa verso di lui che, nel frattempo, si era seduto molto vicino alla ragazza. Genève si augurava che, con la tattica della seduzione e una buona dose di alcol, riuscisse a scioglierlo un po'. La vicinanza con l'uomo la lasciava del tutto indifferente, lui o un altro per lei non aveva alcuna rilevanza, l'importante era raggiungere lo scopo che si prefiggeva ma per il resto i maschi erano esseri che disprezzava, penedotati capaci solo a pensare a svuotare le palle in lei. Sorridendo all'uomo di fianco a lei si sventolò la mano vicino al viso con fare civettuolo. «Fa caldo qui dentro, non trovi? Non vorresti togliere la giacca?» Chiese, mordendosi un angolo del labbro inferiore, fingendo un'improvvisa, quanto falsa, timidezza. Togliendo il braccio poggiato sullo schienale del divanetto per allungare le mani verso il primo bottone della giacca così da poterlo aiutare a toglierla e, facendolo, avrebbe lasciato scorrere le mani sulla muscolatura di petto e spalle.

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    Vide come quel gesto di accavallare le gambe della ragazza, una sull'altra, era naturale e sicuramente era una gran bella vista da vedere, delle gambe che erano accolte perfettamente dalla bellezza e dalle calze in seta. Non poteva non essere contento di quello che vedeva. La vicinanza e la bellezza della ragazza era innegabile, sperava che quella serata raggiungesse un livello successivo, era poco ma sicuro.

    Un drink forte e saporito? Fammi pensare.

    Si fermò un attimo cercando di ricordarsi quello che offriva il locale poi dette il suo esito alla ragazza.

    Spero ti piacciano l' Assenzio e la Sambuca, il Sectumsempra è spettacolare come drink. Je le prends toujours aussi.

    Fece un piccolo sorriso poi riprese. Gli piacque vedere quella mano davanti a lui, quella mano che sventolò davanti al suo viso, gli piaceva davvero. Era vero, nel locale era caldo dato e anche la situazione faceva decisamente la sua parte.

    Confermo, qui è molto caldo.

    Fece un nuovo sorriso per poi guardare la ragazza, anche lei faceva parte del calore del locale e della situazione. Ma tutto sommato era una cosa molto piacevole, una cosa che aspettava da tanto.

    Si certamente, lasciamo andar via questa giacca.

    Si tolse la giacca, facendosi aiutare dalla ragazza, e buttandola lateralmente al divanetto per poi tornare vicino alla ragazza. Osservare come si mordeva dolcemente quel labbro, come ci sapeva fare un ogni mossa che faceva, era una cosa che gli dava sicurezza e sapeva di avere accanto una ragazza bella e sicura di se. Anche avere le mani sulla sua muscolatura non era per niente male, un tocco sicuro, bello, e perfettamente fatto. Adorava stare con lei in quel momento, adorava che tutto stesse andando per il meglio.

    Savez-vous que vous avez de belles mains?

    Lasciò quindi la parola alla ragazza.

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    Jacqueline sorrise, vittoriosamente era riuscita a levare la giacca ad Alton tuttavia notò come non ci fosse una particolare resistenza da parte del giornalista anzi, faceva di tutto pur di andare in quella direzione. Non era una questione di temperatura più alta nella stanza ma il fatto che la situazione si stesse surriscaldando, in quel privè si sarebbe raggiunta un calore tale da fare invidia ai gironi infernali danteschi. Si sarebbe posta con una mossa leggiadra a cavalcioni sulle gambe di Alton azzerando quella distanza infinitesimale che già l'altro aveva messo tra loro, appoggiandosi con entrambe le mani alle spalle di lui. Avrebbe chiuso per un attimo gli occhi visualizzando, con il potere della mente, una versione femminile del Giornalista. Avrebbe passato le mani sul suo petto, scivolando fino ai fianchi, la giovane avrebbe saggiato quella carne viva e calda tracciando con le dita ogni piega dei muscoli che possedeva. Dovette combattere l'improvvisa repulsione, quella nausea che, quel corpo maschile, le provocava. Nonostante tutta l'immaginazione che l'escort usasse per ingannare il proprio essere la sensazione tattile che quel corpo le mandava era e rimaneva quello di un uomo. Deglutì e, sorridendo, cercò di distrarsi. «Sectumsempra?» Chiese, con un sussurro mentre l'indice sinistro andava ad accarezzarlo sensualmente sotto il mento, sul collo ed insinuandosi sotto la camicia bianca. «Oui d'accord.» Con nonchalance la ragazza si sarebbe sistemata meglio sulle gambe di Alton strusciando leggermente i bacini e, per ingannare l'attesa dei drink, Jacqueline avrebbe cercato di sbottonare la camicia ad Alton e, con fare suadente, gli avrebbe proposto. «Ti andrebbe di guardarmi ballare per te?» E senza aspettare risposta si alzò, lasciando Alton da solo sul divanetto. Danzare era per lei uno sfogo, un modo per poter esprimere se stessa con movenze languide e sensuali del proprio corpo.

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    Il suo consiglio venne accettato dalla ragazza, era uno dei suoi drink preferiti e il fatto che lo prendesse anche la ragazza era una cosa che gli piaceva, non ci sarebbe voluto molto che i due drink sarebbero arrivati al tavolino del privè. Ribadì con il sorriso sul volto il nome del drink che le aveva consigliato.

    Si, proprio il Sectumsempra. Sono certo che ti piacerà.

    Quanto era piacevole avere le sue mani che le scorrevano addosso, vicino al collo. Sentì come quelle belle gambe della ragazza erano sempre più vicine a lui, sempre più a contatto con il suo corpo, i bacini a contatto. Le lasciò sganciare quanti bottoni avrebbe voluto dalla sua camicia, non avrebbe opposto minimamente resistenza. Quella proposta che gli venne fatta fu un qualcosa che sarebbe stato impossibile da rifiutare, come faceva a rifiutare un ballo solo per lui? Non lo avrebbe mai fatto. Era certo che la sensualità sarebbe stata al centro del ballo.

    Ne sarei lieto, un tuo ballo è un dono unico.

    Le fece un occhiolino poi osservò come iniziò a muoversi davanti a lui, dei movimenti che erano decisamente sensuali e mettevano in luce ogni parte così sexy del suo corpo, aveva delle movenze uniche, piacevoli e belle da vedere. Se voleva rendere il tutto ancora più piacevole e sensuale ci stava riuscendo eccome, era poco ma sicuro. Il suo sguardo unito a un sorrisetto pieno di piacere era sempre puntato su ogni piccolo movimento della ragazza, se la sensualità si poteva fare a persona colei che aveva davanti era decisamente la perfezione in persona.

    Sei così bella e sexy.

    Sarebbe stato ore a vederla ballare, sarebbe stato ore da solo con lei, e soprattutto sperava che dal ballo sarebbero anche potuti andare oltre, voleva quella ragazza per se, ogni attimo che passava il desiderio di possederla anche solo per qualche ora aumentava.

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    Aveva notato come, distratto dal contatto dei loro corpi, si fosse ripetuto ancora sul nome del drink e di quanto le sarebbe piaciuto. Sembrava avesse crashato l'applicazione che collega il cervello alla bocca, avendo un attimo di smarrimento, perdendo il filo di quello che si stavano dicendo o facendo in quel momento. Decise quindi, un po' per toglierselo di dosso e un po' per ridargli quelle minime facoltà che erano proprie degli uomini, di ballare per lui. Rispose all'occhiolino e sorrise "Oh! Tesoro, non hai idea di quanto ti costerà questo dono." avrebbe pensato. «Molto unico e altrettanto raro.» Avrebbe invece risposto con tono sexy e dolce, cominciando il suo ballo per ingannare l'attesa delle loro bevande. La medimaga si muoveva con sapienza avendo anni di esperienza nel ballo, praticamente dall'infanzia all'adolescenza e, anche se aveva smesso di danzare in maniera classica, sapeva bene come muoversi per dare piacere agli occhi di chi la guardava. C'era un palo per la pole dance in quel privè e Jaqueline ne approfittò per amplificare il, già di per sé audace, ballo per il piacere di chi la stava guardando. Usava quel palo come fosse, nel suo immaginario, una persona partecipe dello spettacolo, accarezzando la superficie, strusciandosi contro di esso. Voleva fare in modo che, chi la guardava, pensasse, desiderasse essere quell'attrezzo e sentisse intensamente, come se lo toccasse veramente, quello che stava vedendo. Qualcuno bussò alla porta e la medimaga si fermò guardando con aria interrogativa il giornalista, aspettando fosse lui a rispondere e, nel mentre, dare una sistemata al microscopico vestito che copriva ben poco del suo spettacolare corpo, era salito oltre il limite del lecito, lasciando a nudo una buona porzione di cosce, facendo intravedere un microscopico "brasiliana" in pizzo rosso. Sarebbe tornata a sedere sul divano, sventolando il viso accalorato con la mano.

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    La vide ballare davanti a se, era un ballo molto sexy e bello da vedere, la classe della ragazza unita alla sua bellezza e la sua bravura nel muoversi in quella maniera era un qualcosa di spettacolare. La osservava in ogni piccolo movimento, il piacere si poteva vedere in ogni suo sguardo, era un qualcosa che non poteva nascondere seppur nella sua vita fosse in grado di nascondere tante cose. Non voleva pensare a nulla però in quel momento se non godersi quel ballo sensuale che la ragazza stava facendo, solo per lui. Amava vederla muoversi in quella maniera. Quando la stessa andò al palo da pole dance che era disponibile nel privè, sapeva che la cosa sarebbe andata a un livello successivo. Non voleva altro che essere al posto del palo, che gran piacere stava provando il palo in quel momento, chi non sarebbe voluto stare al suo posto? Osservava il tutto con grande piacere. Gli piaceva vedere come il vestito che era andato su non nascondesse nulla di quel corpo così bello della ragazza, quelle mutandine in pizzo rosso che si vedevano erano un qualcosa che avrebbe attratto chiunque, la voleva per se la ragazza. Quel momento così bello venne interrotto improvvisamente da qualcuno che bussò alla porta, mentre la ragazza si dette una piccola sistemata e tornò a sedere sul divano accanto a lui rispose a chiunque fosse.

    Entri pure.

    Era una delle cameriere del locale con un abito decisamente sexy e soprattutto anche bella da vedere, ma per quella serata non gli stava mancando niente.



    Si chiamava Soraya e aveva con se i loro drink.

    Sono Soraya, la vostra cameriera, spero che vi stiate divertendo.

    Fece un occhiolino verso entrambi.

    Ecco per voi, i due Sectumsempra che avete ordinato.

    Li lasciò sul tavolo e le dette i soldi che doveva per gli stessi.

    Buon proseguo.

    Lasciò quindi la stanza Soraya, e Alton riprese passò il drink alla ragazza.

    Per te, spero ti piaccia.

    Lo sperava vivamente, alla fine era lui che aveva consigliato il drink.

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    Avrebbe osservato l'ingresso, notando la cameriera entrare. La mano con cui si stava sventolando si sarebbe fermata per un brevissimo istante, la ragazza era elegantemente strizzata in un vestitino blu molto sexy e indossava un paio di calzature con tacco a spillo dello stesso colore dell'abito che rendevano molto bene evidenti le sensuali forme del suo corpo, la sua carnagione leggermente olivastra che richiamava all'etnia d'origine probabilmente dell'est Europa. L'avrebbe squadrata dalla testa ai piedi soffermandosi per qualche istante sulle armoniose curve del suo corpo, le gambe lunghe ben tornite e nervose, le braccia sottili e morbide con delle mani dalle unghie smaltate, che avrebbe volentieri fatto posare su di sé, la pelle luminosa e vellutata. La ragazza si sarebbe alzata dal divanetto, avvicinandosi con fare sensuale alla cameriera per aiutarla e, prendendo il vassoio, le avrebbe inavvertitamente sfiorato le mani con fare seducente. Si sarebbe chinata con il capo verso di lei, il cui profumo sarebbe potuto essere avvertito dalla cameriera e con un sussurro alle sue orecchie, le avrebbe risposto. «Ciao Soraya, che ne dici di prenderti una mezz'ora libera?» Reprimendo la voglia di accarezzare i lunghi capelli neri che sembravano morbidi e invitarti a toccarli, e non solo quelli. Sorridendole e ricambiando l'occhiolino Jaqueline si chiese che gusto potessero avere le sue labbra, mordendosi un angolo delle proprie con aria provocante Avrebbe posato il vassoio chinandosi di novanta gradi rivolgendo il sedere nella sua direzione, strusciandosi sensualmente su uno dei suoi fianchi. Senza dimenticarsi della presenza di Alton la ragazza avrebbe sfruttato la presenza della cameriera per continuare il suo ballo sensuale strusciandosi sensualmente su di lei come se fosse un palo da pole dance guardando alternativamente prima verso uno e poi verso l'altra. «Oh sì, moltissimo grazie!» Avrebbe risposto ad Alton in modo enigmatico, non lasciandogli capire se si riferisse alla cameriera o al drink.

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    Non capì cosa disse alla ragazza, a quella cameriera, ma poco gli importava, voleva solo stare con lei e vederla ballare per lui prima di fare un qualcosa che poteva essere veramente piacevole. Ma Soraya restò lì con loro, vide come Jacqueline si mise a ballare con lei, a toccarle i capelli. Un ballo decisamente sensuale, un ballo che era da sogno, già una cosa del genere fatto da una sola bella donna era spettacolare, ma con due donne era unico, era una delle fantasie più belle che poteva avere lui come uomo. Avrebbe voluto esserci lui al posto della cameriera, della bella cameriera senza ombra di dubbio, ma sapeva che il suo momento sarebbe tornato presto, anche il vedere era bello, ma essere parte integrante ancora meglio. Ascoltò quelle parole della ragazza poi riprese a parlare, seppur non sapeva a chi o cosa si riferisse, il drink o la ragazza con cui stava ballando in maniera così sensuale, per lui non era un problema in nessuno dei due casi, era poco ma sicuro. Fece un cenno con la testa prima di prendere la parola.

    Piace moltissimo anche a me.

    Rimase sul vago e sull'enigmatico, ma non perchè voleva esserlo ma per il fatto che gli piaceva sia il drink che quello che stava vedendo, anche se il ballo era decisamente più bello e passionale da vedere. Era giunto il momento di tornare a essere parte integrante di quella serata se voleva qualcosa di più, quindi dopo un attimo di pausa deliziato dal ballo delle due ragazze tornò a parlare, ma facendo una bella proposta.

    Che ne dite di venire a ballare qui da me, ragazze?

    Una ragazza a ballare sopra di lui era spettacolare, averne due sarebbe stato un qualcosa di magnifico e unico. Fece cenno a entrambe di raggiungerlo.

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    Soraya non sembrava infastidita dal suo modo di ballare sfiorandola o strusciandosi su di lei. In un primo momento l'aveva lasciata fare guardandola, sorridendo e basta ma dopo un po' era diventata parte integrante della danza. Alton avrebbe potuto gustarsi le loro cosce che si sfioravano, mani che con languide carezze sui fianchi accompagnavano i movimenti dei loro corpi, poggiate l'una sull'altra, seni che si premevano tra loro, bocche che quasi arrivavano a toccarsi. Erano divenute l'una il pole dell'altra, prese nel vortice di una musica che suonava in sottofondo. Non passò molto tempo che, la cameriera, si sentì risucchiata in quel vortice diventando più attiva e cercando di dominare Jaqueline nei movimenti, stringendosela addosso quando si avvicinava e, quando le dava le spalle, mettendole una mano sul ventre piatto premendo il corpo contro la sua schiena. La medimaga apprezza non poco tutte quelle attenzioni, non sapeva se la bruna ballerina facesse parte della stessa sessualità ma, da come si poneva nei suoi confronti, sembrava avere gli stessi gusti della rossa. Il solo pensiero che potevano condividere lo stesso piacere, l'atteggiamento che aveva e un brivido le serpeggiò sulla pelle e ben presto fu molto evidente dato che, lo striminzito abito che portava, non le permetteva di rovinare l'outfit con un antiestetico segno di reggiseno, cosa che a Soraya non dispiaceva per niente ma, anche lei per lo stesso motivo, dava segno di apprezzare con lo stesso segnale della rossa. Le mani delle donne si erano fatte più avide, spudoratamente vogliose, con audacia cercarono più contatto possibile con la pelle che avevano a disposizione, senza mai scadere nella volgarità e dimenticandosi dell'uomo seduto sul divanetto. Solo quando avrebbe richiamato la loro attenzione, invitandole sul divanetto, si sarebbero ricordate di quella presenza e, due occhi azzurri come il cielo primaverile e due neri come una notte senza luna, lo avrebbero fissato. Soraya si sarebbe girata poi verso Jaqueline e, nascondendo la bocca nel folto della sua capigliatura per non farsi vedere «Il mio turno finisce tra meno di un'ora» Avrebbe sussurrato piano per farsi sentire solo da lei, andando a sedersi vicino ad Alton e, rivolgendole uno sguardo seducente pieno di promesse, invitandola a fare altrettanto. Jaqueline si lasciò sedurre da quelle promesse, si sarebbe accomodata vicino all'uomo aspettando con trepidazione che quell'ora passasse in fretta e prendendo in considerazione il fatto che, forse ma solo forse, per quella volta non lo avrebbe fatto pagare, in fin dei conti era merito del giornalista se la sua serata sarebbe finita in bellezza con la provocante morettina. E nessuno, al di fuori di loro, avrebbe saputo cosa sarebbe successo in quella stanzetta per la prossima ora….

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